AADAM ED EVA
Aarto Paasilinna
Ed. IPERBOREA 29 novembre 2019
Prima pubblicazione 1993 ad Helsinki
Pag. 243
Coperitina semirigida goffrata
Traduzione dal finlandese di Marcello Ganassini
€ 17,00
CONOSCIAMO L'AUTORE
Aarto Pasilinna - foto dal web-
Aarto Paasilinna (20 aprile 1942 - 15 ottobre 2018) è stato un ex guardaboschi, ex giornalista ed ex poeta. In Finlandia è diventato uno scrittore di fama grazie alla capacità di raccontare ogni storia tragica ridendo. Dopo L'anno della lepre, che in Italia ha superato le 120.000, Iperborea ha pubblicato altri suoi diciassette romanzi tra i quali Piccoli suicidi tra amici, Il bosco delle Volpi Impiccate e Il miglior amico dell'orso.
TRAMA
Aadam Rymättylä è un piccolo imprenditore svedese che si giostra tra una fila interminabile di crediti, debiti e pignoramenti e una squadra di figli da mantenere: sette figli con tre diverse madri, a dimostrazione della sua passione inarrestabile per l'amore, che ovviamente, come tutte le cose, ha il suo prezzo.
Costretto a vivere nel magazzino della ditta di Tattarisuo a Helsinki, non si lascia abbattere dagli eventi e, continuando i suoi esperimenti esplosivi, spera di riuscire un giorno, a mettere a punto una nuova batteria ultra leggera in grado di rivoluzionare il sistema energetico mondiale. Ma la malasorte sembra accanirsi contro di lui facendolo finire dietro le sbarre.
Spesso, nei romanzi di Paasilinna, la resilienza dei suoi personaggi viene aiutata dall'arrivo di una donna che salva la situazione. Così accade allo sfortunato Aadam: un'intraprendente avvocatessa, Eeva Kontupohja, crede nella sua innocenza e nella potenzialità del suo genio inventivo. Lassù, finalmente, qualcuno li ama: il prototipo della batteria miracolosa inventata da Rymättylä funziona veramente, dando il via alla rivoluzione energetica, proiettando l'improbabile coppia Aadam-Eeva nella scalata ai vertici della ricchezza mondiale.
Ma quali sono le conseguenze di un'invenzione che minaccia gli affari dei potenti della terra e mette a rischio gli equilibri politici ed economici del mondo?
Precursore dei temi scottanti e dei protagonisti del presente, Paasilinna accompagna insieme al fidato tassista Sorjonen, il suo Adamo novello tra riunioni segrete dei petrolieri, reginette del latte innamorate e sicari professionisti, fino ai confini del mondo con una domanda: può una ricchezza senza limiti convivere con le migliori intenzioni?
IMPRESSIONI
Per questa allegra e colorata copia cartacea di Aadam ed Eeva di Paasilinna ringrazio infinitamente Irina per avermela gentilmente offerta. Non conoscevo Paasilinna, nemmeno di fama, l'ho scoperto grazie all'uscita di questo romanzo e me ne sono innamorata, dispiacendomi di averlo conosciuto solo ad un anno dalla sua morte. Ma voglio leggere tutti i suoi romanzi, è una promessa che faccio a me stessa. Di Aadam ed Eeva mi ha catturatto fin da subito la copertina dai colori accesi, divertenti e dal disegno naif che mi ricorda un baobab con un grosso serpente attorcigliato al tronco, sulla riva di un assolato fiume. Psichedeliche zampette di passerotto fanno da sfondo, fluttuando in una cornice dai toni arancio e azzurro. Insomma, una bellissima copertina che cattura lo sguardo incuriosendo il lettore. La trama poi, esilarante e originale, mi ha richiamato alla memoria le tragicomiche avventure del Marcovaldo di Calvino, pur nella loro diversa unicità.
Aadam Rymättylä capì che aveva fatto la scoperta del secolo. Quando un uomo si mette in gioco anima e corpo, la vittoria finale non è mai impossibile.
Aadam Rymättylä capì che aveva fatto la scoperta del secolo. Quando un uomo si mette in gioco anima e corpo, la vittoria finale non è mai impossibile.
