domenica 29 dicembre 2019

LE SOTTIGLIEZZE DELLA VITA di Emilio Fenice - Ed. Cinquantuno.it -






LE SOTTIGLIEZZE DELLA VITA
Emilio Fenice
Ed. Cinquantuno.it 
Pubblicato il 23/05/2019
Pag.60
Formato Brossura

€ 10,00



CONOSCIAMO L'AUTORE

Emilio Fenice, classe 1956 dalle umili origini del sud italia, sin da ragazzo è sempre stato attratto dalla saggezza e dalla filosofia antica, moderna, esoterica sino a quella dei giorni nostri.
Le sottigliezze della vita è la sua prima opera letteraria, nella quale incoraggia il lettore ad una sottigliezza unica. "Aprire il palcoscenico in una unicità ai misteri della vita".



TRAMA

Nella vita tutto ha un senso... dipende tutto dal senso che diamo noi alla vita!

IMPRESSIONI

Auguri amici della Valigia, spero abbiate passate un buon Natale e che sotto l'albero abbiate trovato tanti bei libri.
Questo piccolo libricino mi è stato gentilmente inviato da Cinquantuno.it che ringrazio per il pensiero. È la prima opera  di Emilio Fenice, un uomo umile, dai forti valori e forgiato dal sole del sud Italia. La sua passione per la filosofia lo ha spinto a mettere su carta i suoi pensieri sulla vita e il suo senso, dando forma ad un piccolo "saggio filosofico" che, nell'umiltà di un uomo che ha contato solo sulle proprie forze ed ha cercato di scavare nel profondo della propria vita, invita il lettore a riflettere su ciò che noi rappresentiamo per noi stessi e  nel mondo. Non tanto come persone fisiche, quanto come il frutto di ogni nostra azione seguita da una  conseguenza. 

Ora io mi domando e dico perché parlare delle sottigliezze della vita? Forse perché non tutti ci arrivano o ci hanno mai riflettuto su questo argomento, di quanto sia importante e fondamentale.

Le sottigliezze della vita mi è arrivato la settimana scorsa, alla Vigilia di Natale; un gradito regalo! 
L'ho letto in poco meno di mezz'ora, ma ho aspettato volutamente questi giorni per raccontarvi le mie impressioni. 
Siamo alla fine dell'anno, per molti e per me, un altro anno difficile, che spesso ci ha piegati e messi all'angolo, ma contando soprattuto sulla nostra forza siamo riusciti ad andare avanti a testa alta, proprio grazie alle piccole "sottigliezze" che quotidianamente viviamo. 
È usanza, in questo periodo, fare bilanci sull'anno che sta per finire e su quello che sta per iniziare, riflettere sui nostri errori e come rimediare, sulle cose buone e belle che ci sono capitate, che abbiamo fatto e che faremo. Questa opera di Fenice mi è quindi sembrata un ottimo spunto per aiutarci a  riflettere.

Nella vita frenetica di tutti i giorni ci si distoglie da tutte queste riflessioni si fa davvero fatica a "catturare" l'attimo!

Desiderio dell'autore è quello di invitarci a riflettere su quanto piccoli gesti quotidiani, ai quali spesso non diamo importanza, siano l'innesco di una reazione a catena di azioni che scandiranno le nostre giornate e il senso.

Noi solo noi decidiamo di cambiare la direzione non per apparire più buoni ma per diventare più saggi.

