sabato 24 dicembre 2022

Recensione "NATALE IN CASA FONTAMARA" di Valentina Cebeni - Ed. Sperling & Kupfer -

 





NATALE IN CASA FONTAMARA


Autore Valentina Cebeni

Ed. Sperling & Kupfer

Anno di uscita Dicembre 2022

Genere Saga Familiare, storico, natalizio

Formato Solo formato ebook 

Pag. 51 

Presente in tutti gli store digitali 

€ 0,99



CONOSCIAMO L'AUTRICE

Valentina Cebeni, nasce e vive a Roma dal 1985, ma nelle sue vene scorre sangue sardo. La Sardegna, madre delle sue radici, col suo mare cristallino, è la terra della sua infanzia. Tra il viola delle bacche di mirto e la tranquillità delle calette in cui immergersi, passa le sue estati a casa dei nonni che ama e ricorda con tanto affetto.                            Giovane scrittrice, tradotta in tutta Europa, con enorme successo in Germania, il suo motto è ‘’ My head is a jungle… piena di pensieri, parole, emozioni e sentimenti’’, ha al suo attivo già tre romanzi:

L’ultimo battito del cuore, col quale esordisce nel 2013, edito da Giunti;

La ricetta segreta per un sogno e La collezionista di meraviglie, editi da Garzanti;

La saga dei Fontamara: Una nuova vita e Un mondo libero, editi da Sperling & Kupfer.

Natale in casa Fontamara, spin-off della saga, edito da Sperling & Kupfer solo in formato ebook.


IMPRESSIONI 


Cari lettori della Valigia, buon Natale. 

Non ci sentiamo da un po' di tempo, per mille vicissitudini accadute in negli ultimi mesi che mi hanno fatto il bisogno di prendermi una lunga pausa per rimettermi in sesto.

Colgo quindi l'occasione di questa Vigilia di Natale per ''tornare in scena'' con degli auguri speciali,

Auguri formato raccontino natalizio, che porta la firma di una delle migliori autrici italiane dei nostri giorni: Valentina Cebeni.

Quando ci siamo viste ad agosto, credo di averla sfinita e non poco per affinché ci regalasse ancora nuove emozioni con un nuovo capitolo della '' Saga storica Fontamara''. 

Le suppliche mie, unite a quelle di molti lettori, sono state esaudite con un bellissimo regalo: "Natale in casa Fontamara", il racconto del  Natale della famiglia che ci ha tenuto compagnia durante l'imperversare della Seconda Guerra Mondiale in Italia.

Non mi piace definirlo come  lo spin-off della saga, lo vedo anzi come un'integrazione, un arricchimento.

In questo breve racconto natalizio ritroviamo tutti i personaggi della saga, la famiglia di origini italiane, immigrata a Cuba per gestire uno dei più importanti zuccherifici e poi rientrata in Italia dopo la morte del padre, proprio durante il periodo più difficile e violento della Storia italiana. Il racconto si svolge durante la Vigilia e la notte di Natale, arricchendo le vicissitudini dei personaggi. 

<< Già, la situazione non sembra essere la più rosea, e proprio per questo voglio fortemente che trascorriamo tutti insieme queste feste natalizie. Abbiamo bisogno di nutrirci di questi momenti, di attingere alla forza della nostra famiglia... >>

Natale è sempre più vicino, il 1940 è alle porte. Dopo l'invasione della Polonia da parte della Germania, un vento freddo e pieno di dubbi sta soffiando sempre più forte sul futuro di tutto il mondo le sue folate belliche.

La famiglia allargata Fontamara si è riunita nella tenuta ''La Gioisa'', cascina storica della  famiglia Principi-Fontamara, immersa nella placida campagna romana. 

Eva,  madre dell'irrequieta Diana, Myriam, Gabriel, Clio e Viola, riunisce la famiglia nella tenuta, così da poter passare quel Natale troppo triste, tutti insieme, uniti nell'amore familiare.

Non sono tempi facili per nessuno. Diana, da sempre in lotta con le sue avventate scelte di vita, Myriam lontana e preoccupata per il suo amore, Gabriel ancora in collegio a studiare, senza possibilità di rientrare a casa, il neonato Mosè, con l'ombra della spada di Damocle sulla testa, da accudire e crescere in quel periodo così duro e ostile.

<< Quel tempo era soltanto loro, uno spazio magico, in cui non c'era posto per la guerra urlata dai giornali in città né per la tristezza che avvelenava lo sguardo di Diana ... >>

Passare le feste immersi nella tenuta, Eva ne è fermamente convinta, è proprio quello che ci vuole per ritrovare il senso di famiglia  e un pizzico di serenità, troppe volte negata negli ultimi tempi.

Così, avvolti dal profumo di mele e cannella, di zenzero e zucchero bruno, mentre Diana, Andrea e le bambine si aiutano con intima complicità ad addobbare l'albero, si compie la  magia del Natale.

Gli animi cominciano a placarsi, a lasciarsi trasportare dal calore dei fiocchi di neve che si posano delicatamente sui loro volti la notte Santa, mentre i cuori si schiudono a sentimenti nuovi e intensi, colmi di fiducia...

Essendo un racconto, non posso dirvi di più ma vi invito a sedervi davanti al vostro albero, immergendovi nella lettura.

I personaggi che avete amato nella saga vi coinvolgeranno nei preparativi del loro Natale e, magicamente, vi ritroverete con un'improvvisa voglia di mele alla cannella e cioccolata calda al rhum.

Natale in casa Fontamara è il regalo, la coccola della notte più magica dell'anno da fare a voi stessi. Avrete la possibilità di ritrovare i vostri personaggi preferiti e, per chi ancora non avesse letto la saga, potrebbe essere una buona occasione per conoscere la famiglia Fontamara, innamorarsene e cominciare una nuova, avvincente avventura in loro compagnia.

Amo il Natale, soprattutto quello ''vintage'', con l'atmosfera di calore e magia che si respira per strada, nei negozi e nelle case. 

Dopo gli ultimi due anni di buio, questo racconto è proprio quello che ci voleva per ritrovare la calda atmosfera speziata nella quale lasciarsi cullare e guardare al futuro con speranza. 

La lettura scorrerà piacevolmente liscia e avvolgente che, alla fine, vi dispiacerà dover lasciare la pace de ''La Giosa'' per tornare alla realtà, ma domani è Natale, tutto è possibile: chissà non ci sia un bel regalo libroso a tema per voi sotto l'albero.

Il mio augurio per voi, oltre alla serenità, è quello di trovare tante nuove e belle letture sotto l'albero, soprattutto firmate Valentina Cebeni.

Un ringraziamento speciale lo voglio fare a Vale per questa deliziosa Strenna natalizia, sperando se ne aggiungano molte altre (sono ben accette anche quelle pasquali...). 

Buon Natale e belle letture.

