UN ANIMALE SELVAGGIO
Autore: Joel Dicker
Editore: La Nave di Teseo
Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra
Pubblicazione: 25 marzo 2024
Formato: Brossura con alette
Pag.: 448
€ 22
Formato ebook presente in tutti gli store digitali
CONOSCIAMO L'AUTORE
Joel Dicker, professione scrittore, nasce a Ginevra, in Svizzera nel 1985.
La consacrazione al pubblico avviene col suo secondo romanzo, La verità sul caso Harry Quebert, scritto dopo Les derniers jours de nos pères, che ha ricevuto il Prix des écrivains genevois, nel 2010.
Il Caso Harry Quebert, tradotto in oltre 25 paesi, ha ricevuto il Grand Prix du roman de l'Academie Française nel 2012 e, sempre nel 2012 il Prix Goncourt des lycéens.
Nel 2016 Bompiani pubblica La tigre.
Scalano la vetta della top ten internazionale La scomparsa di Stephanie Mailer (2019 La Nave di Teseo), L'enigma della camera 622 (2022 La Nave di Teseo) e Il caso Alaska Sanders (2022 La Nave di Teseo).
Nel 2024 esce Un animale selvaggio.
TRAMA
2 luglio 2022, due ladri rapinano una importante gioielleria di Ginevra.
Non sarà un colpo come tutti gli altri.
Venti giorni prima, in un elegante sobborgo sulle rive del lago, Sophie Braun è in procinto di festeggiare il suo quarantesimo compleanno.
La vita le sorride, vive con il marito Arpad e i due figli in una magnifica villa circondata da un bosco.
Sono entrambi ricchi, belli, felici.
Ma il loro mondo idilliaco all'improvviso s'incrina.
I segreti che custodiscono da troppo tempo cominciano a essere troppi perché possano restare nascosti per sempre. Il loro vicino, un poliziotto sposato e dalla reputazione impeccabile, è ossessivamente attratto da quella coppia perfetta e da quella donna conturbante.
La osserva, la ammira, la spia in ogni momento dell'intimità. Nel giorno del compleanno di Sophie, un uomo misterioso si presenta con un regalo che sconvolgerà la sua vita dorata.
I fili che intrappolano queste vite portano lontano nel tempo, lontano da Ginevra e dalla villa elegante dei Braun, in un passato che insegue il presente e che Sophie e Arpad dovranno affrontare per risolvere un intrigo diabolico, dal quale nessuno uscirà indenne. Nemmeno il lettore.
IMPRESSIONI
Amici della Valigia ben ritrovati.
La recensione di oggi è per augurarvi una serena Pasqua e darvi un consiglio di lettura per questo fine settimana.
Bando alle ciance e veniamo subito al dunque, all'evento che molti lettori, compresa la sottoscritta, hanno aspettato a sufficienza! per 12 anni! Ad Azkaban!
Ehmm... scusate, quella è un'altra storia.
Dicevo, dopo due lunghissimi anni, il 25 marzo, finalmente, è uscito in libreria il romanzo più atteso di sempre: Un animale selvaggio di Dicker.
L'attesa è stata snervante.
Dopo vari depistaggi su titolo, copertine, date di pubblicazione, il 25 ero davanti alla libreria ancora chiusa ma con le idee ben chiare di trama e copertina, in attesa che la libraia aprisse la porta e mi facesse annusare la mia copia, prenotata da tempo.
È stato faticosissimo arrivare a casa e non buttarmi subito tra le pagine di quel romanzo che ho bramato per mesi, ma che dico, anni!
Infatti non ho resistito e, in una notte, sono arrivata alla fine delle 448 pagine, letteralmente volate sotto ai miei occhi.
Che Dicker è il genio del male ve l'ho già detto?
Ebbene, questa volta non ci racconta la solita storia dello sventurato pescatore o runner che rinviene accidentalmente il cadavere di un'adolescente troppo libertina fuggita da casa.
