Visualizzazione post con etichetta #storiaitaliana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #storiaitaliana. Mostra tutti i post

giovedì 16 settembre 2021

Recensione LE VITE DI PRIMA di Daniela Galeazzi e Giuseppina Minchella - Ed. KAPPA VU Editore -

 






LE VITE DI PRIMA

( La vera storia di Giovanna la Turca )

Daniela Galeazzi

Giuseppina Minchella

Ed. KAPPA VU Editore

Genere Narrativa

Formato Brossura

Pag. 248

€ 17

Link per l'acquisto https://shop.kappavu.it/prodotto/le-vite-di-prima/


CONOSCIAMO LE AUTRICI

Pur intraprendendo percorsi differenti, Daniela Galeazzi e Giuseppina Minchella hanno scoperto quanto sia piacevole scrivere insieme, accomunate da una forte amicizia e dall'affinità letteraria.

Da questo sodalizio, nel 2015  nacque L'abiura, edito da Kappa Vu, che narra le vicende di un soldato olandese attraverso l'Europa del Seicento.


TRAMA

La vita di Giovanna la Turca narra la vera storia di una bambina che appena a sei anni venne catturata dalla nave del padre durante una scorribanda corsara.

Da quel giorno, per tutti, Giovanna diventa la turca Avagadun, concubina dell'harem del gran visir.

Nel racconto della sua vita viene messo in evidenza il suo lungo e continuo peregrinare da Istanbul a Cefalonia, a Corfù, a Zante, a Venezia e infine a Roma.

In parallelo prendono vita anche le storie di tante persone che ci mostrano uno spaccato realistico della vita nella seconda metà del Seicento..


IMPRESSIONI


<< La protagonista di questo romanzo è realmente esistita. La narrazione trae ispirazione da una storia conservata nelle carte processuali del Sant'Ufficio di Venezia e di Roma. >> 

Un po' di tempo fa Le vite di prima mi arrivò in un bel pacco da parte di Giuliano di Kappa Vu Edizioni.

La mia attenzione venne subito attirata dalla preziosa copertina che raffigura uno splendido stucco dell'architettura moresca. La trama poi mi rapì del tutto.

Divorai le pagine con la vorace curiosità di chi conosce i luoghi descritti ed è alla ricerca di nuovi aneddoti e storie.

<< Sono la figlia di un grande corsaro di Livorno. Avevo solo cinque anni quando per un capriccio del caso è morta mia madre e sei quando è morto mio padre. Quel giorno ero con lui sulla sua nave e siamo finiti, io e due dei miei fratelli, nelle mani dei turchi. >>

Giovanna la Turca era una bambina dalla bellezza esotica, nata e vissuta a Livorno, verso la seconda metà del Seicento.

Fino all'età di sei anni Giovanna crebbe libera, amata dalla famiglia e adorata dal padre che spesso la porta con sé durante i suoi lunghi viaggi col suo veliero.

Il padre di Giovanna era un corsaro, all'ordine del giorno, durante le lunghe navigazioni si trovava a dover combattere per difendere il suo veliero e l'equipaggio da feroci attacchi  dei pirati.

Proprio durante una di queste violente scorribande Giovanna, che aveva solo sei anni, venne rapita dai pirati turchi e il padre venne brutalmente ucciso mentre uno dei due fratelli, quello maggiore, riuscì a salvarsi e, nel tempo, a diventare un potente corsaro.

La bambina si ritrovò lontana da casa, a vivere sul veliero del suo rapitore crescendo selvaggia e ardita, forgiata dal salmastro delle onde che la circondavano e iniziata alla pirateria.  

<< Quando arriva il tuo momento, non lasciartelo     scappare. >> 

Proverbio turco.

Col passare del tempo la sofferenza per la morte del padre e il distacco dalla terra natia si affievolirono e Giovanna  si ritrovò venduta al visir di Istanbul che non aveva ancora dieci anni, rinominata Avagadun. 

Il visir morì presto, data l'avanzata età per l'epoca,  e la bambina divenne proprietà del figlio, il pascià, il quale non appena seppe che la piccola diventò donna, varcò la linea di confine tra infanzia e pubertà, derubandola dell'innocenza che i bambini dovrebbero preservare sino all'età adulta.