Tania C.



mercoledì 2 marzo 2022

Recensione LA TELA DI ARAKNE Storia ispirata dalla indomabile vita di una donna in carriera - di Romano Montanari - Ed AltroMondo Editore -

 



LA TELA DI ARAKNE

Storia ispirata alla indomabile vita di una donna in carriera


Autore Romano Montanari

Ed. AltroMondo Editore

Anno di pubblicazione 2022

Genere Narrativa d'impresa

Collana Imprese d'Impresa 

Formato Brossura

Pag. 168

€ 14


CONOSCIAMO L'AUTORE


Nato a Lugo di Romagna nel 1933, Romano Montanari consegue la Laurea in Scienze statistiche e Attuariali. Sposato, tre figli e quattro nipoti. Ha lavorato come ricercatore di marketing nel centro studi di una multinazionale statunitense; come consulente di organizzazione commerciale e marketing presso uno studio professionale; autonomamente si è occupato di business development sui mercati esteri. Nel 1994 ha fondato una società per la produzione di dispositivi medici seguendo le tecniche e metodiche dell'automazione totale.


TRAMA


Nata nella seconda metà del Novecento, Sophie vive in una bella casa alla periferia di Monaco di Baviera. La sua è una famiglia di onesti lavoratori, scampata agli orrori della Seconda Guerra Mondiale.

Già da bambina ha la spiccata abilità di catturare le attenzioni di chi la circonda dimostrando da subito un carattere molto dolce ma altrettanto fermo: sa sostenere le sue volontà con naturale diplomazia.

La bellezza delle cose e della vita stessa è il perno  dei suoi sogni di adolescente.

Con la tenacia tipica di Aracne, riesce a costruire il suo mondo nonostante tutte le vicissitudini che deve affrontare e superare.


IMPRESSIONI


Ringrazio la premurosa Alice di AltroMondo Editore che nei giorni scorsi mi ha omaggiato di una copia cartacea del nuovo romanzo di Romanzo Montanari, che andrà ad arricchire la Collana dei pionieri, raccolta di romanzi ispirati a storie vere di imprenditori, custodita gelosamente nella mia libreria.

Mi ha fatto veramente piacere ricevere questo romanzo dal titolo  curioso e interessante: La tela di Arakne storia ispirata dalla indomabile vita di una donna in carriera.

In un settore aziendale prevalentemente dominato da uomini, mi è piaciuto leggere la scalata al successo di una donna reale, Sophie che, nella Baviera degli anni '70 ha saputo crearsi il futuro che sognava da quando era bambina puntando sulla sua dote principale, la pazienza. 

Nomi, luoghi e ditte sono stati cambiati per rispettare la privacy della protagonista, ma le  imprese di Sophie sono frutto della sua costanza e passione. 

Nata in Germania, in una famiglia medio borghese che dal dopoguerra è riuscita a crearsi una buona agiatezza economica contando sul lavoro di squadra dei genitori, Sophie  cresce amata da tutti e curiosa, alla continua ricerca di tutto ciò che si cela dietro alla bellezza, dall'arte alla natura.

La sua passione per la tecnologia in continua evoluzione, la spinge a frequentare, contro il volere del padre Otto, ma col benestare della madre che la voleva felice, studi artistici. 

Il padre amava profondamente quella figlia, ultimogenita e tanto desiderata. La considerava quasi una sua unica creazione e proprietà e spesso accadeva che si ritrovasse a volerne manipolare il futuro in modo da assicurarle, a suo parere,  una vita di agi e successi. 

Il tutto senza rispetto per le doti naturali di Sophie e per la sua felicità.

Se sulle scelte scolastiche Otto nulla poté, di sicuro sarebbe riuscito ad annientare le simpatie giovanili della figlia, manovrando i fili di una trovata geniale per far dimenticare il ragazzo che sta frequentando, a favore di un suo impiegato, molto più congeniale per lei, a suo umile avviso. Ovviamente, il tutto senza tener conto né del parere contrario della moglie, assertiva per buona pace familiare, né del volere e della felicità figlia.

È pur vero che erano altri tempi e un'altra cultura ma ciò non toglie che, di primo acchito, leggere di come un padre che asseriva di amare profondamente la figlia, volesse fare della sua vita, il suo ''sogno di gloria'', solo per soddisfazione personale e dare lustro alla famiglia, fa salire il nervoso.

È aberrante oltre che inconcepibile e, quello che mi ha infastidita più di ogni altra cosa, è il fatto che Sophie, per amore del padre, si sia piegata al suo  volere  senza battere ciglio e con tanta remissività, con grande dubbio e dispiacere della madre che, nonostante tutto, continuava a perseverare nel suo silenzio ''terapeutico''. Ma, andando 

Ad ogni modo la ragazza sposa  Daniel, l'impiegato modello del padre, infaticabile lavoratore e ragazzo di buon cuore.

I primi tempi tutto sembra filare liscio, Sophie ha trovato un buon lavoro in una importante azienda meccanica, continuando, nel tempo libero, a coltivare con amore gli studi sull'arte e l'estetica mentre Daniel è stato assunto da una casa automobilistica per produrre pezzi speciali per le macchine da Formula uno

La vita scorre placida seguendo la corrente della routine quotidiana, tra casa, lavoro e qualche cena con amici e parenti.

<< La vita di coppia riprese dalle situazioni lasciate provvisoriamente una ventina di giorni prima, ognuno impegnato a percorrere la sua strada professionale nel migliore dei modi che gli era consentito dalla situazione oggettiva che stava vivendo in quel momento e dal suo talento personale. >>

La routine si trasforma ben presto in stallo, e la coppia è ben felice di valutare nuove proposte di lavoro.

Per Daniel si aprono le porte della carriera ma il prezzo da pagare è alto: avrebbe dovuto trasferirsi in un'altra città a 250 km da casa, trasformandosi in uno dei tanti pendolari settimanali con lo stress che ne consegue.

Per Sophie  tutto ciò significa quello che in cuor suo probabilmente ha sempre saputo: rinunciare alla sua carriera per seguire il marito, ricominciando tutto dall'inizio oppure restare e veder crollare il suo ''matrimonio'' giorno dopo giorno.

Una decisione troppo pesante da prendere dal momento che sono in gioco la stima e l'affetto (non amore?) per Daniel, l'uomo che ha  sposare per far felice il padre, rinunciando ai suoi sogni. 

A dare una svolta decisiva ai dubbi di Sophie arriva un'importante proposta di lavoro con possibilità di carriera, proprio nel settore della tecnologia e della bellezza.

Un grosso brand cosmetico vuole lanciare una linea innovativa dall'ottimo rapporto qualità prezzo, rivolta alla maggior parte delle donne e il curriculum di Sophie sembra fare al caso.

Così la donna decide di accettare e mettersi in gioco in un campo a lei nuovo ma ricco di stimoli.

Questo però significa due cose: realizzare finalmente il suo sogno da un lato, la fine del suo matrimonio dall'altro.

In contemporanea con la fine del matrimonio, accolta forse con sollievo da entrambi, arriva una dura batosta per Sophie.

Il suo amato padre, omone forte e sano, da tempo accusa strani malesseri ed ha bisogno di cure.

L'esito degli esami clinici non lascia scampo, un aggressivo tumore osseo lo sta spegnendo giorno per giorno e gli restano pochi mesi di vita.

Il mondo crolla addosso a Sophie, ma non può permettersi di piangersi addosso, bisogna reagire e, anche su consiglio dell'ormai ex marito, la donna decide di restare vicino ai genitori diventando un nuovo membro dell'Azienda Cosmetica.

È proprio a questo punto della lettura che si conferma il carattere forte di Sophie, all'apparenza remissiva per amore verso la famiglia, ma colonna portante capace di sorreggere il peso delle difficoltà che la vita le mette lungo il percorso di vita.

