IL VIAGGIO DI JENNY KARROL
Tatiana Zuccaro
AltroMondo Editore
Pag. 106
Copertina brossura
Genere: Narrativa per ragazzi - young adult
€ 10,00
Ebook disponibile
CONOSCIAMO L'AUTRICE
Tatiana Zuccaro - foto dal web -
Tatiana Zuccaro, nata a Sassuolo, classe 1980, tutti la chiamano Taty ma in famiglia abbreviano in Ta' , per non sprecare lettere. Bella, sorridente, con la battuta sempre pronta e impegnata nel sociale sin da ragazzina.
"Il viaggio di Jenny Karrol", edito da AltroMondo Editore,è il suo racconto di esordio. La passione per la scrittura la porta a pubblicare altri due romanzi: "Io, acrofobica", dal sapore fortemente autobiografico e "Il respiro di Eric", una storia d'amore tormentata e stravolegente. Comincia a lavorare prestissimo, attualmente è una giornalista freelance e il suo desiderio è quello di fare carriera. Già da bambina la fantasia la porta a scrivere tutto ciò che le passava per la testa, ma col tempo molte di quelle cose, a causa della vita in continua evoluzione, sono andate "perdute". Un giorno, però, ecco che un'illuminazione la porta a riaprire i cassetti dell'intelletto dove aveva riposto tutti i suoi sogni e tutto ciò che credeva perduto, facendo riaffiorare il desiderio a lei più caro: "la scrittura". Con una forza prorompente ha ripreso a scrivere tutto quello che la mente e il cuore le dettavano, portando in luce i suoi sogni di bambina e riempendo di passione la vita attuale.
(cit. dal web)
TRAMA
Jenny Karrol
vive in un mondo di favola nel quale affronta un "viaggio" tra
difficoltà intricate e fantastici, improbabili personaggi. Il viaggio avrà un
finale che nemmeno io mi aspetterei.
Un
abbraccio, Ta'. (Tatiana Zuccaro)
IMPRESSIONI
Ringrazio
AltroMondo Editore e la gentilissima Alice che mi hanno omaggiato di questo
ebook.
Oggi vi
racconto una favola, un viaggio fantastico che ci riporta vagamente al magico
mondo di Alice e le sue meraviglie.
Tatiana
Zuccaro, con questa sua prima favola fantastica, vuole riportare alla luce quel
mondo fatto di magia e meraviglie che solo i bambini sanno creare, vedere e
capire coi loro cuori puri e intrepidi.
Per arrivare
a meravigliarci, dobbiamo partire da molto prima dell'inizio del viaggio
fantastico, cominciato con un altro viaggio avventuroso: quello di
un giovane , Jason che lasciata la casa dei genitori, incontrerà l'amore
della sua vita. La donna lo renderà padre di una bella bambina: Jenny,
indiscussa protagonista di un misterioso e fantastico viaggio compiuto verso la
metà del XIX secolo.
Jason,
venuto a sapere brutte notizie riguardanti la madre si vedrà ad affrontare il
ritorno nella terra e casa natia del padre, dopo aver intrapreso uno strano e lungo
viaggio insieme alla moglie e a Jenny.
"Il
viaggio li portò in un luogo dove accaddero avvenimenti surreali e
inimmaginabili. Jenny così si ritrova a fare una scoperta sconvolgente
sull'avvenimento riguardante la nonna paterna, si trova a dover affrontare
alcune difficili prove e a fare i conti con inimmaginabili creature
surrealistiche che cercheranno di confonderla e rendere il suo percorso
tortuoso e si può quasi dire inaffrontabile."
Nella
misteriosa avventura, la bambina sarà accompagnata da due piccoli amici,
peloso a 4 zampe il primo, pennuto e alato l'altro, ai quali Jenny da lo stesso
nomignolo.
La scelta di
usare nomi identici per identificare i compagni di viaggio di Jenny, è stata
usata dall'autrice per creare una sorta di accomunamento e intimità condivisa
tra due creature così diverse.
"Si
dice fosse un luogo dove non ci furono mai le fredde stagioni, un posto
misterioso, un luogo senza tempo, ove lo spazio faceva da guanto attorno a chi
si addentrasse."
Inghilterra,
nei pressi periferici di Oxford. Si narra che al riparo tra ciliegi sempre
fioriti, ci fosse una casetta bianca disabitata con le finestre profilate di
color oro, capaci di illuminare oltre le fronde dei ciliegi durante gli
infuocati tramonti.
Poco importa
l'ubicazione della casetta, si narra che mai nessuno che si fosse, anche per
sbaglio, avventurato nei pressi di quello strano luogo, fu in grado di
ricordare dettagliatamente quando avvenuto. Solo pochi e confusi ricordi,
destinati a dissolversi come neve al sole, lasciando un alone di foschia atto a
distorcere la realtà di quanto vissuto in quel luogo.
La bianca
villetta apparteneva al signor Karrol, padre di Jason, rinomato psichiatra
oramai in pensione. Uomo completamente dedito alla famiglia, perse la moglie
poco tempo prima della sua morte. La coppia ebbe un figlio:Jason, del quale si
fecero una passione quando il ragazzo decise di sposare Sandy giovanissimo e di
andare a vivere lontano, in un altro paese, lasciandoli soli e con poche
possibilità di vedersi e sentirsi.
