INTERVISTA A MARINO MAGLIANI
Pontremoli, 67esima edizione Premio Bancarella. Marino Magliani, secondo, alla vostra destra
foto personale
Cari lettori amici della Valigia,
come saprete lo scorso luglio, a Pontremoli si è svolta la 67esima edizione del Premio Bancarella. Tra i finalisti, classificatosi al terzo posto, l'autore per il quale ho tifato sino all'ultima scheda dello spoglio lo scrittore poliedrico Marino Magliani col suo romanzo Prima che te lo dicano altri che ho recensito la scorsa estate. Vi lascio qui sotto il link della recensione
https://valigiadeltempo.blogspot.com/2019/07/recensione-de-prima-che-te-lo-dicano.html
https://valigiadeltempo.blogspot.com/2019/07/recensione-de-prima-che-te-lo-dicano.html
Marino Magliano è un autore italiano, ligure. Nato nel 1960 a Dolcedo, provincia di Imperia, vive sulla costa Olandese.
Nel 2018, per Chiarelettere pubblica
Prima che te lo dicano altri
classificandosi tra i finalisti dell'edizione 2019 del
Premio Bancarella di Pontremoli.
Ho avuto l'onore e il piacere di conoscere Magliani, un uomo semplice, molto disponile anche se a primo acchito molto riservato, quasi timido. Dopo aver scambiato qualche parola e avergli fatto gli auguri per la serata, gli ho chiesto una breve intervista che vi riporto con piacere, ringraziando Magliani per la sua disponibilità e Valeria Frigau e Tommaso Gobbi di Chiarelettere che mi hanno dato la possibilità di contattarlo.
INTERVISTA
Buongiorno Marino, benvenuto ne La Valigia del Tempo, la ringrazio per il tempo che mi ha gentilmente concesso e le rinnovo i complimenti per il terzo posto conquistato.
1- Prima che te lo dicano altri, romanzo finalista al Premio Bancarella 2019, una storia cruda, passionale, una dichiarazione d'amore alla Liguria, sua terra d'origine. Si aspettava di arrivare tra i primi tre, superando altre storie forti ed emozionanti?
Era un romanzo in cui credevo molto, Tania, e uno non si aspetta nulla, ma se ci crede spera. Gli ingredienti c'erano, una buona storia, un'ottima Casa, una serie, Altrove, curata da Michele Vaccari che stava facendo parlare molto di sé.
2- I liguri sono un popolo chiuso, forgiato dal mare e dal sole, forte come le rocce dei suoi terrazzamenti. Leo Vialetti, ligure, protagonista del suo romanzo un uomo solitario, dai modi un po' burberi ma capace di innamorarsi e mettere da parte i sentimenti per un amore diverso quello verso le proprie origini. Quanto di Leo c'è in lei o quanto di Marino Magliani ritroviamo in Leo?
Forse si può parlare di ossessioni in comune, ma le nostre biografie così diverse (lui senza un padre, bracconiere, che non ha mai lasciato la sua valle se non per quel viaggio in Argentina; io che ho trascorso più tempo fuori che in Liguria) ci distanziano troppo. No, non ci vedo nulla in comune con Leo, se mi provo a guardare, o forse lo sguardo su quella terra, ma questo sarebbe contraddirmi se è vero che siamo ciò che vediamo.
3- Raul Porti, l'uomo che si prende cura del piccolo Leo, per poi sparire nella pampa argentina, si può considerare come "la terra promessa", il sogno "americano" di chi, in quell'epoca tentava la fortuna oltreoceano?
La figura di Raul è complessa, sembra un eroe e poi in qualche modo diventa l'anti-eroe, l'Argentina rappresentava il sogno certo, ma l'epoca era sbagliata, si andava in Argentina molto prima degli anni Sessanta, lui ci torna (c'era nato) nel 1974, quando la storia, o la Storia, ha preso a precipitare, rotola in un inferno, sta per iniziare una dittatura, e forse lui di queste cose se ne servirà.
4- La sua vita è sempre stata in continuo movimento, cosa l'ha spinta a non mettere mai radici in un luogo preciso sino ad oggi, e perché proprio sulle coste olandesi, terre così diverse dalla Liguria?
Non so fino a che punto (tolta la verticalità che qui manca) l'Olanda sia così diversa dalla Liguria: si tratta di terre rubate, qui al mare, in Liguria alla montagna, realizzando la scalinata di fasce. Sì, devo dire che mi sono sempre spostato, ma non c'è mai stata una vera e proprio ragione, le cose si fanno e poi si passa il tempo a provare a capire perché in quel luogo piuttosto che altrove. Almeno vale per me.
5- Dove nascono suoi romanzi? Ha un luogo preferito nel quale rifugiarsi per dare vita alle sue storie?
Scrivo nel mio studio, riesco a farlo solo qui (ecco forse perché son qui) e i miei romanzi nascono da un'idea, poi passa il tempo, a volte l'idea si nutre, a volte diventa un racconto, a volte il racconto esplode in altri frammenti, oppure diventa una narrazione molto più ampia, una stella che esplode e diventa una costellazione, ma noi non lo sappiamo più che era solo una stella.
6- A quando la sua prossima storia?
Sto scrivendo un romanzo sulla diserzione, vent'anni fa era un racconto, un oggettino siderale, ora di quell'oggettino non ha più nulla, ma contiene, spero, una luce originale. Mi piacerebbe contenesse o lasciasse trasparire l'entusiasmo di quando vent'anni fa ne scrivevo. Ma questo è chiedere troppo, non le pare?
Non creso sia chiedere troppo, forza delle sue parole e la luce che brilla nei suoi occhi esprimono l'amore e la passione per la scrittura e continueranno a brillare nelle suoi romanzi. Attendiamo quindi il nuovo romanzo con la certezza che sarà una nuova avventurosa emozione, tutta da vivere e su cui riflettere.
Grazie Marino, spero di ritrovarla presto su La Valigia del Tempo.
Tania C.
Ecco Tania,
se vuole mi faccia sapere quando esce e la condivido.
Grazie,
Marino
Grazie Marino, spero di ritrovarla presto su La Valigia del Tempo.
Tania C.
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