martedì 16 gennaio 2024

Recensione: PASSARE IL FIUME di Alessio Torino e Simone Massi - Ed. Orecchio Acerbo _

 






PASSARE IL FIUME

Autore Alessio Torino

Illustrazioni Simone Massi

Ed. Orecchio Acerbo

Anno di pubblicazione 12 gennaio 2024

Formato 21x23

Genere Albi illustrati 

Età di lettura da 8 anni in su

Pag. 56

€ 18,90 (in offerta sul sito della C. a € 17,96)


CONOSCIAMO GLI AUTORI

Alessio Torino

Ogni scrittore ha un compito importante da svolgere: quello di donare e tramandare ai lettori, le proprie storie. 

Parole di Alessio Torino a proposito del suo mestiere. 

Nato a Urbino nel 1975, insegna Letteratura latina nell’università della sua città.

La scalata alla carriera di scrittore vede gli esordi con la pubblicazione di alcuni suoi racconti sulla rivista Nuovi Argomenti. Il  2010 vede la pubblicazione del suo primo romanzo “Undici decimi”, edito da Minimum Fax. 

Il successo del romanzo lo porterà alla soddisfazione della vittoria del  Premio Bagutta, come miglior Opera Prima e il premio Frontino Montefeltro. 

Pregio incrollabile della sua carriera è quello di aver vinto un premio  per ogni libro pubblicato: ultimo il prestigioso Premio Mondello, vinto con “Al centro del mondo”, edito da Mondadori nel 2020. 

I suoi romanzi sono spesso dedicati ai più piccoli, sono al protagonisti dei suoi interessi narrativi, a partire da “Tina” (Minimum Fax, 2016). 

Il suo ultimo suo romanzo è “Cuori in piena” , pubblicato da Mondadori nel 2023.

“Passare il fiume”, primo libro pubblicato da Orecchio Acerbo, segna il suo esordio nella letteratura illustrata.


Simone Massi 

Nato nel 1970 tra le dolci colline  marchigiane di Pergola, Simone Massi riscrive in italiano la pacata semplicità dei suoi amatissimi artisti slavi. 

Impiega anni di lavoro impegnativo e passione per illustrare e animare in pochi minuti la storia di numerose generazioni di infaticabili lavoratori dall'anima boschiva.

Ma Simone, come un buon maratoneta, ha la resistenza lunga. 

A  ventitré anni, ormai "adulto", si  iscrisse, frequentandolo, all’Istituto d’arte di Urbino.

Nel nel disegno animato che tanto amava, aveva scorto una possibilità di stacco dal lavoro in fabbrica cui pareva destinato.

Rinnovando negli anni la fedeltà a quel sogno,  la sua fama a livello internazionale lo annovera come uno tra i più importanti autori italiani di cinema d’animazione e ha vinto più di 300 premi nel mondo. 

Nel catalogo di orecchio acerbo, “La casa sull’altura” di Nino De Vita (2011), “Buchettino” su testo di Chiara Guidi (2016) e “Il maestro” di Fabrizio Silei (2017). 

Il suo primo lungometraggio animato, “Invelle”, è stato in concorso nella sezione Orizzonti alla Biennale Cinema di Venezia 2023.

(Fonte Comunicato Stampa Orecchio Acerbo)


TRAMA

Una famiglia ebrea, un partigiano, un prete, una mugnaia

1944. Appennino umbro-marchigiano. 

I nazi-fascisti stanno rastrellando  i dintorni di Secchiano.

Nel mulino del paese ha trovato un nascondiglio sicuro una famiglia ebrea, con una bambina, Charlotte. 

La famiglia era approdata con un barcone a Rimini, dopo un lungo e stremante viaggio dalla Germania. 

Vennero subito accolte nella soffitta della famiglia di Mercedes Virgili, osti di Secchiano.

Due  persone hanno messo in gioco la loro vita per aiutarli: Samuele Panichi, anarchico, appena tornato dall’America dove era espatriato per combattere nella Resistenza, e don Celli, il parroco. 

Quando i tedeschi cominciano a rastrellare il paese Panichi, per salvarsi, insieme  ai due figli e a un gruppo di compagni, è costretto a “passare il fiume” e darsi alla macchia. 

Don Celli invece viene internato e portato a Mauthausen e da lì al “Mulino delle ossa” di Harteim, dove i resti dei prigionieri vengono polverizzati e sparsi nelle gelide acque del Danubio. Anche lui “passa il fiume”. 

In paese, invece, il mulino da rifugio a Charlotte e alla sua famiglia. 

E la mugnaia li sfama. 

Fino all’arrivo degli Alleati.


IMPRESSIONI


Buon pomeriggio amici della Valigia, ben ritrovati.