No!
<< Poi la porta si aprì, e Greg e Karine rimasero folgorati davanti alla coppia venuta ad accoglierli: Sophie e Arpad. >>
Questa volta il format thriller-poliziesco assume anche delle sfumature hard-rosa, narrando i "grossi guai in Paradiso" di una famiglia impeccabile della Ginevra bene e dei loro vicini, più borghesi ma con tanta voglia di riscatto sociale ed economico.
La famiglia Braun incarna la famiglia del Mulino Bianco, inserita in una società fatta di apparenze e ostentazioni: vive in una lussuosa villa di vetro circondata da una folta foresta, è formata dalla bionda Sophie, bella e selvaggia, madre premurosa e moglie innamorata del marito, sempre elegantemente impeccabile col suo fisico statuario e talmente perfetta da far girare la testa a chiunque le si avvicini; Arpad, il borioso marito, imbalsamato e ultimamente un po' apatico ma sempre affascinante.
Impiegato bancario che guida una Porche e sfoggia il rolex d'oro sul polsino di abiti dal taglio sartoriale sempre fresco e, infine, da due splendidi figli, compagni di giochi dei figli di Greg, vicino di casa e agente appartenente alla squadra d'assalto del corpo della polizia ginevrina.
La famiglia di Greg vive oltre la foresta, a pochi centinaia di metri dalla villa di vetro, in una piccola villetta modesta, definita Obbrobrio dall'insoddisfatta moglie Karine.
La coppia ha un cane, Sandy e due figli.
Greg, insieme ad Arpad, fa volontariato nel bar della società sportiva dei loro figli, stringendo presto amicizia, ma diventandone ben presto geloso.
A parte Karine, nessuno conosce la vera carica che Greg ricopre nel corpo di polizia.
Il suo mephisto nero lo protegge dalla realtà e da eventuali ritorsioni.
È forte e carismatico ma un po' troppo sicuro di sé.
Sarà proprio il la bomba chimica di testosterone e ormoni che lo metterà spesso in situazioni poco chiare e pericolose.
Dalla sua, ha il pregio di essere un gran parac..o, anche se un distratto!
<< Non poteva dirlo al marito, ma in fondo voleva una vita come quella di Arpad e Sophie. >>
Il personaggio di Karine è quello che ho amato di meno.
Più fastidiosa di una mosca, è frivola, perennemente insoddisfatta e con la smania di voler vivere e apparire come la donna che non potrà mai essere, finendo per fare la vittima di una situazione alla quale non ha mai lesinato a dare il suo ingrato contributo.
Lavora come come "leggiadra e gioiosa commessa" in un negozio di abbigliamento, sognando una carriera manageriale che non avrà mai.
Da sempre gelosa del marito e di chiunque gli stia intorno, è in perenne lotta col suo lavoro, quello che ha permesso alla sua famiglia di poter vivere dignitosamente, anche se più modestamente rispetto ai Braun.
Non passa giorno che la donna non cerchi di emulare l'amata/odiata vicina di casa Sophie, facendo di tutto per diventarle amica ma logorandosi il fegato e la mente dall'invidia.
Continua a punzecchiare e rinfacciare Greg per la scelta poco felice dell'acquisto dell'Obbrobrio.
A lei non era mai piaciuto quel quartiere così squallido e popolare, lei era portata per una vita fatta di lusso e mondanità, proprio come i loro vicini.
Greg, dal canto suo, pur amandola, ha smesso da un po' di provare interesse per la moglie, sempre ostile e refrattaria a ogni suo approccio e sempre più delusa e pretenziosa, dopo aver partecipato alla festa per i quarant'anni di Arpad.
Dopo averla conosciuta, per Greg è facile invaghirsi della bella e viziata quanto irrequieta Sophie, tanto dal farla diventare una morbosa ossessione e mettere a rischio il proprio lavoro e la vita coniugale.
