giovedì 31 agosto 2023

Recensione LOST AT PRESENT. UN ALTRO MONDO di Kerstin Gier - Ed. Corbaccio -

 






LOST AT PRESENT. UN ALTRO MONDO


Kerstin Gier

Ed. Corbaccio

Anno di uscita 29 agosto 2023

Pag. 448

Formato Brossura

Traduzione Maria Alessandra Petrelli, Mara Ronchetti

Collana Narratori Corbaccio

€ 16,06

Ebook presente in tutti gli store digitali


CONOSCIAMO L'AUTORE


Kerstin Geir è nata nel 1966 a Gladbach, in Germania, ma vive in Westfalia, insieme al marito e al figlio.

Dal 1995  integra la sua attività di insegnante con quella di autrice di famosi best sellers. Molti suoi romanzi, da uno dei più famosi ne è stato tratto un film, sono rimasti in vetta alle classifiche tedesche dei libri più venduti per mesi. 

Con la Trilogia delle gemme ( Red, Blue, Green ) Kerstin raggiunge la fama mondiale con 800.000 copie e diritti venduti in 15 paesi.

La Trilogia delle gemme, in Italia, è edita da Corbaccio.


TRAMA


Compagni di scuola: quel legame così speciale che spesso può sciogliersi in indifferenza o continuare a rimanere simpatia o antipatia oppure, a prescindere dal legame, trasformarsi in altro. Quinn e Matilda sono separati da tante cose ma ciò che maggiormente li unisce rendendoli speciali è un legame potente: entrambi appartengono al mondo di tutti, ma Quinn può oltrepassare la Soglia, quella dimensione dove prende vita un mondo popolato da creature immaginarie, fantasie e desideri. 

Matilda, grazie alla sua curiosità e intelligenza, è la sola persona che può aiutarlo a orientarsi in questa realtà parallela. 

Realtà tanto fantastica quanto pericolosissima in quanto abitata da oscure e minacciose presenze che vogliono manipolarla eliminando chiunque sia a conoscenza, nel mondo degli uomini, della Soglia. Quinn è tra le persone da eliminare perché sembra destinato ad avere un ruolo importante ma sa che può contare sia sulla propria forza che in  quella di Matilda, una forza scaturita non solo dai poter soprannaturali ma anche dai sentimenti che li uniscono…


IMPRESSIONI


Circa un mese fa, a sorpresa, la gentilissima Valentina di Casa Editrice Corbaccio, mi inviò in anteprima una copia dell'attesissimo fantasy, in uscita il 29 agosto, "Lost at present. Un altro mondo" , sequel di "Le sorprese del buio" di Kerstin Gier, affermata autrice di romanzi romance-fantasy young adult.

Fu veramente una piacevole sorpresa riceverlo, anche se non è propriamente il genere che prediligo.

"Lost at present. Un altro mondo" è il secondo capitolo di una trilogia evolutiva young adult.


"Le fiamme sprigionate dalle sue mani non avevano alcuna possibilità contro il vortice d’aria che lui sembrava controllare senza sforzo. Quindi, con la testa protesa in avanti, gli sfrecciò accanto sopra il tetto per raggiungere il portale."


I protagonisti sono Quinn e Matilda, due adolescenti, figli di famiglie ''rivali'' che, attraverso fantastiche avventure, scopriranno sentimenti teneri e puri l'uno verso l'altra.

Non avendo letto il prequel, ho dovuto recuperare un po' frettolosamente, rimandando la lettura di "Lost at present. Un altro mondo" di alcuni giorni ma, sotto l'ombrellone, la mia personale avventura è proseguita fino alla fine, sciolta e scorrevole, risucchiandomi in mondi fantastici che la mia fantasia creava parola dopo parola.

Un po' come l'orsetto Pakkun del Fantastico mondo di Paul: l'orso aveva una bacchetta magica con la quale apriva un portale magico che risucchiava Paul e l'amica Nina nel Paese delle Meraviglie, così erano i capitoli della saga.


"Qualsiasi cosa fosse un Aguaner… il getto d’aria che gli scagliai addosso quasi senza riflettere lo fece barcollare. Ma anche lui si riprese subito e ricominciò ad avanzare verso di noi."