Pur non essendoci una descrizione fisica di Sophie, me la immagino bellissima, alta e bionda, con lo sguardo azzurro e sbarazzino, con un leggero velo di malinconia, ma fiera e sicura del fatto suo. Donna che non si lascia sopraffare dalle avversità, decisa a portare a termine i suoi sogni, anche se questo significa scendere a compromessi che la rallenteranno.

Il nuovo lavoro rappresenta una novità e una sfida, ma il Presidente dell'Azione ripone piena fiducia nella donna e le affida da subito l'importante progetto del lancio di una linea innovativa di prodotti cosmetici dedicata alle donne. Prodotti di nicchia, di buona fattura e soprattutto con un buon rapporto qualità prezzo.

Sophie, nonostante qualche dubbio dettato dalla novità, è pronta a dedicare tutte le sue forze e la sua conoscenza e il frutto delle sue fatiche risulta innovativo e volto a produrre un buon guadagno. 

Il Presidente è soddisfatto del suo lavoro e la apprezza come donna, la linea di prodotti sta per essere introdotta sul mercato grazie alla sua propaganda pubblicitaria, cosa può andare storto?

Che la vita non è un film lo sappiamo tutti, ma che spesso riservi amari colpi di scena è all'ordine del giorno e Sophie sta per scoprirlo.

<<Purtroppo, cara Sophie, le sporche canaglie vanno sempre in giro con gli insospettabili panni dei gran signori e, sciaguratamente, è molto difficile difendersi dai loro attacchi.>>

Tutti pronti per l'imminente evento della messa sul mercato dei prodotti di punta della S&M Kowalczyk Shönhetesstil und Mode che l'Azienda rivale ESE Eleganza e Stile di Eva ha appena lanciato il promo pubblicitario di una linea cosmetica appena creata, in tutto e per tutto identici ai prodotti della S&M.

Lo shock iniziale è peggio di una doccia fredda, in tanti anni non era mai capitato.

Chi è la talpa che ha trafugato la documentazione aziendale?

Come riuscirà Sophie ad arginare il danno subito senza rimetterci il buon nome dell'Azienda, proprio adesso che è riuscita a realizzare il suo sogno?

Il futuro che si prospetta di certo non è una passeggiata, ma Sophie è una donna forte, disposta ad andare avanti anche a piccoli passi, superando tutti i nuovi ostacoli che si pareranno lungo il percorso della sua brillante e soddisfacente carriera...

Nonostante la troppa remissività dettata dall'amore verso i genitori, il personaggio ''Sophie'' mi è piaciuto tantissimo. È il simbolo della speranza, seguita dalla realizzazione.

L'insegnamento che mi è arrivato è che non dobbiamo fermarci al primo ostacolo, a volte se non lo si può superare, dobbiamo cercare di raggirandolo, altre bisogna scendere a compromessi per poter proseguire, ma senza mai perdere di vista il progetto nel quale crediamo.

Sophie, lavorando pazientemente come un ragno, giorno dopo giorno, spesso ricominciando tutto da capo, ha saputo tessere la tela del futuro che ha sempre desiderato, elastico ma resistente.

Anche questa volta Romano Montanari ci ha regalato una storia interessante che oserei definire evolutiva in quanto viene ben delineato il percorso di crescita, non solo fisica ma anche professionale della protagonista.

La lettura scorre piacevole e veloce grazie allo stile semplice ma coinvolgente, incuriosendo il lettore anche nelle parti più tecniche che riguardano le aziende, senza però perdersi in descrizioni complicate che potrebbero distogliere l'interesse dalla trama. 

Per chi già conoscesse Montanari non deve assolutamente perdersi questa nuova ''esperienza'', per chi ne sentisse parlare solo oggi, è un motivo valido per anche per apprendere il momento in cui ha conosciuto i personaggi dei suoi romanzi. 

Buona lettura,

Tania C.






lunedì 28 febbraio 2022

Recensione FIORE DI ROCCIA di Ilaria Tuti - Ed. Longanesi -

 




FIORE DI ROCCIA

Autore Ilaria Tuti

Ed. Longanesi

Collana La Gaja Scienza

Genere Narrativa Italiana

Formato Cartonato con sovraccoperta

Anno di pubblicazione 2020

Pag. 320

€ 18,80

Ebook presente in tutti gli store digitali


OSPITI DELLA VALIGIA

Buongiorno cari lettori della Valigia e buon inizio settimana. Come sapete, ogni tanto qualche  amica che mi racconta le sue ultime letture.

Oggi sono veramente contenta perché è venuta a farci visita una mia cara amica, la Dottoressa Silvia Colli che, nonostante i suoi impegni di formazione continua, ci ha voluto regalare una bella recensione.

Il romanzo da lei scelto, Fiore di roccia di Ilaria Tuti, edito da Longanesi, storico ed ispirato a fatti realmente accaduti, racconta il coraggio e la lotta delle donne  durante la Grande Guerra. 

Queste sono le impressioni di Silvia.


LA RECENSIONE DI SILVIA COLLI


Ilaria Tuti è nata nel 1976 a Gemona nel Friuli dove tuttora risiede.

Ha lavorato come illustratrice e successivamente ha pubblicato racconti gialli e fantasy in riviste e antologie ottenendo nel 2014 il Premio Gran Giallo Città.

Si è cimentata nella stesura del romanzo storico ''Fiore di roccia'' vincitore del Premio Internazionale di Letteratura città di Como VIII edizione - Sezione Narrativa Edita.

Con questo romanzo l'autrice celebra il suo attaccamento alla terra d'origine, dando vita ad una storia autentica ambientata nel periodo della Prima Guerra Mondiale. 

Per chi volesse approfondire, l'autrice ha segnalato i testi di riferimento da lei stessa consultati.

Il romanzo racconta una vicenda realmente accaduta che troppo a lungo è stata ignorata dalla storia ufficiale: la vicenda delle portatrici carniche che sono diventate anche loro soldati al fianco degli Alpini, fonte della loro resistenza.


<< Ci siamo riunite col buio, quando gli animali, i campi e gli anziani costretti a letto non avevano più necessità da soddisfare. >>


Sul confine della Carnia, nel mezzo della Prima Guerra Mondiale, le donne di Timau sono chiamate dal Comando in difficoltà 

Agata, la protagonista, e trenta compagne, alcune poco più che bambine, altre anziane, accolgono la richiesta di aiuto nonostante siano rimaste solo loro a prendersi cura dei vecchi e dei bambini al villaggio.


<< Conosciamo queste montagne più di chiunque altro, mi sta dicendo nel suo silenzio, le abbiamo salite e scese tante volte. Sapremo proteggerci, se necessario. >>


La loro conoscenza delle vette, la loro abnegazione in quanto donne è preziosa per gli uomini che si trovano sui monti nelle prime linee e ormai allo stremo.

Non possono più affidarsi alla speranza.

Caricano nelle loro gerle tutto ciò che serve al fronte e si arrampicano fino al fronte aggrappandosi con forza agli speroni con la stessa tenacia delle stelle alpine chiamate, nella loro lingua, fiore di roccia

I soldati hanno dato loro un nome, le portatrici, ma quello che trasportano non è solo vita: insieme ai viveri, ai medicinali, e ai corpi dei soldati da curare, trasportano anche munizioni e i morti che loro stesse dovranno seppellire.

