giovedì 31 dicembre 2020

Recensione UN MATRIMONIO A DICEMBRE di Sarah Morgan - Ed. HarperCollins Italia

 




UN MATRIMONIO A DICEMBRE

Sarah Morgan

Ed. HarperCollins Italia

Pubblicazione in Italia 5 novembre 2020

Genere Narrativa rosa

Formato Brossura

Pagine 278

Traduzione Paola Olivetto

ISBN      8830519863, 9788830519862

€ 15,00 cartaceo

€  6,99 formato digitale presente nei maggiori store online


CONOSCIAMO L'AUTRICE

Sarah Morgan - foto da Wikipedia -


Nata in Inghilterra, ama la vita all'aria aperta e, nelle pause  tra un romanzo e l'altro le piace sciare e fare trekking.

Ha vinto il RITA Award for Best Contemporary Romance Long.

Le sue ultime pubblicazioni: Su e giù per Manhattan. Da Manhattan con amore Vol. 1 (2017), Tramonto a Central Park (2017), Miracolo sulla 5ª strada, Da Manhattan con amore Vol. 3 (2017) e New York all'improvviso, Da Manhattan con amore Vol. 4 (2018), sono tutti editi in Italia da HarperCollins.

Il 5 novembre 2020 esce in Italia, edito da Harper Collins, il suo ultimo romanzo dedicato alla magia del Natale: Un matrimonio a dicembre.


TRAMA


È dicembre e, nell’idilliaca cornice innevata di Aspen, la famiglia White è riunita al completo per un evento lungamente atteso da tutti loro: il matrimonio della piccola di casa, Rosie.

Maggie e Nick, genitori di Rosie sono determinati a festeggiare come si deve, cercando di tenere nascosto un segreto: stanno per divorziare. Vendo separati giài da sei mesi, l’ultima cosa che desiderano è essere intrappolati, insieme, in un inverno irresistibilmente romantico.

La maggiore delle sorelle White, Katie, è in apprensione per questo matrimonio. Convinta che Rosie stia facendo un grave errore, è determinata a salvarla da se stessa. Se solo Jordan, l’affascinante testimone di nozze, la smettesse di mettersi sempre nel mezzo...

Dal canto suo Rosie, è attanagliata dai dubbi, ma non vuole confessarlo. Proprio adesso che sono arrivati tutti, troverà un modo per dire dire che non è più sicura di volersi sposare?

Mentre il grande evento si avvicina,  l’unica cosa certa è che sarà un Natale che nessuno dimenticherà...


IMPRESSIONI

Un matrimonio a dicembre di Sarah Morgan, mi è stato inviato un po' di tempo fa grazie alla pazienza e gentilezza di Jennifer di Harper Collins Italia che ringrazio anche e soprattutto per la pazienza avuta. 

È un romanzo che ho letto durante il primo giorno di convalescenza, appena tornata a casa dall'intervento alla mano, immersa nell'atmosfera caleidoscopica delle lucine del mio albero e del Presepe, accompagnata da biscotti speziati e una fumante tazza di cioccolata calda per riscattare l'anima dal torpore dell'anestesia forse un po' troppo forte.

Per chi conosce Sarah Morgan e ama il Natale, questo è il romanzo che non deve mancare durante le festività. Avrei dovuto pubblicarne la recensione la settimana di Natale, ma ho ritenuto di farlo oggi, 31 dicembre 2020, proprio per il messaggio di ''rinascita'' e fiducia che mi è arrivato.

C'è tutto quello che serve per un Natale romantico e ricco di atmosfera: il meraviglioso paesaggio innevato di Aspen, i ricchi e luccicanti addobbi natalizi il profumo avvolgente di cioccolato e cannella e l'amore, che travolgeranno lettori e lettrici in quell'atmosfera magica che ogni anima romantica vorrebbe vivere a dicembre. Ma...

A volte i sogni, per avverarsi, devono fare i conti con la realtà!

Nick e Maggie White sono i genitori di due splendide figlie: Katie e Rosie, la piccola di casa, quella considerata più fragile perché soffre di asma. 

Pur essendosi amati molto, col passare del tempo sono diventati indipendenti l'uno dall'altra, ognuno a impegnato a coltivare i propri interessi senza più dialogo e intimità e da sei mesi vivono separati, prossimi al divorzio. Le figlie sono ancora all'oscuro della cosa, ne approfitteranno per dare loro  la notizia quando, a Natale, Rosie tornerà a casa da Harvard, dove sta facendo dottorato, per passare le feste con la famiglia come ogni anno.

Katie, sorella maggiore di dieci anni, protettiva e attaccata alla famiglia con le sue tradizioni, ha studiato medicina proprio per poter prendersi cura di Rosie; ha un carattere deciso, ambizioso e ama avere tutto sotto controllo, anche la vita degli altri. La forte dedizione alla carriera medica l'ha resa dura e chiusa  all'amore, costretta a vivere in un bozzolo di ansia e insicurezza.

Rosie, la minore, è uno spirito libero, sempre indecisa sul suo futuro e su ciò che più desidera ma mette il cuore, entusiasta, in tutto ciò che fa.

Nel cuore di una notte di fine novembre Rosie chiama la madre per avvertirla che a Natale non tornerà a casa, ma si ritroveranno tutti in Colorado, ad Aspen, nella Snowfall la lussuosa casa dei suoi futuri suoceri, per festeggiare il suo matrimonio con Dan, conosciuto solo pochi mesi prima e ancora sconosciuto alla famiglia White.

La notizia, non solo del fidanzamento, ma dell'imminente matrimonio ( a quattro settimane! ) di Rosie fa piombare nel caos Maggie che si sente ancora più sola e allibita in quella notte buia e fredda, costretta a raccontare alla figlia che il padre si trova fuori per lavoro, sulla pista dei suoi studi da egittologo. 

La donna è quindi costretta ad avvisare l'ex marito di una prossima telefonata di Rosie con tante novità da raccontargli, pregandolo di non accennare alla separazione.

Rosie, sempre nel cuore della notte, avvisa sia il padre che la sorella Katie la quale, preoccupata per l'ora tarda e sconvolta dalla notizia appena ricevuta, reagisce riversando tutta la sua contrarietà verso quel matrimonio così affrettato, per di più con un uomo che conosce a malapena. 

D'altronde lei è sempre stata restia verso le storie d'amore e iperprotettiva verso la salute cagionevole di Rosie.

In un clima di ostilità, l'unica a sembrare felice è Rosie. La famiglia benestante di Dan la vizia e la coccola come fosse la figlia che non hanno mai avuto. Catherine, la madre di Dan la sta aiutando coi preparativi e nella scelta di un meraviglioso abito da sposa, facendola sentire una principessa.

<< Mia madre lavora nell'editoria universitaria. Ama cucinare e fare giardinaggio. >>

Per Maggie tutto questo è motivo di una profonda tristezza: il divorzio da tenere ancora nascosto, scoprire che la figlia più fragile non tornerà a casa per passare le feste nel loro cottage perché si è fidanzata e sta per sposarsi, è già un grosso  peso da sopportare, ma essere pure esclusa dai preparativi a favore di una donna sconosciuta è troppo anche per lei che si è sempre sacrificata per la famiglia. In più sentiva dentro di se quel senso di inferiorità sociale che c'era tra lei e la futura consuocera, wedding planner di grido. 

Di sicuro la madre di Dan avrebbe considerato il suo lavoro nell'editoria '' entusiasmante quanto un bucato sporco.''

Se devo essere sincera, non appena ho letto questa parte d'istinto ho provato un senso di ''rabbia'' verso Rosie. 

Quale figlia, nel programmare il giorno del suo matrimonio, sceglie di tenere lontana la madre che la ama più della sua stessa vita, per affidarsi esclusivamente alla futura suocera? Certo il lusso e gli agi piacciono a tutti, ma l'amore dei genitori non è forse più importante? 

