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domenica 14 febbraio 2021

Recensione CACAO CITY di Antonietta Usardi - Ed. DALIA EDIZIONI -

 



CACAO CITY

Antonietta Usardi

Ed. Dalia Edizioni

Formato Brossura

Anno di pubblicazione 2015

Pagine 270

Genere Narrativa - Romanzo - Distopia

€ 14,00 cartaceo

€ 4,99 ebook

link per l'acquisto https://www.daliaedizioni.it/book/cacao-city/


CONOSCIAMO L'AUTRICE

Antonietta Usardi è una sognatrice ha fatto della scrittura la sua vita.

Responsabile di ''Officine Milanesi'', ne è anche l'ideatrice; le sue scritture raccontano di cinema, fotografia e cultura, collaborando con diversi blog e siti.

Tra i suoi appunti, racconti e ricette troviamo anche alcuni romanzi.

Ogni volta che posa la penna, un nuovo viaggio è già in programma. Sua ferma convinzione è che, almeno una volta nella vita, ogni essere umano, dovrebbe avere i piedi di un vagabondo.

Ama i boschi, gli spazi vuoti e le stazioni.

Ha perso il vizio del cioccolato anni fa, per lasciar spazio a nuovi che coltiva con interesse.

Cacao City è il terzo romanzo, rocambolesco e peccaminoso.

TRAMA

Sullo sfondo di una contemporanea ma distopica Milano, impazza una nuova droga. Il caco è lo sballo fate preferito dagli anziani, spopolando soprattutto nelle case di riposo e nei circoli ricreativi.

Delizia, responsabile degli abbracci in un megastore, aiutata dal fratello poliziotto Calude, sta cercando disperatamente i nonni Belinda e Costante, fuggiti da un centro di disintossicazione..

Un giornalista, votato alla cronaca d'assalto, ma sciaguratamente impiegato al ''Gazzettino delle Buone Notize'', segue le indagini dei fratelli alla ricerca dei nonnetti.

Sotto i riflettori di Chinatown nulla è come appare: omicidi, scomparse avvolte nel mistero, spaccio.

Come e chi ha fornito di cacao la città?

Perché i fratelli, un tempo rapinatori professionisti, si sono dati alla macchia insieme a tutta la vecchia banda?


IMPRESSIONI

Buongiorno amici della Valigia. Per questa dolce giornata dedicata all'amore e alla passione, senza dimenticare i tragici eventi storici, ho scelto di recensire Cacao City, un curioso romanzo distopico che mi è stato gentilmente offerto in una bella edizione cartacea da Dalia Edizioni alla quale vanno i miei ringraziamenti.

Se vi state chiedendo il perché di questa strana scelta, posso dirvi che l'amore e la passione per il cacao è una cosa veramente seria! Travolgente al punto di diventarne dipendenti, con conseguenze tragiche.

Anche se in versione romanzata e, per ipotesi dell'assurdo, secondo il mio punto di vista, questo romanzo ben si ambienta nella rappresentazione di questa giornata, mettendo in luce l'amore, la passione e la tragedia.

<< Il cacao è diventato in breve tempo una vera e propria piaga sociale: Milano è piena di anziani fatti come zucchine che vagano con l'aria beata se sembrano non accorgersi di nulla. Niente li turba, almeno fino a quando reggono le arterie e il fegato. >>

Le nuove normative appena emanate dal Ministero della Salute, avevano imposto il coprifuoco dalle sedici agli over settanta, con una catena di conseguenze caotiche davanti agli asili ed alle scuole.

Non ricorda anche a voi qualcosa di familiare?

Su questi ultimi accadimenti stava rimuginando Robespierre, un giornalista con l'anima e la capacità di un pioniere della cronaca d'assalto ma, ahi lui, destinato allo stucchevole ''Gazzettino delle Buone Notizie''.

Lui avrebbe tanto voluto raccontare storie di cronaca nera, di guerra, di lotte, proprio come quelle che gli raccontava sempre lo zio prima di dormire, ma gli unici articoli che riusciva a scrivere erano basati solo su notizie felici e a lui tutto questo buonismo zuccheroso non era mai piaciuto.

Delizia, giovane milanese ribelle che per vivere accettava i lavori più assurdi, era preoccupata.

Aveva appena ricevuto una telefonata che l'aveva messa in allarme e cercare aiuto ''nell'incorruttibile'' Claude, il fratello poliziotto, era l'unica cosa da farsi.

