mercoledì 19 febbraio 2020

Recensione di LA FIGLIA DEL PECCATO di Emily Gunnis - Ed. GARZANTI -




LA FIGLIA DEL PECCATO

Emily Gunnis
Ed. Garzanti 
Uscita 20 febbraio 2020
Collana Narratori Moderni
Traduzione Valdré E.
Pag. 348
€ 18.60
Cartonato
Ebook disponibile

CONOSCIAMO L'AUTRICE


Emily Gunnis - foto dal web -


Emily Gunnis è una nuova autrice che vive nell'East Sussex, a Bringhton con le figlie e il marito. Conseguita la laurea, ha lavorato come sceneggiatrice per la tv.
La figlia del peccato è il suo romanzo d'esordio edito da Garzanti il 20 febbraio 2020.



TRAMA

1956. La notte è calata sul convento di Saint Margaret  avvolto dal buio e dal silenzio. Col buio a favore, Ivy si aggira furtiva per i corridoi. Desidera fortemente  trovare una via di fuga dalla prigione che le ha tolto il suo unico figlio senza darle nemmeno il tempo di abbracciarlo. Non ha più possibilità di salvarsi, ma forse può ancora aiutare Elvira, l’unica bambina cresciuta tra le mura del convento. La piccola, da poco venuta a conoscenza di avere una sorella gemella  vuole raggiungerla a tutti i costi. Ma tentare una fuga dal Saint Margaret sembra impossibile. Il convento ha il vanto  di essere una casa di accoglienza per ragazze madri che qui trovano un rifugio sicuro per dare alla luce bambini destinati all’adozione. La realtà invece nasconde l'oscura natura del convento: è infatti una fortezza, scrigno di loschi segreti. Una prigione in cui centinaia di giovani donne sono private degli affetti e della libertà, vittime di atrocità destinate da essere tenute nascoste al mondo esterno.  Sessanta lunghi anni sono passati e tutta la verità sul Saint Margaret è racchiusa in una lettera di Ivy. Solo un foglio con qualche riga scritta con una grafia tremante, che Samantha, madre single e giornalista in cerca di uno scoop, rinviene per caso nel vecchio armadio della nonna. Leggendo, si rende conto di aver scoperto quello che desiderava da tempo: una storia che ha bisogno di essere raccontata e deve essere lei a farlo. È come se fosse stata la lettera a trovarla e le chiedesse di andare fino in fondo perché l'indagine potrebbe rivelarle particolari sconosciuti del proprio passato.  Samantha ha le ore contate. Il convento sta per essere abbattuto e la verità rischia di restare sepolta sotto le macerie.

Emily Gunnis confeziona un esordio perfetto, ricco di colpi di scena e suspense, che ha conquistato pubblico e critica, balzando in cima alle classifiche e dando il via a un passaparola straordinario. Basato su fatti realmente accaduti in Irlanda tra il diciottesimo e il ventesimo secolo, La figlia del peccato è un romanzo intenso e coinvolgente che ci parla dei sacrifici che una madre è disposta a fare pur di proteggere il proprio figlio e garantirgli una vita migliore.


IMPRESSIONI

Oggi, 20 febbraio 2020, esce in tutte le librerie italiane, La figlia del peccato, romanzo d'esordio di Emily Gunnis. Ho avuto il piacere di leggerlo in anteprima grazie al gentile omaggio in  versione ebook di Garzanti che ringrazio per la possibilità accordatami. 
Il romanzo è ispirato a fatti realmente accaduti in Irlanda  e nel Regno Unito sul finire del 1800, che ben si prestano ad una trama ricca di suspense e mistero,  sapientemente raccontata dalla fervida fantasia dell'autrice.