La recensione di oggi è molto particolare. Si tratta di una lettura di nicchia, gentilmente offertami, in formato digitale, da Paolo Cesari di Orecchio Acerbo. 

Per me si tratta di una nuova esperienza collaborativa. Non è la prima volta che recensisco un libro per bambini, ma lo è per un testo magistralmente illustrato.

Chi mi conosce sa quanto io sia profondamente interessata al  periodo più buio della storia mondiale, dal '39 al '45, in particolar modo la Shoah.

Ci stiamo avvicinando alla commemorazione del 27 gennaio e ci tenevo a segnalarvi qualche nuova lettura al riguardo.

Nuova nel senso di particolare, non il classico diario o romanzo. L'occasione giusta si è presentata tramite una mail di Paolo Cesari, nella quale veniva pubblicizzato il  testo illustrato "Passare il fiume", appena uscito nelle librerie.

<< Vi vengono a cercare. Vi vogliono trovare. Vi verranno a cercare anche giù dal cielo. Vi vogliono trovare tutti. >>

È un testo nato per i bambini, se ne consiglia la lettura dagli 8 anni in su. Ciò non toglie bellezza e valore al contenuto. 

La storia della famiglia della piccola Charlotte e di chi li ha aiutati a salvarsi viene raccontata attraverso brevi paragrafi dal sapore poetico, narrati da Alessio Torino e dalle splendide illustrazioni che portano la firma di Simone Massi.

Poche pagine, che scorrono sciolte ma con la potenza della paura e del dolore vissuti in prima persona da Charlotte e da tantissime altre Charlotte nel mondo.

La bambina, assieme alla sua famiglia, cercando di fuggire al rastrellamento nazista, era giunta nel paese di Secchiano da Rimini, dove era approdata con un barcone dopo uno stremante viaggio dalla Germania, alla ricerca di un rifugio sicuro, nell'attesa che finissero tutti gli orrori o di riuscire a scappare in una terra finalmente libera da ogni angheria e vessazione verso il popolo ebraico. 

Ad aiutarli a trovare una sistemazione protetta, Samuele Panichi.

<< Il mulino di Secchiano. Il Bosso, che ci scorre accanto. Meglio nascondersi meglio, meglio nascondersi accanto al fiume. >>

Panichi, il partigiano di Pianello, giunge a casa Virgili con la famiglia nascosta sulla sua carrozza, confidando nel buon cuore dell'amico che, se pur ancora fortemente nostalgico del ventennio, si prodigò per aiutare quei poveretti costretti a nascondersi come topi.

Don Celli, parroco del villaggio, fin da subito si presta a rifornire i viveri per la famiglia di Charlotte.

La casa dei Virgili sembra essere il luogo perfetto ma, col passare del tempo, i rastrellamenti si fanno sempre più incalzanti e quel luogo in principio confortevole, sta diventando insicuro e pericoloso. 

Ben presto la famiglia è costretta a lasciare la casa e a rifugiarsi al vecchio Mulino del paese, accanto al fiume Bosso.

In loro aiuto, ancora una volta, Don Celli e  Panichi, quest'ultimo insieme ai figli, all'avvocato eugubino Terradura e ai suoi figli, vennero soprannominati la banda "Panichi", i partigiani.

<< "Io non ho fatto niente di male."  Parole di don Giuseppe Celli, parroco di Secchiano. >>

Panichi e la sua banda sono i primi a "passare il fiume" per sfuggire ai fascisti, mentre don Celli, dopo aver aiutato, portando viveri alla famiglia di Charlotte, viene arrestato e trasferito al Campo di Fossoli, in attesa di essere smistato nel campo di sterminio Mauthausen dove vivrà un inferno che mai avrebbe potuto immaginare, per finire poi al "Mulino delle ossa" per essere polverizzato e sparso nelle acque gelate del Danubio.

Così anche don Celli ha "passato il fiume".

Mentre la banda Panichi, allo scopo di bloccare l'avanzata nazi-fascista faceva saltare ponti per opera di Walkiria, figlia dell'avvocato, il figlio di Panichi viene brutalmente fucilato dal fuoco nemico.

Al Mulino di Secchiano, Rosina, moglie del mugnaio continua ad aiutare la famiglia di Charlotte, consegnando cesti di viveri per potersi rifocillare e superare la rigidità di quel gelido inverno.

Giorno dopo giorno, cesto dopo cesto, finché le campane cominciano a suonare una nuova melodia di speranza.

È arrivata l'estate del 1944, gli alleati risalgono l'Italia. 

Le campane suonano per la libertà!

