lunedì 30 settembre 2019

Recensione di LO STATO MI DEVE UN TIMPANO di Cristina Castellani - Ed. AltroMondo





LO STATO MI DEVE UN TIMPANO

Cristina Castellani
Ed. AltroMondo di qu.bi.Me 2019
Pag. 50
Collana Il Mondo di oggi
Copertina flessibile
€ 10




Cristina Castellani -foto dal web -
CONOSCIAMO L'AUTRICE

Cristina Castellani lavora otto ore al giorno, ma considera  come primaria la sua professione di mamma a tempo pieno. Laureata in scienze naturali, si occupa di organizzare  e divulgare eventi nell'ambito della ricerca scientifica. Ama la bellezza che Madre Natura regala e, impegni permettendo, si rilassa godendosi la sua terra, il Trentino.

TRAMA

I giovani Cristina e Luca sono in attesa del loro terzo figlio. Sembra andare tutto per il meglio quando, ad un controllo di routine del settimo mese, l'ecografia rivela un'emorragia cerebrale nel piccolo. Nonostante le condizioni disperate del piccolo, per la legge italiana è troppo tardi per interrompere la gravidanza. Un libro  sull'aborto terapeutico. Il racconto commovente di due genitori costretti ad intraprendere il "viaggio dell'addio" all'estero. Il racconto di una storia vera, volto alla sensibilizzazione di un tema scottante che non trova spazio in Italia.

IMPRESSIONI

Questo breve racconto autobiografico mi è stato gentilmente offerto in versione ebook, a sorpresa, dalla cara Alice di AltroMondo edizioni. 
Ho letto la trama, ho aspettato qualche giorno prima di leggerlo. Ci vogliono pochi minuti, ma il tema affrontato ha bisogno di una buona concentrazione e di riflessione. 
L'autrice, Cristina Castellani, e il marito Luca, sono una giovane coppia nata per caso, quasi per gioco ma unita da un legame profondamente voluto. Il matrimonio è arrivato con naturalezza, così come le due figlie, nonostante l'iniziale reticenza di Cristina. Il terzo figlio, purtroppo, è mancato a pochi giorni dal concepimento. L'aborto spontaneo non ha segnato particolarmente i genitori, anzi ha risvegliato in Cristina il desiderio di una nuova maternità. Rimasta incinta quasi subito, sembrava andare tutto a meraviglia. Sette mesi, tra poco avrebbe conosciuto il piccolino che cullava in grembo e amava tantissimo. La famiglia era al settimo cielo: le bambine contente di avere un nuovo fratellino, Luca di avere un figlio maschio, Cristina di avere un altro figlio tanto desiderato. Ma come in ogni favola che si rispetti c'è sempre una strega cattiva pronta a rovinare la felicità dei protagonisti. Durante un controllo di prassi, al settimo mese, a Cristina crolla il mondo addosso. L'ecografia rivela un'emorragia cerebrale e un'anomalia al cuore del piccolo.  È troppo tardi per interrompere la gravidanza e, nonostante il piccolo sia messo veramente male da non avere più molti giorni di vita fetale, bisogna attendere che il suo cuore si fermi e procedere ad un parto indotto.  La  notizia, vomitata in faccia alla madre senza un minimo di tatto, le gela il sangue nelle vene. Luca, accorso in fretta al capezzale di Cristina è sconvolto quanto la moglie. Dopo vari controlli si inizia a vociferare di aborto terapeutico. Ovviamente all'estero, in Belgio.

Quella sera hai voluto metterci alla prova, vedere se eravamo pronti, hai voluto prepararci per l'addio imminente.

La situazione tragica non da pace ai genitori. Il piccolo, che sino a pochi giorni prima sembrava essere vispo e attivo, comincia a dare i primi segnali di un problema devastante, alternando momenti di iperattività dovuta al disagio dell'emorragia, a momenti di tranquillità che lasciano presagire il peggio. 
L'interruzione della gravidanza al settimo mese in Italia è illegale, bisogna prolungare il calvario del piccolo, aspettare che muoia, aspettare un aborto. Contrari ad aggiungere ulteriore sofferenza alla creatura, Cristina e Luca prendono contatti con la clinica belga che pratica l'aborto terapeutico. I requisiti ci sono tutti e sono gravi, il parere dei medici, molti dei quali italiani, è favorevole. Non resta che affrontare quei settecento km di volo che li separa da un'ulteriore sofferenza. 

Migliaia di mamme sono passate sotto questo ecografo emozionandosi nel sentire il battito, e io invece sono qui sperando che il cuore del mio piccolo si sia fermato da solo.

Il volo scorre veloce, Cristina è in ansia, titubante, spera  di arrivare in clinica e di scoprire che il cuore del piccolo si è addormentato di un sonno perenne. Ma così non è. Nonostante tutto il piccolo è ancora vivo. Cristina viene accolta in clinica da uno staff di medici e infermieri con un'umanità immensa. Persone dirette e sincere ma empatiche. Durante il viaggio in aereo, a causa di un brutto raffreddore, un timpano di Cristina si perfora con tutte le dolorose conseguenze invalidanti. Mancava solo quello a coronare il momento tragico che stava vivendo, ma grazie all'aiuto dei medici e infermieri della clinica, Cristina verrà accompagnata verso l'aborto terapeutico quanto più umanamente possibile.

Dice che l'Italia è scandalosa, che qui ha trovato la terra promessa. A casa non vuole rientrare, qui il modo di vedere le cose è diverso, giusto. Se hai bisogno ti aiutano, le leggi sono fatte per i cittadini.

Durante la degenza Luca fa amicizia con un pizzaiolo italiano trasferitosi da tempo in Belgio. Lui ne ha viste parecchie coppie arrivare da ogni parte del mondo, sulla strada del "viaggio dell'addio". Persone costrette ad aggravare il peso di una tragedia sobbarcandosi un viaggio a proprie spese alla ricerca di quella dignità negata in Italia o in altri stati.


Sorrido. " Magari un giorno non troppo lontano ti avrò tra le braccia, mio piccolo..."

L'intervento è andato a buon fine, l'assistenza dal ricovero al funerale è gestita in maniera impeccabile, sollevando, per quanto possibile, i genitori dall'ulteriore dolore della sepoltura. Dopo i primi giorni di sconforto e disorientamento, la vita per Cristina e Luca prosegue come sempre. La routine quotidiana li avvolge dando loro modo di elaborare velocemente il lutto. Il dolore c'è sempre, ma sotto una forma, la vita è un bene prezioso e Cristina e Luca sono pronti ad affrontarla e forse, un giorno, a crearne una nuova. 
Un racconto forte, doloroso e commovente. Il coraggio di una giovane coppia che si ama e rispetta la vita da non permettere sofferenza inutile e devastante. 
Cristina, lungo il suo viaggio dell'addio, si chiede spesso perché in un paese all'avanguardia come l'Italia, giovani laureati siano costretti ad espatriare per lavorare, a portare la loro conoscenza in altri stati, quando potrebbero fare qualcosa di buono e importante per la propria Nazione.
Ma soprattutto si chiede il perché una coppia che sta vivendo un momento di tragedia, sia costretta a compiere in solitudine un viaggio di settecento km per poter dare  dignità ad una vita irrimediabilmente compromessa. 
In questi giorni, finalmente, è stata approvata la legge del "suicidio assistito", la lotta di Luana Englaro e Dj Fabo non è stata tempo perso, non è più visto come un crimine (almeno per la maggior parte della popolazione). Una porta verso la dignità si sta aprendo, piano piano, ma l'Italia è ancora lontana anni luce dall'accettare, senza puntare il dito, il testamento biologico.
Questo breve ma profondo racconto mi ha chiarito tanti dubbi, dandomi ulteriori certezze, che lascio scoprire a voi. Servono veramente una manciata di minuti per leggerlo, riservando tutto il tempo a riflettere e capire. 
Il messaggio di Cristina arriva forte e chiaro, con parole semplici e commoventi si mette a nudo, scoprendo le debolezze e la forza di due genitori che si amano, ma amano profondamente la vita, al punto di fagocitare un dolore immenso pur di non arrecarne ulteriore ad una piccola vita non ancora sbocciata.
Per chi crede potrà essere visto come un atto egoista e illegale. Il mio modo di credere va al di la della comune pratica religiosa, e mi ha permesso di comprendere l'atto di coraggio e d'amore di due genitori che amano il loro bambino e rispettano quella non vita che non arriverebbe a vederlo nemmeno come un involucro attaccato ad un macchinario, motivo ulteriore di inutile dolore e sofferenza.
Grazie Cristina, spero che il tuo messaggio arrivi ai cuori dei più ritrosi e lo apra lasciando entrare la luce e l'amore verso la vita.

domenica 29 settembre 2019

Recensione di DETONATOR di Andy McNAB - Ed. Longanesi




DETONATOR
Andy McNAB
Ed. Longanesi Luglio 2019
Collana La Gaja Scienza
Pag. 394
Traduttori Ragazzi I.- Tettamanti S.
Formato Rilegato 
€ 18,70
Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTORE

Andy McNAB - foto dal web 


Andy McNab è lo pseudonimo dietro il quale l'autore si cela per motivi di sicurezza. Nel 1984 è entrato nel SAS e da allora ha preso parte a operazioni in ogni parte del mondo, fino al 1993. Nel '93 ha cominciato a scrivere, dapprima raccontando le sue esperienze come soldato in Pattuglia Bravo Two Zero e Azione immediata. Si dedica poi alla narrativa d'azione. Con Controllo a distanza, suo primo romanzo e grande successo internazionale, ha regalato agli appassionati del genere un nuovo eroe: Nick Stone. In Italia, tutti i suoi romanzi sono pubblicati da Longanesi.

