giovedì 28 novembre 2019

Recensione I CANI E LA NEBBIA - Matteo Olivieri - AltroMondo Editore


I CANI E LA NEBBIA
Matteo Olivieri
Ed. AltroMondo 
Pag. 169
Copertina flessibile
Collana Mondo di Sotto
€ 14,00

CONOSCIAMO L'AUTORE

Matteo Olivieri - foto dal web -

Matteo Olivieri, nato a Lanciano (CH) nel 1984, è un medico veterinario specialista in medicina erpetologica (rettili e anfibi) e PHD: inseminazione e riproduzione artificiale dei rettili a Brno (Bruno), in Repubblica Ceca dove ha una Cattedra all'Università..
Sin da adolescente la passione per la letteratura classica, fantasy e fantascientifica lo sprona a scrivere. Pubblica il suo primo libro nel 2015. Il suo passato lo ha portato a vivere in varie parti del mondo: Portogallo, Spagna, Taiwan, Indonesia e Repubblica Ceca. Ogni paese nel quale ha vissuto è stato uno spunto per ogni sua storia. Fin dalla prima infanzia pratica boxe e arti marziali.

TRAMA

Sergio Diaz, studente fuoricorso alla facoltà di medicina veterinaria di Teramo, si sente un fallito: un esame ostico lo sta bloccando da mesi. Dopo l'ennesima bocciatura, Sergio conosce Claudia, una ragazza nella quale cercherà amore e conforto. Giulia, studentessa eccellente ed impeccabile, si ritrova però bloccata dallo stesso esame che ha lo aveva messo con le spalle al muro. Senza la possibilità di poter proseguire gli studi, cade in una profonda depressione che sfocerà nella tipica rabbia colpevole degli studenti fuori corso.
Sergio e Giulia vivono una storia comune a molti altri, ma sotto l'apparente normalità del quotidiano, sembra stia succedendo qualcosa di sinistro a sconvolgere le giornate. Qualcuno sta seminando orribili manichini lungo le strade di Teramo, avvolti dalla nebbia inquietanti cani si aggirano per la città, il tempo non scorre più: gli orologi hanno smesso di funzionare. Sotto un cielo latteo e pesante, tra misteriose scomparse di persone e una città che cambia continuamente volto sino a distruggersi, Sergio e i suoi amici si ritrovano intrappolati in una giornata interminabile.  Nel grigio di questa follia distopica una domanda li martella: chi è Giulia Piccirilli? Chi si nasconde dietro Sergio Diaz? È veramente un assassino?


IMPRESSIONI

Questo romanzo, dalla copertina inquietante, che rende appieno l'idea del contenuto e del titolo, mi è stato gentilmente offerto da Alice di AltroMondo Editore e per questo li ringrazio di cuore. La possibilità di conoscere nuovi autori e nuovi "mondi" è vasta e interessante ed è un onore, per me, la fiducia che mi rinnovano ogni volta. 
Il romanzo di Olivieri, dal retrogusto gotico, mi ha preso molto più di quanto mi aspettassi. Classificato come romanzo di fantascienza, si colloca bene anche nel genere horror anni '80, distopico e noir. Insomma un mix di stili diversi e simili che accontentano un po' tutti gli appassionati del mistero. Un romanzo che si legge velocemente, lettura agevolata anche dal clima grigio e cupo che ultimamente sta avvolgendo l'Italia, costringendoci a passare più tempo in casa con la compagnia di un buon libro. 

Mentre guardo il fumo che scompare contro il cielo di cotone ripenso a Simone, a Vito, a Claudia e a Mario. Sono tutti morti adesso, ma io, Sergio Diaz, non sono un assassino.

Il romanzo comincia dalla fine, con un pensiero di Sergio Diaz, il protagonista, italiano e non Erasmus, che riflette su quanto gli è accaduto alla fine di una terribile giornata, conclusasi con la morte dei suoi amici. Ma non li ha uccisi lui, non è un assassino!
Sergio è uno studente fuori corso, e ci tiene a precisare che è italiano e non uno studente Erasmus, alla facoltà di veterinaria di Teramo. Da tempo un esame rognoso e a quanto pare insuperabile, gli sta dando filo da torcere, tanto da bloccare i suoi studi. Il nervosismo e l'ansia sono alle stelle, le sigarette invadono i suoi polmoni una dopo l'altra in un crescendo di agitazione. 
Il mostro, così era chiamato l'esame da molti studenti che, come lui, provavano e riprovavano senza riuscire a superarlo e tra i tanti c'era Giulia Piccirilli. Un'etereo scricciolo, maniaca della perfezione, sempre così puntuale e impeccabile. Eppure, sotto il cipiglio severo del professore monatto di veterinaria che la stava interrogando, anche lei sembrava una marionetta incapace di esprimere il suo sapere, finendo per aggiungere altra ansia e sigarette a quelle già presenti. Pazienza, ci sarà il prossimo il appello, così come decise Sergio.
Tornato a casa, Sergio saluta Namidà, una cagnolona pitbull che viveva nella sua villetta, poi dopo aver fumato una meritata sigaretta, decise di dormire. Era quasi ora di pranzo, ma un sonno ristoratore lo avrebbe aiutato a non pensare a quel maledetto esame, tanto il tempo a Teramo contava quasi nulla.  Invece di un sonno ristoratore, ci furono incubi a tormentarlo, ma non li ricordava, aveva solo il cuore in tumulto, così forte da svegliarlo. Tanto valeva alzarsi, scambiare due parole con Vito, proprietario di Namidà e suo coinquilino e poi uscire a fumare e comprar vino. La serata l'avrebbe passata in giro coi soliti amici. 

"E tu Sergio. Hai sentito del manichino?" Mi chiese Massimo con la cantilena ascolana e il sorriso largo. "No, non ne so nulla."

In una mattina grigia e fredda, Sergio arrivò in facoltà dove ad attenderlo c'erano i compagni di corso, tutti presi ed incuriositi dai fatti appena accaduti. Massimo gli chiese subito se fosse lui l'artefice del macabro ma goliardico scherzo. Qualcuno, rubando garze e pezzi di pelle, aveva creato un manichino e lo aveva lasciato in giro per la città. Le garze e la pelle erano suturate così sapientemente che erano in molti a credere che l'artefice fosse stato qualcuno di veterinaria. 
Sergio liquidò il compagno dicendo che a Teramo, se la gente si divertiva a quel modo, significava non avesse altro da fare. La lezione di un nuovo corso stava per iniziare, meglio pensare al professore. Ma per Sergio non andò come aveva sperato. Si era iscritto a quel corso senza aver superato gli esami adatti e il professore glielo stava poco carinamente ricordando, insieme al fatto di essere parecchio fuori corso, tanto da essere considerato vecchio e si trovava nel posto sbagliato. Il ragazzo provò a spiegare che non poteva seguire altri corsi, ma il professore sembrava aver preso di mira una ragazzina poco lontano da lui. Più tardi si ritrovò a rimuginare al bar davanti ad un caffè al ginseng, quando una ragazza catturò la sua attenzione. Goffamente si presentarono: Sergio e Claudia. Lei gli era seduta vicina durante l'ultimo esame non passato il mese scorso, e si ricordava di come fosse scappato e di quanto succedesse spesso. Claudia si interessò al libro che Sergio aveva tra le mani. Il libro del maledetto esame che entrambi avrebbero dovuto sostenere di nuovo. Chiese al ragazzo quali fossero le cose più importanti da studiare e Sergio la avvisò che il professore pretendeva tutti i capitoli. Se le avesse fatto piacere, l'avrebbe accompagnata a parlare col professore stesso per vedere se fosse cambiato qualcosa. Ma il professore monatto, col suo modo sgarbato, mise entrambi alla porta ribadendo che l'esame avrebbe riguardato tutto il libro.
Delusa e amareggiata, ma anche indispettita dall'atteggiamento del professore, Claudia si trascinò fuori dall'ufficio. La sua aria triste e malinconica colpì Sergio che non poté fare a meno di chiederle il perché di quella tristezza. Una vecchia storia d'amore finita male, fu la risposta. E da quel momento, Sergio e Claudia, tra una sigaretta e un bicchiere di vino, si supportarono a vicenda. 

Tutto sembrava invecchiato all'improvviso, come se il tempo fosse una voragine nella quale si cade da un momento all'altro. 

