venerdì 31 maggio 2019

Recensione de L'ULTIMO VIAGGIO DI AMUNDSEN di Monica Kristensen






L'ULTIMO VIAGGIO DI AMUNDSEN


Monica Kristensen
Ed. Iperborea
Pag. 512 (indici e materiale fotografico compresi)
Copertina flessibile
Traduzione  Sara Culeddu
Collana narrativa, Aprile 2019
Genere Storico
€ 19,50

CONOSCIAMO L'AUTRICE



Monica Kristensen è una fisica, matematica e glaciologa dai natali svedesi. Una delle più famose esploratrici polari del nord Europa. Numerose sono le spedizioni in Artide e Antartide che la vedono alla guida, seguendo le tracce di Amundsen. E' stata la prima donna a ricevere la medaglia d'oro della Royal Geographic Society. 
Il suo debutto letterario avviene nel 2007 con una serie di romanzi ambientati alle Isole Svalbard, dove la donna ha vissuto due anni studiando le aurore boreali. Le sue pubblicazioni hanno riscontrato il favore dei lettori celebrandole come cult in diversi paesi europei.
Con Iperborea ha già pubblicato La leggenda del sesto uomo e Operazione Fritham.


TRAMA


Il 25 maggio 1928 di dirigibile Italia, di rientro da una spedizione al Polo Nord, a nord delle Isole Svalbard, si schianta sulla banchisa. L'equipaggio, formato dal Generale Umberto Nobile e altri otto sopravvissuti, affamati, malati e quasi in preda alla follia, resistono per circa cinquanta giorni nel nulla di un deserto glaciale, arrancando chi con una disperata marcia verso la terraferma, chi nell'attesa dei soccorsi.
Cercando di difendere interessi territoriali e politici  e, di salvare l'equipaggio, Italia, Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia e Unione sovietica, si adoperando in una complessa e spettacolare catena di soccorsi seguita dalla stampa e a livello mondiale. 
Il 18 giugno, a solcare i cieli con un idrovolante battente bandiera francese, parte il maggiore eroe polare norvegese Roald Amundsen. Nel 1926, insieme a Nobile, aveva compiuto il primo sorvolo del Polo Nord a bordo del dirigibile Norge. Ma le cose si mettono male tra i due: uno scontro di personalità causato da manie di potere lasciò dietro di loro uno strascico di offese reciproche. Nonostante ciò Amundsen non vede l'ora di attivarsi per partecipare alle ricerche del suo acerrimo rivale, non nascondendo il fine di qualche minuto di celebrità, alla vista di una possibile sua messa in ombra da parte dei nuovi esploratori. 
Una volta preso il volo, il prototipo mai collaudato del Latham 47 scompare per sempre. Amundsen era conscio del rischio del rischio che stava correndo? Cosa è realmente successo all'aereo e all'equipaggio?
Grazie alle sue competenze scientifiche, Monica Kristensen, ricostruisce la vicenda con commovente dovizia e cura dei particolari, arrivando a dare una sua personale interpretazione, regalandoci il ritratto di un grande eroe ormai al tramonto.



IMPRESSIONI

Quando ho saputo dell'imminente uscita de L'ultimo viaggio di Amundsen, edito da Iperborea, ho richiesto di poterlo rencensire, incuriosita dalla storia di uno dei più  noti e grandi eroi norvegesi. Benedetta, gentile e disponibile, mi ha subito inviato una copia cartacea. Mi aveva colpito anche la copertina, colori pastello e una grana setosa, credo sia inutile dire che, dopo aver spacchettato il piego libri, il profumo della carta e la rilassante e  splendida grafica, mi hanno invogliato ancora di più alla lettura.
Definire quest'opera un "racconto" è molto riduttivo, non rende giustizia alle accurate ricerche di Monica Kristensen che ha saputo catturare e riportare dettagliatamente ogni più piccolo particolare e ogni azione compiuta dall'equipaggio, proprio come se si fosse trovata sul posto durante la gloria della partenza e la disgrazia dell'incidente. L'autrice, con parole semplici e chiare, ha saputo dare un tocco romanzesco all'idea personale fattasi indagando sull'accaduto. Potrei definire questo saggio come un "documentario" fatto di parole e arricchito da mappe e foto storiche. Gli amanti delle grandi imprese storiche, di sicuro, non rimarranno delusi e non si lasceranno certo scoraggiare dalle 483 pagine che scivolano lische come un pattinatore sul ghiaccio (per restare in tema).