Adam Rymättylä (Rumattula) è una persona resiliente, un uomo che nonostante le insidie del destino non si è mai lasciato abbattere. Un po' per indole, un po' per gran botta di fondo schiena, è sempre caduto in piedi, trovando, ogni volta, il lato buono in ogni cosa, anche la più spiacevole.
Aadam, con una grande passione per l'amore, caduto in disgrazia dopo vari divorzi e sette figli con tre mogli diverse, vive e lavora nel capannone di una ditta di Tattarisuo, in Finlandia, producendo batterie.
Da qualche tempo sta cercando di mettere a punto una batteria ultrapiatta e leggera, ma con un buon potenziale di durata e resistenza a scarso impatto ambientale. Un prototipo in grado di rivoluzionare il mondo delle batterie e il sistema energetico mondiale, apportando grandi benefici anche al pianeta.
Dopo vari tentativi saltati letteralmente in aria, sembra che il suo prototipo sia finalmente riuscito, potente e leggero, pronto per essere lanciato sul mercato.
Messo alle strette dal marito dell'ex moglie, un professore di educazione fisica, che pretendeva il saldo degli alimenti per i figli affidati alla madre, e dai debiti con il gestore della telefonia che gli aveva tagliato i fili del telefono per bollette insolute, l'inventore decide di provare a mettere sul mercato la sua invenzione in modo da racimolare qualche soldo. Preparò due prototipi, li caricò al massimo della loro potenza e andò a sperimentarli di persona su dei veicoli in una fabbrica della vicina Järvenpää.
L'invenzione suscitò meraviglia e stupore e l'uomo, soddisfatto, ripresi i suoi prototipi e le sue formule, tornò a Tattarisuo. Ad attenderlo una spiacevole sorpresa. Il capannone della ditta, la sua casa, stava ardendo tra alte fiamme e nessuno ancora aveva chiamato i soccorsi. La spiegazione fu che al centralino dei pompieri era arrivata una chiamata con l'ordine di non spegnere l'incendio, su richiesta di Rymättylä stesso.
Allibito il povero Aadam restò inerme a guardare il propagarsi delle fiamme. Era quella una ventosa estate e il fuoco si spinse alla foresta, così il Vigili del fuoco dovettero intervenire per forza.
Quando tutto va male ci si consola al pensiero che peggio di così non può andare.
L'incendio fu domato, ma Aadam aveva perso tutto: la ditta, la casa, i pochi risparmi e il lavoro. Ma il peggio era in agguato. Una denuncia anonima alla polizia lo aveva incastrato come responsabile dell'incendio. Il fatto che fosse in grave crisi economica e che la ditta fosse sull'orlo del fallimento era un buon movente per appiccare l'incendio e raggirare le assicurazioni. Qualcuno lo aveva incastrato, chissà forse proprio Lottoperä, il marito dell'ex moglie, approfittando del fatto che lui fosse fuori sede per provare le batterie. Poteva anche provarlo, i meccanici avrebbero testimoniato, ma la polizia sembrava non voler sentir ragione: prima le indagini e intanto in prigione!
Lo sventurato ometto, in realtà omone vista la stazza, si ritrovò dietro le sbarre nella prigione, a Tattarisuo nell'attesa delle indagini. Avrebbe dovuto trovarsi un buon avvocato per venire fuori dalle accuse di incendio doloso premeditato. Ma i soldi dove li avrebbe presi? Il suo portafoglio era bruciato nel rogo del capannone insieme alla sua auto. Poco importa, gli avrebbero dato un avvocato d'ufficio, ma al momento l'importante era che il carcere gli avrebbe offerto un tetto, un letto e del cibo. Arrivato nella sua cella, il buon carattere di Aadam riuscì a trovare il buono della situazione: una piccola cella con letto e coperte, del cibo, un bagno privato e tanto tempo a disposizione per rifinire e migliorare la sua batteria, tutto gratis. Aveva con se i prototipi e le formule, chiese carta e penna e si mise all'opera. Passò alcuni giorni nell'attesa che le indagini facessero il loro corso e lo scagionassero, gli venne anche affidato un avvocato: una strampalata rossa, molto appariscente e dalla parlantina spigliata: Eeva Kontupohja.
