venerdì 20 settembre 2019

Recensione di COME LA PENSO di Andrea Camilleri Ed. Chiarelettere





COME LA PENSO

Andrea Camilleri
Ed. Chiarelettere 2013
ristampa luglio 2019
Pag.340
Copertina flessibile
Collana: I Tascabili
Genere: Autobiografia
€ 12,00
Ebook disponibile


foto dal web

ANDREA CAMILLERI

Andrea Camilleri, nato nel 1925 a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, dopo aver esordito nel 1978 con Il corso delle cose, scala la vetta tra gli autori più prolifici e letti con all'attivo decine di romanzi. 
Sua è la paternità dell'amatissimo commissario Montalbano.
Con Chiarelettere ha pubblicato nel 2009 Un inverno italiano, nel 2010 Di testa nostra, entrambi scritti insieme a Saverio Lodato. Nel 2015, sempre per Chiarelettere pubblica Certi momenti.

QUARTA DI COPERTINA

Un'autobiografia in forma di saggi e di racconti. Un continuo susseguirsi di spunti, suggestioni, ricordi e invenzioni che testimoniano tutta la ricchezza del mondo creativo dello scrittore italiano più letto e stimato dai lettori.
Un percorso ricco di personaggi (con una parte dedicata a Montalbano e alla sua Vigàta), incontri, luoghi, piccoli e grandi eventi, storie personali, con incursioni nella letteratura, nella filosofia, nella politica. Che bellezza leggere i ricordi di ragazzo di Camilleri, le "controstorie" della sua Sicilia, e poi immergersi nel racconto dell'Italia di ieri e di oggi, sempre accompagnati dalla sua inesauribile vena critica e ironica. Un ritratto a colori vivacissimi di come siamo e cosa pensiamo, tra cultura, cronaca e storia. Una vera scoperta.


IMPRESSIONI

Questa breve biografia, uscita anni prima della morte del Maestro è un volume delizioso, in veste completamente nuova ed accattivante, con la copertina azzurra come il mare della sua sicilia e un ramo di meravigliosi limoni gialli. Una gioia per gli occhi, sembra quasi di potersi inebriare del fresco profumo del mare e dei solari agrumi. L'ho vista questa copertina, mi chiamava tra mille altri titoli. Sull'autore nessun dubbio: il Maestro Camilleri è sempre una garanzia ed è l'autore italiano che preferisco in assoluto. Mi ha tenuto compagnia per anni, in un periodo della mia vita un po' travagliato, insegnandomi una lingua nuova, facendomi conoscere luoghi magici di una Sicilia da me sempre sognata e poco conosciuta. Ho amato ogni personaggio uscito dalla sua infaticabile fantasia , ma soprattutto ho e continuo ad amare il suo "figlio" più famoso: Montalbano. Ho riso con Catarella, mi sono commossa con la storia di Orlando ed ho pianto per la morte di François. Dovevo leggere questa biografia, soprattutto ora che il Maestro ci ha lasciati, quasi orfani, della sua calma e pacatezza da gigante buono.
Ho chiesto quindi a Chiarelettere di poterne recensire una copia e la dolce Valeria Frigau mi ha subito accontentata inviandomela nel giro di pochi giorni. 
Il volume, in maneggevole formato tascabile, era li, pronto per essere letto. Nel giro di poche ore l'ho divorato... va  bene, in una notte dai, non facciamo i pignoli.
È stato piacevole fare l'alba immersa tra i luoghi e le epoche che hanno segnato la storia italiana. Mentre leggevo, nella mia mente, la voce di Camilleri scandiva le "palore" (parole, Camilleri docet) lentamente, con il suo spiccato accento e la voce rauca dalle millemila sigarette fumate.
Descrizioni minuziose di luoghi e fatti, come fossero accaduti ieri e di un tempo che oramai è storia, uscite dalla fabbrica di pensieri del Maestro. L'infanzia, non certo facile per l'epoca, pochi anni dopo il primo Grande Conflitto, fatta di povertà, polvere e tanto amore per la propria terra. Sentimenti buoni e radicati, tanta voglia di conoscenza, di trasgredire e di fare.

L'aiutante di don Nonò mi vide e cercò d'agguantarmi, io riuscii a sfuggirgli,intervenne il secondo aiutante, poi qualche passante. Insomma, alla fine di questa scena degna della fèria di Pamplona, fui catturato e ridotto quasi alla calvizie.