Sophie diventa il suo chiodo fisso: comincia a spiarla in orari improbabili, dal folto della foresta e ogni scusa è buona per uscire di casa a spiarla.
<< Greg si fermò in mezzo agli alberi, legò Sandy a un tronco e andò a sistemarsi tra i cespugli per osservare la Casa di Vetro. Era ancora tutto spento. >>
L'ossessione per quella donna così desiderabile lo porterà a sporcarsi le mani, a spiarla nell'intimità e a spiare anche Arpad, scoprendo che la famiglia idilliaca dalla quale anche sua moglie è tormentata, non è poi così limpida e invidiabile.
La smania gli farà scoprire che i Braun non sono la famiglia felice e benestante che vogliono far credere.
Dietro ai cristalli della loro lussuosa Casa di Vetro, si nascondono inquietanti segreti che dovrà, a tutti i costi, approfondire, soprattutto ora dalla sera in cui ha scoperto casualmente che l'insopportabile e borioso Arpad sta progettando una rapina.
Un po' per placare le pretese e la gelosia morbosa di Karine e un po' per far finalmente fuori Arpad e avere campo libero con Sophia.
Ora che ha anche scoperto che la donna è perseguitata da uno strano personaggio sbucato dal passato poco pulito di Arpad, non ci sarà più bisogno di ricorrere a sotterfugi per assentarsi da casa...
In un crescendo di misteriosi e pericolosi intrecci che saranno la causa di molti passi falsi di Greg, Dicker srotola una trama solida e machiavellica, degna del più abile mentalista.
Il lettore si ritroverà incollato alle pagine, avido di conoscere i sordidi sviluppi della storia.
<< SEDICI ANNI PRIMA. LUGLIO 2006. DRAGUIGNAN, FRANCIA.
Draguignan, a cinquanta chilometri da Saint-Tropez. Il furgone cellulare si fermò tra le mura di cinta della prigione. Era arrivato un gurpo di nuovi detenuti. >>
La struttura del romanzo è quella tipica di Dicker: flashback, salti spazio temporali, punti di vista dei personaggi legati da un impercettibile fil rouge che guiderà attraverso segreti scottanti, nodi da sciogliere, curve pericolose e lunghe strade da percorrere con ogni mezzo lungo l'Europa, alla conclusione del romanzo, completamente spiazzati e allibiti dall'abilità di mescolare le carte in tavola senza che il lettore se ne renda conto, se non a fatti compiuti.
Ho amato ogni pagina di questo romanzo, ogni singolo personaggio. Chi più, chi meno, ha saputo tener viva la mia curiosità e la mia attenzione tutta la notte, fermandomi solo per soste tecniche.
Arrivata ai ringraziamenti finali mi sono sentita appagata ma già nostalgica delle atmosfere lattiginose della foresta ginevrina, ma soprattutto di quelle azzurre e salmastre di Saint-Tropez. Si, perché Dicker, oltre che intrigare noi lettori con le sue trame perverse, ci fa anche viaggiare lungo paesaggi da sogno.
Di ogni luogo incontrato durante la lettura, se ne possono percepire i rumori, i suoni, le brezze profumate e i sapori. Una girandola di emozioni che porta al desiderio di mettersi in viaggio.
La mia sorpresa più grande, leggendo questo romanzo, è stata quella di ripercorrere le tappe di uno dei miei viaggi più belli, sentendomi quasi protagonista della storia e facendomene innamorare ancora di più, tachicardia e adrenalina fuori controllo comprese!
A questo punto qualcuno di voi potrebbe chiedersi cosa significhi il titolo del romanzo, visto e considerato che, a parte Sandy, il cucciolone di Greg, non ho parlato di animali selvatici e feroci.
Domanda lecita, avete ragione.
Ma che thriller sarebbe se vi rivelassi proprio tutto?
Sperando di avervi incuriositi a sufficienza, non mi resta di invitarvi alla lettura e augurarvi una buona Santa Pasqua.
Buona lettura,
Tania C.
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