martedì 28 maggio 2019

Recensione de IL VIAGGIO DI JENNY KARROL di Tatiana Zuccaro






IL VIAGGIO DI JENNY KARROL

Tatiana Zuccaro
AltroMondo Editore
Pag. 106
Copertina brossura
Genere: Narrativa per ragazzi - young adult
€ 10,00
Ebook disponibile



CONOSCIAMO L'AUTRICE

Tatiana Zuccaro - foto dal web -

Tatiana Zuccaro, nata a Sassuolo, classe 1980, tutti la chiamano Taty ma in famiglia abbreviano in Ta' , per non sprecare lettere. Bella, sorridente, con la battuta sempre pronta e impegnata nel sociale sin da ragazzina.
"Il viaggio di Jenny Karrol", edito da AltroMondo Editore,è il suo racconto di esordio. La passione per la scrittura la porta a pubblicare altri due romanzi: "Io, acrofobica", dal sapore fortemente autobiografico e "Il respiro di Eric", una storia d'amore tormentata e stravolegente. Comincia a lavorare prestissimo, attualmente è una giornalista freelance e il suo desiderio è quello di fare carriera. Già da bambina la fantasia la porta a scrivere tutto ciò che le passava per la testa, ma col tempo molte di quelle cose, a causa della vita in continua evoluzione, sono andate "perdute". Un giorno, però, ecco che un'illuminazione la porta a riaprire i cassetti dell'intelletto dove aveva riposto tutti i suoi sogni e tutto ciò che credeva perduto, facendo riaffiorare il desiderio a lei più caro: "la scrittura". Con una forza prorompente ha ripreso a scrivere tutto quello che la mente e il cuore le dettavano, portando in luce i suoi sogni di bambina e riempendo di passione la vita attuale. 
(cit. dal web)





   


   TRAMA



Jenny Karrol vive in un mondo di favola nel quale affronta un "viaggio" tra difficoltà intricate e fantastici, improbabili personaggi. Il viaggio avrà un finale che nemmeno io mi aspetterei.
Un abbraccio, Ta'. (Tatiana Zuccaro)


IMPRESSIONI



                                  

Ringrazio AltroMondo Editore e la gentilissima Alice che mi hanno omaggiato di questo ebook. 
Oggi vi racconto una favola, un viaggio fantastico che ci riporta vagamente al magico mondo di Alice e le sue meraviglie.
Tatiana Zuccaro, con questa sua prima favola fantastica, vuole riportare alla luce quel mondo fatto di magia e meraviglie che solo i bambini sanno creare, vedere e capire coi loro cuori puri e intrepidi. 
Per arrivare a meravigliarci, dobbiamo partire da molto prima dell'inizio del viaggio fantastico, cominciato  con un altro viaggio  avventuroso: quello di un giovane , Jason  che lasciata la casa dei genitori, incontrerà l'amore della sua vita. La donna lo renderà padre di una bella bambina: Jenny, indiscussa protagonista di un misterioso e fantastico viaggio compiuto verso la metà del XIX secolo. 
Jason, venuto a sapere brutte notizie riguardanti la madre si vedrà ad affrontare il ritorno nella terra e casa natia del padre, dopo aver intrapreso uno strano e lungo viaggio insieme alla moglie e a Jenny.

"Il viaggio li portò in un luogo dove accaddero avvenimenti surreali e inimmaginabili. Jenny così si ritrova a fare una scoperta sconvolgente sull'avvenimento riguardante la nonna paterna, si trova a dover affrontare alcune difficili prove e a fare i conti con inimmaginabili creature surrealistiche che cercheranno di confonderla e rendere il suo percorso tortuoso e si può quasi dire inaffrontabile."

Nella misteriosa avventura, la bambina sarà accompagnata da due piccoli amici,  peloso a 4 zampe il primo, pennuto e alato l'altro, ai quali Jenny da lo stesso nomignolo.
La scelta di usare nomi identici per identificare i compagni di viaggio di Jenny, è stata usata dall'autrice per creare una sorta di accomunamento e intimità condivisa tra due creature così diverse. 

"Si dice fosse un luogo dove non ci furono mai le fredde stagioni, un posto misterioso, un luogo senza tempo, ove lo spazio faceva da guanto attorno a chi si addentrasse."

Inghilterra, nei pressi periferici di Oxford. Si narra che al riparo tra ciliegi sempre fioriti, ci fosse una casetta bianca disabitata con le finestre profilate di color oro, capaci di illuminare oltre le fronde dei ciliegi durante gli infuocati tramonti.
Poco importa l'ubicazione della casetta, si narra che mai nessuno che si fosse, anche per sbaglio, avventurato nei pressi di quello strano luogo, fu in grado di ricordare dettagliatamente quando avvenuto. Solo pochi e confusi ricordi, destinati a dissolversi come neve al sole, lasciando un alone di foschia atto a distorcere la realtà di quanto vissuto in quel luogo.
La bianca villetta apparteneva al signor Karrol, padre di Jason, rinomato psichiatra oramai in pensione. Uomo completamente dedito alla famiglia, perse la moglie poco tempo prima della sua morte. La coppia ebbe un figlio:Jason, del quale si fecero una passione quando il ragazzo decise di sposare Sandy giovanissimo e di andare a vivere lontano, in un altro paese, lasciandoli soli e con poche possibilità di vedersi e sentirsi.
Il signo Karrol, dopo la scomparsa della moglie, cadde in profonda depressione sino a perdere la ragione, tanto da aver bisogno di aiuto. 