<<Una madre non può dimenticare la sua bambina più di quanto una bambina non possa dimenticare sua madre.>>

Ivy è una ragazza madre che, come molte altri giovani donne, ha trovato tra le mura del convento Saint Margaret, un rifugio sicuro per poter dare alla luce il figlio che porta in grembo. Ma il convento, dietro all'austera facciata di protezione cela terribili segreti. Subito dopo il parto, i bambini vengono strappati alle madri per essere dati in adozione. Così è successo anche ad Ivy,  le strappato dall'anima la sua unica creatura, rischiando di farle perdere la forza per andare avanti, per rimanere a galla. 
In mezzo al dolore e alla prigionia forzata, Ivy ritrova la forza per lottare e sperare in un futuro di libertà grazie ad Elvira, una bambina del collegio non ancora adottata. La donna, venuta a conoscenza che la piccola ha una gemella,  scrive una lettera alla bambina raccontandole che ha una gemella di nome Kitty e spronandola a scappare dal convento per cercarla dalla famiglia che l'ha adottata. Per agevolare la fuga, le dona la chiave che servirà per condurla al cimitero del convento. Una volta arrivata li, la piccola potrà finalmente essere libera  e la domenica avrebbe potuto finalmente vedere la sorella che avrebbe partecipato alla Santa Messa proprio nella cappella adiacente al cimitero del convento. Ma adesso deve correre e nascondersi, senza mai voltarsi indietro.
Quanto ad Ivy, persa ogni speranza di ritrovare la libertà fuori da quella prigione, avrebbe usato le sue ali per un volo che l'avrebbe condotta verso una libertà che alternativa e dopo essersi assicurata che Elvira avesse ricevuto la lettera con la chiave, saltò...

Già da queste poche pagine il romanzo si fa coinvolgente. Il velo del mistero avvolge il lettore irradiandolo con la polvere magica della curiosità. Addentrarsi nelle pagine e nei segreti del Saint Margaret viene naturale, quasi come fosse una missione andare a fondo alla storia. Riportare la luce nelle tenebre del convento, esorcizzarlo dalle atrocità commesse segretamente, al riparo della falsa facciata protettiva di quelle mura.

<<Che cosa può esserci di tanto brutto nella vita," avrebbero detto, "perché qualcuno faccia una cosa simile a se stesso? Terribile, tragica."

Dal giorno della fuga di Elvira e del folle volo di Ivy sono passati tantissimi anni. Lunghi, intensi. Alti e bassi, gioie e dolori. Kitty è una donna affermata nel mondo dello spettacolo, ormai vicina al declino, pronta per essere rimpiazzata da una nuova "Kitty" più giovane e fresca. E   a nulla servono i riflettori puntati sulla sua celebrità, la compiacenza della giovane e impeccabile assistente: il suo tempo sembra essere arrivato al traguardo. 
Basterebbe un salto di trenta metri: dai Roof Gardens sarebbe planata su Kensington High Street lasciando gli involontari spettatori a domandarsi il perché senza risposta di quel gesto tragico. 

<<Amore mio,
sono spaventata per non aver ricevuto tue notizie. Tutti i miei timori hanno trovato conferma. Sono incinta di tre mesi. È troppo tardi per fare qualsiasi cosa; è volontà di Dio che avremo un bambino.>>

Mentre Kitty cerca di fare il punto della situazione sulla sua vita, nell'appartamento di "nana", Sam rinviene una lettera ingiallita dal tempo, scritta su carta sottile dalla mano tremante di una donna al suo amante, rivelandogli di essere incinta e spaventata. 
Per quale motivo il nonno ormai defunto di Sam possedeva quella lettera?
L'unica spiegazione plausibile fornita dalla nonna è che il marito, essendo stato commerciante di mobili antichi, abbia trovato al loro interno quella lettera  che riporta la firma di Ivy. Chissà se ne esistevano altre? 
Ivy era davvero disperata, i genitori volevano rinchiuderla in un luogo chiamato St. Margaret, un convento per ragazze madri. Li avrebbe partorito e il bambino sarebbe andato in adozione, la richiesta di aiuto della donna al padre del bambino era una supplica, quella di sposarla. 
Mentre Samantha continua a lambiccarsi il cervello e ad interrogare la nonna sulla possibile relazione tra il nonno e la lettera, mille pensieri, nuovi scenari e labirintiche trame prendono vita nella mia mente di lettrice, ormai rapita dal mistero di Ivy e Sam. 
La nonna, facendo leva sull'attività di antiquario del marito, sembra non dar peso alla lettera, facendo quasi sentire in colpa Sam per la sua curiosità.
Testarda e guidata da un richiamo viscerale, la ragazza non si da per vinta, vuole saperne di più e comincia a fare le sue prime indagini su Google: 