"L'Italia non aveva puntato subito verso il Polo. Per le prime ore di volo aveva seguito la linea costiera occidentale di Spitsbergen e poi, all'altezza di Amsterdamoya, aveva fatto rotta verso l'angolo nordorientale della Groenlandia. Come aveva pianificato Nobile quando aveva scelto l'itinerario, si stavano avvicinando a zone ancora inesplorate."

Il racconto ha inizio con le ricerche dei superstiti del dirigibile Italia, schiantatosi sulla banchisa ghiacciata mentre dal Polo Nord stava facendo ritorno alle Svalbard. E' il 25 maggio del 1928 e il dirigibile Italia, comandato dal Generale Nobile, scomparve insieme al suo equipaggio. Le ricerche partirono immediatamente, creando una gran cassa di risonanza per l'alta posta in gioco: erano in ballo  gli interessi politici delle nazioni partecipanti alla missione.

"In una situazione di emergenza si può sopravvivere con poco. Sul luogo dell'incidente l'equipaggio di Nobile era riuscito a raggranellare quasi tutto il necessario per resistere un certo periodo sul ghiaccio.Avevano trovato cioccolato,zucchero, tavolette di latte, un po' di burro e una buona quantità di pemmican."

Subito dopo lo schianto, parte dell'equipaggio tentò la fuga disperata, a bordo del pallone staccatosi dalla fusoliera per alleggerire il peso del dirigibile mentre stava precipitando, ma non venne mai ritrovato. La parte rimasta a bordo della fusoliera invece, riuscì a sopravvivere. Anche se feriti e malconci, grazie all'accampamento di fortuna che erano riusciti ad allestire racimolando del cibo, una piccola ma importantissima radio che li teneva aggiornati sulla vicenda e una tenda dove potersi riparare dal gelo, riuscirono a resistere sino al giorno della salvezza. Ci vollero 48 giorni affinché arrivassero i soccorsi a salvarli. Una parte dei superstiti, purtroppo, perì a causa degli stenti e della lotta per la salvezza, i restanti furono trovati in condizioni psico fisiche al limite della sopravvivenza.

"Immersi nel grande silenzio dei ghiacci, io e i miei compagni qualche giorno fa abbiamo ricevuto una notizia via radio: Roald Amundsen stava venendo a salvarci! Quest'azione generosa del grande eroe polare mi ha commosso profondamente ..."

Mentre, con gran fervore di stampa e tv mondiali, le ricerche proseguivano, Amundsen, già compagno di volo e di accesi scontri per il potere di Nobile, il 18 giugno, al comando di un aereo francese, solca i cieli alla ricerca dell'amico/rivale e del suo equipaggio. Nonostante fosse un uomo prudente, la smania di potere e di grandezza, unite ad una smodata presunzione e alla paura di cadere nell'ombra, spinsero Amundsen a raccogliere un equipaggio  a bordo del Latham 47, a dare inizio all'impresa azzardata che avrebbe dovuto coronare il suo trionfo: il salvataggio dei superstiti del disastro Italia, primeggiando finalmente sul rivale. Nonostante avesse annunciato al pubblico che quello sarebbe stato il suo ultimo viaggio il destino gioca la sua carta, ovviamente a sfavore di Amundsen. Solo poche ore dopo il decollo non si ebbero più notizie del Latham 47 ne del suo equipaggio, dichiarando fallita la missione di Amundsen in quanto dati per dispersi.

"Furono molte le ipotesi esposte e discusse, alla riunione al Ministero. Forse Amundsen aveva deciso di arrivare con il Latham direttamente all'accampamento di Nobile a nordest di Capo Leigh Smith? Il problema di questa teoria era che c'erano pochissimi indizi a sostenerla."