La vita nell'harem scorreva placida, fuori dal tempo e dal mondo. Giornate tutte uguali si susseguirono scandite da quel tempo che sembrava non passare mai. 

Il giorno in cui Avagadun venne scelta dal pascià come sua favorita, ottenne il rispetto di tutte le altre donne dell'harem che si prodigarono a darle consigli per affrontare le volontà del pascià. Non avrebbe dovuto essere ritrosa, anzi avrebbe dovuto fare di tutto per compiacerne la virilità leggendaria. In cambio avrebbe potuto ottenere molti favori, denaro e addirittura un buon matrimonio con un funzionario di palazzo. E per una ''schiava'' era un buon compromesso.

Pur conoscendo bene la realtà dei paesi mediorientali, non ho potuto far a meno di rabbrividire per la sorte della piccola Giovanna, strappata agli affetti della famiglia, alla sua terra, costretta a vivere come un pirata e poi venduta come una bestia al miglior offerente, sballottata da una nazione all'altra, come un pacco scomodo.

È aberrante anche solo lontanamente pensare a quanto poco valesse, e poco continua a valere, la vita di una donna in alcuni paesi del mondo. 

La sfortuna di nascere femmina in certi paesi, ha segnato da sempre e per sempre la vita delle bambine, cresciute senza cultura, senza amore e spesso senza identità. 

Il corpo come involucro, uno scudo da vendere al miglior offerente per un pezzo di pane o per aver salva la vita.

La sopravvivenza diventa una lotta estrema, ogni piccola conquista è un tesoro da custodire gelosamente, lontano da occhi prepotenti e cattivi, occhi che spesso erano incastonati in volti familiari, che avrebbero dovuto dare protezione ad una bambina.

<< Prima Giovanna, poi Avagadum, poi Maria. Nella mia vita ho cambiato più nomi che scarpe. Ti chiamano e neanche ti giri, pensi a come ti chiamavano tua madre, tuo padre, i tuoi fratelli e ti viene da piangere. Vorresti gridarlo a tutti che tu sei un'altra. Ti strappano la vita. >>

Giovanna diventò adulta peregrinando prima come schiava in Turchia, poi in Grecia e di nuovo in Italia,  ma mai veramente libera. 

Tornata in Italia, pensò di aver finalmente trovato la pace e l'amore tra le braccia di un nobile veneziano che le promise di sposarla.  

Ed era tutto già pronto. 

Era bellissima col suo abito elegante, la sua figura mediterranea piena e prorompente, pronta a giurare fedeltà e rispetto al futuro marito.

Ma come in tutte le storie che si rispettano, la ''matrigna'' cattiva tramava alle spalle e Giovanna si ritrovò per l'ennesima volta venduta alla ''legge'', perché le sue origini avrebbero infangato il buon nome della nobile famiglia veneziana.

Giovanna, col suo carattere forte, la sua caparbietà e il suo spirito corsaro, riuscì a superare i giorni più crudeli della schiavitù, della povertà e della fame, la prigionia, il disprezzo della gente e le umiliazioni, ma nonostante tutto e anche se tutto aveva un alto prezzo da pagare, riuscì a trovare anche l'amore, l'amicizia, protezione e uno spiraglio di libertà, a costo di sporcarsi le mani...

Il romanzo è narrato in prima persona dalla voce di Giovanna; ho scelto di mantenere il suo nome, se pur con l'amaro in bocca, per non insabbiare le sue origini italiane e la sua essenza più pura. 

La donna, ormai non più giovane e senza più nulla da perdere, si racconta, quasi come una confessione, senza tabù, senza risparmiarsi, in un crescendo di emozioni contrastanti ma sincere, tirando fuori tutto il marcio, ma anche il buono del suo lungo percorso burrascoso.

Mette in tavola tutto ciò che ha sempre avuto e che nessuno le ha potuto togliere, sé stessa col suo bagaglio ingombrante di esperienze, senza giustificare troppo il suo vissuto e, credetemi, in certi situazioni, giustificare le proprie scelte non  serve!

Lo stile delle autrici è semplice, forte ma scorrevole senza mai essere volgare, nemmeno nelle scene più crude.

Trascina il lettore nella storia, quasi come in una fiaba de Le Mille e una notte, anche se la realtà  descritta è  molto diversa, incollandolo alla poltrona fino alla fine, che lascerà di stucco, ben lungi dai  pronostici fatti durante la lettura.