Quello che Maggie, negli anni, non ha mai fatto mancare alle figlie è proprio l'amore materno, spesso annullando se stessa per amore delle figlie, per vederle felici.

Il bello di questa storia è proprio l'aspetto realistico e vivo che la Morgan ha saputo dare ai suoi personaggi, plasmandoli come fossero personaggi di una qualunque famiglia reale, ben ritraendo la figura di una madre disposta a mettere da parte la propria vita per la propria figlia.

<< Voglio solo essere sicura che non sia una decisione avventata, ecco tutto. >>

Katie, come una mamma chioccia,  forte del suo carattere pianificatore e dei suoi anni di esperienza in pronto soccorso,  ha già deciso: andrà ad Aspen per cercare di far ragionare la sorella e farla desistere dallo sposare uno sconosciuto, ma soprattutto indagherà sulla vita di Dan, mettendolo sotto torchio come fosse il colpevole sotto accusa di un grave reato.

<< Tu, disse al riflesso nello specchio, sei un impetuoso e impulsivo disastro ambulante. >>

In mezzo a tutto il trambusto generato da Katie, quello che la famiglia non sa è del turbinio di sentimenti contrastanti che Rosie sta attraversando.

Nonostante si trovi in un luogo incantato, ad organizzare un matrimonio da sogno in una lussuosa location, accuratamente allestita per l'occasione dalla madre di Dan, la povera Rosie sta attraversando un momento di sconforto, causato dall'insicurezza. 

Proprio ora che che tutto è pronto, il dubbio di non conoscere abbastanza Dan da poterlo sposare la sta assalendo creandole una gran confusione, aumentata dalla girandola di domande e rimbrotti di Katie che tenta disperatamente di annullare il matrimonio e dalla pesantezza dei suoi genitori che sembrano vivere nella nuvola rosa di due adolescenti alla prima cotta. 

<< La famiglia è importante in questo periodo dell'anno. Ti amo. >>  disse Maggie a Nick. << Te l'ho già detto quanto ti amo, oggi? >>

Per scelta di Maggie, lei e Nick decidono di rimandare l'annuncio sul loro divorzio a dopo il matrimonio, fingendo di essere ancora la coppia innamorata di un tempo, mettendoci forse troppa enfasi, causata dalla tensione di fingere un amore ormai giunto alla fine o dallo scoprire un nuovo sentimento? 

<< ''Katie?''

Sentì una voce profonda alle sue spalle, si girò e si ritrovò a fissare un ampio petto e un paio di spalle possenti.

''Buon Natale Katie.'' >>

A cercare di mettere un freno all'istinto distruttivo di Katie è Jordan, amico fraterno e testimone di nozze di Dan. 

Jordan, dopo aver prelevato Katie al terminal dell'aeroporto e venuto a conoscenza del suo piano per boicottare il matrimonio dei suoi amici, cerca con ogni mezzo di bloccarla. È sicuro che Rosie che sia la donna giusta per Dan e sa che i suoi amici si amano, quindi nessuno dovrà mettersi in mezzo per separarli. Nemmeno katie, a costo di fermarla con le sue mani, tanto più che tra loro sembra esserci una forte attrazione che potrebbe sfociare in qualcosa di più, se solo lei riuscisse ad aprire  il suo cuore indurito all'amore a causa di una terribile esperienza vissuta in passato e tenuta nascosta per troppo tempo.

Circondati dalla spettacolare cornice delle montagne innevate del Colorado, immersi in un'atmosfera che solo la magia del Natale può creare, i personaggi di Un matrimonio a dicembre,  saranno costretti a confrontarsi e a mettere in tavola tutte le carte in modo da poter risolvere attriti e incomprensioni che impediscono di accettare i cambiamenti che la vita semina lungo la strada verso la felicità...

Come ultima recensione dell'anno ho scelto l'amore e la positività, perché ne abbiamo tanto bisogno. Ma si, anche perché dietro al mio carattere chiuso e forse un po' troppo pratico, sono anche un po' romantica e amo le atmosfere magiche che Sarah Morgan sa regalare ai suoi lettori.

Il romanzo conta di  278 pagine ed è un romanzo corale, raccontato dalle voci di Rosie, Katie e Maggie con un linguaggio semplice e scorrevole, tanto da non  accorgervi del tempo che passa mentre state leggendo.

Vi sembrerà di sentire il pizzicore della neve che vi cade sul viso, il tepore della spa e il profumo dei biscotti caldi. Sentirete lo sbuffare dei cavalli durante un'incantevole corsa in slitta e sentirete il Natale del cuore, quello che lascia uscire i dubbi e l'ansia per far posto alla pace e all'amore.

Un romanzo che potrebbe essere il regalo perfetto come ''calza della Befana'' per l'amica romantica e sognatrice.

Augurandovi buona lettura, colgo l'occasione per augurarvi un sereno e felice anno nuovo, ricordandovi che la felicità la si può trovare dentro al nostro cuore solo se siamo disposti ad accettare i cambiamenti che non possiamo e dobbiamo impedire o, come il saggio Silente insegna 

'' La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce.''

Facciamo di queste parole il nostro mantra per il nuovo anno: spegniamo le tenebre della paura del futuro e accendiamo la luce del cambiamento, la felicità è nascosta in quella luce.

Volevo anche dirvi grazie per essermi stati vicini durante questo anno particolarmente duro e difficile, augurando che il nuovo anno possa essere portatore di tante, nuove e belle letture per tutti.

Tania C.


 





domenica 27 dicembre 2020

Recensione NATALE SENZA AFFANNO di Beth Kempton - Ed. Corbaccio

 



NATALE SENZA AFFANNO

Beth Kempton

Editore Corbaccio

Anno di pubblicazione 2020

Collana I libri del benessere

Formato Brossura

Pag. 240

Traduzione Gabriella Pandolfo

€ 16,90

ISBN: 8867008110

Ebook disponibile in tutti gli store on line


CONOSCIAMO L'AUTRICE

Beth Kempton - foto dal web -


Beth Kempton ha lavorato molti anni in Giappone dove ha imparato l’arte degli origami, dell’ikebana e della scrittura. Si è dedicata alla ceramica, alla tessitura e alla cerimonia del tè. Le esperienze vissute hanno sviluppato in lei un grande amore e una profonda conoscenza della cultura giapponese, tanto da riportarla nel suo libro Wabi, edito da Corbaccio nel 2019.

Fondatrice e CEO di Do Wath You Want, dal quale fu tratto il libro Fai quello che ami, edito in Italia da Corbaccio, la Kempton tiene corsi e workshop volti ad aiutare migliaia di persone in tutto il mondp.

Il suo blog è stato definito << Best Happiness Blog on the Planet >>.





TRAMA

Riscoprire il vero spirito del Natale

Se dicembre fosse un mese rilassante invece che stressante? Natale senza affanno vi accompagna fuori dal buio invernale, per arrivare alla magia di un Natale genuino, di un periodo fatto di splendide  tradizioni, doni e promesse. Durante la lettura riuscirete ad allontanarvi dal Natale dei centri commerciali, dei lunghi pranzi e dei ricevimenti organizzati quasi per obbligo più che per il piacere di ritrovarsi, dalle affannose corse al regalo dell’ultimo minuto… dalla routine che ha soffocato l’incanto dei Natali della vostra infanzia. Si ritroverà il piacere della lentezza, del cucinare per gli amici e la famiglia, del piacere dello stare insieme senza affannarsi. Mai come in questo periodo è importante prendersi dei momenti tutti per sé, per coccolarsi e riempire le festività non solo di cibo ma anche di ricordi, tradizioni antiche e nuove, progetti per il nuovo anno, speranze per noi e i nostri affetti più cari.

IMPRESSIONI


<< Prendete una sedia e rilassatevi. Dopo tutto è Natale. >>

Questo libro sul Natale, ma non di Natale e adesso vi spiego il perché, mi è stato gentilmente offerto in una comoda versione digitale da Valentina di Edizioni Corbaccio che ringrazio per la gentilezza accordatami. 