TRAMA

Tradito e abbandonato ad un terribile  destino sulle Alpi, quando riprende conoscenza Nick Stone capisce subito di essere vivo per miracolo.
Il s sangue sulle mani sembra provenire dalla sua testa. Ha una ferita che non riesce a vedere e la nebbia che avvolge i suoi pensieri ne è la conferma. Privo dei suoi ricordi,  l'unica cosa certa è che qualcuno ha tentato di ucciderlo. E pensa di esserci riuscito. Vendetta, il suo unico pensiero. Ma un bambino di sette anni è il suo unico aiuto e di certo non è il compagno ideale per l'inseguimento di un gruppo di spietati assassini. Sa che deve proteggere il bambino a costo della sua stessa vita, cercando di far luce su chi lo ha tradito e su cosa è realmente accaduto prima dell'incidente. Tra vittime in aumento e rocambolesche fughe in tutta Europa, diventa il ricercato numero 1 delle Squadre Speciali di tre nazioni, sulla scia di sconosciuti criminali senza scrupoli che lucrano sulle miserie umane. Il suo scopo è quello di fermare un terrorista solitario che minaccia di scatenare l'inferno nel mondo occidentale. La miccia è stata accesa, ma chi ha davvero in mano il detonatore? 


IMPRESSIONI

Sono pochi gli autori di romanzi d'azione che catturano la mia pazienza e attenzione. Se togliamo il Maestro Clive Cussler e un giovane autore australiano, Matthew Reilly, poco conosciuto in Italia, la mia biblioteca finisce li. Mi sono innamorata della copertina di Detonator mentre spulciavo il catalogo Longanesi. Letta la trama, senza conoscere l'autore, non so il perché, ma pensai subito ad un racconto autobiografico. Era invece un romanzo, ma la biografia dell'autore lasciò trasparire l'influenza del suo passato che aveva preso vita nei suoi romanzi. Chiesi speranzosa a Longanesi di poterlo recensire e, grazie a Francesca, mi arrivò subito una copia ebook.
Spinta dalla curiosità di cominciare una nuova avventura, in quanto Detonator fa parte di una serie di romanzi autoconclusivi ma legati dal filo conduttore delle avventure del protagonista, Nick Stone, mi buttai a capofitto sulle pagine luminose del Kindle durante il tragitto in pullman di una domenica fuori porta. 
Il romanzo è diviso in tre parti, la prima, più lenta e descrittiva, dove vengono presentati i protagonisti e i loro ruoli, la seconda, meditativa e di preparazione all'azione di salvataggio e la terza, quella conclusiva, di azione e terrore.  

Qualcuno - chissà chi - mi ha detto una volta che a un corpo in caduta occorrono circa cinque secondi per raggiungere la velocità limite. Allora, quanto ci vuole prima che io colpisca la terra? Ho la sensazione che un tempo avrei saputo come calcolarlo. Adesso so soltanto che è la distanza tra continuare a vivere ed essere completamente fottuto una volta per tutte.

Nick Stone, protagonista di questo nuovo capitolo, si ritrova senza ricordare come e perché, a bordo di un moderno suv in bilico su un baratro, tra le vette delle Alpi. La sua memoria è offuscata da una brutta ferita aperta alla testa, ma sa per certo che qualcosa o qualcuno lo ha fatto finire fuori strada mentre stava fuggendo.
Il circolo vizioso nel quale sembrano finiti i suoi ricordi rallenta ogni azione del suo corpo intorpidito dall'impatto dell'auto con la foresta innevata e il pericoloso dirupo. Ma la sua calma e sangue freddo riescono a metterlo in salvo. Mentre cercava di recuperare i ricordi perduti ripassando le tabelline, qualche flash lacera i suoi pensieri: non era un dottore, ma doveva aiutare qualcuno. Aveva ricevuto chiare istruzioni al riguardo da un uomo in una stanza verde. L'uomo lo chiamava Nick, quindi quello doveva essere il suo nome. Ma chi era l'uomo della stanza verde, e cosa voleva da lui?
Dei passi pesanti, poco distanti da lui, fecero scricchiolare la neve, delle voci fendevano il silenzio del bosco: doveva nascondersi, chiunque lo avesse buttato fuori strada lo voleva morto e stava cercando conferma. Erano così vicini che poteva vedere la pelle d'ebano e l'anello con le aquile di uno e la figura tarchiata dell'altro. Guardando nel dirupo i due uomini si congratularono per il buon lavoro svolto e se ne andarono.
L'aquila, Albania. Nick conosceva quel simbolo, tipico della bandiera albanese, ma perché e dove lo aveva visto? Le tempie pulsano e i pensieri scattano come ingranaggi di un meccanismo sconosciuto. Mentre cerca di ritrovare una strada sicura e lontana dagli aggressori, Nick scopre di essere armato e di avere un bagaglio degno di un soldato, poi all'improvviso la sua mente è squarciata da un ricordo...

Un gigantesco autoarticolato con un nome sulla fiancata posteriore e il logo di un'aquila impressa sui due paraurti. Il genere di aquile che immagini aggrappate a una svastica. Sento lo stridore degli pneumatici, vedo il fumo uscire dai cerchioni. Avverto l'odore di bruciato del liquido dei freni e della gomma sull'asfalto.


È un piccolo flash, ma può aiutarlo a ricordare cosa era successo prima. Attraversando la foresta innevata, descritta così minuziosamente che sembrava di sentire lo scricchiolio dei rami spezzati e della neve sotto ai piedi, Nick arriva sulla strada, poco distante dal punto del suo incidente. Una scena poco consona per il luogo gli si para davanti: un elegante suv blindato era parcheggiato davanti ad un capanno nei pressi di una cascata. Quel suv, apparentemente vuoto, gli ricorda qualcosa. Un inseguimento forse, anzi una scorta. Lui stava proteggendo il suv e quando all'improvviso un grosso camion lo ha speronato mandandolo fuori strada con lo scopo di ucciderlo. Ma chi stava proteggendo? E che fine avevano fatto i passeggeri del suv? Le voci che echeggiano nella sua testa, una lingua straniera, donne, bambini. In preda al caos Nick sale sul suv, i sedili ancora caldi, schiacciati dal peso non indifferente di una persona. Un corpo riverso coperto di sangue, fori di proiettili. Un uomo minuto, Frank. Lo aveva assoldato per proteggerlo e portare a buon fine una missione, ma quale? E quell'uomo, Frank, aveva un figlio, che fine aveva fatto il bambino di sette anni? Controllando meglio il cadavere di Frank si accorse che sotto c'era quello di un bambino di circa sette anni. Il figlio di Frank. Non era riuscito a proteggerli ed ora erano morti, uccisi da dei proiettili di qualche delinquente senza scrupoli.
Ben presto Nick si accorge che il bambino respira. Il piccolo Stephan, figlio di Frank, è vivo, era solo svenuto per la paura e per il peso del corpo del padre che gli ha fatto da scudo.
La memoria sembra fare scintille, ombre e luci si fanno largo tra la nebbia degli ultimi minuti. Stephan è vivo, si è ripreso e, anche se un po' frastornato sembra stare bene. Devono scappare da li, gli assassini potrebbero tornare e sarebbe pericoloso restare in zona se venissero a sapere che sono entrambi vivi.

Mai fare segni su una cartina. Perché dire al nemico dove stai andando e cosa stai facendo?

Per Nick e Stephan comincia così rocambolesco peregrinare da una città all'altra, confondendosi e nascondendosi per non farsi trovare. A quest'ora avranno capito che non sono morti e la caccia è di nuovo aperta e ancora più feroce.
Stephen aiuta Nick a ricordare, a far luce su spezzoni di ricordi che gli affiorano durante la fuga. Nick aiuta Stephan a capire il perché si ritrova orfano di padre, in Svizzera e in compagnia di uno strampalato agente segreto inglese che annovera un passato nei corpi speciali delle missioni nelle zone calde del mondo, sempre in prima linea.
C'è una matrigna da scovare e far "cantare", un castello da espugnare e un killer senza scrupoli da stanare. Non sarà facile, la notizia dell'incidente si è diffusa ovunque, la morte del ricco imprenditore russo Frank Timis ha riscosso clamore, soprattutto perché il figlio di sette anni, con lui al momento dell'uccisione, è stato rapito. Probabilmente da un pedofilo e quando c'è di mezzo un bambino e un pedofilo, nascondersi diventa ancora più difficile. Nick è pronto a tutto, non sarà facile, ma riuscirà a portare a termine la sua missione. Stephen è un bambino sveglio, mangia broccoletti, tifa Brindisi e legge Dostoevskji, non sarà un problema addestrarlo alla vita dura che si prospetta loro davanti. In gioco c'è la loro pelle e probabilmente molto di più. C'è la pista albanese da seguire e quella russa che sembra avere sede in Svizzera...
Attraverso un viaggio senza legge , Nick e Steve, piccolo rapper biondo sotto copertura, si vedranno coinvolti in pericolosi appostamenti e inseguimenti. Steve è ben addestrato, sa perfettamente quali sono i suoi compiti: interpretare la parte del figlio di Nick, stare nascosto nel bagagliaio della polo verde, imparare le parole d'ordine e i piani di emergenza se qualcosa fosse andato storto.
Nick lo avrebbe salvato dalle grinfie della matrigna e degli assassini che gli davano la caccia da giorni.