Molto spesso compiamo dei gesti e delle azioni che ci possono sembrare banali, di routine, ma che nel tempo ci si ripresentano sotto forma di ricordi spingendoci a pensare al perché di quella determinata situazione, di quel gesto o di quel pensiero in quel determinato momento. Sono queste le sottigliezze della vita: piccoli momenti all'apparenza insignificanti, ma che giorno dopo giorno hanno costruito il nostro Io, "l'essere" che siamo oggi e che scegliamo di "essere" domani. 
Le riflessioni di Fenice fanno pensare ad un testo "lento", quasi flemmatico, ma la lettura si è invece rivelata veloce, scattante. Lo stile dell'autore, strutturato sulla sua personalità, è impetuoso e travolgente. Pensieri su carta, eviscerati direttamente dalla purezza di un'anima in continua evoluzione, forse a scapito della punteggiatura e  con  qualche piccolo lapsus, ma di grande saggezza e di una consapevolezza conquistata giorno dopo giorno. Perché come dice lui stesso "nessuno nasce maestro", ogni cosa ha il suo tempo e fortunati sono quelli che ci arrivano prima.

Consiglio questo libricino, dalla copertina carismatica, a chi è alla ricerca di se stesso, a chi si è perso durante le difficoltà e a chi vuole capire come apprezzare ogni piccolo istante della vita. Non è un manuale da prendere alla lettera, ma uno spunto alla presa di coscienza di se stessi, un invito ad agire con saggezza in ogni cosa che facciamo.

Augurandovi un buon Anno Nuovo, ricco di tante belle nuove letture, vi lascio per qualche giorno, subito dopo l'Epifania. 

A presto e buona lettura
Tania C.


lunedì 2 dicembre 2019

Recensione di LA MALEDIZIONE DI PIAZZA FONTANA Guido Salvini e Andrea Sceresini - Ed. Chiarelettere -



LA MALEDIZIONE DI PIAZZA FONTANA

Guido Salvini, Andrea Sceresini
Ed. Chiarelettere
Pag. 640
Brossura
Collana PRINCIPIO ATTIVO
€ 22,00


CONOSCIAMO GLI AUTORI

Andrea Sceresini . foto dal web su autorizzazione dell'autore-

Andrea Sceresini nato a Sondrio nel 1983, è un giornalista freelance. Attualmente lavora per La7. Autore di numerose inchieste e reportage di Guerra per "La Stampa", "Il foglio", "Il fato quotidiano", e "L'Espresso", ha vinto importanti premi, quali "Igor Man" e "Ivan Bonfanti" grazie alle sue corrispondenze dall'Ucraina. Per Chiarelettere, nel ha curato il libro di Vittorio Dotti "L'avvocato del diavolo"nel 2016 "Mai avere paura", storia del legionario Danilo Pagliaro. Sempre per Chiarelettere ha scritto insieme a Giuseppe Borrello e Lorenzo Giroffi "La seconda vita di Majorana", uscito nel 2016.

Guido Salvini - foto dal web -

Guido Salvini, giudice presso il Tribunale di Milano, è uno dei pochi magistrati che, per ragioni di indipendenza personale, ha deciso di non aderire a nessuna corrente organizzata dalla magistratura. Durante gli anni Novanta, in qualità di giudice istruttore, ha condotto le indagini sui disordini di destra e sulla strage di Piazza Fontana, i cui dati sono incanalati nell'ultimo processo, il terzo, riguardante la vicenda. Durante l'espletamento delle indagini è stato sottoposto a un procedimento aperto dal Csm, con la conseguenza del suo trasferimento a Milano. Curò personalmente sino allo stremo la propria difesa dalle accuse, uscendone indenne e riuscendo a dimostrarne l'infondatezza. Nel 2005, data dell'ultima archiviazione, Slavini ha continuato a procedere le sue indagini sul caso. In questo libro, La maledizione di Piazza Fontana, sono spiegati i risultati di un lavoro decennale, arricchito di rivelazioni inedite. Nel 2013 pubblica la raccolta di scritti sulla giustizia Office at night e nel 2019 il libro di riflessioni personali Domenica mattina presto, edito da Pendragon.