È un saggio-romanzo-racconto che amo definire come ''agenda della serenità''. 

Leggere e rileggere un capitolo alla settimana durante l'anno, non solo a Natale, potrebbe essere una panacea per tutti quegli animi in continua corsa frenetica verso il traguardo dell'ansia ''da prestazione'' natalizia.

Quando ero piccola il Natale per me significava 8 dicembre. Una data importante, quella che aspettavo tutto l'anno per poter fare il Presepe e l'albero, addobbare la casa con  tante lucine colorate, aspettare Gesù Bambino ( a casa mia Babbo Natale non passava ) coi doni richiesti dopo aver scritto la letterina con la mia bella calligrafia precisina. 

Un mese impegnativo ma dal dolce profumo di ricciarelli e panforte che si propagava per casa. La mamma e la nonna impegnate a tirare la sfoglia e a preparare il ripieno per i ravioli che poi avrei riempito con le mie manine incerte di bimba che voleva giocare a fare la cuoca, finendo per fare degli improbabili ravioli o troppo obesi o scheletrici. 

Ma era bello, perché tutto era intriso di quella semplicità e  magia che solo i bambini riescono a vedere e vivere con tanta spensieratezza. 

Crescendo il Natale è diventato per me, come credo per molti,  un'imposizione. 

Ho sempre amato addobbare casa, guardare i film a tema e ascoltare le coinvolgenti melodie, ma la magia dei Natali della mia infanzia è stata sostituita dall'ipocrisia del consumismo sconsiderato per fare il regalo più prestigioso o spesso ''riciclato'' perché il regalo va ricambiato per forza, finendo per fare ancora più brutta figura che a presentarsi a mani vuote e dall'imposizione di avere, ogni anno, casa riempita di gente solo perché ''è Natale e bisogna stare insieme''. 

Quasi una gara a chi ha la tavolata più bella e succulenta, il dolce più ricercato e la frutta esotica più rara, l'albero griffato e decorato dall'architetto perché lo impone la moda, perdendo il vero spirito del Natale. 

Lo spirito che ho perso e mai più ritrovato, pur amando l'atmosfera calda che si respira dall'Immacolata fino al 24 dicembre. Per me il Natale è sempre finito il 24, il giorno dopo ha sempre significato  ''solitudine'', tristezza e noia. 

Mangiare, bere, ascoltare futili discorsi di chi crede che l'amore si manifesti solo declamando lo squallore della busta generosa o di un regalo a 24 k, mi hanno fatto passare la voglia e il piacere dello stare insieme, di ritrovarsi davanti all'albero a guardare Una poltrona per due e spacchettare piccoli doni, ma pensati e fatti col cuore e anche con le proprie mani.

<< Che questo libro possa essere una lanterna che vi accompagni attraverso il buio dell'inverno e vi riporti al vero spirito delle feste. Spero vi porti tanta gioia. >>

Con questo libro la Kempton ha cercato di ricreare quella magica atmosfera che respiravamo da piccoli, invitandoci a lasciarci alle spalle l'ansia e la frenesia consumistica per dare spazio al calore degli affetti sinceri, al piacere di scegliere col cuore il regalo per i nostri affetti, al tepore della calma di una mattina di festa, alla gioia di una buona colazione a letto perché è Natale e tutto è possibile, soprattutto la tranquillità.

Partendo dal fatto che  non esiste un unico modo per fare il Natale, così come non esiste un'unica forma di famiglia, l'autrice ci accompagnerà nella realtà dei festeggiamenti del Natale di altre culture, soprattutto dell'emisfero boreale, esplorando tradizioni e ricordi di più generazioni per arrivare al punto in comune che, in qualsiasi modo lo si viva, nei nostri cuori il Natale ha un potere magico. 

L'importante è viverlo con leggerezza e spontaneità , senza lasciarsi sopraffare da tradizioni imposte che nulla hanno più a che fare con lo spirito natalizio. Sarà bello anche riscoprire il piacere dell'inverno, che non è solo buio e grigio.

L'invito che ci fa la Kempton è quello di ritagliare tutto il tempo che ci serve per riflettere su ciò che realmente desideriamo dal Natale per noi e per i nostri cari, in modo da non arrivare a fine anno con l'anima arruffata e stanca ma con le idee chiare e tante nuove prospettive per il nuovo anno che sta per arrivare.

Dopo un anno duro e difficile, che non ha concesso sconti a nessuno, questo libro è probabilmente quello che serve per rimetterci in carreggiata, per farci capire che è arrivato il momento di prenderci una pausa, lasciare andare le vecchie convinzioni che ci bloccano e immergerci nella tranquillità dei piccoli gesti quotidiani insieme alla nostra famiglia e ai nostri amici. 

Il piacere di preparare una buona colazione per i nostri mariti, di prendere un tè con un'amica o di fare una passeggiata nella natura sono  li che ci aspettano per diventare i nostri momenti magici. 

E sarà Natale tutti i giorni. 

Ho letto questo libro a fine novembre, appena mi è stato inviato ed avevo in programma di recensirlo per l'Immacolata o subito dopo. Purtroppo, anticipando l'invito al rilassamento dell'autrice, un intervento alla mano mi ha obbligato a fermarmi per qualche tempo. Ne ho approfittato dunque per riflettere su ciò che avevo appena letto e sul significato che il Natale aveva preso per me nel tempo.

Mi è servito molto seguire il consiglio nascosto tra le pagine: ''rilassati, respira e rallenta''. Piano piano la magia dell'atmosfera di un tranquillo Natale in famiglia  è tornata, accentuata anche dalla situazione sanitaria che purtroppo stiamo vivendo. Il piacere di stare raggomitolata davanti al camino a leggere con una tisana fumante mentre fuori piove, il calore dei miei genitori vicino, il muso umido di Brigadiere sulle mie ginocchia, le coccole del mio compagno, hanno assunto un sapore più intenso. Sapore di casa e di quell'abbraccio avvolgente che credevo perduto per sempre.

Il libro si divide in tre parti.

La prima parte, l'attesa durante la quale verremo esorcizzati dalla frenesia del consumismo per convertirci al tepore della nostra casa.

La seconda parte, la celebrazione, durante la quale riscopriremo con occhi meravigliati l'atmosfera natalizia, del significato di donare e convivialità.

La terza parte, la manifestazione, durante la quale impareremo a pianificare in maniera innovativa il nuovo anno, allo scopo di renderlo appagante sotto ogni aspetto.

L'autrice consiglia di leggere Natale senza affanno tutto insieme, lentamente, ma solo prima di Natale, assaporando ogni racconto che ci guiderà come un faro durante tutto il periodo festivo. Se invece lo abbiamo trovato come dono sotto l'albero, si raccomanda di passare subito alla terza parte, in modo da arrivare serenamente al prossimo Natale, in cui si potranno leggere le altre due parti. 

Un altro consiglio è quello di  non riporre mai il libro perché potrebbe tornare utile in ogni momento di spossatezza o di sconforto.

Sperando che questo libro possa essere utile a voi come lo è stato per me, approfitto dell'occasione per augurarvi buone feste e buona lettura.

Tania C.




venerdì 25 dicembre 2020

Recensione IL VIAGGIO PIÙ BELLO Alex Bellini - Ed. Chiarelettere -





IL VIAGGIO PIÙ BELLO

Alex Bellini

Ed. Chiarelettere

Anno di uscita Ottobre 2020

Formato Brossura

Collana Reverse

Pag. 144

€ 15


    CONOSCIAMO L'AUTORE

Alex Bellini - foto da Facebook https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fbellini.alex.1%2Fphotos%2Fd41d8cd9%2F10155744423167980%2F&psig=AOvVaw2cLUnI9N4MGS3T5KEcxohy&ust=1608817353734000&source=images&cd=vfe&ved=0CAMQjB1qFwoTCMj3meqd5O0CFQAAAAAdAAAAABAS

Alex Bellini viene alla luce in Valtellina nel 1978.