<<Istituto per l'infanzia Saint Margaret, Sussex>>

Le ricerche le mostrano l'immagine di un convento per madri nubili, in stile gotico-vittoriano, con due suore sullo sfondo bucolico.
La storia del St. Margaret rivela una scoperta che la  traumatizza non poco: prima che entrasse in vigore la fecondazione in vitro e prima che il convento chiudesse, molte coppie erano disposte a pagare lautamente un neonato, strappato con la forza alla madre naturale la quale, spesso, non aveva intenzione di cederlo. Per questo motivo molte donne, dopo aver visto strapparsi dalle braccia il loro bambino, venivano brutalmente torturate.  Per i bambini che non erano ancora stati venduti, si prospettava un futuro di violenza e torture atroci. Leggendo la lettera di Ivy e la testimonianza di altre sfortunate mamme, si rende conto che, se  prima del 1960 le fosse capitato di rimanere incinta senza essere sposata, la famiglia e la società del tempo le avrebbero imposto il confino forzato e la separazione dalla creatura che portava in grembo. E quella sarebbe stata la sua unica possibilità per salvarsi: finire imprigionata in un convento senza possibilità di avere una vita normale, esposta a torture e sevizie. Per fortuna i tempi sono cambiati e la piccola Emma vive con lei e la nonna senza che nessuno si scandalizzi di una giovane  madre nubile.
Mentre le ricerche vanno avanti, un articolo continua a riproporsi ai suoi occhi quasi in loop. Vinta dall'insistenza, decide di aprirlo. L'articolo datato una settimana prima, riporta la cronaca del ritrovamento dei resti di un prete scomparso. Il rinvenimento delle spoglie di Padre Benjamin è avvenuto nel cantiere del convento  Saint Margaret, dentro alla residenza. Il convento verrà presto demolito per lasciare spazio alla costruzione di strutture moderne e di lusso.
Qui il mistero si palesa in tutta la sua oscurità: Ivy, nella sua lettera racconta di Padre Benjamin. Il prete avrebbe dovuto decidere del suo futuro tra le mura di quel convento, per questo nella lettera implorava il suo amore di sposarla. Non voleva entrare e restare in quel luogo spaventoso per sempre senza il piccolo e senza di lui.

Come nei thriller dei grandi maestri, l'autrice ha saputo miscelare la dolcezza di Sam nell'entrare in empatia con Ivy e la suspense fredda del ritrovamento del prete, creando un effetto collante che mi ha spinta a proseguire la lettura senza interromperla, fino alla fine, proprio come Samantha con le sue indagini.

Sam è una giornalista, il suo sogno è quello di trovare uno scoop importante, quello che la incoroni tra i più importanti giornalisti delle migliori testate. Ma sente che in quella lettera e nel ritrovamento di Padre Benjamin non c'è solo un mistero da risolvere, ma qualcosa di più profondo che la spinge ad andare avanti, servendosi di tutti i mezzi a disposizione per portare alla luce la verità. Non si spiega il perché, ma dentro di lei sa che deve farlo, non solo per il suo scoop.
Il prete scompare misteriosamente nel 2000 ed i resti sono sono altrettanto misteriosamente tornati alla luce nel 2016, all'interno di quel convento, anche se l'autopsia è fin troppo chiara: morte accidentale.
Scavando a fondo nel rinvenimento del cadavere e sulla conseguente istruttoria, Sam si imbatte in un nome importante: Kitty Cannon, conduttrice del Talk show che si occupa della storia e parte in causa nell'istruttoria sulla morte di padre Benjamin. Pare che la Cannon abbia abbandonato l'istruttoria prima del verdetto. Perché? 
Se fosse riuscita a contattarla e ad ottenere un'intervista le si sarebbe aperto l'Olimpo del giornalismo, non avrebbero più ostacolato il suo avanzamento di carriera e finalmente la stabilità economica di cui lei ed Emma hanno disperato bisogno. Non possono più continuare a vivere nella casa della nonna, per quanto le volessero bene.
Avrebbe iniziato a scavare nella vita di Kitty Cannon e nelle viscere del convento.