TRAMA

2005, giugno: gli ultimi neofascisti imputati per la strage del 12 dicembre ricevono la conferma della loro assoluzione dalla Corte di cassazione. Nel settembre 2008 il giudice Guido Salvini, autore dell'istruttoria che sfociò nell'ultimo processo sulla strage, riceve la lettera di un ex ordinovista padovano. "La prego contattarmi personalmente per novità su Piazza Fontana". Queste le parole, scritte nella lettera, furono il primo passo di una lunga e scrupolosa inchiesta privata, pubblicata per la prima volta in questo libro scritto con la collaborazione  del giornalista Andrea Sceresini. Un dettagliato atto d'accusa, senza riserve sui nomi dei terroristi neri sfuggiti alla giustizia che farà discutere, contro una parte della magistratura e delle sue responsabilità e inadempienze. In dieci anni di indagini Salvini ha ripercorso i suoi passi ascoltando nuovamente le sue vecchie fonti e trovandone di nuove. Ha smontato bugie e alibi che avevano tentato di ostacolare le accuse, raccogliendo elementi e riscontri a carico di soggetti mai presi in considerazione durante le indagini. Chi era quel giovane neofascista che in quel pomeriggio invernale sarebbe entrato in azione alla Banca nazionale dell'agricoltura? Cosa doveva raccontare la "fonte Turco"  del Sid, che i servizi segreti insabbriarono in gran fretta? Qual è la liaison tra un ex legionario morto suicida nel Sud della Francia e la morte di un ricco imprenditore padovano in Angola?
Ma soprattutto: perché i magistrati non sono stati in grado di compiere sino in fondo il loro dovere?
A più di cinquantanni  dalla strage, la vicenda più drammatica della nostro Repubblica ce la raccontano Salvini e Sceresini,  arricchendola di elementi inediti , come un grande giallo italiano. 


IMPRESSIONI

Nel 2016 ho avuto l'onore e il piacere di conoscere Andrea Sceresini, grazie ad una intervista che Chiarelettere mi aveva concesso per la recensione di un suo testo. Molto disponibile e alla mano mi ha dedicato un po' del suo tempo ascoltandomi e leggendo quello che avevo scritto. Negli anni a venire ho continuato a seguire le sue interessanti pubblicazioni, curate con uno stile semplice ed esaustivo.
Qualche giorno fa ho chiesto a Chiarelettere una copia di La maledizione di Piazza Fontana e, gentilmente, mi hanno omaggiato una copia ebook. Ringrazio quindi la Casa Editrice e Tommaso Gobbi per l'invio.
Non avevo mai avuto occasione di leggere nulla di Guido Salvini, pensando di non avere la pazienza e la capacità di comprendere spaccati di storia italiana da lui raccontati. 
Leggendo sono rimasta piacevolmente sorpresa dall'accuratezza dei particolari, dallo stile non proprio facile da seguire per chi fosse digiuno della storia trattata, ma  con un po' di pazienza, qualche domanda a chi più competente di me  e grazie alla minuziosa descrizione dei fatti accaduti dalla strage ai dieci anni di indagini, sono riuscita ad arrivarne in fondo. 
Leggendo cresceva in me la convinzione che la Storia d'Italia non è solo Impero Romano, Garibaldi, Motti Carbonari e le Grandi Guerre. Oggi dovrebbe essere materia scolastica la storia moderna, quella dagli anni di piombo ai giorni nostri. Abbiamo il diritto di conoscere ciò che è stato così come ciò sta succedendo. Un buon punto di partenza ce lo forniscono Salvini e Sceresini mettendo a nudo i fatti e i retroscena della Strage di Piazza Fontana, uno dei più grandi e gravi atti terroristici messi a segno a Milano il 12 dicembre 1969, nei pressi della Banca Nazionale dell'Agricoltura. Durante l'attentato persero la vita 17 persone e 88 rimasero ferite.

Questo non è un saggio ma una narrazione. Racconto, e solo io potevo farlo, senza rancore ma anche senza censura quello che è accaduto in quegli anni. 

