domenica 6 dicembre 2020

Recensione di LA FELICITÀ SULLA PORTA DI CASA Jason F. Wrigt - Ed. Garzanti

 





LA FELICITÀ SULLA PORTA DI CASA

Jason F. Wright

Ed. Garzanti 

Prima edizione: novembre 2020

Genere Narrativa straniera

Traduzione: Vera Sarzano

Pag. 144

Copertina: Cartonato

€ 16,90 edizione cartacea


CONOSCIAMO L'AUTORE

Jason F Wright - foto Garzanti libri Emily Drew

 -

Jason F. Wright oltre ad essere un giornalista è anche uno scrittore di grande fama. Sempre presente nelle classifiche del <<New York Times>> e <<Wall Street Journall>>, scrive anche per <<The Washington Times>>, <<The Chicago Tribune>> e <<Forbes>>.

Vive nella Shenandoah Valley, in Virginia, insieme alla moglie e ai figli.


TRAMA


Una storia che ha portato la felicità nella vita di molte persone.

Il 25 dicembre Hope Jensen riceve un regalo inatteso: sulla soglia della porta di casa trova un barattolo pieno di monete, fasciato da un grande fiocco rosso.

Nessun biglietto o traccia del mittente, ma quel dono ha il potere di farla sorridere dopo tanto tempo. Per Hope è un Natale difficile, ha infatti perso da poco la donna che l’ha cresciuta come se fosse sua figlia.

Grazie al suo talento di giornalista, Hope, incredula,  scopre di non essere l’unica ad aver ricevuto il <<barattolo di Natale>> da parte di  un  anonimo benefattore. Le sue indagini la portano a scoprire una vera e propria gara di solidarietà  ispirata dalla gentilezza e dall’amore. Un gesto  piccolo, ma capace di cambiare  la vita alle persone  che hanno passato o stanno vivendo momenti di sofferenza.   

È per questo motivo che queste persone decidono di  ricambiare il pensiero continuando la catena del barattolo.

La missione di Hope è quella di scoprire le origini di quella tradizione che le ha fatto riscoprire il significato  e la magia delle luci di Natale in città, ritrovando lo spirito che aveva perduto.

Hope non sa dove la condurrà la sua ricerca, ma sa che il desiderio più bello è quello che non abbiamo ancora espresso.

Il caso editoriale che ha dato inizio al fenomeno dei barattoli di Natale, sempre più amato e diffuso, perché basta davvero poco per fare del bene e donare un po’ di felicità.

Quel piccolo gesto d’amore tornerà indietro, racchiuso in un barattolo di vetro o in altre mille forme, pronto a cambiarci la vita


IMPRESSIONI

Ringrazio di cuore Linda di Garzanti per avermi donato una copia de ''La felicità sulla porta di casa.'' Avevo sentito parlare di questo romanzo particolare, considerato il caso editoriale dell'anno, e la mia curiosità, unita al bisogno di cose belle e positive mi ha spinta a chiedere di poterlo recensire. L'ho letto subito, in pochissimo tempo, davanti alle lucine del mio albero di Natale, allestito già da fine novembre, in previsione di un piccolo intervento che mi impedirà l'uso della mano per circa due mesi. Chiedo quindi scusa se doveste trovare degli errori, scrivere con una sola mano non è facile per me abituata ad usare velocemente dieci dita.

Già dalla copertina il romanzo lascia trasparire la magia del Natale e i buoni sentimenti. Leggerlo è stata poi una rivelazione. Sono sincera, non avevo mai sentito parlare del ''barattolo di Natale''. Solo poco tempo fa, nella home di Facebook mi è capitato di vedere un post sulla ''Scatola di Natale'', da regalare a chi ne ha bisogno. Non contiene soldi ma generi di prima necessità. Il principio è il solito, un piccolo gesto d'amore che ci tornerà indietro in altre forme d'amore e un'immensa pace nel cuore e mai come in questo periodo ne abbiamo bisogno.

<< Non ho molto da darle, ma con il nuovo anno le offro la vita che suo padre non potrebbe mai donarle. E un  po' di speranza. >>

Hope è appena nata quando, il 31 dicembre, viene abbandonata dalla madre naturale sulla soglia del "Chuck's Chicken 'n' Biscuits'', un fast food dove Louise era solita pranzare. 

