Autore Massimo Bigi
Ed. Ass. Terre Sommerse
Formato Brossura
Pag. 104
€ 19,90 con cd allegato
Ebook presente in tutti gli store digitali, anche con cd
allegato
CONOSCIAMO L'AUTORE
suggestiva cittadina sulle
rive del Trasimeno.
Cresce con uno spiccato amore per la musica e la lettura ma
non si considera né musicista né
scrittore.
Da chitarrista anarchico a divenire tecnico del suono, il passo è
breve e la sua passione per la musica lo farà approdare poi
nell’ambito della produzione
musicale.
Per alcuni anni si fa le ossa in qualità di tour manager presso la
famosa agenzia romana “Teatro
e Musica” di Fausto Paddeu.
Grazie a questa esperienza ha l’opportunità di lavorare con
importanti artisti italiani, tra i quali Enrico Ruggeri. Proprio col
Rouge scatta un grande feeling che si trasforma ben presto in
una forte e indissolubile amicizia che farà emergere Massimo
come autore di brani musicali, prodotti dallo stesso Ruggeri.
Nel 2020, prodotto da Enrico, pubblica l’album “Bestemmio e
Prego” che già dal primo ascolto accoglie i favori del pubblico e
della critica musicale.
Bigi, pur provandoci, non si ferma e continua a collaborare
sempre con Ruggeri all’album “LA RIVOLUZIONE”, firmando
alcuni brani e partecipando come ospite al tour omonimo.
In questi giorni è uscito nelle librerie e in tutti gli store digitali il
suo nuovo lavoro intitolato “L’ULTIMO BAR”, un libro di racconti
corredato da un “concept
album”.
IMPRESSIONI DI UN'ANIMA PERSA
ALL'ULTIMO BAR
<<... L'ultimo dei bar alla fine è solo un bar ... >>
Buonasera lettori della Valigia.
Quella che state per leggere è una recensione un po' diversa dalle mie solite, che raccontano le mie letture o i miei viaggi di approfondimento. Quella di oggi è si la recensione di un libro, ma anche di un album musicale e il racconto di una mia elettrizzante esperienza all'interno di quel mondo.
Quando, per la prima volta, vidi Massimo, il Bigi (per gli amici), ero poco più di un'adolescente, innamorata follemente delle poesie musicali di Ruggeri.
Un amico in comune, proprio durante un concerto di Rouge, del quale Massimo era tour manager, me lo fece conoscere e, da allora, non ho mai perso i contatti.
È impossibile non volergli bene e non essere amici del "Bigi", la sua carica travolgente è contagiosa, ti cattura, il suo spirito sognatore ha la capacità di trascinarti nel cuore delle sue idee e diventarne parte attiva, proprio quello che mi è successo lo scorso anno.
Con l'umiltà e il grande cuore che lo identificano, l'estate scorsa, il Bigi mi chiese di aiutarlo nel suo nuovo progetto che riguardava la prossima uscita di un libro di racconti allegato ad un album di canzoni, nati dalla sua penna e dai suoi accordi.
Come dirgli di no, come rifiutare, quando un amico ha bisogno di te?
Iniziai così, onorata di tanta fiducia riposta in me, la mia nuova e personalissima avventura nell'affascinate mondo degli editor, ascoltando i brani, leggendo in anteprima i racconti e sistemando qua e la qualche congiuntivo ribelle.
Un racconto al giorno, emozioni intense, nuovi luoghi da esplorare, nuove menti con le quali interagire ed entrare in sintonia.
I racconti di Massimo sono contenuti nel libro "L'Ultimo Bar", allegato ad un album progressive di canzoni che ho personalmente definito rock "da meditazione".
Ogni racconto è dedicato ai protagonisti delle canzoni e alle loro esperienze di vita. Sono tutti personaggi che potrebbero far parte della quotidianità di ognuno di noi, col loro bagaglio emozionale, trascinato fino a L'Ultimo Bar.
Ubicato in una qualsiasi provincia americana, L'Ultimo Bar, è il protagonista principale di ogni racconto.
Locale dal sapore legnoso, vintage. L'aria densa di volute di fumo e vapori di alcol sapientemente dosato dall'abilità di Frank, il suo gestore.
<<... Perso nei miei giorni aspettando treni che non passano nemmeno per pietà... >>
Tra polvere, cielo afoso e laghi, ogni personaggio si ritrova a passare dal bar scandendo il tempo cullato dall'abbraccio di una dolce malinconia che trasporta chi legge e ascolta in un'atmosfera così familiare e accogliente, che quasi dispiace dover tornare alla realtà una volta letto il racconto e ascoltato il brano.
Nulla vieta, però, di continuare a scambiare due chiacchiere con Frank, di raccontargli i nostri problemi o, semplicemente, le nostre giornate.