Riesci sempre a cacciarti nei guai. Non puoi farci niente... sei fatto così.

Nonostante i piani di Nick studiati al dettaglio anche se spartani, i conti sembrano non tornare mai. C'è sempre qualcosa che sfugge, qualcosa che all'ultimo rovina tutto e li costringe a fuggire di nuovo, finendo spesso nei guai. Svizzera, Francia, adesso Italia, precisamente verso Brindisi. In Puglia. Li  erano incentrati  gli affari di Timis. Li avrebbe trovato la risposta al perché della fuga di Frank. Li si trova il terrorista che non solo ha distrutto una famiglia e lo vuole morto ma è accecato dal delirio di onnipotenza che lo ha spinto in un gioco al potere pericoloso per una buona parte dell'umanità  occidentale.
Riuscirà Nick a fermare il conto alla rovescia e salvare l'occidente dal pericolo che sta correndo? 

Da sempre il mio mantra era: perché preoccuparsi di ciò che non si poteva cambiare? Forse, se l'avessi ripetuto all'infinito, avrei potuto iniziare a crederci ...

Con un ritmo incalzante e avvincente Andy McNab mette a segno un altro centro nel suo bersaglio. Il lettore si ritrova a percorrere strade tortuose insieme a Nick, sentendo il calore che si sprigiona nel bagagliaio incollando i vestiti addosso al piccolo Stephan. Sente le tempie pulsare e vede la nebbia diradarsi lasciando spazio ai ricordi. Sente il sapore del cioccolato sciogliersi morbido in bocca e l'accattivante profumo delle salsicce grigliate insinuarsi nelle  narici voluttuosamente. Ma sente anche scorrere l'adrenalina durante i corpo a corpo e le fughe rocambolesche di Nick.
Mille emozioni e un caleidoscopio di colori e profumi pervadono le pagine di questo romanzo. 
Anche se è un nuovo capitolo di una lunga serie, non ho riscontrato problemi ad entrare in confidenza col personaggio, a conoscerlo e capire i fantasmi che lo attanagliano. È un romanzo che può essere letto tranquillamente come qualsiasi altro romanzo autoconclusivo: c'è sempre tempo per conoscere il passato. Chi già conosce Andy McNab di sicuro apprezzerà l'emozione di questa nuova avventura del protagonista, per chi come me non ne avesse mai sentito parlare, è una possibilità per conoscere un nuovo interessante autore ed innamorarsi dello scapestrato protagonista. La prossima volta, però, cominciando dall'inizio ...

Buona lettura,
Tania C.


sabato 21 settembre 2019

Recensione di SPARKLING di Federica Rossi - Ed. Altromondo -




SPARKLING

Federica Rossi
Ed. Altromondo 2019
Pag. 130
Copertina flessibile
Collana Mondo di dentro
€ 12,00
Ebook disponibile

CONOSCIAMO L'AUTRICE



Federica Rossi: mestiere sognatrice. Blogger e digital designer per passione. Non ha mai smesso di credere alle favole e qualcuna l'ha vissuta in prima persona. Ama viaggiare e tutto ciò che è bello e cerca sempre il lato glamour di ogni cosa.
Conseguita la laurea in Scienze delle Comunicazioni e dopo aver lavorato come assistente commerciale per dieci anni, rimette in gioco la sua vita reinventandosi scrittrice. Scrive per cavalcare la fantasia, prendendo ispirazione dalla sua stessa vita. Vive a Reggio Emilia col marito e la loro cagnolina Ginger.


TRAMA

Parigi. Natale. Clo si prepara per un viaggio, quello che le cambierà la vita. Un susseguirsi di eventi, tra le note de La vie en rose, tra i vicoli di Parigi che mantiene la sua fama di città dell'amore. Insieme a lei il fidanzato, che verrà messo alla prova dal destino, un corteggiatore che farà vacillare il cuore. Un viaggio frizzante, come le bollicine di un calice di champagne ... o due.


IMPRESSIONI

La carissima Alice di Casa Editrice Altromondo, che ringrazio tantissimo per la fiducia che ripone in me,  a sorpresa, pochi giorni fa, mi inviò un ebook dallo strano titolo, che quasi lasciava presagire un fantasy , genere che non amo particolarmente. Il romanzo dell'emergente Federica Rossi è invece a tinte rosa, ambientato a Parigi e mai titolo poteva essere più attinente: Sparkling: scintillante.
E le scintille questo lungo racconto, le fa, col botto finale.

Viaggiare toglie il paraocchi che, anche involontariamente, ci si mette addosso presi dallo stress quotidiano. Ogni viso ha una storia, ogni sguardo racconta qualcosa.

Quando si è giovani, ricchi, belli e viziati, la vita sembra sorridere ancora di più. Questo lo sa bene Clo, griffata da capo a piedi, scintillante come mai, mentre aspetta di salire a bordo dell'aereo che la porterà per dieci giorni da favola a Parigi insieme al fidanzato Filippo. Un delizioso appartamentino li attende, caldo e accogliente dopo intense giornate alla scoperta della capitale dell'amore. La città è un sogno, pronta a festeggiare il Capodanno  e a spandere nell'aria il profumo della magia natalizia.
Clo e Filippo sono una coppia già da parecchio tempo, oramai collaudata. Clo è pronta a fare il grande passo, e ogni volta che insieme a Filippo partono per un viaggio, spera sempre di ricevere la proposta che coronerà il suo sogno. I viaggi si susseguono, lei trova anche l'anello perfetto da un antiquario: un meraviglioso zaffiro d'epoca contornato da splendidi diamanti. Perfetto per la sua mano. Ogni anno con Filippo torna dall'antiquario. Ogni anno lo prova l'anello, ma la proposta non arriva mai. Nemmeno quell'anno, quando entrando per l'ennesima volta dall'antiquario di Madonna di Campiglio, scopre con desolazione che quell'anello, il suo anello, è stato venduto mesi prima. 
Clo parte dunque per il viaggio con la speranza che Parigi potesse convincere il timido Filippo a dire quelle  due parole magiche: "Vuoi sposarmi?", ma anche decisa a porre fine alla loro storia se il viaggio si fosse rivelato l'ennesimo buco nell'acqua. D'altronde c'era chi la desiderava ardentemente, anche solo per una notte. E forse, vista la titubanza di Filippo, era il caso di continuare a mantenere i contatti col corteggiatore misterioso. Si, avrebbe risposto ad un suo messaggio arrivatole tempo fa, non si può mai sapere ...

Era emozionato e si vedeva, a Clo brillavano gli occhi. Era un momento magico, in una peretta cornice nella penombra del tardo pomeriggio. 
<<Ti amo>> sussurrò Clo.
Filippo stava per dire qualcosa quando il barboncino della commessa salì sulla panchina in mezzo a loro e chiese coccole a Clo con lo sguardo. Clo era un'amante degli animali...


Dal canto suo Filippo, timido, spesso impacciato, ma teneramente romantico e innamoratissimo di Clo, ha organizzato il viaggio dei sogni in ogni minimo dettaglio. Tutto doveva essere perfetto per farle la proposta. Nulla doveva andare storto. Aveva organizzato vari piani per chiedere la mano della sua amata Clo, se qualcosa fosse andato storto da una parte, avrebbe potuto riprovarci in un altro magico luogo. Aveva scelto anche un apposito abbigliamento. Un po' fuori luogo, secondo Clo.
Ma tutto sembra ruotare contro Filippo, dall'ambiente esterno alla stessa Clo, dal carattere impulsivo e testardo. Ogni piccola magia che Filippo aveva studiato, creato e messa in atto, svanisce in un colpo. Una foglia che cade, una parola di Clo al momento sbagliato e puff! L'incanto del momento si è rotto. L'attimo fuggente non è stato colto.

Lei se lo sentiva che la storia era arrivata al capolinea. Che momento triste. Però Clo pensò che tutti i mali non vengono per nuocere, che se qualcuno da lassù aveva deciso così era perché per lei c'era un altro progetto.