Ogni capitolo è un portale che mi ha fatto meravigliare, subito dopo aver oltrepassato la ''Soglia'';

sognare vivendo la magia della tenerezza del forte legame che sta per sfociare in amore tra Quinn e Matilda;

emozionare alla presenza di avventure e pericoli che li metteranno alla prova, mettendo in luce il lato protettivo di Quinn nei confronti di Matilda, il suo porto sicuro, faro nella tempesta.

La storia è resa fluida dall'alternarsi delle voci narranti dei due ragazzi, come nel prequel, riuscendo così a catturare l'attenzione e la voglia di conoscere gli sviluppi magici di ogni situazione narrata.

Le avventure di Quinn si faranno più interessanti e insidiose rispetto al passato, ma la vicinanza di Matilda saprà dare una ''spinta'' briosa, non solo magica, all'azione creando un'atmosfera dolcemente romantica.

Il finale lascia pienamente soddisfatto il lettore, pur mantenendo viva e accesa la fiamma della curiosità sul futuro dei due ragazzi.

Attendiamo quindi il prossimo capitolo con trepidazione, sperando non passi troppo tempo.

Non posso che consigliare questo romanzo agli amanti del fantasy, con una piccola raccomandazione: se ancora non conoscete la saga, meglio cominciare da ''Le sorprese del buio'', in quanto aiuta molto a oltrepassare la Soglia per entrare nel mondo magico di Quinn e Matilda. 

Lost at present si potrebbe leggere comunque, ma rimane un po' lacunoso in alcune parti, in quanto l'autrice non scava nel passato ma va oltre, senza particolari accenni rivelatori.

A chi avesse già letto il primo capitolo dico solo di immergersi con fiducia in questa nuova avventura, per ritrovare le magiche atmosfere del passato e conoscere gli sviluppi della storia oltre a nuove magiche creature.

Ringrazio ancora Alice e Corbaccio per la copia e vi auguro buona lettura.


Tania C.


 



mercoledì 30 agosto 2023

Recensione LA CENTENARIA CON LA PISTOLA di Benoît Philippon - Ed. Ponte Alle Grazie -

 




LA CENTENARIA CON LA PISTOLA 

Benoît Philippon

Ed. Ponte Alle Grazie

GENERE: Narrativa straniera

COLLANA: SCRITTORI

ANNO DI USCITA: 2023

PAGINE: 384

TRADUZIONE:  Rossella Monaco, Letizia Fusini

PREZZO: € 18.90 

Formato digitale presenti in tutti gli store on line


CONOSCIAMO L'AUTORE


Benoît Philippon (1976), cresciuto tra Costa d’Avorio, Antille, Canada e Francia, è scrittore, sceneggiatore e regista. 

La centenaria con la pistola, suo secondo romanzo, l’ha imposto

come uno dei migliori autori di polar francesi.




TRAMA


Centodue anni, ribelle, serial killer.

Massiccio Centrale francese, in un piccolo e sperduto villaggio. È l’alba e la calma del villaggio è lacerata da alcuni spari. Un’anziana nonnina ha imbracciato la doppietta facendo fuoco sul il vicino di casa e contro i poliziotti sopraggiunti. 

È con aria allibita e perplessa che l’ispettore André Ventura incontra la centoduenne Berthe Gavignol, ancora arzilla, mira impeccabile e cinque volte vedova.

Durante l’interrogatorio che ne  consegue, l’ispettore e il lettore avranno modo di conoscere la vivace vecchietta dalla lingua tagliente e dal grilletto facile, spronata  a riesumare gli episodi più importanti della sua lunga vita e della sua carriera da criminale di prima qualità. 

La domanda che ricorre più spesso durante la lettura è chi è stata davvero Berthe: una serial killer spietata, una sorta di Barbablù al femminile o una donna libera, una femminista ante litteram, capace di conquistarsi l’emancipazione impugnando una calibro 22 di fattura tedesca? 

La certezza è che Philippon ha dato vita e voce a un personaggio memorabile,  riuscendo a creare un giallo unico, che avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina, fa molto ridere, commuove a volte e dà anche parecchio da riflettere.


