sabato 18 marzo 2023

Recensione: HANNO FERMATO IL CAPITANO ULTIMO di Pino Corrias - Ed. Chiarelettere -

 




HANNO FERMATO CAPITANO ULTIMO


Autore Pino Corrias

Ed. Chiarelettere

Collana Reverse

Genere Grandi inchieste; misteri italiani e internazionali

Formato Brossura fresata con alette

Pag. 272

€ 18

Ebook presente in tutti gli store digitali



CONOSCIAMO L'AUTORE

Pino Corrias è un giornalista, scrittore e sceneggiatore che vive e lavora a Roma. 
Sono famosi i suoi reportage: 
Vicini da morire, edito da Mondadori nel 2007;
Nostra incantevole Italia, edito nel 2018 da Chiarelettere.
Dal suo romanzo Dormiremo da vecchi edito nel 2015 da Chiarelettere nel 2015, ne è appena stato tratto un film dal titolo Dolceroma di Fabio Resinaro.
Nel 2011, per Feltrinelli, Corrias è autore di Vita  agra di un anarchico e nel 2016, per Mondadori, Disordini sentimentali, una raccolta di racconti.
Per Baldini&Castoldi, insieme a Gramellini e Curzio Maltese, pubblica 1994. Colpo grosso, dedicato all'ascesa di Berlusconi.
Nel 2012, con Pezzini e Travaglio, pubblica per Chiarelettere L'illusionista, dedicato al declino di Bossi.
Firma molti programmi televisivi, tra i quali: Catturate Riina! per Raiuno 2018;
Mani pulite per Raidue 1997.
Dal 2000 lavora in Rai come editorialista. Per Raifiction ha prodotto La meglio gioventù, di Marco Tullio Giordana e L'Ispettore Coliandro dei Maneti Bros.
Inviato speciale per "La Stampa", ha collaborato con le principali testate e settimanali italiani.


TRAMA

Il racconto dell'uomo che ha arrestato Totò Riina e ha fatto tremare i palazzi del potere fino a quando il potere si è vendicato

“Mi chiamo Ultimo perché sono cresciuto in un mondo dove tutti volevano essere primi."

Ho un solo talento: organizzare la lotta e scegliere gli uomini.

I miei sono stati il miglior gruppo investigativo.”

LA VERA STORIA DELL’UOMO CHE HA CATTURATO TOTÒ RIINA, COMBATTUTO LA ’NDRANGHETA, LA CAMORRA E LA CORRUZIONE PER RITROVARSI ALLA FINE MESSO ALL’ANGOLO, ISOLATO E ATTACCATO DALLE ALTE GERARCHIE E DALLA POLITICA. MA LUI NON HA MAI MOLLATO.

Sergio De Caprio arricchisce di nuovi aneddoti il racconto in prima persona della sua vita da Capitano Ultimo. Dopo delle recenti sentenze sui principali casi di cui si è occupato, rilegge le vicende umane e giudiziarie che hanno rivoluzionato la sua vita da quando, il 15 gennaio 1993, catturò Totò Riina, segnando la sua  condannato a morte da parte di Provenzano e Bagarella, divenendo bersagliato di mille sospetti confluiti nel processo Trattativa Stato-mafia.

Trent’anni dopo, ci fa rivivere il cuore  delle operazioni che lo hanno visto protagonista, sotto copertura, insieme ai suoi uomini. Vichingo, Arciere, Omar, Petalo, Pirata, Alchimista, i suoi cento investigatori invisibili che lo hanno sempre al suo fianco durante le lunghe giornate di appostamenti,  intercettazioni fiume, durante le notti insonni a indagare instancabilmente su mafia, ’ndrangheta, camorra, la corruzione a Milano, a Palermo, a Napoli, ma anche nei palazzi del potere, da Finmeccanica allo Ior, la banca vaticana, passando per la Lega. 

Fino a quando non ha varcato la "linea di confine" ed è stato fermato. Denunciato per insubordinazione e diffamazione. con l'accusa di essere un cane sciolto, accerchiato, demansionato, poi isolato e per due volte ripagato con la revoca della scorta.