Come ho già scritto prima, la lettura è veramente breve, ma ha una forza tale da entrare sottopelle, da racchiudere un mondo di emozioni in quella manciata di paragrafi.

Rabbia, sconforto, disperazione, rassegnazione.

Gratitudine, speranza, certezza.

Un turbinio in crescendo di brividi lungo la schiena, da parte mia un odio viscerale verso la cattiveria e crudeltà di quegli esseri indegni di chiamarsi uomini.

Come ogni volta che mi documento e ripercorro i passi di quel periodo storico, qualche lacrima si affaccia sul bordo dei miei occhi per poi scivolare libera, amara e ustionante, lungo il viso.

Ogni volta con la consapevolezza che nessuno potrà mai darmi una risposta precisa e soddisfacente alla mia perpetua domanda: "Perché tutto questo odio?".

In passato ho cercato qualche risposta proprio a Fossoli, ma una volta varcato l'accesso al viale del Campo, le mie domande sono soffocate in gola, sepolte nelle macerie di alcuni edifici ancora da restaurare, dove strati di storia si sono alternati e rinnovati negli anni.







Campo di concentramento-smistamento di Fossoli - Foto personali -


La strada per la verità è ancora lunga, forse nessuno avrà mai la forza e il coraggio portarla alla luce, ma un po' di conforto deriva dal sapere che in passato l'uomo ha dimostrato il suo valore nei piccoli gesti, mettendo a rischio la propria vita, spesso perdendola tragicamente, per aiutare amici e sconosciuti. Solo per amore verso il prossimo. 

Costruendo anche le basi per un lieto fine...

Raffinate illustrazioni che sembrano vive accompagnano chi legge lungo i vicoli di Secchiano, sulle sponde del Bosso, nel gelo dei campi di sterminio, cercando di riscaldare l'anima commossa dal racconto.

Il linguaggio semplice, delicato, scorrevole, da una parte aiuta i bambini a comprendere meglio gli orrori dell'Olocausto, dall'altra spinge il lettore più adulto a scavare in questa storia, a saperne di più, ad ascoltare i dialoghi in tedesco di Charlotte, ad accompagnare Rosina con la cesta carica di viveri fino al vecchio Mulino.

Ho trovato in rete parecchi articoli dedicati alla storia di Charlotte, e piano piano li leggerò tutti: sarebbe bello se venisse scritta una storia più approfondita, anche solo per far conoscere meglio luoghi della resistenza e il grande cuore dei marchigiani. 

Nato come romanzo illustrato per bambini, "Passare il fiume" racconta una storia che tutti dovrebbero conoscere, per capire e sperare ancora nell'umanità.

Ringraziando infinitamente Orecchio Acerbo e Paolo Cesari per questa possibilità, vi invito all'acquisto del testo, un piccolo gioiello da custodire in libreria e da rileggere ogni volta che la nostra vita sembra non essere troppo clemente, perché la giornata della memoria non è solo il 27 gennaio. 

Buona lettura,

Tania C.



 


domenica 14 gennaio 2024

Recensione LE MANI SULLA GUARDIA COSTIERA di NELLO SCAVO - Ed. Chiarelettere -

 



LE MANI SULLA GUARDIA COSTIERA

Nello Scavo

Ed. Chiarelettere

Genere Grandi Inchieste

Collana Principio Attivo

Pagine 176

Formato Brossura con alette

€ 15 

Formato ebook presente in tutti gli store digitali


CONOSCIAMO L'AUTORE

Nello Scavo - immagine dal sito Chiarelettere -


Nello Scavo, inviato speciale di "Avvenire", da anni indaga su criminalità e terrorismo globale.

Portano la sua firma molti servizi delle zone più calde come la ex Jugoslavia, il Sud Est asiatico, America Latina, paesi dell'ex urss, Corno d'Africa e Maghreb.

Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti spicca il Premio cidu per i Diritti Umani -  Ministero degli Esteri (2020) e il Premiolino 2020.


TRAMA


Una fitta e impenetrabile cappa di nebbia è calata sulla Guardia Costiera.

Malgrado le incalzanti domante dei giornalisti e magistrati riguardo le numerose stragi di migranti, il silenzio regna sovrano sulle responsabilità, sulle origini degli ordini e  sul potere dei mandanti.

Nonostante il costante ed eroico impegno nel salvare vite umane, si sta oggi combattendo una "guerra" politica finalizzata a destituire autonomia e potere solo per accordo elettorale.

Portare in luce questo affaire di corte è solo il primo anello di una maglia facente parte di una complessa catena nella quale tramano mafie mediterranee, oligarchi russi,  contrabbandieri di petrolio e trafficanti di uomini, impegnati a produrre giri di affari da miliardi di euro.

