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martedì 26 febbraio 2019

Recensione di MARIA ACCANTO di Matteo B. Bianchi






MARIA ACANTO

Matteo B. Bianchi
Ed. Fandango
Pag. 260
Copertina flessibile
Ebook disponibile
€18,00



CONOSCIAMO L'AUTORE


Foto dal web


Matteo B. Bianch, classe 1966, ha al suo attivo i romanzi Generations of love ('99), Fermati tanto così (2002) ed Esperimenti di felicità provvisoria (2006) per Baldini & Castoldi e Apocalisse a domicilio (2010) per Marsilio. 
Nel 2016 Fandango ha pubblicato l'edizione ampliata del suo primo romanzo Generations of love - Extension. 
Nel 2008, sempre per Fandango, insieme a Giorgio Vasta, cura il Dizionario Affettivo della Lingua Italiana. 
Per Radio 2 ha scritto il programma Dispenser ed è fra gli autori di vari programmi televisivi come Quelli che il calcio, X Factor, E poi c'è Cattelan, Victor Vicotoria. Per chi volesse conoscerlo meglio lo può fare ai seguenti indirizzi:
e sul suo sito http://www.matteobb.com/ 


TRAMA


Solitamente lo scenario delle commedie romantiche è la love story, in questo caso pensate contro corrente, perchè la love story non c'è o meglio, non come dovrebbe esserci.
Prendete come protagonista la Beata Vergine e vestitela jeans H&M e sneakers e lasciate che lo stupore vi trasporti. Elisabetta, Betty, è una ragazza di venticinque anni, milanese, semplice, senza grandi aspettative né ambizioni. Vive assieme alla madre a Lambrate, dove lavora a tempo indeterminato come segretaria presso un dentista. In questo caso, si ritiene veramente fortunata, vista la situazione di precariato dei suoi amici: Vero e Luchino. Passa le sue giornate nella rassicurante routine del lavoro, dividendo il tempo libero tra il fidanzato e le serate in compagnia. Una sera, dopo alcuni segnali ai quali non ha dato peso, le appare Maria, proprio la Madonna, nella sua camera. Una visita che la Santa Vergine le ha concesso in esclusiva a carattere privato, una visita di cortesia. Non ha nessuna profezia catastrofica imminente o segreti da rivelarle. Maria ha solo bisogno di un'amica. Una persona  umile, quasi banale, con la quale poter condividere tutto ciò che fanno di solito le amiche nel quotidiano. La Beata Vergine desidera vivere come una ragazza qualunque, quella che non ha mai potuto essere. 
Maria accanto è un romanzo speciale, che parla di un'amicizia speciale.
Lo stile ironico e brillante di Matteo B. Bianchi, ci da uno spunto per riflettere su quali siano le cose veramente importanti, su come i piccoli particolari servano da a rinsaldare e rendere più forti le amicizie e i rapporti umani. In fondo le amicizie, soprattutto quelle divine, alla base, sono fatte di pochi ingredienti: sostegno, condivisione e partecipazione. Con o senza miracolo.


IMPRESSIONI

Durante un periodo di blocco del lettore, in piena sindrome da abbandono dall'ultimo romanzo letto, una mia carissima amica scrittrice, mi consigliò Maria accanto. 
Un po' per la comicità, un po' perchè è una storia fuori dagli schemi e, soprattutto perchè sapeva che avevo bisogno di divertirmi. 
Il romanzo è un concentrato di ironia, comicità, simpatia e divertimento. Betty è una simpatica ragazza comune, senza troppe pretese e grata per ciò che ha: una famiglia, un fidanzato, due amici fidati e soprattutto un lavoro a tempo indeterminato. 
Non è certo una ragazza di fede che passa il tempo pregando, quindi immaginate come possa rimanere sconcertata dalle continue apparizioni della Santa Vergine che vanno al di la di ogni suo percorso religioso sino ad allora intrapreso.

<< "Ma io sono una ragazza qualsiasi!"
Maria scuote le spalle. "Oh, siamo tutte ragazze qualsiasi. Sono le esperienze a renderci speciali."
"Intendo dire , cioè, non è che sia proprio una santa... E neanche tanto religiosa, L'ultima volta che sono andata a messa è stato due Natali fa ..."
"Non sono qui per valutare la tua religiosità"
"Ma allora ..."
"A me basta che tu abbia voglia di passare un po' di tempo con me ogni tanto. Che mi permetti di tornare a trovarti ..../... Vuoi essere mia amica?">>

Dopo il primo stupore e superato qualche dubbio sulla salute mentale di Betty, accentuato dai periodi di pausa delle apparizioni, tra la ragazza e Maria prende vita un legame di amicizia singolare.  
Betty e la sua nuova Santa amica, cominciano a fare tutto quello che fanno le vere amiche. Decidendo di darsi del tu, discutono sui problemi quotidiani, sulla vita, di moda e macke-up, andando insieme per locali e negozi alla ricerca di abiti più consoni per la vita ''terrestre'' di Maria. Ovviamente solo Betty è in grado di vedere la Santa Vergine, all'inizio avvolta nel suo mantello azzurro, poi, dopo ore di ''shopping'' da Zara e H&M, in jeans e scarpe da ginnastica. Una situazione alquanto bizzarra, per Betty, la quale cerca di non sembrare una pazza mentre sta parlando e gesticolando all'aria che la circonda. Il problema verrà risolto con l'uso degli auricolari, insegnando pure alla Vergine a mandarle dei messaggi sul cellulare per annunciare il suo arrivo senza spaventarla ogni volta, presa alla sprovvista dalle apparizioni improvvise.

<<"Perchè invece non mi mandi un messaggio?"
" Di che tipo?" 
"Un sms" Estrae il cellulare dalla tasca e glielo mostra, come per rendere più chiaro il concetto. "Sul telefonino". Maria sbatte le ciglia, osservando perplessa l'apparecchio.
"E tu pensi che possa funzionare?"
"Si, assolutamente. E' la cosa migliore."

Capita, a volte, come tra vecchie amiche, anche di litigare. E se succede, Maria per un po' di tempo latita nelle sue apparizioni. Capita, purtroppo, che un'amica di Betty ha un grave incidente: la diagnosi non è buona. Betty sa che la Santa Vergine è in grado di aiutarla a guarire, ma alla sua richiesta la Beata rifiuta, ribadendole che, essendo in visita privata, non è in grado di fare il miracolo che le chiede. Betty, presa dallo sconforto la caccia in malo modo, restando sola.