Il racconto scorre, nella grigia lentezza di un'utopia velata, quasi distopica. La surrealtà delle situazioni si intreccia con la realtà di un tempo che sembra aver fatto un improvviso balzo in avanti per poi fermarsi all'improvviso, calando un velo opaco e degenarativo sopra ad ogni cosa. 
Namidà se ne era improvvisamente andata, in solitudine, dopo aver inviato segnali che nessuno aveva colto. Il dolore per la perdita è forte e sconfortante. E da quel momento le cose sembrano andare tutte per una direzione sinistra. Locali dove Sergio e gli amici erano entrati il giorno prima, sembravano abbandonati da tempo, i cellulari non avevano campo, e segnavano un orario improbabile per quel preciso momento, anche gli orologi non funzionavano. I ragazzi, per capirne di più, provarono ad entrare in una Chiesa, magari c'era qualcuno che avrebbe potuto indicargli l'ora esatta. Ma con orrore, entrati in Chiesa, scoprirono che anche quella sembrava abbandonata da tempo e sul Crocifisso c'era un altro manichino, perfettamente cucito, fatto di bende e pelle animale. Decisi a denunciare il fatto alle forze dell'ordine, i ragazzi uscirono dalla navata principale facendo un'altra macabra scoperta: una bara aperta, abbandonata in mezzo al livore della foschia scesa sulla città e un secondo manichino, seduto su una panchina, anch'esso di pelle animale e bende, ma in abiti talari e col volto lacerato. Proseguendo verso la stazione, avvolti da un fetido odore di zolfo e marcio, i ragazzi trovarono altri manichini nella sala d'attesa, creati ad immagine e somiglianza di una famigliola in attesa del treno: padre, madre e bambino. Otto manichini, scherzo di cattivo gusto...
Un cielo latteo sembrava aver ingoiato e paralizzato la città. C'erano solo dei cani che si stavano aggirando intorno ai manichini, quasi impauriti da quelle figure indecifrabili di pelle e garze. Mentre uno dei cani ringhiava ad un manichino, quest'ultimo, alimentato da un'energia aliena, lo morse, strappandogli carne e mandibola come fosse indemoniato. Il povero animale fu scaraventato a terra dalla forza assassina del "mostro", mentre i ragazzi si diedero alla fuga.
Il retrogusto del maestro King aleggia nella mia mente, la calma placida, la tranquillità angosciante che regna prima di una catastrofe. Matteo Olivieri ha saputo creare quell'atmosfera rassicurante dell'horror, come il più esperto regista sul genere. Il fiato che si spezza, il sudore freddo che mi immobilizza sul divano, la paura di scoprire cosa  succederà nella pagina dopo...

Non so cosa successe a Teramo, ma la notte smise di arrivare, un giorno lungo, eterno, sotto un cielo bianchissimo. Le persone, erano cambiate, trasformate. Anche i cani erano diventati...

Dopo quella giornata infinita, dove il tempo sembrava non passare mai, Giulia si ritrova in una sorta di clinica psichiatrica asettica e bianca. E poi c'era Mara  che cercava di calmarla, di convincerla che a Teramo non era successo proprio nulla. La città non era distrutta, esisteva ancora e  c'era il sole, era una bella giornata. La donna la lasciò sola, consigliandole di leggere il quotidiano: le avrebbe fatto bene. Ma, una volta letto un articolo sul sindaco di Teramo, la confusione sembrò risucchiare Giulia in un pianto convulso che la lasciò apatica, persa nel vuoto oltre la finestra della sua stanza bianca. 
Cosa sta succedendo in città? Perché qualcosa è successo e sta succedendo, non è fantasia.
Cosa sono quei manichini e chi li ha messi li? E Sergio Diaz? Tutto ciò che sta succedendo dipende da lei. Perché è lei la chiave di tutto...
In un susseguirsi di azioni surreali, il finale stupisce il lettore, quasi come il regalo sorpresa sotto l'albero di Natale, inaspettato e  allucinante...
Non vi resta che ripercorrere i passi di Sergio, Vito, Giulia, Sara e gli altri per scoprire il mistero di Teramo, non ve ne pentirete. Le premesse di qualche ora al cardiopalma ci sono tutte. Se amate il brivido, armatevi di una calda coperta nella quale avvolgervi e avventuratevi per le vie di Teramo. I manichini e i cani della nebbia sono li per mostrarvi la spettacolare storia di Matteo Olivieri.
Buona lettura,
Tania C.


martedì 26 novembre 2019

Recensione di I LOVE SHOPPING A NATALE di Sophie Kinsella - Mondadori-





I LOVE SHOPPING A NATALE

Sophie Kinsella
Ed. Mondadori
Pag. 329
Copertina rigida 
€ 19,00
Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTRICE

Sophie Kinsella - foto dal web -


Sophie Kinsella è una delle autrici più famose al mondo. Il successo arrivò nel 2000 con il primo romanzo della serie I love shopping, seguito da I love shopping a New York nel 2002, I love shopping in bianco sempre nel 2002, Sai tenere un segreto nel 2003, I love shopping con mia sorella nel 2004, La regina della casa nel 2005 , I love shopping per il baby nel 2007, Ti ricordi di me nel 2008, La ragazza fantasma nel 2009, I love mini shopping nel 2010, Ho il tuo numero nel 2011, Fermate gli sposi 2013, I love shopping a Hollywood nel 2014, I love shopping a Las Vegas nel 2015, La mia vita non proprio perfetta nel 2017, Sorprendimi! nel 2018, Dov'è finita Audrey? suo primo romanzo young adult nel 2015, La famiglia prima di tutto! nel 2019  e dal 2018 la serie per bambini Io Fata Mammetta, tutti pubblicati da Mondadori. Vive a Londra col marito e i cinque figli.

TRAMA

Becky Bloomwood adora il Natale. Ogni anno si rinnova il rito familiare: l'invito a casa dei genitore, lo sfinimento delle canzoni natalizie ripetute all'infinito, la mamma che finge di aver preparato il pudding e  i vicini di casa che si presentano con i loro orribili maglioni natalizi per bere insieme un bicchiere di sherry.
Quest'anno lo scenario cambia: i genitori di Becky si sono temporaneamente trasferiti a Shoreditch, il quartiere modaiolo più in voga a Londra in quel momento. Le chiedono quindi di organizzare il Natale a casa sua. Che problema sarà mai? Sarà in grado di organizzarlo, no?
Becky si è trasferita in campagna con Luke e la figlia Minnie, vicino all'amica Suze e lavora con lei nel negozio annesso alla sua splendida residenza. 
Pur non rinunciando alle scorribande nei negozi londinesi, lo shopping on line ha allargato i suoi orizzonti. Poter acquistare in ogni momento e qualsiasi cosa solo con un click è rassicurante per lei. Ha una missione da compiere: acquistare un tacchino vegano per la sorella, trovare regali personalizzati per tutti e rimediare al vestito troppo stretto che ha scelto per Natale.  
Dal 2000, anno di uscita del primo I love shopping, ad oggi, il modo di fare acquisti è stato stravolto. Di prepotenza, come nella vita, anche in questo romanzo, la rete fa da padrona. Da buona osservatrice quale è, Sophie Kinsella ha saputo cogliere le nuove manie e i comportamenti di tutti facendoli rivere in Becky, rendendola protagonista di situazioni paradossali ed esilaranti. Perché la vera soddisfazione di Becky è vedere quanto ha risparmiato approfittando di sconti più o meno reali e mai una volta di sapere quanto ha speso ...

IMPRESSIONI

Seguo Sophie Kinsella, su consiglio di una mia amica e compagna di nuoto, dal 2012. Non ho iniziato subito con la serie I love shopping ma con Sai tenere un segreto. Fiamma, nei riposi di sano gossip costruttivo tra una vasca e l'altra, mi aveva raccontato la trama, dicendomi che mentre lo stava leggendo, in mezzo ad altre persone, scoppiava in fragorose risate, passando quasi per pazza. Incuriosita, acquistai subito quel testo e le aspettative di una lettura esilarante e leggera non sono stare deluse. Col tempo ho continuato a leggere tutto ciò che era firmato Kinsella, anche i romanzi scritti sotto pseudonimo e, tra una risata e l'altra, sono arrivata a conoscere Becky Bloomwood e tutta la serie I love shopping, raccolta in un delizioso cofanetto di un'edizione speciale. Come la migliore delle Becky non potevo perdermi una tale, preziosa occasione.  La lettura è stata talmente piacevole e divertente, oltre che educativa, che poco tempo fa, appena uscì l'ultimo capitolo della saga, I love shopping a Natale, ovviamente dietro a del tutto casuali  messaggi subliminali, il mio fidanzato me ne regalò una copia.

Inutile dire che qualche sera dopo, in una notte, divorai le 329 pagine. Il tempo passò così velocemente che non me resi conto, tra risate lacrimose e crampi per le situazioni così ridicolmente reali e suggestive. All'alba mi addormentai e mi svegliai poco più tardi perché stavo ancora ridendo come una pazza a causa di una scena che mi era riproposta in sogno. Il brutto era che non riuscivo a smettere e continuavo a darmi della stupida. Peccato, avevo finito il romanzo, ma avrei voluto continuasse ancora, tanto era divertente.

Oddio. Quanto mi mancava lo shopping. E Londra. E tutto quanto.

Per Rebecca Becky Brandon nata Bloomwood lo shopping è uno  stile di vita. Da sempre attenta seguace della moda e dei negozi più trendy e curiosi di Londra e del mondo, da un po' di tempo ha scoperto il piacere dello shopping on line. Che soddisfazione fare i propri acquisti in rete, comodamente seduti in poltrona davanti ad una tazza di te fumante. E poi quante offerte interessanti ed imperdibili: se acquisti 3500 samurai da giardino in resina ecologica di palma della Nuova Guinea, avrai un coloratissimo e brillante tovagliolo natalizio di carta riciclata in omaggio. Assolutamente delle vantaggiose occasioni! E proprio ora, in vista del Natale. 