Se poi si pensa che Giovanna è realmente vissuta ed ha subito veramente tutte quelle disavventure, la lettura diventa ancora più interessante.

Di questo romanzo ho apprezzato ogni pagina, ogni sentimento e ogni profumo, anche quello più sgradevole. Ho trovato molti spunti su cui riflettere, tra tutti uno che mi sta a cuore: la donna soggiogata dal delirio di possessione dell'uomo. 

Questa storia, se pur molto antica, è sempre di attualità, partendo dai fatti di cronaca dell'Afghanistan per arrivare al perpetuo femminicidio che da mesi ci sta attanagliando.

La speranza è quella che le battaglie condotte da tutte le Giovanna del mondo non siano state vane, ma possano servire da spunto per trovare la voce e la forza di reagire e di mettere la parola fine alla schiavitù fisica e morale.

Una lettura interessante e piacevole che consiglio non solo a chi ama la storia, ma anche a chi vuol conoscere la realtà della Turchia ai tempi dei pascià. Un paese e una realtà che nulla avevano a che vedere con le fiction stucchevoli col ''bellone'' tanto di moda.

Buona lettura,

Tania C.








sabato 7 novembre 2020

Recensione: ALCUNE COSE E POI QUASI UN ANNO di Ugo Balbo - Ed AltroMondo Editore -

 




ALCUNE COSE E POI QUASI UN ANNO


Ugo Balbo

Edizioni AltroMondo editore

Luglio 2020

Pag. 128

Copertina flessibile 

€ 12,00


CONOSCIAMO L'AUTORE

UGO BALBO - foto dal web -

Ugo Balbo, classe 1935, è nato a Fiume ma vissuto a Padova sino al conseguimento della laurea in Ingegneria, assentandosi due anni durante la guerra. Il lavoro lo vede spostarsi per il mondo, tra Pallanza e Milano, da Roma a Bangkok e da Tripoli in Nigeria, a Lagos.

Finalmente in pensione, mette tutto il suo impegno nella pittura creativa, utilizzando particolari tecniche con prodotti naturali come sabbia, graniglia colorata e resine.


TRAMA

Sul finire del 2019 sino all'inizio del 2020, ogni giorno, ho cominciato a raccogliere tutte le vicende più importanti, strampalate e stupite pubblicate sui siti di Repubblica, Corriere della sera, New York Times.

Durante la raccolta la raccolta mi è tornata alla mente una frase di mia madre: l'ho trascritta e da quel momento ho continuato a registrare tutto quello che mi tornasse in mente.

Un interessante esperimento di flusso di coscienza.


IMPRESSIONI


Questo libricino mi è stato gentilmente offerto in una bellissima ed accurata edizione cartacea dalla cara Alice di AltroMondo Editore. 

Testo maneggevole e leggero, sulla cui copertina flessibile è raffigurato un bellissimo dipinto dell'autore, che ho personalmente percepito come un racconto dentro ad un racconto.

I caratteri usati sono grandi e permettono una lettura scorrevole e veloce grazie anche al bianco riposante della carta usata. 

Il titolo, molto esplicativo, si adatta perfettamente a questo concentrato di storia antica e attuale.

<< Tu spalmi il burro su una fetta di pane e questa cade appiccicando il burro al pavimento: è colpa tua perché hai messo il burro dalla parte sbagliata.>>


Il testo si apre inizialmente come una raccolta di ricordi personali dell'autore, una sorta di diario della sua vita raccontata attraverso ricordi di avvenimenti familiari e storici per poi continuare con la cronaca giornaliera dei fatti accaduti in Italia e nel mondo dal 25 aprile 2019 sino al 12  febbraio 2020. 

L'autore ha pazientemente raccolto, giorno per giorno, titoli, trafiletti e sunti di articoli pubblicati nell'arco di un anno sulle principali testate on line di quotidiani nazionali ed internazionali come Repubblica, Corriere della sera e New York Times.

<< 5 luglio 2019 - Di Maio contro la Coca Cola: "Nei distributori a scuola ci sia succo d'arancia.>>

A raccolta completata ne è uscito fuori un testo che potrei definire poliedrico vista la versatilità di lettura cui si presta. Quasi come fosse ''un'antologia delle cose perdute''.