La donna, all'inizio un po' reticente per questa "causa persa" , fece un passo indietro quando Aadam le raccontò della batteria miracolosa: quell'uomo non era uno sprovveduto! Avrebbe fatto i suoi controlli e perorato la sua causa e poi chissà, magari avrebbe potuto mettersi in società con lui per il lancio della batteria miracolosa.
Intanto ne avrebbero potuto parlare davanti ad un bicchiere di vino, di birra, di cognac...
Eeva era un avvocato scaltro, con una spiccata furbizia ma, come Aadam amava l'amore per le donne, lei amava l'alcool. Non era un'etilista, no. O forse si? Non era importante, se la batteria avesse funzionato e fosse riuscita a mettersi in società con Aadam, l'alcool sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi.
Per Aadam la ruota cominciò a girare dalla parte giusta: lasciato l'alloggio provvisorio sul divano dell'ufficiale giudiziario che gli aveva pignorato tutto, si ritrovò a vivere, mantenuto, nello spazioso appartamento di Eeva. Avrebbe voluto tanto farsi aiutare dal suo amico tassista con la passione per la medicina, Sorjonen, ma al momento era in viaggio, quindi la soluzione ideale era accettare l'invito dell'avvocato. Avrebbe avuto una bella camera tutta per lui, un grande bagno con tutto il necessario per la toelette, qualche soldino nel portafoglio e del cibo fresco, oltre a tanto alcool. Ma non solo, la casa, quasi sempre vuota, era il luogo ideale per proseguire nella messa a punto della batteria. Ancora una volta la resilienza del personaggio viene a galla. Delicatamente, in maniera bonaria, tipica del carattere bonaccione di Aadam.
Era chiaro che se quella batteria fosse entrata in produzione avrebbe inferto un colpo mortale al mercato del petrolio.
Ubriaca di manie di grandezze e di shortini, Eeva, all'insaputa di Aadam, decise di testare sul campo il potere della batteria. Il bosco intorno al capannone bruciato sarebbe stato l'ideale in quella serata piovosa. Eeva fece arrivare una grossa betoniera, attaccò la batteria e, sotto la pioggia torrenziale e il vento si gongolò allo sprigionarsi della potenza. Lasciata la betoniera in funzione per tutta la notte, fece ritorno a casa. Quella notte, Eeva e la piccola batteria scatenarono l'inferno. Con la complicità della tempesta, lo sferragliare della betoniera, richiamò alcuni curiosi. Nessuno osò avvicinarsi a quella strega coi capelli rossi che sembrava stesse giocando coi feroci demoni atmosferici.
Da quel momento in poi si costituì la società di Aadam ed Eeva per la produzione di batterie ultraleggere e super potenti.
Dopo un tragicomico viaggio con tappa a Nuova Delhi, dove Eeva in preda ai fumi di diversi drink voleva mettersi in società con un ingegnere che voleva costruire dighe sul fiume sacro, la coppia fece finalmente scalo in Nuova Zelanda. Sceso dall'aereo dopo una notte insonne a causa della sbornia di Eeva, il povero Aadam salì sull'autobus che li avrebbe portati all'hotel dove si sarebbe tenuto il congresso sull'energia, e si addormentò. Disastro!
Arrivato in hotel si accorse di aver perso l'avvocatessa. Dove era finita? L'autobus aveva fatto una sosta e lei era scesa per una sigaretta e poi? Svanita nel nulla e l'autobus ripartì con un assonnato Aadam.
Il giorno dopo la polizia consegnò una recalcitrante avvocatessa in piena sbornia e in uno stato pietoso al perplesso inventore. L'avevano ritrovata che stava cantando a squarciagola canzoni sulla tosatura delle pecore, bevendo insieme a degli operai che l'avevano aiutata a rialzarsi quando era caduta in una buca fangosa, ad Auckland.
Mentre la donna smaltiva la sbornia al fresco di un pascolo tra placide mucche, Aadam partecipò come conferente al congresso, annunciando la sua invenzione e tutti i benefici che avrebbe apportato all'umanità.
In molti erano interessati alla batteria, Russi, Giapponesi, Europei. Gli arabi no. Per i magnate del petrolio, la messa in commercio della batteria avrebbe rappresentato un'ingente perdita nell'estrazione e vendita petrolifera.
Questa cosa non s'aveva da fare. Qualcuno avrebbe dovuto fermare Rumattula prima che la batteria finisse sul mercato.
