domenica 25 agosto 2019

Recensione di MANIFESTO CONTRO IL POTERE DISTRUTTIVO - Maria Rita Parsi con Salvatore Giannella - Ed. Chiarelettere




MANIFESTO CONTRO IL POTERE DISTRUTTIVO

Maria Rita Parsi con Salvatore Giannella
Ed. Chiarelettere giugno 2019
Pag. 231
Copertina flessibile
€ 16,00
Ebook disponibile


CONOSCIAMO GLI AUTORI


Maria Rita Parsi - foto dal web -

MARIA RITA PARSI

Nata a Roma nel 1947, è scrittrice, psicopedagogista, psicoterapeuta, docente e pubblicista. Collabora con quotidiani e periodici. Numerose sono le partecipazioni a trasmissioni televisive. Nel 1974 fonda la Cooperativa  Collettivo G, operando per anni nelle periferie di Roma. Nel 1992 ha dato vita alla Onlus Movimento Per e Con dei Bambini, diventata nel 2005 Fondazione Movimento Bambino Onlus e, nel 2015, Fondazione Fabbrica della Pace, di cui è presidente. Il 2012 ne vede l'elezione, quale membro unico italiano, nel Comitato Onu per i diritti del fanciullo (Ginevra 2012-2017). Dal 2002 al 2008 è stata Consulente della Commissione Parlamentare per l'infanzia. Le sue pubblicazioni, tra testi, saggi e romanzi,testi politici e teatrali, superano quota cento. Tra i più famosi: Lo scarico, I quaderni delle bambine, Maladolescenza, Quello che i figli non dicono, Se non ti amo più, Generazione H, Felici si può.



Salvatore Giannella - foto dal web -


SALVATORE GIANNELLA
Nato a Trinitapoli nel 1949, è un giornalista. Direttore già da tempo di "Genius", "L'Europeo" e "Airone", è anche firma di "Oggi". Tra i suoi libri : Voglia di cambiare, Operazione salvataggio, In viaggio con i maestri. Ha curato i libri di Tonino Guerra La valle del kamasutra e Polvere di sole e di Enzo Biagi Consigli per un Paese normale. Sua è la sceneggiatura del docu-film Rai Educational La lista di Pasquale Rotondi, per la quale riceve il premio Presidenza della Repubblica all'Art Doc Film Festival di Roma 2005 come miglior film dedicato all'arte italiana. Cura la scenografia del film Odissea negli abissi dedicato al capitano della Marina Sovietica che evitò lo scoppio della terza guerra mondiale, Vasilij. Cura un "blog al positivo": Giannella Channel.

TRAMA

Il potere distruttivo sia in ambito familiare che sociale, esprime il malessere, il disagio psicologico, se non l'evidente disturbo mentale, dettati dall'angoscia di morte, dalla rabbia, dalla paura, dalla frustrazione, dall'impotenza di chi lo ricerca o lo esercita o tenta di esercitarlo. O, peggio ancora, di chi lo accetta, sostenendolo e delegando altri all'esercitazione.
Il Manifesto contro il potere distruttivo è stato scritto e pensato  contro tutti i dittatori, i potenti e sfruttatori  criminali. Contro le perversioni delle imprese criminali che opprimono milioni di esseri umani. Il Manifesto è stato scritto anche grazie all'aiuto di molte testimonianze-denuncia non soltanto verso i dittatori, ma anche verso tutti quei psicopatici, narcisisti maligni, accumulatori seriali di denaro, verso i "Signori della guerra" che alimentano odi, orrori e conflitti. 
Maria Rita Parsi

A completamento del Manifesto il Decalogo del potere positivo, il Decalogo della pace, il Decalogo dei diritti delle bambine. Con un'antologia di tesi di Fromm, Schatzman, Morace, Giannella, Rizzi, Bendura.
Postfazione curata da Salvatore Giannella.