Il resto è storia nota, o meglio è il mistero di una storia nota. Dal ritrovamento del relitto privo di fusoliera del Latham, a nordovest di Bjornoya, ne evinsero tentativi di riparazione di fortuna e i resti di tende francesi e italiane,  probabilmente l'equipaggio  era riuscito a salvarsi, senza però riuscire a sopravvivere? Al momento non ci è dato saperlo, si possono solo fare ipotesi grazie all'esaustiva ricerca di Monica Kristensen, la quale è riuscita a mettere in chiave poeticamente romanzata la cronaca nera di quelle che avrebbero, ma lo sono comunque state, due epiche imprese del Novecento.
Il mio personale parere su quello che mi ha colpito fin da subito conoscendo Amundsen? Posso dirvi che mo ha suggerito il ritratto di un uomo ormai arrivato alla fine della carriera ma orgoglioso e presuntuoso tanto che mi ha ricordato Icaro. 
Icaro puntava al sole, ma le bellissime ali di cera che si era costruito per volare sino a  raggiungerlo, al suo cospetto si squagliarono per il gran calore, facendolo precipitare. Così ho visto Amundsen, un grande uomo, intelligente, ambizioso, ma piegato dalla sua stessa ambizione.
Ora non vi resta che arrivare alla libreria sotto casa ed acquistare il prezioso volume di questa storia avvincente per approfondire i particolari storici e l'aspetto psicologico dei due disastri. Sono sicura che non ve ne pentirete, ma ringrazierete Iperborea e Monica Kristensen per la magica avventura.
Buona lettura,
Tania C.





martedì 28 maggio 2019

Recensione de IL VIAGGIO DI JENNY KARROL di Tatiana Zuccaro






IL VIAGGIO DI JENNY KARROL

Tatiana Zuccaro
AltroMondo Editore
Pag. 106
Copertina brossura
Genere: Narrativa per ragazzi - young adult
€ 10,00
Ebook disponibile



CONOSCIAMO L'AUTRICE

Tatiana Zuccaro - foto dal web -

Tatiana Zuccaro, nata a Sassuolo, classe 1980, tutti la chiamano Taty ma in famiglia abbreviano in Ta' , per non sprecare lettere. Bella, sorridente, con la battuta sempre pronta e impegnata nel sociale sin da ragazzina.
"Il viaggio di Jenny Karrol", edito da AltroMondo Editore,è il suo racconto di esordio. La passione per la scrittura la porta a pubblicare altri due romanzi: "Io, acrofobica", dal sapore fortemente autobiografico e "Il respiro di Eric", una storia d'amore tormentata e stravolegente. Comincia a lavorare prestissimo, attualmente è una giornalista freelance e il suo desiderio è quello di fare carriera. Già da bambina la fantasia la porta a scrivere tutto ciò che le passava per la testa, ma col tempo molte di quelle cose, a causa della vita in continua evoluzione, sono andate "perdute". Un giorno, però, ecco che un'illuminazione la porta a riaprire i cassetti dell'intelletto dove aveva riposto tutti i suoi sogni e tutto ciò che credeva perduto, facendo riaffiorare il desiderio a lei più caro: "la scrittura". Con una forza prorompente ha ripreso a scrivere tutto quello che la mente e il cuore le dettavano, portando in luce i suoi sogni di bambina e riempendo di passione la vita attuale. 
(cit. dal web)





   


   TRAMA



Jenny Karrol vive in un mondo di favola nel quale affronta un "viaggio" tra difficoltà intricate e fantastici, improbabili personaggi. Il viaggio avrà un finale che nemmeno io mi aspetterei.
Un abbraccio, Ta'. (Tatiana Zuccaro)


IMPRESSIONI



                                  

Ringrazio AltroMondo Editore e la gentilissima Alice che mi hanno omaggiato di questo ebook. 
Oggi vi racconto una favola, un viaggio fantastico che ci riporta vagamente al magico mondo di Alice e le sue meraviglie.
Tatiana Zuccaro, con questa sua prima favola fantastica, vuole riportare alla luce quel mondo fatto di magia e meraviglie che solo i bambini sanno creare, vedere e capire coi loro cuori puri e intrepidi. 
Per arrivare a meravigliarci, dobbiamo partire da molto prima dell'inizio del viaggio fantastico, cominciato  con un altro viaggio  avventuroso: quello di un giovane , Jason  che lasciata la casa dei genitori, incontrerà l'amore della sua vita. La donna lo renderà padre di una bella bambina: Jenny, indiscussa protagonista di un misterioso e fantastico viaggio compiuto verso la metà del XIX secolo. 
Jason, venuto a sapere brutte notizie riguardanti la madre si vedrà ad affrontare il ritorno nella terra e casa natia del padre, dopo aver intrapreso uno strano e lungo viaggio insieme alla moglie e a Jenny.

"Il viaggio li portò in un luogo dove accaddero avvenimenti surreali e inimmaginabili. Jenny così si ritrova a fare una scoperta sconvolgente sull'avvenimento riguardante la nonna paterna, si trova a dover affrontare alcune difficili prove e a fare i conti con inimmaginabili creature surrealistiche che cercheranno di confonderla e rendere il suo percorso tortuoso e si può quasi dire inaffrontabile."