Lui, anche se non ha la soluzione concreta, sa sempre di cosa abbiamo bisogno per superare il momento critico. Birra, vodka, gin, una buona parola e una pacca amichevole sulla spalla, sono gli ingredienti che rifiniscono il suo carattere talmente taciturno da essere prolisso e rendono il suo locale il refugium peccatorum perfetto per chi si perde dentro le buche seminate lungo le strade della vita.
<<... Ho visto gente perdersi in un bicchiere altre non perdersi mai... >>
I clienti fissi dell'Ultimo Bar sono persone al margine, che dalla vita non hanno avuto sconti ma che hanno ben chiaro ciò che vogliono: un po' di comprensione e amore.
Anime nate o finite nelle tempeste che la vita ti fa trovare lungo il percorso.
Lottano, sperano, ci credono fino in fondo per poi sbattere contro il muro della realtà ma, dietro a quel muro, c'è Frank col suo fantastico margarita appena versato, pronto ad elargire i suoi saggi e muti consigli.
Dietro il bancone c'è anche Cheryl, la ragazza del bar, nuova arrivata, pronta a servirti e a scambiare qualche parola di conforto, cercando di placare i suoi tormenti di apprensiva madre single.
In un angolo, immersa nel fumo denso delle sue sigarette, puoi trovare Rachel, davanti ad un bicchiere di lacrime e gin tonic, persa nelle sue domande e nelle cattiverie che altre donne le incollano addosso senza pietà. Nessuno sa quando, come e perché sia arrivata a L'Ultimo Bar e nessuno glielo chiederà mai. C'è, fa parte di quel luogo e questo basta a farla salire di diritto nella giostra delle anime perse.
<<... Quattro anime perse nella penombra del fumo tra un liquore e un profumo sorridendo a nessuno si lasciano andare in braccio al tempo ...>>
Altri personaggi si avvicendano durante le giornate liquide e fumose del bar.
Storie, ricordi, attimi di altre anime che hanno incrociato e segnato le loro vite.
Entri, ti siedi e tutto accade con effetto domino: i pensieri si sciolgono liberi nell'aria diventando un pot-pourri di confidenze comuni. Nessuno chiede di più e, anche se a volte si parla troppo, l'ascolto prevale sulla curiosità perché non serve sapere altro di più del qui e ora.
È proprio in quel momento, quando capisci di essere ascoltato senza giudizi universali appesi sopra la testa come una Spada di Damocle, che diventi parte di quel microcosmo nebuloso, di una famiglia un po' al limite, ma pronta ad accogliere e dare una nuova possibilità di riscatto.
Ho definito L'Ultimo Bar "Un viaggio nel cuore dell'umanità al margine di sé stessa" perché ogni brano e ogni racconto invitano a riflettere, a scavare nel margine della nostra anima per capire quanto essere sé stessi e riuscire a stare a galla nella società, a volte, possa essere difficile nonostante i nostri sforzi per essere compresi e accettati.
Massimo, con una delicatezza pacata e sottile è riuscito a trasmettere il disagio di certe situazioni sull'orlo del precipizio e a farne il punto di forza del carattere di ogni personaggio.
Tra un giro di do e i tre puntini di sospensione, emerge dalle proprie ceneri la voglia di nuova vita che cerca di farsi strada nello strato coriaceo del terreno nel quale era iniziata.
Per quanta strada possiamo aver fatto, se vogliamo andare avanti, dobbiamo tornare al punto esatto dal quale eravamo partiti, come Massimo che, a due anni dalla pubblicazione del suo album "Bestemmio e prego", si è rimesso in gioco, tornando esattamente al punto dal quale era partito: con la sua chitarra all'Ultimo Bar.
Per chi ancora non conoscesse questo, come lui stesso si definisce "Chitarrista anarchico e distratto, inciampa su note e pause come fossero scalini non adatti al suo passo irregolare" , mi sento in dovere di consigliare, oltre all'ascolto dei brani, la lettura dei racconti.
5. I racconti sono brevi, scorrevoli e scritti con un linguaggio semplice, poiché la sottoscritta "bacchettona" ha "volutamente" lasciato correre qualche licenza poetica molto personale... (volutamente...)
6. La prefazione del libro è stata scritta da Enrico Ruggeri ed è già quella una poesia. Subito dopo la sua prefazione, e di questo mi sento onorata e orgogliosa, c'è la mia esperienza a L'Ultimo Bar quindi, se mi volete bene, sentirete il bisogno di leggerla.
Ultimo, ma non per importanza, il libro ha una cover pazzesca che racchiude l'essenza di tutto il lavoro fatto. Un piccolo capolavoro di arte grafica senza tempo ma che buca lo schermo e brucia l'asfalto.
Sperando di avervi convinti, vi auguro buona lettura e buon ascolto, ricordandovi che l'alcol, se ne abusiamo, può far male ma musica e libri sono terapeutici.
A presto, con nuove recensioni,
Tania C.