Nonostante tutte le meravigliose sorprese, le fantastiche cene e la visite alla città organizzate da Filippo, Clo è sempre più convinta che la loro storia sia arrivata al capolinea. Filippo vuole lasciarla. La maledizione del 31 dicembre le si rivolta contro: il 31 aveva lasciato e il 31 verrà lasciata. Deve farsene una ragione e magari lasciarlo lei per prima, o forse era meglio a viaggio concluso? Sicuramente la nuova vita da single che le si prospettava era tutta in rosa, avrebbe avuto più tempo per se e per tutto ciò che aveva trascurato durante la sua storia con Filippo, come le amiche, per esempio. 
Ma la fervida mente di Clo viaggia sempre troppo in fretta e spesso salta le stazioni più importanti ...
Riuscirà il povero Filippo, dopo mille tentativi rovinosamente naufragati, a dichiararsi a Clo? Che fine avrà fatto il meraviglioso zaffiro vintage tanto caro a Clo?Se siete curiosi di scoprirlo non vi resta che acquistare il romanzo e spendere circa un'ora immersi in questo sogno scintillante, nemmeno il tempo di un volo Milano-Parigi. Il romanzo di Federica Rossi l'ho letto in assoluto relax,  scorre via liscio tra mille cambi di scena e di pensiero, alternando momenti in cui avrei letteralmente voluto strozzare Clo per la sua frivolezza, il suo essere viziata e la continua ricerca di compiacimento, a momenti durante i quali mi sfuggito un sorriso per la sua specialità di fare la "guastafeste" e il suo modo di cadere sempre in piedi, trovando un lato positivo in ogni situazione. Avrei voluto prendere in braccio Filippo, come si fa coi cuccioli abbandonati e impauriti per cercare di rassicurarlo, di spronarlo a non mollare la presa. Ma fortunatamente il carattere di Filippo, dietro la timidezza, è forte.
Un romanzo adatto ad un pubblico giovane, frizzante e scintillante. Provare per credere.
Buona lettura,
Tania C.




venerdì 20 settembre 2019

Recensione di COME LA PENSO di Andrea Camilleri Ed. Chiarelettere





COME LA PENSO

Andrea Camilleri
Ed. Chiarelettere 2013
ristampa luglio 2019
Pag.340
Copertina flessibile
Collana: I Tascabili
Genere: Autobiografia
€ 12,00
Ebook disponibile


foto dal web

ANDREA CAMILLERI

Andrea Camilleri, nato nel 1925 a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, dopo aver esordito nel 1978 con Il corso delle cose, scala la vetta tra gli autori più prolifici e letti con all'attivo decine di romanzi. 
Sua è la paternità dell'amatissimo commissario Montalbano.
Con Chiarelettere ha pubblicato nel 2009 Un inverno italiano, nel 2010 Di testa nostra, entrambi scritti insieme a Saverio Lodato. Nel 2015, sempre per Chiarelettere pubblica Certi momenti.

QUARTA DI COPERTINA

Un'autobiografia in forma di saggi e di racconti. Un continuo susseguirsi di spunti, suggestioni, ricordi e invenzioni che testimoniano tutta la ricchezza del mondo creativo dello scrittore italiano più letto e stimato dai lettori.
Un percorso ricco di personaggi (con una parte dedicata a Montalbano e alla sua Vigàta), incontri, luoghi, piccoli e grandi eventi, storie personali, con incursioni nella letteratura, nella filosofia, nella politica. Che bellezza leggere i ricordi di ragazzo di Camilleri, le "controstorie" della sua Sicilia, e poi immergersi nel racconto dell'Italia di ieri e di oggi, sempre accompagnati dalla sua inesauribile vena critica e ironica. Un ritratto a colori vivacissimi di come siamo e cosa pensiamo, tra cultura, cronaca e storia. Una vera scoperta.


IMPRESSIONI

Questa breve biografia, uscita anni prima della morte del Maestro è un volume delizioso, in veste completamente nuova ed accattivante, con la copertina azzurra come il mare della sua sicilia e un ramo di meravigliosi limoni gialli. Una gioia per gli occhi, sembra quasi di potersi inebriare del fresco profumo del mare e dei solari agrumi. L'ho vista questa copertina, mi chiamava tra mille altri titoli. Sull'autore nessun dubbio: il Maestro Camilleri è sempre una garanzia ed è l'autore italiano che preferisco in assoluto. Mi ha tenuto compagnia per anni, in un periodo della mia vita un po' travagliato, insegnandomi una lingua nuova, facendomi conoscere luoghi magici di una Sicilia da me sempre sognata e poco conosciuta. Ho amato ogni personaggio uscito dalla sua infaticabile fantasia , ma soprattutto ho e continuo ad amare il suo "figlio" più famoso: Montalbano. Ho riso con Catarella, mi sono commossa con la storia di Orlando ed ho pianto per la morte di François. Dovevo leggere questa biografia, soprattutto ora che il Maestro ci ha lasciati, quasi orfani, della sua calma e pacatezza da gigante buono.
Ho chiesto quindi a Chiarelettere di poterne recensire una copia e la dolce Valeria Frigau mi ha subito accontentata inviandomela nel giro di pochi giorni. 
Il volume, in maneggevole formato tascabile, era li, pronto per essere letto. Nel giro di poche ore l'ho divorato... va  bene, in una notte dai, non facciamo i pignoli.
È stato piacevole fare l'alba immersa tra i luoghi e le epoche che hanno segnato la storia italiana. Mentre leggevo, nella mia mente, la voce di Camilleri scandiva le "palore" (parole, Camilleri docet) lentamente, con il suo spiccato accento e la voce rauca dalle millemila sigarette fumate.
Descrizioni minuziose di luoghi e fatti, come fossero accaduti ieri e di un tempo che oramai è storia, uscite dalla fabbrica di pensieri del Maestro. L'infanzia, non certo facile per l'epoca, pochi anni dopo il primo Grande Conflitto, fatta di povertà, polvere e tanto amore per la propria terra. Sentimenti buoni e radicati, tanta voglia di conoscenza, di trasgredire e di fare.

L'aiutante di don Nonò mi vide e cercò d'agguantarmi, io riuscii a sfuggirgli,intervenne il secondo aiutante, poi qualche passante. Insomma, alla fine di questa scena degna della fèria di Pamplona, fui catturato e ridotto quasi alla calvizie.

Il racconto comincia dall'infanzia di Camilleri, molti sono gli spunti esilaranti, tra tutti quello che più mi ha colpito è narrato nel capitolo de Il salone di don Nonò, il barbiere, che vede un Camilleri bambino terrorizzato dalle "sanguette" scappare a gambe levate verso casa, oppure appena adolescente, in fuga dagli aiutanti di don Nonò che volevano fargli lo scalpo. Ho riso per un quarto d'ora, immaginandomi la scena di un Camilleri tredicenne, con folti e lunghi capelli, le "brache" corte e i calzettoni al ginocchio scalciare come un forsennato tentando di scappare dagli aguzzini del barbiere che voleva raparlo, su ordine del padre.
È l'epoca del fascismo, il rigore era, scusate il gioco di parole, di rigore, i tempi non erano facili, ma la scena ha quel fascino tragicomico che solo la penna di Camilleri poteva descrivere così bene.
Ma la biografia non è solo una raccolta di aneddoti più o meno divertenti: il Maestro ci descrive anche il periodo fascista che pur limitando la libertà di apprendere,  non impedì di formarsi una cultura artistica attraverso film e musica americana, il Jazz. Durante il regime fascista le pellicole americane venivano boicottate a favore di quelle italiane, vere  proprie opere celebrative del fascismo. Per Camilleri, spettatore assiduo di quelle nuove ed insolite pellicole, si aprì un mondo nuovo e sconosciuto, diverso dal solito cinema al quale era abituato. I film americani, molto più leggeri, puntavano non più sulla grandiosità delle guerre, fin troppe se ne erano combattute nella realtà, ma sulla vita moderna  e ilare negli Stati Uniti. 

Montalbano: Ma che fai, vuoi babbiare? Decine e decine di arresti ci sono. Algerini, tunisini, curdi, albanesi, senegalesi ...
Io: Perciò te ne vai perché non puoi più fare il tuo mestiere.
Montalbano: Non solo. Il fatto è che io appartengo a quelli che non vedono una minchia dentro la cornice. 
Io: Stai parlando cifrato.