Siate sinceri chi di voi, me compresa, non ha mai provato l'inebriante soddisfazione di fare shopping on line, contando i giorni che ci separano dall'arrivo del corriere. A Natale poi, i vari siti dedicati allo shopping, sono un tripudio di colori, dolciumi, oggetti inutili ma inspiegabilmente bramati... e l'emozione di fare gli acquisti a tempo, prima che suoni il gong e si rischi di perdere la strepitosa offerta compi 2 e paghi 3! Si, lo shopping virtuale da assuefazione, non se ne può fare a meno, anche se continueremo a passare molti pomeriggi nei centri commerciali e per le vie del centro perché, per quanto soddisfacente possa essere la rete, nulla lo sarà mai quanto le luminarie e gli addobbi delle vie del centro, il profumo delle caldarroste e del vin brulé venduto nelle piazzette addobbate a festa con una immensa pista di pattinaggio su ghiaccio.

Quest'anno invece,  il Natale di Becky sarà diverso dal solito: la sua famiglia si è trasferita in un quartiere trendy di Londra, giocando a fare le persone à la page. Per questo motivo la festa di Natale si farà nella nuova casa di campagna dei Brandon. La ragazza è presa dal panico, senza voce in capitolo si ritroverà presto a dover preparare un sontuoso pranzo natalizio per ospiti che continuano ad autoinvitarsi. Potrà mai farcela a destreggiarsi con tanti ospiti, il tacchino vegano per la sorella, il pudding casalingo e le decorazioni al'ultima moda? 
E i regali? Sino ad oggi l'unica sicurezza era il regalo per la figlia Minnie, la piccola desiderava da tempo un cestino da pic-nic giocattolo e lei si era portata avanti ordinandolo on line. Ma quest'anno doveva assolutamente fare regali personalizzati e fuori dall'ordinario, da lasciare gli ospiti a bocca aperta. La rete, nonostante le sue ricerche, non offriva nulla che facesse al suo caso, perciò meglio riprendere la sana abitudine dello shopping nei negozi di Londra. La testa quasi le girava, tutte quelle luci, le decorazioni natalizie, i profumi che avvolgevano i clienti all'entrata di ogni negozi. Non c'è gara, la rete è comoda, veloce e offre infinite possibilità, ma Londra a Natale, è LO SHOPPING!
Certo che fare shopping in città era anche snervante, correndo da un negozio all'altro alla ricerca del perfetto dono per suo marito Luke. Già, ma quale regalo poteva essere perfetto per lui? 
Il meraviglioso cappotto blu se lo era appena acquistato. Svanita quella possibilità, Luke stesso le aveva proposto la sua colonia preferita. Ma che regalo è la colonia ordinaria e quotidiana? Becky non ci stava, troppo dozzinale, la solita colonia. E allora eccola aggirarsi freneticamente annusando ogni elegante e raffinata, ma soprattutto costosa bottiglietta che le si parasse davanti, alla ricerca della colonia perfetta! Chiedere ed ottenere dei campioncini di prova sembrava l'unica soluzione, vista la varietà di essenze e soprattutto dopo l'irritante commento di un altrettanto irritante e misterioso Signore elegante con la sua sciarpa blu, che le aveva poco educatamente ribadito che se il marito desiderava la solita colonia, non era il caso di cambiare. Ma come si permetteva. Chi era questo sputa-sentenze? Gliela avrebbe fatta vedere lei! (Doveva ammettere, suo malgrado, che quella sciarpa blu lo rendeva veramente distinto ed elegante.)
Avrebbe trovato l'essenza perfetta e Luke sarebbe rimasto estasiato. Aveva i vari campioncini da fargli provare. Ovviamente di nascosto, senza che lui se ne accorgesse. Tutto ok, aveva un piano infallibile, lo avrebbe fatto non appena si fosse addormentato. Era la soluzione perfetta! Ma caspita, quanto tempo impiegava per addormentarsi! E una volta addormentato via allo spruzzo compulsivo per vedere quale sarebbe stata la colonia che più gli si addiceva. Sarebbe filato tutto liscio se... durante lo spruzzo di una pregiata colonia, Becky non avesse rischiato di accecarlo mirando il getto del profumo direttamente nell'occhio del marito, destandolo dal suo sonno.

Posso dirvi che, rivedendo la scena a distanza di settimane, ancora rido senza ritegno e sguaiatamente. 

Scartata l'idea della colonia, presa dallo shopping per le decorazioni della casa, Becky è nel pieno dello sconforto. Idee zero e adesso ci si era messo pure Craig, l'affascinante ex fidanzato del college, tornato improvvisamente nella sua vita. Che mai vorrà? Certo che è veramente carino rispetto ai tempi dell'Università, non ha più quell'aria sfigata. Suona in una band, gira l'Europa ed è così rock! Quello che le serve in questo momento! Essere rock, e tutto andrà meglio.
Per chi conosce Becky sa che la sua ingenuità e la sua frivolezza la mettono spesso in situazioni equivoche e ai limiti dell'assurdo, ma alla fine cadrà sempre in piedi traendone pure dei profitti.

Tutto quello che il Grinch può rubare, non è Natale.

I giorni passano, i preparativi procedono senza una logica precisa, grazie ai click compulsivi che aggiungono e tolgono prodotti dal carrello virtuale, in una sfida col tempo per accaparrarsi l'inutilità del momento ad un prezzo speciale. Come il rarissimo ed introvabile Lama argentato. All'oscuro del nuovo hobbie dello shopping on line della moglie, Luke fa di tutto per cercare di tirarla su di morale e farle ritrovare il vero spirito del Natale. 
Il Natale è una giornata di pace, di condivisione e convivialità, passata con gli affetti più cari e poco importa il cibo, se la decorazione non vuole stare appesa o se il regalo non è perfetto: l'importante è stare insieme.
Becky cerca di convincersi ma, per chi lo shopping lo ha nel sangue, è così difficile resistere alle tentazioni. Poi proprio adesso che l'ex fidanzato rock sembra spassarsela un mondo tra i locali più mondani d'Europa e la vorrebbe al suo fianco. Proprio ora che sembra avere trovato il regalo perfetto per Luke: un baule da viaggio in vera pelle, fatto a mano e soprattutto personalizzato con le iniziali L.B. in bella vista. Suo marito impazzirà dalla gioia e ne sarà estasiato. Solo che... il baule non è in vendita, appartiene al prestigioso e antichissimo Club del Biliardo ed è il premio della lotteria di Natale. Lotteria alla quale possono partecipare solo gli uomini appartenenti al club. Tutto sembra rivoltarsi contro di lei e il suo Natale perfetto. Il regalo perfetto per Luke non si può acquistare nemmeno on line, non può partecipare alla lotteria di Natale del Club del Biliardo perché dè una donna (ma è ancora tutto da dimostrare), sua sorella sta per divorziare, la madre ha litigato con la sua migliore amica, il suo ex  vuole coinvolgere lei e Luke in qualche stravagante gioco sessuale... 
È troppo anche per lei... 
Improvvisamente il tacchino vegano per Jess, ordinato  in anticipo, non è più disponibile e Minnie non desidera più il cestino da pic-nic, per non parlare poi del vestito favoloso preso con uno sconto esagerato ma di due taglie più piccolo. È vero era un po' ingrassata e si era promessa di dimagrire ma, a Natale, come si fa? E come ciliegina su una torta imperfetta, sembra che amici e parenti stiano complottando contro di lei per rovinarle il Natale, nonostante il suo impegno per riportare la pace e l'armonia. 
È Natale, non c'è più tempo, cosa si inventerà questa volta il  ciclone Becky Bloomwood per avere la sua giornata perfetta?

Le premesse per una giornata all'insegna di grasse risate ci sono tutte, così come gli spunti per riflettere sulla vera essenza della festa più bella dell'anno e il valore dell'amicizia. La Kinsella ha messo a segno un altro mouche  nel suo ricco bersaglio letterario. 
Se avete amato gli altri capitoli della serie, non potrete non amare anche questa piccola chicca che è I love shopping a Natale. Ma i motivi per leggerlo, oltre al divertimento ed all' inebriante freschezza della storia è
che  sicuramente non sarà il capitolo finale delle tragicomiche vicende di Becky Brandon nata Bloomwood. Il finale, aperto a nuovi spunti di shopping sfrenato, riserva una tenerissima sorpresa, da riempire di acquisti... Senza contare che potrebbe essere un bellissimo regalo da scartare sotto l'albero per chi ama il genere.
Augurandovi buona lettura, vado a fare il mio personalissimo shopping natalizio. 
Tania C.



lunedì 25 novembre 2019

Recensione GLI SPARI SOPRA di Roberto Dogana - AltroMondo Editore -






GLI SPARI SOPRA

Roberto Dogana
Ed. AltroMondo 2018
Collana Mondo di sotto
Pag. 127
Copertina cartonata flessibile
€ 12,00


CONOSCIAMO L'AUTORE


Roberto Dogana - foto dal web -


Roberto Dogana, Laureato in Medicina e libero professionista in medicina dello sport, vive e lavora a Castelgomberto (VI).
Vede il suo esordio con La fine di un incubo è l'inizio di un sogno?, ma continua a confidare alla carta le sue emozioni e fantasie richiamando in causa ancora una volta l'eroina Amanda Morgan. 
L'idea di questo secondo romanzo deriva dalla sua passione per Vasco Rossi e dal maxi concerto tenuto dal Blasco al Modena Park.

TRAMA

Tutti abbiamo una canzone del cuore, quella che ci ricorda i momenti piacevoli della nostra vita. Gli spari sopra è una delle più famose canzoni di Vasco Rossi, tramandato da generazioni come icona del rock.
Ma quando una canzone diventa ossessione, tanto da spingere un ragazzo apparentemente mite e dedito a famiglia e lavoro a delinquere, quali sono le conseguenze?
Per Amanda Morgan  è tempo di nuove indagini e ricerche per scoprire i motivi di fatti altrimenti inspiegabili.