<<Ricordi quando ti avevo detto  "ci saranno momenti nei quali rimpiangerai di essere mia amica?" Ti ricordi? Tu avevi risposto "Impossibile".
Ecco, come vedi non è affatto impossibile.
La mia è la vista di un'osservatrice, che guarda, ascolta, impara ma non può e soprattutto non deve, intervenire".

Ad aiutare Betty  nei momenti bui, senza la sua Santa amica, sarà anche Luchino, il suo saggio migliore amico e l'unico ad essere a conoscenza dell'amicizia che lega la ragazza alla Beata Vergine. Luchino è anche l'unico ad aver parlato con Maria tramite Betty, e si sente onorato questa opportunità, anche se deve restare un segreto. E sarà Luchino ad aiutarla il giorno in cui Maria dice a Betty che sta per andarsene e, questa volta, è un addio ... Il tempo passa, Betty cresce spiritualmente, diventa una donna più forte e più saggia, consapevole che, anche se non più ''fisicamente'', la sua amicizia speciale durerà per sempre, la ritroverà nel suo cuore ogni volta che ne avrà bisogno.

Se Betty poteva passare per pazza parlando e gesticolando al nulla, io, sicuramente le avrò fatto buona compagnia ridendo sino alle lacrime durante la lettura delle vicende dell'improbabile coppia Betty-Maria Vergine, con l'aggiunta di un estasiato Luchino, sotto l'ombrellone di un rovente ferragosto in spiaggia (ma i miei vicini ci sono abituati).
Se vogliamo trovare una pecca al romanzo, è quella del mancato approfondimento dei personaggi che ruotano intorno a Betty. L'autore ha fatto comparire la madre e il fidanzato della ragazza per poi relegarli nello sfondo della trama, senza la possibilità di dar loro voce al riguardo della particolare amicizia di Betty. Peccato, avrebbe potuto essere interessante lo sviluppo. Nonostante tutto, il romanzo scorre, si legge da solo e le vicende tragicomiche coinvolgono  il lettore a passare qualche ora in completo svago e col sorriso. Anzi, spesso proprio una bella risata di pancia ...

Ed eccoci all'abbinamento culinario. Vista la Santa importanza della co - protagonista a qualcuno potrebbe venire in mente ''il pane e il vino'' ed il miracolo è compiuto ... Troppo scontato e troppo lontano da una Vergine moderna, che usa il cellulare e i social per comunicare, che veste jeans e scarpe da ginnastica e frequenta i locali in di una Milano giovane e divertente. 
Ci ho pensato su parecchio e, come un'apparizione, ecco un classico dei dessert post pizza: panna cotta con un topping alla fragola.  
Il candore e la dolcezza della panna cotta ben si abbina alla Beata Vergine e la semplicità della fragola, dolci ma con quel retrogusto leggermente acidulo a ricordare  Betty e il suo carattere semplice e frizzante.

Buona lettura Tania C.













sabato 23 febbraio 2019

Recensione di VIVIAN di Christina Hesselholdt


VIVIAN

Ed. Chiarelettere 
Ottobre 2018
Pag. 185
Copertina flessibile
ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTRICE

foto dal web

Christina Hesselholdt, nata a Copenaghen nel 1962, è una scrittrice di grande fama, molto acclamata tra le autrici della letteratura nordica. Vincitrice di importanti premi, tra i quali Beatrice, Jytte Borberg e del Premio della Critica danese, entra a far parte dell'Antologia internazionale Best European Fiction 2013 di Dalkey Archive Press. Con Vivian  vince il Romanprisen 2017, come miglior romanzo danese dell'anno. Con Vivian, la Hesselholdt si classifica tra i finalisti al Premio del Consiglio nordico.



TRAMA

Vivian Maier è un'anonima bambinaia presso varie famiglie borghesi americane. Durante un'asta di Chicago, avvenuta dopo la sua morte, il ritrovamento casuale di alcune sue fotografie, elegge Vivian  una delle fotografe più amate di tutti i tempi. I suoi innumerevoli scatti, spesso ritratti ''rubati'' alla quotidianità, descrivono la realtà dell'America nella seconda metà del '900.
Christina Hesselholdt, in un'alternarsi di voci e  prospettive, disegna una enigmatica biografia, quasi come un racconto, della donna e dell'artista.
A dar voce al racconto sono i genitori di "Viv",  i membri di una delle famiglie per le quali ha lavorato e Vivian stessa, moderati da un Narratore che plasma i personaggi.
Con la freschezza che ricorda lo spirito degli scatti di Vivian, l'autrice mette in luce un ritratto intimo e sfaccettato della fotografa, invogliandoci a conoscere il suo difficile passato a New York durante l'infanzia, la vita benestante nei lussuosi quartieri di Chicago durante i movimenti socio politici del centro città, risalendo il percorso, attraverso i suoi primi scatti sulle Alpi francesi ,  della sua appassionante carriera di fotografa. Con originale vivacità, la Hesselhdolt , ci racconta il mondo di Vivian attraverso il suo sguardo, lasciandole la scena che, in vita, si è sempre negata nascondendosi.



IMPRESSIONI


Non finirò mai di ringraziare Giulia  di Chiarelettere che, a sorpresa mi ha omaggiato, in edizione cartacea, di  questo romanzo. 
Non conoscevo Christina Hesselhdolt, ma conoscevo Vivian Maier avendo assistito ad una sua mostra l'estate scorsa, proprio nella Torre del Castello dei Vescovi di Luni a Castelnuovo Magra, solo cinque minuti da casa mia! 
Sono rimasta piacevolmente sorpresa nell'apprendere che una delle sue opere  descrivesse la biografia romanzata di una delle più singolari ed originali fotografe rimaste nell'ombra per anni. 
Vivian Maier è considerata, ad oggi, una delle maggiori esponenti di un gruppo di fotografi appartenenti al genere Street Photography, i fotografi di strada. 

" (VIV) Ad alcuni piace essere fotografati, ad altri no. Molti non se ne accorgono neppure. In ogni caso li fotografo, che gli piaccia o meno" ... 