"Si mise a cercarla ovunque, a gridare, chiamando il nome di Beatrice e aggirandosi per tutta quella grande casa, sia esternamente che internamente e gridava, gridava, gridava a squarciagola il suo nome invano, ma purtroppo non ricevette mai una risposta."

Come erano soliti fare, il signor Karrol e Beatrice, ogni mattina dopo colazione, si accomodarono in giardino. Beatrice amava dipingere ed era impegnata nel ritrarre la loro casa e il giardino, mentre il marito la guardava estasiato. Il povero signor Karrol si distrasse un attimo e quando tornò a guardare la mogie, questa era scomparsa. Il pover'uomo passava notti insonni e giorni disperati senza pace per l'assurda scomparsa della moglie. I vicini non videro ne seppero mai nulla, in quanto la piccola villetta sembra invisibile agli occhi. In un momento di lucidità il signor Karrol scrisse un telegramma al figlio, raccontando della misteriosa scomparsa della madre e chiedendo un aiuto per ritrovarla, pur sapendo che avrebbe impiegato tempo a riceverlo. Dopo aver spedito il telegramma, decise di riporre gli attrezzi per la pittura della moglie nella sua camera preferita, quella dove era solita rifugiarsi per cercare ispirazione, in compagnia di un piccolo canarino giallo di nome Dd, anche lui depresso per la scomparsa di Beatrice.
Intanto nel Salento, luogo dove era andato a vivere Jason, Jenny era arrivata all'età di 12 anni, bella e solare, amante del disegno e della lettura, proprio come la scomparsa nonna materna. Mentre era presa dai suoi disegni, la piccola Jenny, venne distratta da un flebile miagolio che la spinse a cercarne la provenienza e chi lo stava emettendo. Perlustrando il fianco della casa, dietro ad un vaso di gerani, trovò un cucciolo di gatto, a pelo medio lungo color panna con occhi neri e la coda a punta. Intenerita da quel batuffolo peloso, la bambina chiese ai genitori di poterlo tenere, chiamandolo Dd, proprio come il canarino della nonna, memore dei racconti del padre al riguardo.

"E finalmente il viaggio volse al termine, mancava un altro piccolo percorso ed era fatta, arrivò l'ennesima carrozza, ma questa volta insolita, ove non c'era cocchiere, solo un paio di cavalli neri."

Le giornate di Jenny trascorsero serene, allietate dal suo nuovo amico Dd, sino a che, un giorno, il postino, consegnò un telegramma con la richiesta d'aiuto del nonno.
Così, una mattina, tornando da scuola, trovò davanti casa una carrozza e il padre che stava caricando i loro bagagli. La carrozza li avrebbe portati alla stazione e sarebbero saliti su un treno. Dopo un lungo viaggio, sarebbero arrivati alla casa paterna. Ovviamente Dd avrebbe compiuto il viaggio con loro. 
L'entusiasmo di Jenny durò per tutto lo strano e lungo viaggio, cercando di carpire i sussurri del padre che stava raccontando alla moglie nuovi aneddoti sulla casa dei genitori.
Scesi dal treno c'era una nuova carrozza ad aspettarli, arrivata chissà come e chissà da dove, senza cocchiere e con un paio di cavalli.
Quell'ultimo tratto di strada che li divideva da casa del nonno si rivelò alquanto insolito: sporgendosi dal finestrino, Jenny notò che la carrozza sembrava sospesa da terra, quasi come se stesse galleggiando su una nuvola luminescente. Nonostante tutto era stato un viaggio piacevole.
Arrivati dal nonno, l'emozione fu tanta da far scendere le lacrime alla famiglia riunita. Jenny era emozionata, finalmente poteva entrare in quella casa che conosceva a memoria e sognava spesso. Sperava, altresì, che alcuni suoi sogni non diventassero realtà, proprio come era successo sino a quel momento. Tutto ciò che aveva sognato sino ad allora riguardo ai nonni e alla casa, stava trasformandosi in realtà.
Vista l'ora tarda, Sandy e Jenny si addormentarono subito, affaticate anche dal lungo viaggio.
Nel mezzo del suo sonno, la bambina si svegliò: le era sembrato che una voce la stesse chiamando, ma probabilmente lo aveva solo immaginato. Provò ad addormentarsi, ma di nuovo quella voce, una voce familiare, che cullava i suoi sonni sin da piccola, la chiamava da un luogo non ben definito e lontano. La piccola si alzò, cercando di capirne di più, ma il padre la rispedì a letto, dove si addormentò serenamente sino al mattino.  Jenny, finalmente, si sentiva  a casa.