Ultimo è talmente bravo e veloce che risulta impossibile controllarlo. È un soldato idealista che non guarda in faccia il potere. Una uomo illegittimo, scomodo, che per le gerarchie militari e della politica va domato. L’eroe senza nome che va piegato e  ricondotto all’obbedienza.


IMPRESSIONI


Amici della Valigia buon sabato.

Oggi vi lascio in compagnia della mia amata Arma dei Carabinieri e degli uomini valorosi che ne hanno segnato la sua storia.

Sicuramente, per chi segue le vicende di cronaca nera, mafia e del Capitano, questo suo racconto biografico e questa recensione potranno sembrare noti. Il testo, infatti si riallaccia al precedente "Fermate il Capitano Ultimo". 

Dal 3 settembre 2018 - per dispetto, ritorsione o non-curanza - gli hanno tolto la scorta. Lui ha risposto: <<Sono un soldato, obbedisco.>>

Si può dire che "Hanno fermato il Capitano Ultimo" è un arricchimento, una versione rivisitata e arricchita con nuovi e importanti dettagli, ma soprattutto di smentite e chiarimenti che hanno segnato il travagliato percorso dell'Uomo che si è sempre battuto per la giustizia, a costo della propria libertà.

<<Il colonnello lo trova là in fondo.>> Mi dice il giovane piantone, alla fine delle scale...
... <<In fondo dove?>>
<<Dopo l'ultima porta dell'ultimo ufficio.>> ...
... Allora lo dico io: <<Ultimo nell'ultima stanza. E dove se no?>>.

Ultimo ufficio, quello in fondo al corridoio, è quello che gli spetta dopo aver combattuto una vita per aver seguito e servito il suo spiccato il valore di giustizia, contro la mafia e il potere corrotto che hanno segnato la storia italiana negli ultimi anni.

Come ringraziamento un piccolo e anonimo ufficio, il più isolato tra le stanze del corpo dei Carabinieri Forestali, quasi una sorta di "prigione" volta a bloccare sue possibili iniziative, potenzialmente scomode e pericolose secondo le logiche dei vertici del potere.

Ultimo ha sempre  creduto fermamente in tutto ciò che faceva per combattere la criminalità, e lo ha sempre fatto mettendosi in gioco in prima linea, con i suoi fedeli ''ultimi'', la squadra di rinnegati. Si sa, però, che la giustizia è una cosa buona e, come tutte le cose buone, va fermata.

Ultimo e i suoi "renegade" andavano fermati perché quel gioco era diventato più grande di loro,  avendo stuzzicato e rotto parti dell'immensa e sottile ragnatela mafiosa che stava avvolgendo molte città italiane.

Il Capitano, nonostante tutto, è sempre riuscito a  portare a termine con successo le sue operazioni, divenendo così oggetto di pesanti accuse, spesso infondate, sull'operato svolto negli anni, dall'arresto poco limpido di Totò Riina, allo scandalo della famiglia Renzi, passando da Berlusconi e Lega dei 49 milioni misteriosamente spariti sotto la guida di Bossi e Belsito.

Nonostante tutto il veleno sputatogli addosso da Renzi, forte del fatto di aver finalmente trovato un capro espiatorio sul quale far ricadere la propria frustrazione sostenendo di essere vittima del complotto Consip, secondo lui, strumentalizzato da Ultimo.

Come un mantra, Renzi, continuò a ripetere ai giornalisti, alla Leopolda e in un suo libro, che molte prove contro di lui fossero state manipolate da Capitano Ultimo e da altri membri appartenenti all'Arma dei Carabinieri, ma la risposta di Ultimo arrivò precisa, tramite una secca dichiarazione scritta, seguita da una causa civile :

<< "Di Renzi non me ne sono occupato prima, non me ne occupo ora. Non ho mai dato ad altri le colpe dei miei fallimenti personali e professionali. Mi attribuisce cose che non ho mai detto e azioni che non ho mai compiuto." >>

Questa è solo una delle vicende che lo hanno coinvolto, leggendo potrete conoscere e rispolverarne altre, ancora più insidiose e "rognose" e sempre molto attuali.