Si può leggere, seguendo la cronologia dei giorni, come un diario, scandito da avvenimenti di cronaca, gossip e politica a livello mondiale o come un romanzo grazie alla completezza dei suoi contenuti che spaziano dal noir al giallo, dall'horror al rosa e dal saggio al tragicomico legato anche ad un sottilissimo filo ironico.

<< 2 Dicembre 2019. Clima già superati i nove punti di non ritorno. L'Oxfam: provoca uno sfollato ogni due secondi.>>

Di questo libro ho apprezzato la scorrevolezza e l'omogeneità degli avvenimenti raccolti. L'autore ha saputo mettere insieme, senza creare attriti, il ''sarco&profano", il  "serio&faceto", il "bianco&nero", catturando l'attenzione senza annoiare il lettore e senza  cadute di stile che renderebbero la sua opera una semplice cronologia giornalistica. Insomma un libro geniale.

<< 24 gennaio 2020. La Cina sta costruendo un ospedale ad hoc per il coronavirus: sarà pronto in 10 giorni. >>

Un libro che si legge veramente in un'ora e che consiglio a tutti ma in particolar modo a chi cerca una ''chicca'' sul modello nostalgico  "dell'amarcord". Adatto a chi ama la storia, a chi ama scambiare e discutere le proprie letture con altri lettori, anche i più esigenti. 
Un perfetto regalo di Natale per chi ama lo stile ''noi dei mitici anni...". 
Tra le pagine di questo volumetto i lettori si ritroveranno a rivivere episodi di vita mondiale dimenticati o mai conosciuti.
Questo libro può essere anche un manuale sul quale imparare a riflettere su errori e glorie dei tempi ormai passati, perché per andare avanti non bisogna dimenticare ma lavorare sugli errori commessi per correggerli e sulle vittorie per migliorare le prossime.
Ringrazio ancora Alice e AltroMondo Editore per avermi dato l'opportunità di conoscere questo libro e le opere artistiche di Ugo Balbo, che potrete ammirare sull'omonima pagina Facebook al seguente link https://www.facebook.com/Ugo-Balbo-Blog-567494996960133 

Sperando di aver toccato i giusti tasti della curiosità, vi auguro una buona domenica e buona lettura. 

Tania C.




lunedì 2 dicembre 2019

Recensione di LA MALEDIZIONE DI PIAZZA FONTANA Guido Salvini e Andrea Sceresini - Ed. Chiarelettere -



LA MALEDIZIONE DI PIAZZA FONTANA

Guido Salvini, Andrea Sceresini
Ed. Chiarelettere
Pag. 640
Brossura
Collana PRINCIPIO ATTIVO
€ 22,00


CONOSCIAMO GLI AUTORI

Andrea Sceresini . foto dal web su autorizzazione dell'autore-

Andrea Sceresini nato a Sondrio nel 1983, è un giornalista freelance. Attualmente lavora per La7. Autore di numerose inchieste e reportage di Guerra per "La Stampa", "Il foglio", "Il fato quotidiano", e "L'Espresso", ha vinto importanti premi, quali "Igor Man" e "Ivan Bonfanti" grazie alle sue corrispondenze dall'Ucraina. Per Chiarelettere, nel ha curato il libro di Vittorio Dotti "L'avvocato del diavolo"nel 2016 "Mai avere paura", storia del legionario Danilo Pagliaro. Sempre per Chiarelettere ha scritto insieme a Giuseppe Borrello e Lorenzo Giroffi "La seconda vita di Majorana", uscito nel 2016.

Guido Salvini - foto dal web -

Guido Salvini, giudice presso il Tribunale di Milano, è uno dei pochi magistrati che, per ragioni di indipendenza personale, ha deciso di non aderire a nessuna corrente organizzata dalla magistratura. Durante gli anni Novanta, in qualità di giudice istruttore, ha condotto le indagini sui disordini di destra e sulla strage di Piazza Fontana, i cui dati sono incanalati nell'ultimo processo, il terzo, riguardante la vicenda. Durante l'espletamento delle indagini è stato sottoposto a un procedimento aperto dal Csm, con la conseguenza del suo trasferimento a Milano. Curò personalmente sino allo stremo la propria difesa dalle accuse, uscendone indenne e riuscendo a dimostrarne l'infondatezza. Nel 2005, data dell'ultima archiviazione, Slavini ha continuato a procedere le sue indagini sul caso. In questo libro, La maledizione di Piazza Fontana, sono spiegati i risultati di un lavoro decennale, arricchito di rivelazioni inedite. Nel 2013 pubblica la raccolta di scritti sulla giustizia Office at night e nel 2019 il libro di riflessioni personali Domenica mattina presto, edito da Pendragon.