Vivian Maier è una eccentrica tata, alta un metro e ottanta, dinoccolata e secca, con la Rolleiflex sempre al collo, sempre pronta allo scatto, ma molto riservata e schiva, tanto da usare differenti nomi per farsi chiamare. Nomi che ritroveremo come voci narranti tra le pagine del romanzo, quasi come fossero persone a se.
Nata a New York nel 1926 in una famiglia problematica, il padre alcolizzato e il fratello con disturbi mentali. 
Visse alcuni anni in Francia, per poi tornare a New York, dove imparò l'arte fotografica da autodidatta,  con l'aiuto delle nuove apparecchiature fotografiche , molto più comode e semplici da trasportare a tracolla.
Nonostante il suo carattere schivo e burbero è molto mata dai bambini che accudisce, se pur usando spesso metodi poco ortodossi, per crescerli forti e indipendenti.  Viv non riesce invece a creare legami con gli uomini che la circondano, a causa di dolori e dispiaceri personali provocati dalle persone che le stanno intorno e, molto probabilmente, anche a causa di violenze subite durante l'infanzia.  
Col tempo e grazie alla fotografia, Vivian è diventata una donna indipendente ed emancipata: non più una donna ''Kodak'', apparecchiatura  simbolo, seducente e di facile utilizzo  che "persino le donne potevano riuscirci", bensì una donna Rolleiflex, più complicata, non alla portata di tutti e che sa bene ciò che vuole.
Quello che vuole Vivian lo esprime nel suo elemento naturale, la strada, ritraendo per lo più le persone che incontrava, dagli emarginati alle ricche dame, mettendo sul banco degli imputati l'enorme abisso tra i ceti sociali. Lo faceva senza chiedere il permesso, irrompendo nell'intimità delle persone, pur rimanendo in ombra, senza farsi notare, in modo da poter proseguire coi suoi scatti.

"(VIV) Lascio che la mia ombra cada sulle persone e la fotografo coi gomiti sollevati. Divento parte del loro mondo senza che lo sappiano. Mi sono immersa nelle loro vite"

Vivian ritrae la società americana con la sua Rolleiflex custodita in grembo , mirando verso l'alto, in modo da portare in primo piano la vera essenza della persona che stava immortalando.

" (VIV) Il panettiere ha domandato <<Perchè scatta così tante foto?>> <<Le ha contate?>> ho ribattuto io. Non ha saputo cos'altro dire."

Di Vivian Maier non si sa molto altro, i suoi scatti, più di 1500, sono stati rinvenuti come negativi durante un'asta a Chicago. A Vivian non piaceva sviluppare le sue foto anche se a chiunque le chiedesse di poterle vedere non diceva mai no, ma trovava modo e maniera per non farle vedere o trovare, adducendo spesso alla scusa dello smarrimento tra i mille scatti e ritagli collezionati compulsivamente.
I suoi primi approcci col mondo della fotografia ebbero come scenario  le Alpi francesi, dove un fotografo, fece delle cartoline con gli scatti migliori della donna. 

Questa biografia romanzata, narrata a più voci, è un piccolo diamante grezzo con cui l'autrice ha voluto omaggiare Vivian, una donna dall'aspetto ''grezzo'' ma che, smussata della scorza più dura, rivela un arcobaleno di luci e ''colori'' racchiusi anche nell'animo di ogni suo scatto. 
Lo stile delicato, quasi etereo, usato dalla Hesselholdt è un alternarsi di memorie che prendono voce dalle varie persone che hanno incrociato la vita di Vivian. Per buona parte del romanzo, sarà Viv stessa ad intrattenere uno scambio di dialoghi col narratore. 
C'è, forse, il rischio di andare un po' in confusione cercando di seguire i numerosi personaggi e i salti temporali, ma  la voglia di conoscere, di sapere di più sulla misteriosa e brusca tata fotografa, tiene legati alle pagine sino al finale. 
Che non è un finale, perchè la schiva, bisbetica e misteriosa Vivian vive e continua a raccontarsi nei suoi scatti. Lei, che è sempre voluta restare in ombra ...

"La terra si è sollevata, incombendo su di me, io ho cercato un appiglio , ma ho mancato la presa. Poi, dopo che hanno chiamato l'ambulanza, ho tentato di aggrapparmi alla panchina, tuttavia le mie mani non riuscivano ad afferrarla, e ho pensato al lembo del vestito di mia madre, a come lo tenevo stretto, e a come alla fine lei riuscisse sempre a divincolarsi."

Vivian Maier - Foto dal web

La Maier morirà a Chicago, divenuta ormai sua residenza definitiva, il 21 aprile 2009 a causa dell'aggravarsi di danni conseguenti ad una caduta sul ghiaccio alla fine del 2008.


Per chi volesse saperne di più sulla mostra di Vivian  Maier tenutasi la scorsa estate a Castelnuovo Magra (La Spezia), lascio il link della pagina dove potrete ammirare alcuni dei suoi primi approcci sulle Alpi Francesi e alcuni scatti inediti



Sempre per chi volesse approfondire, lascio il link di un video youtube molto suggestivo con gli scatti di Vivian



Voler abbinare questa biografia corale romanzata ad una pietanza non è facile. Vivian è un personaggio dal carattere brusco, schivo e spesso scostante, ma al contempo fragile e sensibile quando si tratta della sua vita privata. Tanto da conservare compulsivamente tutte le sue cose nella sua camera chiusa a chiave ed impedirne l'accesso a chiunque. Era una donna compulsiva, accumulava ritagli di foto di giornale e i suoi stessi scatti. 

"Narratore <<Le cose ritornano; una conduce all'altra come i pensieri: ecco perchè non riesce a buttare un oggetto oppure un altro. Interromperebbe la catena.>>"

Un personaggio difficile, dai retrogusti sfaccettati soavemente agrodolci al primo approccio e con un cuore corposo e amaro. A questo punto la potrei abbinare ad un vino, il Negroamaro, dal retrogusto amarognolo dal sapore asciutto e secco, vellutato, dolce e nel contempo  armoniosamente fruttato.

Buona lettura Tania C.












martedì 19 febbraio 2019

Recensione di BIANCO LETALE di Robert Galbraith








BIANCO LETALE

Ed. Salani 
Pubblicazione 2019
Pag. 784
Euro 24,00 
Copertina rigida, rilegato
Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTORE

foto dal web

Credo che, ad oggi, la vera identità di Robert Galbraith sia ben nota a tutti, o per lo meno a tutti i Potterhead. Robert Galbraith altri non è che lo pseudonimo con cui Zia J.Ro, ovvero J.K. Rowling firma i suoi thriller. Il genere crime è sempre stato la sua passione di lettrice, tanto da spingerla a scrivere dei gialli classici ma consolidati nell'ambientazione. La scelta dello pseudonimo nasce dopo la notorietà raggiunta dalla saga Harry Potter. La Rowling desiderava che i suoi romanzi sotto pseudonimo venissero giudicati,apprezzati e inseriti nel mondo del thriller per lo stile e la capacità dell'autore, Robert Galbraith, e non per la sua fama di ''mamma'' del famoso maghetto. 
Inutile dire che il pubblico restò affascinato dalla nuova saga di Cormoran Strike, portando quindi Galbraith al successo e in vetta alle classifiche nazionali ed internazionali. 
I primi tre romanzi della saga Strike sono stati adattati ad una miniserie televisiva della Brontë Film and Television.
Nonostante la vera identità di Galbraith sia ormai nota a tutti, la Rowling continua a scrivere usando lo pseudonimo per tenere distinte le sue opere in giallo dalle altre, di modo che il pubblico sia cosciente di cosa aspettarsi dalla saga di Cormoran Strike.