Di sicuro non sta a me o all'autore giudicare la bontà dell'operato operato o la veridicità di certe accuse, l'unica cosa certa è che tra le pagine di questo racconto, un po' di chiarezza è stata fatta.

Chiarezza, non giustizia, perché la scomodità non è mai giusta e dal marcio di certi sistemi è difficile pulirsi, anche dopo il regolare processo che ha dichiarato la sua innocenza. 

Hanno fermato il Capitano Ultimo è un viaggio narrato dalla voce di Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo,  che ripercorre la storia dell'Italia della corruzione, della mafia di Riina, di Falcone e delle lobby. L'Italia pronta a vendersi la madre per una notte di gloria. 

L'Italia che mostra la parte più oscura e subdola, l'Italia che Ultimo ha cercato di ripulire, pagando a caro prezzo ogni suo respiro.

Ma il Colonnello non si ferma, ad oggi è diventato Presidente del primo sindacato interno all'Arma dei Carabinieri e, sicuramente, sentiremo ancora parlare di lui...

Per questa copia di "Hanno fermato il Capitano Ultimo" ringrazio Tommaso e Alice di Chiarelettere, sempre pronti ad esaudire ogni mia richiesta. 

A voi lettori non mi resta che consigliare questa interessante lettura per fare un po' di luce sul fango gettato addosso ad uno degli uomini più controversi dei nostri anni, ma che non ha mai smesso di lottare per liberare il popolo dalle ingiustizie.

Lo stile Corrias è semplice e chiaro, mai pesante, adatto ad ogni lettore che non faticherà ad arrivare in fondo alla storia e a farsi una propria idea su quanto accaduto, non vi resta quindi che iniziare questo viaggio avventuroso e ricco di tante novità.
Per chi volesse saperne di più, prima della lettura del testo, lascio il link della mia precedente recensione a "Fermate il Capitano Ultimo"

https://valigiadeltempo.blogspot.com/2019/09/recensione-di-fermate-il-capitano.html

Vi auguro buona lettura e vi aspetto alla prossima recensione.

Tania C.







 




sabato 11 marzo 2023

Recensione DELITTO IN PIATTAFORMA di Gino Marchitelli - Edizioni Jaca Book Contastorie -

 



DELITTO IN PIATTAFORMA

Autore Gino Marchitelli

Ed. Jaca Book Contastorie

Pag. 240

Formato Brossura

Genere Noir, giallo italiano, azione

Illustrazione di copertina Giulio Peranzoni

€ 18

Formato ebook presente in tutti i maggiori store digitali.


CONOSCIAMO L'AUTORE

Gino Marchitelli ha passato molti dei suoi anni lavorando come tecnico elettronico sulle piattaforme petrolifere.  

Attivista della CGIL e Democrazia Proletaria, è membro del direttivo A.N.P.I. di San Giuliano Milanese e presidente dell'associazione culturale '' Il Picchio ''.

Autore di romanzi noir e progetti sociali molto apprezzati, nel 2020 ha pubblicato Panico a Milano, la terza indagine del professor Palermo.

Con Jaca Book ha pubblicato:

Campi fascisti;

Una vergogna italiana,  saggio vincitore del Premio Mario Luzi.


TRAMA


Anni '80.

Un giovane tecnico milanese viene assunto da una società petrolifera e inviato a lavorare in una piattaforma off-shore nelle acque internazionali del Mediterraneo.

Il suo lavoro lo porta a scoprire la dura realtà di turni massacranti, pericolosi e in spazi estremamente ridotti, oltre a condizioni di convivenza difficili.

Uomini che si ritrovano ad essere isolati da tutto, in mezzo ad una enorme distesa d'acqua facendo uno dei lavori più pericolosi al mondo, sul fil di lama di enormi interessi economici.

Un luogo che può portare a creare profondi legami di amicizia o pericolose rivalità, causate dall'invidia.