Da sempre lo sport, in tutte le sue forme ed accezioni, è la sua ragione di vita.

Nel 1999 fu selezionato per partecipare alle selezioni nazionali del Camel Trophy di Tonga.

Dal 2000 al 2001 corre le prime maratone tra cui la New York City Marathon e la Marathon des Sables, corsa di circa 280 km, in 6 tappe, fatta a piedi in autosufficienza, attraverso il deserto del Sahara marocchino.

Il 2002 lo vede volare fino  in Alaska per partecipare all´Iditarod, la famosissima corsa con i cani da slitta. La  gara la concluderà in 9 giorni dopo aver percorso a piedi 600 km trainandosi una slitta in vetro resina.

Nel 2003 torna in Alaska per partecipare all’edizione dell’Iditarod più lunga, 1400 km corsi per la maggior parte all'interno del fiume Yukon. Bellini concluderà la gara in 27 giorni e con 10 kg di peso corporeo in meno.

Il 18 settembre 2005 parte da Genova, a bordo di Rosa di Atacama II, imbarcazione a remi di 7 metri e mezzo, senza barca d’appoggio. Superando situazioni impossibili da prevedere riesce a raggiungere con la sola forza delle proprie braccia, Fortaleza, nel Nord Est del Brasile dopo 226 giorni e 10.000 km di mare.

Il 21 Febbraio 2008 parte da Lima, in Perù, per attraversare in solitaria l'Oceano Pacifico a remi. Una nuova prova di resistenza fisica e psicologica che Alex concluderà con successo il 13 dicembre 2008, dopo 294 giorni e 18.000 km di mare, entrando nelle acque territoriali dell’Australia e segnando il nuovo record di traversata, con esito positivo, più lunga della storia.

Oggi Alex Bellini pilota di mongolfiere ed è un affermato speaker motivazionale, nonché autore di due straordinari libri: “Mi chiamavano montanaro” e “Il Pacifico a remi”.




TRAMA

Le sfide, le difficoltà, i nodi da sciogliere: il viaggio più bello è quello che facciamo dentro di noi, parola di esploratore.

 “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile, sempre.”

La testimonianza di Alex Bellini – protagonista di mirabolanti imprese avventurose come le traversate dell’Atlantico e del Pacifico a remi – è uno strumento valido per disincagliare le nostre vite.  Ci siamo arenati in una crisi senza precedenti eppure “viviamo tempi interessanti”, bisogna solo accettarne la sfida. Ma in che modo? 

Secondo l’autore la prima cosa da fare è quella di evitare di avere paura della nostra stessa ombra, mettendo in discussione i modelli che la società ci impone e quei comportamenti che ripetiamo come se fossimo degli automi. È vero, l’esplorazione interiore non ha l’aria di un’impresa eroica, tuttavia ognuna delle eccezionali imprese di Alex Bellini è stata possibile grazie ad alcune abilità da lui  definite virtù che nulla hanno a che vedere con la forza o la resistenza fisica ma sono il portato di un viaggio verticale dentro di sé, ammorbidendo le proprie rigidità, ascoltandosi profondamente, coltivando la presenza mentale, senza il timore di mostrare la propria vulnerabilità. Guidati dall’intelligenza e dall’esperienza di un grande viaggiatore possiamo anche noi riscoprire abilità dimenticate e soprattutto attivarle. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, nessun’altra sfida è più importante, nessun altro viaggio è più bello.


IMPRESSIONI

<< Un nodo è un legame, un intreccio, un laccio, una difficoltà o un problema che non sappiamo come risolvere. >>

Questo pamphlet mi è stato inviato grazie alla disponibilità di Tommaso di Chiarelettere e lo ringrazio per questo bel dono.

Spesso nella vita attraversiamo momenti che io definisco ''limbo''. Periodi in cui non sappiamo spiegare nemmeno a noi stessi cosa ci rende vulnerabili alle difficoltà, alla tristezza, sprofondando nell'apatia o nell'ansia. Durante questo funesto 2020 credo che nessuno di noi sia stato esente da un momento di sconforto, dalla voglia di ''mollare'' e lasciarsi vegetare nel confortevole bozzolo del nostro divano. Non è sbagliato, ogni tanto, staccare la spina per un po', cercando di accantonare per qualche attimo i dubbi e le paure in bilico sul baratro che sembra essere il futuro in continua evoluzione, ma dopo una breve pausa bisogna reagire per andare avanti e, per reagire, bisogna vincere la paura dell'ignoto che ogni trasformazione comporta. 

Ci vorrà tempo e calma, bisognerà imparare a seguire la strada giusta, che non sempre è la più facile da percorrere, ma sarà quella che ci aiuterà ad uscire dalla nebbia che ogni cambiamento comporta. 

Ogni viaggio comincia da un piccolo passo che ci porterà fin dove vorremo arrivare solo se saremo disposti ad ascoltarci e ad eliminare gli ostacoli che impediscono la serenità del nostro animo.

Dopo aver compiuto lunghi viaggi, soprattutto in solitaria e senza appoggi esterni, l'autore quest'anno, a causa dello stop forzato per la situazione sanitaria che ben conosciamo, ha deciso di percorrere un nuovo lungo viaggio: quello introspettivo.

È stato il suo ''viaggio'' più bello, quello  che lo ha aiutato a ritrovare se stesso ed aiuterà noi a riflettere su quello che veramente è importante  durante il viaggio della vita.

In ogni sua impresa Bellini ha dovuto contare non solo sulla sua forza fisica, ma in particolar modo sulla presa di coscienza di sé, sciogliendo tutti quei nodi che ostacolavano la sua scalata verso il cambiamento, superando la paura dell'ignoto.

Per compiere questa sua fantastica impresa non serviranno attrezzature tecnologiche né abiti in materiale tecnico, basterà il nostro abbigliamento comodo e un angolo confortevole dal quale ''partire'' con la lettura di questo pamphlet.

Durante il viaggio Alex Bellini ci insegnerà come sciogliere quei ''nodi, quei macigni sul petto'', che spesso non ci fanno dormire la notte, allontanandoci dal traguardo dei nostri sogni e delle nostre certezze pur facendoci sentire al sicuro e protetti nel caldo bozzolo della loro staticità. 

Le novità, il futuro, ci attraggono, tutti vorremmo guardare e andare avanti con fiducia, ma spesso la paura dell'ignoto prende il sopravvento avvolgendoci nelle sue spire di finta tranquillità che ci annodano ad un presente di insicurezza che non ci condurrà da nessuna parte.  

Questi, per l'autore sono i nodi da sciogliere e sono sei:

Il nodo della rinuncia (o del lasciar andare)

Il nodo del silenzio

Il nodo dell’attenzione e della presenza mentale

L’esperienza

Il nodo dell’ascolto

L’esperienza 

Il nodo della pazienza

Il nodo della vulnerabilità

Per ogni nodo Bellini ci racconterà un aneddoto o un'esperienza vissuti durante le sue imprese, rievocando anche imprese di altri grandi viaggiatori-esploratori. 

Per ogni nodo affrontato, l'invito dell'autore, è quello di prenderci una pausa per riflettere su ciò che ci blocca e disturba, aiutandoci con dei piccoli esercizi volti proprio allo scopo di seguirci passo passo nel percorso di riflessione.

Nodo dopo nodo si arriverà alla fine di questo viaggio verticale nel profondo dell'anima e, vi assicuro, alla fine del viaggio vi sentirete più leggeri e aperti alla positività di un nuovo futuro.