I titoli della saga completa:

Il richiamo del cuculo 
Il baco da seta
Le vie del male
Bianco letale

TRAMA

"Ho visto uccidere un bambino"

Scosso da una forte agitazione, il giovane Billy, irrompe nell'agenzia investigativa di Strike per denunciare un brutto crimine al quale crede di aver assistito da bambino. Nonostante gli evidenti problemi psichiatrici di Billy, Cormoran Strike rimane turbato dal racconto scarno, privo di particolari che il ragazzo fatica a ricordare, anche se nel suo animo sa che Billy non mente. Ma subito prima di riuscire ad approfondire il racconto con un accurato interrogatorio Billy, in preda alla paura, fugge. 
Per Strike è tempo di agire. Insieme alla sua ex assistente, ora socia, la bionda Robin Ellacot, comincia a seguire una tortuosa pista che si snoda dai sobborghi di una fumosa Londra, nelle stanze segrete del Parlamento, tra i preparativi delle prossime olimpiadi, sino ad una  incantevole ma inquietante tenuta di campagna.
Se le trame dell'indagine si fanno intricate e tediose, la vita  di Strike è tutt'altro che una strada in discesa. Dopo aver raggiunto la fama e notorietà con un'indagine andata a buon fine, il suo lavoro da investigatore comincia a risentirne in quanto, proprio la fama, è d'intralcio all'azione nell'ombra come una volta, prima della notorietà. A risentirne è anche il suo rapporto con Robin. 
Senza ombra di dubbio la donna, grazie alle sue qualità di investigatrice, è indispensabile per l'agenzia, ma la loro relazione personale sta vivendo sull'orlo di un precipizio di sottointesi  e pensieri mai detti... 
La coppia Cormoran Strike e Robin Ellacot, ancora una volta insieme per un'altra delicata indagine nel nuovo epico thriller mozzafiato  di Robert Galbraith. 


IMPRESSIONI

Ringrazio infinitamente #adrianosalanieditore e @matteocolumbo dell'Ufficio Stampa Salani per la copia omaggio di Bianco Letale, arrivatami, quasi a sorpresa il giorno di San Valentino.
Per una Potterhead come me, è stato un regalo speciale, avendo gia letto anche gli altri volumi della saga Strike e stimando la cara Zia J.Ro.
Il prezioso volume, con la sua suggestiva sovracopertina che mi ricorda il colore dell'involucro delle mie caramelle preferite, i toffee liquirizia e menta, aspettava solo di essere aperto e letto. Così, inforcati gli occhiali e appollaiata sulla mia poltrona, cominciai questa nuova avventura. 
Quasi 800 pagine, ma chi ama e segue zia Ro sa quanto siano scorrevoli e avvincenti anche se la trama intricata richiede attenzione. E' facile perdersi e confondersi nell'intricato labirinto di intrecci tra personaggi e luoghi suggestivi.

<<E' tale il desiderio universale di fama che coloro che la conquistano per caso o controvoglia non riceveranno alcuna pietà>>

Dopo aver brillantemente risolto il caso ''Squartatore'', seppur usciti un po'malconci, Strike e Robin, sono pronti a proseguire le loro vite. Robin convola a nozze con l'ambiguo e subdolo fidanzato Matthew.
Durante il matrimonio di Robin, Strike la raggiunge per chiederle di tornare a lavorare di nuovo con lui all'Agenzia, dopo il brusco licenziamento, volto a proteggere la donna dai pericoli in cui si caccia a causa della sua impulsività. La donna accetta l'offerta  e accetta pure di sposare Matthew, nonostante i suoi sentimenti, da sempre repressi, per Strike. 
La sfarzosa festa di matrimonio non serve però a mitigare il turbinio di pensieri di Robin, eccitata per aver riavuto il lavoro e pronta a mettere fine al matrimonio subito dopo il viaggio di nozze, per poter finalmente essere libera di esternare ciò che prova all'affascinante Cormoran e dedicarsi completamente alla carriera. Ma ancora una volta è la vita a  decidere per loro, non è quello il momento, non lo è mai, nonostante il matrimonio galleggi tra una crisi e l'altra.
Mentre Robin è felice per aver ripreso il suo lavoro, il matrimonio, basato comunque su fatti taciuti e sentimenti soffocati, comincia a risentirne anche  a causa degli orari improbabili dettati dai casi da seguire, adesso anche sotto copertura. Ad aggiungere carico all'equilibrio precario di Robin, ecco la nuova relazione di Strike che sembra allontanare emotivamente i due investigatori. La situazione diventa più complicata quando Strike, seguendo il suo istinto, decide aprire le indagini sul caso di Billy, un ragazzo piuttosto malconcio che un giorno si presenta nella sua agenzia sostenendo di essere stato testimone di un omicidio durante l'infanzia.

<<Come ti chiami?>> domandò Strike sedendosi dall'altra parte della scrivania.
<<Billy>> rispose l'uomo portando la mano dal naso al petto per tre volte di fila. Alla terza si afferrò la mano con l'altra e la tenne stretta.
<<E hai visto un bambino che veniva strangolato, Billy?>> disse Strike senza scomporsi. <<Dimmi di questo bambino>>...
<<Lui l'ha strangolato, sopra al cavallo>> ...