La narrazione è scorrevole, anche nelle scene più cruente quali le piaghe sulle spalle martoriate delle donne, gli occhi blu dei soldati, i corpi martoriati: la descrizione è puntuale e nessuna parola è superflua.


<< In questa notte di inquietudine, affioriamo dall'oscurità come se vi fossimo avvezze, ma in realtà non lo siamo affatto. >>


Il filo conduttore del romanzo è la celebrazione del coraggio e della resilienza delle donne che si sono sentite chiamate alla guerra per difendere la vita attraverso gesti d'amore verso  sconosciuti che potrebbero essere i loro figli, i loro fratelli, i loro mariti.

È del futuro che si sono prese cura, sempre a disposizione di chi ha bisogno, anche facendo lavori che erano riconosciuti solo appannaggio degli uomini. La loro capacità l'hanno costruita sulla fatica e il sacrificio, ma in silenzio e la straordinaria resistenza dei loro corpi, a disposizione di chiunque ne abbia bisogno, si è tramandata di madre in figlia e si nutre di coraggio e iniziativa audace.


<< Se non rispondiamo noi donne a questo grido d'aiuto, non lo farà nessun altro. Non c'è nessun altro. >>


Questo romanzo rende giustizia alla forza che vive nelle donne e che ha avuto  un ruolo determinante nella Grande Guerra.

La storia vera delle portatrici è inserita all'interno di una storia d'amore tra Agata, la protagonista e il nemico. Il romanzo infatti inizia con il ritorno di Agata che, nel 1976 ormai anziana, torna nella sua terra da cui è dovuta scappare perché traditrice. La Carnia ha tremato e il Friuli si è trovato sommerso dalle macerie. 

La donna torna indietro con la memoria e rivive il momento in cui si è trovata a dover decidere se lasciar morire il cecchino ferito o provare a salvarlo incorrendo però nell'accusa di alto tradimento. Ma il sangue del Diavolo Bianco non era così diverso dal suo e ha riconosciuto in lui l stesso sguardo spaventato. Per la prima volta ha visto la guerra attraverso gli occhi del nemico. 

Da quel momento non è stato più possibile distinguere il buono dal cattivo. 

Dalla lettera cucita all'interno della giacca del ferito, Agata scopre che il Diavolo Bianco ha un nome, si chiama Ismar ed è un ingegnere che ama costruire, ma la guerra lo ha costretto a distruggere. Ha riconosciuto qualche parola e le altre le ha intuite perché simili al timavese. 

È così che i colori più chiari della pelle e dei capelli, che sembravano uno spartiacque tra loro come le creste delle montagne che separano le rispettive terre, sono quelli che ora ritrova nei loro figli e che nei loro nipoti si sono nuovamente mescolati. Sono gli stessi colori che rivede oggi nei giovani dell'Esercito austriaco che hanno violato diversi trattati per venire ad aiutare il Friuli a raccogliere le macerie.

Questa volta è stata un'invasione pacifica che ha valicato i confini per costruire invece di distruggere.

Tutto questo in nome di un sentimento di comprensione e indulgenza verso gli altri, di una propensione ad essere aperti pur mantenendo la propria diversità ed unicità che è racchiusa nella parola umanità.


RINGRAZIAMENTI

Ringrazio di cuore Silvia per questa bella e accurata recensione, con la speranza che voglia regalarcene presto altre.

Non ho letto Fiore di roccia, ho solo un piccolo inserto con un estratto dei primi capitoli, trovato in omaggio sulla rivista Il libraio, ma mi riprometto di leggere il romanzo al più presto, affidandomi alla relatività per il concetto di ''presto''... 

Mai come oggi questo romanzo della Tuti è di grande attualità e credo possa essere di aiuto per capire quanto sia fondamentale, in tempi in cui la pace mondiale è seriamente a rischio, restare tutti uniti e lottare per difendere il diritto alla vita. 

La guerra non fa distinzioni di sesso, colore e nazionalità, quando si è sotto assedio non esiste più il fuoco amico o nemico: è fuoco mirato a distruggere il creato e come tale va fermato.

Sperando che Fiore di Roccia abbia incuriosito anche voi, vi auguro una buona lettura e ringrazio ancora Silvia per il tempo prezioso che ci ha dedicato: la Valigia è sempre aperta per te, passa a trovarci quando vuoi.

Buona lettura,

Tania C.


 

giovedì 24 febbraio 2022

Recensione MASSUD Il leone del Panshir di Michael Barry - Ed. Ponte Alle Grazie -

 




MASSUD

Il Leone del Panshir


Autore Michael Barry

Traduzione di Marina Visentin

Ed. Ponte Alle Grazie

Anno di uscita della nuova edizione 2022, gennaio

Formato Brossura

Genere Biografia

Pag. 288

€ 18

Ebook disponibile in tutti gli store digitali


CONOSCIAMO L'AUTORE


Michael Barry, nato a New York nel 1948, è uno storico del Medio Oriente e del mondo islamico. Dal 2004 insegna cultura islamica presso il Dipartimento di studi sul Vicino Oriente dell'Università di Princeton e dal  2009 ricopre la carica di consulente speciale per l'Aga Khan Trust for Culture. La sua conoscenza dell’Afghanistan, dove guidò molte missioni umanitarie, gli è valsa la fama internazionale di esperto di questo Paese. Con Massud ha vinto nel 2002 il prestigioso Prix Femina.



TRAMA


Il 9 settembre 2001, due giorni prima dell'attentato alle Twin Towers, Massud muore, vittima di un attentato suicida. Cala il sipario sulla vita di un personaggio leggendario dell'Afghanistan contemporaneo. Il capo carismatico dell'opposizione ai sovietici prima e ai Talebani poi. Ma chi era veramente questo uomo carismatico e misterioso? Uno dei tanti signori della guerra che hanno fatto leva sulla propria etnia per saccheggiare il paese? Un condottiero convinto della necessità di introdurre la democrazia in Afghanistan? Un capo musulmano più intelligente e subdolo di altri, capace di sfruttare l'entusiasmo degli operatori umanitari e dei giornalisti occidentali per i suoi scopi? Un mistico che non ripudia l'azione, appassionato di poesia e sostenitore di una spiritualità dell'Islam? Per Michael Barry, uno dei più importanti conoscitori della storia afghana, Massud è soprattutto l'unico leader che avesse come scopo l'unità del suo paese. In questo saggio, l'autore ricostruisce un periodo della vita di un personaggio che si è trovato coinvolto nella doppia lotta contro i totalitarismi, lotta che ha combattuto con estremo coraggio e da cui ne è uscito in un certo senso sconfitto, diventando un martire e incarnando così <<l'emblema di un eroismo della libertà, di un genio strategico messo generosamente al servizio di una tenace lotta per l'indipendenza nazionale>>.


IMPRESSIONI

Per questa copia cartacea di MASSUD Il Leone del Panshir, ringrazio di cuore Carolina e Matteo di Ponte Alle Grazie che me l'hanno gentilmente offerta.

Il mio interesse per l'Afghanistan mi ha spinta a conoscere qualcosa in più sull'uomo che ha lottato fine alla fine per liberare il suo paese dai regimi totalitari che lo hanno messo in ginocchio da sempre. 

Ho impiegato tempo ed energie nella lettura, il testo si presenta  molto compatto, un concentrato di storia antica e moderna dell'Afghanistan, spesso difficile da comprendere e accettare.

