venerdì 11 dicembre 2020

Recensione di NAVI MUTE - Giampiero Cazzato - Marco Di Milla - Ed. ALL AROUND

NAVI MUTE

Giampiero Cazzato

Marco Di Milla

Ed. All Around 2020

Pag. 217

Copertina flessibile

Collana Storie di mare

€ 16,00


CONOSCIAMO GLI AUTORI


Giampiero Cazzato

Giornalista e scrittore, è il redattore della rivista Porti. In passato ha lavorato per Liberazione trattando argomenti di politici e sociali e fu poi inviato parlamentare per la rivista Rinascita della sinistra. Oggi collabora con la rivista online dell'Anpi, Patria indipendente e con Il Venerdì di Repubblica.


Marco Di Milla

Pubblicista e giornalista sin dal 2014, a sua firma furono pubblicati diversi articoli su riviste specializzate in ambito marittimo e letterario. 

Curatore di diverse trasmissioni radiofoniche per RTL 102.5 e Radio Guardia Costiera, ideò il  premio letterario "Non lo spegni il mare".

Militare di carriera, arrivato al grado di 1° Maresciallo in servizio al Corpo delle Capitanerie di porto dal 1995.

Ad oggi è Capo Redattore del Notiziario della Guardia Costiera e addetto all'Ufficio Comunicazione del Comando Generale a Roma.


TRAMA

La notte tra il 12 e 13 dicembre 1995, poco prima del suo trentanovesimo compleanno, il comandante della Guardia Costiera, Natale De Grazia, in circostanze ancora poco chiare, muore.

A quasi 25 anni dal decesso, non è ancora stata fatta luce sulla causa poco chiara.

Con un'autovettura di servizio, De Grazia si stava recando a La Spezia per cercare di avere maggiori informazioni al riguardo dell'affondamento delle "navi a perdere", quelle imbarcazioni cariche di rifiuti tossici fatte affondare per mano della criminalità organizzata.

Dopo una sosta per la cena all'altezza di Nocera, sulla Salerno-Reggio Calabria, il comandante muore.

Il referto, firmato dai medici legali, riporta "Morte improvvisa dell'adulto".

La Commissione parlamentare d'inchiesta sull'illecito legato al ciclo dei rifiuti, nel 2012 richiede un nuovo esame autoptico, ottenendo un responso ben diverso dal primo referto. 

Il malore, causa della morte di De Grazia, viene ricondotto ad una causa tossica...

La morte di De Grazia, insignito di una medaglia d'oro al merito di Marina nel 2004 dall'allora presidente della Repubblica Ciampi, è ancora oggi uno dei tanti misteri italiani irrisolti.

A 25 anni dalla sua morte, questo libro è un omaggio alla memoria del Comandante De Grazia e ala suo impegno al servizio delle istituzioni.


IMPRESSIONI


Questo libretto mi è stato regalato dal mio fidanzato, chiedendomi di recensirlo per far conoscere l'operato minuzioso, al servizio delle istituzioni, di un  Ufficiale della Guardia Costiera e cercare di dar visibilità al mistero che aleggia intorno al decesso del Comandante Natale De Grazia.

All'epoca dei fatti ero appena ventenne e lavoravo nell'Arsenale Militare di La Spezia, mia città natale.

Ricordo che nell'aria si vociferava parecchio sullo smaltimento delle navi dei veleni e sulla morte improvvisa di un Ufficiale della Capitaneria che stava portando avanti delle indagini al riguardo, ma ero ancora troppo giovane e lontana da quel mondo, avevo iniziato a lavorare da poco meno di un mese, per interessarmi all'argomento in maniera approfondita. Grazie a questo libro ho avuto modo di rispolverare vecchi ricordi e conoscere meglio i fatti di cui tutti parlavano.

<< La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile. >>

Era la notte tra il 12 e 13 dicembre 1995. 

Insieme alle lacrime di Santa Lucia, si spense anche la vita di un giovane uomo, Primo Maresciallo della Guardia Costiera, prestante servizio alla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria: il Comandante, non ancora trentanovenne, Natale De Grazia.

De Grazia, su ordine del Sostituto Procuratore Francesco Neri, stava viaggiando sotto copertura verso La Spezia dalla Calabria in compagnia di due appartenenti all'Arma dei Carabinieri, per un incontro privato con una persona che aveva importanti confidenze da rivelargli a riguardo della delicata indagine sull'affondamento di navi radioattive che stava svolgendo.

<< Era fatto così De Grazia, nonostante il sistema suggerisse comportamenti servili e convenevoli, non calava la testa davanti a nessuno, soprattutto davanti al nepotismo e all'arroganza di notabili personaggi influenti. >>

Grazie alla sua preparazione e alla sua dedizione alla Marina e alla giustizia, il Comandante De Grazia era la sola persona in grado di poter fare luce sul crimine ambientale in atto, conoscendo carte, registri e rotte di quei ''relitti''. Si presumeva che le navi venissero tossiche venissero affondate apposta in tutto il Mediterraneo per truffare le assicurazioni e creare discariche abusive di rifiuti tossici.