 << La pazienza è la virtù che ci consente di resistere in vista di un obiettivo a lungo termine: insieme alla perseveranza ci permette di trovare il coraggio di lottare per mantenere il nostro proposito e non soccombere davanti agli ostacoli, non farci sopraffare dalla stanchezza o dallo sconforto. >>

Di tutti i nodi trattati, quello che reputo il più importante e che mi è stato più utile di tutti è  quello della ''pazienza''.  Se continuassimo a percorrere la nostra vita nell'impazienza e nella demoralizzazione, sicuramente non raggiungeremo facilmente i nostri obiettivi. Fermarsi a riflettere, a respirare lentamente, imparare a conoscere i nostri limiti e superare la paura ''del buio'', è la strada che ci porterà a fare delle scelte più accurate e con serenità. 

Nel mondo di oggi, dove i ritmi sono scanditi dalla fretta e dal "tutto subito", è facile lasciarsi prendere la mano della scorciatoia di nascondere la testa sotto la sabbia per tagliare corto su una situazione scottante o su un problema che prevede una soluzione a lungo termine. Come se non ci fosse più il tempo per chiarirsi, per capire. Come se ignorare il problema lo facesse sparire. 

L'autore definisce la pazienza come un atto di gentilezza, non solo verso gli altri ma, soprattutto, verso noi stessi.

Leggendo mi sono convinta che la pazienza è anche il primo nodo da dover sciogliere. Prendere tempo per se stessi, essere gentili verso se stessi, è l'unico modo per superare lo scoglio dello sconforto e dell'ansia che ci prende quando vorremmo risolvere i nostri problemi bypassando le conseguenze delle situazioni difficili o drastiche. La pazienza ci aiuterà a capire ciò che veramente conta e ci preparerà a lasciar andare tutto quello che è superfluo e che ci blocca il cammino, in modo da sciogliere il nodo della rinuncia e proseguire verso il nostro viaggio più bello.

E voi da quale nodo preferite cominciare il vostro viaggio?

Se volete farvi un regalo utile e piacevole vi consiglio calorosamente questo libretto di autoaiuto, sono sicura che alla fine della lettura vi sentirete veramente arrivati alla meta che stavate inseguendo.

Un bel regalo da fare e da farvi per questo Natale così ''annodato''.

Buona lettura e un caloroso Buon Natale,

Tania C.






sabato 19 dicembre 2020

Recensione IMPROVVISAMENTE di Lino Perini - Ed. AltroMondo Editore -

 




IMPROVVISAMENTE

Lino Perini

Ed. AltroMondo Editore

Prima pubblicazione Marzo 2020

Formato Brossura

Collana Mondo di oggi

Genere Narrativa

Pag. 131

€ 13

Link per l'acquisto dal sito

https://www.cinquantuno.it/shop/altromondo-editore/improvvisamente/



CONOSCIAMO L'AUTORE

Nato a Mira nel 1955, Lino Perini vive a Dolo, località sita tra Venezia e Padova, nella Riviera del Brenta.

Corrispondente per Il Gazzettino, è stato pubblicista e collaboratore di varie testate giornalistiche e direttore di periodici.

Oltre ad aver pubblicato alcuni romanzi, racconti brevi e poesie, racconti storici e sportivi e biografie, Improvvisamente è il suo settimo racconto pubblicato.

Nel 2006 pubblica il suo primo libro, Il sogno di una vita, seguito nel 2008 da L'Anima rubata , nel 2012 Ossimori, nel 2013 Orchidee e ninfee, nel 2014 Oltre il silenzio.

Nel 2017 esce Amore Impossibile.


TRAMA


A quasi cinquant'anni Marco, docente, per la seconda volta nella sua vita, prova il dolore di una rottura sentimentale.

Con l'anima a pezzi, cerca aiuto rivolgendosi all'amico psicologo Andrea.

La vita, però, ha altri progetti lui. Inattesi e improvvisi.


IMPRESSIONI

Improvvisamente è catalogato come racconto, ma si può considerare un breve ed intenso romanzo sentimentale e di rinascita.

Mi è arrivato in un bel pacco sorpresa grazie al pensiero sempre attento e gentile della cara Alice di AltroMondo Editore che ringrazio per la stima che mi riserva da quasi due anni, per me è un onore vedere che il mio lavoro viene apprezzato. 

Leggendo questo racconto è stato facile immedesimarmi in Marco, il protagonista. 

Chi di noi non ha mai provato la rottura di una storia nella quale avevamo investito tutte le nostre risorse? 

A tredici anni, come a cinquanta, è sempre sconvolgente mettere la parola fine a quello che credevamo dovesse durare ''per sempre''. Cambia l'età, cambia il modo di vivere il sentimento verso il partner, ma l'amore resta invariato nel suo significato più puro. 

E quando l'amore finisce può essere devastante, lasciandoci col cuore vuoto e con l'idea che in futuro saremo incapaci di amare di nuovo, di provare ancora quel battito d'ali nello stomaco che sfocerà nell'innamoramento rendendoci la vita piena e stimolante.    È come essere risucchiati in un buco nero, tutto ci sembra fuori dal nostro essere, inutile e irreale, come vivere sospesi in una dimensione parallela dalla quale vediamo dall'alto lo scorrere dei nostri giorni grigi e ''inutili''. Ci sembra che tutto cospiri alle nostre spalle, tutti sono felici insieme al proprio compagno mentre noi soffriamo nel nostro bozzolo di indifferenza e solitudine. Nessuno sembra voler capirci, nessuno sembra volerci aiutare veramente, capaci solo di attaccarci insistendo su quanto la nostra storia fosse sbagliata o ormai giunta al cul-de-sac, senza più vie d'uscita.

<< Non ti capisco. Io sto soffrendo come un cane  e tu mi dici che è stato meglio così. >>

                                             

Marco, per la seconda volta nella sua vita ha appena chiuso una storia d'amore importante, nella quale credeva. La donna che ama lo ha lasciato e adesso l'amico  Andrea, quello che avrebbe dovuto tirarlo su di morale, ci mette il carico da undici sproloquiando su quanto lei fosse narcisista e per nulla adatta a lui. Ma cosa ne sa Andrea, perché tutte quelle parole taglienti che fanno più male di una stilettata? Perché vuole costringerlo ad uscire invece di parlare a casa, di aiutarlo a trovare un modo per farla tornare?

Andrea è uno psicologo che conosce bene quanto possa essere deleterio per una persona lasciarsi andare dopo aver chiuso una storia. Marco ha lasciato che il mondo gli crollasse addosso, ritrovandosi in uno stato semi vegetativo che lo sta annullando come persona. Rinchiuso in una casa-regno del caos, barba incolta, capelli sporchi, lattine e bottiglie di birra sparse ovunque.

Non venitemi a dire che nessuno di noi non ha mai passato un periodo così dopo una rottura. Quel periodo durante il quale vogliamo solo chiudere il mondo fuori e lasciarci andare agli eventi, apatici e arruffati. Tutto arruffato: i capelli, i pensieri, il cuore.

Andrea sa che Marco deve salvarsi da solo, ma un piccolo aiuto ci vuole, perciò lo sprona a darsi una ripulita e ad uscire, così potrà raccontargli quello che è successo con la donna che ama.

Per Marco è difficile chiamare Giulia per nome, quasi come se non nominandola, potesse esorcizzare il dolore della perdita. Capita spesso, quando la ferita è fresca e dolorosa, rivolgersi all'ex usando epiteti poco civili o addirittura relegandolo nell'anonimato di ''lui o lei''. Come se quel pronome avesse il potere di dissociarci dalla storia con tutte le sue complicazioni.

Ma i ''lutti'' vanno elaborati per poter proseguire, e Andrea sprona Marco a prendere atto che per liberarsi del peso che lo sta schiacciando sarà molto meglio chiamare la ''paura'' col proprio nome invece di edulcorarla con pillole che si riveleranno ancor più amare.

Facendo uno sforzo Marco inizia a raccontare che Giulia, dopo due anni di fidanzamento, la settimana prima, nella neutralità di un bar e senza nemmeno guardarlo negli occhi, lo aveva lasciato perché aveva incontrato un altro.