Gli indizi sono pochi e confusi, Billy ha paura ed è fuggito, ma Strike non demorde, sa che in quel racconto si nasconde una terribile verità. E, con l'aiuto di Robin, la porterà  in luce.
Attraverso i vicoli uggiosi di Londra, frugando tra i più torbidi segreti nascosti tra le mura del Parlamento, seguendo  piste che non porteranno a nulla, coinvolti in nuovi intricati casi delle imminenti olimpiadi che stanno accendendo gli animi della città  e sembrano non essere collegati tra loro, Robin e Cormoran, pagina dopo pagina, conquisteranno il lettore, anche chi si approccia per la prima volta alle vicende della scombinata coppia di investigatori. Unica pecca per chi, come me, sperava finalmente in un risvolto  rosa del legame tra Robin e Cormoran. Anche questa volta dovremo attendere un nuovo capitolo, e la cosa comunque non è disdicevole, anzi aumenta la curiosità e il piacere dell'attesa .
Lo stile inconfondibile dell'autrice, magico e incantatore, soddisfa la mente e  l'occhio del lettore, plasmando sapientemente i profili psicofisici dei suoi personaggi e dei luoghi in cui prendono vita, tanto da percepirne la fisicità, gli odori, i rumori o il clima come se fossero reali.
Chi conosce Rowling/Galbraith sa quanto possano essere dense, intricate ed a volte quasi apparentemente prive di una logica le sue storie. 
Una bella squadra di personaggi, quasi buttati qua e la a caso, che solo alla fine, dopo mille colpi di scena e vicoli ciechi, si incastreranno al giusto posto nella storia ribaltando situazioni che sembravano senza via d'uscita.
Come in tutti i suoi romanzi, tenendo alto il ritmo incalzante della narrazione, la verità viene allo scoperto alla fine, dopo aver dissipato l'intricata matassa delle vicende, avvolta però in un alone di malizia che lascia sottintendere anche all'occhio meno allenato ... 
Tipico della maestria di ribaltare le situazioni che zia J.Ro applica in ogni suo romanzo.
Ancora una volta la Rowling ha fatto centro, a dispetto delle quasi 800 pagine, il romanzo vola veloce sotto gli curiosi e indagatori del lettore, smanioso di arrivare alla fine per unire, finalmente tutti i puntini di un disegno grande e intricato che ha dato non pochi grattacapi alla nostra coppia.  
Per chi si avvicinasse a Robert Galbraith per la prima volta, il mio consiglio è iniziare da Il richiamo del cuculo e proseguire in ordine cronologico. Non è strettamente necessario, ma da un buon aiuto a capire le ordite trame tessute nella stesura di tutti gli altri romanzi della saga.  Lo stile Rowling, all'occhio attento e allenato è inconfondibile, il suo marchio magico è impresso a fuoco, come un Horcrux in ogni pagina, ma non aspettatevi di veder uscire da un nebbioso vicolo londinese Harry Potter con la bacchetta tesa al grido di "Expecto patronum", sarebbe fuori luogo, anche per uno scombinato investigatore come Cormoran Strike. 
Perchè il carismatico e affascinante Cormoran Strike, vicino alla cinquantina, ex militare dell'esercito, fisico da pugile e con un arto artificiale, un po' in sovrappeso e spesso scarmigliato,  va oltre ogni aspettativa di ogni lettore di crime ...

Eccoci arrivati alla fine, all'abbinamento del romanzo ad una pietanza. Questa volta, a dispetto di una trama complicata, mi viene naturale accostare queste pagine ad una mai scontata, succulenta bistecca di manzo alla griglia. Alta, cottura media con una leggera marinatura agro/piccante al sale nero che rimanda alla chimica tra Strike e Robin, il tutto accompagnato da una pinta, come Strike insegna ...

Buona lettura Tania C.





lunedì 18 febbraio 2019

Recensione di IL VIAGGIO DI TEO di Catherine Clément





IL VIAGGIO DI TEO

Catherine Clément
Ed. Longanesi del 1998 (1997 la prima edizione)
Pag. 612
Copertina rigida 
Lire 32.000 (all'epoca), oggi una copia del 1997 puo' arrivare ad Euro 42,00

Disponibile  in 


Ed. Tea
Pag. 626 formato brossura
Euro 8,50


CONOSCIAMO L'AUTRICE

foto dal web

Catherine Clément è nata in Francia nel 1939 da una famiglia da parte di madre ebrea, di provenienza russa, e padre cattolico . I genitori, il 29 Aprile  1944, sul convoglio nr.27, furono deportati nel campo di concentramento Camp Drancy ad Auschwitz, dove moriranno il maggio dello stesso anno. 
Un passato leggendario lo ebbe anche il suo bisnonno farmacista.
Dai ritrovamenti di alcune fotografie che ritraggono il bisononno  in posa nel retrobottega del negozio di Mata Hari, sembrerebbe venire in luce una relazione con la celebre spia.
Catherine Clemènt cresce allevata dai nonni, si laurea in lettere e filosofia, diventando romanziera e filosofa. Ha vissuto in numerosi paesi extra-europei, tra i quali l'India e l'Africa, in Senegal.
Al suo attivo ha numerosi saggi e trattati di psicanalisi e antropologia, più di venti romanzi, tra i quali il famoso La favorita dell'Harem, edito in Italia per ed. CED nel 1985 La luna e il leone edito in Italia nel 1993 e Il valzer incompiuto edito in Italia nel 1996, entrambi da Corbaccio. Nel 1997 Longanesi pubblica Il viaggio di Teo, confermando il favore del pubblico che gia la seguiva con le altre pubblicazioni.
Tornata in Francia, collabora con le maggiori riviste nazionali, tiene rubriche radio soap opera su France culture.
Le furono riconosciuti dei meriti:
Comandante della Legion d'Onore;
Gran Ufficiale dell'Ordine al merito nazionale


TRAMA 

<< Ho capito! Faremo il giro del mondo delle religioni! >>. Teo è un ragazzino di quattordici anni che soffre di una misteriosa "malattia" che difficilmente può essere curata con pastiglie o gocce, almeno così sostiene la stravagante zia Marthe. E proprio la zia propone al nipote un viaggio intorno al mondo, attraverso le religioni dei vari paesi che visiteranno, per guarirlo. 
Teo infatti, è malato soprattutto nell'animo. La sua sofferenza è nata dalla sua indomabile curiosità e voglia di conoscere e capire, dare una risposta a tutte quelle domande alle quali gli adulti "razionali" sembrano non porsi mai. 
I suoi interrogativi più ricorrenti sono : che cosa è la vita? Che cosa significa credere in qualcosa?  Quando si parla di << Dio >>, cosa si intende?
Teo, viaggiando di tappa in tappa, si porterà dietro questi interrogativi ed emergeranno davanti alla Grande Piramide, nelle catacombe romane, vicino al Muro del Pianto a Gerusalemme o tra i baobab senegalesi... Qualsiasi sia il luogo visitato, troverà sempre qualcuno disposto ad ascoltarlo e a spiegare il significato degli antichi culti, dei riti pubblici e privati o dei cerimoniali misteriosi ai quali Teo prende parte. Ogni persona incontrata arricchirà il ragazzo della propria visione del mondo, alla luce della fede. 
Solo allora Teo si renderà consapevole che, la vera salvezza, per se stesso e forse anche per il mondo, la si può trovare solamente nel ''soffio divino universale'', con quella forza , qualsiasi sia il suo nome, chiamata << Dio >>. 
Sarà quindi "il soffio divino percepito un po' ovunque" a dare a Teo una nuova forza che gli permetterà di affrontare un viaggio ancora più lungo e intenso: quello della vita.