Dai racconti del cinematografi, il Maestro passa ad una dichiarazione d'amore riconducibile al piccolo schermo:  Il Commissario Montalbano. Un accorato botta e risposta tra il commissario e l'autore, una struggente lettera d'amore  e di chiarimenti sul perché il commissario vuole dimettersi, senza "bona paci" del Maestro. Ovviamente il perché non ve lo dico, lo scoprirete solo leggendo. Un pizzico di mistero non guasta, e poi che giallo sarebbe senza un'accurata indagine come solo Montalbano sa portare a termine?
Se Montalbano ha rappresentato uno dei capitoli più importanti della vita del Maestro, non mancano importanti ricordi sull'influenza che Paolo Conte ha esercitato nella sua formazione artistica, racconti sull'amicizia con Leonardo Sciascia, la passione per Pirandello sino a descrivere i suoi cattivi pensieri, dove si  pone spinose questioni su "cosa è un italiano" o "sullo stato di salute della lingua italiana",  senza farsi mancare una profonda riflessione sul credo e religiosità.
Una biografia insolita, ma a 360 gradi, dove Camilleri mette a nudo il suo passato, il presente e il futuro.
L'autore italiano più letto e amato, il più  imitato dai cabarettisti e probabilmente anche il più scomodo e odiato, ma comunque un Uomo che mai dimenticheremo. Ci ha fatto sognare, ridere e commuovere, specialmente tra queste pagine, ed è con una piccola lacrima di commozione che gli dico: "Grazie Maestro".
Chi non conoscesse le opere di Camilleri e leggesse questa mia recensione, che non è una vera e propria recensione ma solo un gesto affettuoso verso un "amico" speciale, penserà che mi sono lasciata prendere troppo la mano. Troppa enfasi, troppo coinvolgimento. Ma Andrea Camilleri è così, lo conosci, prendi confidenza, entri nei suoi pensieri, ti ci perdi e lo ami!
Non aggiungo altro, lascio a voi la possibilità di conoscerlo, di approcciarvi con la sua straordinaria cultura e il suo immenso amore legato alla sua Sicilia.
Grazie di tutto Maestro, salutaci le stelle ...

Buona lettura,
Tania C.






Recensione de GLI ACCOPPIATI di Jennifer Miller e Jason Feifer ed Longanesi







GLI ACCOPPIATI

Jennifer Miller e Jason Feifer
Ed. Longanesi 2019
Pag. 448
Cartonato
Collana La Gaia Scienza
€ 19,00
Ebook disponibile


CONOSCIAMO GLI AUTORI

Jennifer Miller e Jason Feifer - foto dal web -


JENNIFER MILLER
Moglie di Jason Feifer, è una giornalista e scrittrice. Collabora nella Styles selection del New York Times ed è autrice di romanzi di successo, tra i quali The year of Geadfly e Gli accoppiati, scritto a quattro mani insieme al marito e pubblicato nel 2019 da Longanesi. 
(Fonte: dal web)

JASON FEIFER
Nel 2019, per Longanesi pubblica Gli accoppiati, scritto insieme alla moglie Jennifer Miller. 
Collaboratore di riviste di successo come The New York Times, Mean's Healt, The Washington Post, dirige la rivista Entrepreneur. 
(Fonte: dal web)

TRAMA

Lucas Callahan è giovane, ma ha già trovato il suo amore con la A maiuscola: il giornalismo. C'è da vedere se questo amore è ricambiato. Lui le idee le ha chiare: prossimo alla laurea, lascia la facoltà di giurisprudenza, la promessa sposa sull'altare e la prospettiva di un futuro in una città di provincia, per inseguire il suo sogno di una carriera come giornalista, tuffandosi nell'anima della Grande Mela. Riesce ad ottenere un impiego alla rivista Empire, con la convinzione che presto avrebbe sfondato e scalato il successo. Ma una notte, in un bar del centro, una splendida donna lo invita a casa sua...
Carmen Kelly, bella e scaltra, avrebbe desiderato diventare una giornalista di successo ma, a causa della <<mentalità da club di soli uomini>> del giornalismo di Manhattan, si ritrova invischiata, senza possibilità di fuga, a scrivere articoli come opinionista sessuale proprio per la rivista Empire. Nel suo ultimo articolo racconta una notte di sesso con giovane  bel ragazzo incontrato in un bar del centro. Il ritratto che ne evince è di un ragazzo più giovane di lei, bello ma goffo, inesperto,  imbarazzante a tal punto da rasentare il ridicolo. Solamente dopo aver letto il crudele articolo Lucas si rende conto che la splendida donna della notte di passione è la famosa Carmen Kelly, opinionista sessuale della sua stessa rivista. Umiliato e furioso, Lucas, risponde all'articolo raccontando la sua esperienza con Carmen, firmandosi <<Mr. Bravo Ragazzo>>. Inaspettatamente, l'articolo di Lucas, pubblicato da Empire diventa virale, tanto da catturare l'attenzione del pubblico, assetato di conoscere altri dettagli. La redazione di Empire cogliendo la palla al balzo, per aumentare la tiratura delle copie, decide che Carmen e Mr. Bravo ragazzo, la cui identità è conosciuta solo a Carmen, una volta a settimana dovranno andare a letto insieme e scrivere l'esperienza in una sorta di botta e risposta. Il successo, col rovescio della medaglia, non tarda ad arrivare. I due ragazzi si ritrovano nel mezzo di un seducente gioco alla fama da parte dei ricchi e potenti della città, sino ad arrivare a scoprire molto di più di una forte attrazione l'una per l'altro. Alla fine dei giochi però c'è un bivio che li metterà davanti ad una scelta: fama e successo personale o l'onestà del cuore?

IMPRESSIONI

Poco tempo fa mi innamorai senza un preciso perché della copertina de Gli accoppiati, un nuovo romanzo edito da Longanesi. Lessi frettolosamente la trama, cosa assai insolita per me, ma la grafica semplice, moderna e al tempo stesso vintage di quei palazzoni di N.Y. era troppo attraente. Ne feci richiesta a Francesca & Francesca e le simpatiche ragazze di Longanesi, sempre disponibili, mi inviarono l'ebook. 
Mi aspettavo tutt'altro genere, la fretta ahimè, mi aveva dato la falsa convinzione di un intrigante thriller dal retrogusto rosa e piccante. Ho quindi iniziato a leggerlo con l'attenzione che si pone  solitamente ad un romanzo ad alta tensione. Man mano che leggevo, sotto l'ombrellone, mi ritrovavo invece con le lacrime agli occhi, cercando di soffocare attacchi di risate inconsulte che mi avrebbero fatto passare per pazza agli occhi dei placidi vicini spiaggiati a sonnecchiare nei loro lettini. Avevo tra le mani un romanzo esilarante, deliziosamente spiritoso e con quel pizzico di piccante che spesso si ritrova a scatenare sane risate nel lettore.

Empire
Dipinte di fronte alla zona degli ascensori in massicci caratteri scuri, quelle sei lettere erano l'equivalente di un megafono di un pugno in faccia. Quindi non c'era da stupirtsi se il semplice fatto di scendere al ventinovesimo piano tendesse a intimidire chiunque.

Questo è il pensiero che passa per la testa a Lucas, un giovane giornalista, ogni volta che si recava alla sua postazione di lavoro per l'Empire, sede della rivista nella quale riponeva il sogno ambizioso di fare carriera e diventare un giornalista famoso. Per quel lavoro, anche se doveva passare per la "gavetta", aveva rinunciato al matrimonio lasciando la fidanzata quasi sull'altare e la prospettiva di una vita tranquilla e monotona in provincia, ma soprattutto aveva rinunciato alla specializzazione in giurisprudenza, non potendo più permettersela vista la sua scarsa disponibilità finanziaria. Il lavoro all'Empire è tutto per lui ed è pronto anche a fare il "lecchino" del direttore pur di guadagnarsi un posto fisso e di successo. Era disposto anche a rinunciare alle sue dozzinali cravatte anonime in cambio di prestigiose e costose cravatte di seta di un noto stilista di grido. Seguendo la pista del compiacimento si ritrova coinvolto in assurde serate di sesso, droga e champagne, delle quali al mattino avrà solo   ricordi confusi. 

Tentare e fallire è sempre meglio di non fare nulla.

Dopo un anno quasi da asceta nella Grande Mela, Lucas decide di vivere la città notturna e si reca in un bar dove rimane folgorato dalla vista di una bella ragazza, un po' più grande di lui, ma con un magnetismo irresistibile. 

Doveva imparare a nuotare molto in fretta, se non voleva annegare nel gelido mare newyorkese.