Durante le indagini, i capitoli si alternano tra passato e presente, il racconto di Ivy, la scoperta di essere incinta, la vergogna gettata sulla famiglia e il bisogno di allontanarla in fretta, senza che nessuno sapesse nulla, il terrore di Sam nell'apprendere le angherie subite dalle puerpere e dalle loro creature e Kitty, alle prese col ricordo di della gemella ritrovata e perduta. Quella sorella che alla nascita suor Carlin strappò da lei perché avendo sofferto durante il parto  aveva bisogno di cure. Una bambina uguale a lei ma sfortunata. Turbolenta l'avevano definita, pericolosa: aveva tentato di fare del male al fratellino, figlio naturale della coppia che l'aveva adottata e, per quel motivo, fu rispedita al mittente del St. Margaret come un pacco non richiesto. La sorella che aveva ritrovato in quel cimitero adiacente il convento. E adesso non sapeva se realmente fosse morta come le era stato riferito o ancora fosse viva. In un alternarsi di paure della Kitty del passato e del presente   le indagini di Sam vanno avanti. Con uno stratagemma riesce ad entrare nel convento con la guida del custode che ha corrotto con un paio di drink. Tra quelle mura lugubri e intrise del dolore delle povere madri e dei loro bambini, Sam scova una specie di strozzatoio  con una bara rimediata alla meglio, incastonato nel pavimento dell'ufficio di una suora. Sembrava un piccolo loculo per torturare i bambini o per custodire quella piccola bara. L'orrore provato dalla descrizione scaturisce dal pathos col quale la Gunnis ha plasmato la scena. Raccapricciante, ma struggente, quasi il punto di non ritorno per il lettore: se la storia non ha ancora coinvolto, forse è meglio lasciare ma nel caso in cui la curiosità è al culmine, non resta che andare avanti, dal momento che la macabra scoperta conduce ad un nuovo nome: suor Carlin. Chissà se ancora è viva questa suora? 
Non le resta che chiederlo  al custode,  incuriosito da quella strana ragazza che sta indagando sulle proprie origini. 
Per quanto ne sa il ragazzo, madre Carlin è morta ma, se fosse viva, potrebbe trovarsi in una casa di riposo poco distante. A Sam non resta che andare a cercarla per saperne di più, non prima di aver sondato il terreno con il servizio stampa di Kitty Cannon al riguardo dell'abbandono dell'istruttoria su Padre Benjamin.

A questo punto la mia fantasia ha iniziato a volare, catapultandomi in un vecchio cinema d'essai inizio anni '80, su una scomoda poltrona di legno, l'orangina stretta in mano e il fumo denso che invade la sala. 
Una piccola Shirley Temple nel doppio ruolo di Kitty-Elvira bambina, Judy Garland nel ruolo di Ivy, la dolce Sandra Dee nei panni dell'intraprendente Sam e Marlene Dietrich nei panni di madre Carlin. Un cast importante nato da un folle trailer sfuggito al controllo della fantasia ma dettato dal coinvolgente intreccio della trama, frutto della genialità dell'autrice.

<<Sta attenta, bambina Satana si traveste da angelo della luce.>>

La caparbietà di Sam che la porta a scoprire che madre Carlin è deceduta, la spinge ugualmente a far visita alla casa di riposo. Forse avrebbe scoperto qualcosa di interessante, servendosi dello stratagemma di importanti documenti da consegnare a madre Carlin. Una delle infermiere della casa, Gemma, dopo averla ascoltata le fa presente che anche se madre Carlin è deceduta, può scrivere a Suor Mary Francis, sua consorella e amica, ricoverata in quella struttura. La suora è molto anziana e cagionevole, ma a tempo debito  avrebbe letto tutta la storia e l'avrebbe contattata per aiutarla. In quel momento, però non era proprio possibile. 