IMPRESSIONI

Acquistai il Viaggio di Teo nel 1998, incuriosita dalla  delicata  sovracopertina azzurra che ritrae una nave e il Bosforo, ad Istanbul: uno dei luoghi che ho sempre sognato di visitare. Il sogno l'ho poi coronato anni fa, uscendone un po' delusa, ma questa è un'altra storia. 
La pubblicità, all'epoca, era fatta di poche righe scritte da qualche giornalista o autore, nulla di eclatante o invogliante, ma ad attirarmi ulteriormente furono le cartine geografiche, bozze delle tappe di Teo, ad inizio e fine del romanzo. Amando viaggiare, non potevo non leggero, anche se l'argomento trattato era molto forte. Non sapevo allora, e non so ancora adesso se definirmi atea, agnostica o solo in crisi di fede... ma sapevo che tra quelle pagine avrei trovato pure io le risposte ad alcune domande. 
Così dopo aver speso 32.000 delle care vecchie lire, tornai a casa col mio tomo, pronta ad imbarcarmi nelle avventure di Teo.

<<Dizionario dell'antico Egitto, Mitologia greca, Il libro tibetano dei morti... Che cosa sono questi orrori? Non è roba adatta alla tua età, Teo! Fino a che ora sei rimasto sveglio ieri sera?>> domandò, accigliata. <<Hmmm... non mi ricordo più>> bofonchiò Teo, ancora insonnolito. 
<<Leggi davvero troppo, la sera. Finirai per ammalarti, lo sai?>>
<<Ma no, è solo che ho un po' fame...>>

L'adolescente Teo sta affrontando una lotta con una misteriosa malattia. La zia Marthe è però convinta che la medicina convenzionale non sia ciò di cui ha bisogno il nipote. Il ragazzo stra attraversando una profonda crisi esistenziale e di fede, e nessuno sembra accorgersene o trovare una risposta alle mille domande sulla vita che il ragazzo ogni giorno si pone. Zia Marthe sa anche che per guarire, Teo, ha bisogno di conoscere, di sperimentare e viaggiare. Ha bisogno di trovare le risposte alle domande che lo attanagliano rapportandosi direttamente coi luoghi mistici e sacri della terra. Gli propone così un lungo viaggio, inconsueto, attraverso le capitali mondiali delle religioni.  

<<Zia Marte compilava liste interminabili, e fin qui niente di strano: sulle liste di alberghi, di amici, di treni, di aerei, di alberghi, di arei, di battelli e navi non c'era nulla da ridire>> Ma che dire della lista di cui parlava solo alle nipoti, eh? Non appena arrivava lui, Irène nascondeva i fogli e Attie arrossiva. Perchè tanti misteri? Teo tentò di far parlare Fatou. <<Ah, quello è un segreto, Teo. Ho giurato>> 
<<E' per la mia malattia? Sono medicine?>>
<<No davvero. E' molto più divertente>>

Si mettono così in viaggio. Ogni tappa presenta a Teo e al lettore un indizio da trovare e risolvere per scoprire quale sarà la prossima destinazione. Ed è così che inizia l'avventura della consapevolezza per ragazzo. 
Rimbalzando su vari mezzi, da una parte all'altra del mondo, Teo comincerà a trovare le risposte alle sue domande sino ad allora rimaste sospese nell'animo e il suo animo comincerà pian piano a guarire. In un percorso che si snoda tra Cristianesimo, Induismo, Buddhismo, Islamismo e Protestantesimo, la risposta a tutte le domande di Teo è solo una: la fede! Che sia Dio, Allah, Buddha o Sheeva, l'unica grande potenza capace di curare l'animo umano e muovere il mondo è il divino supremo. 

 <<E l'universo segue comunque il suo corso naturale, che vi sia chiaro o no. Quindi cercate di essere in pace con Dio, qualunque significato abbia per voi e quali che siano le vostre pene e le vostre e le vostre aspirazioni nella rumorosa confusione della vita. Restate in pace con la vostra anima. Nonostante gli affanni, le delusioni e i sogni ingranti, il mondo è pur sempre meraviglioso. Siate prudenti, ma cercate di essere felici.>>
(Autore ignoto, ritrovata in una vecchia Chiesa di Baltimora)

A fine lettura, 612 pagine scorrevoli, ricche di dialoghi e descrizioni, rimasi comunque con tanti perchè ancora irrisolti, ma con una conoscenza più ampia di quello che possiamo definire fede. Col tempo, per cercare di darmi delle risposte, ho cercato di ripercorrere le tappe sacre di Teo. Ci sono stati luoghi in cui ho percepito una forza e un amore immenso, come nella Moschea di Hassan II a Casablanca, dei luoghi che mi hanno lasciato un gran senso di oppressione e di ansia come la Moschea blu e Santa Sofia a Istanbul, luoghi dove ho sentito la pace e la serenità pervadermi l'anima , a Paleokastritsa in Grecia... Non ho ancora ritrovato la fede, ma sono certa che esista qualcosa che ci spinge ogni giorno a restare in piedi e andare avanti. 
Che sia Dio, Allah, Buddha, la Natura stessa o semplicemente l'Amore noi esistiamo e ci poniamo domande ...

Uhhh, difficile abbinare il romanzo ad una pietanza o forse no! Un pane caldo, dorato e fragrante che col suo profumo invoglia ad entrare in un forno per assaporarne un pezzetto ancora fumante... Il pane, alimento sacro alla base dell'alimentazione mondiale e delle religioni, come gesto d'amore e condivisione ...

Buona lettura Tania C.




sabato 16 febbraio 2019

BUON WEEK END


E io mi resi conto di essere... felice. 
Era una sensazione strana e insolita, mi sentivo leggera e calma, come se avessi mangiato i raggi del sole.