IMPRESSIONI

Questo breve romanzo, in versione cartacea, mi è stato gentilmente offerto da AltroMondo Editore e dalla carissima Alice che ringrazio per il gentile pensiero.
Un nuovo autore e Vasco Rossi, un binomio interessante per chi, come me, è sempre aperto a nuove esperienze letterarie e ama il Blasco. Beh, Zocca fa parte della mia infanzia e adolescenza, come potrei restare indifferente. Aver avuto la possibilità di leggere ancora di Vasco, quel ragazzo "strampalato" dalla voce graffiante e con gli occhi azzurri, è stato un piacere oltre che una piacevole scoperta, quella di Roberto Dogana, l'autore.
Gli spari sopra è il suo secondo romanzo, secondo capitolo, spero di una lunga serie, delle avventure di Amanda Morgan, una giovane "Sherlock Holmes", pronta a fare luce su episodi alquanto strani e inspiegabili avvenuti durante le esibizioni di una cover rock band di Vasco Rossi. 

Il mattino successivo, in città, non si parlava d'altro. I giornali locali riportavano, in prima pagina, la foto del luogo dell'incidente e nelle pagine interne, quelle dedicate alla cronaca paesana, ampi servizio tentavano di spiegare l'accaduto.

Sulle note di "E da qui, qui non arrivano gli angeli", Gli Spirit Liberi,  la cover band, che si stava esibendo da più di un'ora, stava ricevendo i favori e gli applausi del pubblico presente al concerto, per omaggiare il loro idolo: Vasco. 
Tra il delirio degli applausi, durante lo stacco finale del batterista, Amanda stava ballando Gli spari sopra insieme agli spettatori carichi di adrenalina, quando si volta verso la ragazza che ballava accanto a lei e la vede accasciarsi a terra portandosi una mano alla spalla con aria sbigottita. I vestiti laceri e sporchi di sangue fanno esplodere in un grido di aiuto Amanda. Ma ormai la musica era finita, non serviva più gridare, Dedo saltò veloce giù dal palco cercando di prestare soccorso in attesa dell'ambulanza.
La ragazza viene portata in ospedale. Una pallottola ha trapassato la sua spalla, fortunatamente senza ledere gli organi vitali. Nessuno, però ha sentito lo sparo: il martellare della musica e del pubblico sovrastava ogni altro rumore. Amanda e la band si interrogano sul perché di quel gesto estremo e pericoloso. I carabinieri non hanno trovato indizi, se non la traiettoria della pallottola: il colpo sembra essere partito dal basso, ma nessuno ha visto e sentito, se non dopo l'accaduto, perciò le indagini lasciano il tempo che trovano, nonostante l'interessamento di Amanda. Passano i giorni e il fatto viene presto dimenticato. 

"... Ho avvertito una forte fitta - stava raccontando - sulle prime ho pensato che qualcuno nella concitazione mi avesse dato un calcio o che mi stesse venendo un crampo, poi ho avvertito un liquido caldo scendere verso il piede e allora mi sono accorta della ferita."

Ognuno torna alla  propria quotidianità fatta di gossip e calcio. Persino Amanda, risucchiata dalle priorità quotidiane, lascia alle spalle l'accaduto. La band andava alla grande, tra prove e spettacoli fin quando arrivò il giorno del concerto a Gemona. La piazza, al solito, era gremita di gente, richiamando fans nel  nome di Vasco. La band era carica, era arrivato il momento de Gli spari sopra (oramai avevano dimenticato l'episodio scorso quindi potevano suonare tranquilli), ma quando arrivò il momento del batterista di scaricare tutta l'energia, in fondo alla piazza si verificò una strana agitazione. Il pensiero di Amanda fu : " È successo di nuovo". E si precipitò a controllare la situazione. Una ragazza, seduta in terra, si stava comprimendo il polpaccio destro sanguinante, un proiettile sparato da qualcuno, aveva trafitto il muscolo del polpacci, per fortuna senza gravi conseguenze.  Dopo aver raccontato come si erano svolti i fatti, nessuno aveva visto o sentito nulla, a causa dell'alcool, del caldo e della confusione, la ragazza venne trasportata in ospedale. Il concerto continuò e fu un successo. Ma per Amanda c'era qualcosa di strano. Non poteva essere una coincidenza. Il giorno dopo si mise alla ricerca dei quotidiani locali, sperando di venire a conoscenza di qualche indizio sull'accaduto. Poi fece un salto nella Caserma dei Carabinieri, sperando di capirne un po' di più, dove il Maresciallo la congedò con la promessa di avvisarla se ci fosse stato bisogno di lei. 
La caparbietà di Amanda era troppo irruenta per essere declinata così in fretta. Se i Carabinieri preferivano brancolare nel buio, quasi prendendo sottogamba la situazione, ci avrebbe pensato lei a fare luce sull'accaduto. Tornò quindi nella piazza del concerto. E cercò un qualsiasi indizio. Chi cerca trova... ed ecco pararsi davanti a lei, incastonato nell'interstizio tra due mattoncini di porfido, un bossolo di proiettile. La conferma ai suoi dubbi era li, in quel bossolo. Prese la decisione di telefonare in Caserma ed avvisare il Maresciallo Arnaldi, così avrebbero potuto recuperare il bossolo e iniziare le indagini. Ma anche questa volta il Maresciallo la liquidò con un " manderò una pattuglia a controllare e se avremo bisogno di lei le faremo sapere", non avevano tempo da perdere dietro alle fantasie da telenovela di una donna.
Il bisogno di evadere, di staccare la spina è forte in Amanda. Nessuno sembra dare peso alle sue teorie sulle sparatorie, per tutti sono solo una sfortunata coincidenza. Meglio non pensarci più e passare un po' di tempo al mare. Si arriva così al primo luglio 2017. Data importante per i seguaci del Blasco. Modena Park! L'evento del secolo! Il più grande concerto del ''menestrello di Zocca'' sta per iniziare. L'evento ha richiamato migliaia di persone di ogni tipologia, dalle ragazzine urlanti ai romantici sognatori sulle note di toffee, dal nonno, ex hippy ai nipoti cresciuti a suon di rock e pane, dalle casalinghe alle donne in carriera. Una immensa onda umana estasiate dalle più famose canzoni del Blasco. Ed ecco, è arrivato il momento della carica, la batteria esplode nella sua potenza al ritmo de Gli spari sopra, scatenando l'onda umana. Ma nel bel mezzo del fervore collettivo, nessuno si è accorto che in un angolino del terzo settore, nella parte più distante dal palco, una ragazza si lascia scivolare a terra sul fianco sinistro. Le note de Gli spari sopra continuano ad irrompere ipnoticamente, ma non impediscono al fidanzato della ragazza di accorgersi di quanto le è successo. Un proiettile le ha trapassato il fianco. Anche questa volta, fortunatamente senza conseguenze gravi, grazie anche al tempestivo soccorso dei sanitari.

Vasco sempre grazie a Vasco

Questa volta i Carabinieri intervenirono tempestivamente, ricercando scrupolosamente il bossolo fuoriuscito dal fianco della ragazza. Con tutta probabilità, il proiettile, era finito sul selciato, considerando la traiettoria della ferita. In mezzo alla calca di fans e curiosi, riuscirono tuttavia a procedere nelle loro indagini se pur senza esiti,  sinché un rubicondo ragazzo chiese loro : "Per caso state cercando questo, mi ha quasi distrutto una scarpa?", riferendosi al bossolo conficcato nel tallone di una Salomon. Il ragazzo, inebetito, pensava di tenerlo come ricordo, e perentorio fu l'ordine di consegna immediata ai Carabinieri. Uno di loro, ringraziandolo gli ribadì pure  di ringraziare.... "Vasco, sempre grazie a Vasco", finì la frase il ragazzo, continuando a ballare come se nulla fosse accaduto.


Riflettendo su quanto letto, la situazione potrebbe sembrare quasi comica, se non fosse per il fatto che, anche se nella finzione del romanzo, c'è una vita in gioco. E riflettendo proprio su ciò, il mio pensiero è andato subito a quanto sia facile e imprevedibile trasformare un momento di svago in una tragedia per opera di un folle.

Anche la mente di Amanda era un circolo vizioso formato da mille domande. Passava in rassegna ogni volto incrociato sperando di avere un indizio che collegasse il ferimento delle tre ragazze. Tormentata da mille pensieri decise di tornare a parlare col Maresciallo Arnaldi. Si recò alla Caserma, al cospetto di uno sbigottito Maresciallo, ancora ignaro dell'accaduto al Modena Park. Amanda affondò il colpo, facendo notare che tre proiettili nel corpo di tre differenti ragazze, esplose durante l'esibizione di Gli spari sopra, non potevano essere una coincidenza. Doveva, il Maresciallo, convenire con lei, che la situazione era abbastanza grave: c'era in giro un folle pronto a sparare ogni volta che la canzone venisse suonata e forse pure passata in radio. Dal canto suo Arnaldi cercò di sdrammatizzare, ma stavolta prese in considerazione l'ipotesi della donna, promettendo che un collega della compagnia di Modena, un certo Tenente Terenzi, di sicuro l'avrebbe aiutata. Amanda uscì dalla Caserma col cuore più leggero e l'intenzione di incontrare questo Terenzi.