Vista la complessità dei fatti storici viene quindi naturale, per ogni fatto riportato,  fare ricerche, aprire nuove piste e porte della conoscenza, lasciando sfociare la lettura nell'approfondimento infinito, come una gigantesca matrioska.


<< Lo scacchiere geopolitico mondiale fu l'oggetto costante delle sue attive riflessioni. >>


La ''biografia'' di Massud è un lungo racconto ricco di fatti, aneddoti e approfondimenti psico-politici del fiero paladino che ha combattuto fino alla morte per i suoi ideali democratici, per liberare il suo paese e il suo popolo dalla dittatura sovietica e talebana.


<< Fino al 1992, sono stato dunque piuttosto diffidente nei confronti di Massud. Sospettavo fosse un abile tattico islamista, che nascondeva i suoi disegni per raccogliere appoggi dall'esterno nell'attesa di prendere il potere e di svelare, una volta a Kabul, un programma probabilmente orrendo. >>

Un condottiero che a volte è stato anche messo in dubbio dal suo popolo e dagli occidentali, con l'accusa di fare il doppiogioco a causa le sue idee liberali  a favore di un  paese più occidentalizzato e laico.

Barry, dopo un'iniziale diffidenza nei riguardi di Massud, sfociata poi in salda amicizia, ci presenta in modo chiaro e completo un quadro complesso di storia e geopolitica dal punto di vista, forse un po' coinvolto ma sempre molto obiettivo, di chi conosce approfonditamente anche l’Afghanistan grazie alle sue esperienze in prima linea con le numerose missioni umanitarie vissute tra le ostili montagne afghane.

Durante la prima occupazione talebana dell’Afghanistan, qualche giorno prima dell’attentato  alle Torri Gemelle negli Stati Uniti, i fondamentalisti islamici tesero un agguato, con  brutale esito, alla vita di chi non aveva mai voluto scendere a compromessi con loro, combattendoli su ogni fronte.


<< Il suo viso è famoso in tutto il mondo: barba rada, naso aquilino, sguardo tagliente come una lama, fissato per sempre nel momento della sua morte violenta a quarantotto anni... >>


Ahmad Sahah Massud, leader afghano dal grande carisma, mussulmano praticante ma moderato, studioso della filosofia, abile giocatore di scacchi e votato alla causa della libertà.

Un uomo umile ma fiero, colto, ma soprattutto un brillante stratega militare fin da giovanissimo.

Nato nel Panshir nel 1953, da una famiglia tagika, la sua formazione culturale segue gli spostamenti del padre, ufficiale della polizia afghana poi promosso a capo della polizia di Herat.

Non aveva ancora trent'anni, negli anni '70, che la sua resistenza e le sue battaglie contro l'invasione russa erano  già leggenda, ma la fama crebbe con la guerriglia contro i talebani negli anni successivi al totalitarismo sovietico.

Il suo sogno di un Afghanistan finalmente libero da ogni regime dittatoriale stava per avverarsi, quando i talebani terrorizzarono il popolo e devastarono il paese per poi togliere definitivamente di scena, nel 2001, Massud, l'uomo che aveva osato contrastarli.

È il 9 settembre 2001 e due falsi giornalisti di una tv marocchina si presentarono al Leone del Panshir, all’epoca eletto Generale  Ministro della Difesa, per intervistarlo. L’intervista si rivelò una trappola, infatti dentro alla macchina da presa era nascosta una bomba che ucciderà sul colpo il Generale e uno dei due terroristi, mentre il secondo perirà sotto il fuoco delle guardie del corpo di Massud.

La rivendicazione dell’attacco venne attribuita da una parte ad Al Qaeda, dall’altra a una cellula facente parte di un’organizzazione con sede a Bruxelles.

Il mondo verrà a conoscenza della morte di Massud solo due giorni dopo l’attentato, in concomitanza con la strage dell’11 settembre.

Nonostante la resistenza del Panshir, guidata dal figlio Ahmad, dopo l'assassinio del padre ''Shir-e Panjshir'', il Leone del Panshir - Massud, nulla impedì ai talebani di tornare al potere con un nuovo governo dittatoriale lo scorso agosto.

Ripercorrendo minuziosamente il periodo storico dagli anni '70 ai giorni nostri, Barry mette in luce la figura di un Condottiero nostalgico e riservato, risoluto e grande stimatore della cultura occidentale che ha pagato troppo caro il sogno di vivere, finalmente, in una terra democratica e libera.

Sicuramente non è una biografia da leggere sotto l'ombrellone per svagare la mente, ma credo che questo testo debba essere letto e studiato in modo da capire chi era e cosa è diventato oggi l'Afghanistan.

Consigliato a chi ama la storia, le strategie e le riflessioni di uno dei più importanti personaggi storici moderni divenuto leggenda agli inizi del secolo. 

Con un pizzico di impegno e buona volontà riuscirete a catapultarvi nella resistenza di Massud, che sarà felice di accompagnarvi nel suo lungo percorso verso la libertà.

Buona lettura,


Tania C.





mercoledì 23 febbraio 2022

Recensione IL CERCATORE DI TENEBRE di Femi Kayode - Ed. Longanesi -

 




IL CERCATORE DI TENEBRE

Autore Femi Kayode

Traduzione Andrea Carlo Cappi

Ed. Longanesi

Anno di uscita 2022

Genere Azione-Thriller psicologico

Collana La Gaja Scienza

Formato Cartonato con sovraccoperta

€ 18,60

Pag. 400


CONOSCIAMO L'AUTORE


Femi Kayode, nigeriano, ha studiato psicologia e si è sempre dedicato alla scrittura. Ha lavorato a lungo nella pubblicità e nella tv come autore di programmi e di sceneggiature. Il cercatore di tenebre, il suo romanzo d’esordio, ha vinto il Little, Brown Crime Fiction Award ed è stato tradotto in tutto il mondo. Vive in Namibia, con la moglie e i due figli.


TRAMA

Tre ragazzi, un atroce destino. Il mondo intero ha visto chi li ha uccisi. Quello che nessuno sa è il perché.

Lo psicologo forense Philip Taiwo in Nigeria è considerato  uno dei più autorevoli esperti del comportamento e della violenza delle folle.  È per questo che a lui si rivolge un importante manager nigeriano per indagare su un atroce fatto di cronaca che ha visto fra le vittime suo figlio: la tortura pubblica e l’omicidio di tre studenti universitari di Okriki da parte della folla. Fin dal momento in cui Philip scende dall’aereo che da Lagos lo porta nella remota cittadina, ed è investito dalla frenesia di­sordinata del piccolo aeroporto, si rende conto che l’indagine sarà tutt’altro che semplice. Soprattutto perché gli anni trascorsi negli Stati Uniti gli hanno fatto dimenticare gli usi e le abitudini dei suoi conterranei, il tribalismo ancora forte che regola le relazioni. Con l’aiuto del suo fedele autista personale, Chika, Philip deve lottare contro i tanti che cercano di intralciare le indagini, e più approfondisce più si rende conto che avvicinarsi alla verità è un percorso sempre più pericoloso.

Ispirato a un tragico episodio realmente accaduto, Il cercatore di tenebre è un romanzo che scava alle radici più profonde del male e che spalanca le porte alla magia senza confini del­l’Africa contemporanea, raccontando tutti i contrasti col mondo occidentale e la stupefacente ricchezza di una cultura ancestrale piena di luci e di tenebre.