Nella misteriosa avventura, la bambina sarà accompagnata da due piccoli amici,  peloso a 4 zampe il primo, pennuto e alato l'altro, ai quali Jenny da lo stesso nomignolo.
La scelta di usare nomi identici per identificare i compagni di viaggio di Jenny, è stata usata dall'autrice per creare una sorta di accomunamento e intimità condivisa tra due creature così diverse. 

"Si dice fosse un luogo dove non ci furono mai le fredde stagioni, un posto misterioso, un luogo senza tempo, ove lo spazio faceva da guanto attorno a chi si addentrasse."

Inghilterra, nei pressi periferici di Oxford. Si narra che al riparo tra ciliegi sempre fioriti, ci fosse una casetta bianca disabitata con le finestre profilate di color oro, capaci di illuminare oltre le fronde dei ciliegi durante gli infuocati tramonti.
Poco importa l'ubicazione della casetta, si narra che mai nessuno che si fosse, anche per sbaglio, avventurato nei pressi di quello strano luogo, fu in grado di ricordare dettagliatamente quando avvenuto. Solo pochi e confusi ricordi, destinati a dissolversi come neve al sole, lasciando un alone di foschia atto a distorcere la realtà di quanto vissuto in quel luogo.
La bianca villetta apparteneva al signor Karrol, padre di Jason, rinomato psichiatra oramai in pensione. Uomo completamente dedito alla famiglia, perse la moglie poco tempo prima della sua morte. La coppia ebbe un figlio:Jason, del quale si fecero una passione quando il ragazzo decise di sposare Sandy giovanissimo e di andare a vivere lontano, in un altro paese, lasciandoli soli e con poche possibilità di vedersi e sentirsi.
Il signo Karrol, dopo la scomparsa della moglie, cadde in profonda depressione sino a perdere la ragione, tanto da aver bisogno di aiuto. 

"Si mise a cercarla ovunque, a gridare, chiamando il nome di Beatrice e aggirandosi per tutta quella grande casa, sia esternamente che internamente e gridava, gridava, gridava a squarciagola il suo nome invano, ma purtroppo non ricevette mai una risposta."

Come erano soliti fare, il signor Karrol e Beatrice, ogni mattina dopo colazione, si accomodarono in giardino. Beatrice amava dipingere ed era impegnata nel ritrarre la loro casa e il giardino, mentre il marito la guardava estasiato. Il povero signor Karrol si distrasse un attimo e quando tornò a guardare la mogie, questa era scomparsa. Il pover'uomo passava notti insonni e giorni disperati senza pace per l'assurda scomparsa della moglie. I vicini non videro ne seppero mai nulla, in quanto la piccola villetta sembra invisibile agli occhi. In un momento di lucidità il signor Karrol scrisse un telegramma al figlio, raccontando della misteriosa scomparsa della madre e chiedendo un aiuto per ritrovarla, pur sapendo che avrebbe impiegato tempo a riceverlo. Dopo aver spedito il telegramma, decise di riporre gli attrezzi per la pittura della moglie nella sua camera preferita, quella dove era solita rifugiarsi per cercare ispirazione, in compagnia di un piccolo canarino giallo di nome Dd, anche lui depresso per la scomparsa di Beatrice.
Intanto nel Salento, luogo dove era andato a vivere Jason, Jenny era arrivata all'età di 12 anni, bella e solare, amante del disegno e della lettura, proprio come la scomparsa nonna materna. Mentre era presa dai suoi disegni, la piccola Jenny, venne distratta da un flebile miagolio che la spinse a cercarne la provenienza e chi lo stava emettendo. Perlustrando il fianco della casa, dietro ad un vaso di gerani, trovò un cucciolo di gatto, a pelo medio lungo color panna con occhi neri e la coda a punta. Intenerita da quel batuffolo peloso, la bambina chiese ai genitori di poterlo tenere, chiamandolo Dd, proprio come il canarino della nonna, memore dei racconti del padre al riguardo.

"E finalmente il viaggio volse al termine, mancava un altro piccolo percorso ed era fatta, arrivò l'ennesima carrozza, ma questa volta insolita, ove non c'era cocchiere, solo un paio di cavalli neri."