Mi sentii come un'adolescente che ha ricevuto la sua prima attestazione del suo fascino di donna.

L'incontro con l'affascinante Tenente Terenzi andò meglio di quanto sperato, fin troppo. Anche per lui, alla luce dei fatti, c'era un nesso fra le tre sparatorie e avrebbe fatto il possibile per venirne a capo. Rincuorata e lusingata, Amanda fece ritorno a casa. E l'ansia un po' si placò. Le giornate scorrevano lente nella canicola estiva, quando un pomeriggio afoso e improduttivo venne stravolto dal suono del telefono di Amanda. Nel riconoscere il mittente il suo cuore ebbe un sussulto ed arrossì un po': era Terenzi. Aveva bisogno del loro aiuto, del suo e di quello della band. Dopo accurate indagini, selezionando video delle registrazioni dei concerti a Gemona e Modena Park, avevano individuato una persona. A Gemona in borghese, a Modena con la divisa della Protezione Civile, usata con lo scopo di confondersi e far entrare facilmente un'arma da fuoco nel parco. Lo stesso uomo è riapparso poco dopo nella veste di barelliere che ha prestato soccorso alla ragazza ferita. Altro travestimento utile per potersi defilare senza destare sospetti. Niente di sicuro, senza altre prove incriminanti, ma un buon punto per dal quale partire per nuove indagini.  Ovviamente l'aiuto di Amanda e della band era quello di riconoscere e possibilmente dare un nome allo sconosciuto. Tra i "colleghi" della Protezione Civile e dell'Assistenza sanitaria nessuno lo conosceva. Aveva agito astutamente, nessun segno identificativo. Il più assoluto anonimato. Amanda ricevette la foto dello sconosciuto, ma il volto non accese in lei nessuna lampadina. Girando la foto al compagno e ai vari componenti della band il risultato fu il medesimo. Solo Giorgio ancora non aveva dato notizie. Quella sera proprio Giorgio la chiamò, chiedendole come mai lei gli avesse inviato le foto di Luca.
Giorgio conosceva Luca, una speranza c'era. Cercando di essere il più cauta possibile, senza rivelare il vero motivo del suo interesse, Amanda cercò di carpire quante più informazioni poteva sul ragazzo. Giorgio non lo conosceva bene, sapeva che si chiamava Luca, li seguiva nei concerti e nel bar dove faceva karaoke. Un tipo taciturno, timido e sfigato, sempre solo. Una volta gli chiese un pezzo: Anima fragile. Non era molto, ma intanto avevano un nome. Presto, grazie all'aiuto di Dedo e Neri, altri componenti della band, venne fuori anche il cognome: Luca Cortese.
Bingo, il primo mattone era stato piazzato, restava solo trovare gli altri per completare l'opera.
A tentoni, puntando solo sulle sue forze fisiche e senza un piano dettagliato, Amanda decide di mettersi alla ricerca di Luca, ma lei non è una detective, in fondo glielo aveva ribadito anche Terenzi di giocare a fare la detective, e la ricerca fallì con tutti i suoi buoni propositi. Arrivò agosto e con lui le serate di concerti a Jesolo Lido. Una piazza dove nelle calde serate estive vari gruppi si esibivano per animare le notti dei turisti. Era una serata calda, birra e musica a far da padroni, la piazza piena di gente di ogni nazionalità. Tutto ad un tratto si scatenò un tafferuglio, durante il quale una ragazza dell'est, ceca o forse slovacca, presentò una ferita al collo. Fortunatamente la ferita, che dai rilievi dei sanitari risultò di arma da fuoco, era superficiale. La ragazza non era in pericolo di vita. Nessuno però aveva visto nulla di sospetto che potesse ricondurre all'aggressore. L'unico indizio che i Carabinieri, intervenuti per le indagini, avevano a disposizione, era quello che il colpo era esploso quando la band stava intonando Gli spari sopra.
Amanda, ignara dell'accaduto , venne svegliata dalla chiamata del Tenente che voleva aggiornarla su quanto accaduto a Jesolo. La donna si trovò costretta a confessare di aver giocato a fare la detective, ma almeno adesso avevano un nome, anche se nonostante il suo impegno, non era riuscito a trovarlo. Il Tenente, con la promessa di tenerla informata sulle indagini, ancora una volta le fece promettere di stare alla larga da iniziative inopportune e pericolose. Ci avrebbero pensato i Carabinieri, e le indagini, effettivamente, avevano preso un ritmo serrato.

Luca è sempre stato un ragazzo schivo, timido, timoroso fin da piccolo. Per questo non ha mai legato coi suoi coetanei, non ha mai avuto dei veri amici, neanche tra i compagni di scuola.

Con la scoperta del nome del presunto aggressore, il Maresciallo Arnaldì convocò in udienza Luca. Ma il ragazzo non si presentò, mandandolo su tutte le furie. Sarà la mamma di Luca a confidarsi con Amanda, a spiegarle che il figlio era cambiato, forse a causa delle ragazze, una in particolare, quella che lui definiva la fidanzata e che lo portò al tracollo. Le raccontò che dopo aver ricevuto la visita dei Carabinieri che cercavano il figlio, ha rinvenuto nella sua camera un ritaglio di giornale di pochi mesi prima. L'articolo raccontava del ferimento di una ragazza durante il concerto di una cover band di Vasco. Lei aveva fatto due più due e aveva capito che il figlio era immischiato in questi fatti. Il tempo passa, gli indizi scovati da Amanda diventano prove. Nonostante l'ordine da parte del Tenente Terenzi di stare lontana dalle indagini,Amanda trova Luca, si mette in gioco, ma questa volta la carica de Gli spari sopra non va a bersaglio. Luca è disorientato, fugge dileguandosi nel buio inseguito da uno sconosciuto. L'uomo sembra conoscerla, ma per lei è solo un volto tra i tanti incrociati quella sera. Chi è, perché sta inseguendo Luca? 
E Luca, dopo il tentativo andato a vuoto tornerà a sparare ancora in preda all'ipnotico delirio indotto da Gli spari sopra?

Se siete quelli comodi e state bene voi ...

Amanda è decisa a scoprirlo, ad arrivare in fondo a "quell'equilibrio sopra la follia". Questa volta  sotto l'ala protettiva dell'affascinante Tenente.
E voi, cari lettori, siete pronti a scoprire il finale di questo emozionante romanzo rock-noir? Un'ora di relax, magari davanti al camino col sottofondo di una Vita spericolata e risolverete il caso della tenace Amanda.

Arrivata ai ringraziamenti finali, mi è quasi dispiaciuto lasciare Amanda, una donna  intraprendente pur nella sua semplicità, curiosa, dalla parte della verità e con un certa indole ad infrangere le regole. Un personaggio nel quale è facile immedesimarsi e vivere le sue avventure con una leggerezza disarmante. Questo breve noir dal forte sapore rock, originale e accattivante  saprà catturarvi dalle prime note senza annoiarvi rimandarvi al solito finale col maggiordomo nel salone col candelabro. 
Con la speranza che Amanda continui a regalarci nuove emozioni, vi auguro buona lettura.

Come avrete notato, nel romanzo le donne sono le vittime sulle quali si riversa il delirio di Luca, l'aggressore. Non a caso ho scelto di pubblicare oggi questa recensione, nella giornata  contro la violenza sulle donne. Fortunatamente, proprio grazie ad una donna, la follia di un uomo viene ostacolata e fermata. Anche se questo è solo un romanzo, il mio invito, credo unito a quello dell'autore e dell'editore, è di denunciare, di non avere paura. Ci sarà sempre qualcuno pronto ad ascoltare e aiutare. Abbiate il coraggio di dire basta ed essere finalmente libere di alzare la testa e vivere la vostra vita all'insegna dell'amore.
Tania C.



domenica 24 novembre 2019

Recensione di NECROPOLI di Giordano Tedoldi - Ed. Chiarelettere -





NECROPOLIS

Giordano Tedoldi
Ed. Chiarelettere
Collana Narrazioni 2019
Pag. 282
Copertina flessibile
€ 16,60
Ebook disponibile



CONOSCIAMO L'AUTORE

Giordano Tedoldi - foto dal web -



Tedoldi, nato a Roma nel 1971, nel  panorama della letteratura italiana è considerato un cattivo. Per Fazi 2006 e Minimun Fax 2016 pubblica Io odio John Updike; per Fazi pubblica alcuni alcuni romanzi, nel 2013 I segnalati, nel 2017 Tunué. In molti hanno scritto di lui.



