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sabato 2 febbraio 2019

Recensione de LA CUSTODE DEL MIELE E DELLE API - serie Febbraio, Love is in the air -




LA CUSTODE DEL MIELE E DELLE API

Edizioni Garzanti 2015
Euro 16,40 copertina rigida
Pag. 328
Ebook disponibile
Formato tascabile disponibile




CONOSCIAMO L’AUTRICE



Cristina Caboni e le sue api




Cristina Caboni vive, insieme al marito e i tre figli, nella splendida cornice della natura selvaggia e incontaminata, in provincia di Cagliari. Tra le sue occupazioni, la più importante è l’azienda apistica di famiglia che cura con amore e passione grazie all’aiuto dei figli; non meno importante è la passione per le rose. Il suo giardino è un arcobaleno di profumi e colori di rose e orchidee di ogni sorta di specie, dalle più rare alle più selvagge. Non è quindi un caso che i suoi romanzi, altra grande passione, siano ispirati al magico mondo della natura che la circonda e che ama. Il Sentiero dei profumi, edito da Garzanti è il suo primo bestseller, venduto in tutto il mondo. La custode del miele e delle api è il suo secondo romanzo che la consacra nel mondo degli scrittori, seguito da Il giardino dei fiori segreti finalista al Premio Bancarella 2017, piazzatosi al quarto posto, La rilegatrice di storie perdute datato 2017 e La stanza della tessitrice, sua ultima fatica, uscito sempre per Garzanti nel 2018. Cristina è una scrittrice infaticabile, capace di regalarci sogni e speranze in ogni pagina dei suoi romanzi. Per chi volesse conoscere meglio il mondo delle api e di Cristina, lo può fare seguendo la sua pagina facebook:  https://www.facebook.com/Cristina-Caboni-autrice-225150877677593/



TRAMA

 ‘’Lavanda (lavandula spp) Soave e balsamico. E’ il miele della calma, aiuta  a ritrovare l’equilibrio. Il suo profumo è di fiori ed erbe aromatiche. Una lieve nota di incenso persiste nel pungente retrogusto che lo identifica. Il colore è avorio purissimo, la cristallizzazione delicata.’’

Angelica è una giovane apicoltrice che non ha mai voluto sentirsi legata alle sue origini ne ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, complice la paura di dover fuggire se qualcosa che potesse ferirla di nuovo. Solo in un luogo riesce a sentirsi veramente in pace e si può ritenere a casa: tra le sue api. L’armonico vibrare delle ali, il profumo inebriante del miele, le donano l’amore e le coccole di cui ha bisogno. Attraverso il miele che produce, Angelica, da voce ai suoi sentimenti e alle sue emozioni: il miele di lavanda riesce a calmare gli animi agitati come un mare in tempesta, il miele di acacia può riuscire a far ritrovare il sorriso. Angelica sa come trovare il miele di cui una persona ha bisogno grazie ad un dono speciale.
Questo dono speciale, l’amore per il mondo delle api, le è stato tramandato da Margherita, una donna che le ha fatto da madre quando era ancora una  bambina e viveva felice in una ventosa isola in mezzo alle acque cristalline, al largo della Sardegna.
Dopo essere stata strappata a quei luoghi, Angelica alza un muro intorno al suo cuore e li lo rinchiude, non trovando più pace e senza volersi più fermare in nessun luogo.
Non ha fatto, però, i conti col destino che le offre una seconda possibilità di ricominciare ad essere di nuovo felice nell’isola della sua spensierata infanzia.
Sull’isola la aspetta una eredità da gestire: una bella casa incastonata in un roseto profumato dove sorge un albero che cela in se un segreto prezioso e il compito che Angelica dovrà portare avanti.
Non sarà sola a dover districarsi tra le sue paure e la voglia di ricominciare. Ad aiutarla ci sarà l’unica persona in grado di poterlo fare: Nicola, un misterioso uomo del passato di Angelica.

‘’ <<Non andartene, non andare via. Resta con me>> Le parole si persero nel vento che aveva preso a soffiare, che le sollevava la gonna e sembrava prendersi gioco di lei. E poi la barca virò, le luci si accesero e lei si rese conto che il Maestrale stava tornando verso il pontile. Continuò a fissarlo anche quando sentì l’ancora che scendeva. E anche dopo, quando Nicola scese dalla scaletta e le andò incontro. E  poi lui la strinse a sé e la baciò come aveva desiderato fare dal primo momento in cui aveva capito chi era. L’altra parte della sua anima.’’