Probabilmente un uomo che può darle tutto quello di cui non è in grado Marco, ne è sicuro.

Cercando di capirne di più, Andrea gli domanda se lei avesse mai fatto trapelare qualche atteggiamento che facesse pensare ad un nuovo incontro. Lei che era così egocentrica e narcisista. 

Ultimamente era un po' cambiata, ammette Marco, ma mai avrebbe pensato ad un altro uomo e Giulia non aveva voluto chiarire come fosse potuto succedere.

Con il comportamento tipico di chi ancora è innamorato e non vuole ammettere la fine, Marco la difende, incolpandosi che se lei è arrivata al punto di tradirlo, è solo a causa sua, in lui c'è qualcosa che non va.

Quanto fa male però sentirsi dire da Andrea che Giulia non lo amava, altrimenti avrebbe cercato di risollevare il loro rapporto invece di cercare nuovi stimoli altrove.

Se mi permettere una piccola divagazione dal racconto, posso dirvi che è vero, fa male essere messi davanti alla verità ma, col senno del poi delle esperienze vissute, credo che se una persona arrivi al punto di cercare nuove avventuri al di fuori della propria relazione, ci sia ben poco da poter aggiustare. Sarebbe invece importante, per la salute psicofisica di entrambi e per rispetto all'amore vissuto, rendersene conto e chiudere la relazione prima di commettere l'irreparabile.

Andrea ha vissuto una situazione analoga a quella di Marco, una storia che era diventata un'ossessione. Non senza difficoltà ha preferito chiudere la storia, sperando di uscirne senza soffrire ulteriormente, ma così non è stato e, ora che si è confidato con l'amico, si sente in difficoltà perché crede di averlo demoralizzato ancora di più raccontandogli la sua esperienza con Stefania.

<< Dovremmo essere il sesso forte ma forse il mondo è cambiato, a soffrire d'amore sono ora più gli uomini che le donne, o forse tutti soffrono ma ognuno vede solo la sua angoscia. >>

Il racconto di Andrea invece è proprio quello che serve a Marco. Grazie alla sua storia ora sa che deve reagire, guardare avanti perché sa di non essere il solo a soffrire per amore. 

Da quel giorno di confidenze la vita di Marco sembra riprendere lentamente la propria routine finché, un giorno di fine anno, viene convocato in Commissariato perché Andrea ha preso a pugni un certo Agostini. Conosceva la vittima? Era vero che era amico di Andrea?

No, Marco non conosce Agostini, non ne ha mai sentito parlare ma è amico di Andrea Barbieri ed è curioso di conoscere le motivazioni della zuffa. Agostini ha infatti denunciato Andrea, ma il magistrato farà cadere l'accusa perché le ferite riportate dalla vittima sono lievi. Il poliziotto non può raccontare nulla di più a Marco, ma lo potrà fare Andrea che lo attende nella saletta dei colloqui.

Le motivazioni di Andrea sono forti: stanco di essere sempre il confessore di tutti, di essere quello amico, amato da tutti, per poi essere deriso e compatito per la sua bontà, voleva provare per una volta ad essere odiato. Forse se la gente avesse cominciato ad odiarlo avrebbe ottenuto il rispetto e considerazione. Forse essere odiato avrebbe potuto dargli più gioia che essere amato.

Per Marco quella rivelazione è uno shock, si scusa con l'amico per non avere capito subito il suo malessere interiore. Invece di stargli vicino e aiutarlo, lo aveva sfinito coi suoi problemi da adolescente alla prima cotta. Adesso però è pronto ad aiutarlo ed ascoltarlo, l'amicizia è anche questo, venirsi incontro nei momenti di difficoltà.

Contrariamente a quanto pensa Marco, Agostini non è il nuovo amico di Stefania (anche se tutto è successo a causa sua), ma uno psicologo poco attendibile che gestisce un centro di recupero per tossicodipendenti. Andrea ha in cura uno degli ospiti ma, nonostante abbia cercato di farlo uscire dalla dipendenza, non c'è riuscito, fallendo nel suo lavoro di terapeuta.

Il giorno della zuffa, il paziente si presenta nello studio in piena dipendenza, aggredendolo verbalmente. Per paura dell'irreparabile Andrea chiede un TSO. Arrivati i sanitari e i Carabinieri, il paziente perde del tutto le staffe e la situazione degenera finendo in rissa, così i Carabinieri sono costretti a bloccarlo e a portarlo con forza in clinica. Agostini, arrivato sul posto, accende una discussione accusando di brutalità i Carabinieri e di interferenza sul processo di guarigione del paziente da parte di Andrea. Sul principio Andrea cerca di restare calmo, ma la strafottenza di Agostini lo porta all'esasperazione costringendolo a prenderlo a pugni.

Se i fatti accaduti sono stati chiariti, quello che Marco non si spiega è cosa centri Stefania in tutta questa baraonda, dal momento che ha nulla a che fare Agostini e il paziente.

Chiederlo ad Andrea è l'unica soluzione e, per l'amico, è la parolina magica che gli apre la via per la liberazione.

Stefania era da tempo diventata un'ossessione, una sorta di ronzio che continuava risuonargli in testa giorno e notte e l'unico modo per liberarsene era provare, per una volta, ad essere lui quello cattivo. A farsi odiare.

<< La minestra riscaldata non è mai buona. >>

<< Lo dici tu. Prova a mangiare il giorno dopo pasta e 

fagioli. >>

Dopo la confessione di Andrea, Marco non può fare a meno di provare un senso di commiserazione per l'amico e di pensare a Giulia con amarezza. Ma Andrea lo desta dalle sue elucubrazioni chiedendogli se il giorno prima in Commissariato avesse visto Patrizia.

No, Marco non l'aveva rivista e da tempo non gli importava più nulla di lei. Ormai anche quella storia che tanto lo aveva fatto soffrire è chiusa e sepolta. Probabilmente rivederla gli avrebbe pure fatto bene.

<< Talvolta la realtà si diverte a disegnare parabole impensabili. >>

Durante la permanenza in stato di fermo Andrea si è documentato, Patrizia ha fatto carriera, lavora ancora in quel Commissariato e non è sposata. Forse avrebbe potuto cercarla e frequentarla di nuovo, così avrebbe potuto dimenticare più in fretta Giulia. E poi c'è Lucia, la segretaria di Andrea che stravede per lui, anche se tutto sembra lasciar presagire il contrario. 

Se solo lo volesse, Marco, potrebbe rimettersi in pista, invece di perdere tempo logorandosi per  una donna che non lo ama avrebbe dovuto guardarsi intorno per scoprire che ci sono donne che stanno soffrendo per lui...

Le chiacchierate confidenziali di Marco e Andrea diventano sempre più intime e strette, dopo un periodo di lontananza, riprendono a vedersi ogni giorno, confidandosi e cercando di curare le proprie ferite grazie all'aiuto reciproco. Andrea spinge Marco a rivedere Patrizia, ormai è passato tanto tempo da quando lei lo ha lasciato e rivederla potrebbe fargli solo bene. Ora è più maturo, ha accettato la fine di quella che è stata la storia più importante della sua vita ed è pronto per andare avanti senza rancore e sofferenze. 

Il primo incontro con Patrizia avviene in Commissariato; Andrea deve firmare dei documenti riguardanti l'aggressione e Marco lo accompagna proprio con la speranza, intrisa di agitazione, di rivedere Patrizia.

L'incontro avviene non appena i due varcano la soglia della struttura. Marco e Patrizia si studiano. Lei, dopo dieci anni, è sicuramente cambiata diventando più donna, lui è un po' sciupato. Ma l'interesse a rivedersi è reciproco e Patrizia lascia il suo numero ad un emozionato Marco.