Milano. 12 dicembre 1969, Ore 16.37. La mezzanotte della storia repubblicana. L’ora zero di quella che venne definita “La notte della repubblica”
Ombre nere che si allungano nel passato di una nazione uscita da una guerra civile dilaniata da contrasti mai sopiti.
Quella  di Piazza Fontana viene ancora oggi definita come la “Madre di tutte le stragi”, il primo capitolo di una storia insanguinata, scritta con il sangue delle vittime di Brescia, Bologna, Ustica, San Benedetto Val di Sambro.

È una serata livida e gelida, con la nebbia fitta che ingoia i palazzi. L'Italia scivola, dentro questa nebbia, nel periodo più buio dal dopoguerra. Tutti a Milano si addormentano chiedendosi: <<Chi è stato?>>.

Cinquant' anni di indagini, inchieste, misteri, bugie, depistaggi, intrisi di connivenze tra servizi segreti, massoneria e criminalità comune ed organizzata.
Sentenze della Corte di Cassazione ci restituiscono quella che dovrebbe essere la verità definitiva ma senza cancellare quella sensazione di dubbio che si insinua di fronte alle mille sfaccettature di una vicenda ancora oggi al centro dei dibattiti storici, politici e giudiziari.
Un libro, quelle scritto da Guido Salvini e Andrea Sceresini, che affronta una attenta disamina di mille fonti, alcune delle quali inedite anche al pubblico più attento, alcune sensazionali come i memoriali frutto delle audizioni di appartenenti all’entourage dei Servizi Segreti, da sempre al centro dell’orbite delle trame oscure.
Oscure come i personaggi che animano il mondo dell’avanguardismo di destra veneto, un cosmo che ruota attorno alle figure emblematiche dei cattivi maestri di Ordine Nuovo una delle sigle più tristemente note dell’estrema destra.

Di quello che si poteva dire è stato detto, per ora, detto tutto. Rimane la piazza.


Uno spaccato della storia recente ma al tempo stesso così lontana nelle nostre memorie, una delle pagine più dolorose, sullo sfondo della quale si dipanano, buio canovaccio intriso di sangue, tragedie quale la morte dell’anarchico Pinelli, indiziato della strage, che ebbe come teatro la Questura di Milano, evento che portò a quel processo al culmine del quale il Commissario Luigi Calabresi venne assassinato, figura tratteggiata come quella di un capro espiatorio sacrificato su un altare di convenienze e convenzioni.
La sensazione finale che se ne ricava è di un vuoto, di una grande opera incompiuta, di una verità di comodo, di facciata, che non è andata oltre l’ovvio, le evidenze.
L’ennesimo mistero che proietta le sue ombre sul passato e sul futuro di un popolo, di una nazione, avvezzi ai pochi chiari e ai mille oscuri. 

Certamente una storia oscura e forte, probabilmente non di facile comprensione per chi si approcciasse per la prima volta ai fatti, ma di sicuro è un buon punto di partenza per chi volesse conoscere o sapere di più sui fatti del 12 dicembre 1969. Io non ero ancora nata, ne ho sempre sentito parlare in sordina, tra il detto e non detto, come se una cosa accaduta nel passato fosse destinata a restare intrappolata in quel maledetto giorno. Ringrazio il mio fidanzato per avermi aiutata e sostenuta durante la lettura e la stesura della recensione. Quasi digiuna di informazioni che mi aiutassero a comprendere meglio la situazione, il suo aiuto mi è veramente prezioso.
Ringrazio Andrea Sceresini per la disponibilità che mi ha concesso anche stamattina, e ringrazio, anche se non lo conosco, Guido Salvini per aver dato all'Italia la possibilità di conoscere i retroscena della "madre delle stragi" italiane. Spero di aver colto il cuore di questa scrupolosa testimonianza, con la speranza di invogliare alla lettura tutte quelle persone che hanno voglia di sapere. 
Buona lettura, 
Tania C.





       




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