martedì 6 febbraio 2024

Recensione LA NINNA NANNA DEGLI ALBERI di Alice Bassoli - Ed. Corbaccio -



 LA NINNA NANNA DEGLI ALBERI

Autore Alice Bassoli

Ed. Corbaccio

Anno di pubblicazione 2024

In commercio dal 6 febbraio 2024

Collana Narratori Corbaccio

Genere Giallo/Thriller/Noir

Formato Brossura con alette

Pag.  288

€ 16,90

Formato ebook presente in tutti gli store online


CONOSCIAMO L'AUTRICE 

Alice Bassoli nasce nel 1981 a Reggio Emilia, dove vive e lavora.

Fin da bambina inventa storie ma comincia a scriverle dopo i trent'anni, prendendo ispirazioni dai suoi due romanzi speciali, quelli che ancora oggi porta nel cuore.

È con La ninna nanna degli alberi che, tra più di millecinquecento candidature, si piazza tra i cinque finalisti del concorso Amazon Storyteller 2022.


TRAMA

2018, Dicembre.

Isabella non aveva mai più fatto ritorno in quel paese incastonato tra i boschi delle dolci colline dell'Appennino tosco-emiliano, nella casa della zia dove, da bambina, passava le vacanze.

Passavano. Lei e la gemella Valeria. 

In quel paesino trascorrevano l'estate insieme ai ragazzi del posto, tra bagni nelle fresche acque del torrente, i primi baci che li facevano sentire adulti e, per passare i lunghi pomeriggi di noia, le incursioni in una fatiscente villa abbandonata. Meglio ancora se la villa faceva paura, soprattutto di notte, quando si vedevano luci e si sentivano rumori strani...

Successe poi che una sera di luglio Valeria non fece ritorno a casa della zia.

Era scomparsa, come svanita nel nulla, lasciandosi dietro una scia di domande senza risposta.

Da vent'anni Isabella vive con l'anima divisa in due, da una parte ha cercando di vivere una vita apparentemente normale creandosi una famiglia, divorziando e vivendo con la figlia, dall'altra costruendo muri e confini per lasciar fuori dal suo mondo ricordi, persone e luoghi di quel tempo. Quei confini, in quei lunghissimi vent'anni, non li oltrepassò più.

Ma, adesso che zia Adele è venuta a mancare, si ritrova ad averne ereditato la casa e un indizio contenuto in essa.

Isabella, a questo punto, sa che se vuol liberarsi dei fantasmi del passato e fare pace con sé stessa, deve accettare quell'eredità e raccoglierne l'indizio per fare finalmente chiarezza su tutto ciò da quel maledetto giorno in poi le era sfuggito.


IMPRESSIONI


Per la copia cartacea di La ninna nanna degli alberi ringrazio calorosamente Valentina di Casa Editrice Corbaccio, che esaudendo il mio desiderio, mi ha dato la possibilità di leggere il romanzo con largo anticipo rispetto all'uscita in libreria.

Senza nemmeno leggerne la trama, fui attirata dalla copertina e dal titolo che lasciavano presagire una storia dolce, malinconica, probabilmente con dei bambini e le loro spericolate avventure come protagonisti. 

Non ero andata poi così lontano, la lettura della sinossi confermò buona parte delle mie supposizioni. Scoprire poi che l'ambientazione della storia racconta di luoghi della mia infanzia è stato il segnale che il mio "naso" letterario non aveva sbagliato il colpo. 

Leggere il romanzo è stato un'esperienza che si è spinta ben oltre le mie aspettative! 

Pagina dopo pagina sono stata letteralmente risucchiata dalla storia tanto da iniziarla e finirla in una notte perché non riuscivo a staccarmi dai suoi sibillini intrecci.

Quello che mai mi sarei aspettata da questo romanzo, è il fatto che sia completo, che sia stato scritto col giusto mix di tutti quei fattori che fanno di una storia La Storia!

Un pizzico di romanticismo, una spolverata leggerissima di eros, la giusta miscela tra horror, suspense e dramma, un po' di avventura che non guasta e tanto, tanto mistero.

Atmosfere e avventure che riportano agli anni '80, a Twin Peaks, Stand by me, It, ma con un velato accenno al più attuale Dicker, ripercorrendo il sentiero dei ricordi con  la tensione a fior di pelle e l'attenzione sempre più viva.