Quasi non gli sembra vero! Continuando a rimuginare su cosa non avesse funzionato nel loro rapporto, Marco inizia a vivere sulle nuvole diventando distratto come un adolescente alla prima cotta. Tra piccoli incidenti domestici, gravi dimenticanze e brutte figure al lavoro, arriva la sera della cena programmata con Patrizia.

L'emozione è palpabile, nessun abbigliamento sembra essere quello giusto, il tempo sembra non passare mai e la casa inizia a diventare stretta, così Marco esce recandosi al ristorante dove lo avrebbe poi raggiunto Patrizia.

La cena prosegue piacevolmente, la donna gli racconta un il caso di un collega che uccide la moglie e i figli per poi togliersi la vita. Lei aveva indagato su quel caso, arrivando alla conclusione che alla base di tutto vi era l'amore.

Dopo la nascita del secondo figlio la coppia entrò in crisi. La moglie voleva separarsi, il marito no e da li nacque quel folle gesto.

<< Non sempre quello che appare risulta essere quello che 

è. >>

Marco ascolta affascinato quella storia che tanto sta a cuore alla donna e dopo aver finito il racconto le chiede cosa non ha funzionato nella loro relazione, perché lei lo ha lasciato senza spiegargli il motivo, continuando a negarsi ogni qualvolta Marco cercasse una risposta.

Ora, dopo dieci anni, pensa di meritarla quella risposta. Patrizia questa volta non si nega e di botto racconta le sue scioccanti motivazioni.

Scioccanti come l'amore!

E l'amore, a volte, porta guai...

Nonostante il racconto di Perini sia iniziato in maniera tragica, nel pieno di una bufera sentimentale, andando avanti la lettura ha preso una piega esilarante scorrendo piacevolmente.

Non aspettatevi un racconto strappalacrime o un manuale di autocommiserazione fantastica e come metterla in pratica. Non lo è.

Lino Perini ha usato una sensibilità e un'ironia difficili da trovare in un uomo, a meno che non sia un uomo innamorato. E da un uomo innamorato non poteva che nascere una storia rosa/giallo dal finale tragicomico.

Questo libro mi ha dato uno spunto per riflettere sul mio passato, su storie finite con conseguenze infelici durate parecchio tempo, aiutandomi a capire che soffrire per chi non ci vuole nella sua vita non serve a nulla, se non a farci ammalare di cinismo e letargia.

Va bene essere tristi, starci male e porsi domande, dopotutto ci serve per capire e rimediare eventuali errori, ma dopo un po' bisogna reagire e affrontare la realtà che, quando meno ce lo aspettiamo, ci farà battere di nuovo il cuore, con tutte le conseguenze che solo chi sceglie di innamorarsi ancora conosce...

Consiglio questo piccolo romanzo soprattutto alle donne per far loro conoscere l'amore e la sofferenza dal punto di vista maschile. Non siamo solo noi a soffrire quando una storia si chiude. Spesso l'uomo si nasconde nel suo dolore  dietro al suo essere uomo, proprio per non lasciar trapelare le sue fragilità. 

Augurandovi una buona lettura vi ricordo che potrete acquistare il libro in versione cartacea al link che ho postato sopra o nei principali store on line.

Tania C.



domenica 13 dicembre 2020

Recensione FORSE UN GIORNO di Francesca Stammelluti - AltroMondo Editore -

 





FORSE UN GIORNO ...

Francesca Stammelluti

Ed. AltroMondo Editore 

Uscita Ottobre 2020

Collana Mondo di dentro

Secondo capitolo della trilogia delle emozioni

Pag. 217

Formato Brossura

Genere Narrativa Rosa

€ 16,00

Link per acquisto https://www.cinquantuno.it/shop/altromondo-editore/forse-un-giorno/


CONOSCIAMO L'AUTRICE

Francesca Stammelluti - foto dal web -

Francesca Stammelluti è nata a Napoli, dove, dopo aver conseguito il diploma Magistrale, frequenta l'Università popolare dello spettacolo. Nel 1998, trasferitasi in Veneto, il suo peregrinare la porta a stabilirsi definitivamente a Vicenza creando una bella famiglia, diventando moglie e madre di due gemelle e impegnandosi nel sociale. Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo e nel 2015 crea un laboratorio di teatro per i ragazzi del suo quartiere di residenza. 


TRAMA

Gemma, single per scelta, vive la sua vita senza un uomo fisso al fianco. L'infanzia difficile le ha condizionato la visione della vita facendola diventare una donna indipendente, carismatica, testarda, disillusa ma generosa.

Michael è un uomo dal fisico scolpito, solitario e buono, dagli occhi color miele e con un passato burrascoso a causa del quale crede di non meritare nulla dalla vita.

Questa è la storia del loro incontro e non solo; in primo piano troviamo l'amicizia sincera e profonda e l'amore vero, quello che ci fa cambiare la prospettiva delle cose senza cambiarci.

Forse un giorno... è il secondo capitolo della trilogia delle emozioni.


IMPRESSIONI

Una delle prime Case Editrici che hanno accolto la mia richiesta di collaborazione è stata AltroMondo Editore e, grazie alla disponibilità della cara Alice, ho sempre avuto modo di leggere storie interessanti che toccano argomenti sempre attuali e avvincenti. 

Tra i molti testi ricevuti ho avuto il piacere di leggere e recensire il primo capitolo di questa trilogia che si intitola Forse domani..., un avvincente romanzo dal tocco rosa che tratta un argomento molto delicato: la violenza sulle donne.

Talmente mi era piaciuto che Alice mi ha mandato il secondo capitolo, intitolato Forse un giorno..., e anche stavolta la Stammelluti ha superato se stessa ricreando l'atmosfera accogliente del primo romanzo. La protagonista si chiama Gemma, ed è la sorella di Federico, ex fidanzato di Cecilia, protagonista del primo capitolo della trilogia. Capelli lunghi, rossi e piccole efelidi sul naso ne lasciano presagire il temperamento caldo e passionale.

A differenza di Cecilia, mite e accondiscendente, Gemma ha un carattere ribelle. Un passato turbolento e difficile, adottata dalla ricca famiglia di Federico che era già grandina, è cresciuta senza peli sulla lingua e in grado di difendere se stessa, sempre un passo avanti e con l'ultima parola in bocca. 

<< Tutti hanno un tallone d'Achille! Il mio in questo preciso momento, si chiama Michael. >>

Dopo l'aggressione di Cecilia, Gemma raggiunge l'amica in Australia decisa  a trasferirsi per starle vicina e mettere in pratica i suoi studi appena conseguiti in neuropsichiatria infantile.

Una mattina, mentre sta visitando le stalle della fattoria Walker, centro riabilitativo per bambini con problemi psichiatrici, conosce Michael il giovane proprietario, un uomo tanto affascinante quanto irritante, pronto a sconvolgerle la vita e gli ormoni col suo fisico muscoloso e tornito.

Tra i due da subito comincia a scorrere una carica densa di sensualità e passione che potrebbe anche sfociare in uno scontro se non fosse che Michael cerca di calmare le acque. Sono così diversi ma caparbi e ribelli entrambi. 

Contrariamente alla scintilla burrascosa innescata, le cose sembrano prendere una piega differente.

Gemma è al settimo cielo quando Michael la invita a cena quella sera. Sono adulti e consenzienti, che male c'è nel voler passare qualche ora in piacevole compagnia? E poi Mic è così affascinante. Certo, l'hanno avvertita che a Michael non interessa impegnarsi, vuole solo divertirsi, ma nemmeno lei è interessata ad una relazione stabile, quindi che male c'è?

Emozionata per l'incontro, Gemma si prepara per la sua serata da fiaba, i capelli ribelli sembrano quasi essere più docili e col suo vestito elegante color polvere sembra una principessa pronta per il suo principe.

Michael si presenta puntuale all'appuntamento, la serata è organizzata nei minimi dettagli, cena  sulla Sidney Tower e dopo una camera li aspetta per passare una favolosa notte. 