Il signo
Karrol, dopo la scomparsa della moglie, cadde in profonda depressione sino a
perdere la ragione, tanto da aver bisogno di aiuto.
"Si
mise a cercarla ovunque, a gridare, chiamando il nome di Beatrice e aggirandosi
per tutta quella grande casa, sia esternamente che internamente e gridava,
gridava, gridava a squarciagola il suo nome invano, ma purtroppo non ricevette
mai una risposta."
Come erano
soliti fare, il signor Karrol e Beatrice, ogni mattina dopo colazione, si
accomodarono in giardino. Beatrice amava dipingere ed era impegnata nel
ritrarre la loro casa e il giardino, mentre il marito la guardava estasiato. Il
povero signor Karrol si distrasse un attimo e quando tornò a guardare la mogie,
questa era scomparsa. Il pover'uomo passava notti insonni e giorni disperati
senza pace per l'assurda scomparsa della moglie. I vicini non videro ne seppero
mai nulla, in quanto la piccola villetta sembra invisibile agli occhi. In un
momento di lucidità il signor Karrol scrisse un telegramma al figlio,
raccontando della misteriosa scomparsa della madre e chiedendo un aiuto per
ritrovarla, pur sapendo che avrebbe impiegato tempo a riceverlo. Dopo aver
spedito il telegramma, decise di riporre gli attrezzi per la pittura della
moglie nella sua camera preferita, quella dove era solita rifugiarsi per
cercare ispirazione, in compagnia di un piccolo canarino giallo di nome Dd,
anche lui depresso per la scomparsa di Beatrice.
Intanto nel
Salento, luogo dove era andato a vivere Jason, Jenny era arrivata all'età di 12
anni, bella e solare, amante del disegno e della lettura, proprio come la
scomparsa nonna materna. Mentre era presa dai suoi disegni, la piccola Jenny,
venne distratta da un flebile miagolio che la spinse a cercarne la provenienza
e chi lo stava emettendo. Perlustrando il fianco della casa, dietro ad un vaso
di gerani, trovò un cucciolo di gatto, a pelo medio lungo color panna con occhi
neri e la coda a punta. Intenerita da quel batuffolo peloso, la bambina chiese
ai genitori di poterlo tenere, chiamandolo Dd, proprio come il canarino della
nonna, memore dei racconti del padre al riguardo.
"E
finalmente il viaggio volse al termine, mancava un altro piccolo percorso ed
era fatta, arrivò l'ennesima carrozza, ma questa volta insolita, ove non c'era
cocchiere, solo un paio di cavalli neri."
Le giornate
di Jenny trascorsero serene, allietate dal suo nuovo amico Dd, sino a che, un
giorno, il postino, consegnò un telegramma con la richiesta d'aiuto del nonno.
Così, una
mattina, tornando da scuola, trovò davanti casa una carrozza e il padre che
stava caricando i loro bagagli. La carrozza li avrebbe portati alla stazione e
sarebbero saliti su un treno. Dopo un lungo viaggio, sarebbero arrivati alla
casa paterna. Ovviamente Dd avrebbe compiuto il viaggio con loro.
L'entusiasmo
di Jenny durò per tutto lo strano e lungo viaggio, cercando di carpire i sussurri
del padre che stava raccontando alla moglie nuovi aneddoti sulla casa dei
genitori.
Scesi dal
treno c'era una nuova carrozza ad aspettarli, arrivata chissà come e chissà da
dove, senza cocchiere e con un paio di cavalli.
Quell'ultimo
tratto di strada che li divideva da casa del nonno si rivelò alquanto insolito:
sporgendosi dal finestrino, Jenny notò che la carrozza sembrava sospesa da
terra, quasi come se stesse galleggiando su una nuvola luminescente. Nonostante
tutto era stato un viaggio piacevole.
Arrivati dal
nonno, l'emozione fu tanta da far scendere le lacrime alla famiglia riunita.
Jenny era emozionata, finalmente poteva entrare in quella casa che conosceva a
memoria e sognava spesso. Sperava, altresì, che alcuni suoi sogni non
diventassero realtà, proprio come era successo sino a quel momento. Tutto ciò
che aveva sognato sino ad allora riguardo ai nonni e alla casa, stava
trasformandosi in realtà.
Vista l'ora
tarda, Sandy e Jenny si addormentarono subito, affaticate anche dal lungo
viaggio.
Nel mezzo
del suo sonno, la bambina si svegliò: le era sembrato che una voce la stesse
chiamando, ma probabilmente lo aveva solo immaginato. Provò ad addormentarsi,
ma di nuovo quella voce, una voce familiare, che cullava i suoi sonni sin da
piccola, la chiamava da un luogo non ben definito e lontano. La piccola si
alzò, cercando di capirne di più, ma il padre la rispedì a letto, dove si
addormentò serenamente sino al mattino. Jenny, finalmente, si
sentiva a casa.