IMPRESSIONI

Un po' a sorpresa Tommaso Gobbi di Chiarelettere, che ringrazio per la sua gentilezza, mi inviò questo pamphlet da recensire. Conoscevo Maria Rita Parsi attraverso le varie trasmissioni tv alle quali aveva preso parte ma, chiedo venia, non come scrittrice. Ho iniziato a leggerlo qualche tempo dopo averlo ricevuto, rimanendo piacevolmente sorpresa dalla delicatezza e dalla forza di questa donna. Una scrittura garbata ma potente, capace di arrivare al fulcro del problema sfondando le barriere dell'ottusità inespugnabile. Un saggio che si legge come un romanzo, che tutti dovremmo leggere per comprendere quanto la sete di potere possa manipolare l'essere umano, sino a spingerlo alla distruzione di massa.

Oggi ben 69 paesi nel mondo sono lacerati da conflitti interni. E ciò malgrado da tempo siano stati individuati strumenti scientifici e psicologici in grado di decriptare comportamenti individuali collettivi. Strumenti che ci aiutano - o dovrebbero aiutarci!- a comprendere come gli esseri umani abbiano fatto uso, anche e soprattutto disumano proprio di quelle qualità che li hanno avvantaggiati rispetto alle altre specie: la possibilità di esprimere con le parole i propri pensieri, di elaborare progetti , di condividere soluzioni.

Nonostante oggi ci siano i mezzi potenti per contrastare la manipolazione mediatica e psicologica che spinge l'umanità all'odio, l'uomo sembra non avere la forza di contrastare questa massa distruttiva, lasciandosi risucchiare nel vortice nero dell'egoismo e dell'auto distruzione legandosi sempre di più alla dipendenza verso chi tira le redini. Un ruolo fondamentale lo giocano di pari passo l'educazione e la cultura. L'educazione è fondamentale, nasce in famiglia e cresce a scuola, dove dovrebbe essere insegnata  e plasmata insieme alla cultura.

I bambini hanno diritto alla salute mentale di  chi li mette al mondo, li alleva e li educa. I cittadini hanno diritto alla salute mentale di chi li governa.

Per crescere un figlio, così come una società, alla base di tutto ci deve essere una "famiglia" sana, genitori e "tutori" sani, che sappiano formare il "bambino". Per sani si intende non tanto in salute fisica ma psicologica. Se ci sono problemi, di qualsiasi tipo, prima di imbarcarsi nel ruolo di insegnanti e formatori, è bene prendere atto dei propri limiti e problemi e cercare di risolverli al meglio, in modo di poter poi avere la giusta preparazione per aiutare bambini e società a crescere e risolvere i problemi collettivi. Bisogna prendere consapevolezza che è necessario tutelare e salvare l'umanità dal potere nocivo atto a ledere il benessere, la sicurezza e l'equilibrio sociale, prevenendo l'ascesa al potere di disturbatori sociali, xenofobi, razzisti, volti a ingabbiare l'umanità nell'inferno dell'odio e dell'egoismo. 

"Il potere distruttivo nasce già in grembo alla madre, se la madre è infelice."

La cultura, la conoscenza e l'insegnamento del rispetto verso se stessi, la natura, dei beni pubblici ma soprattutto della pace,  è fondamentale e necessaria per capire che il diritto alla vita nasce in famiglia, allargandosi e richiamando collaborazione e impegno da parte di ogni essere umano.
Se alla base mancano questi concetti, sarà facile per un giovane, lasciarsi coinvolgere da dittature distruttive e dalle spire di una realtà falsata dalla droga o dai deliri del terrorismo "religioso" che li spingeranno nelle mani dei <<Signori della guerra>>.
La potenza del potere distruttivo sta nel portare avanti atti illegali agendo nella legalità, ma la collaborazione di gruppo, l'informazione e la formazione continua faranno in modo di diffondere l'arma più potente, il potere positivo.
Come sostiene il "visonario" Mujica, meglio noto come il Presidente più povero del mondo,  la collaborazione di persone di ogni parte del mondo, giovani che hanno voglia di impegnarsi e rinnovarsi, con l'onestà nelle mani e il sorriso sulle labbra, l'unione di uomini che non hanno paura di lavorare sodo è quello che serve oggi per impedire che il mondo finisca in mano alle Multinazionali, con tutti gli enormi problemi che ne comporterebbe. 