TRAMA

2005, giugno: gli ultimi neofascisti imputati per la strage del 12 dicembre ricevono la conferma della loro assoluzione dalla Corte di cassazione. Nel settembre 2008 il giudice Guido Salvini, autore dell'istruttoria che sfociò nell'ultimo processo sulla strage, riceve la lettera di un ex ordinovista padovano. "La prego contattarmi personalmente per novità su Piazza Fontana". Queste le parole, scritte nella lettera, furono il primo passo di una lunga e scrupolosa inchiesta privata, pubblicata per la prima volta in questo libro scritto con la collaborazione  del giornalista Andrea Sceresini. Un dettagliato atto d'accusa, senza riserve sui nomi dei terroristi neri sfuggiti alla giustizia che farà discutere, contro una parte della magistratura e delle sue responsabilità e inadempienze. In dieci anni di indagini Salvini ha ripercorso i suoi passi ascoltando nuovamente le sue vecchie fonti e trovandone di nuove. Ha smontato bugie e alibi che avevano tentato di ostacolare le accuse, raccogliendo elementi e riscontri a carico di soggetti mai presi in considerazione durante le indagini. Chi era quel giovane neofascista che in quel pomeriggio invernale sarebbe entrato in azione alla Banca nazionale dell'agricoltura? Cosa doveva raccontare la "fonte Turco"  del Sid, che i servizi segreti insabbriarono in gran fretta? Qual è la liaison tra un ex legionario morto suicida nel Sud della Francia e la morte di un ricco imprenditore padovano in Angola?
Ma soprattutto: perché i magistrati non sono stati in grado di compiere sino in fondo il loro dovere?
A più di cinquantanni  dalla strage, la vicenda più drammatica della nostro Repubblica ce la raccontano Salvini e Sceresini,  arricchendola di elementi inediti , come un grande giallo italiano. 


IMPRESSIONI

Nel 2016 ho avuto l'onore e il piacere di conoscere Andrea Sceresini, grazie ad una intervista che Chiarelettere mi aveva concesso per la recensione di un suo testo. Molto disponibile e alla mano mi ha dedicato un po' del suo tempo ascoltandomi e leggendo quello che avevo scritto. Negli anni a venire ho continuato a seguire le sue interessanti pubblicazioni, curate con uno stile semplice ed esaustivo.
Qualche giorno fa ho chiesto a Chiarelettere una copia di La maledizione di Piazza Fontana e, gentilmente, mi hanno omaggiato una copia ebook. Ringrazio quindi la Casa Editrice e Tommaso Gobbi per l'invio.
Non avevo mai avuto occasione di leggere nulla di Guido Salvini, pensando di non avere la pazienza e la capacità di comprendere spaccati di storia italiana da lui raccontati. 
Leggendo sono rimasta piacevolmente sorpresa dall'accuratezza dei particolari, dallo stile non proprio facile da seguire per chi fosse digiuno della storia trattata, ma  con un po' di pazienza, qualche domanda a chi più competente di me  e grazie alla minuziosa descrizione dei fatti accaduti dalla strage ai dieci anni di indagini, sono riuscita ad arrivarne in fondo. 
Leggendo cresceva in me la convinzione che la Storia d'Italia non è solo Impero Romano, Garibaldi, Motti Carbonari e le Grandi Guerre. Oggi dovrebbe essere materia scolastica la storia moderna, quella dagli anni di piombo ai giorni nostri. Abbiamo il diritto di conoscere ciò che è stato così come ciò sta succedendo. Un buon punto di partenza ce lo forniscono Salvini e Sceresini mettendo a nudo i fatti e i retroscena della Strage di Piazza Fontana, uno dei più grandi e gravi atti terroristici messi a segno a Milano il 12 dicembre 1969, nei pressi della Banca Nazionale dell'Agricoltura. Durante l'attentato persero la vita 17 persone e 88 rimasero ferite.

Questo non è un saggio ma una narrazione. Racconto, e solo io potevo farlo, senza rancore ma anche senza censura quello che è accaduto in quegli anni. 