Facendosi coraggio Lucas si fa avanti con la misteriosa ragazza e tra timidezza, impacci e impicci,  i due finiscono a letto insieme a casa della donna. 
Per Lucas è una notte diversa da quelle passate con la sua ex, una notte di fuoco e passione che va oltre la routine di una coppia navigata. La camera della donna è come un nido voluttuoso, le lenzuola costose di cotone puro e preziosi fanno si di sembrare avvolti da una morbida nuvola. Lui, abituato a biancheria dozzinale e rustica!
L'idillio di Luca però ha fine ben presto. Carmen Kelly, opinionista della rubrica hot di Empire, pubblica un articolo sulla sua recente notte passata con un ragazzo conosciuto in un bar. Il ragazzo è bello, scrive Carmen, ma talmente goffo e inesperto da rasentare il ridicolo! Senza pietà, questa è la versione che Carmen rilascia nel suo articolo. Inutile dire che Lucas, scoperta l'identità di Carmen leggendo l'articolo, ne sia rimasto profondamente umiliato e offeso. L'ira che gli pervade l'anima lo spinge a scrivere una risposta alla sua compagna di quella notte brava, inviando un articolo a Empire. L'articolo di risposta, dolce, quasi romantico, viene pubblicato a firma di Bravo Ragazzo. La querelle tra Carmen e Bravo ragazzo diventando virale, fa aumentare le vendite della rivista tanto da spingere il direttore a proporre una richiesta insolita a Carmen e di conseguenza a Bravo Ragazzo, dall'identità a lui sconosciuta.
Carmen è da sempre innamorata e amante del direttore J.J., divenendone nel tempo il giocattolo personale da usare a suo piacimento. Facendo leva sul sentimento che lo lega a Carmen, il direttore le chiederà un incontro sessuale a settimana con Bravo Ragazzo. La povera Carmen, credendo fermamente che quello potesse essere il trampolino di lancio per la celebrità e quindi di poter avere una rubrica di spessore, accetta la sfida. La coppia avrebbe dovuto incontrarsi a casa di lei e sperimentare tutto quello che passava loro per la mente, la parte passionale di Carmen e quella più romantica e razionale di Bravo Ragazzo e, alla fine dell'incontro, avrebbero dovuto scrivere i loro articoli. Ritrovarsi nell'intimità accogliente della casa di Carmen è per Lucas un sogno, come un bambino al luna park. Ma come tutti i bei sogni, la routine sembra spegnere la passione che lega i due ragazzi. Mentre Carmen continua a scrivere articoli taglienti sulle imbarazzanti performance di Lucas, il ragazzo risponde mantenendo alto il profilo delicato e romantico del suo essere. Ma più di li non si va. Il pubblico vuole di più... ed ecco l'idea brillante di Jay Jay: la coppia, per risvegliare la vitalità ormai spenta, avrebbe dovuto giocare col fuoco. Avere rapporti in Hotel, dai quelli di basso rango sino ai più lussuosi, sperimentare improbabili giocattoli e travestimenti, partecipare a improbabili festini vip dove scorrono fontane di dollari, champagne e droga, in un turbinio di vergogna, sfrontatezza, paura e indifferenza.
Il gioco di J.J. sembra funzionare, la tiratura della rivista lievita giorno dopo giorno e come un leone, è pronto a buttarsi sulle sue prede facendone un lauto pasto. 
Non ha però fatto i conti con i sentimenti dei ragazzi, andando avanti, il gioco si tramuta in qualcosa di più. Dopo qualche botta e risposta velenoso e un tiro poco etico di Carmen, Lucas rivela l'identità di bravo ragazzo, mettendoci la faccia. Il pubblico va in visibilio, ma la magia di un sentimento pulito e tenero che sembra sbocciare tra Carmen e Lucas finisce separando la vita privata e professionale dei due amanti. 
Arriva così il momento della trionfale entrata in scena di Miranda Kelly, la nonna di Carmen.
Chi è Miranda, e cosa ha in serbo per Carmen? ...

Tra gag esilaranti, imbarazzanti equivoci e bizzarre situazioni, lo potrete scoprire. Ovviamente se leggerete questo romanzo fresco e divertente. 
Mentre leggevo, tra una risata e l'altra, mi è stato facile catalogarlo come un "Cinquanta sfumature di un coppia scoppiata" , una sorta di esilarante e romantica parodia della famosa serie. Un po' alla Sex and the City e Mr. Gray a ruoli invertiti. Certo, la trama non ha clamorosi colpi di scena e potrebbe risultare un "déjà lu", ma potrebbe invece rivelarsi un serio  spunto di riflessione sul mondo del lavoro e sul punto sino al quale una persona è  disposta a spingersi  per ottenere il lavoro il lavoro dei suoi sogni. 
Un romanzo attuale, che mette in luce il pericoloso gioco delle relazioni virtuali e di favore. 

Se vi è piaciuta la recensione, non vi resta che leggere il libro.

Buona lettura,

Tania C.




giovedì 19 settembre 2019

Recensione di FERMATE IL CAPITANO ULTIMO di Pino Corrias - ed. CHIARELETTERE




 FERMATE IL CAPITANO ULTIMO

Pino Corrias
Ed. Chiarelettere 2019
Collana Reverse
Pag. 233
Copertina flessibile
€ 16,90


Pino Corrias - foto dal web -

CONOSCIAMO L'AUTORE


Pino Corrias è un giornalista, scrittore e sceneggiatore che vive e lavora a Roma. 
Sono famosi i suoi reportage: 
Vicini da morire, edito da Mondadori nel 2007;
Nostra incantevole Italia, edito nel 2018 da Chiarelettere.
Dal suo romanzo Dormiremo da vecchi edito nel 2015 da Chiarelettere nel 2015, ne è appena stato tratto un film dal titolo Dolceroma di Fabio Resinaro.
Nel 2011, per Feltrinelli, Corrias è autore di Vita  agra di un anarchico e nel 2016, per Mondadori, Disordini sentimentali, una raccolta di racconti.
Per Baldini&Castoldi, insieme a Gramellini e Curzio Maltese, pubblica 1994. Colpo grosso, dedicato all'ascesa di Berlusconi.
Nel 2012, con Pezzini e Travaglio, pubblica per Chiarelettere L'illusionista, dedicato al declino di Bossi.
Firma molti programmi televisivi, tra i quali: Catturate Riina! per Raiuno 2018;
Mani pulite per Raidue 1997.
Dal 2000 lavora in Rai come editorialista. Per Raifiction ha prodotto La meglio gioventù, di Marco Tullio Giordana e L'Ispettore Coliandro dei Maneti Bros.
Inviato speciale per "La Stampa", ha collaborato con le principali testate e settimanali italiani.


TRAMA

A raccontare la sua storia è la voce in prima persona di Capitano Ultimo, il colonnello Sergio De Caprio, l'uomo che ha arrestato Totò Riina. Un racconto collettivo della sua squadra: Alchimista, Arciere, Omar, Petalo, Pirata, Vichingo e dei suoi cento invisibili investigatori che hanno indagato su mafia, camorra, 'ndrangheta, corruzione a Milano, a Napoli, Palermo, nei palazzi del potere, da Finmeccanica allo Ior, dalla banca vaticana alla Lega.
Capitano Ultimo ci racconta la sua storia di Carabiniere condannato a morte da Provenzano e Bagarella, costretto ancora oggi a vivere come clandestino. Negli anni al centro dei sospetti nati nel processo Trattativa Stato-mafia. Un processo che il Capitano Ultimo considera un clamoroso fraintendimento della verità, che finisce per addossare, agli occhi della pubblica opinione, la responsabilità delle stragi allo Stato anziché ai "macellai della mafia".
Un giallo politico. Il racconto di un assedio e di una rivalsa del potere che ha usato le inchieste del Cpl Concordi e Consip per incanalare contro di lui il fuoco della disinformazione. Tra i protagonisti si avvicendano: politici di destra e sinistra, Matteo Renzi, i vertici della Difesa, carabinieri e  uomini del Csm. Una trappola ben congegnata che è riuscita a imprigionarlo in un incarico senza ruolo e senza scopo, privato della scorta e dei suoi uomini, nell'ufficio in fondo al corridoio della Forestale. Ma Capitano Ultimo è pronto a ripartire da qui.

IMPRESSIONI

Ormai mi conoscete e sapete che non fa in tempo ad uscire un libro sui Carabinieri o sull'Arma che già inizio a sfinire i librai per averne una copia. In questo caso la copia mi è stata gentilmente offerta da Tommaso Gobbi di Chiarelettere. Quanta felicità nel riceverlo! Non finirò mai di ringraziare tutti per la bella sorpresa. 

Dal 3 settembre 2018 - per dispetto, ritorsione o non-curanza - gli hanno tolto la scorta. Lui ha risposto: <<Sono un soldato, obbedisco.>>

Ho seguito le vicende di Ultimo da sempre, sfatando il mito dell'immaginario collettivo di un Capitano Ultimo impersonato da Raoul Bova. Per quanto la fiction possa essere stata ben fatta, curata, fedelmente attenuta ai fatti di cronaca, il Capitano Ultimo va oltre la figura del sex symbol che buca lo schermo coi suoi occhioni azzurri. Capitano Ultimo è un carabiniere, e soprattutto un Uomo in carne e ossa che ha messo in  un angolo pericoloso la sua vita per combattere la criminalità organizzata che attanaglia l'Italia.

Vichingo: <<Arrivati a Palermo non dovevamo farci individuare come gruppo e ognuno ha preso una strada differente. Ci tenevamo in contatto via radio. Dormivamo sparsi in alberghi da due lire, camere ammobiliate, qualcuno anche in convento e, in caso di emergenza, persino dentro al furgone con il sacco a pelo.Di notte giravamo per imparare le strade. Di giorno avevamo i nostri obiettivi di osservazione e pedinamento.>>

E lo ha fatto a sue spese, scegliendo la squadra di "rinnegati" per riportare la serenità nelle città cadute in mano alle mafie. Lo fa restando nell'ombra, nelle notti fredde e buie o nei giorni assolati, invisibile in mezzo agli invisibili ma con coraggio e senso del dovere. Di tasca sua, perché, come tutte le cose buone che funzionano, da fastidio, rompe i disegni di un gioco più grande di lui. E allora deve essere fermato. 