                    Gail Honeyman 
       Eleanor Oliphant sta benissimo

venerdì 15 febbraio 2019

Recensione di AREA 7 di Matthew Reilly



AREA 7

Matthew Reilly
Ed. TEA DUE pag.459
Euro 8,60
Copertina flessibile
Ebook disponibile
Genere Thriller-azione


CONOSCIAMO L'AUTORE



foto dal web


Matthew Reilly è un autore australiano, classe 1974. 
Al suo attivo ha  più di dieci romanzi, tradotti in diciotto lingue, con una tiratura di più di due milioni di copie. 
La Walt Disney Picture ha acquistato i diritti cinematografici di Hover Car Racer prima ancora che il romanzo venisse pubblicato.

Tra le sue opere

2001 AREA 7
2003 BERSAGLIO ACQUISITO
2013 L'ESERCITO DEI MERCENARI
Serie Scarecrow

2005 LE SETTE PROVE
2007 LE SEI PIETRE SACRE
2010 I CINQUE GUERRIERI
Serie di Jack West Jr.

1999 TEMPIO
1999 ICE STATION
2014 LA MINACCIA DEL DRAGO


Non pubblicati in Italia

2004 HOVER CAR RACER
2005 CRASH COURSE
2005 FULL THROTTLE
2007 PHOTO FINISH
Serie di Hover Car Racer


2000 CONTEST
2005 HELL ISLAND
2013 THE TOURNAMETN

Per chi volesse conoscere meglio l'autore lo può fare sul sito personale http://matthewreilly.com/



TRAMA

<<Scarecrow>>, nato Shane Schofield, è un capitano dei Marine assegnato alla scorta del neoeletto Presidente degli Stati Uniti. Suo compito è quello di scortarlo durante una visita all'Area 7, base militare segreta nel deserto dello Utah. Un compito facile, di routine.
Ma a mettere i bastoni tra le ruote ci penserà Charles Russel, ex agente dell'Aeronautica sul cui capo pende l'accusa di alto tradimento. Colpevole di aver fatto installare, nel cuore del Presidente, un microchip collegato ad un satellite. Se il cuore dell'uomo si fermasse, il microchip causerebbe la fine delle trasmissioni satellitari innescando il lancio di testate nucleari site nei maggiori aeroporti USA. 
Quale luogo migliore della base Area 7 per compiere una vendetta progettata da anni ai danni del Presidente? All'interno della base, infatti, si trova un laboratorio batteriologico sperimentale di virus micidiali. 
L'Area 7 sta per diventare  una trappola mortale per l'umanità e Scarecrow, con l'aiuto della sua fidata squadra,  stanno per essere risucchiati in incubo. Cosa li attende dentro alla base? 


IMPRESSIONI

Trovai Area 7 spulciando tra i romanzi usati di una bancarella, durante il mercatino estivo della domenica a Marina di Carrara. 
A catturarmi fu il fulmine impresso sulla copertina (sono una fan dei film ''americanate su catastrofi e tragedie naturali'') e  la curiosità verso il titolo. 
Lessi la trama, titubante... Azione, avventura, thriller, suspense: non propriamente il mio genere preferito! Tentennando sulla decisione di acquistarlo o meno, optai per aggiungerlo alla mia libreria, complice il prezzaccio, due euro, e il fatto che, se non mi fosse piaciuto, sicuramente sarebbe stato apprezzato da mio padre.

"Quindici anni, pensò Caesar. Aveva aspettato quindici anni. E ora, finalmente, era successo...  
Ma ora... Ora era diverso ... Adesso sapeva come agire..."

Col mio bottino di guerra, un vero affare, ma lo scoprii nel tempo, vista la difficile reperibilità dei romanzi di Reilly, mi avviai verso la spiaggia curiosa di iniziare la lettura. 
E fu, per me, amore all'incipit! 
Nonostante le 460 pagine, comodamente appollaiata sul lettino sotto il sole di agosto, e nel mio letto poi, prendendo in prestito qualche ora a Morfeo, in poco più di un giorno, arrivai ai ringraziamenti dell'autore. 
Con un po' di nostalgia di Scarecrow e dei suoi uomini, ma gia alla ricerca del secondo capitolo, o meglio della seconda avventura, visto che il romanzo è autoconclusivo, anche se collegato ai personaggi e al protagonista. 

<<Un gruppo di soldati del 7° squadrone si stava precipitando giù dalle scale. 
"Questa volta sarà dura", mormorò Schofield>>

Inutile dire che Matthew Reilly, in poche ore è diventato il mio autore preferito, col suo stile scorrevole, mai tedioso e ricco di suspense, dal ritmo incalzante e invogliante alla lettura, mi ha stregata al punto tale da girare tutti i siti esistenti alla ricerca di notizie su di lui e sulle nuove pubblicazioni. 
Ad oggi ho tutti i suoi romanzi pubblicati in Italia, alcuni fuori edizione, più ebook in lingua inglese e sono in attesa di quelle future, orfana delle sue storie intriganti, surreali ma attuali. Per chi ama l'azione e l'intrigo, Reilly è l'autore giusto e Area 7 il romanzo col quale iniziare a conoscerlo e ad apprezzare il genere. Perchè Reilly non è un autore facile: o si ama o si odia.

"L'unica cosa che eviterà la detonazione delle testate, signor Presidente, è il battito del suo cuore"

Il romanzo si snoda quasi come un videogioco. Ogni capitolo è un sottolivello, facente parte di un livello che i personaggi devono superare. Le pagine scritte sono intervallate da interessanti immagini grafiche che aiutano a capire meglio dettagli che, chi non è del mestiere, potrebbe faticare a seguire. 
I capitoli, uno dopo l'altro volano, stuzzicando la curiosità del lettore e si arriva presto al finale. 
La dipendenza che potrebbe creare, viene però soddisfatta dalle nuove avventure di Scarecrow e compagni.

<<Entro le ore 11.05, verrà attivata la procedura di autodistruzione della base. Durata della sequenza di autodistruzione: 10.00 minuti. 
***************** ATTENZIONE *******************

Un romanzo d'azione è quasi d'obbligo paragonarlo a del pop corn (da gustare mentre si legge): fragrante e scoppiettante, con un pizzico di sale ad esaltarne il sapore avventuroso, come solo Matthew Reilly, col suo stile, sa plasmare i suoi romanzi.