"Era
sempre più vicina al dipinto, quando a un tratto si sentì chiamare da una voce
lontana, il canarino cominciò a fischiare e sbatteva le ali, era diventato
molto agitato."
La notte
dopo Jenny decise di seguire nuovamente quella voce che la chiamava
insistentemente. Preso un lume per guidare i suoi passi, arrivò in una stanza
che conteneva un dipinto e una gabbietta con il canarino di nonna Beatrice,
Dd.
L'autrice,
per distinguere i due animali, chiamerà il gattino Ddg e il canarino Ddc.
Il canarino,
felice di vedere Jenny, le volò in mano e si lasciò accarezzare. Ma il sonno
ebbe il sopravvento e la bambina tornò a dormire, decisa a continuare le
ricerche l'indomani.
Il mattino
seguente, tornata nella stanza verde, ritrovò Ddg insieme a Ddc che cominciò a
parlare con lei telepaticamente spigandole che era felice di rivederla e che la
stava aspettando.
La bambina
fu attratta dal dipinto della nonna che sembrava la stesse chiamando. Più si
avvicinava e più la voce si faceva chiara e forte e, quando fu così vicina da
distinguere la figura di una donna, capì che si trattava della nonna,
intrappolata non si sa come e perché, nel suo dipinto, risucchiata da una forza
misteriosa mentre stava dipingendo.
Ddc le disse
di stare tranquilla, che la stava aspettando da tempo proprio per aiutare la
nonna ad uscire dal quadro, perché solo lei era in grado di farlo. Ma come?
All'improvviso
una nuova energia suggerì alla bambina di prendere il suo album da disegno.
Tornata
nella stanza verde col suo album, Jenny trovò Ddg circondato da topi
giganteschi che lui stesso aveva materializzato, generandoli dalle sue paure
intrinseche. Ddc, invece stava cercando di riportare l'ordine sbattendo le sue ali.
Con tre battiti provocò un vento di fuoco che fece sparire i topi dopo
averli inceneriti.
Ingrandì
quindi Ddg, in modo da tale da non avere più problemi in futuro se si
fossero presentati altri topi o difficoltà da superare.
Jenny tirò
fuori il suo album da disegno e cominciò a ritrarre dettagliatamente la stanza
verde e il dipinto incompleto nel quale la nonna era stata risucchiata. Jenny ,
sapientemente, disegnava prestando molta attenzione ai particolari, quando,
improvvisamente il disegno, come animato da vita propria le sfuggì di mano
risucchiando lei e i suoi amici Ddc e Ddg, in un mondo parallelo buio e tetro.
Il tutto
accadde sotto agli occhi intimoriti della madre, esterrefatta davanti alla
scena alla quale aveva appena assistito. Messi al corrente di quanto accaduto
il marito e il suocero, il signor Karrol ebbe un malore, ben conscio delle
strane cose che stavano succedendo nella stanza verde, in preda a fulmini,
lampi e tuoni che facevano tremare il pavimento.
"Jenny
e i suoi amici entrati in quel mondo parallelo vennero avvolti da una fitta
foschia che li avvolgeva insistentemente e lasciava poco intravedere cosa ci
fosse all'orizzonte."
Avvolti da
quella cappa di tenebra, la bambina, insieme ai
suoi amici, piombarono in uno stato di smarrimento e paura ma, in lontananza,
una luce quasi impercettibile, sembrava voler rischiarare il loro cammino. Ma
intorno a loro il terreno cominciò a tremare e si ritrovarono circondati da
rami spinati.
Salendo in
groppa a Ddg, il tre, riuscirono a raggirare l'ostacolo, riprendendo il loro
cammino sino a che non gli si parò davanti un portone di ferro e una grossa
testa di leone nel centro. Come Jenny la toccò, gli occhi del leone
divennero di fuoco...
Riusciranno
Jenny, Ddg e Ddc, ad oltrepassare il leone di fuoco e a liberare la nonna?
La piccola
Jenny avrà realmente vissuto questa avventura oppure è stato solo un frutto
della sua fervida fantasia, fuori dal comune?
Lo
scoprirete solo leggendo, manca poco e il finale vi lascerà veramente stupefatti
così come ha meravigliato me.
Un finale
che racchiude un forte messaggio sociale, capace di non lasciare indifferente
il lettore.
Visto il
clima impazzito di questi giorni non mi resta che dirvi di iniziare
questa meravigliosa avventura accoccolati in una poltrona comoda
nel vostro angolo preferito, un plaid morbido e caldo nel caso vi prendesse
freddo e con una tazza bollente di buon tea nero al bergamotto.
Questo breve
racconto, da leggere come una fiaba, scorre via in poco più di un'ora.
L'autrice, anche se con uno stile ancora acerbo, visto che si tratta della sua
prima pubblicazione, ha saputo plasmare una storia con un forte contenuto,
rendendola alla portata di grandi e ragazzi, mantenendo quella giusta miscela
di suspense e mistero sino alla fine.
Un libricino
che mi sento di consigliare soprattutto ai genitori dei bambini delle fate ...
Buona
lettura,
Tania C.
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