Gli basta poco a scoprire la squallida precarietà dei contratti di lavoro coi quali sono assunti molti dei giovani lavoratori, spesso ricattati dai signori del petrolio.

Tutto questo porta Marco Radelli a intraprendere un percorso personale che lo vede in prima linea come sindacalista.

Ben presto viene eletto delegato della piattaforma Camaleonte II, appoggiato da un'organizzazione della sinistra extraparlamentare, portando alla luce l'illegittimità dei contratti di lavoro sottoscritti dalle stesse organizzazioni sindacali...

Le sue indagini attiviste mettono in crisi fin da subito la gestione del potere e del controllo sociale da parte della multinazionale sulle proprie maestranze.

Durante una notte tempestosa un tecnico della piattaforma scompare misteriosamente...


IMPRESSIONI

Prima di leggere Delitto in piattaforma ero all'oscuro del mondo delle piattaforme petrolifere. Tutta la mia conoscenza al riguardo si rifaceva a DeepWater - Inferno sull'Oceano -, un film drammatico tratto da un fatto di cronaca realmente accaduto in cui vengono ricostruiti gli attimi prima dell'esplosione della piattaforma Deepwater nel Golfo del Messico.

Mondo affascinante ed estremamente pericoloso, la curiosità mi ha spinta a leggere il noir di Marchitelli, avuto in prestito dal mio amico Mauro, che sulle piattaforme ci ha passato la maggior parte dei suoi anni di lavoro.

Un po' titubante ne ho cominciato la lettura, con la paura di non riuscire a comprendere, non tanto la trama della storia, quanto la parte più tecnica.

Leggere è stata invece una piacevole sorpresa. La storia viene narrata con un linguaggio accurato ma semplice che anche chi è completamente a digiuno del microcosmo delle piattaforme possa capire,  incuriosirsi e restare incollato  alle pagine fino alla fine. 

I personaggi sono ben strutturati, tanto che tra le pagine ho ritrovato un personaggio che si rifà molto a Mauro.

<< Aveva accettato volentieri il nuovo incarico in territorio italiano, arrivato dopo il Golfo del Messico e due missioni in Asia. Bel clima, belle donne, splendide città d'arte, l'ideale per un viaggiatore del suo calibro. >>

Lo stile pacato e semplice ma incalzante di Marchitelli da vita a Marco Radelli ( suo alter ego ), il protagonista che prende per mano il lettore portandolo indietro nel tempo, nella realtà degli anni '80. 

Anni in cui la politica ancora non si era venduta ai lustrini del circo mediatico, anni in cui si credeva nel valore del lavoro sodo e nelle soddisfazioni che avrebbe portato, anni in cui il lavoro non mancava, ma soprattutto non mancavano la voglia e la determinazione di lavorare. 

Come tutte le medaglie, però, anche quel periodo mostrava l'altro  lato, quello più ''negativo''. 

Marco Radelli, un giovane tecnico elettronico milanese dall'aria vintage e un po' hippie, è stato assunto dalla compagnia Energy Oil ed inviato su una  piattaforma petrolifera piazzata nell'Adriatico, la Camaleonte II.

È un giovane accorto, smaliziato e diretto, uno che non le manda a dire e che sa farsi valere, andando dritto al sodo, a costo di sollevare un vespaio. 

Una notte, mentre imperversa una furiosa bufera, una persona misteriosa si imbarca sulla piattaforma, tenendo volutamente nascosta la propria identità e, in quel momento, accade un episodio alquanto ambiguo: un perito della compagnia scivola in mare in circostanze poco chiare. 

Le forze di pubblica sicurezza presenti a bordo, accorse appena saputo della tragedia, non riescono a svolgere le indagini a causa della violenza della tempesta.

Nel clima di nervosismo e scompiglio generale venutosi a creare a bordo, Radelli, decidendo di dar voce ai propri dubbi, e sfidando le intemperie, aiutato da altri operai, comincia ad indagare per portare a galla la verità su quella strana morte e rendere giustizia del perito. 