Il racconto comincia dall'infanzia di Camilleri, molti sono gli spunti esilaranti, tra tutti quello che più mi ha colpito è narrato nel capitolo de Il salone di don Nonò, il barbiere, che vede un Camilleri bambino terrorizzato dalle "sanguette" scappare a gambe levate verso casa, oppure appena adolescente, in fuga dagli aiutanti di don Nonò che volevano fargli lo scalpo. Ho riso per un quarto d'ora, immaginandomi la scena di un Camilleri tredicenne, con folti e lunghi capelli, le "brache" corte e i calzettoni al ginocchio scalciare come un forsennato tentando di scappare dagli aguzzini del barbiere che voleva raparlo, su ordine del padre.
È l'epoca del fascismo, il rigore era, scusate il gioco di parole, di rigore, i tempi non erano facili, ma la scena ha quel fascino tragicomico che solo la penna di Camilleri poteva descrivere così bene.
Ma la biografia non è solo una raccolta di aneddoti più o meno divertenti: il Maestro ci descrive anche il periodo fascista che pur limitando la libertà di apprendere,  non impedì di formarsi una cultura artistica attraverso film e musica americana, il Jazz. Durante il regime fascista le pellicole americane venivano boicottate a favore di quelle italiane, vere  proprie opere celebrative del fascismo. Per Camilleri, spettatore assiduo di quelle nuove ed insolite pellicole, si aprì un mondo nuovo e sconosciuto, diverso dal solito cinema al quale era abituato. I film americani, molto più leggeri, puntavano non più sulla grandiosità delle guerre, fin troppe se ne erano combattute nella realtà, ma sulla vita moderna  e ilare negli Stati Uniti. 

Montalbano: Ma che fai, vuoi babbiare? Decine e decine di arresti ci sono. Algerini, tunisini, curdi, albanesi, senegalesi ...
Io: Perciò te ne vai perché non puoi più fare il tuo mestiere.
Montalbano: Non solo. Il fatto è che io appartengo a quelli che non vedono una minchia dentro la cornice. 
Io: Stai parlando cifrato.


Dai racconti del cinematografi, il Maestro passa ad una dichiarazione d'amore riconducibile al piccolo schermo:  Il Commissario Montalbano. Un accorato botta e risposta tra il commissario e l'autore, una struggente lettera d'amore  e di chiarimenti sul perché il commissario vuole dimettersi, senza "bona paci" del Maestro. Ovviamente il perché non ve lo dico, lo scoprirete solo leggendo. Un pizzico di mistero non guasta, e poi che giallo sarebbe senza un'accurata indagine come solo Montalbano sa portare a termine?
Se Montalbano ha rappresentato uno dei capitoli più importanti della vita del Maestro, non mancano importanti ricordi sull'influenza che Paolo Conte ha esercitato nella sua formazione artistica, racconti sull'amicizia con Leonardo Sciascia, la passione per Pirandello sino a descrivere i suoi cattivi pensieri, dove si  pone spinose questioni su "cosa è un italiano" o "sullo stato di salute della lingua italiana",  senza farsi mancare una profonda riflessione sul credo e religiosità.
Una biografia insolita, ma a 360 gradi, dove Camilleri mette a nudo il suo passato, il presente e il futuro.
L'autore italiano più letto e amato, il più  imitato dai cabarettisti e probabilmente anche il più scomodo e odiato, ma comunque un Uomo che mai dimenticheremo. Ci ha fatto sognare, ridere e commuovere, specialmente tra queste pagine, ed è con una piccola lacrima di commozione che gli dico: "Grazie Maestro".
Chi non conoscesse le opere di Camilleri e leggesse questa mia recensione, che non è una vera e propria recensione ma solo un gesto affettuoso verso un "amico" speciale, penserà che mi sono lasciata prendere troppo la mano. Troppa enfasi, troppo coinvolgimento. Ma Andrea Camilleri è così, lo conosci, prendi confidenza, entri nei suoi pensieri, ti ci perdi e lo ami!
Non aggiungo altro, lascio a voi la possibilità di conoscerlo, di approcciarvi con la sua straordinaria cultura e il suo immenso amore legato alla sua Sicilia.
Grazie di tutto Maestro, salutaci le stelle ...

Buona lettura,
Tania C.






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