IMPRESSIONI

Per questa bella copia cartacea de ''Il cercatore di tenebre'' di Femi Kayode, arrivatami a sorpresa, ringrazio i ragazzi di Casa Editrice Longanesi. 

Mi ha fatto veramente piacere riceverla perché ero rimasta affascinata dalla trama e dallo scenario di una splendida e travagliata terra della mia amata Africa.

Il romanzo è ambientato in Nigeria, una sconfinata regione piuttosto selvaggia e inospitale, con un'importante sbocco sul mare.

L'autore, percorrendo i fatti di una macabra esecuzione di massa  realmente accaduta nel 2012, ci porta a Lagos, più precisamente ad Okriki, una immaginaria città universitaria dell'entroterra dal torrido clima equatoriale, poco distante da Port Harcourt, P.H. per i nigeriani. 

La Nigeria è uno degli Stati più ancestrali e radicati dell'Africa centro-occidentale, nonché il più popoloso. I nigeriani, molto legati alle  tradizioni tribali tramandate da generazioni e che richiamano alla violenza di una vendetta collettiva, hanno compiuto un macabro massacro ai danni di tre universitari. 

Tre giovani, bruciati vivi dopo essere stati selvaggiamente torturati da una folla inferocita per motivi all'apparenza diversi e assurdi. 

Uno dei giovani barbaramente linciati è il figlio un influente e ricco banchiere del luogo, Emeka Nwamadi

Da qui comincia l'emozionante racconto narrato dalla voce di Philip Taiwo, nigeriano, psicologo forense, formatosi negli Stati Uniti e divenuto famoso in Nigeria grazie alla sua professionalità nello studio sul comportamento violento delle masse durante i crimini.

Trasferitosi nuovamente in Nigeria, le certezze di Philip crollano quando l'unione della sua  bella famiglia viene messa in pericolo: la moglie Folake, brillante avvocato,  lo sta palesemente tradendo con un ragazzo molto più giovane di lei e sembra decisa a portare avanti la relazione, tenendolo all'oscuro e giocando alla moglie innamorata e non ricambiata da un marito ''assente''. 

Lui ha visto tutto, ma non ha il coraggio di parlarne se prima la moglie non si decide a confessare. 

La sua integrità psicologica sta vacillando, tra la paura di perdere tutto ciò che ama e il pensiero di trovare una spiegazione razionale al tradimento di Folake.

A causa di questa insicurezza anche il rapporto coi figli, due gemelli e una bambina, sembra raffreddarsi.

Per cercare di distrarsi dai drammi personali e andando contro alla volontà di Folake che lo vorrebbe a casa al sicuro con lei, Philp decide di accettare le pressioni del padre affinché si occupi di un barbaro pluriomicidio successo un anno prima: il linciaggio da parte della folla di tre studenti nigeriani di Okriki. 

La sua missione è quella di indagare in particolare sulla morte del figlio di un carissimo amico di suo padre, Emeka Nwamadi, cercando di scagionare la memoria del ragazzo dall'accusa di furto.

Il caso ha destato molto scompiglio in tutta la Nigeria, il video dei tre ragazzi messi al rogo ancora vivi dopo un violento pestaggio da parte del branco, ha fatto il giro del mondo, sia nella finzione del romanzo che nella  realtà, anche se il macabro video non è più presente in rete e se i ragazzi deceduti erano quattro.

Compito di Philip è sì quello di scoprire il perché il figlio del banchiere, giovanotto di buona famiglia e studente modello, si trovasse implicato nel linciaggio con l'accusa di furto, ma soprattutto  far luce su cosa abbia spinto quel nugolo di gente ad usare una violenza talmente barbara, al limite del disumano verso i tre ragazzi.

Anche se la Polizia che un anno prima si è occupata del caso lo ha archiviato come legittima difesa per i furti subiti, molte persone, oltre ai genitori dei ragazzi, non sono convinte dei fatti accaduti, consapevoli di come sono state svolte le indagini e di come funziona il sistema legale da quelle parti.

Nel 2013 si cercò di mettere in atto, senza successo, un codice di condotta per limitare gli abusi, quasi sempre causati da problemi di ordine tecnico all'interno dei corpi di polizia, sottopagati e sfruttati, quindi facilmente corruttibili. 

La Costituzione vigente in Nigeria proibisce e punisce  la tortura ma, nonostante nel 2017 ci fu un atto implementativo anti tortura, non ufficiale, ancora oggi si registrano casi di grave abuso da parte delle Forze dell’Ordine. I Corpi di Polizia nigeriana sono stati spesso accusati di corruzione, estorsione, violenza sessuale e violazione dei diritti umani. 

<< Mentre Cika e io torniamo alla macchina, non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che gli occhi gelidi dell'ispettore Omereji ci stiano seguendo. >>

Così, aiutato dal fidato autista Chika e dalla misteriosa Salome, una bellissima donna conosciuta durante il viaggio in aereo tra Lagos e P.H., Philip inizia le sue personali indagini sul caso recandosi nella torrida e  ostile Okriki.

Arrivato nella cittadina universitaria si rende subito conto di quanto la permanenza negli Stati Uniti lo abbia cambiato, non solo fisicamente, ma socialmente e psicologicamente.

Gli sembra quasi che durante gli anni negli States, la sua memoria sia stata offuscata da una coltre grigia che gli ha impedito di ricordare quanto la sua terra sia ancora legata alle  ataviche tradizioni tribali e di quanto corruzione e abusivismo da parte delle Forze dell'Ordine regnino sovrani. 

La legislatura nigeriana è un labirinto molto intricato per via della concomitanza di leggi statali, locali e federali e per la grande varietà di fonti legislative, in vigore a seconda della regione  di appartenenza.

In pratica è una sistema common law che non viene applicato uniformemente in tutto lo Stato, differenziandosi in due principali sistemi giuridici, quello del nord di stampo religioso e quello del sud  con suo  proprio Codice Penale, differente da quello del nord ma entrambi arricchiti da norme non scritte e non ufficiali tuttavia correntemente applicate dalle varie tribù etniche e culturali. 

Per Philip e Chika si prospetta una sfida ardua e pericolosa, e Chika, suo malgrado, deve spesso ricordare a Philip che la Nigeria non è l'America dove le indagini possono essere condotte alla luce del sole, senza sporchi sotterfugi e nella legalità.

In Nigeria,  a mettere le mani in una ferita aperta e mai curata si corre il rischio di ''infettarsi'', esponendosi a gravi pericoli manovrati dall'occhio vigile di una sorta di ''Grande Fratello'' che controlla, spesso anticipando, ogni loro mossa. Philip lo imparerà fin da subito, seguendo false piste, cercando ciò che non deve essere trovato e finendo nei guai per poi dover ricominciare tutto dall'inizio.

Scoprirà che le sue indagini lo porteranno ad aprire un nuovo ''Vaso di Pandora'' pronto a rilasciare tutto il male e la ferocia di un popolo allo stremo e in fondo al vaso non sempre c'è la speranza.

<< Ciao Americano. Ho sentito che hai fatto scalpore oggi, in città. >>

Intorno al necklacing subito dai ''Tre di Okriki'' aleggiano troppi misteri irrisolti, troppi insabbiamenti e, in particolar modo, l'ostilità dei cittadini tende a confondere le indagini portando spesso i due uomini in fondo a vicoli ciechi e mettendo in grave pericolo la loro vita.