Da quel giorno la vita di Aadam ed Eeva subirà una svolta positiva: la coppia strampalata si fidanzerà, e per festeggiare inizierà per loro un tour alcoolico in giro per il mondo.
Intanto i Giapponesi, dopo un ennesimo trgicomico viaggio d'affari con Aadam ed Eeva, firmeranno un miliardario contratto per la produzione delle batterie che sbancheranno il mercato mondiale dell'energia.
Il sicario professionista Luigi Rapaleore aveva i piedi congelati. Non che ci fosse da stupirsi: dovevano esserci quaranta gradi sotto zero.
Ma c'era qualcuno che stava tramando alle spalle di Aadam. Gli arabi, con lo spettro di un'imminente crisi petrolifera, vogliono far fuori Rumattula ed assoldano un infallibile killer italiano, il siciliano Luigi Rapaleore.
Killer spietato e infaticabile, si mise presto sulle tracce dell'inventore, sapendo che non avrebbe dovuto fallire se avesse voluto guadagnare una cospicua ricompensa.
Eeva però aveva messo in preventivo la loro tutela, ora che erano diventati miliardari, perciò assoldò due anonime guardie del corpo giapponesi. Avrebbero svolto il loro compito sino a che le batterie non avessero sfondato nel mercato.
Durante il viaggio in Lapponia coi Giapponesi Rapaleore si nascose nella foresta innevata aspettando che Rumattula gli capitasse a tiro per sparargli. La morsa del freddo polare si impossessò del suo corpo e quando vide Aadam che sfrecciava su una motoslitta rincorrendo una renna impazzita che trainava i giapponesi, non riuscì nel suo intento. Il freddo lo aveva paralizzato, non sentiva più una gamba e i piedi e si risvegliò in ospedale senza una gamba e tre dita dell'altro piede.
Ma non si sarebbe dato per vinto, avrebbe portato a buon fine il suo incarico, anche se il contratto era stato firmato. Dotato di una protesi, presto si rimise in piedi pronto a far fuoco sul suo bersaglio, adesso era una questione personale...
Rumattula, oltre ad essere un resiliente amante dell'amore, aveva anche l'ingenuità dei buoni di cuore. Suo desiderio, ora che le possibilità finanziarie non gli mancavano era quello di aiutare chi si fosse trovato in difficoltà come lui. In fondo anche lui aveva ricevuto aiuto: l'amico tassista, l'ufficiale giudiziario, Eeva... Decise quindi, dopo aver finanziato gli studi in medicina dell'amico tassista, di aiutare un'anziana bisognosa che si era impossessata di un cimelio appartenente allo Stato. Scovata la donna, partì per portarle il suo aiuto, seguito dalle guardie del corpo e da Rapaleore, pronto a farlo fuori alla prima occasione. Ma l'impresa del killer finì in tragedia: dopo un conflitto a fuoco dove ebbe la peggio finendo le munizioni, fu costretto alla fuga dalle guardie del corpo di Aadam e, nel darsi alla macchia nella foresta perse la protesi che si spezzò, facendolo nuovamente finire in ospedale... Ora più che mai la questione era diventata veramente personale...
Nel frattempo le batterie stavano facendo impazzire il mondo, tutti le volevano, tutti volevano Rimättylä, che diventava ogni giorno più ricco. Mentre la coppia si arricchiva, Eeva, dopo una lite col fidanzato, passò le sue giornate alcoliche da un locale etilico all'altro comprando appartamenti in ogni parte del mondo. Aadam, molto più oculato e pratico, dopo aver aiutato chi si trovava in difficoltà, aveva solo un desiderio, quello di essere lanciato in orbita e vedere alba e tramonto della sua amata Finlandia dallo spazio. I soldi, si sa, aprono tante porte, e organizzare un lancio spaziale non fu poi così difficile e proibitivo per Aadam.
Ma prima del lancio bisognava portare a termine una spedizione di lavoro in Russia. La coppia, fatta pace in Portogallo, nel nuovo vigneto di Eeva, insieme alle fidate guardie del corpo, l'amico tassista diventato medico e un gruppetto di mogli di diplomatici con servitù al seguito ed altre persone, partì su un treno che sfrecciando lungo i binari della Transiberiana li avrebbe portati in Siberia. Durante il viaggio, però, ci fu un incidente. Il vagone sul quale viaggiavano si staccò improvvisamente dal trattore fermandosi in mezzo al nulla, con pochi viveri ed un povero cameriere fortemente claudicante che prestava servizio per la moglie di un diplomatico.