La ninna nanna degli alberi racconta la storia di Valeria e Isabella, gemelle di Reggio Emilia che, fin da bambine, trascorrevano le loro vacanze a casa di zia Adele e dell'iracondo marito Alfonso, un uomo irascibile, prepotente e che non hanno mai considerato come zio.

Il personaggio è stato costruito talmente bene, con dovizia di particolari, che viene naturale provare ripudio per una persona così truculenta.

Il paesino, dal nome immaginario, Cadelbove, è sito nelle dolci colline del Reggiano, probabilmente tra Castelnovo ne' Monti, Felina e Reggio Emilia e, per le ragazze, è un luogo del cuore. 

È sempre stato bello ritrovarsi, ogni estate, a casa di zia Adele, anche se ciò comportava la convivenza forzata col dispotico e arrogante marito della zia, Alfonso.

Nonostante tutto alle ragazze, alla fine poco importava dei continui rimbrotti dell'uomo, una volta nell'intimità della loro camera, con la musica a tutto volume, ogni ombra nera svaniva e poi c'erano Alberto e Lorenzo con tanta voglia di vivere, di essere liberi e fare nuove esperienze.

Isabella e Valeria hanno diciassette anni, sono giovani, belle, con un corpo statuario che  fa girare la testa ai ragazzi del paese che fanno parte del loro gruppetto: il timido e goffo Lorenzo e il fratello Alberto.

Valeria è più consapevole della propria femminilità e molto più disinibita rispetto alla gemella più semplice e introversa. 

Isabella, invece, ha ancora l'anima acerba di chi si approccia all'adolescenza: ogni giorno più bella e desiderata, senza la consapevolezza del proprio corpo.

Proprio Isabella fa breccia nel cuore e nell'anima di Lorenzo, diventando il suo chiodo fisso, anche se il ragazzo, ancora troppo impacciato e influenzabile non troverà mai il coraggio di dichiararsi. Così come non riuscirà a dichiararsi Isabella, che comincia a provare qualcosa per Lorenzo.

Tutto ciò non va giù a Monica Cavicchioli, figlia del violento Maresciallo dei Carabinieri del paese e componente maliziosa e  "ingombrante" del quartetto.

Monica, innamorata di Lorenzo, vede nelle gemelle Celsi il pericolo; prova un'invidia talmente radicata, esacerbata dalla violenta situazione familiare, da corroderle l'anima e farla agire senza riflettere. 

Si sente inferiore, è sgraziata, troppo formosa nei punti sbagliati, sa di non essere la classica bellezza che attira le attenzioni dei  ragazzi e sa di non poter competere con la bellezza giunonica delle gemelle, soprattutto di quella che lei considera una "gatta morta": Isabella.

Ma è manipolatrice e sa anche come far valere il suo forte ascendente su Lorenzo, creando in lui una forte dipendenza sessuale.

Alberto è il "filtro" del gruppo, il ragazzo buono,  con quel pizzico di intraprendenza tipica dell'età che cerca di affrontare tutto con distaccata diplomazia, rifugiandosi nella musica. Non è immune al fascino di Valeria.

Forse è il personaggio più marginale, quello un po' in ombra rispetto agli altri. Più "distaccato", passatemi il termine, socialmente. A lui piace la musica, il rock, ama suonare i suoi strumenti e, pur essendo partecipe e coinvolto nella vita del gruppo, resterà sempre un passo indietro, quasi a protegger loro le spalle come un fratello maggiore. 

Lorenzo è il muro portante del gruppo. Timido, goffo, un po' eccentrico nel vestire, da sempre innamorato di Isabella ma affascinato da Valeria, si lascia facilmente influenzare da Monica, senza mai distogliere e celare il suo interesse per Isabella.

L'autrice è riuscita a plasmare  non solo l'aspetto fisico ma anche quello psicologico di ogni personaggio, mettendone in risalto luci e ombre del carattere, i  disagi e i fantasmi interni,  dando loro una vita autonoma, quasi come fossero i "ragazzi della porta accanto". Viene naturale uscire di casa e cercarli, sperando di vederli uscire dal portone del dirimpettaio.