Insieme a quel piccolo fagottino Louise Jensen trova anche una lettera anonima scritta a mano dalla madre naturale. Nella lettera spiegava il triste motivo per il quale si trovava costretta ad abbandonare la piccolina. Un passato fatto di povertà e violenza da parte del marito verso di lei che l'amava dal primo momento in cui aveva  saputo di portarla in grembo. Proprio perché amava così tanto la sua bambina, fu costretta al gesto estremo di lasciarla sulla porta del fast food: solo così l'avrebbe protetta evitandole un futuro fatto di stenti e probabilmente di altra violenza.

Hope venne cresciuta da Louise, madre single e premurosa che la amò come se fosse la sua vera figlia e, proprio questo amore la spinse a rivelarle fin da subito il suo passato donandole la lettera della madre. 

Per Hope ogni compleanno, passato al "Chuck's Chicken 'n' Biscuits'', con la lettera della vera madre gelosamente custodita in tasca e l'amorevole Louise accanto, il desiderio era sempre lo stesso, quello di veder varcare la soglia dalla sua vera madre. 

Ed ogni volta un pizzico di delusione le pervadeva il cuore  vedendo che il suo desiderio non si era realizzato nemmeno quell'anno. Pazienza, avrebbe potuto riprovarci l'anno dopo. 

L'amore di Louise aiutò Hope a crescere fiduciosa e caparbia, spronandola a portare a termine gli studi e inseguire il suo sogno di diventare giornalista. 

Ogni successo lavorativo raggiunto era una grande gioia per Hope, ma anche per Louise, che preparava sempre un pranzo speciale   per festeggiare l'evento.

<< La vita mi ha portato via mia madre ... ma non può portarmi via le parole. >>

Un'ombra scura stava però per avvolgere madre e figlia nelle sue spire. A Louise venne diagnosticato un cancro alle ovaie e, per quanto fosse combattiva e amorevolmente curata da Hope, a Natale di ventinove anni dopo, venne presto il giorno dell'addio. 

Il mondo crollò addosso a Hope, il Natale con le sue luci perse improvvisamente significato. Era rimasta sola, le due donne che amava di più al mondo l'avevano lasciata.

Cominciò così a buttarsi nel lavoro, il suo scopo era quello di riuscire a pubblicare un articolo in prima pagina sul giornale per il quale lavorava, impegnando tutto il suo tempo e le sue risorse.

Il Natale dell'anno seguente alla morte di Louise. al rientro dal fast food dove era solita cenare per Natale, un'amara sorpresa l'attese nella sua casa, così vuota da quando era rimasta sola. I ladri le avevano fatto visita mettendo tutto a soqquadro e rubando poche cose ma di valore affettivo. 

<< Tutte quelle case, tutte quelle famiglie e ma, mai un furto? Non potevi lasciarmi almeno un pizzico di fortuna? >>

Mentre la polizia stava raccogliendo la denuncia di Hope, un poliziotto le fece notare un barattolo davanti alla porta. Il barattolo era anonimo, con un bel fiocco rosso e una scritta dipinta al centro che riportava la scritta ''Barattolo di Natale'' e pieno di soldi a formare una discreta somma. Ancora stupita per quello strano barattolo, Hope provò a chiedere ai vicini se per sbaglio l'avessero lasciato davanti al suo portone. 

Nessuno sembrava sapere nulla e la ragazza decise di tenerlo con sé, in fondo era appena stata derubata e quei soldi, anche se non interamente, le sarebbero serviti per sistemare ciò che i ladri avevano distrutto. Quel barattolo fu per Hope un motivo di speranza, forse il futuro non sarebbe stato poi così brutto se c'erano persone con il cuore talmente grande da donare soldi a sconosciuti in difficoltà.

Lo spirito investigativo da giornalista la indusse a fare ricerche su quel misterioso barattolo che era diventato un chiodo fisso. Avrebbe scoperto da dove proveniva e perché, in modo da scrivere l'articolo che le avrebbe assicurato la scalata al successo in redazione. 