Forte dei suoi anni di militanza nel sindacato, durante le scrupolose indagini, mette in luce la disonestà di alcuni imprenditori propensi ad usare politiche di lavoro poco pulite ma soprattutto rischiose per l'incolumità dei dipendenti e la precarietà dei loto contratti di lavoro poco limpidi, se non illegali. 

<< Per il giovane milanese quest'ultima parte, oltre alle lunghe digressioni e ai racconti su alcuni personaggi, risultava del tutto indigesta. Non comprendeva per quale motivo bisognasse trasformare il lavoro in un'epopea, al pari dei cercatori d'oro da Steinbeck nei suoi formidabili romanzi. >>

Grazie al suo spiccato senso di giustizia,  sprona gli operai a lottare per i loro diritti, a non aver paura di denunciare il marcio delle condizioni lavorative, riuscendo anche a trovare l'appoggio di presidenti col senso dell'onestà.

La ''resistenza'' lo fa però finire nell'occhio del ciclone, impersonato dal ''direttore megagalattico'' (un richiamo all'amarezza fantozziana dell'epoca ci sta) che lo vorrebbe fuori dai giochi, senza esclusione di mezzi e colpi. 

<< Nella migliore delle ipotesi significava avere un futuro a singhiozzo, complicato dalla vendetta del sistema che si manifestava in mille modi, dai più subdoli a quelli più evidenti. >>

Quello che il direttore non sa è che  Radelli non si lascia mettere i piedi in testa tanto facilmente da chi vorrebbe insabbiare gli intrallazzi di quella situazione poco pulita. 

<< Un paio di mesi dopo il consiglio dei delegati della piattaforma Camaleonte II iniziò a dar vita al coordinamento nazionale dei lavoratori delle piattaforme e delle posa-tubi. I vertici del sindacato, sempre piuttosto tiepidi nel creare vertenza verso la multinazionale, presero sottogamba la situazione. >>

Marco crede fermamente nei suoi principi e nei diritti dei lavoratori ed è pronto a mettere in gioco sé stesso e gli operai per risanare quel sistema ''colluso'' e degenerativo che, all'epoca, per liberarsi della presenza di persone indesiderate, laddove non avrebbe avuto alcun potere il vil denaro, affidarsi ''all'asfalto'' sarebbe stata la soluzione più comoda e definitiva.

Marco Radelli è un personaggio di fantasia, ma al contempo la versione romanzata di Marchitelli che ha saputo creare questo noir grazie alle esperienze vissute in prima persona durante gli anni di lavoro in mezzo al mare. Un romanzo quasi autobiografico, di denuncia, tramite il quale il messaggio di lotta per il diritto ad un lavoro sicuro e onesto giunge anche alle orecchie dei ''sordi''.

Mi sento in dovere di spendere due parole per la copertina accattivante, dalla grafica, a parer mio, perfettamente inserita nel contesto. Un mare rosso sangue, quello versato da molti uomini costretti a lavorare in condizioni disumane, il giallo del sole, ma anche degli animi infervorati dalla situazione pesante e pericola venutasi a creare, un cielo arancio che rimanda alla forza e alla tenacia del protagonista. Insomma una grafita riuscitissima.

A voi lettori non mi resta che dirvi di lasciarvi coinvolgere dall'atmosfera misteriosa delle piattaforme e farvi prendere per mano da Radelli. Sarà un'esperienza unica e affascinante che ci porterà indietro negli anni, nelle atmosfere vintage dei mitici anni '80. Non lasciatevi intimorire dal tema trattato, certo, per chi non ha vissuto quel periodo potrebbe essere un po' duro alla masticazione, ma lo stile semplice fa filare tutto liscio fino alla fine, incuriosendo al punto di cercare approfondimenti al riguardo.

Ringrazio Mauro e Nelly per avermi dato la possibilità di leggere questo spaccato di vita del quale ero all'oscuro pur avendo vissuto il periodo ''storico-politico''.

Buona lettura,

Tania C.














Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...