Lorenzo, Alberto, Valeria e Isabella, durante l'estate del 1998, per cercare di evadere dalla routine delle scampagnate al torrente, decidono di fare un'incursione nella villa diroccata e abbandonata da tempo immemore, confinante con la casa di zia Adele.

Come moderni urbex, spronati dalla curiosa spavalderia di Valeria, tranciano il catenaccio del cancello ed entrano nella villa. A nulla valgono i rimproveri di Lorenzo e Isabella, ai quali quel luogo mette disagio e vogliono uscire.

<< Alberto fece luce sulla vernice logora della porta. Vide segni geometrici inquietanti dipinti con un aerografo. Un osso legato a un nastro nero penzolava dallo stipite. >>

La casa versa in uno stato di fatiscenza avanzata da vent'anni: pavimentazione sconnessa, calcinacci, assi rotte, tanta polvere e, in una delle stanze c'è qualcosa di molto strano.

Un osso, appartenute a chissà quale genere di creatura, penzola dallo stipite della porta, stelle a cinque punte e strani disegni geometrici sono disegnati  ovunque: tutto fa pensare che dentro a quella stanza avvengano riti satanici.

La stanza del male! Quello sembra proprio essere il nome giusto per quel luogo.

Isabella e Lorenzo cercano di convincere Valeria a uscire da quella strana casa così macabra e alla ragazza, seguita da Alberto, non resta che fare dietro front e uscire, passando però, per il giardino, sul retro della casa, confinante con la camera da letto di zia Adele.

Come tutta la casa, anche il giardino versa in condizioni di degrado. C'è un pozzo profondo, chiuso con un coperchio di fortuna, un dondolo arrugginito, erbacce e muretti sconnessi. 

L'atmosfera gotica e suggestiva del luogo rapisce da subito il lettore che si ritrova a esplorare ogni angolo di quella antica villa ormai preda del tempo.

La curiosità di sapere quale sia il mistero che si cela in quella strana camera e in quel giardino tiene incollati alle pagine con la speranza di scoprire qualche torbido segreto.

<< Caro diario, sono tornata da sola nella casa abbandonata, all'insaputa degli altri. Mi sono diretta verso la stanza del male. Ho trovato la porta socchiusa. Il corridoio era buio. E proprio quel buio deve avermi protetta dal loro sguardo. >>

Il "segreto", effettivamente c'è, e lo scoprirà Valeria, tornando in quella casa più volte e senza il gruppo. Un segreto terribile, che mai avrebbe potuto immaginare. E da quel giorno Valeria cambierà, non sarà più la stessa ragazza solare e vivace di pochi giorni prima. 

La prima ad accorgersi del repentino e strano cambiamento è Isabella ma, per quanto faccia, nulla serve a far ritrovare il sorriso alla gemella.

Valeria è spaventata da qualcosa che ha visto in quella casa, si è chiusa in sé stessa. Ha paura, è schiva e pian piano scivola nel tunnel dell'autodistruzione, finché una notte, improvvisamente, scompare senza lasciare tracce.

Cominciano le ricerche estenuanti, col coinvolgimento del lettore, che si ritrova a seguire piste nei boschi del paese, a interrogare persone e a tornare in quella casa maledetta alla ricerca di risposte. 

I giorni si susseguono, come grani di un rosario,  ma di Valeria nessuna traccia. Qualcuno asserisce di averla incontrata a Reggio Emilia, altri di averla vista in giro; la disperazione di Isabella comincia a crescere attimo dopo attimo. Lo sente nella pancia che è successo qualcosa di brutto alla sorella. 

Il tempo passa inesorabile, Isabella è cresciuta, ha quasi quarant'anni. Dal giorno della scomparsa della sorella sono passati più di vent'anni e in tutto quel tempo Isabella ha creato una sua famiglia, ha una figlia adolescente che è il ritratto di Valeria, ha divorziato dal marito, pagando tutto a caro prezzo. 

Per riuscire ad andare avanti e superare quella tragedia, per Isabella, abbandonarsi all'oblio dell'alcool sembra la soluzione più rapida ed efficace.

Il destino però ha altri piani per lei, costringendola a tornare al paese, per gestire l'eredità lasciatale da zia Adele, appena scomparsa.