E adesso come avrebbero fatto ad arrivare in Siberia o a tornare indietro? Erano dispersi, fermi su un binario ed esposti al pericolo di un incidente ferroviario col prossimo treno che avesse compiuto quella tratta. Ma pensandoci bene una possibilità di salvarsi esisteva, Aadam doveva portare a termine la sua missione e partire per lo spazio...
Il romanzo, diviso in due parti, scorre veloce come il treno sulla Transiberiana trasportandoci al colpo di scena finale, inaspettato e "resiliente".
Tra una risata in sordina e una a squarciagola, in una notte, sono arrivata alla fine con le lacrime agli occhi.
Lo stile semplice, coinvolgente e comico trascina il lettore dentro alle pagine senza permettergli di uscirne. I personaggi catturano, diventano membri della famiglia e la loro storia viene presa a cuore dal lettore. Non si può non amare Aadam, un omone buono, fiducioso ed ingenuo, generoso e riconoscente, che ricorda tantissimo il Marcovaldo nell'ingenuo entusiasmo di fare, ma a differenza sua, è proprio l'ingenuità bonaria che lo farà arrivare molto lontano. Eeva è più schiva, avida di potere e denaro, ma non venale, generosa a modo suo e sotto una corazza rigida forgiata dall'alcool si nasconde un cuore grande e sentimentale, capace di vedere al di la delle apparenze.
Il libro, pubblicato per la prima volta ad Helsinki nel 1993, precursore dei tempi per l'argomento trattato, ad oggi è un ottimo spunto di riflessione sui passi fatti dalla tecnologia e sull'impatto ambientale.
Il mio consiglio è quello di passare qualche ora all'insegna del buon umore in compagnia di Aadam ed Eeva, perché come ci ricorda il nostro protagonista, la vita va vissuta con un pizzico di leggerezza e tutto si sistemerà.
O quasi ...
Buona lettura,
Tania C.
Aadam, con una grande passione per l'amore, caduto in disgrazia dopo vari divorzi e sette figli con tre mogli diverse, vive e lavora nel capannone di una ditta di Tattarisuo, in Finlandia, producendo batterie.
Da qualche tempo sta cercando di mettere a punto una batteria ultrapiatta e leggera, ma con un buon potenziale di durata e resistenza a scarso impatto ambientale. Un prototipo in grado di rivoluzionare il mondo delle batterie e il sistema energetico mondiale, apportando grandi benefici anche al pianeta.
Dopo vari tentativi saltati letteralmente in aria, sembra che il suo prototipo sia finalmente riuscito, potente e leggero, pronto per essere lanciato sul mercato.
Messo alle strette dal marito dell'ex moglie, un professore di educazione fisica, che pretendeva il saldo degli alimenti per i figli affidati alla madre, e dai debiti con il gestore della telefonia che gli aveva tagliato i fili del telefono per bollette insolute, l'inventore decide di provare a mettere sul mercato la sua invenzione in modo da racimolare qualche soldo. Preparò due prototipi, li caricò al massimo della loro potenza e andò a sperimentarli di persona su dei veicoli in una fabbrica della vicina Järvenpää.
L'invenzione suscitò meraviglia e stupore e l'uomo, soddisfatto, ripresi i suoi prototipi e le sue formule, tornò a Tattarisuo. Ad attenderlo una spiacevole sorpresa. Il capannone della ditta, la sua casa, stava ardendo tra alte fiamme e nessuno ancora aveva chiamato i soccorsi. La spiegazione fu che al centralino dei pompieri era arrivata una chiamata con l'ordine di non spegnere l'incendio, su richiesta di Rymättylä stesso.
Allibito il povero Aadam restò inerme a guardare il propagarsi delle fiamme. Era quella una ventosa estate e il fuoco si spinse alla foresta, così il Vigili del fuoco dovettero intervenire per forza.
Quando tutto va male ci si consola al pensiero che peggio di così non può andare.
