martedì 16 gennaio 2024

Recensione: PASSARE IL FIUME di Alessio Torino e Simone Massi - Ed. Orecchio Acerbo _

 






PASSARE IL FIUME

Autore Alessio Torino

Illustrazioni Simone Massi

Ed. Orecchio Acerbo

Anno di pubblicazione 12 gennaio 2024

Formato 21x23

Genere Albi illustrati 

Età di lettura da 8 anni in su

Pag. 56

€ 18,90 (in offerta sul sito della C. a € 17,96)


CONOSCIAMO GLI AUTORI

Alessio Torino

Ogni scrittore ha un compito importante da svolgere: quello di donare e tramandare ai lettori, le proprie storie. 

Parole di Alessio Torino a proposito del suo mestiere. 

Nato a Urbino nel 1975, insegna Letteratura latina nell’università della sua città.

La scalata alla carriera di scrittore vede gli esordi con la pubblicazione di alcuni suoi racconti sulla rivista Nuovi Argomenti. Il  2010 vede la pubblicazione del suo primo romanzo “Undici decimi”, edito da Minimum Fax. 

Il successo del romanzo lo porterà alla soddisfazione della vittoria del  Premio Bagutta, come miglior Opera Prima e il premio Frontino Montefeltro. 

Pregio incrollabile della sua carriera è quello di aver vinto un premio  per ogni libro pubblicato: ultimo il prestigioso Premio Mondello, vinto con “Al centro del mondo”, edito da Mondadori nel 2020. 

I suoi romanzi sono spesso dedicati ai più piccoli, sono al protagonisti dei suoi interessi narrativi, a partire da “Tina” (Minimum Fax, 2016). 

Il suo ultimo suo romanzo è “Cuori in piena” , pubblicato da Mondadori nel 2023.

“Passare il fiume”, primo libro pubblicato da Orecchio Acerbo, segna il suo esordio nella letteratura illustrata.


Simone Massi 

Nato nel 1970 tra le dolci colline  marchigiane di Pergola, Simone Massi riscrive in italiano la pacata semplicità dei suoi amatissimi artisti slavi. 

Impiega anni di lavoro impegnativo e passione per illustrare e animare in pochi minuti la storia di numerose generazioni di infaticabili lavoratori dall'anima boschiva.

Ma Simone, come un buon maratoneta, ha la resistenza lunga. 

A  ventitré anni, ormai "adulto", si  iscrisse, frequentandolo, all’Istituto d’arte di Urbino.

Nel nel disegno animato che tanto amava, aveva scorto una possibilità di stacco dal lavoro in fabbrica cui pareva destinato.

Rinnovando negli anni la fedeltà a quel sogno,  la sua fama a livello internazionale lo annovera come uno tra i più importanti autori italiani di cinema d’animazione e ha vinto più di 300 premi nel mondo. 

Nel catalogo di orecchio acerbo, “La casa sull’altura” di Nino De Vita (2011), “Buchettino” su testo di Chiara Guidi (2016) e “Il maestro” di Fabrizio Silei (2017). 

Il suo primo lungometraggio animato, “Invelle”, è stato in concorso nella sezione Orizzonti alla Biennale Cinema di Venezia 2023.

(Fonte Comunicato Stampa Orecchio Acerbo)


TRAMA

Una famiglia ebrea, un partigiano, un prete, una mugnaia

1944. Appennino umbro-marchigiano. 

I nazi-fascisti stanno rastrellando  i dintorni di Secchiano.

Nel mulino del paese ha trovato un nascondiglio sicuro una famiglia ebrea, con una bambina, Charlotte. 

La famiglia era approdata con un barcone a Rimini, dopo un lungo e stremante viaggio dalla Germania. 

Vennero subito accolte nella soffitta della famiglia di Mercedes Virgili, osti di Secchiano.

Due  persone hanno messo in gioco la loro vita per aiutarli: Samuele Panichi, anarchico, appena tornato dall’America dove era espatriato per combattere nella Resistenza, e don Celli, il parroco. 