Omar: <<I primi mesi a Palermo abbiamo lavorato nella clandestinità totale. Non ci fidavamo di nessuno, nemmeno di frequentare le caserme. Non perché sospettassimo  collusioni tra i colleghi e la mafia, ma perché qualcuno avrebbe potuto parlare in giro di noi - di questo strano gruppo di carabinieri straccioni arrivati da Milano - , magari con la moglie, il fornaio, l'amico , e queste voci avrebbero finito per dare un indizio 

Man mano che il Capitano indaga e insieme ai suoi uomini conduce a buon fine un'operazione, si attira l'odio della malavita  sino a ricevere accuse e minacce.
La squadra viene inviata in Sicilia, per indagare e catturare il capomafia Totò Riina.
Ultimo non si ferma, c'era un uomo da catturare e doveva portare a termine la sua missione. L'operazione si presentava delicata e piena di insidie. La mimetizzazione in pieno giorno rischiava di essere un'arma a doppio taglio. Qualcuno avrebbe potuto accorgersi di quei "loschi individui" che bivaccavano attorno al "palazzo del potere" e fare la spiata mandando ore di pedinamenti e appostamenti  a "catafottersi", come direbbe il Maestro Camilleri. 

Omar: <<Dalle cinque alle otto siamo rimasti li attorno, girando, verificando che non ci fosse nessuno a controllare, magari un'auto  staffetta che faceva il giro. Contatti via radio e attesa. L'attesa è stata la cosa più allucinante. Stai in tensione per ore, magari non succede niente e in quel niente ti sei fumato venti sigarette.>>

Nonostante qualche intoppo il topolino finì dritto nella trappola tesa dal gatto. Il boss di "Cosa Nostra" Totò Riina, rinominato "Sbirulino", il 15 maggio 1993, poco dopo le 8,30 dopo una notte di appostamenti e  pedinamenti, viene fermato e arrestato dal Capitano Ultimo e dai suoi uomini. L'operazione clamorosa ebbe un'alta risonanza mediatica. Tutti si congratulavano con tutti per la buona riuscita dell'operazione ma... come il vento arriva, fa presto anche a cambiare.
I momenti di ''gloria'' per Ultimo e i suoi ragazzi erano proiettati in un futuro prossimo di nuove indagini, ma all'orizzonte nubi minacciose cominciano a riversar loro addosso una pioggia di accuse mosse a discredito di tutto l'operato del Capitano, tra le quali quella di aver inscenato la cattura del boss, a causa della perquisizione della casa di Riina, avvenuta troppo tempo dopo l'operazione dell'arresto.
Nonostante il processo abbia dichiarato il capitano innocente, l'ombra nera dell'accusa continua a gravitargli attorno. 
Capitano Ultimo era diventato scomodo e doveva essere messo a tacere il più presto possibile. Inizia così la nuova vita al margine, ai confini dell'Arma, indagando sulla criminalità legata alle cosche mafiose a Milano per finire nel fiorentino con le indagini finanziarie su Cosip, Concordia, Belsito, Lega per finire a Renzi e famiglia... 
Leggendo la biografia di Capitano Ultimo potrete trovare tutti i particolari, i retroscena, più o meno scabrosi di tutte le indagini svolte, di ogni accusa mossa, ma nella prima parte potrete conoscere il Capitano quando ancora era un bambino, figlio di un maresciallo di Stazione. Sentirete lo scandire del tempo nei racconti della vita di caserma, fatta di cose semplici e genuine, sino a ritrovarlo giovane carabiniere, un po' scapestrato per arrivare alla fine, che poi è l'inizio di questa turbolenta storia: 

<<Il colonnello lo trova là in fondo.>> Mi dice il giovane piantone, alla fine delle scale...
... <<In fondo dove?>>
<<Dopo l'ultima porta dell'ultimo ufficio.>> ...
... Allora lo dico io: <<Ultimo nell'ultima stanza. E dove se no?>>.

Ma non è la fine, perché Ultimo e una squadra in continua evoluzione ci sono ancora, pronti a creare un nuovo futuro per tanti uomini al margine. Con parole semplici, vicenda dopo vicenda, la penna di Corrias da vita al ritratto di un uomo che ha da sempre creduto fortemente in ciò che faceva, sino ad annullarsi, diventando Ultimo, dell'ultimo ufficio in fondo. Un uomo duro, incontentabile e spesso controcorrente, ma con un profondo senso di giustizia e voglia di aiutare il prossimo.
Se sia giusto o sbagliato il suo operato, se siano fondate o meno le accuse, non sta né all'autore né a me dirlo, l'unica maniera per capirne un po' di più è di immergervi tra queste pagine e trarne le conclusioni.

Buona lettura,
Tania C.






mercoledì 11 settembre 2019

Recensione de IL DONO DI RACHEL di Cuss Hunter Ed. LONGSNESI




IL DONO DI RACHEL

Cuss Hunter
Ed. Longanesi 2019
Pag. 384
€ 18,60
Copertina rigida
Ebook disponibile


Cuss Hunter - foto dal web -

CONOSCIAMO L'AUTRICE

Cass Hunter, dai natali sudafricani, nel 2000 si trasferisce in Gran Bretagna, dove risiede attualmente. Vive a Londra col marito e i figli e lavora all'Università.


TRAMA

Cosa potrebbe desiderare di più dalla vita Rachel Porter? Ha tutto: è bella, ha un marito che ama tantissimo, ricambiata. Una figlia adolescente che è tutto e il lavoro perfetto a coronare la sua mente geniale. Ma un terribile segreto la logora: è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere all'improvviso, segnando la sua fine. Probabilmente è questo il motivo che la spinge a dedicare tutta se stessa al progetto scientifico avanguardista al quale sta lavorando. Un esperimento segreto e costoso nel quale investe letteralmente tutta se stessa. Ben conscia del fatto che tutto potrebbe finire da un giorno all'altro, Rachel fa della sua mente il suo cuore, programmando tutto nei minimi particolari. Ma il giorno fatale arriva: Rachel non c'è più, Aidan e Chloe sono rimasti soli con un dolore che li ha spezzati, forse in modo irreparabile. Ma Rachel aveva pensato anche a questo, lasciando un'eredità folle, impossibile e straordinariamente umana.
Qualcosa... o forse qualcuno.L'ultimo regalo, un dono di nome iRachel. 

                IMPRESSIONI

Quando vidi la pubblicità di questo romanzo contattai Casa Editrice Longanesi e grazie alla disponibilità di Francesca, mi inviarono subito l'ebook. La trama alquanto misteriosa mi aveva incuriosita a tal punto da farne richiesta pur non essendo particolarmente amante dei fantasy e fantascienza. C'era quel certo non so che ad attrarmi come l'ape sul miele. Non mi sbagliavo, dopo aver divorato le quattrocento pagine ho capito che quel ''qualcosa'' era proprio l'originalità che l'autrice ha saputo imprimere alla storia senza farla risultare banale o seriale. Un romanzo unico nel suo genere che grazie alla sua semplicità, spalanca una finestra sul futuro dell'umanità. No, nessun Mazinga Z o Daitarn III  pronti a salvare la terra da un attacco alieno e nemmeno Conan Ragazzo del futuro alla salvaguardia del pianeta caduto in mano a malintenzionati guerrafondai, tra le mie mani avevo un romanzo che  si potrebbe quasi definire corale, dal sapore vagamente vintage e futuristico allo stesso tempo, con quel tocco di mistero e rosa che non stona. Ed è intrigante il mix di di fantascienza, rosa e mistery che l'autrice ha saputo amalgamare delicatamente sino a dare forma ad un piccolo gioiello, semplice da leggere ma che incuriosisce e sprona  il lettore all'introspezione e ad una riflessione in ambito sociale, al punto di non voler arrivare ai ringraziamenti finali e attendere un seguito, anche se sembrerebbe  un romanzo autoconclusivo. Ma chissà, la scintilla è ancora attiva...

C'erano così tante sfumature di verde e lei non era in grado di dare un nome a tutte. Sapeva di dover girare il volante, di dover spostare il piede sul freno, ma per qualche motivo quegli impulsi non raggiungevano il suo corpo.

Rachel è una scienziata, bella, intelligente e devota al suo lavoro quanto alla sua famiglia. Ma il progetto avveneristico al quale si sta dedicando letteralmente anima e corpo ha un qualcosa in più. Un qualcosa che la sprona ad investire ogni sua energia e la sua stessa vita per portarlo a termine.
Una terribile segreto riveste la sua anima, come una spada di Damocle, pronta a distruggerla quando meno se l'aspetta. Un grave problema di salute potrebbe, nel migliore dei casi, invalidarla gravemente, nel peggiore stroncare la sua giovane vita. Rachel ama troppo la sua famiglia e il suo lavoro per rischiare un'invalidità permanente e decide di giocare alla roulette russa con la vita. Ma il colpo vincente è del destino. Un giorno Rachel ha un incidente in auto, finisce fuori strada, in mezzo al verde di una foresta, mettendo tragicamente la parola fine alla sua vita. Per Aidan e Chloe è un duro colpo, come un fulmine a ciel sereno, accettare la scomparsa dell'amata Rachel.