Nello Scavo ha minuziosamente ricostruito le prove, fino a oggi tenute nascoste, dei patti segreti tra Stati, raccogliendo testimonianze di ufficiali in pensione, gole profonde del sistema di accoglienza e infiltrati.

Grazie alle testimonianze inedite riportate, insieme a documenti ufficiali, Nello Scavo accende finalmente una luce sull'oscuro mondo dei loschi traffici mediterranei,  volti ad alimentare la sete di potere di chi  non si fa scrupoli a sfruttare la vita umana di qualsiasi età. 


IMPRESSIONI


<< C'è un principio non scritto che risiede nell'animo di ogni marinaio: quello di prestare aiuto a chiunque rischi di perdere la propria vita in mare >>.

"Le mani sulla Guardia Costiera - come la politica minaccia l'indipendenza di una grande istituzione italiana -", inchiesta di Nello Scavo, mi è stata gentilmente proposta e offerta, in versione cartacea  da Tommaso e Alice di Chiarelettere, sempre molto disponibili e attenti ai miei gusti letterari.

La copertina è accattivante e in tema col contenuto dell'inchiesta.

Un mare agitato, cupo, nebuloso, come tutto ciò che ruota intorno al "traffico umano" nel Mediterraneo. Ma presenta anche un'area di mare increspato più chiara, quasi come una luce. 

Quella luce che l'autore sta cercando di fare da anni, mettendosi in gioco per la causa.

Chi di noi non ha mai fantasticato guardando i film e le fiction dedicate a imprese eroiche della Guardia Costiera italiana?

Chi, da piccolo,  non ha mai fantasticato di indossare la candida divisa estiva, sostituita dall'eleganza di quella blu marine invernale?

Una delle istituzioni militari italiane più importanti e impegnate a 360° tra cielo, terra e mare durante le emergenze marine, fluviali e lacustri, formata da uomini forti, eroi coraggiosi e generosi che ogni giorno si impegnano per difendere la nostra Terra da pericoli di ogni genere e a salvare chi rischia di perdere la propria vita in mare. 

Nello Scavo, grazie a un'accurata e minuziosa indagine, ha raccolto dettagliate testimonianze, documenti e prove riguardo certi "ambigui traffici marini", avvolti in una spessa coltre di nebbia e silenzio dietro al cui operato poco chiaro sembrerebbe celarsi il glorioso Corpo militare nazionale, la Guardia Costiera.

Il giornalista rimarca anche i valori sui quali  era stata fondata e per i quali ha sempre lavorato la Guardia Costiera, sempre fedele al suo motto "Omnia vincit animus".

Da qualche tempo, però, qualcuno sta remando contro l'operato italiano di questa grande istituzione militare, muovendo accuse pesanti.

Ma quanto sono fondate queste accuse? Quanta verità si cela dietro ad alcune di loro?

Giochi di potere politico e di interessi geopolitici, che mirano al predominio del Mediterraneo, stanno cercando di "affondare" la G.C. nazionale, gettando fango e portando a galla fatti poco chiari avvenuti nel "Mare Nostrum",  riguardo la responsabilità di alcune operazioni di salvamento dei migranti, avvenute nelle acque del Mediterrane, dove pare che le Ong interessate alle manovre di soccorso, ignorando gli ordini superiori istituzionali di Marina Italiana, si siano inoltrate molte miglia marittime ben oltre il confine della costa libica col benestare della G.C. italiana.

Pesanti, sono state anche le accuse, poi smentite, che vedevano le flotte navali atte a seguire le operazioni di SAR (search and rescue n.d.r.)  come un incentivo, un velato invito, ad aumentare il traffico umano. 

Il giornalista rimarca anche i valori sui quali era stata fondata e per i quali ha sempre lavorato la Guardia Costiera.

Nonostante l'accuratezza e la precisione delle indagini, quando si cerca di portare alla luce la verità, chi si mette in gioco ogni giorno per la causa, diventa scomodo, soprattutto a chi la verità la vuole tenere celata, continuando a lucrare a scapito di innocenti vite umane, tra le quali quelle di tantissimi bambini.

<< "Da questo momento lei è sotto protezione".

Pausa. Silenzio. Addio alla vita di prima. Così, in sette parole. Non riuscii a dire null'altro. Il perché lo avevo capito da solo. >>

Oggi Nello Scavo, per aver "dato la caccia" a uno dei più crudeli trafficanti di umani, il libico Al Milad, si trova a dover vivere sotto scorta, con una minaccia di morte che pende come una Spada di Damocle sulla sua testa.