Dopo aver cenato si rimisero in viaggio e il Comandante si appisolò. 

Qualche ora di sonno e dopo un po' di km macinati, cercarono di rianimarlo, ma il corpo di De Grazia si stava spegnendo lentamente. 

"Morte improvvisa nell'adulto" (infarto del miocardio), la causa riportata sul referto dai medici legali intervenuti, ma i fatti raccontavano una storia diversa che lasciava trapelare un'ipotesi di avvelenamento. 

Il mistero che aleggia intorno alla sua morte è tutt'oggi uno dei più grandi gialli italiani ancora irrisolti.

Con questo libro, oltre che far luce sulle circostanze misteriose e poco chiare della morte, si vuole ricordare quanto si sia adoperato l'irreprensibile Comandante De Grazia riguardo all'inchiesta delle "navi mute'' collegate allo smaltimento dei rifiuti radioattivi nel Mediterraneo. 

Le navi a perdere, circa una trentina, tra il 1989 e il 1995 , si presume siano state ''affondate'' senza essere bonificate,  nel Mediterraneo e soprattutto  lungo la costa calabrese, finendo per inquinare  e distruggere un ecosistema unico e prezioso, con tutte le gravi conseguenze che si ripercuoteranno sull'ambiente e sulla società. L'obiettivo era quello di caricare questi navi con rifiuti radioattivi che avrebbero dovuto essere smaltiti secondo procedure mirate alla salvaguardia dell'ambiente e molto costose. Una volte caricate, le navi prendevano il largo per poi simulare un naufragio e il gioco era fatto: i rifiuti erano tragicamente affondati intascando pure il risarcimento dell'assicurazione.

Oltre al Comandante De Grazia, si occuparono del caso anche la giornalista Ilaria Alpi e il suo cineoperatore Miran Hovratin, entrambi uccisi nel '94 a Mogadiscio in circostanze ancora irrisolte. Le premature e tragiche morti sembrano essere collegate per via delle inchieste che la Alpi e Hovratin stavano conducendo proprio sullo smaltimento illegale delle navi radioattive.

Nel libro vengono accuratamente riportare le varie fasi dell'inchiesta riguardo le navi e i rifiuti che contenevano mettendo in risalto lo scrupoloso lavoro al quale  De Grazia si stava dedicando con grande senso civico e dovere morale di uomo, ancor prima di Ufficiale di Marina.

Il libro si divide in due parti, la prima che riporta i momenti della tragica morte di De Grazia, le sue indagini e le inchieste che seguirono, la seconda da voce ai commoventi ricordi della moglie Anna Vespia e a quelli di colleghi e amici del Comandante, dai quali ne evince il ritratto di un uomo umile e coraggioso, che amava il mare e il suo lavoro e non era disposto a piegarsi davanti a nulla pur di far trionfare la verità.

Nella seconda parte del testo c'è anche un'accurata e bellissima raccolta di fotografie che ritraggono De Grazia durante momenti felici con la famiglia e al lavoro, sorridente e felice in mezzo a quel mare che tanto amava.

Il Comandante Natale De Grazia nel 1994 fu insignito dal Presidente dello Stato Carlo Azeglio Ciampi della medaglia d'oro al merito della Marina, riconosciutagli grazie  al suo spiccato senso del dovere che  contribuì insieme al sacrificio personale  a non fargli  abbassare mai  la testa davanti alle ostilità pressorie, continuando a svolgere delicate indagini sui traffici illeciti a carico delle navi mercantili. 

Da quel 13 dicembre 1995 sono passati 25 anni e la moglie e i figli ancora non hanno trovato una risposta al mistero che avvolge la morte di De Grazia. Questo libro è stato scritto per onorarne la memoria e la titanica lotta che stava combattendo contro un muro di omertà e mezze verità, ma  anche con la speranza  che si continui ad indagare per far finalmente emergere la verità sui fatti realmente accaduti quella notte. 

Sicuramente non è un romanzo  da leggere con spensieratezza, ma è un interessante opportunità per conoscere un pezzo di storia italiana degli anni '90.  

Per gli appassionati di Marina, Marineria mercantile e del nostro meraviglioso mare è un libro da non perdere. Per chi è appassionato di misteri e ''cold case'' all'italiana potrà iniziare da questa storia forte e dettagliata per portare avanti indagini personali.

Questa recensione la scrissi ad agosto, ma ho deciso di pubblicarla oggi, 12 novembre 2020 per commemorare il giorno in cui si spense  Natale De Grazia. 

Venticinque anni fa, una settimana prima del suo trentanovesimo compleanno.

Per chi volesse approfondire l'argomento, allego qui sotto il link di una dettagliata puntata di Blu notte ''Navi a perdere'' condotta da Carlo Lucarelli 

https://www.raiplay.it/video/2011/08/Navi-a-perdere---Il-mare-dei-veleni---Blu-Notte-302f9b21-caa7-4a87-b1b1-bbabf13082c6.html

Vi auguro una buona lettura


Tania C.




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