Le giornate di Jenny trascorsero serene, allietate dal suo nuovo amico Dd, sino a che, un giorno, il postino, consegnò un telegramma con la richiesta d'aiuto del nonno.
Così, una mattina, tornando da scuola, trovò davanti casa una carrozza e il padre che stava caricando i loro bagagli. La carrozza li avrebbe portati alla stazione e sarebbero saliti su un treno. Dopo un lungo viaggio, sarebbero arrivati alla casa paterna. Ovviamente Dd avrebbe compiuto il viaggio con loro. 
L'entusiasmo di Jenny durò per tutto lo strano e lungo viaggio, cercando di carpire i sussurri del padre che stava raccontando alla moglie nuovi aneddoti sulla casa dei genitori.
Scesi dal treno c'era una nuova carrozza ad aspettarli, arrivata chissà come e chissà da dove, senza cocchiere e con un paio di cavalli.
Quell'ultimo tratto di strada che li divideva da casa del nonno si rivelò alquanto insolito: sporgendosi dal finestrino, Jenny notò che la carrozza sembrava sospesa da terra, quasi come se stesse galleggiando su una nuvola luminescente. Nonostante tutto era stato un viaggio piacevole.
Arrivati dal nonno, l'emozione fu tanta da far scendere le lacrime alla famiglia riunita. Jenny era emozionata, finalmente poteva entrare in quella casa che conosceva a memoria e sognava spesso. Sperava, altresì, che alcuni suoi sogni non diventassero realtà, proprio come era successo sino a quel momento. Tutto ciò che aveva sognato sino ad allora riguardo ai nonni e alla casa, stava trasformandosi in realtà.
Vista l'ora tarda, Sandy e Jenny si addormentarono subito, affaticate anche dal lungo viaggio.
Nel mezzo del suo sonno, la bambina si svegliò: le era sembrato che una voce la stesse chiamando, ma probabilmente lo aveva solo immaginato. Provò ad addormentarsi, ma di nuovo quella voce, una voce familiare, che cullava i suoi sonni sin da piccola, la chiamava da un luogo non ben definito e lontano. La piccola si alzò, cercando di capirne di più, ma il padre la rispedì a letto, dove si addormentò serenamente sino al mattino.  Jenny, finalmente, si sentiva  a casa.

"Era sempre più vicina al dipinto, quando a un tratto si sentì chiamare da una voce lontana, il canarino cominciò a fischiare e sbatteva le ali, era diventato molto agitato."

La notte dopo Jenny decise di seguire nuovamente quella voce che la chiamava insistentemente. Preso un lume per guidare i suoi passi, arrivò in una stanza che conteneva un dipinto e una gabbietta con il canarino di nonna Beatrice, Dd. 
L'autrice, per distinguere i due animali, chiamerà il gattino Ddg e il canarino Ddc.
Il canarino, felice di vedere Jenny, le volò in mano e si lasciò accarezzare. Ma il sonno ebbe il sopravvento e la bambina tornò a dormire, decisa a continuare le ricerche l'indomani. 
Il mattino seguente, tornata nella stanza verde, ritrovò Ddg insieme a Ddc che cominciò a parlare con lei telepaticamente spigandole che era felice di rivederla e che la stava aspettando.
La bambina fu attratta dal dipinto della nonna che sembrava la stesse chiamando. Più si avvicinava e più la voce si faceva chiara e forte e, quando fu così vicina da distinguere la figura di una donna, capì che si trattava della nonna, intrappolata non si sa come e perché, nel suo dipinto, risucchiata da una forza misteriosa mentre stava dipingendo.
Ddc le disse di stare tranquilla, che la stava aspettando da tempo proprio per aiutare la nonna ad uscire dal quadro, perché solo lei era in grado di farlo. Ma come?
All'improvviso una nuova energia suggerì alla bambina di prendere il suo album da disegno.
Tornata nella stanza verde col suo album, Jenny trovò Ddg circondato da topi giganteschi che lui stesso aveva materializzato, generandoli dalle sue paure intrinseche. Ddc, invece stava cercando di riportare l'ordine sbattendo le sue ali. Con tre battiti provocò un vento di  fuoco che fece sparire i topi dopo averli inceneriti.
Ingrandì quindi Ddg,  in modo da tale da non avere più problemi in futuro se si fossero presentati altri topi o difficoltà da superare. 
Jenny tirò fuori il suo album da disegno e cominciò a ritrarre dettagliatamente la stanza verde e il dipinto incompleto nel quale la nonna era stata risucchiata. Jenny , sapientemente, disegnava prestando molta attenzione ai particolari, quando, improvvisamente il disegno, come animato da vita propria le sfuggì di mano risucchiando lei e i suoi amici Ddc e Ddg, in un mondo parallelo buio e tetro.
Il tutto accadde sotto agli occhi intimoriti della madre, esterrefatta davanti alla scena alla quale aveva appena assistito. Messi al corrente di quanto accaduto il marito e il suocero, il signor Karrol ebbe un malore, ben conscio delle strane cose che stavano succedendo nella stanza verde, in preda a fulmini, lampi e tuoni che facevano tremare il pavimento.