Al-Bija, lo spietato aguzzino libico a capo di una potente cupola mafiosa della Libia del nord, che si arricchisce approfittandosi della disperazione umana, sembrerebbe essere il diretto responsabile di pestaggi e torture avvenuti nei campi profughi libici, con tanto di immagini e video che lo incastrano, ma soprattutto è sospettato di essere l'artefice di  molti naufragi finiti in tragedia, al soldo del "padrino" Mohammed Kashlaf, capo della sicurezza di una importante raffineria e trafficante di esseri umani, dietro al traffico illecito di petrolio, come una sorta di scatole cinesi.

Nonostante le pesanti accuse, Al-Bija, nel 2017 è stato ossequiosamente ricevuto in Italia, con tutti gli onori del caso, come Capo della Guardia Costiera libica, ritenuto valoroso uomo degno di fiducia nei riguardi della regolamentazione dei numerosi esodi, ovviamente dietro lauto e tacito pagamento di ingenti somme di denaro.

Nel 2018, nonostante la manovra salviniana contro le Ong, Al-Bija vede rafforzare il suo potere, ricevendo la promozione militare al grado di Maggiore. 

In parallelo aumentava anche la crudeltà verso i disperati che dal "lager" di Ez Zauia, dopo aver versato i risparmi di una vita, venivano stipati come sardine in una scatoletta senza motore né riparo e lasciati in mano al destino, per essere poi catturati dalla Guardia Costiera libica e riportati nei campi, dove avrebbero subito nuove e atroci violenze prima di essere di nuovo buttati in mare in balia delle intemperie. 

Alla luce di queste innumerevoli atrocità, le sanzioni Onu, che già da anni venivano inferte alla Libia, non sono mai state solute.

<< Per venirne a capo, come vedremo, bisogna ficcare il naso a La Valletta, proprio dove nel 2017 venne uccisa con un'autobomba la giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia, la cui morte ha molto a che fare con gli affari sporchi lungo le rotte del Mediterraneo. >>

Scavo sostiene che il crimine peggiore non è quello delle inchieste giornalistiche, ma l'omertà dello Stato, che copre la discriminazione col silenzio, proprio come era accaduto a Malta.

<< Una storia che va raccontata dalla fine. >>

Nel 2017, a La Valletta, con l'ausilio di un'autobomba, venne tragicamente assassinata la giornalista maltese Daphne Galizia.

La donna, della quale Nello Scavo si ritrovò a seguirne le tracce tracce investigative, fu dipinta dai funzionari del governo maltese come una "strega pazza", proprio mentre stava indagando su diverse piste che spaziavano dalla mafia ai casinò maltesi, dal traffico di petrolio a quello del gas e, in particolar modo, su quella del traffico umano nelle acque mediterranee e il coinvolgimento  nelle  losche manovre di copertura del corrotto governo laburista maltese, manovrato dalla malavita.

Calunnie e diffamazione furono l'anticamera per la sua eliminazione, magistralmente passate sotto silenzio.

<< Di tempo ne è passato. Ma in parlamento anche quella volta prevalse la scelta di sempre, la solita. Il silenzio.>>

Non da meno Scavo, durante le sue indagini,  riuscì a  raccogliere materiale sufficiente a denunciare sordidi intrighi governativi riguardanti l'alternarsi di governanti e le loro prese di posizione per fermare il traffico umano, senza mai risolvere il problema dignitosamente e senza sacrifici di vita umana, finendo per essere lui stesso minacciato dalla mafia libica e senza avere risposte dalle istituzioni. 

Di orrori da raccontare ce ne sarebbero ancora tantissimi, ogni capitolo dell'inchiesta è un invito all'approfondimento, a saperne sempre di più, aprendo un "Vaso di Pandora" senza fondo. 

Se anche a voi interessa la cronaca nera nazionale e internazionale, se amate le inchieste o semplicemente se siete curiosi di sapere, "Le mani sulla Guardia Costiera" è una interessante lettura che fa al caso vostro.

Non tutto è di facile comprensione, non tanto per la narrazione, che è semplice e scorrevole, quanto per l'elaborazione di tutte informazioni e, soprattutto, per  cercare di capire il perché l'essere umano possa arrivare a tanta cattiveria e delinquenza. 

Esseno un'inchiesta, quindi una raccolta di articoli e testimonianze, richiede un po' di impegno nella lettura e un minimo di conoscenza politica e militare, che può essere tranquillamente soddisfatta approfondendo ciò che non è chiaro, sul valore e operato della Guardia Costiera  e del mondo militare italiano.

Chiedo venia se ho fatto confusione ed errori di comprensione (gradirei se me li segnalaste), anche se l'argomento mi interessa, non è proprio il mio forte e spesso ho avuto bisogno di rileggere alcuni capitoli.

Colgo l'occasione per augurarvi  buona domenica e tante belle letture.