"Era sempre più vicina al dipinto, quando a un tratto si sentì chiamare da una voce lontana, il canarino cominciò a fischiare e sbatteva le ali, era diventato molto agitato."

La notte dopo Jenny decise di seguire nuovamente quella voce che la chiamava insistentemente. Preso un lume per guidare i suoi passi, arrivò in una stanza che conteneva un dipinto e una gabbietta con il canarino di nonna Beatrice, Dd. 
L'autrice, per distinguere i due animali, chiamerà il gattino Ddg e il canarino Ddc.
Il canarino, felice di vedere Jenny, le volò in mano e si lasciò accarezzare. Ma il sonno ebbe il sopravvento e la bambina tornò a dormire, decisa a continuare le ricerche l'indomani. 
Il mattino seguente, tornata nella stanza verde, ritrovò Ddg insieme a Ddc che cominciò a parlare con lei telepaticamente spigandole che era felice di rivederla e che la stava aspettando.
La bambina fu attratta dal dipinto della nonna che sembrava la stesse chiamando. Più si avvicinava e più la voce si faceva chiara e forte e, quando fu così vicina da distinguere la figura di una donna, capì che si trattava della nonna, intrappolata non si sa come e perché, nel suo dipinto, risucchiata da una forza misteriosa mentre stava dipingendo.
Ddc le disse di stare tranquilla, che la stava aspettando da tempo proprio per aiutare la nonna ad uscire dal quadro, perché solo lei era in grado di farlo. Ma come?
All'improvviso una nuova energia suggerì alla bambina di prendere il suo album da disegno.
Tornata nella stanza verde col suo album, Jenny trovò Ddg circondato da topi giganteschi che lui stesso aveva materializzato, generandoli dalle sue paure intrinseche. Ddc, invece stava cercando di riportare l'ordine sbattendo le sue ali. Con tre battiti provocò un vento di  fuoco che fece sparire i topi dopo averli inceneriti.
Ingrandì quindi Ddg,  in modo da tale da non avere più problemi in futuro se si fossero presentati altri topi o difficoltà da superare. 
Jenny tirò fuori il suo album da disegno e cominciò a ritrarre dettagliatamente la stanza verde e il dipinto incompleto nel quale la nonna era stata risucchiata. Jenny , sapientemente, disegnava prestando molta attenzione ai particolari, quando, improvvisamente il disegno, come animato da vita propria le sfuggì di mano risucchiando lei e i suoi amici Ddc e Ddg, in un mondo parallelo buio e tetro.
Il tutto accadde sotto agli occhi intimoriti della madre, esterrefatta davanti alla scena alla quale aveva appena assistito. Messi al corrente di quanto accaduto il marito e il suocero, il signor Karrol ebbe un malore, ben conscio delle strane cose che stavano succedendo nella stanza verde, in preda a fulmini, lampi e tuoni che facevano tremare il pavimento.

"Jenny e i suoi amici entrati in quel mondo parallelo vennero avvolti da una fitta foschia che li avvolgeva insistentemente e lasciava poco intravedere cosa ci fosse all'orizzonte."

Avvolti da quella cappa di tenebra,   la      bambina, insieme ai suoi amici, piombarono in uno stato di smarrimento e paura ma, in lontananza, una luce quasi impercettibile, sembrava voler rischiarare il loro cammino. Ma intorno a loro il terreno cominciò a tremare e si ritrovarono circondati da rami spinati.
Salendo in groppa a Ddg, il tre, riuscirono a raggirare l'ostacolo, riprendendo il loro cammino sino a che non gli si parò davanti un portone di ferro e una grossa testa di leone  nel centro. Come Jenny la toccò, gli occhi del leone divennero di fuoco...
Riusciranno Jenny, Ddg e Ddc, ad oltrepassare il leone di fuoco e a liberare la nonna?
La piccola Jenny avrà realmente vissuto questa avventura oppure è stato solo un frutto della sua fervida fantasia, fuori dal comune?
Lo scoprirete solo leggendo, manca poco e il finale vi lascerà veramente stupefatti così come ha meravigliato me.
Un finale che racchiude un forte messaggio sociale, capace di non lasciare indifferente il lettore.
Visto il clima impazzito di questi giorni non mi resta che dirvi di iniziare questa  meravigliosa avventura accoccolati in  una poltrona comoda nel vostro angolo preferito, un plaid morbido e caldo nel caso vi prendesse freddo e con una tazza bollente di buon tea nero al bergamotto. 
Questo breve racconto, da leggere come una fiaba, scorre via in poco più di un'ora. L'autrice, anche se con uno stile ancora acerbo, visto che si tratta della sua prima pubblicazione, ha saputo plasmare una storia con un forte contenuto, rendendola alla portata di grandi e ragazzi, mantenendo quella giusta miscela di suspense e mistero sino alla fine. 
Un libricino che mi sento di consigliare soprattutto ai genitori dei bambini delle fate ...
Buona lettura, 

Tania C.




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