L'incendio fu domato, ma Aadam aveva perso tutto: la ditta, la casa, i pochi risparmi e il lavoro. Ma il peggio era in agguato. Una denuncia anonima alla polizia lo aveva incastrato come responsabile dell'incendio. Il fatto che fosse in grave crisi economica e che la ditta fosse sull'orlo del fallimento era un buon movente per appiccare l'incendio e raggirare le assicurazioni. Qualcuno lo aveva incastrato, chissà forse proprio Lottoperä, il marito dell'ex moglie, approfittando del fatto che lui fosse fuori sede per provare le batterie. Poteva anche provarlo, i meccanici avrebbero testimoniato, ma la polizia sembrava non voler sentir ragione: prima le indagini e intanto in prigione!
Lo sventurato ometto, in realtà omone vista la stazza, si ritrovò dietro le sbarre nella prigione, a Tattarisuo nell'attesa delle indagini. Avrebbe dovuto trovarsi un buon avvocato per venire fuori dalle accuse di incendio doloso premeditato. Ma i soldi dove li avrebbe presi? Il suo portafoglio era bruciato nel rogo del capannone insieme alla sua auto. Poco importa, gli avrebbero dato un avvocato d'ufficio, ma al momento l'importante era che il carcere gli avrebbe offerto un tetto, un letto e del cibo. Arrivato nella sua cella, il buon carattere di Aadam riuscì a trovare il buono della situazione: una piccola cella con letto e coperte, del cibo, un bagno privato e tanto tempo a disposizione per rifinire e migliorare la sua batteria, tutto gratis. Aveva con se i prototipi e le formule, chiese carta e penna e si mise all'opera. Passò alcuni giorni nell'attesa che le indagini facessero il loro corso e lo scagionassero, gli venne anche affidato un avvocato: una strampalata rossa, molto appariscente e dalla parlantina spigliata: Eeva Kontupohja.
La donna, all'inizio un po' reticente per questa "causa persa" , fece un passo indietro quando Aadam le raccontò della batteria miracolosa: quell'uomo non era uno sprovveduto! Avrebbe fatto i suoi controlli e perorato la sua causa e poi chissà, magari avrebbe potuto mettersi in società con lui per il lancio della batteria miracolosa.
Intanto ne avrebbero potuto parlare davanti ad un bicchiere di vino, di birra, di cognac...
Eeva era un avvocato scaltro, con una spiccata furbizia ma, come Aadam amava l'amore per le donne, lei amava l'alcool. Non era un'etilista, no. O forse si? Non era importante, se la batteria avesse funzionato e fosse riuscita a mettersi in società con Aadam, l'alcool sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi.
Per Aadam la ruota cominciò a girare dalla parte giusta: lasciato l'alloggio provvisorio sul divano dell'ufficiale giudiziario che gli aveva pignorato tutto, si ritrovò a vivere, mantenuto, nello spazioso appartamento di Eeva. Avrebbe voluto tanto farsi aiutare dal suo amico tassista con la passione per la medicina, Sorjonen, ma al momento era in viaggio, quindi la soluzione ideale era accettare l'invito dell'avvocato. Avrebbe avuto una bella camera tutta per lui, un grande bagno con tutto il necessario per la toelette, qualche soldino nel portafoglio e del cibo fresco, oltre a tanto alcool. Ma non solo, la casa, quasi sempre vuota, era il luogo ideale per proseguire nella messa a punto della batteria. Ancora una volta la resilienza del personaggio viene a galla. Delicatamente, in maniera bonaria, tipica del carattere bonaccione di Aadam.
Era chiaro che se quella batteria fosse entrata in produzione avrebbe inferto un colpo mortale al mercato del petrolio.
Ubriaca di manie di grandezze e di shortini, Eeva, all'insaputa di Aadam, decise di testare sul campo il potere della batteria. Il bosco intorno al capannone bruciato sarebbe stato l'ideale in quella serata piovosa. Eeva fece arrivare una grossa betoniera, attaccò la batteria e, sotto la pioggia torrenziale e il vento si gongolò allo sprigionarsi della potenza. Lasciata la betoniera in funzione per tutta la notte, fece ritorno a casa. Quella notte, Eeva e la piccola batteria scatenarono l'inferno. Con la complicità della tempesta, lo sferragliare della betoniera, richiamò alcuni curiosi. Nessuno osò avvicinarsi a quella strega coi capelli rossi che sembrava stesse giocando coi feroci demoni atmosferici.