Alla prossima,

Tania C.


martedì 9 gennaio 2024

Recensione FINCHÉ CI SONO STELLE DA CONTARE di Maria Martinez - Ed. Corbaccio -

 




FINCHÉ CI SONO STELLE DA CONTARE 


Maria Martinez

Ed. Corbaccio

Anno di uscita 9 gennaio 2024

Genere Romanzo rosa

Fomato Brossura

Collana Narratori Corbaccio

Pag. 480

€ 16,90

Formato digitale presente in tutti gli store online


CONOSCIAMO L'AUTRICE

Maria Martinez, 30 milioni di views, col booktok è riuscita a conquistare i fan del romance. 

In Spagna  i suoi romanzi hanno venduto più di 250.000 copie.

Ha pubblicato la serie new adult "Cruzando los limites", Una canción para NovaliePalabras que nunca te dijeTù y otros desastres naturalesLa fragilidad de un corazón bajo la Iluvia .

"Finché ci sono stelle da contare" è il primo romanzo tradotto in italia.

Passa il suo tempo libero con gli amici, ascoltando musica, leggendo e seguendo la sua passione per K-pop e cultura coreana.


TRAMA



Fin da bambina Maya si è sacrificata anima e corpo per il balletto. È una giovane promessa della Compañía Nacional de Danza di Madrid e gli impresari più prestigiosi hanno scommesso su di lei. Ma un incidente mette bruscamente fine ai suoi sogni: Maya non potrà mai più ballare. Il suo compagno, nel lavoro e nella vita, la tradisce. Il mondo le crolla addosso: la nonna Olga, che sulla nipote proietta tutte le ambizioni frustrate che non ha visto realizzarsi nella figlia, la caccia di casa ritenendola responsabile della sua disgrazia. E così Maya, senza più una prospettiva certa e lontana dalla madre, che si è separata e si è rifatta una famiglia in un’altra città, decide di andare alla ricerca di suo padre, che non ha mai conosciuto. L’unico indizio per trovarlo: una foto. Un luogo: Sorrento. Maya parte per un lungo viaggio di scoperta, di ricordi, di orizzonti inaspettati.


IMPRESSIONI


<< È logorante lottare contro sé stessi >>

<< Perché il passato non lo puoi cambiare, anche se cerchi con forza di tornare a quel preciso momento. A quel preciso istante in cui tutto  è andato in pezzi. >>

Amici della Valigia buon anno, con la speranza che sia cominciato con tante belle letture per tutti.

Il romanzo di cui vi parlo oggi è stata un graditissimo "regalo di Natale" da parte di Valentina di Casa Editrice Corbaccio che mi ha gentilmente offerto, a sorpresa, una copia digitale di "Finché ci sono stelle da contare" di Maria Martinez.

Autrice spagnola che grazie al fenomeno del booktok è riuscita a scalare le classifiche delle copie vendute in pochissimo tempo.

Il romanzo, che ho avuto l'onore di leggere in anteprima, esce oggi nelle librerie italiane, pronto a conquistare i vostri cuori. 

Con uno stile dai toni rosa, fresco, delicato e giovanile, l'autrice ha saputo dare vita a personaggi vividi, ben strutturati e dinamici, trattando argomenti intimi e sensibili

Maya, la protagonista madrilena, figlia e nipote di ballerine di danza classica delle più prestigiose scuole di danza di Madrid, dopo l'abbandono in tenera età da parte della madre, cresce allevata dalla nonna materna Olga, di origine ucraine. Una donna arcigna, frustrata e spietata, dalla spiccata personalità narcisista, che riversa prima sulla figlia, poi sulla nipote, tutte le sue insoddisfazioni e i fallimenti come ballerina di danza classica.


<< I rimproveri costanti di mia nonna e la sua facilità nel farmi sentire in colpa per ogni male che devasta la Terra. Era chiaro: anche lo scioglimento dei ghiacciai era a causa di quell'unica scelta che avevo fatto senza la sua approvazione. >>


Maya si ritrova, ancora molto piccola, a essere incolpata di ogni insuccesso della nonna, pagando a caro prezzo le ripercussioni dell'abbandono da parte della madre, la quale, stanca di subire a sua volta le angherie e la dittatura di Olga, fugge lontano tagliando i ponti e ricostruendosi una vita. Lontana dal palco, lontana dal dolore provocato dalla madre e da un padre troppo succube della moglie, ma soprattutto lontana dalla figlia.

La bambina cresce con la convinzione di non avere un padre. Sua madre le ha sempre raccontato di non sapere il nome del padre biologico, rimarcandole il fatto che era stata concepita  durante una notte di follia con uno sconosciuto.