Mentre sono pronti alla partenza, Gemma trova sull'auto di Mic, tirata a lucido per l'occasione, un biglietto con la  scritta ''assassino''. 

Nonostante Michael avesse fatto di tutto per evitare Gemma leggesse il biglietto, ormai è troppo tardi.

Il buon umore di Michael si guasta e fugge a bordo della sua auto lasciando una stupita e quasi umiliata Gemma con un dubbio ad attanagliarla. Perché quel cambiamento repentino e perché quel biglietto? Era veramente indirizzato a lui?

<< Dio ti prego uccidimi. >>

Megan, suocera di Cecilia e proprietaria del b&b dove alloggia Gemma, le racconta che Michael è un bravo ragazzo, ha conseguito la laurea in medicina specializzandosi in cardiochirurgia. Lavora in ospedale a Sidney, adoperandosi caritatevolmente soprattutto per i meno fortunati. Ma non è sempre stato così. Molti anni prima, subito dopo la morte della madre, l'impassibile Michael aveva preso una brutta strada. Passava le sue giornate a bere e fumare, quasi volesse distruggersi, ma senza coinvolgere amici e conoscenti nelle sue scorribande. 

Un giorno come conseguenza di una lite violenta con un vicino coetaneo, Michael decide di vendicarsi manomettendo il camion dell'azienda di famiglia del suo ''nemico''' in modo di fargli prendere una lavata di capo. Dopo aver bevuto e fumato erba, in preda alla rabbia, Michael mette in atto il suo ''piano perfetto''.

Quello che Mic non immagina sono le conseguenze tragiche che il suo gesto sta per comportare. Il camion manomesso purtroppo finisce in mezzo alla strada provocando un incidente dove muoiono i genitori di J. e Patty, la ragazza dell'emporio, e Randy, il marito di Megan che dallo shock e dai traumi riportati sviene sotto gli occhi terrorizzati di Michael, il quale, dopo aver capito la gravità del gesto tenta invano di frenare la pazza corsa del camion.

<< Non si può sfuggire al passato, a meno che tu non sia disposto a lasciarlo andare. >>

Megan ha da tempo perdonato il gesto di Michael. Non è un cattivo ragazzo e non ha mai avuto intenzione di uccidere nessuno. Perdonarlo era l'unico modo per placare il dolore di quella tragedia. Chi invece ha continuato ha serbare odio e sete di vendetta è Patty. Il biglietto proviene da lei e di sicuro non è la fine del suo odio per quel ragazzo che le ha ucciso il padre.

Gemma rimane molto colpita dal tragico passato di Michael e scopre di avere molto in comune con quell'affascinante medico. Tenta quindi di cercarlo per fargli capire che ha saputo dei suoi tormenti e che non le importa nulla, anzi le farebbe piacere rivederlo. Ma Michael è introvabile e non le resta che lasciargli qualche messaggio in ospedale con la speranza che la richiami al più presto.

Ma c'è qualcuno sta tramando per tenerli lontani. Il padre di Mic, Alan Walker., venuto a conoscenza del passato di Gemma, è deciso a dividerli, non ritenendo la ragazza una degna compagnia per il figlio già pieno di problemi e sensi di colpa. Pertanto chiede un incontro con la ragazza per cercare di dissuaderla, anche pagandola, a frequentare il figlio. 

Gemma lo affronta a muso duro, preparata e motivata a far valere le sue ragioni. Il suo carattere ardito le ha sempre permesso di avere l'ultima parola e uscire a testa alta dalle discussioni, e anche questa volta avrebbe tenuto testa a quell'impiccione che è il padre del suo sogno proibito.

<< Dove sono? Che è successo? Perché è tutto così buio? >>

Durante lo scontro con Alan Walker Gemma viene contattata da Mic, il quale scusandosi per la fuga della sera prima le chiede di raggiungerlo  a Sidney il giorno stesso. Avrebbero avuto modo di chiarirsi e finalmente finire il discorso mai iniziato.

Nonostante un Signor Walker contrariato, Gemma ha la meglio e si rimette in auto verso casa dove si sarebbe preparata a raggiungere il suo affascinante cardiologo.

Una macchina la sta seguendo per speronarla. Giusto il tempo di capire chi è che la sua auto viene fatta carambolare fuori strada ribaltandosi più volte. Ferita e dolorante, ma incastrata nell'auto, Gemma trova la forza di avvisare Megan dell'incidente: qualcuno vuole ucciderla. Con la promessa di mandarle al più presto i soccorsi la donna  chiude la chiamata ma, poco dopo Gemma riceve una telefonata che nonostante il dolore e la voglia di addormentarsi, le fece battere il cuore: Michael stava arrivando per soccorrerla, lei però avrebbe dovuto restare sveglia.

Si risveglierà dopo un po' di tempo in ospedale, circondata da Cecilia e Spencer, accorsi al suo capezzale appena informati dell'incidente e da Michael, diventato suo medico personale, pronto a proseguire accurate visite a domicilio.

A poco a poco Gemma si riprende ed è pronta per tornare a casa per denunciare chi ha tentato di ucciderla: Patty.

L'ha vista bene dallo specchietto retrovisore mentre la inseguiva e durante lo speronamento. Patty la odia perché ha deciso di frequentare Michael, ma questa volta non la passerà liscia...

Nonostante le scuse di Patty e la promessa di andare in analisi, Gemma è convinta di denunciarla, non tanto per vendetta, ma per farle capire che vivere nell'odio e nel rancore non porta nulla di buono. Il suo odio verso Michael,  che provocò l'incidente dove persero la vita i genitori e il marito di Megan, l'ha fatta crescere con l'accecante idea della vendetta. Ma le intenzioni di Michael non erano quelle di uccidere nessuno e, ne lui ne Patty, lo avevano ancora capito, logorandosi l'anima anno dopo anno, sino ad arrivare a compiere gesti estremi.

Lo scontro con Patty è violento, Gemma ne esce più ammaccata di prima, ma Cecilia e Spencer sono pronti a difenderla con ogni mezzo. Gemma è la loro damigella di nozze e c'è un matrimonio da organizzare. Per l'occasione sta arrivando in Australia anche Livia, amica del cuore di Cecilia e Gemma.

Michael nel frattempo non smette di prendersi cura della sua paziente speciale, sembrano quasi una coppia di innamorati, contrariamente a quanto ne pensino loro.

Ma qualcosa di infinitamente grande sta per sconvolgere le loro vite. Un piccolo pallino, un cinghialino o una grossa mucca, chissà...

Lascio a voi scoprire il misterioso pallino di Gemma leggendo Forse domani...

Il titolo, coi tre puntini di sospensione è proiettato sul futuro. Nulla è scontato e nulla è prevedibile, bisogna arrivare all'ultima pagina per trarre le conclusioni.

Lo stile è molto scorrevole, Gemma racconta la sua storia in prima persona con un linguaggio forte e diretto, dal quale traspare tutto il dolore del suo passato. Poche descrizioni ma molti dialoghi tra i personaggi. 

Anche questa volta la Stammelluti ha soddisfatto la mia voracità di lettrice onnivora. 

Forse domani... è una storia d'amore, ma non aspettatevi la classica storia sdolcinata e zuccherosa, dietro alla crosta croccante si nasconde un cuori che hanno sofferto e che nascondono ancora tanta amarezza pronta a dissolversi in un finale che sconvolgerà le carte in tavola sorprendendo il lettore. 

È un libro che si può leggere anche se non avete letto il prequel, ma il mio consiglio è quello di cominciare dall'inizio. Apprezzerete di più i personaggi e l'evolversi della storia.

Per chi ama le storie forti e passionali è un regalo perfetto da mettere sotto l'albero. 

Il romanzo è impreziosito da un'introduzione di Argia di Donato e da una poesia dell'autrice.

Io aspetto con ansia l'uscita del terzo capitolo, sicura che sarà una bomba ad orologeria e a voi auguro una buona lettura.

Tania C.




 














Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...