Il Centro di disintossicazione per cacao dipendenti aveva appena avvisato Delizia che i suoi nonni erano scappati per la quinta, si spera ultima, volta dal Centro dove stavano seguendo un percorso di disintossicazione dal cacao. 

I terribili nonnetti Costante e Belinda erano nuovamente stati rinchiusi nel Centro ma, armati di cesoie, avevano tranciato le reti fuggendo fra il  trambusto generale.

La loro dipendenza era cominciata anni prima, col pensionamento di nonno Costante.

A.A.A. alto indice glicemico, leggere con precauzione e con volontà di ferro, cadere nella dipendenza è un attimo, uscirne un'odissea.

La loro vita, sino al giorno del primo ricovero, scorreva serenamente pulita nella routine quotidiana. Dopo la pensione, con tanto tempo libero, i nonni cominciarono a frequentare sempre più freneticamente circoli  ricreativi e parchi dove vennero contattati da una giovane spacciatrice di seducenti bon bon svizzeri ripieni di deliziosa crema al limone. Come resistere a tali e invitanti delizie, quando il cacao era stato bandito dal Paese?

<< '' Possiamo controllarci tranquillamente '' - avevano giurato. >>

Venuta a conoscenza della trasgressione dei nonni, Delizia li fece confessare, ma ormai era già troppo tardi. 

I nonni,  consapevoli di mentire, vennero ricoverati per la prima volta in un centro anti cioccolato. 

La permanenza durò due giorni e vennero ritrovati alla Bocciofila di Palmanova in stato di minima coscienza. Seguirono altri ricoveri, cinque per la precisione, in strutture di media sicurezza sparse per il Paese, ai quali seguirono ripescaggi che videro gli arzilli fuggiaschi con le valigie pronte per i Caraibi.

Ora invece, passate 36 ore , dopo una sommossa nel braccio C della nuova struttura in cui erano ricoverati, i nonni si erano dati alla macchia scomparendo nel nulla.

Delizia e Claude si trovarono sgomenti a riflettere su quanto sarebbe stato tutto più leggero se l'unico problema fosse stato il limite di sigarette pro die per nonno Costante.

Claude, pignolo e scrupoloso, avrebbe voluto mettersi all'opera per ritrovarli, Delizia non voleva fare più nulla.

Tra i due fratelli erano sempre volate scintille, ora ancor di più.

Delizia: il destino di quel nome sembrava essersi preso gioco di lei da dalla nascita. Non la rappresentava ed era sempre stata bullizzata dai compagni a causa del nome associato all'aspetto fisico. Col tempo, famigliare e gli amici intimi non la chiamarono più in quel modo.

Con malavoglia e dopo aver riflettuto sull'amore e la riconoscenza che lei e il fratello provavano per quegli strani nonnini, decise di seguire il consiglio di Claude e di cominciare le ricerche.

<< Con ordine affronta il disordine; con calma l'irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore. >>

Claude, a differenza di Delizia, è sempre stato un bambino ribelle, la pecora nera. In cerca di un riscatto dell'anima e sociale, credeva che arruolarsi nelle forze dell'ordine e diventare un rispettabile agente, avrebbe risolto tutto il marcio che si voleva lasciare alle spalle e i genitori, scomparsi quando era ancora piccolo, sarebbero tornati proprio grazie alla sua conversione alla legge e alla bontà.

<< Il segreto è il contatto e Chi abbraccia l'uomo abbraccia il mondo ... >>

Delizia, dopo mille lavori assurdi, trovò un lavoro nel grande magazzino Armati, in centro. 

Un lavoro che non amava, in un iperbolico casermone che vendeva abbigliamento e oggettistica di lusso a buon mercato. 

Una crisi improvvisa fece calare le vendite e lo staff del marketing pensò subito al business ''abbracci''. 

Cosa c'era di più economico ed appagante di un abbraccio, magari elargito da una bella ragazza?

Così Delia si ritrovò a vendere abbracci a chi ne sentiva bisogno, per l'irrisoria cifra di cinque euro!

Questo romanzo è stato pubblicato nel 2015, ma leggendo, in particolare la  frase che ho trascritto sopra, mi sono venuti i brividi. Chi lo avrebbe mai detto che oggi, nel 2021, a distanza di sei anni, gli abbracci sarebbero diventati una sorta di ''droga'' proibita e bandita nel mondo dove il cioccolato viene venduto liberamente anche se crea ''dipendenza'' spesso insana? ( È infatti risaputo che se consumato a dosi elevate, l’alcaloide  teobromina, presente nelle fave di cacao,  a causa dei suoi effetti psico-stimolanti, potrebbe causare gravi danni come tremore, aritmia,  nausea e vomito, inappetenza, ansia. )

Autrice lungimirante  o profetica? 