Gli anni passano, mese dopo mese, cercando di compiacere Olga, piegandosi a ogni suo capriccio per ottenere un briciolo di calore familiare, soffrendo del fatto di non conoscere le sue origini e ogni occasione era buona per essere vessata e accusata di ogni cosa infausta succedesse.

Quasi che tutti i mali del mondo fossero opera sua!


<< Io non ero mai stata sua "nipote", ero un suo progetto >

Nonostante le perpetue violenze verbali, psicologiche, i continui e assurdi ricatti morali da parte di quel mostro, Maya mette tutto il suo impegno nella danza, aiutata dagli insegnanti, dal fidanzato, suo compagno di danza e dall'amico del cuore Matias, un dolcissimo ragazzo omosessuale, dal cuore grande e dalle braccia sempre aperte per proteggerla.

Stanca di dover subire le frustrazioni della nonna, quando nemmeno il timido supporto del nonno quasi cieco e manipolato dalla moglie poté esserle ancora di aiuto, Maya cerca di trovare da sola la sua strada nella danza vincendo una borsa di studio che le avrebbe aperto le porte dei teatri di New York.

È tutto pronto, nonostante la disapprovazione e i tentativi di dissuasione di Olga che le rinfaccia continuamente di aver fatto una scelta egoista nei suoi riguardi. Lei che l'aveva cresciuta e aveva fatto di tutto per farla diventare una ballerina!

Senza ascoltare le pesanti accuse di Olga, Maya sta per iniziare una nuova vita negli Stati Uniti. Lontana da chi, invece di proteggerla l'aveva abbandonata senza un motivo apparente ma soprattutto lontana da chi avrebbe dovuto amarla quanto e quasi più dei genitori, quella donna aspra e manipolatrice, dal cuore pieno di odio verso chiunque.

Il destino, fin troppo crudele con Maya, decide però di metterla davanti a una dura prova: un'auto non rispetta il semaforo rosso e la investe, facendo crollare tutti i suoi sogni di una nuova vita a New York e la possibilità di diventare la prima ballerina della compagnia che l'ha ingaggiata.

Il verdetto è chiaro: Maya non potrà più ballare a livello agonistico, la sua gamba è fratturata in diversi punti e non potrà più reggere i ritmi serrati di allenamenti estenuanti. 

Insieme alla delusione cominciano a ricaderle addosso nuove e pesanti accusi di Olga: Maya ha fallito, è una delusione, non vale nulla. Meglio che cominci a cercarsi un lavoro e se ne vada di casa, vista l'ingratitudine nei confronti della nonna che ha sempre cercato di manipolarla per raggiungere i suoi sogni di gloria là, dove lei aveva fallito molti anni prima.

Come se la vita non l'avesse già messa a dura prova a sufficienza, Maya scopre il suo fidanzato in atteggiamenti fin troppo espliciti con la nuova compagna di ballo.


<< Inspirai profondamente e cancellai la conversazione. Poi, bloccai anche il suo numero. Vaffanculo! Ero stanca. Stanca di lei. Di una famiglia che non c'era mai stata per me. Stanca di tutto. >>


È la goccia che fa traboccare il vaso. Cacciata di casa, accusata di essere sempre stata un peso inutile per la nonna e ora il fidanzato fedifrago. 

A Maya non resta che raccogliere le sue cose e andarsene, non sa dove, ma è sicura che se vuole dare un senso alla sua vita, deve scavare a fondo nelle proprie origini, trovare quel padre che la madre le ha sempre tenuto nascosto e del quale non voleva nemmeno parlare.

Adesso è quasi sicura di aver trovato un indizio che la porterà dritta dal suo padre biologico, un affascinante quarantenne che le somiglia come una goccia d'acqua. Il suo nome è Giulio Dassori, di Sorrento.

Seguendo le sue emozioni, con lo zaino e una valigia, i pochi soldi che il nonno le ha donato sfidando le ire di Olga, Maya parte per Roma e, una volta giunta nella capitale italiana, comincerà il suo viaggio nella sua storia, verso Sorrento.


<< Hai mai provato a vivere seguendo il tuo istinto, seguendo quello che ti chiede il tuo corpo? >>


Arrivata a Sorrento, accaldata, stupita e in preda a mille emozioni contrastanti, con la voglia di scappare via, Maya fa conoscenza con un ragazzo che, oltre ad offrirle cibo e un tetto sulla testa, le scombussola l'anima e i sensi: Lucas, un bel  tenebroso e misterioso cameriere madrileno da un oscuro passato ingombrante.

Il sole caldo dell'Italia, il profumo dei limoni, il sale e l'azzurro del mare la accolgono  nel confortevole nido incantato di un'antica dimora sorrentina. 