Quando i tedeschi cominciano a rastrellare il paese Panichi, per salvarsi, insieme  ai due figli e a un gruppo di compagni, è costretto a “passare il fiume” e darsi alla macchia. 

Don Celli invece viene internato e portato a Mauthausen e da lì al “Mulino delle ossa” di Harteim, dove i resti dei prigionieri vengono polverizzati e sparsi nelle gelide acque del Danubio. Anche lui “passa il fiume”. 

In paese, invece, il mulino da rifugio a Charlotte e alla sua famiglia. 

E la mugnaia li sfama. 

Fino all’arrivo degli Alleati.


IMPRESSIONI


Buon pomeriggio amici della Valigia, ben ritrovati.

La recensione di oggi è molto particolare. Si tratta di una lettura di nicchia, gentilmente offertami, in formato digitale, da Paolo Cesari di Orecchio Acerbo. 

Per me si tratta di una nuova esperienza collaborativa. Non è la prima volta che recensisco un libro per bambini, ma lo è per un testo magistralmente illustrato.

Chi mi conosce sa quanto io sia profondamente interessata al  periodo più buio della storia mondiale, dal '39 al '45, in particolar modo la Shoah.

Ci stiamo avvicinando alla commemorazione del 27 gennaio e ci tenevo a segnalarvi qualche nuova lettura al riguardo.

Nuova nel senso di particolare, non il classico diario o romanzo. L'occasione giusta si è presentata tramite una mail di Paolo Cesari, nella quale veniva pubblicizzato il  testo illustrato "Passare il fiume", appena uscito nelle librerie.

<< Vi vengono a cercare. Vi vogliono trovare. Vi verranno a cercare anche giù dal cielo. Vi vogliono trovare tutti. >>

È un testo nato per i bambini, se ne consiglia la lettura dagli 8 anni in su. Ciò non toglie bellezza e valore al contenuto. 

La storia della famiglia della piccola Charlotte e di chi li ha aiutati a salvarsi viene raccontata attraverso brevi paragrafi dal sapore poetico, narrati da Alessio Torino e dalle splendide illustrazioni che portano la firma di Simone Massi.

Poche pagine, che scorrono sciolte ma con la potenza della paura e del dolore vissuti in prima persona da Charlotte e da tantissime altre Charlotte nel mondo.

La bambina, assieme alla sua famiglia, cercando di fuggire al rastrellamento nazista, era giunta nel paese di Secchiano da Rimini, dove era approdata con un barcone dopo uno stremante viaggio dalla Germania, alla ricerca di un rifugio sicuro, nell'attesa che finissero tutti gli orrori o di riuscire a scappare in una terra finalmente libera da ogni angheria e vessazione verso il popolo ebraico. 

Ad aiutarli a trovare una sistemazione protetta, Samuele Panichi.

<< Il mulino di Secchiano. Il Bosso, che ci scorre accanto. Meglio nascondersi meglio, meglio nascondersi accanto al fiume. >>

Panichi, il partigiano di Pianello, giunge a casa Virgili con la famiglia nascosta sulla sua carrozza, confidando nel buon cuore dell'amico che, se pur ancora fortemente nostalgico del ventennio, si prodigò per aiutare quei poveretti costretti a nascondersi come topi.

Don Celli, parroco del villaggio, fin da subito si presta a rifornire i viveri per la famiglia di Charlotte.

La casa dei Virgili sembra essere il luogo perfetto ma, col passare del tempo, i rastrellamenti si fanno sempre più incalzanti e quel luogo in principio confortevole, sta diventando insicuro e pericoloso. 

Ben presto la famiglia è costretta a lasciare la casa e a rifugiarsi al vecchio Mulino del paese, accanto al fiume Bosso.

In loro aiuto, ancora una volta, Don Celli e  Panichi, quest'ultimo insieme ai figli, all'avvocato eugubino Terradura e ai suoi figli, vennero soprannominati la banda "Panichi", i partigiani.