Da quel momento in poi si costituì la società di Aadam ed Eeva per la produzione di batterie ultraleggere e super potenti.
Dopo un tragicomico viaggio con tappa a Nuova Delhi, dove Eeva in preda ai fumi di diversi drink voleva mettersi in società con un ingegnere che voleva costruire dighe sul fiume sacro, la coppia fece finalmente scalo in Nuova Zelanda. Sceso dall'aereo dopo una notte insonne a causa della sbornia di Eeva, il povero Aadam salì sull'autobus che li avrebbe portati all'hotel dove si sarebbe tenuto il congresso sull'energia, e si addormentò. Disastro!
Arrivato in hotel si accorse di aver perso l'avvocatessa. Dove era finita? L'autobus aveva fatto una sosta e lei era scesa per una sigaretta e poi? Svanita nel nulla e l'autobus ripartì con un assonnato Aadam.
Il giorno dopo la polizia consegnò una recalcitrante avvocatessa in piena sbornia e in uno stato pietoso al perplesso inventore. L'avevano ritrovata che stava cantando a squarciagola canzoni sulla tosatura delle pecore, bevendo insieme a degli operai che l'avevano aiutata a rialzarsi quando era caduta in una buca fangosa, ad Auckland.
Mentre la donna smaltiva la sbornia al fresco di un pascolo tra placide mucche, Aadam partecipò come conferente al congresso, annunciando la sua invenzione e tutti i benefici che avrebbe apportato all'umanità.
In molti erano interessati alla batteria, Russi, Giapponesi, Europei. Gli arabi no. Per i magnate del petrolio, la messa in commercio della batteria avrebbe rappresentato un'ingente perdita nell'estrazione e vendita petrolifera.
Questa cosa non s'aveva da fare. Qualcuno avrebbe dovuto fermare Rumattula prima che la batteria finisse sul mercato.
Da quel giorno la vita di Aadam ed Eeva subirà una svolta positiva: la coppia strampalata si fidanzerà, e per festeggiare inizierà per loro un tour alcoolico in giro per il mondo.
Intanto i Giapponesi, dopo un ennesimo trgicomico viaggio d'affari con Aadam ed Eeva, firmeranno un miliardario contratto per la produzione delle batterie che sbancheranno il mercato mondiale dell'energia.
Il sicario professionista Luigi Rapaleore aveva i piedi congelati. Non che ci fosse da stupirsi: dovevano esserci quaranta gradi sotto zero.
Ma c'era qualcuno che stava tramando alle spalle di Aadam. Gli arabi, con lo spettro di un'imminente crisi petrolifera, vogliono far fuori Rumattula ed assoldano un infallibile killer italiano, il siciliano Luigi Rapaleore.
Killer spietato e infaticabile, si mise presto sulle tracce dell'inventore, sapendo che non avrebbe dovuto fallire se avesse voluto guadagnare una cospicua ricompensa.
Eeva però aveva messo in preventivo la loro tutela, ora che erano diventati miliardari, perciò assoldò due anonime guardie del corpo giapponesi. Avrebbero svolto il loro compito sino a che le batterie non avessero sfondato nel mercato.
Durante il viaggio in Lapponia coi Giapponesi Rapaleore si nascose nella foresta innevata aspettando che Rumattula gli capitasse a tiro per sparargli. La morsa del freddo polare si impossessò del suo corpo e quando vide Aadam che sfrecciava su una motoslitta rincorrendo una renna impazzita che trainava i giapponesi, non riuscì nel suo intento. Il freddo lo aveva paralizzato, non sentiva più una gamba e i piedi e si risvegliò in ospedale senza una gamba e tre dita dell'altro piede.
Ma non si sarebbe dato per vinto, avrebbe portato a buon fine il suo incarico, anche se il contratto era stato firmato. Dotato di una protesi, presto si rimise in piedi pronto a far fuoco sul suo bersaglio, adesso era una questione personale...