"Jenny e i suoi amici entrati in quel mondo parallelo vennero avvolti da una fitta foschia che li avvolgeva insistentemente e lasciava poco intravedere cosa ci fosse all'orizzonte."

Avvolti da quella cappa di tenebra,   la      bambina, insieme ai suoi amici, piombarono in uno stato di smarrimento e paura ma, in lontananza, una luce quasi impercettibile, sembrava voler rischiarare il loro cammino. Ma intorno a loro il terreno cominciò a tremare e si ritrovarono circondati da rami spinati.
Salendo in groppa a Ddg, il tre, riuscirono a raggirare l'ostacolo, riprendendo il loro cammino sino a che non gli si parò davanti un portone di ferro e una grossa testa di leone  nel centro. Come Jenny la toccò, gli occhi del leone divennero di fuoco...
Riusciranno Jenny, Ddg e Ddc, ad oltrepassare il leone di fuoco e a liberare la nonna?
La piccola Jenny avrà realmente vissuto questa avventura oppure è stato solo un frutto della sua fervida fantasia, fuori dal comune?
Lo scoprirete solo leggendo, manca poco e il finale vi lascerà veramente stupefatti così come ha meravigliato me.
Un finale che racchiude un forte messaggio sociale, capace di non lasciare indifferente il lettore.
Visto il clima impazzito di questi giorni non mi resta che dirvi di iniziare questa  meravigliosa avventura accoccolati in  una poltrona comoda nel vostro angolo preferito, un plaid morbido e caldo nel caso vi prendesse freddo e con una tazza bollente di buon tea nero al bergamotto. 
Questo breve racconto, da leggere come una fiaba, scorre via in poco più di un'ora. L'autrice, anche se con uno stile ancora acerbo, visto che si tratta della sua prima pubblicazione, ha saputo plasmare una storia con un forte contenuto, rendendola alla portata di grandi e ragazzi, mantenendo quella giusta miscela di suspense e mistero sino alla fine. 
Un libricino che mi sento di consigliare soprattutto ai genitori dei bambini delle fate ...
Buona lettura, 

Tania C.




sabato 11 maggio 2019

Recensione di ATTENTATO di Clive Cussler & Justin Scott








ATTENTATO

Clive Cussler & Justin Scott
Ed Longanesi, aprile 2019
Pag.331
Copertina rigida
Traduzione F. Garlaschelli
€ 18,60
Ebook disponibile 


CONOSCIAMO GLI AUTORI

Clive Cussler - fonte Liguria Nautica -


Clive Cussler, nato in Illinos da padre tedesco e madre americana. Si iscrive al Pasadena City College, ma interromperà gli studi per arruolarsi nell'Aviazione, partecipando con la carica di sergente alla Guerra di Corea. Nel 1955 sposa Barbara Knight, al suo fianco per quasi cinquant'anni. La coppia ha tre figli, uno dei quali chiamato Dirk in onore ad uno dei personaggi di maggior successo nei romanzi di Cussler e diventato a sua volta scrittore, firmando tre romanzi scritti a quattro mani col padre.
Gli fu conferito il dottorato in lettere ad honorem, dopo la pubblicazione di Cacciatori del mare (1997), alla State University of New Maritime College. La carriera di scrittore comincia nel 1965, una notte in cui si ritrova a badare ai figli mentre la moglie era al lavoro. L'esordio arriva otto anni dopo, con la pubblicazione del romanzo Enigma, il secondo della serie dedicato a Dirk Pitt. A coronare la sua fama di scrittore di è la pubblicazione di Recuperate il Titanic, nel 1976.
I romanzi di Cussler sono numerosi e divisi in saghe di vari personaggi come Dirk Pitt, Numa files, Le indagini di Isaac Bell e tantissimi altri, sino ad arrivare ad oggi con Attentato. 
L'Editore di riferimento in Italia è Longanesi, nonostante le opere dei primi anni '70, pubblicate da Rizzoli.
Per 17 volte, consecutive, i suoi romanzi hanno raggiunto il podio nella Hit Parade del <<New York Times>> dedicata ai romanzi di fiction.