IMPRESSIONI


Amici della Valigia buongiorno e ben ritrovati dopo una lunga pausa estiva. 

Prima di ricevere la proposta di recensione de La Centenaria con la pistola dai Ragazzi di Ponte Alle Grazie, mi ero lasciata ispirare da quello che viene definito "consiglio non richiesto" da uno dei miei autori preferiti, italo-francese e consumato consigliere di noir.

Una trama seducente, ammiccante e irriverente: solo questo basta a convincere il lettore più reticente.

Poi è arrivata la proposta di Matteo e Alice: come tirarsi indietro? Già pregustavo la lettura comodamente spiaggiata sotto l'ombrellone e accarezzata dalla brezza marina.

Accettata al volo la proposta dei ragazzi, che ringrazio per la copia cartacea che mi hanno celermente inviato, non vedevo l'ora di conoscere la simpatica nonnina centenaria che se ne andava in giro ad impallinare gente come fosse una sorta di tiro al bersaglio del Luna Park.

Fin da subito l'ironia pungente e dissacrante di Philippon catturò la mia completa attenzione e fiducia, mista a qualche sguardo stranito dei vicini di ombrellone che, vedendomi ridere con le lacrime agli occhi e le convulsioni da attacco di risata ingestibile, non sapevano se tirarmi una secchiata di acqua gelata o chiamare direttamente i soccorsi per farmi riprendere fiato.

Il primo incontro con Berthe fu folgorante: capii subito che sarebbe nato un lungo e grande "amore al primo capitolo" con Philippon. 

Sopravvissuta a due guerre, la vita di Berthe Gavignol comincia nel 1914 con un lungo racconto che ci porta alla tragicomicità della sua ultima bravata, nel 2012.

Geniale, irriverente, beffarda e spesso irritante, con buona padronanza di parola e maneggio delle armi, la simpatica centoduenne entrò subito nel mio cuore presentandosi come colei che aveva appena impallinato,  aprendo una voragine a suon di colpi di doppietta, le sacre terga del vicino di casa.


"Bam! Bam! 

Berthe ricarica il fucile. 

Le tremano le mani. Quante emozioni per una vecchia di centodue anni."


Berthe è una risoluta vedova (con esperienza) di centodue anni, costretta a lottare sin da piccola contro le avversità della vita. 

Cinque mariti, alcuni cani e gatti, una collezione di omicidi alle spalle e svariati scheletri, non nell'armadio ma sepolti in cantina. 

Un curriculum da serial killer che avrebbe fatto impallidire Leonarda Cianciulli proprio per la disinvolta naturalezza di Berthe nel compierli e occultarli.

Cresciuta tra le aride colline del Massiccio centrale francese, Berthe passava le sue giornate osservando la nonna alcolizzata produrre, di contrabbando, acquavite "bruciabudella"  nella cantina di casa. 

La nonna aveva tutto ciò che serviva al caso: alambicco, botticelle e una grande cantina polverosa dal pavimento di terra battuta, dove poter nascondere quell'attività poco etica.

La sua famiglia era sempre stata ai margini della società per le maniere poco ortodosse praticate nell'approccio con i vicini di casa.

Berthe perse la madre in tenera età e fu costretta a crescere con la nonna, in fretta, quasi in solitudine, emarginata dagli altri bambini e dagli adulti che non vedevano di buon occhio quella nonna dalle maniere spicce e poco socievoli.

Non ancora adolescente, ma già molto procace nelle forme, la piccola  scoprì la sensualità del proprio corpo e capì subito che nella vita, quelle forme generose, avrebbero potuto tornarle molto utili.

Si approcciò al mondo della sessualità senza tabù, con curiosità e voglia di capire come ottenere ciò che desiderava dagli uomini, senza tanti giri di parole.

Ogni medaglia ha il suo rovescio e, nonostante la sua procacità attirasse sguardi e favori di ogni uomo, la giovane si ritrovò, suo malgrado, a conoscere il lato nascosto della propria sensualità. Un lato fatto di abusi, violenze e sfruttamento.