TRAMA

Il Maresciallo Yarden, costretto, come ogni cittadino, a schierarsi da vivo per la morte dovendo scegliere la propria sepoltura, sembra avere un pensiero fisso. Il pensiero di liberarsi della storia, della verità. Di quelle abitudini che avevano usurpato il regno della Costituzione e delle vecchie leggi scritte. Estinguere le tradizioni ormai morte che soffocano l'esistenza umana. La Necropoli Ovest aveva un motto: "Vivi per la tua morte". La Necropoli Est rispondeva al motto: "Muori per la vita degli altri". Insieme al nipote tredicenne Rama ed al flemmatico segretario Pierre con al seguito il negromante Max, il protagonista di questo spiazzante e sulfureo romanzo, ci conduce nel suo lungo viaggio nell'oltretomba. 
Una full immersion dal vivo, in un regno popolato da filosofi, artisti, scienziati, rivoluzionari e terroristi, militari e poeti, che sembra convincere Yarden del fatto che la decisione migliore che possa prendere sia quella di non decidere. Il libero arbitrio, divenuto ormai parodia di se stesso e strumento di manipolazione di massa, deve essere boicottato, con la consapevolezza che il suo non scegliere potrebbe mettere in crisi il sistema. Ma a quale scopo? Forse, nell'essenza del dualismo forzato e del superamento, Yarden è riuscito a captare tutto ciò che gli altri non sono riusciti a vedere o che ogni giorno vedono si troppo chiaramente.
Una storia incomparabile, da percorrere come un viaggio in un mondo simile al nostro. Un apologo politico sul senso degli estremi e degli opposti, scritto con stile  tagliente e sfrenato. Una voce unica.


IMPRESSIONI

Necropolis è uscito ad aprile 2019 riscuotendo i favori dei lettori. Io l'ho scoperto un po' più tardi, non essendo un'amante del fantasy e della distopia. Ma c'era un qualcosa che mi incuriosiva e affascinava nella sua copertina ipnotica. Un volto tra fiori intagliati, quasi fossero stencil, sui toni del grigio e nero. Lugubre, potreste pensare, invece no, il caleidoscopio di immagini emana una luce nebulosa che da pace agli occhi e accende la curiosità. Lessi velocemente la trama e chiesi subito a Chiarelettere di poterne avere una copia. Valeria Frigau e Tommaso Gobbi, sempre disponibili, mi hanno gentilmente offerto una copia omaggio, insieme ad un bigliettino di buona lettura che mi ha fatto veramente piacere. Mi scuso per il ritardo di questa recensione causato da alcuni problemi familiari, per fortuna risolti.
Nonostante continuassi ad essere un po' prevenuta sul genere del romanzo, man mano che i capitoli scorrevano via, mi sono ritrovata a percorrere gli stessi sentieri di Yarden, quasi come Dante accompagnato da Virgilio nei gironi dell'Inferno e Purgatorio. E più le pagine scorrevano, più lo stile intrigane, misterioso e ipnotizzante di Tedoldi mi affascinava. A dire che è stata una lettura semplice potrei fuorviarvi, almeno per me. Posso dirvi invece che è stata spunto di riflessioni, spesso amare, sul mondo che influenza le nostre scelte di  vita. 

Perciò era tanto più urgente scegliere: perché non sapevamo nulla di preciso e, a differenza dei secoli scorsi, avevamo perso la speranza di saperlo.

Il romanzo è un tripudio di allegorie, di simboli metaforici che accompagnano il lettore nelle neoplastiche società delle Necropoli del Maresciallo Yarden, alla ricerca di un luogo dove essere seppellito dopo la sua morte, spronandolo alla riflessione non solo sulla propria esistenza, sui ricordi che sembravano sepolti, ma anche sul logorio acido che corrode sempre di più l'anima della  società.

Le Necropoli sono due modi diversi per non essere solo mortali: attraverso la deposizione in un idolo di conservazione e isolante rammemorazione, e attraverso la compressione e decompressione digitale delle informazioni.

In un imprecisato luogo della terra, in un altrettanto imprecisato futuro, la società, ancora nel pieno della vita, viene obbligata a decidere sul postmortem. Ci troviamo in un non-luogo chiamato Campo Terzo, ed è qui che le persone vengono poste davanti ad un bivio: la scelta della loro sepoltura. Due sono le  Necropoli alle quali possono accedere, quella Ovest, che affonda le proprie radici nella terra, viscerale, intricata e buia, e quella Est, più eterea,  freddamente impersonale, tecnologicamente avanzata.
Il Maresciallo Yarden, in compagnia del nipote Rama, del negromante Max e di un androide di nome Pierre, decidono di visitare le due Necropoli per cercare di dare una risposta alle loro molte domande. Le risposte cominciano ad arrivare quando, una volta entrati nel cuore delle  Necropoli, si ritroveranno a confronto con strani personaggi, defunti da tempo, ma tornati alla vita con lo scopo di far luce sui loro quesiti.
Senza colpi di scena ne azioni rocambolesche, in un alternarsi di tenebra e luce, il Maresciallo Yarden, Rama e Max arriveranno a scegliere? Sarà la scelta giusta e soprattutto spontanea? Oppure sarà frutto del gioco di un burattinaio che tira i fili di una farsa oscura? Come nei migliori gialli, che confondono e rimescolano le carte in tavola facendo crollare ogni certezza, lascio a voi la decriptazione del messaggio che Tedoldi ha astutamente messo in luce confondendolo tra i pensieri dei personaggi incontrati. 
Non è una lettura facile, vi avverto, vi richiederà impegno e ingegno, ma è una bella sfida per un week end grigio e freddo o per chi volesse cimentarsi con la labirintica filosofia di un mondo misterioso e sconosciuto.
Il mio consiglio è quello di leggerlo con la mente aperta, senza porsi troppe domande, le risposte, anche quelle a domande che mai avreste pensato di porvi, arriveranno da sole, portando luce nell'oscurità delle Necropoli dell'anima. La promessa di Tedoldi, quella di lasciare il lettore esterrefatto, è stata pienamente mantenuta, non lasciatevi quindi scappare l'opportunità di conoscere questo autore irriverente e criptico, non ve ne pentirete. Per chi già lo conoscesse, sarà un piacere scoprire nuove sfumature della distopia. 
Ringraziando ancora Chiarelettere per questa opportunità, auguro a tutti una buona lettura.

Tania C.








venerdì 22 novembre 2019

Recensione L'OSPITE CRUDELE di Rebecca Fleet -Ed. Longanesi -






L'OSPITE CRUDELE

Rebecca Fleet
Traduzione  R. Garlaschelli
Ed. Longanesi 2019
Genere Thriller
Collana La Gaia Scienza
Pag. 320
€ 18,60
Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTRICE

Rebecca Fleet - foto dal web -

Rebecca Fleet ha studiato ad Oxford e lavora nel campo del marketing. L'Ospite crudele è il suo romanzo d'esordio. 


TRAMA
Il giorno in cui Caroline riceve la proposta di uno scambio-case tra il suo appartamento a Leeds con una elegante villetta nel quartiere residenziale nei sobborghi di Londra, accetta senza riserve. L'idea che uno sconosciuto entri in casa sua non le da motivo di preoccuparsi, per lei, adesso, la priorità è quella di staccare la spina allontanandosi da tutto e tutti, compreso il figlio ancora piccolo. È l'ultima possibilità di salvare il suo matrimonio con Francis. Le cose non vanno però come le aveva programmate. Non solo perché i problemi che sperava di lasciarsi alle spalle continuano ad inseguirla... C'è qualcosa di strano, di inquietante nella villetta. Una vicina, all'inizio amichevole, si rivela morbosamente curiosa ed ossessiva. E dentro a quell'abitazione che per Caroline avrebbe dovuto essere estranea, col passare del tempo, compaiono segnali troppo precisi e conosciuti che la terrorizzano. Fotografie appese in corridoio, fiori nel bagno. Segnali apparentemente innocui agli occhi di tutti, ma non per Caroline. Tutto parla di lei, del suo passato e di un segreto tragico e fatale che avrebbe dovuto conoscere solo lei. Consapevole di essere, suo malgrado, caduta in una trappola e di non poter chiedere aiuto a nessuno per paura di perdere tutto ciò che sta cercando di salvare, una domanda la assilla. Chi si cela veramente dietro alla persona con la quale ha scambiato la casa? Chi si trova, in quel momento nel suo appartamento a Leeds? 



IMPRESSIONI

Tempo fa lessi la trama di questo thriller dal titolo inquietante. La curiosità mi ha spinta a chiederne una copia da poter recensire a Longanesi. Ringrazio Francesca per avermi inviato subito un ebook. 
Le aspettative su questo thriller dal titolo al contempo curioso ed agghiacciante non mi hanno deluso. Caroline, tra flashback del suo passato alternato ai ricordi di un marito che si sta lasciando andare, e  al cadenzare dei racconti inquietanti di chi sta vivendo nel loro appartamento , mi ha conquistata da subito, incollandomi al mio fedele Kindle sino alla fine. Devo ammettere che è stata una lettura impegnativa da seguire essendo un romanzo che potrei considerare corale, ma la soddisfazione provata nello scorrere delle pagine e negli intrighi dei salti temporali, ha ripagato dell'impegno della lettura. 

Non si può fare la frittata senza rompere le uova. Non si può distruggere qualcosa e desiderare nel contempo di conservarlo. Non si possono tenere al sicuro i ricordi e nel contempo desiderare di aprire gli occhi una mattina e scoprire che sono stati cancellati... Non è possibile prendersi cura di ciò che si ha e nel contempo innescare la bomba, fare un passo indietro e rimanere a guardarla mentre esplode... Si, questo io e Caroline lo capiamo bene.