Chika stesso sembra nascondere un grosso segreto sul suo passato, divenendo fonte di pericolo per entrambi.

Anche Salome, nonostante si dimostri disponibile ad aiutarli a fare finalmente luci sul linciaggio, sembra nascondere importanti segreti sui fatti realmente accaduti quel giorno.

<< Mi hai fatto sorvegliare? >>

<< Non è come pensi tu, Americano. Volevo essere sicura che stessi bene. >>

Chi sono, in realtà Chika e Salome? Perché lui sembra già conoscere il perché dei fatti sui quali indagando e perché Salome sembra conoscere le loro mosse? 

Chi era in realtà il figlio di Emeka Nwamandi e faceva veramente parte di una Confraternita-Setta Universitaria?

Le confraternite universitarie nigeriane hanno da sempre commesso atti violenti di origine politica, etnica, religiosa e sessuale, contro diverse persone, provocando gravi danni fisici e mentali fino ad arrivare alla morte, spesso per linciaggio da parte di una folla inferocita.

Perché la Polizia, dopo aver arrestato alcuni dei ragazzi che hanno preso parte al linciaggio li ha rilasciati dopo poco per insufficienza di prove senza fare ulteriori indagini?

<< Non riesco a risolvere il  dilemma, perché  comincio a precipitare in uno spazio vuoto senza fine. >>

Tra scariche di adrenalina e sparatorie al cardiopalma, tra ambigui giri di droga e attentati in nome della religione, Philip, riuscirà a comprendere cosa ha spinto la folla a compiere un atto così squilibrato e chi è il vero colpevole?

Scavando nel torbido di una società ostile, il rischio di perdere le speranze e la fiducia, oltre la vita,  è altissimo e lo psicologo capirà a sue spese che se vorrà  trovare delle risposte plausibili, dovrà fidarsi solo di sé stesso, perché nulla è come sembra e nessuno è chi dice di essere, nemmeno suo padre, perché certe domande una risposta non ce l'hanno...

Anche se è al suo primo romanzo, l'autore mette tutto sé stesso per dare voce alla disperazione di una madre che ha perso il figlio nel modo più disumano che possa esistere: nudo, linciato e bruciato vivo per mano di un gruppo formato  dai suoi stessi concittadini. 

Così sono andati i fatti:

''È il 2012 e in Nigeria quattro studenti universitari, a causa di un equivoco alquanto sospetto, sono stati pestati e bruciati vivi dalla folla che li ha scambiati per ladri.

I ragazzi si erano recati in un villaggio per cercare di aiutare un amico a recuperare dei soldi che aveva prestato ad un altro ragazzo, restio a saldare il debito.

Nel giro di poco tempo i quattro amici vengono scambiati per ladri e, mentre qualcuno gridava ''al ladro'', la folla radunatasi intorno ai ragazzi, inspiegabilmente in presa da una furia distruttiva, li stava massacrando di botte per poi bruciarli ancora vivi.

Nessuno si è degnato di avvisare le Forze dell'Ordine. In Nigeria è impensabile, in quanto la Polizia, collusa e corrotta, è considerata molto più pericolosa dei criminali stessi. 

Così i quattro ragazzi vengono lasciati in balia della violenza di una delle numerose gang di giustizieri del villaggio, che agiscono privatamente, in nome della violenza gratuita.

Alla fine di questa barbarie, dopo che i video dei quattro ragazzi nudi, massacrati e bruciati hanno fatto il giro dei media di tutto il mondo, sono state arrestate tredici persone e sono stati denunciati altri episodi simili in giro per la Nazione seguite da calorose proteste volte a chiedere aiuto per far cessare questi episodi violenti.

Ed è proprio la madre di uno dei ragazzi che si fa portavoce dei tanti omicidi compiuti, continuando a lottare affinché si prendano provvedimenti per mettere fine a queste atrocità prive di ogni senso umano.

Un grido disperato che, senza uno stato di diritto e un sistema di Forze dell'Ordine integerrimo è destinato a perdersi nell'immensità della savana nigeriana.'' 

( fonte dalle pagine di cronaca locale dell'epoca trovate in rete )

Ho letto d'un fiato questa storia, insieme a Philip ho sentito il sudore colarmi lungo la schiena e il respiro mozzato dall'afa equatoriale. Ho sentito il cuore schizzare in gola mentre veniva descritta la scena dell'omicidio e ho sentito il fuoco della rabbia divampare mentre la Polizia e i cittadini cercavano di insabbiare i fatti mettendo tutto a tacere.

Come Philip mi sono chiesta pure io cosa spinge una o più persone a scagliarsi contro un proprio simile solo per torturarlo fino a fargli esalare l'ultimo respiro.

L'unica risposta plausibile,  inconcepibile, che ho cercato  di  darmi è la follia, ma non è una risposta che posso accettare.

Femi Kayode, col suo primo romanzo, riesce a far centro, dando vita ad una storia mai scontata, ricca di suspense e azione, capace di coinvolgere il lettore con tutti i sensi, dalla vista al gusto, senza tralasciare emozioni per il propriocettivo.

Ottima la traduzione di Andrea Carlo Coppi che rende fluida e piacevole la lettura.

Consiglio questo romanzo a chi ama l'azione, i misteri e l'Africa, sicura che sarà una lettura interessante e ricca di spunti su cui riflettere.

Con la speranza che Kayode continui a scrivere altre storie avvincenti, vi auguro buona lettura.

Tania C.




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martedì 15 febbraio 2022

Recensione COPRIMI LE SPALLE di Gabriella Nobile - Ed. Chiarelettere -

 


COPRIMI LE SPALLE

Gabriella Nobile

Ed Chiarelettere

Formato Brossura

Collana Ri-creazione

Pag. 224

€ 16,00


CONOSCIAMO L'AUTRICE


Gabriella Nobile di giorno lavora come agente di fotografi e artisti, di sera si dedica all’associazione che lei stessa ha fondato, Mamme per la pelle. Da anni si occupa di problemi legati alle discriminazioni subite da giovani di origini diverse, cercando di opporsi ai pregiudizi che purtroppo sono diffusi a tutti i livelli sociali. Ha due figli neri adottati. È autrice del saggio I miei figli spiegati a un razzista (Feltrinelli 2020).


TRAMA

“Sei nera, si vede che non sei italiana.” Da quando il colore della pelle stabilisce la nazionalità di una persona? “Avete i documenti? Seguiteci in caserma.” Per quanto tempo ancora dei comuni cittadini appariranno sospetti perché di diversa etnia? In Italia il razzismo è bandito dalla Costituzione, eppure dilaga negli strali dei politici di destra, ogni tanto nell’agire delle forze dell’ordine e, in modo più grave, perché spesso inconsapevole, nella mentalità di tutti noi, quotidianamente bombardati da immagini e notizie che mettono in guardia dai migranti che ci invadono per delinquere e vivere sulle nostre spalle. L’odio nasce dal pregiudizio e dalla mancanza di ascolto. È al riparo dai condizionamenti che cresce l’empatia. Per questo solo le nuove generazioni potranno innescare un cambiamento.