Il primo marito, padrone dell'emporio del paese, cadde nella sua seducente rete  durante una calda giornata estiva, mentre la ragazza stava riparando il tetto di casa, senza lasciare troppo all'immaginazione ciò che si celava sotto i suoi miseri e logori abiti.

All'uomo non sembrò vero che tanta grazia si fosse così generosamente offerta ai suoi occhi e, dopo un capitombolo che gli costò qualche costola, la chiese in moglie, col benestare della donna.

La giovane reagì positivamente alla richiesta dell'uomo per l'impellente bisogno di procurare le cure necessarie alla nonna ormai anziana e malata e poter finalmente riparare quella vecchia dimora che stava andando in rovina. 

Il matrimonio con Lucien non poté capitare in un momento migliore e di sicuro avrebbe portato medicine, buon cibo e calore durante i lunghi e freddi inverni.

Ben presto però, la vita coniugale lasciò cadere la maschera dorata dei primi giorni rivelando il lato oscuro  di Lucien. Smessi i panni dell'uomo innamorato, col passare del tempo  diventò ogni giorno sempre più prepotente e intollerante verso nonna Nana, ormai in fin di vita. 

Non passava giorno che non le augurasse di morire, attizzando il livore e l'odio di Berthe, che per il benessere della nonna era disposta a tutto, anche a subire abusi ma soprattutto a sporcarsi le mani.

Le mani se le sporcò, senza pensarci troppo su. 

Stanca di dover sopportare le violenze di Lucien e i suoi continui rimbrotti contro la nonna morente, la donna si ritrovò, una notte, a scavare una buca in cantina, tra le botti di acquavite, dove poter nascondere il cadavere di quel despota buono a nulla, ormai utile solo grazie al rigor mortis.


" E dunque ha accolto le forze di polizia dicendo: - 'Potevate pulirvi le scarpe prima di entrare!' -

Embè? Già è poco cortese arrestare una vecchina alle prime luci dell'alba, ma entrare in casa con gli scarponi sudici... i vostri soldati mancano davvero di buone maniere."


Berthe  è una donna che ha fatto delle difficoltà che la vita le ha posto lungo il cammino i suoi punti di forza. 

Scaltra e sopraffina è stata capace di rivoltate situazioni perse a suo favore, da brava manipolatrice.

Carattere aspro come le more selvatiche ancora acerbe, forte come le canne che si piegano al vento senza spezzarsi, l'ultima parola è sempre la sua, diretta, dissacrante, mordace, ma con un lato nascosto, sensibile e delicato come le rose di rovo. 

Sarà proprio quella sensibilità che le farà provare sentimenti forti e veri verso un uomo, l'unico che aveva saputo leggere le sue fragilità celate nei suoi occhi. 

L'unico che non si era mai approfittato della sua disponibilità e del suo corpo. 

Luther, l'unico che abbia mai amato veramente ricambiando i suoi sentimenti sinceri e profondi. 

Come ogni amore leggendario che si rispetti, anche la storia di Berthe e Luther, finì troppo presto tra le insidiose spire vendicative del destino, sepolta da qualche badilata di terra.

Un dolore immenso, implacabile, fece da innesco e miccia al rancore di Berthe. 

Stanca di essere continuamente umiliata, sbeffeggiata, stanca di dover combattere contro i pregiudizi di una società maschilista e chiusa, che vedeva la donna procace ed emancipata come un oggetto sessuale, la vita di Berthe diventò un continuo evolversi di omicidi per legittima difesa, per istinto di sopravvivenza. 


" ... immaginarsi questa vecchietta chiusa in una cella, dopo tutto quello che ha passato, sembra disumano. ' Questa donna ha sofferto abbastanza, no? La legge non potrebbe chiudere un occhio? Per una volta? E... comprendere?' "


La sua cantina si trasformò in un'improvvisata ecatombe di uomini malvagi e violenti, fino ad arrivare al 2012 quando, alla tenera età di 102 anni,  verrà arrestata per tentato omicidio, scoprendo il Vaso di Pandora del suo travagliato passato da serial killer provetta.

Ma chi è in realtà Berthe Gavignol, anni 102, ipovedente, all'occorrenza ipoudente e abile cecchina? 

