LA CUSTODE DEL MIELE E DELLE API
Edizioni Garzanti 2015
Euro 16,40 copertina rigida
Pag. 328
Ebook disponibile
Formato tascabile disponibile
CONOSCIAMO L’AUTRICE
Cristina Caboni e le sue api
Cristina Caboni vive,
insieme al marito e i tre figli, nella splendida cornice della natura selvaggia
e incontaminata, in provincia di Cagliari. Tra le sue occupazioni, la più
importante è l’azienda apistica di famiglia che cura con amore e passione
grazie all’aiuto dei figli; non meno importante è la passione per le rose. Il
suo giardino è un arcobaleno di profumi e colori di rose e orchidee di ogni
sorta di specie, dalle più rare alle più selvagge. Non è quindi un caso che i
suoi romanzi, altra grande passione, siano ispirati al magico mondo della
natura che la circonda e che ama. Il
Sentiero dei profumi, edito da Garzanti è il suo primo bestseller,
venduto in tutto il mondo. La custode
del miele e delle api è il suo secondo romanzo che la consacra nel
mondo degli scrittori, seguito da Il
giardino dei fiori segreti finalista al Premio Bancarella 2017,
piazzatosi al quarto posto, La
rilegatrice di storie perdute datato 2017 e La stanza della tessitrice, sua ultima fatica, uscito sempre
per Garzanti nel 2018. Cristina è una scrittrice infaticabile, capace di
regalarci sogni e speranze in ogni pagina dei suoi romanzi. Per chi volesse
conoscere meglio il mondo delle api e di Cristina, lo può fare seguendo la sua
pagina facebook: https://www.facebook.com/Cristina-Caboni-autrice-225150877677593/
TRAMA
‘’Lavanda (lavandula spp) Soave e balsamico. E’
il miele della calma, aiuta a ritrovare
l’equilibrio. Il suo profumo è di fiori ed erbe aromatiche. Una lieve nota di
incenso persiste nel pungente retrogusto che lo identifica. Il colore è avorio
purissimo, la cristallizzazione delicata.’’
Angelica
è una giovane apicoltrice che non ha mai voluto sentirsi legata alle sue
origini ne ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, complice la paura di dover
fuggire se qualcosa che potesse ferirla di nuovo. Solo in un luogo riesce a
sentirsi veramente in pace e si può ritenere a casa: tra le sue api. L’armonico
vibrare delle ali, il profumo inebriante del miele, le donano l’amore e le
coccole di cui ha bisogno. Attraverso il miele che produce, Angelica, da voce
ai suoi sentimenti e alle sue emozioni: il miele di lavanda riesce a calmare
gli animi agitati come un mare in tempesta, il miele di acacia può riuscire a
far ritrovare il sorriso. Angelica sa come trovare il miele di cui una persona
ha bisogno grazie ad un dono speciale.
Questo
dono speciale, l’amore per il mondo delle api, le è stato tramandato da
Margherita, una donna che le ha fatto da madre quando era ancora una bambina e viveva felice in una ventosa isola
in mezzo alle acque cristalline, al largo della Sardegna.
Dopo
essere stata strappata a quei luoghi, Angelica alza un muro intorno al suo
cuore e li lo rinchiude, non trovando più pace e senza volersi più fermare in
nessun luogo.
Non
ha fatto, però, i conti col destino che le offre una seconda possibilità di
ricominciare ad essere di nuovo felice nell’isola della sua spensierata
infanzia.
Sull’isola
la aspetta una eredità da gestire: una bella casa incastonata in un roseto
profumato dove sorge un albero che cela in se un segreto prezioso e il compito
che Angelica dovrà portare avanti.
Non
sarà sola a dover districarsi tra le sue paure e la voglia di ricominciare. Ad
aiutarla ci sarà l’unica persona in grado di poterlo fare: Nicola, un
misterioso uomo del passato di Angelica.
‘’
<<Non andartene, non andare via. Resta con me>> Le parole si
persero nel vento che aveva preso a soffiare, che le sollevava la gonna e
sembrava prendersi gioco di lei. E poi la barca virò, le luci si accesero e lei
si rese conto che il Maestrale stava tornando verso il pontile. Continuò a
fissarlo anche quando sentì l’ancora che scendeva. E anche dopo, quando Nicola
scese dalla scaletta e le andò incontro. E
poi lui la strinse a sé e la baciò come aveva desiderato fare dal primo
momento in cui aveva capito chi era. L’altra parte della sua anima.’’