Secondo voi Sam cede all'alt di Gemma?

Nemmeno la  Gunnis sembra avere indole remissiva, infatti permette a Sam, dopo aver raggirato la povera infermiera, di intrufolarsi nella stanza di suor Mary Francis. Sul principio recidiva e quasi apatica, suor Mary Francis sembra riprendersi quando Sam, incalzante, le racconta del rinvenimento della bara nell'ufficio di suor Carlin e del legame con Kitty Cannon. La suora cerca di sviare il discorso facendo ricadere la "colpa" sul padre di Kitty, donnaiolo incallito dalla dubbia moraltà, spiegando che è a perfetta conoscenza di tutti i pettegolezzi che girano sull'operato del convento e su madre Carlin. Instilla pure un dubbio nella mente di Sam raccontandole che la notte in cui la suora è venuta a mancare, lei l'ha sentita gridare ma nessuno l'ha aiutata. 
Poi non una parola in più dalla bocca di suor Mary.
A questo punto Sam sente che deve trovare ad ogni costo altre lettere di Ivy e la nonna è l'unica in grado di aiutarla. Le dispiace mentirle, ma la ricerca della verità per lei è troppo importante. E di lettere la nonna ne troverà altre, commoventi e tragiche. Ma perché nana si è presa così a cuore il fatto che lei stia indagando proprio su quelle lettere e sul St. Margaret, cosa nasconde?
La determinazione non ferma Sam, nemmeno quando Kitty viene a sapere che una giornalista di nome Samantha vuole intervistarla sull'istruttoria su padre Benjamin e scopre che la direzione giornalistica non è a conoscenza dei piani di Sam. 
Non può mollare, ci sono troppi misteri da svelare, la nonna che scopre essere stata adottata, la misteriosa donna che parlò al funerale di padre Benjamin e la morte della perfida suor Carlin, cardiopatica, deceduta per un attacco cardiaco causato dall'ingestione di un pezzo di tortino all'hashish e acido finito nella sua camera. 
Poi c'è Elvira. È morta veramente? Cosa nasconde Kitty riguardo alla sorella? Deve sbrigarsi, il convento sta per essere demolito, ma un incendio...

Più si va avanti, più la storia intricata, strutturata in salti temporali legati dal sottile fil rouge dei comuni ricordi dei protagonisti, mi rimanda ad una Matrioska. La tipica bambolina dell'est Europa che nasconde al suo interno tante altre bamboline, sino ad arrivare al cuore che di solito è una minuscola bambolina che non ne contiene altre, come la verità che si cela dietro a misteri inglobati in altri misteri ad incastro, tutti da scoprire per passare al prossimo ed arrivare alla soluzione.
Emily Gunnis, tessendo le trame labirintiche di questo enigma è stata capace di tenere viva la curiosità di chi legge, senza mai cadere nel retorico o annoiare con l'alternarsi delle vari personaggi.
La suspense accompagna fino alla fine, che lascerà stupito anche il lettore più esigente e il più acuto dei Poirot.
Un mistero tutto da scoprire senza mai dare nulla per scontato perché nulla è come sembra. E Sam lo scoprirà, con voi, alla fine.
Le pagine scorrono veloci, sono tante ma piacevolmente scorrevoli che vi ritroverete ai ringraziamenti finali in poco tempo.
Una lettura che consiglio non solo a chi ama il genere thriller ma anche a chi piace il mistery e gli intrighi ''famigliari''. Una storia che ben si presterebbe per una nuova serie tv...
Un romanzo che merita di essere letto e di far conoscere Emily Gunnis, nuova voce della narrativa straniera da seguire attentamente con la speranza che pubblichi presto altre storie avvincenti.
Sperando di avervi incuriosito, vi consiglio di correre in libreria per conoscere gli sviluppi del mistero del St. Margaret.
Buona lettura,

Tania C.



               



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