Buona lettura Tania C. 


giovedì 14 febbraio 2019

Recensione de UNA FINESTRA SUL MARE di Corina Bomann - Febbraio, love is in the air -





UNA FINESTRA SUL MARE

Corina Bomann
Ed. Giunti pag. 319
Euro 16,00
Copertina flessibile
Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTORE




                                                                          foto dal web 



Corina Bomann è una scrittrice da oltre un milione di copie. Nata in una piccola città della Germania del nord, vive da anni a Berlino.
Dopo il successo internazionale del suo primo bestseller L'isola delle farfalle, uscito nel 2012 sempre per Giunti, si afferma, copia dopo copia, tra le scrittrici rosa  più amate in Europa. Tutte le sue pubblicazioni sono entrate nella TOP 10 delle classifiche dei libri più venduti con una tiratura di oltre 220.000 copie. 
Tra i suoi bestseller, editi sempre da Giunti:
2014 Il giardino al chiaro di luna 
2014 Un sogno tra i fiocchi di neve
2015 La signora dei gelsomini
2015 L'eco lontana delle onde del nord
2016 Un'estate magica
2016 L'anno dei fiori di papavero
2017 Una finestra sul mare
2017 Il fiore d'inverno
2018 Cuore di tempesta
2018 L'angelo di vetro


TRAMA

I sentieri che si snodano tra le ginestre verso la cima della scogliera di Land's End, sono stati percorsi da diverse generazioni.
L'anziana Janet è l'ultima discendente di una famiglia di guardiani del faro che non riesce a lasciare le redini di quell'atavico rituale.
Un giorno, giunta in cima al promontorio, scorge una ragazza sul ciglio della scogliera, lo sguardo perso verso le onde del mare. Troppe volte la donna, durante la sua vita, ha visto quella scena, per non capire le intenzioni della ragazza. In modo dolce e comprensivo, Janet, convince la giovane Kim a seguirla nel suo cottage ricoperto di edera. Tra le confortevoli mura del cottage, Kim rivela alla donna il motivo del suo dolore: la morte dell'uomo che amava.
Dopo aver ascoltato la storia della ragazza, Janet decide di farle un dono veramente speciale: un antico e consunto diario che il suo bisnonno ritrovò sulla spiaggia. Il diario contiene le memorie di Leandra, una ragazza che, nel 1813, cerca, su quella scogliera, di fuggire al proprio destino fatto doloroso. Ma il destino aveva in serbo per lei quello di incrociare la sua vita con quella di Christian, il misterioso guardiano del faro ...

IMPRESSIONI

"Ma adesso quella sconosciuta aveva un volto, un nome e una storia. E Janet l'aveva salvata, almeno per il momento."

I fari mi hanno da sempre affascinata, ogni volta che ne vedo uno mi perdo nel loro raggio che rischiara l'infinito e comincio a fantasticare una mia vita parallela tra le sue alte mura circondata dal mare e dai gabbiani. Sogni ad occhi aperti di un mare sconfinato, spiagge candide e dolci tramonti aranciati, ma anche storie di tempeste, di onde che sovrastano la rassicurante luce che conduce in porto il marinaio dopo mesi di infinita acqua ... Ho sempre sognato passare almeno una notte in un faro, chissà ...
Come per ogni mia passione, ogni volta che mi trovo a ''stagionare'' in libreria, scruto ogni copertina alla ricerca di un particolare che mi buchi l'occhio e l'anima. Così è successo per Una finestra sul mare: fui attirata dal faro in copertina, a picco sul mare e immerso in un tramonto d'arancia. Letta la quarta decisi che volevo saperne di più di quelle scogliere e di quel piccolo faro in lontananza, testimone di tanti tragici amori. Nonostante mi aspettassi un romanzo leggero, da leggere sotto l'ombrellone senza pensieri, fui rapita dalla storia romantica di Kim e Leandra. 

"Il faro è affascinante, vero? Dovrebbe vederlo quando c'è tempesta. Si riesce a stento a scorgerlo tra le onde, sembra che il mare possa inghiottirlo da un momento all'altro. Ma poi ricompare, saldo e ostinato come sempre."

La giovane Kim perde il fidanzato in un tragico incidente in mare, presa dallo sconforto si rifugia sulla scogliera di Land's End, teatro a sua volta, di vite spezzate in nome dell'amore. Ma lungo i viottoli della brughiera la vita di Kim sta per avere un lieto risvolto. Conosce Janet, un'anziana donna, discendente di generazioni di guardiani del faro in picco alla scogliera. La dolce Janet, per aver visto troppe vite spezzate sotto a quel faro, capisce subito le intenzioni di Kim e decide di portarla nel suo cottage per darle conforto e un motivo per reagire, per tornare a vivere. Il motivo si presenta sottoforma di un antico diario, ritrovato dal bisnonno di Janet sulla spiaggia sotto al faro. Apparteneva ad una giovane e sfortunata ragazza del 1813, Leandra, sottomessa al volere del padre e di un matrimonio non voluto. Cercando di compiere il gesto estremo per trovare finalmente pace, Leandra si arrampica sul picco della scogliera, ma il suo destino finirà per incrociare quello del suo misterioso salvatore. Un uomo che, oltre a salvarle la vita, le rapirà il cuore: il tenebroso guardiano del faro.

"Janet sollevò il coperchio e prese un tomo rilegato in pelle. Stando attenta a non rovinarlo, lo posò sul tavolo. Richiuse il baule e si avvicinò alla finestra. Da quel punto riusciva a controllare sia il sentiero sia la brughiera al limitare della scogliera. Se Kim fosse tornata l'avrebbe vista. E se non lo avesse fatto, avrebbe capito che aveva preso la sua decisione."

Tra le pagine ingiallite di quel diario e con l'aiuto amorevole di Janet, Kim riesce a dissipare i mostri che si porta dentro come Leandra, e a fare così pace con un passato ingombrante. Facendo luce misteri della donna vissuta due secoli prima, troverà di nuovo la voglia di amare ed essere amata.

Complice l'incantevole scenario della misteriosa Cornovaglia e del faro che illumina l'Oceano, il romanzo, se pur scritto con uno stile leggero e soave, mi ha rapita dalla prima all'ultima pagina. La Bomann è riuscita a trovare il giusto incastro tra due epoche così lontane e differenti, ben delineando i caratteri e le condizioni dei personaggi , sia nel passato che nel presente. Una piccola pecca, forse, nel finale un po' affrettato che quasi lascia il lettore con la "sindrome dell'arto mancante", come se mancasse qualche tassello per mettere la parola fine. Lo stile è chiaro e scorrevole, luminoso, nonostante le tragiche vicende che segnano le vite dei personaggi. 
Una lettura consigliata per evadere qualche ora dalla routine quotidiana.

Il momento gourmand mi porta ad associare questa storia ad una crostata di mele, semplice ma gustosa e sempre piacevole da assaporare, che sia davanti al camino in una fredda giornata invernale o sotto l'ombrellone davanti ad un mare increspato dal vento ... magari ai piedi di un faro!

Buona lettura Tania C.

Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...