Come si può non amare questa dolce e tenera nonnina che tutti vorremmo avere come paladina delle ingiustizie subite?

Mai come in questo periodo, questa lettura ci porta a riflettere, purtroppo, su un tema di grande attualità: il femminicidio dilagante, lo stupro, l'omicidio e la legittima difesa.

Berthe è un personaggio di fantasia che però rispecchia la realtà di molte donne sole vissute dalle due guerre ai giorni nostri. 

Donne di tutto il mondo, senza diritti, solo doveri da compiere, da sempre considerate macchine da lavoro, incubatrici e oggetti sessuali per compiacere l'ego maschile, che hanno dovuto crearsi il loro posto nel mondo con le unghie e coi denti, anche sporcandosi le mani. 

Oggi, nonostante l'emancipazione raggiunta, i tempi sembrano essersi fermati a quegli anni. Troppa violenza, troppi abusi senza possibilità di difesa.

Solo perché si è donne e si indossa un reggiseno, secondo la logica malata del branco famelico, bisogna sottomettersi alle sevizie maschili, alla violenza gratuita, alla mancanza di rispetto e all'umiliazione del dopo. 

Cosa non ha funzionato nel tempo, cosa non ha capito la "bestia umana"?

Leggendo questo romanzo sicuramente approfondimenti e risposte verranno a galla.


"Lei si dimentica di aver sparato più volte al suo vicino, de Gore. Tra gli altri, due colpi alla schiena."

"Mi è scivolato il dito."

"Non sono sicuro che questa scusa terrà davanti al giudice..."

"Miravo al culo".

"È sicura di aver preso bene la mira?"


L'ironia incalzante aiuta a rendere la lettura scorrevole e piacevole,  la soddisfazione più grande arriverà sempre dai gesti e dalle risposte taglienti della Centenaria con la pistola, la dolce vecchietta che avrà sempre l'ultima parola...

Consiglio col cuore questo romanzo, vi aiuterà a passare qualche ora in piacevole compagnia, senza risentire troppo della fine dell'estate e della bella stagione: sarà la carica giusta per affrontare le nuove giornate lavorative.

Una sferzata di aria fresca e frizzantina vi accompagnerà fino alla fine facendovi quasi rimpiangere di esservi giunti troppo presto, visto che il romanzo è autoconclusivo. 

Mi piace però pensare, vista l'imprevedibilità di Berthe, che abbia ancora qualche pallottola in canna. 

Chissà che Philippon non voglia stupirci prima o poi...

Ringrazio i ragazzi di Ponte alle Grazie per la copia inviatami e vi auguro buona lettura.

Tania C.




  • Centodue anni, ribelle, serial killer.

    Un piccolo villaggio nel Massiccio Centrale francese. L’alba. Risuonano degli spari. Un’anziana signora ha imbracciato la doppietta e si è messa a far fuoco contro il vicino di casa, poi contro i poliziotti sopraggiunti. È così che l’ispettore André Ventura incontra la centoduenne Berthe Gavignol, cinque volte vedova, ancora piuttosto arzilla e ancora dotata di buona mira. Nell’interrogatorio che segue, l’ispettore e il lettore impareranno a conoscere la vivace vecchietta dalla lingua affilata e dal grilletto facile, indotta a ripercorrere gli episodi principali della sua lunga vita e della sua carriera criminale. Chi è stata davvero Berthe: una serial killer, una sorta di Barbablù al femminile o una donna libera, una femminista ante litteram, capace di conquistarsi l’emancipazione a colpi di pistola? Di certo è un personaggio memorabile; e Benoît Philippon, dandole voce, è riuscito a creare un giallo unico, che avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina, fa molto ridere, commuove a volte e dà anche parecchio da riflettere.fGENERE
    : Narrativa straniera
  • COLLANA: SCRITTORI
  • PAGINE: 384
  • PREZZO: 18.90 €


  • GENERE: Narrativa straniera
  • COLLANA: SCRITTORI
  • PAGINE: 384
  • PREZZO: 18.90 €
  • GENERE: Narrativa straniera
  • COLLANA: SCRITTORI
  • PAGINE: 384
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