Justin Scott - fonte Summer Reading -


Scott Justin è un autore conosciuto anche con gli pseudonomi di Paul Garriso e J.S. Blazer. Nato a Manhattan e cresciuto a Long Island, proviene da una famiglia di scrittori: il padre, la madre e la sorella. Nominato due volte all'Edgar Award per il miglior primo romanzo di autore americano e per il miglior racconto breve. Il suo ultimo romanzo, con Clive Cussler, Attentato.


TRAMA

Due anni dopo l'apprendistato la Van Dorn Detective Agency, nel 1902, un brillante quanto inesperto Isaac Bell ha un messaggio urgente per il suo capo. Infiltrato per scovare sabotatori unionisti nelle miniere di carbone, si trova ad assistere ad un terribile e ambiguo incidente che potrebbe essere il risultato di una complessa macchinazione, molto più grave di quanto i suoi superiori possano pensare. Isaac non immagina davvero quanto possa essere alta la posta in gioco. Con  solo una settimana per dimostrare la validità delle sue ipotesi, Bell si troverà a far fronte a due degli avversari più crudeli mai incontrati. Uomini pronti a tutto in nome dell'ambizione e del potere, i quali non  si lasceranno piegare facilmente da un giovane detective alle prime armi.


IMPRESSIONI

Clive Cussler è uno degli autori più letti e stimati da sempre in casa mia. Inutile dire che, in vista dell'uscita del suo ultimo romanzo, ne ho fatto subito richiesta a Longanesi e, gentilmente, Benedetta mi ha omaggiato di una copia ebook. 
Clive Cussler è un mostro sacro della narrativa americana d'azione/thriller, ed ero certa che non avrei faticato a divorare le 335 pagine della nuova avventura di Bell. 
Con il suo stile incalzante e descrittivo, ricco di dettagliati particolari, Cussler è capace, in ogni suo romanzo di incantare il lettore attirandolo in una nuova avventura da vivere, quasi come fosse un documentario di Alberto Angela, come se le pagine vivessero di vita propria. 
Attentato scorre veloce, sino alla fine, avvincente per la non facile soluzione del caso, visto il continuo cambio di carte in tavola. 

"Bell si premette contro il freddo acciaio per ridurre al minimo la distanza che il suo corpo avrebbe percorso al momento dello schianto. Non poteva mancare molto al giacimento di carbone sul fondo."

Isaac Bell, per chi non lo avesse gia conosciuto in In Mare Aperto, è un giovane ed inesperto investigatore privato, alle dipendenze di un'agenzia investigativa che lo ha ingaggiato per scoprire una banda di sovversivi sabotatori delle miniere di carbone. L'azione si svolge nel 1902 mentre dei sovversivi provano a distruggere i sindacati dei minatori. Per controllare la situazione e cercare di mantenere la calma e la continuità dell'estrazione di carbone nelle miniere, Bell viene mandato sotto copertura ad investigare in miniera a Pitthsburg. 
Isaac si trova nelle viscere della miniera mentre viene fatta esplodere. Il tempo per mettersi in salvo ed aiutare atri minatori è poco, prima che il Grisou, il gas bianco formato da acido carbonico e metano lo soffochi. 
Fortunatamente riesce ad uscirne, mentre la polizia arresta il capocantiere Jim Higgins con l'accusa di omicidio verso tutti i minatori vittime dell'esplosione. 
Mentre arrivano i soccorsi, Isaac decide di aiutarli scendendo nuovamente nelle viscere della miniera in modo da indagare meglio su quanto accaduto.
Proprio mentre sembra aver trovato un indizio lungo i binari dei carrelli che trasportano i minatori si presta a raccoglierlo, ma qualcosa lo colpisce in viso mettendolo a tappeto, gia stordito dalle esalazioni del gas bianco, in circolo a causa del black out dei ventilatori della miniera.
Il risveglio fu doloroso e traumatico, aveva dolori ovunque , ma una misteriosa certezza:

"Sembrava proprio che un sabotatore avesse manomesso la catena con uno scalpello. Ma nel momento in cui la catena si era spezzata, il treno stava salendo verso il punto di scarico sotto lo sguardo di centinaia di minatori. Nessuno di loro, incluso Bell, aveva visto un fabbro avventarsi contro la briglia sul primo vagone armato di martello e scalpello."