<<... C'è un messaggio per te, da parte di Rachel. È un messaggio privato, e le farei un torto se non te lo comunicassi.>>      

Ma la donna ha pensato a tutto. Tutto programmato nei minimi dettagli. Il giorno del funerale il collaboratore di Rachel Luke, si presenta al cospetto di Aidan, il quale lo ha sempre ritenuto una persona strana e poco loquace, avvisandolo di avere un importantissimo messaggio per lui da parte di Rachel. Non può dirgli di più, per sapere cosa la moglie avesse di così urgente da comunicare post mortem, avrebbe dovuto recarsi urgentemente in laboratorio. Non una parola di più uscì dalla bocca dell'enigmatico Luke.
Aidan è sconvolto, non sa che fare. Non riesce a capire il gesto della moglie e tutta questa segretezza. Dopo giorni di insistenza da parte di Luke e dopo aver riflettuto, l'uomo si reca nel laboratorio della Telos, dove lavorava la moglie.

<<È una donna identica a mia moglie.>>
Luke scrollò le spalle. <<Sentiti libero di parlargli come se fosse un essere umano, se preferisci. Tecnicamente si tratta di un modello Mark 4, numero di serie 787775, ma nei nostri appunti la chiamiamo iRachel.>>

Il messaggio sta per essere rivelato. Lasciato solo  in laboratorio, silenziosamente,  gli si para davanti  un robot ginoide, identico alla moglie in tutto e per tutto. Il progetto al quale Rachel e Luke stavano lavorando con fervore e segretamente ora è davanti a lui, in carne e ossa... No, in ingranaggi, chip e schede elettroniche. Ma ad una prima vista non si nota, è Rachel ad essere davanti a lui,  a parlargli. 
Il robot dalle sembianze così verosimilmente umane e somigliante alla moglie spiega con la voce di Rachel, ad un allibito Aidan, di essere un prototipo di robot ginoide empatico, in grado di interagire con gli umani quasi come un un umano. Si chiama iRachel, e la moglie lo ha voluto così proprio per aiutare la sua famiglia il giorno in cui sarebbe mancata. Il progetto iRachel è segreto, alla Telos, la società ingegneristica di robotica ne è a conoscenza, ma non sa sino a che punto lo abbiano sviluppato Luke e Rachel. Compito di iRachel è quello di sperimentare l'impiego con persone diversamente abili, non autosufficienti o malati di Alzheimer, aiutarle nella quotidianità e nei compiti più difficili. Spiega di essere empatico perché è in grado di interagire come un essere umano, rilevando i parametri vitali della persona con la quale sta interagendo, elaborarne i dati e di conseguenza offrire aiuto materiale e supporto psicologico quasi come se provasse dei sentimenti propri.

"Il robot giusto non ti deluderà mai." Devo proporlo come slogan all'ufficio marketing."

Il robot è pronto, ora che Rachel non c'è più, ad uscire segretamente dal laboratorio ed essere sperimentato sul campo, per volere di Rachel proprio a casa sua, con la sua famiglia. E in questo momento Dio solo sa quanto bisogno ce ne sia. C'è solo una condizione: iRachel deve rimanere segreto e non essere visto da nessuno al di fuori delle persone autorizzate ad interagire. A queste persone verrà fornito un braccialetto elettronico mediante il quale iRachel rileverà i parametri vitali e le emozioni elaborandoli e trasformandoli in azioni, pensieri, dialoghi ed aiuto fisico. Sempre più sconvolto, Aidan non riesce a capacitarsi di tutto ciò, mille pensieri lo schiacciano. Primo tra tutti Chloe. Come può spiegare alla figlia adolescente con tutti i problemi inerenti all'età e adesso in lutto per la madre, faro e ancora della famiglia? No, non lo vuole quel robot. Per quanto sia fatto e parli come Rachel non è lei. Rachel è morta. 

È così che si chiama: iRachel, quindi, come un iPod o un iPhone. Solo che io non chiamavo Rachel, quindi come dovrei chiamarlo? iMamma?

Dopo aver parlato con Rachel tramite iRachel, se pur riluttante, Aidan acconsente alle volontà della moglie e si organizza per portare a casa il robot. Ma prima bisogna preparare Chloe, che si è chiusa in se stessa senza voglia alcuna di reagire. Come avrebbe reagito la ragazza alla vista di una "macchina" dalle sembianze umane identica alla madre? l'avrebbe accettata di buon grado o si sarebbe chiusa ancor di più in se stessa? Era tutto così assurdo e futuristico, quasi irreale.
Una volta a casa iRachel, iniziò ad elaborare tutti i dati inseriti da Rachel sulla casa e ad ambientarsi. Ogni giorno i suoi dati si sarebbero aggiornati specchiandosi nello specchio appeso in corridoio e avrebbe dovuto ricaricarsi in media una volta al giorno nella postazione scelta, in cucina. 

Quando leggerai questa lettera saprai già del mio attuale progetto, il robot umanoide empatico. Spero che, se non ci sarò più, il robot vi aiuterà quandone avrete più bisogno.

L'arrivo di iRachel a casa trova una Chloe reticente e perplessa. La ragazza non accetta il robot, anche a causa del suo nuovo stato di isolamento. È vero, iRachel assomiglia in maniera impressionante alla madre, parla con la sua voce, è in grado di fare tutto ciò che faceva la madre, ma non è lei e, soprattutto, vista la segretezza della situazione, ha messo Chloe davanti al fatto compiuto: la ragazza dovrà rinunciare ai social, alle visite degli amici a casa e tenere la bocca chiusa con tutti. Un peso troppo grande per un'adolescente che ha appena perso la madre.
Chloe, con un carattere chiuso di suo, si ritrova a combattere una battaglia intestina con se stessa e contro iRachel, sentendosi ancora più sola. Ma col passare dei giorni e con la pazienza di iRachel, programmata dalla dolcezza di Rachel, Chloe riuscirà ad accettare il robot come membro della famiglia e ad interagire con lei, aprendosi al futuro e dedicandosi ad una delle passioni della madre, il giardinaggio, facendolo diventare il suo percorso di studi negli anni a venire. Il giardinaggio  la avvicinerà  anche ad iRachel, grazie ad un episodio che potrebbe anche essere esilarante, in un altro contesto, ma mette in luce quanto la robotica, se pur ben congegnata e tecnicamente perfetta, empatica e somigliante all'uomo, non potrà mai sostituire l'essere umano. 
La vita di Aidan e iRachel è nuovamente attraversata da una disgrazia, la severa ed impeccabile madre di Aidan si ammala di Alzheimer ed è costretta ad andare a vivere col figlio e la nipote. E con iRachel. Sembrerebbe però la situazione perfetta per sperimentare su campo il robot e le funzioni per le quali era stato concepito: sostituire la figura umana nelle situazioni sanitarie gravi dell'anziano e delle persone diversamente abili. In un susseguirsi di giornate divertenti ed amare, scandite in prima persona dalla voce di iRachel e dalla penna dell'autore che in terza persona da voce a Chloe e Aidan, il robot sembra rivestire perfettamente il suo ruolo di assistente sanitario, ma non solo. 
Rachel aveva veramente pensato a tutto! Il prototipo iRachel è stato congegnato per sostituirsi in tutto e per tutto all'essere umano, essendo in grado di decidere autonomamente se avere o no rapporti sessuali. 
Aidan ne è al corrente, iRachel, in un momento di sconforto dell'uomo, ne ha parlato con lui...

Cosa succederà adesso nella vita di Chloe e Aidan? Quale sarà veramente il ruolo di iRachel. Il robot è veramente l'ultimo dono che Rachel ha voluto lasciare alla sua famiglia per aiutarli a superare il lutto e i problemi della quotidianità?
Con un linguaggio accattivante e leggero se pur tecnico, Cass Hunter, rende piacevole e commovente la lettura. Le pagine sono circa quattrocento, ma il lettore non ha modo di accorgersene, talmente sarà concentrato nelle vicende. Molti sono gli spunti per riflettere, dalla perdita di un famigliare alla fiducia verso gli amici, sino a quello che per me è più importante: è davvero utile e giusto sostituire l'essere umano con la robotica, per quanto "empatica" e simile? Alla fine l'empatia del robot è solo una questione di chip, file e input inseriti dal costruttore. 
Fino a dove può spingersi la scienza? 
Gli esseri viventi sono unici nel loro genere proprio perché sono in grado di pensare e provare emozioni.

Un robot è solo l'involucro di una scheda elettronica e per quanto possa alleviare la fatica umana, svolgere i compiti più difficili e pesanti, per quanto possano classificarlo "empatico" non sarà mai in grado di compiere il miracolo che ogni giorno compiono gli esseri viventi: donare la vita!

Leggendo sono incappata spesso in questo pensiero, mi ha tenuto compagnia sino alla fine e sono giunta alla conclusione che, per quanto utile possa essere la robotica in certi campi, deve rimanere limitata a quello!
Il romanzo rimanda spesso alle scene de L'uomo centenario e Super Vicky, forse l'autore ha preso spunto da quello. Chissà. So per certo, invece, che se leggerete questo romanzo non potrete non innamorarvi della storia, commuovervi ed infine gioire di ogni pagina. È una lettura che mi permetto di consigliare a tutti, per passare qualche ora in relax o per riflettere un po' sulla vita e sul futuro.

Buona lettura,
Tania C.








Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...