Dietro all'apparenza di una bella famiglia moderna, benestante, alla quale non manca nulla, nemmeno un piccolino a riempire di allegria un bell'appartamentino a Leeds, Caroline e Francis stanno attraversando un periodo di crisi, sull'orlo della rottura. Facile è per Caroline cercare evasione dalla routine quotidiana, lasciarsi andare ad una ventata di aria fresca nelle vesti di un giovane collega che sembra veramente interessato a lei come donna. Facile è paragonare un uomo più giovane e pieno di vita ad un marito di parecchi anni più grande di lei che si sta lasciando vegetare sul divano, assuefatto al torpore degli stabilizzanti dell'umore per non affrontare la realtà, pur essendone attratto e incuriosito.  Il suo matrimonio è a rischio, la tensione in casa è insopportabile e Caroline sente che deve far qualcosa per salvarsi prima che la situazione diventi irrecuperabile. 
L'occasione giusta si presenta quando riceve la proposta di uno scambio case. Il suo appartamento a Leeds certo è bello, ma una villa nel quartiere residenziale di Londra! Quando mai le ricapiterà una simile occasione? Accettare la proposta è una buona soluzione. Staccare la spina per un po', dal un marito che pur essendo a conoscenza dei fantasmi che la stanno tormentando, preferisce essere spettatore inerme anziché scuotersi e cercare di trovare una soluzione, dal figlio piccolo che le porta continuamente via energie. Si, tutto questo l'aiuterà a salvarsi e salvare il suo matrimonio. Caroline, insieme alla sua famiglia è pronta a trasferirsi per riprendere in mano la sua vita e scuotere il marito, renderlo più responsabile. 
L'arrivo di Caroline nella casa di Londra mi ha inquietato parecchio. Una bella villa, arredata con cura, pulita e luminosa ma asettica, quasi come se fosse stata appena costruita e Caroline fosse stata la prima ospite. Nessuna traccia riconducibile al proprietario o all'inquilino. Un candore lattiginoso, vergine ma insidioso. Man mano che la donna inizia a prendere confidenza con la casa, piccoli ed apparentemente insignificanti particolari accendono lampadine di allarme nella mente di Caroline, particolari che la faranno vacillare. 

Comincio a guardare più a fondo, a scavare. Passo le mani sotto le credenze e i divani, controllo dietro le tende. Sono in camera, in gioncchio accanto al letto, quando la mia mano s'imbatte in qualcosa di duro e liscio, spinto contro la parete dietro la testiera. Lo tiro fuori e fisso la boccetta di vetro ho in mano. È un dopobarba e, non appena vedo il logo nero, lo riconosco. Avvicino il naso e il profumo scatena un'ondata istantanea di nostalgia che mi arriva al cuore, come un pugno.

Fiori improvvisamente apparsi nel bagno, musica del suo passato, profumi a lei sin troppo conosciuti. Sono solo coincidenze oppure è tutto voluto da qualcuno che sta tirando i fili di un gioco macabro del quale si ritrova ad essere pedina protagonista?
Chi si cela dietro al proprietario di quella villa che sembra rievocare i fantasmi di un passato ingombrante e mai sopito?
Chi è la vicina di casa, all'apparenza una persona gentile ma un po' curiosa, che col passar del tempo si rileva morbosamente invadente? 
Ma soprattutto chi vive in casa sua, nascosto nell'ombra, ma astuto e capace di far sgretolare ogni certezza, come a volerla punire?
A tratti incalzante e serrato per poi lasciar spazio al placido tuffo nei ricordi, lo stile col quale la Fleet ha improntato il suo romanzo, seduce il lettore, lo confonde lasciando intendere una realtà fatta di sicurezze, pronte a sgretolarsi come sabbia all'arrivo delle onde, ad essere rimesse in gioco quando il passato irrompe con prepotenza nel presente.
Arrivare alla fine è l'obiettivo primario, poco importa se bisogna preparare la cena o andare in posta. La sete di scoprire le carte in tavola e concludere il gioco, aspettando che venga calato l'asso nella manica, condurrà il lettore ad un finale del tutto inaspettato. Perché nonostante i nostri piani, le nostre certezze, la realtà è fatta di attimi, di conseguenze scatenate da cause che pensavamo sopite. La verità ha il passo lento, ma arriva sempre, ovunque. 
Consiglio questo thriller non solo agli amanti del genere, ma anche e soprattutto a chi volesse approcciarsi per la prima volta. Intrigo, mistero, passione e azione saranno vostri fedeli compagni di viaggio tra le pagine de L'ospite crudele. 
Fateci un pensierino, potrebbe essere anche un bel regalo per il prossimo Natale.
Buona lettura, 

Tania C.





mercoledì 20 novembre 2019

Recensione de LA VIA DEL BOSCO Una storia di lutto, funghi e rinascita di Long Litt Woon - Ed IPERBOREA-





LA VIA DEL BOSCO
Una storia di lutto, funghi e rinascita

Long Litt Woon
Ed. IPERBOREA 2019
Pag. 288
€ 18,50
Copertina flessibile
Traduzione Alessandro Storti
Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTRICE

Long Litt Woon . foto dal web -


Long Litt Woon, classe 1958, è un'antropologa e micologa norvegese dai natali malesi. Ancora studentessa, si trasferì ad Oslo, dove si stabilì permanentemente. La via del bosco è stato il caso editoriale del 2017 alla Fiera di Francoforte. Visto il successo riscosso, la storia di Long Litt Woon è in corso di traduzione in quindici paesi.

TRAMA

Long, norvegese dalle origini malesi, alla soglia dei cinquanta anni, vede la sua vita subire un brusco cambiamento. Rimane vedova dell'amato marito Eiolf. Il lutto improvviso la paralizza, ma la fa anche, casualmente, inciampare nell'affascinante mondo della micologia e dei funghi. Un meraviglioso viaggio che non solo le permetterà di riscoprire la natura e la sua bellezza, ma anche il bello della vita. La sua vita. Sino a quel momento non aveva mai compreso il piacere provato dagli scandinavi nel camminare nei boschi, ma adesso il sottobosco sembra averla rapita con la sua magia e la gioia che può dare la ricerca.  La via del bosco racchiude due viaggi paralleli, uno interiore, sull'elaborazione del lutto attraverso lo sfogo del dolore nel silenzio della tristezza, l'altro attraverso l'infinito ciclo del mondo dei funghi. Ciclo di morte e rinascita della natura, sempre uguale ma meravigliosamente diversa ad ogni ciclo. Lo studio e l'amore per questo nuovo percorso, portano l'autrice a conoscere e fare amicizia con l'eccentrica comunità dei raccoglitori di funghi. Una grande famiglia allargata di persone unite dall'amore per la micologia, accoglienti, spesso ossessivi verso le regole non dette  e i riti di passaggio. Si ritroverà a viaggiare dalle magiche foreste norvegesi alle anonime aiuole urbane, dalle coste sabbiose della Corsica, sino a Central Park, inseguendo il piacere di scoprire le meraviglie della natura spesso nascoste agli occhi comuni: piccoli funghetti malefici che sembrano essere appena usciti dai calderoni delle streghe; sanguinelli rosei come salmone che stillano un liquido rosso al taglio; deliziose spugnole capaci di far vivere <<un'esperienza sensoriale ultraterrena>>; funghi bioluminescenti che rendono luminosa la foresta durante la notte. Durante il percorso immersa nella natura, Long Litt Woon scoprirà che il suo amore e le sue attenzioni rivolte al mondo naturale la possono trasformare, dandole un motivo per sopravvivere la morte di Eiolf e sentirsi di nuovo viva.


IMPRESSIONI

Sin da bambina, ma proprio piccola, avevo appena imparato a camminare, i miei nonni mi hanno introdotto al meraviglioso mondo dei funghi. Pur non essendo micologi "studiati" e chiamando i vari esemplari, eduli o tossici che fossero, col nome dialettale del territorio d'origine, mi hanno insegnato quel tanto che basta da non uscire mai dal bosco a mani vuote. 


Boletus aestivalis - foto personale -

La natura ci offre regali in continuazione, basta solo saperli riconoscere per farne buon uso. Sono cresciuta meravigliandovi e gioendo ogni volta che, entrata in un bosco, spesso senza nemmeno troppa ricerca, riuscivo a scovare quello che molti "fungiat" definiscono il Re del bosco: il boleto. Sodo, pieno, col suo cappello che spazia dal bianco al caramello,  dal rosso  al marrone scurissimo, a seconda dell'habitat in cui è nato. E nel bosco bisognava far silenzio, quasi si spaventassero i funghi e rientrassero nelle calde viscere del terreno per sfuggire ai gridolini di gioia e sorpresa di chi scovava il loro nascondiglio. 