Leggere questo pamphlet è stata un'esperienza nuova per me, solitamente le mie letture sono di tutt'altro genere e il rischio di travisare il testo finendo per catalogarlo come saggio politico mi si è presentato più volte. Scegliere di leggerlo come fosse un romanzo è stata la scelta più facile, per me, quasi come un auto aiuto alla comprensione. E di finestre sul mondo se ne sono aperte parecchie. Situazioni che sono ogni giorno sotto i miei e i nostri occhi, ma alle quali non diamo la giusta considerazione proprio a causa del potere distruttivo che ci circonda e annebbia tutto impedendoci di vedere oltre la cortina di nebbia. Lo consiglio soprattutto a chi è sfiduciato, a chi ha paura del domani e del prossimo. A chi crede che quanto sta succedendo in Africa o in Siria o in tante altre parti del mondo, pensa che il problema sia solo di quel luogo e dell'Italia, vista come l'Eldorado da conquistare. Il problema è invece dell'Europa esteso al mondo intero, perché facciamo parte tutti di questo mondo e non è con l'odio che si combatte il male dell'ignoranza.
Un testo che spinge a riflettere su chi siamo e cosa vogliamo e possiamo fare per salvaguardare il nostro futuro.
Buona lettura, Tania C.




domenica 4 agosto 2019

Recensione di APRI GLI OCCHI E PORTA LE MANI ALLA FRONTE di COSTA SERGIO - Edizioni Altromondo



APRI GLI OCCHI E PORTA LE MANI ALLA FRONTE
Sergio Costa
Ed. Altromondo 15 aprile 2019
Pag. 154
Brossura
Collana Mondo di oggi
€ 14,00


CONOSCIAMO L'AUTORE

Sergio costa, classe 1968, è nato a Milano da madre milanese e padre palermitano. Vive a Trezzano sul naviglio con la moglie e la figlia. Ancora minorenne interrompe i suoi studi per aiutare, nell'arco di quattordici anni, a gestire l'attività commerciale del padre. A trent'anni decide di lasciare il lavoro per diventare operaio turnista di una multinazionale. Sergio è un uomo attivo, alla perenne ricerca dell'adrenalina che lo va sentire vivo. Vive come un'avventura senza limiti la sua gioventù e le sue giornate senza pensare troppo al futuro.

TRAMA

Può capitare, intorno ai cinquant'anni anche di ammalarsi di depressione. L'importante è prendere coscienza di cosa sta accadendo e chiedere aiuto, senza vergogna o paura. La malattia fa sprofondare nella solitudine, spingendoci a ricordare il passato, soprattutto se ricco di avventure ed episodi divertenti. Grazie all'aiuto di una brava psicologa e dell'ipnosi, con tanta pazienza e coraggio, da questa malattia si può guarire perché la vita va presa come una grande e irripetibile avventura.

IMPRESSIONI

La Casa Editrice Altromondo, che ringrazio per la copia omaggio di questa biografia, mi inviò il pdf a sorpresa. Una biografia particolare, questa di Sergio Costa, che non solo è riuscito a risalire dal buco nero nel quale era stato risucchiato, ma anche a trovare le parole giuste per raccontare e raccontarsi, dall'infanzia ad oggi senza rendere i suoi racconti dei momenti bui mai drammatici o tristi. La lettura è stata facile, un po' meno assimilare il vissuto che  emerge attraverso gli aneddoti della vita di Costa.