Gabriella Nobile ci accompagna nelle vite dei ragazzi di origini diverse che vivono in Italia e in quelle dei loro coetanei bianchi che indossano la divisa. Storia dopo storia, attraverso le loro voci, ci addentriamo in vissuti avventurosi, talvolta tragici. In percorsi di scelta tortuosi o fortuiti. In trame di so­fferto riscatto ma anche di scanzonata adolescenza. Due entità che di solito non si rispettano e si temono finalmente si fermano ad ascoltarsi. Fuori dagli schemi, gli uni e gli altri scopriranno di parlare la stessa lingua, ma soprattutto di essere alla ricerca della stessa cosa: appartenere a una società più giusta.


IMPRESSIONI


Ho fortemente voluto questo libro per il quale devo ringraziare Tommaso e Alice di C.E. Chiarelettere che mi accontentano sempre.

La disamina della Nobile, accurata e scorrevole, riporta testimonianze molto forti, spesso scabrose, rilasciate dalle due facce di una stessa medaglia.

Per molti questa medaglia rappresenta il ''crimine'', sia materiale che morale,  mentre le due facce si identificano in ''Diversi e Forze dell'Ordine''.

I ''Diversi'' sono rappresentati da chi proviene da terre lontane, spesso considerati ''criminali'' o presunti tali solo perché stranieri e quindi sconosciuti, mentre le Forze dell'Ordine che cercano di contrastare il crimine, vengono raffigurate come i cattivi perché spesso, come riportano molti fatti di cronaca, abusano del loro potere.

I rappresentanti della giustizia, quelli che dovrebbero ''coprirci le spalle'' ma preferiscono accusare, solo perché è più facile lasciarsi dominare dai pregiudizi verso ciò che non si conosce invece di cercare  un dialogo chiarificatore.

Abbiamo superato il primo Ventennio del Duemila, ma la storia non ha insegnato molto e continua, passatemi il termine un po' forte, a perpetrarsi da che l'uomo è apparso sulla terra.

Nonostante l'evoluzione sociale e  leggi specifiche che  condannano il razzismo, ancora oggi si compiono discriminazioni xenofobe verso i più deboli o verso chi viene ancora considerato ''diverso'' per il colore della pelle o solo perché arriva da lontano.

<< Mia nonna diceva sempre: '' le colpe non stanno mai da una parte sola ma stanno sempre nel mezzo.'' >>

Fortunatamente le medaglie hanno anche un rovescio ed esistono ancora persone con una grande umanità, capaci di tendere una mano al prossimo, di andare oltre alla ''diversità'' dell'ignoto, di fare il loro lavoro con onestà e altruismo, capaci di ascoltare la disperazione altrui.

Gabriella Nobile sfata anche il falso mito che tutti gli extracomunitari che arrivano sulla nostra terra lo fanno solo per delinquere perché fuggono da realtà dove, non solo la delinquenza, è pagata con la vita. 

<< Dove andiamo? >>.

<< A fare in c@@o. Dovevamo tornare con uno spacciatore, non con la denuncia di una professoressa isterica. >>

Scava a fondo nella confessione di Luca, un giovane Carabiniere che crede fermamente nei valori che la sua divisa rappresenta e che cerca di vestire con dignità e coraggio. 

Non lo giudica, ma cerca di capire il perché  delle umiliazioni che lui, passivamente e i suoi colleghi e la comunità attivamente,  hanno riversato ingiustamente su un ragazzino africano che stava solo andando a scuola. 

Luca che avrebbe potuto intervenire in difesa di quel ragazzino ma non lo ha fatto solo perché gli era stato ordinato dall'alto di stare fermo e zitto.

A volte, pur rappresentando la giustizia si è impotenti, si hanno le mani legate e ogni gesto di umanità o di legalità viene visto come sfregio, come crimine dell'uno verso l'altro: chi ci dovrebbe difendere, coprire le spalle, diventa il nostro carnefice solo perché non è riuscito a capire chi siamo e cosa vogliamo.

Puntare il dito contro una '' divisa '' o contro '' il presunto colpevole '' è più facile che cercare di capire il motivo che ha spinto entrambi ad agire in un determinato modo. 

Così come è più facile dare per scontata la malafede di una persona sconosciuta ed extraeuropea che prova ad integrarsi senza  ricevere l'aiuto del quale abbisogna. 

Attraverso i racconti di Luca, Sail, Antonio che, nella sua Sicilia ha salvato tante vite lasciate a sé stesse, in balia delle onde, mettendo a rischio la propria, l'intento della Nobile è quello di dare voce a discriminati e discriminanti per far loro capire che, alla fine, entrambi desiderano la stessa cosa: un mondo più equo, dove regni l'uguaglianza per tutti.

E questo potrà avvenire solo facendo un passo indietro e imparando, guardandosi negli occhi, ad ascoltare la voce del cuore che parla la stessa lingua in tutto il mondo.

Proprio basato sull'ascolto, a novembre 2021 la Nobile ha dato il via ad un ''folle'' progetto pilota, proposto e subito  accettato dall'ex Magistrato Gherardo Colombo e che grazie all'aiuto del Ministero, dell'Oscad ( Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori ) e dei professori Cornelli e Ceretti, permetterà alle Forze dell'Ordine ed a molti ragazzi di diversa etnia, di trovare finalmente un punto d'incontro.

Guardandosi finalmente non  più di spalle ma negli occhi, senza gridare, ma fermandosi ad ascoltare chi si ha davanti.

Lo scopo del progetto è quello di informare i ragazzi su quante difficoltà incontrino ogni giorno le Forze di Pubblica Sicurezza  cercando di contrastare il mancato senso civico, la discriminazione e la delinquenza scoppiata in molte zone dove regna la violenza.

Le Forze dell'Ordine verranno invece informate su come si è evoluta etnicamente la popolazione italiana nell'ultimo decennio e, grazie alla segnalazione di Mamme per la pelle, saranno anche invitate a riflettere sui pregiudizi verso chi ha la pelle di diverso colore.

Se il progetto funzionerà e si riuscirà finalmente a stabilire un dialogo, si potrà adottare un protocollo condiviso nei corsi di formazione delle Forze dell'Ordine, nelle scuole superiori e nelle università, in modo che un domani ''coprimi le spalle'' assuma il suo vero significato: quello di proteggere.

Nonostante la lettura sia filata liscia e fluida, attraverso la coralità di molti ragazzi, ho trovato molte difficoltà a cercare di rimanere obiettiva nell'elaborare i vari racconti. Forse perché sono troppo coinvolta, o forse perché uno degli scopi dell'autrice è proprio quello di invitarci a riflettere, di indurci all'obiettività, di fermarci ad ascoltare col cuore le voci uguali e contrarie di chi racconta i fatti da prospettive differenti.

Non so se ci sono riuscita, ma quello che le storie raccontate mi hanno insegnato è che molto spesso io stessa non presto abbastanza attenzione all'ascolto, spendendo troppe parole, energie e sentimenti cercando di capire e farmi capire da chi sta parlando la mia stessa lingua senza riuscire a comprenderla. 

Sicuramente questa raccolta di testimonianze è un ottimo spunto dal quale partire per aprirci alla conoscenza, per andare oltre le nostre paure del ''diverso'' e poterci integrare al meglio nella vita quotidiana.

Un libro che consiglio soprattutto ai più giovani e a chi aspira ad indossare una divisa, in modo da capirne un po' di più ed essere degno e fiero di rappresentare un porto sicuro per chi ha bisogno e confida nella giustizia.

Buona lettura, 

Tania C.




Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...