Le ricerche portarono alla luce lettere inviate al giornale da  persone in difficoltà che nella continuità degli anni, a Natale ,avevano ricevuto il Barattolo di Natale pieno di soldi. Alcuni con cifre esigue, altri più cospicue, ma tutti con lo scopo di migliorare la loro vita.

Scrivere l'articolo diventò per Hope il suo scopo principale. Disposta a risalire all'autore di quel nobile gesto, decise di partire dagli autori delle lettere, intervistandoli e riuscendo a carpire due nomi preziosi: Lauren e Adam Maxwell, i probabili benefattori, inventori del Barattolo di Natale, insieme alla numerosa famiglia.

<< Adam Maxwell, abilissimo artigiano del legno e delle parole, si accinse a intessere il racconto che avrebbe cambiato per sempre il modo in cui Hope vedeva la propria vita. >>

Concentrata sul suo articolo scoop, Hope si preparò ad intervistare la famiglia Maxwell, fingendosi una studentessa impegnata nell'elaborazione di una tesina sui mestieri artigianali che stavano scomparendo. L'idea era perfetta, i Maxwell erano piccoli artigiani restauratori di mobili antichi o rotti e, a tempo perso anche costruttori di piccoli accessori di arredo per la casa. Avevano adibito il garage a piccola officina e si mantenevano coi numerosi restauri. 

Accolta da quella famiglia come una figlia, Hope, scoprì così che il Barattolo di Natale nacque il primo anno di matrimonio di Adam e Lauren con lo scopo di risparmiare per i regali di Natale. All'epoca erano giovani sposini, con pochi soldi, così decisero che da novembre di quell'anno gli spiccioli che rimanevano a fine giornata sarebbero andati tutti dentro al barattolo. A Natale li avrebbero usati per farsi un dono, simbolo del loro amore. L'idea ebbe successo e decisero che negli anni a venire avrebbero riempito lo stesso barattolo, anticipando il risparmio prima di qualche giorno sino a stabilire che il 26 dicembre avrebbero ricominciato.

Il tempo passò e i Maxwell furono allietati dalla nascita dei loro figli. 

La tradizione del Barattolo per i regali alla famiglia continuò fin quando un giorno di trenta anni prima Hannah la figlia maggiore , ancora piccola, fuori dal centro commerciale in cui avrebbero dovuto acquistare i regali per la famiglia, decise di donare il Barattolo di Natale, lo stesso che ogni anno riempivano con amore, ad una donna seduta sul marciapiede che stringeva in mano una lettera con aria affranta e le lacrime agli occhi. 

La donna ringraziò la bambina, rifiutando la gentilezza, ma la tenacia della piccola la convinse ad accettare quella piccola, immensa, somma che di sicuro le sarebbe stata di grande aiuto.

Sul principio i genitori sembrarono contrariati dal gesto della bambina, ma la videro talmente convinta che quella donna infelice  avesse realmente bisogno di quel denaro che non poterono fare altro che accettare di buon grado, decidendo che avrebbero ripetuto quel gesto d'amore ogni anno a Natale...

Il nobile gesto dei Maxwell da quel giorno diventò tradizione, diffondendosi tra la gente beneficiata che ricambiò spargendo i Barattoli d'amore in tutta la città.

Finché un giorno, sulla porta di casa Maxwell, trovarono il loro primo barattolo pieno di soldi...

Questa è la magia di Natale racchiusa tra le pagine de La felicità sulla porta di casa. 

Un romanzo che mi ha commosso e fatta sentire ancora più fortunata di quanto già non la sia. 

Molto spesso diamo per scontato il regalo più grande che riceviamo giorno dopo giorno: l'amore della nostra famiglia e l'affetto delle persone a noi care, dando troppa importanza all'apparenza dei beni materiali.

La lettura semplice, scorrevole e coinvolgente ci porta a riflettere e ritrovare il senso del Natale che, in anni di consumismo e materialismo sfrenato, sembra essersi sopito. 

Se cercate un dono da mettere sotto l'albero per una persona cara o un lettore alla ricerca di una trama originale, questo è sicuramente il libro che fa al vostro caso. Chissà che non possa essere da spunto per continuare la tradizione dei Maxwell.

Augurandovi una piacevole lettura, davanti al vostro albero acceso, vi invito a seguirmi per altre nuove recensioni a tema natalizio.

Stay tuned,

Tania C.








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