L’unico che , ben conoscendo le paure  nascoste nei grandi occhi della ragazza, ha la cura giusta per dissolverle e farle ritrovare il coraggio di ricominciare a vivere felice e spensierata, come quando era bambina, facendola sentire sentire di nuovo, dopo tanto tempo, a casa. Su quell’isola spazzata dal vento, nella sua casa circondata dal profumo dei fiori e dal canto delle sue api, finalmente il suo cuore può essere davvero libero.


IMPRESSIONI

Leggere La custode del miele e delle api dopo il successo editoriale de Il sentiero dei profumi fu, a quel tempo, una scelta non facile per me. Avevo appena finito di leggere Il sentiero, ero ancora ‘’orfana’’ dei personaggi conosciuti durante la lettura, che uscì questo nuovo romanzo di Cristina. Avendo avuto modo di conoscerla attraverso un’intervista che le feci anni fa e, anni dopo di persona al Premio Bancarella, dove arrivò finalista nel 2017, acquistai sicura di non rimanere delusa,  il suo nuovo romanzo. Corsi in libreria il giorno della messa in vendita, per accaparrarmene una copia. Arrivata a casa iniziai subito la lettura cercando, tra le pagine, la magia che Cristina sa armonizzare sapientemente nella vita dei suoi personaggi.
La storia si apre facendo conoscere Angelica ai lettori. Pagina dopo pagina prendevano forma l’aspetto, il carattere e le emozioni di un personaggio delicato. Un’anima fragile, strappata ad una infanzia libera e felice immersa nella selvaggia natura di un’isola in mezzo al mare della Sardegna. Il brusco distacco dal suo mondo perfetto , porta Angelica a chiudersi in se, lasciando spazio alla paura dei ricordi e del futuro. E’ la paura che la spinge a trovare un pizzico di serenità tra le api, quelle api che tanto amava e coccolava sin da bambina. Così tanto da continuare a cantare per loro come faceva insieme a Margherita durante l’infanzia nella sua isola. In ogni pagina, ricca di descrizioni di luoghi e sentimenti, Cristina Caboni, mette in luce, oltre al carattere e alle qualità di ogni personaggio presente, anche l’amore per la sua Sardegna e per il suo lavoro.
Cura ogni dettaglio, dai suoni ai profumi che sembrano sprigionarsi ad ogni girar di pagina, apre ogni capitolo con la descrizione organolettica e strutturale dei vari tipi di miele esistenti, soprattutto quelli prodotti in Sardegna e sembra quasi di sentire il sapore di ogni morbida goccia tra le labbra.
Fa dell’amore il protagonista principale della storia: l’amore in ogni sua forma. Un amore amore verso la natura che sa stupirci coi suoi meravigliosi doni, che siano fiori, l’acqua fresca e spumosa del mare, tramonti o profumi; l’amore verso gli animali, Lorenzo, il grosso cane peloso e marrone di Angelica che insieme ad una gattina, la accompagnano nella sua nuova avventura a bordo di un improbabile camper vintage; l’amore reciproco tra donne, quello di Jaja (Margherita) verso Angelica e la madre e quello, se pur travagliato tra Angelica e la madre; l’amore di Lorenzo, un uomo che torna dal passato, dal quale la donna stava fuggendo, per farle riscoprire quanto sia bello sentirsi amati.
Ma più di tutto l’amore verso la vita, quello che ci sprona a rimetterci in gioco, a coltivare i nostri sogni e tramutarli in realtà per essere di nuovo felici.
Con questo romanzo la Caboni si afferma come scrittrice, aprendo la strada a nuove avventure e nuovi sogni che solo lei sa regalarci con la sua scrittura semplice, descrittiva e armoniosa. L’autrice ha saputo come coinvolgere il lettore al punto di non sapere se il romanzo abbia preso vita o sia lui stesso a farne parte …

Può venire facile, vista la dolce trama della storia, abbinare il romanzo al miele. Troppo facile e scontato. Le pagine di questa ‘’creatura’’ mi riportano al profumo del mare, al pesce appena pescato e fritto, su una terrazza immersa nel verde a picco sul mare, una piccola tavola apparecchiata, un bicchiere di vermentino e il vento che porta con se gli spruzzi freschi delle onde …

Buona lettura Tania C.




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