<< "Io non ho fatto niente di male."  Parole di don Giuseppe Celli, parroco di Secchiano. >>

Panichi e la sua banda sono i primi a "passare il fiume" per sfuggire ai fascisti, mentre don Celli, dopo aver aiutato, portando viveri alla famiglia di Charlotte, viene arrestato e trasferito al Campo di Fossoli, in attesa di essere smistato nel campo di sterminio Mauthausen dove vivrà un inferno che mai avrebbe potuto immaginare, per finire poi al "Mulino delle ossa" per essere polverizzato e sparso nelle acque gelate del Danubio.

Così anche don Celli ha "passato il fiume".

Mentre la banda Panichi, allo scopo di bloccare l'avanzata nazi-fascista faceva saltare ponti per opera di Walkiria, figlia dell'avvocato, il figlio di Panichi viene brutalmente fucilato dal fuoco nemico.

Al Mulino di Secchiano, Rosina, moglie del mugnaio continua ad aiutare la famiglia di Charlotte, consegnando cesti di viveri per potersi rifocillare e superare la rigidità di quel gelido inverno.

Giorno dopo giorno, cesto dopo cesto, finché le campane cominciano a suonare una nuova melodia di speranza.

È arrivata l'estate del 1944, gli alleati risalgono l'Italia. 

Le campane suonano per la libertà!

Come ho già scritto prima, la lettura è veramente breve, ma ha una forza tale da entrare sottopelle, da racchiudere un mondo di emozioni in quella manciata di paragrafi.

Rabbia, sconforto, disperazione, rassegnazione.

Gratitudine, speranza, certezza.

Un turbinio in crescendo di brividi lungo la schiena, da parte mia un odio viscerale verso la cattiveria e crudeltà di quegli esseri indegni di chiamarsi uomini.

Come ogni volta che mi documento e ripercorro i passi di quel periodo storico, qualche lacrima si affaccia sul bordo dei miei occhi per poi scivolare libera, amara e ustionante, lungo il viso.

Ogni volta con la consapevolezza che nessuno potrà mai darmi una risposta precisa e soddisfacente alla mia perpetua domanda: "Perché tutto questo odio?".

In passato ho cercato qualche risposta proprio a Fossoli, ma una volta varcato l'accesso al viale del Campo, le mie domande sono soffocate in gola, sepolte nelle macerie di alcuni edifici ancora da restaurare, dove strati di storia si sono alternati e rinnovati negli anni.







Campo di concentramento-smistamento di Fossoli - Foto personali -


La strada per la verità è ancora lunga, forse nessuno avrà mai la forza e il coraggio portarla alla luce, ma un po' di conforto deriva dal sapere che in passato l'uomo ha dimostrato il suo valore nei piccoli gesti, mettendo a rischio la propria vita, spesso perdendola tragicamente, per aiutare amici e sconosciuti. Solo per amore verso il prossimo. 

Costruendo anche le basi per un lieto fine...

Raffinate illustrazioni che sembrano vive accompagnano chi legge lungo i vicoli di Secchiano, sulle sponde del Bosso, nel gelo dei campi di sterminio, cercando di riscaldare l'anima commossa dal racconto.

Il linguaggio semplice, delicato, scorrevole, da una parte aiuta i bambini a comprendere meglio gli orrori dell'Olocausto, dall'altra spinge il lettore più adulto a scavare in questa storia, a saperne di più, ad ascoltare i dialoghi in tedesco di Charlotte, ad accompagnare Rosina con la cesta carica di viveri fino al vecchio Mulino.

Ho trovato in rete parecchi articoli dedicati alla storia di Charlotte, e piano piano li leggerò tutti: sarebbe bello se venisse scritta una storia più approfondita, anche solo per far conoscere meglio luoghi della resistenza e il grande cuore dei marchigiani. 

Nato come romanzo illustrato per bambini, "Passare il fiume" racconta una storia che tutti dovrebbero conoscere, per capire e sperare ancora nell'umanità.

Ringraziando infinitamente Orecchio Acerbo e Paolo Cesari per questa possibilità, vi invito all'acquisto del testo, un piccolo gioiello da custodire in libreria e da rileggere ogni volta che la nostra vita sembra non essere troppo clemente, perché la giornata della memoria non è solo il 27 gennaio. 

Buona lettura,

Tania C.



 


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