L’unico
che , ben conoscendo le paure nascoste
nei grandi occhi della ragazza, ha la cura
giusta per dissolverle e farle ritrovare il coraggio di ricominciare a vivere
felice e spensierata, come quando era bambina, facendola sentire sentire di
nuovo, dopo tanto tempo, a casa. Su quell’isola spazzata dal vento, nella sua
casa circondata dal profumo dei fiori e dal canto delle sue api, finalmente il
suo cuore può essere davvero libero.
IMPRESSIONI
Leggere
La custode del miele e delle api dopo
il successo editoriale de Il sentiero dei
profumi fu, a quel tempo, una scelta non facile per me. Avevo appena finito
di leggere Il sentiero, ero ancora ‘’orfana’’ dei personaggi conosciuti durante
la lettura, che uscì questo nuovo romanzo di Cristina. Avendo avuto modo di
conoscerla attraverso un’intervista che le feci anni fa e, anni dopo di persona al
Premio Bancarella, dove arrivò finalista nel 2017, acquistai sicura di non
rimanere delusa, il suo nuovo romanzo. Corsi
in libreria il giorno della messa in vendita, per accaparrarmene una copia. Arrivata
a casa iniziai subito la lettura cercando, tra le pagine, la magia che Cristina
sa armonizzare sapientemente nella vita dei suoi personaggi.
La
storia si apre facendo conoscere Angelica ai lettori. Pagina dopo pagina
prendevano forma l’aspetto, il carattere e le emozioni di un personaggio
delicato. Un’anima fragile, strappata ad una infanzia libera e felice immersa
nella selvaggia natura di un’isola in mezzo al mare della Sardegna. Il brusco
distacco dal suo mondo perfetto , porta Angelica a chiudersi in se, lasciando
spazio alla paura dei ricordi e del futuro. E’ la paura che la spinge a trovare
un pizzico di serenità tra le api, quelle api che tanto amava e coccolava sin
da bambina. Così tanto da continuare a cantare per loro come faceva insieme a Margherita
durante l’infanzia nella sua isola. In ogni pagina, ricca di descrizioni di
luoghi e sentimenti, Cristina Caboni, mette in luce, oltre al carattere e alle
qualità di ogni personaggio presente, anche l’amore per la sua Sardegna e per
il suo lavoro.
Cura
ogni dettaglio, dai suoni ai profumi che sembrano sprigionarsi ad ogni girar di
pagina, apre ogni capitolo con la descrizione organolettica e strutturale dei
vari tipi di miele esistenti, soprattutto quelli prodotti in Sardegna e sembra
quasi di sentire il sapore di ogni morbida goccia tra le labbra.
Fa
dell’amore il protagonista principale della storia: l’amore in ogni sua forma.
Un amore amore verso la natura che sa stupirci coi suoi meravigliosi doni, che
siano fiori, l’acqua fresca e spumosa del mare, tramonti o profumi; l’amore
verso gli animali, Lorenzo, il grosso cane peloso e marrone di Angelica che
insieme ad una gattina, la accompagnano nella sua nuova avventura a bordo di un
improbabile camper vintage; l’amore reciproco tra donne, quello di Jaja
(Margherita) verso Angelica e la madre e quello, se pur travagliato tra
Angelica e la madre; l’amore di Lorenzo, un uomo che torna dal passato, dal
quale la donna stava fuggendo, per farle riscoprire quanto sia bello sentirsi
amati.
Ma
più di tutto l’amore verso la vita, quello che ci sprona a rimetterci in gioco,
a coltivare i nostri sogni e tramutarli in realtà per essere di nuovo felici.
Con
questo romanzo la Caboni si afferma come scrittrice, aprendo la strada a nuove
avventure e nuovi sogni che solo lei sa regalarci con la sua scrittura semplice,
descrittiva e armoniosa. L’autrice ha saputo come coinvolgere il lettore al
punto di non sapere se il romanzo abbia preso vita o sia lui stesso a farne
parte …
Può
venire facile, vista la dolce trama della storia, abbinare il romanzo al miele.
Troppo facile e scontato. Le pagine di questa ‘’creatura’’ mi riportano al
profumo del mare, al pesce appena pescato e fritto, su una terrazza immersa nel
verde a picco sul mare, una piccola tavola apparecchiata, un bicchiere di vermentino
e il vento che porta con se gli spruzzi freschi delle onde …
Buona
lettura Tania C.