Così, dopo una vita a cercare di convivere col dolore della perdita di Valeria e a stare lontana da Cadelbove, Isabella si ritrova ad aver ereditato la casa di zia Adele e tutto ciò che contiene, in particolar modo gli anagrammi creati dalla zia, coi quali giocava sempre fin da quando era bambina.

Tornare in quella casa è una doccia fredda, troppo dolore si cela ancora tra quelle mura e nella sua anima. 

Negli anni non è mai riuscita ad accettare la scomparsa di Valeria. Solo l'alcool, nel tempo, è diventato un fedele compagno, creando una bolla illusoria di quiete. 

Isabella sa che è arrivato il momento di andare finalmente avanti e fare i conti col passato. 

La figlia Emma, cresciuta forse troppo in fretta, è il suo perno, il punto fermo dal quale ripartire dopo ogni sbronza, dopo ogni giornata no.

Appena tornata a Cadelbove, Isabella, durante una delle sue crisi alcooliche, ritrova Lorenzo. Non sembra più il ragazzino insicuro e goffo, anzi. Un po' appesantito, coi segni del tempo sulle spalle, ma pronto come sempre a tenderle una mano nel momento del bisogno, soprattutto ora che è diventato un carabiniere.

Insieme a Lorenzo ritrova anche Alberto e Monica, ora moglie di Lorenzo e madre del nuovo amico di Emma, Gabriele.

I due adolescenti diventano amici da subito e, come i loro genitori, provano una forte attrazione per la casa abbandonata, tanto da iniziare a esplorarla con avida curiosità, la stessa appartenuta a Valeria.

<< ... sul marciapiede, esattamente davanti al cancello dell'abitazione di Monica e Lorenzo, qualcuno aveva messo un giglio e accanto un braccialetto di perline colorate. >>

Mentre i ragazzi giocano agli esploratori, il vecchio gruppo si riunisce, facendo riemergere antichi rancori e sentimenti mai sopiti. Tutto gira intorno al fantasma di Valeria, tormentando Isabella e scaldando gli animi di Lorenzo e Monica.

Ma qualcosa non torna. 

Uno strano anagramma di zia Adele e alcuni oggetti appartenuti a Valeria, lasciano presagire che la ragazzina scomparsa vent'anni prima, oggi sia ancora viva e già da un po' di tempo si stia quasi prendendo gioco di loro seminando oggetti nei luoghi frequentati dal gruppo.

Per fare luce sul mistero non resta che indagare, partendo proprio dal punto in cui tutto iniziò, la villa abbandonata...

Cosa si nascondeva nella stanza del male? Chi o cosa aveva visto Valeria in quella stanza? 

Dopo vent'anni è ora di scoprirlo, senza tralasciare nessun particolare, grazie anche al prezioso aiuto di Emma e Gabriele.

Da questo punto in poi è tutto un crescendo di emozioni, tensione e brividi.

Avvalendosi di salti temporali tra passato e presente, la Bassoli costruisce omogenei intrecci, intriganti e subdoli,  rivoltando teorie e scenari, come un continuo reload che, ogni volta, smonta ogni certezza.

Ci sono indizi e piste da seguire ma, nonostante la speranza di ritrovare la gemella viva, tutto sembra portare a un buco nero.

I capitoli scorrono sciolti, senza eclatanti colpi di scena, ma dando nuove possibilità al lettore, che arriverà al finale con la perplessità di chi ha sempre avuto la soluzione sotto il naso, ma così ben mimetizzata da non accorgersene. 

Gli argomenti trattati nel romanzo sono attuali e curati dall'autrice con delicatezza, senza giudizi né condanne, ma in maniera talmente veritiera che si potrebbe quasi pensare che Alice Bassoli abbia preso spunto da fatti di cronaca realmente accaduti. 

Che altro dire di questa storia così accattivante? Correte in libreria a prendere la vostra copia per immergervi in quest'avventura geniale.

Piccolo spoiler, questo romanzo è rigorosamente da leggere con la colonna sonora originale di Isabella per avere qualche brivido in più.

Non mi resta che fare i complimenti ad Alice Bassoli e augurarle tutto il successo che merita.

A voi lettori auguro buona lettura e vi aspetto presto con una nuova recensione.

Tania C.








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