Ripresosi dallo shock, Bell si avvia verso l'Hotel di copertura per rimettersi in sesto, dopodichè si ritirerà al Duquense Hotel di Pittsburgh dove, ripulito e vestito di tutto punto incontrerà, per pranzo, il capo dell'Agenzia investigativa per la quale lavora, in modo da esporgli il quadro della situazione. Nel locale, a catturare l'attenzione dell'investigatore, Black Jack, il proprietario privo di scrupoli della Gleason Consolidated Coal & Cocke Company. L'uomo sembrava non essere minimamente toccato "dall'incidente" in miniera e dalla morte dei minatori, anzi stava provocando tutti gli altri magnati coi quali si stava intrattenendo.

"Quando riuscirò a cacciare il sindacato dal West Virginia, le mie miniere venderanno carbone a un prezzo più basso di tutti i presenti. Vi ruberò i clienti!"

A colloquio con Van Dorn, Bell lo informa che la miniera non è stata fatta esplodere da parte di un sabotatore inteso nel senso puro della parola, ma da un sobillatore con lo scopo di provocare un reato maggiore. A prima vista potrebbe essere stato un sindacalista, ma secondo Bell si tratta di altro, appunto un sobillatore spinto da motivazioni diverse.
Da li dovranno partire accurate e pericolose indagini e Bell viene congedato dal capo con la promessa di non compiere atti inconsulti pur agendo nella tutela dei minatori.

"Non farti ammazzare nel tentativo di rovesciare l'ordine naturale delle cose."

Travestitosi di nuovo da minatore, il giovane investigatore è pronto per recarsi al carcere per poter parlare Higgins, arrestato dopo l'esplosione. 
Fuori dal carcere un numeroso gruppo di minatori viene incitato  al linciaggio di Higgins, confermando le teorie di Bell, il quale, poco dopo si adopererà ad aiutare la fuga  di Mary, sorella di Jim Higgins.
Tornato a New York, e messo al corrente Van Dorn sugli ultimi fatti, questi, seppur riluttante gli mette a disposizione alcuni uomini per proseguire le indagini.
Nel frattempo la sorella di Higgins chiede aiuto all'Agenzia investigativa per tutelare il fratello, il quale sta mettendo in atto un piano coi minatori di Pittsburgh. 

"Il riflesso di Mary nel finestrino oscurato dalla notte rivelava i lineamenti di suo padre. Il suo detto preferito era sempre stato: <<L'unica cosa di cui ti pentirai davvero è ciò che non hai mai fatto>>"

Dal canto suo Mary sta invece pianificando una pericolosissima azione ... 
Bell, ormai sicuro che ciò che è accaduto sia per opera di un sobillatore, non riesce a scovarlo. E' sfuggente, quando sembra sul punto di mettere fine alla vicenda, il viscido sobillatore sembra quasi anticipare le mosse degli investigatori scivolando via come un serpente. 
Quello che più indispettisce Isaac è proprio il fatto che questa persona sia a conoscenza di ogni loro azione: come mai? 
Quello che non sa è che l'Agenzia ha covato una serpe in seno. Il sobillatore è proprio un ex investigatore, formatosi grazie agli insegnamenti di Van Dorn, diventato poi un delinquente. 
La settimana a disposizione di Bell sta per scadere e non si vede soluzione del caso, soprattutto per la tutela dei diritti dei minatori.
Nel frattempo il serpente, anticipando ogni azione volta alla sua cattura, circuisce la sorella di Higgins, manipolandola per i suoi loschi traffici, molto probabilmente volti al compimento di una nuova, grande catastrofe.

"Marion portò l'auto sul traghetto, poi salirono sul ponte passeggeri e si affacciarono al parapetto a osservare le luci di Manhattan."

Riuscirà Bell a non far cadere la sua copertura e a salvare i minatori dal pericolo che stanno correndo? Chi è il serpente sobillatore che anticipa tutte le strategie di Bell?
Il mio consiglio è quello di mettervi comodi in poltrona o dove più vi piace ed iniziare l'emozionante lettura della nuova avventura di Isaac Bell, in attesa di nuove oscure trame ordite dalla diabolica mente di Clive Cussler.

Buona lettura,
Tania C.




Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...