"Mi guardo riflesso nello specchio del bagno, ho una faccia magra, tirata, anche se porto i capelli molto corti, rasati sui lati e un poco più lunghi sopra, il grigio ormai predomina sul castano: sto invecchiando velocemente."

Sergio Costa è un padre di famiglia, una figlia ormai adolescente, senza che se ne fosse reso conto, così come arrivare quasi a cinquant'anni da un giorno all'altro. Poi un giorno  si svegli e il malessere che lo accompagna da un po' di tempo sembra essere più intenso e rivelatore: il tempo passa, sta invecchiando e cominciando a  fare i conti con le proprie paure, i propri limiti. Per trovare un momento di relax la routine quotidiana sembra il solito caffè e le trenta MS, seducenti bionde che da qualche tempo non fanno più il loro dovere. Tutto diventa buio e cupo, a partire da "dentro", sale dallo stomaco sino al cervello. Forse potrebbe essere un buon aiuto la musica che lo ha sempre accompagnato, ma anche quella non batte più il tempo giusto, stonando e stridendo contro la realtà. Un libro! Certo, è quello che ci vuole. Ma le parole si accavallano intrecciandosi in un turbinio di discorsi senza un senso logico. Potrebbe, invece, aiutarlo una bella passeggiata al parco e magari un altro caffè, per schiarirsi le idee e tuffarsi nei ricordi di una gioventù apparentemente senza troppi pensieri e scavezzacollo. L'infanzia di Sergio non è stata molto felice. Era ancora bambino quando il padre se ne andò di casa per vivere con un'altra donna e crearsi una nuova famiglia. Ma ciò non gli ha impedito, una volta deciso di mollare la scuola, scelta per lui dai genitori, di andare a lavorare nell'attività del padre, riuscendo a vivere mille avventure scavezzacollo. 

"Mi incanto a fissarlo, ho la mente offuscata, ferma, guardo il semaforo ma non lo vedo,sento che non sto battendo neppure le palpebre. Scatta il verde: distolgo gli occhi dal semaforo ma il mio sguardo rimane fisso nel vuoto, continuo a guardare senza vedere niente."

Una sera, mentre Sergio si sta avviando verso il lavoro per il turno di notte, la mente annebbiata da una nebbia fitta e cupa, sventa per miracolo un incidente disastroso, rendendosi conto di avere bisogno di aiuto. In quel momento gli è andata bene, la lucidità è tornata al momento giusto, ma domani? 
Diventa difficile continuare mantenere la concentrazione, sopratutto al lavoro e l'unica soluzione diventa ammettere di avere bisogno di aiuto e riprendere i contatti con la psicoterapeuta. 

"Caspita, oltre che psicoterapeuta deve essere anche sensitiva."

E l'aiuto arriva per Sergio. Dopo aver sospeso le sedute di psicoterapia da qualche mese, come per telepatia, la dottoressa contatta Sergio poco tempo dopo il black out che ha messo a rischio la sua vita. L'input che stava cercando è arrivato, così come stava per arrivare la sua rinascita. 
Le sedute riprendono con la diagnosi di una sindrome  ansioso depressiva maggiore che sta compromettendo la quotidianità di Sergio e di chi gli sta vicino. La sentenza è forte: un mese di riposo di dal lavoro, la somministrazione di ansiolitici e relax assoluto in mezzo alla natura, soprattutto in mezzo al verde. 

"Ho trascorso gran parte della mia vita alla continua ricerca di botte di adrenalina che mi facessero sentire vivo, alcune le ho cercate mentre altre mi sono capitate senza che io le volessi, sono comunque davvero tante le avventure passate."