Delizia , cercando di ritrovare i nonnetti briganti incrociò, in questura, la vita di Robespierre, il mancato giornalista d'assalto, che amava passare le sue giornate in questura alla ricerca dello scoop che avrebbe dato una svolta di qualità alla sua carriera.

Galeotta fu l'agenda che Delia perse nello scontro con Robespierre. 

Il ragazzo la trovò e decise di restituirla dando appuntamento alla dispensatrice di abbracci per la sera dopo in questura. Delia accettò e da quel giorno iniziò l'avventura dei due strampalati investigatori. 

Robespierre, venuto a conoscenza della storia dei nonni, fiutò lo scoop che aspettava da tempo infinito e si incollò alle calcagna di Delizia, dal momento che Claude avrebbe intrapreso indagini per conto suo seguendo altre piste.

 << Penso che non ne verremo mai a capo della faccenda del cacao. Sono convinto che ci siano sotto gli interessi di un sacco di persone. C'è una rete e qualcuno li protegge, anche dei nostri... >>

Questa volta la fuga di Costante e Belinda fu davvero ben organizzata: gli arzilli cacao dipendenti, forti di un passato poco etico, anzi piuttosto malavitoso, avevano fatto in modo di non lasciare tracce dietro di loro, nascondendosi insieme alla ''vecchia banda'' di balordi in cui militavano, in una Milano sempre più in preda agli spacciatori di cioccolato, nonostante tutte le forze dell'ordine impiegate per mettere un freno allo spaccio incontrollato.

Sembrava impossibile mettere fine al contrabbando e spaccio di cacao. Il sistema di protezione aveva delle falle, probabilmente intestine, e il cacao entrava indisturbato in Italia  per mano di pugnaci contrabbandieri.

I vecchietti, attirati da persuasivi spacciatori di accattivante cioccolato, rimanevano impigliati nella diabolica rete della dipendenza, finendo per affollare le costose strutture di disintossicazione.

<< In una Milano assolata e deserta risuonano le sirene. Le autorità cittadine hanno dichiarato lo stato d'emergenza e istituito il coprifuoco fino alle otto di domani mattina. >>

Le ricerche di Delia , Robespierre  e Claude, anche se su strade diverse, proseguirono lungo strane piste che li condussero sulle tracce di loschi individui,  di un cadavere datosi alla macchia e di un Convento gestito dalle  Suore, convertito in Centro di disintossicazione per cioccolato dipendenti, che sembra custodire ambigui segreti.
Dubbi e domande affollano le loro menti: dove saranno i terribili vecchietti, cosa li ha spinti a fuggire di nuovo da una struttura dove loro stessi avevano chiesto di essere ricoverati? 

E, a quale scopo, avevano ripristinato la '' vecchia associazione a delinquere? ''

Incrociando le loro indagini tra bizzarri personaggi in cerca di identità, per indagatori del mistero, non mancheranno i colpi di scena e un soave risvolto ''ruby chocolate''.

Nello scorrere incalzante delle giornate scandite da nuove restrizioni governative, la Milano descritta dalla Usardi, potrebbe essere quella attuale, moderna, veloce e ricca di pittoreschi personaggi che muovendosi come ombre tra le pagine, tendono a fuorviare le idee e a far accrescere i dubbi. 

Come se l'autrice volesse perfidamente giocare al ''gatto col topo'' col lettore.  

Ma il bello di questo goloso gioco è proprio la fusione di tante anime perdute che, con le loro storie, che riconducono alla chiave di questo ''cioccolatoso''  distopico giallo dalle ironiche tinte noir.

Sicuramente Cacao City è un romanzo fuori dal comune, con una trama originale ed unica, che cattura i sensi già a partire dall'invitante copertina nei caldi toni di un finissimo cioccolato al latte e fondente. 

Dalle prime pagine trasuda l'inconfondibile aroma di theobromina che irretisce in una iniziale e sibillina assuefazione, pronta a sfociare in vera e propria dipendenza dalla metà in poi.

Un romanzo che consiglio a chi possiede una volontà di ferro ed una buona conoscenza del training autogeno, perché col cacao non si scherza ...

Una piacevole lettura che riscalderà qualche ora di queste fredde giornate.

Buona lettura, 

Tania C.







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