 Craterellus cornucopioides o trombetta dei morti - foto personale -

Andare nel bosco, per me, è sempre stato sinonimo di pace e relax, poco importa la fatica, basta procedere poco per volta, con calma, attingendo il più possibile alle energie positive degli alberi.
E ci vado ancora a cercar funghi, ogni anno, anche se non è la stagione buona: non si sa mai. Mi sono pure iscritta, su Facebook, a vari gruppi a tema: quelli più eruditi e impegnativi, dove viene insegnato l'abc della micologia ai meno esperti, a quelli fotografici che ritraggono gli splendidi esemplari in natura e a quelli culinari. Il mondo della micologia è infinito e insidioso. Può essere un piacevole passatempo per ricaricare le energie e fare succulenti manicaretti, ma può nascondere pericoli mortali se non lo si conosce bene. Quante volte, ci capita di leggere sulle cronache locali, in stagione da funghi, di intere famiglie intossicati o addirittura decedute a causa dell'affascinante e mortale Strega Malefica dei boschi, l'amanita phalloide, spesso confusa, allo stadio primordiale, con la deliziosa amanita cesarea. È perciò utile, per chi si volesse approcciare, che sia per passione o golosità, al mondo della micologia, sapere tutte le regole fondamentali non solo per la propria sopravvivenza ma anche quella del bosco. 


steccherino dorato - foto personale -

Quando Casa Editrice Iperborea pubblicò, qualche mese fa, per la prima volta in Italia La via del bosco, mi incuriosì subito la copertina colorata. Non essendo ancora a conoscenza della trama del testo, la copertina mi rimandava ad una splendida famigliola di funghi, i "galletti" nel mio dialetto, gallinacci o cantharelli cibarius per la scienza. Il periodo di uscita era quello giusto, in piena e abbondante stagione. Dovevo saperne di più. Ovviamente copertina e titolo a tema mi anticiparono il contenuto,  la trama che avevo poi letto in rete, profonda e così diversa dalle mie solite letture, mi incuriosirono al punto di chiederne una copia da recensire. La mia richiesta è stata subito accolta dalla disponibile Martina che me ne inviò una copia cartacea. 
Mi scuso anche con loro per il ritardo della recensione, problemi familiari mi hanno un po' rallentata, ma mi sto rimettendo in pari.
Come sempre il testo ha soddisfatto pienamente le mie aspettative. La copertina accattivante e rilassante che richiama i colori dell'autunno e i suoi frutti, il formato elegante e chic, una bomboniera!



Amanita Muscaria - foto personale -

Qualcuno mi aveva parlato del corso, e mi ero iscritta senza rifletterci troppo. Era un'idea di cui io  ed Eiolf avevamo parlato, senza però concretizzarla. Così una buia sera d'autunno, senza aspettative mi sono presentata nel seminterrato del Museo di storia naturale.

Long Litt Woon è una cinquantenne di origini malesi, emigrata in Norvegia, dove ancora risiede, per amore. La sua vita da moglie e antropologa scorre felicemente sino a che un giorno il disegno che il destino aveva in serbo per lei fu portato a compimento, sconvolgendole la serenità. 
Il marito Eiolf, dopo averla salutata amorevolmente, esce di casa come ogni mattina. Ma non farà più ritorno. Un malore metterà fine alla vita di Eiolf mentre si trova al lavoro, seppellendo Long Litt Woon in uno strato di macerie di dolore e rifiuto della morte del marito. La donna si ritrova così, in un battito d'ali, vuota, risucchiata in un buco nero fatto di vuoto e dolore.

Nel tempo, piano piano ma fermamente, il calendario è cambiato. Nelle ore libere potevo andare a funghi, ed è stato allora che la mia nuova esistenza ha cominciato poco a poco a fiorire.

Non è facile continuare da soli il percorso di una vita di coppia. Lo sconforto paralizza Long Litt Woon, la voglia di lasciarsi vegetare sembra avere il sopravvento ma, un giorno, la donna viene a sapere che sta per iniziare un corso di micologia. Ne avevano discusso, in passato, con Eiolf, di frequentare questo corso, anche se a lei non interessava molto, avrebbe assecondato il marito. Adesso più che mai era arrivato il momento, quasi come fosse l'ultimo desiderio di Eiolf da esaudire. Long si iscrive al corso, anche per staccare la spina dalla routine grigia in cui era avvolta, ignara che la sua vita ormai vuota e apatica stava per intraprendere uno sconvolgimento totale.
Da antropologa, elaborando il suo lutto cercando di fare chiarezza, di capire ed elaborare le "informazioni" che il suo nuovo stato di vedova le stava inviando.

La <<ricerca sul campo del cuore>> è un compito gravoso.

La micologia e la ricerca dei funghi era un aiuto concreto per le risposte alle domande che la attanagliavano dopo il lutto. Passeggiare in un bosco, cercare e trovare un fungo era come trovare il senso alla domanda "Chi sono io adesso che Eiolf non c'è più?".
Più passava il tempo al corso e nei boschi, più Long si appassionava all'affascinante mondo della micologia. Era piacevole socializzare con gli altri membri più esperti di lei. Erano fonte di insegnamento, di innovazione, di scoperta e di segreti svelati... le fungaie! Già, quei luoghi, nel bosco, dove si concentra un'elevata nascita di funghi eduli e rari. Ognuno custodiva le proprie gelosamente, tramandandole di padre in figlio come un'eredità preziosa. Ma in tanti erano disposti a condividere questi "segreti" con lei, aiutandola a capire le sottili differenze insidiose tra edule, tossico e mortale, ignari di quanto fosse prezioso per la sua rinascita, quell'aiuto. 
La micologia entra nel sangue e nell'anima di Long Litt Woon, dolcemente, pervadendola di nuova linfa vitale e di nuovo amore verso la natura così generosa ed energetica. L'amore della donna lo ritroviamo non solo nei suoi racconti, ma anche in dettagliate schede tecniche con  disegni fatti a mano dei suoi amati funghi. Accurati, scrupolosi ed esaurienti disegni corredati da importanti informazioni che ritraggono l'ambito trofeo di ogni fungaiolo, dalla nascita alla maturazione completa. Sembra quasi di percepirne il profumo e il colore e il sapore.Ogni scheda è spesso arricchita anche da qualche divertente aneddoto riguardante il fungo e il fungaiolo.  


Amanita Phalloide, la regina del male assoluto 
MORTALE 
- foto dal web -

Esilarante il racconto della coppia adultera che, per fuggire alla routine degli incontri clandestini mordi e fuggi, si concede un rilassante e romantico week end nei boschi alla ricerca di funghi per farne un delizioso pasto, facendo credere ai rispettivi familiari di essere lui ad un seminario di lavoro, lei in gita con le amiche. Ma qualcosa va storto... funghi ad alta tossicità vengono malauguratamente scambiati per funghi eduli e consumati dalla coppia che finisce in ospedale a rischio della vita. Se non ci fosse di mezzo la vita sarebbe una situazione comica ritrovarsi in quell'ospedale coi rispettivi parenti e le conseguenze tragicomiche... 

Il veleno è un aspetto dei funghi che affascina molta gente. È opinione diffusa che un solo boccone possa portare alla morte quasi istantanea. Conati di vomito sopra il piatto una schiuma dalla bocca o altre scene drammatiche. È questo più o meno quello che credevo anch'io, ma con il tempo ho imparato che i gradi di tossicità possono essere svariati.

Man mano che Long Litt Woon prende confidenza con la natura, ritrova anche una nuova consapevolezza. La natura, a differenza di certi momenti della nostra vita, ci riserva mille sfumature che possono esserci d'aiuto nell'accettare noi stessi. 
Il messaggio che mi è arrivato leggendo queste pagine d'amore dell'autrice, verso il marito e la natura, ma soprattutto verso se stessa, è che per quanto buia e difficile possa essere la nostra vita in un determinato momento, dobbiamo prendere spunto dal bosco. Nel bosco nulla si distrugge e nulla si crea, è una continua evoluzione. Un continuo rinascere dalla fine di un ciclo. E così è stato anche per l'autrice, come il bosco rifiorisce tornando a splendere con nuovi, profumati doni dopo un periodo di morte apparente invernale,  anche lei è tornata alla vita, sotto una forma nuova e con nuove passioni, rinnovando ogni giorno anche l'amore per il marito. 


Omphalotus Olearius- Clitocybe olearia - TOSSICO - 
Foto personale

Di questo testo ho molto apprezzato anche le ricette , ovviamente a base di funghi, semplici e gustose dall'antipasto al gelato, che l'autrice incastona tra le pagine proprio come un funghetto nascosto tra muschi e frasche. Ovviamente, per chi volesse cimentarsi con pentole e fornelli, il consiglio che impregna le pagine e che vi rinnovo, se non siete esperti in materia, è quello di acquistare le varie qualità di funghi, senza improvvisare.

Regola n. 1: Se non sei completamente sicuro della commestibilità di un fungo, non mangiarlo.

La vita è una e coi funghi non si scherza. È questo un dei punti fermi dell'autrice, a conclusione della sua esperienza. Un sorta di vademecum del "buonsenso micologico", regole base per diventare un buon cercatore di funghi.
Ringrazio ancora Iperborea per avermi concesso la possibilità di conoscere l'esperienza di Long Litt Woon.
Ho sempre amato andare nei boschi alla ricerca di funghi, da ora in poi lo farò con un rispetto ancora maggiore.
Consigliare questo libro a chi ama i funghi potrebbe sembrare scontato, ma non lo è. Le emozioni e il messaggio che ci regala va ben oltre al piacere di saper riconoscere una amanita muscaria da una cesarea, è un inno alla vita e al rispetto di noi stessi e della natura.
Per chi i funghi li ama solo degustare, può essere un ottimo spunto per appassionarsi anche alla conoscenza e alla raccolta, mentre per chi è completamente digiuno è una piacevole lettura istruttiva .
Lo stile della Litt Woon è accurato e delicato. Come una mamma che si prende cura del suo piccolo, l'autrice coccola i suoi racconti cullandoli con una dolce melodia, a volte lenta e malinconica come i boschi d'autunno, spesso allegra e frizzante, come l'esplosione della natura ai primi caldi.
La stagione dei funghi sta concludendosi con alle spalle un ottimo e abbondante raccolto, approfittatene per raccogliere voi stessi questo piccolo gioiello Iperborea.

Buona lettura, 
Tania C.

Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...