Grazie agli incontri bi-settimanali e alle lunghe passeggiate nel parco, incomincia per Sergio, un periodo di elaborazione della sua vita passata. I ricordi tornano a galla non solo per essere rivissuti ma anche per essere elaborati ed esorcizzati. 
Per prendere nuova coscienza di se. 
Le settimane passano, la strada da percorrere è lunga e in salita, ma Sergio ha promesso alla sua Dottoressa di "Voler guarire" e guarirà! 
Alternando momenti di "angoscia pura" a momenti di tranquillità emotiva, le passeggiate persistono, piacevolmente avvolto nei ricordi  e con un piccolo traguardo raggiunto: la riduzione drastica del fumo: da 30 a 8 sigarette al giorno. 
Nonostante i piccoli e progressivi miglioramenti c'è ancora qualche momento di buio ad incupire la nuova vita di Sergio. La sera, subito dopo il calar del sole, il buio fisico sembra trasportare l'uomo in uno stato di eccitazione iperattiva, quasi come la "sindrome del tramonto" per chi soffre di Halzeimer, il corpo, all'imbrunire, diventa irrequieto. Le gambe non hanno pace e iniziano a vagare a vuoto in giro per casa. Di uscire non se ne parla, camminare senza luce lo blocca. 

"Non è che non mi fidi della dottoressa, anzi mi ci sono aggrappato con tutto me stesso, è l'unica persona che sento vicina in questo momento, il fatto è che non mi fido di me."

Per arrivare alla guarigione, la dottoressa propone a Sergio delle sedute di ipnosi, volte a tirar fuori le paure più nascoste e radicate. La paura di Sergio è quella di essere vulnerabile, di lasciarsi andare troppo e farsi male. Ma le sedute cominciano a portare i loro frutti, dopo dieci mesi Sergio ha sempre qualche difficoltà a dormire, ma adesso riesce a gestire la rabbia, affrontando in modo adeguato anche le situazioni più brutte. È cambiato il modo di pensare e vedere le cose, sta acquisendo una nuova elasticità mentale, tornando ad essere la persona vera di un tempo. Le emozioni sono quelle più difficile da gestire, lo lasciano sempre impreparato, ma piano piano riuscirà anche in quello.
In oltre un anno di psicoterapia e ipnosi, lo scoglio più duro da oltrepassare è quello del lavoro. La situazione è pesante, Sergio viene trattato quasi come un incapace. Per ogni nuovo lavoro che gli viene assegnato, non gli viene permesso di portarlo a termine se non accompagnato da un "tutore" che lo farà al suo posto. La frustrazione è palese, aumentata anche da certi "riguardi" presi dall'azienda, quelli di emarginarlo dalla convivialità e socializzazione per aiutarlo a guarire. Ma non è facendo emarginando una persona che vuole uscire dalla depressione che la si aiuta. Anzi l'azienda lo sta pian piano emarginando per poi licenziarlo. Ma Sergio è forte e pronto, dopo la salita, a vivere in discesa. La dottoressa lo ha trovato bene, pronto per la nuova vita in piena luce. Sergio è pronto anche a rimettersi in gioco nel mondo del mondo del lavoro. Sa che durante la sua vita continueranno ad esserci giornate cupe e tristi, sa anche che non dipenderanno più dalla depressione, ma semplicemente dagli alti e bassi che la vita pone ad ognuno di noi.
Il buio è finito, e mai più tornerà.  

Con la delicatezza di un poeta Sergio Costa si mette di nuovo a nudo con la speranza di poter aiutare chi sta vivendo un momento di difficoltà. Il suo messaggio, anche se non urlato, è forte e chiaro: dalla depressione si può guarire, ma solo se lo si vuole veramente e se si accetta il fatto che per uscirne serve aiuto. Non solo da parte di chi ci ama, ma anche di un professionista preparato e con una forte umanità.
Grazie Sergio per averci raccontato il tuo delicato percorso e per averci reso partecipi anche delle tue esilaranti avventure giovanili.
Consiglio questo libro a chi ha voglia di sapere cosa significa vivere nel limbo oscuro della depressione e a chi sta vivendo un momento di disagio. Le parole semplici ed efficaci dell'autore vi saranno d'aiuto.
Buona lettura,
Tania C.

Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...