Rumattula, oltre ad essere un resiliente amante dell'amore, aveva anche l'ingenuità dei buoni di cuore. Suo desiderio, ora che le possibilità finanziarie non gli mancavano era quello di aiutare chi si fosse trovato in difficoltà come lui. In fondo anche lui aveva ricevuto aiuto: l'amico tassista, l'ufficiale giudiziario, Eeva... Decise quindi, dopo aver finanziato gli studi in medicina dell'amico tassista, di aiutare un'anziana bisognosa che si era impossessata di un cimelio appartenente allo Stato. Scovata la donna, partì per portarle il suo aiuto, seguito dalle guardie del corpo e da Rapaleore, pronto a farlo fuori alla prima occasione. Ma l'impresa del killer finì in tragedia: dopo un conflitto a fuoco dove ebbe la peggio finendo le munizioni, fu costretto alla fuga dalle guardie del corpo di Aadam e, nel darsi alla macchia nella foresta perse la protesi che si spezzò, facendolo nuovamente finire in ospedale... Ora più che mai la questione era diventata veramente personale...
Nel frattempo le batterie stavano facendo impazzire il mondo, tutti le volevano, tutti volevano Rimättylä, che diventava ogni giorno più ricco. Mentre la coppia si arricchiva, Eeva, dopo una lite col fidanzato, passò le sue giornate alcoliche da un locale etilico all'altro comprando appartamenti in ogni parte del mondo. Aadam, molto più oculato e pratico, dopo aver aiutato chi si trovava in difficoltà, aveva solo un desiderio, quello di essere lanciato in orbita e vedere alba e tramonto della sua amata Finlandia dallo spazio. I soldi, si sa, aprono tante porte, e organizzare un lancio spaziale non fu poi così difficile e proibitivo per Aadam.
Ma prima del lancio bisognava portare a termine una spedizione di lavoro in Russia. La coppia, fatta pace in Portogallo, nel nuovo vigneto di Eeva, insieme alle fidate guardie del corpo, l'amico tassista diventato medico e un gruppetto di mogli di diplomatici con servitù al seguito ed altre persone, partì su un treno che sfrecciando lungo i binari della Transiberiana li avrebbe portati in Siberia. Durante il viaggio, però, ci fu un incidente. Il vagone sul quale viaggiavano si staccò improvvisamente dal trattore fermandosi in mezzo al nulla, con pochi viveri ed un povero cameriere fortemente claudicante che prestava servizio per la moglie di un diplomatico.
E adesso come avrebbero fatto ad arrivare in Siberia o a tornare indietro? Erano dispersi, fermi su un binario ed esposti al pericolo di un incidente ferroviario col prossimo treno che avesse compiuto quella tratta. Ma pensandoci bene una possibilità di salvarsi esisteva, Aadam doveva portare a termine la sua missione e partire per lo spazio...
Il romanzo, diviso in due parti, scorre veloce come il treno sulla Transiberiana trasportandoci al colpo di scena finale, inaspettato e "resiliente".
Tra una risata in sordina e una a squarciagola, in una notte, sono arrivata alla fine con le lacrime agli occhi.
Lo stile semplice, coinvolgente e comico trascina il lettore dentro alle pagine senza permettergli di uscirne. I personaggi catturano, diventano membri della famiglia e la loro storia viene presa a cuore dal lettore. Non si può non amare Aadam, un omone buono, fiducioso ed ingenuo, generoso e riconoscente, che ricorda tantissimo il Marcovaldo nell'ingenuo entusiasmo di fare, ma a differenza sua, è proprio l'ingenuità bonaria che lo farà arrivare molto lontano. Eeva è più schiva, avida di potere e denaro, ma non venale, generosa a modo suo e sotto una corazza rigida forgiata dall'alcool si nasconde un cuore grande e sentimentale, capace di vedere al di la delle apparenze.
Il libro, pubblicato per la prima volta ad Helsinki nel 1993, precursore dei tempi per l'argomento trattato, ad oggi è un ottimo spunto di riflessione sui passi fatti dalla tecnologia e sull'impatto ambientale.
Il mio consiglio è quello di passare qualche ora all'insegna del buon umore in compagnia di Aadam ed Eeva, perché come ci ricorda il nostro protagonista, la vita va vissuta con un pizzico di leggerezza e tutto si sistemerà.
O quasi ...
Buona lettura,
Tania C.