Una splendida villa, ricca di giardini rigogliosi, agrumeti e magnifici panorami, rinnovatasi nel tempo come una grande "casa famiglia", abitata da una piccola ma variegata comunità di persone e personaggi di origini spagnole.

Tra queste persone c'è anche Giulio Dassori, titolare della scuola di danza del paese e mille conflitti da troppo tempo sopiti da risolvere...

Nonostante la reticenza, Maya si lascia trasportare dalla tranquillità di quel luogo, immersa nel calore dei suoi nuovi amici, l'unica e sola famiglia che sentisse "sua" e che le stava dando affetto senza ricatti e senza elemosinarlo.


<< Non so chi sono. Né cosa faccio né cosa voglio fare. Non so nulla, questa è la verità. E ormai non mi preoccupa più avere tutte le risposte. Tuttavia, se qualcuno mi dovesse chiedere che cosa sono, so che cosa risponderei. Giulio diceva che il passato è fatto di ricordi, si compone di istanti e il futuro nasce dai sogni. Ecco, io sono: ricordi, istanti e sogni. >>


Ma il destino crudele la mette di nuovo a dura prova. La stabilità che aveva appena trovato si sgretola come sabbia sotto lo sciabordio delle onde.

Chi è veramente Giulio Dassori?

Cosa nasconde l'ingombrante passato di Lucas?

Chi è veramente e cosa vuole Maya?

Cercando di dare una risposta alle mille domande che  stanno facendo crollare le uniche certezza che pensava di aver trovato, Maya comincia un lungo viaggio introspettivo che la metterà a confronto con i suoi dubbi e le sue paure più grandi.

Un viaggio evolutivo  durante il quale ogni certezza e speranza sembrano perdute ma, "finché ci sono stelle da contare"...

Questa, a grandi linee, è la storia di Maya, una bambina abbandonata a sé stessa fin da piccola, privata dell'affetto paterno da una madre che probabilmente non le ha mai voluto bene. 

Affamata di amore e affetto, del calore di una famiglia amorevole, si piega ai continui ricatti della nonna materna, con la convinzione di essere sbagliata, incapace. 

Nonostante la leggera scorrevolezza dello stile ed essendo un romanzo rosa, l'autrice ha affrontato temi forti, duri, che invitano a riflettere e a scavare dentro noi stessi.

Più volte, durante la lettura, mi ero ritrovata a paragonare Olga con i miei nonni materni, con i quali sono cresciuta e che mi hanno amorevolmente fatto da madre e padre quando i miei genitori erano impegnati col lavoro.

Anche mio nonno era quasi cieco, ma insieme alla nonna mi hanno sempre aiutata, spronata e incoraggiata in ogni cosa facessi, senza mai farmi sentire inadeguata.

Mi sono chiesta più volte, leggendo delle manipolazioni di Olga, quanto possa far male al benessere familiare la cattiveria, il narcisismo di una singola persona. Ti senti impotente, inadeguata, il rifiuto della società. Tutto il male sembra ricadere su di te e, quando finalmente trovi la tua strada e l'amore che hai sempre elemosinato, lasciarsi andare non è facile. Si aprono pozzi infiniti in cui scavare mentre la fiducia è sempre traballante.

Come è possibile che una nonna possa essere così anafettiva e cinica, narcisista?

I nonni dovrebbero proteggerci e amarci incondizionatamente! 

Leggendo cresceva in me la rabbia verso le sole due donne che avrebbero dovuto proteggere, crescere e sostenere Maya.

Per trovare le risposte che Maya stava cercando ho iniziato anche io a scrutare il mio passato, le mie emozioni, i miei dubbi. Qualche lacrima è scesa, liberatoria, diradando quei banchi di nebbia che si erano creati nel tempo, lasciandomi una sensazione di pace e accettazione.

L'autrice tratta con estrema delicatezza anche l'argomento omosessualità e adozione senza mai cadere nel retorico o nel volgare, con estrema semplicità quasi stesse dialogando vis a vis col lettore.

Posso dire che questa è stata una lettura molto piacevole e profonda. I paesaggi sono descritti in 3D, sembra quasi di sentire il profumo dei limoni e il sale sulle labbra, la freschezza delle acque cristalline della Costiera Amalfitana.

Mi sento di consigliare questo romanzo a chi ha bisogno di ritrovarsi, di dare delle risposte ai propri dubbi e incertezze.

A chi ha perso la voglia di lottare, di andare avanti quando tutto sembra finito perché, "Finché ci sono stelle da contare...".

Invitandovi a correre in libreria, ringrazio ancora Valentina per la copia e vi auguro buona serata.

Tania C.




Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...