lunedì 16 marzo 2020

Recensione di UN MOSTRO CHIAMATO ANORESSIA di Michela Boero - AltroMondo Editore -


UN MOSTRO CHIAMATO ANORESSIA
Michela Boero
Ed. AltroMondo Editore
Copertina flessibile
Pag.80
€ 10,00

CONOSCIAMO L'AUTRICE

Michela Boero, nata a Ciriè (TO) nel 1994, consegue il diploma in studi classici al Liceo Baldessano-Roccati di Carmagnola, laureandosi successivamente in Scienze internazionali, dello sviluppo e della cooperazione dell'Università di Torino. Attualmente si è iscritta al corso magistrale European Legal Studies, sempre all'Università di Torino, città dove vive. Oltre a Storia di un mostro chiamato anoressia, nel 2016 ha scritto Briciole di me, la sua prima opera con la quale vinse il concorso letterario Angelo Zanibelli.

TRAMA

Storia di un mostro chiamato Anoressia ha un'anima biografica che analizza molti aspetti tipici della malattia. Nel libro viene raccontata la svolta avvenuta nella vita dell'autrice, le cause che spingono ad ammalarsi, il rapporto tra malato e anoressia, con il proprio corpo, la propria famiglia, l'amore e la sua opinione riguardo al metodo usato per curare l'anoressia. Un problema diffuso e attuale ma poco conosciuto, raccontato da una viva e forte testimonianza. La speranza dell'autrice è quella che la sua testimonianza possa essere d'aiuto a chi soffre, spingendolo a parlarne senza timore e vergogna ma con la consapevolezza che si può guarire. L'obiettivo da raggiungere è quello di spingere gli ospedali apportino i giusti cambiamenti atti a trattare la malattia nel giusto modo, facendola conoscere senza aver paura di parlarne.


IMPRESSIONI

Questo piccolo ma intenso libricino mi è stato offerto un po' di tempo fa dalla cara Alice di AltroMondo Editore. La ringrazio per il pensiero che ha sempre nei miei riguardi inviandomi tante interessanti pubblicazioni. Mai come in questi momenti fa piacere avere a disposizione nuove letture, è un modo per sentirsi meno soli e impiegare il tanto tempo libero imparando anche cose utili.

<<Il Mostro in questione è ovviamente l'anoressia, con la M maiuscola poiché dotato di vita propria ma imprescindibile da quella del malato.>>

Storia di un mostro chiamato anoressia è il seguito di un altro libro che racconta la testimonianza dell'autrice Michela Boero, alle prese con il Mostro che io chiamo oscuro. Un male subdolo che manipola la mente delle persone approfittando di un momento di debolezza o di confusione. Affonda i suoi tentacoli nell'anima, cercando di soffocare ogni istinto di sopravvivenza, ogni piccola luce che tenta di riaccendersi nel buio in cui si è sprofondati. 
In questa testimonianza, Michela non ci racconta di bilance, peso o misure, ma analizza profondamente il risvolto emotivo dopo essere uscita dal buio del tunnel. 

<<Generalmente le persone che si ammalano di anoressia, prima della malattia si sentono sostanzialmente invisibili rispetto alle altre persone, non considerate e non capite.>>

Con una sincerità disarmante mette in prima pagina l'esperienza del suo percorso clinico e psichico, senza tabù, mettendo a nudo le sue fragilità esasperate dalla malattia, esorcizzandole col potere della diffusione, della conoscenza. Chi cade tra le grinfie affilate dell'anoressia ammaliatrice si sente solo, incompreso, rischia di implodere nelle proprie paure e nell'indifferenza di chi non riesce a capire cosa si sta affrontando. La colpa non è di nessuno, al di fuori del male stesso che da abile carnefice soggioga la sua vittima facendo leva sulle paure e sulle insicurezze. Quello che si evince dai suoi racconti è la profonda solitudine provocata dall'incomprensione in cui si viene risucchiati all'origine del male. I segnali che vengono lanciati, anche involontariamente, sono quasi sempre male interpretati, non per cattiveria, ma perché il Mostro è infido e camuffa le richieste di aiuto in capricci, in voglia di essere al centro dell'attenzione, distogliendo il famigliare o l'amico, dal reale bisogno di attenzione causato da un profondo disagio che si sta vivendo. 

<<La persona affetta da anoressia crede di valere qualcosa solo in virtù della propria malattia, dal momento in cui molti gli rivolgono  attenzioni.>>

Il Mostro mi ha toccato molto da vicino, una mia cara amica ha attraversato questo torrente in piena. È stata travolta proprio dall'incomprensione che si era creata intorno a lei. Un rapporto difficile con un genitore che, se pur in buona fede, ha contribuito ad affondarla sempre di più, creandole sensi di colpa inesistenti o accentuando gli errori reali. Dall'occhio del ciclone, come l'autrice, ne sta uscendo. E se ne esce, una volta accettato il fatto che non si è nemici di se stessi e che gli altri vogliono aiutarci, accettandoci per quello che realmente siamo. Ma il prezzo da pagare è un finanziamento a lungo termine, messo a dura prova dalle ricadute insidiose. 
Sarà quindi importante seguire  un lungo percorso di interazione tra medicina, psicoterapia, psichiatria e amore. 
La luce si trova, se si segue la strada giusta.
Poche pagine ma molto intense ed educative. Michela Boero, con la sua semplicità e la sua schiettezza ci da la possibilità di imparare a conoscere un "male di vivere" che in molti attribuiscono solo al mondo delle modelle e delle donne. Invece è tra noi molto più di quanto immaginiamo, con una prevalenza femminile, ma senza distinzione di sesso o razza.
Un piccolo "saggio" che consiglio a tutti, anche a chi non avesse letto Briciole di me, l'altro suo testo.
Non è mai troppo tardi per imparare ad ascoltare un grido invisibile.
Ringraziando anche Michela per averci raccontato la sua storia, le mando un grosso abbraccio e un in bocca al lupo soprattutto in questo periodo di estrema difficoltà mondiale.
Buona lettura,
Tania C.





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