Milano. 12 dicembre 1969, Ore 16.37. La mezzanotte della storia repubblicana. L’ora zero di quella che venne definita “La notte della repubblica”
Ombre nere che si allungano nel passato di una nazione uscita da una guerra civile dilaniata da contrasti mai sopiti.
Quella  di Piazza Fontana viene ancora oggi definita come la “Madre di tutte le stragi”, il primo capitolo di una storia insanguinata, scritta con il sangue delle vittime di Brescia, Bologna, Ustica, San Benedetto Val di Sambro.

È una serata livida e gelida, con la nebbia fitta che ingoia i palazzi. L'Italia scivola, dentro questa nebbia, nel periodo più buio dal dopoguerra. Tutti a Milano si addormentano chiedendosi: <<Chi è stato?>>.

Cinquant' anni di indagini, inchieste, misteri, bugie, depistaggi, intrisi di connivenze tra servizi segreti, massoneria e criminalità comune ed organizzata.
Sentenze della Corte di Cassazione ci restituiscono quella che dovrebbe essere la verità definitiva ma senza cancellare quella sensazione di dubbio che si insinua di fronte alle mille sfaccettature di una vicenda ancora oggi al centro dei dibattiti storici, politici e giudiziari.
Un libro, quelle scritto da Guido Salvini e Andrea Sceresini, che affronta una attenta disamina di mille fonti, alcune delle quali inedite anche al pubblico più attento, alcune sensazionali come i memoriali frutto delle audizioni di appartenenti all’entourage dei Servizi Segreti, da sempre al centro dell’orbite delle trame oscure.
Oscure come i personaggi che animano il mondo dell’avanguardismo di destra veneto, un cosmo che ruota attorno alle figure emblematiche dei cattivi maestri di Ordine Nuovo una delle sigle più tristemente note dell’estrema destra.

Di quello che si poteva dire è stato detto, per ora, detto tutto. Rimane la piazza.


Uno spaccato della storia recente ma al tempo stesso così lontana nelle nostre memorie, una delle pagine più dolorose, sullo sfondo della quale si dipanano, buio canovaccio intriso di sangue, tragedie quale la morte dell’anarchico Pinelli, indiziato della strage, che ebbe come teatro la Questura di Milano, evento che portò a quel processo al culmine del quale il Commissario Luigi Calabresi venne assassinato, figura tratteggiata come quella di un capro espiatorio sacrificato su un altare di convenienze e convenzioni.
La sensazione finale che se ne ricava è di un vuoto, di una grande opera incompiuta, di una verità di comodo, di facciata, che non è andata oltre l’ovvio, le evidenze.
L’ennesimo mistero che proietta le sue ombre sul passato e sul futuro di un popolo, di una nazione, avvezzi ai pochi chiari e ai mille oscuri. 

Certamente una storia oscura e forte, probabilmente non di facile comprensione per chi si approcciasse per la prima volta ai fatti, ma di sicuro è un buon punto di partenza per chi volesse conoscere o sapere di più sui fatti del 12 dicembre 1969. Io non ero ancora nata, ne ho sempre sentito parlare in sordina, tra il detto e non detto, come se una cosa accaduta nel passato fosse destinata a restare intrappolata in quel maledetto giorno. Ringrazio il mio fidanzato per avermi aiutata e sostenuta durante la lettura e la stesura della recensione. Quasi digiuna di informazioni che mi aiutassero a comprendere meglio la situazione, il suo aiuto mi è veramente prezioso.
Ringrazio Andrea Sceresini per la disponibilità che mi ha concesso anche stamattina, e ringrazio, anche se non lo conosco, Guido Salvini per aver dato all'Italia la possibilità di conoscere i retroscena della "madre delle stragi" italiane. Spero di aver colto il cuore di questa scrupolosa testimonianza, con la speranza di invogliare alla lettura tutte quelle persone che hanno voglia di sapere. 
Buona lettura, 
Tania C.





       




Recensione: BASTA UN PEZZO DI MARE di LUDOVICA DELLA BOSCA - Ed. CORBACCIO -

  AUTORE Ludovica Della Bosca Ed. Corbaccio GENERE Romanzo COLLANA Narratori Corbaccio FORMATO Brossura con alette PAG. 256 € 16,90 Ebook pr...