venerdì 3 maggio 2024

Recensione IL GIOCO DEGLI OPPOSTI di François Morlupi - Ed. Adriano SALANI Editore -

 





IL GIOCO DEGLI OPPOSTI

François Morlupi

Ed. Adriano Salani Editore

Collana Le Stanze

Genere Giallo, Mistery, Noir 

Formato Brossura fresata con alette

Pag. 544

€ 18

Formato Ebook disponibile in tutti gli store digitali 


CONOSCIAMO L'AUTORE

François Morlupi, classe 1983, italo-francese, lavora in ambito informatico in una scuola francese di Roma. 

Prima di questo ha scritto due romanzi, che per mesi sono stati sempre ai primi posti delle classifiche ebook, diventando un caso editoriale.

Dopo aver a lungo dominato la vetta delle classifiche ebook del 2021 con Come delfini tra i pescecani, esce col seguito Nel nero degli abissi (entrambi vincitori del Premio Scerbanenco assegnato dai lettori) e un anno dopo con Formule mortali (in corso di traduzione in Spagna), affermandosi come una delle voci più originali del panorama noir.


TRAMA


Sofia, Bulgaria. 

Durante una rigida domenica invernale, nel cuore di una bufera di neve che si sta abbattendo sulla città, un ragazzo si presenta al commissariato centrale chiedendo espressamente dell’ispettore Dimitrov. 

È consapevole che da quell'edificio non uscirà vivo, ma la missione da compiere è troppo importante: deve consegnare una chiavetta usb contenente il filmato di un efferato omicidio. L’ispettore, meno famoso dei suoi attacchi d’ira e della propensione a loschi traffici, non riesce a interrogare in tempo il ragazzo perché quest’ultimo, mordendo una capsula di cianuro nascosta in bocca, si toglie la vita. 

Prima di esalare l'ultimo respiro, riesce però a lasciare un secondo messaggio, un bigliettino con  un nome: 

Biagio Maria Ansaldi. 

Il commissario Ansaldi ha appena finito di accogliere il nuovo membro della sua squadra, Eliana Alerami, una giovane recluta smaniosa di dimostrare la propria abilità e il proprio valore. 

I Cinque sono reduci da un’indagine che ha radicato nei loro animi cicatrici profonde e stanno cercando di ritrovare una qualche forma di normalità quando arriva la brutale notizia dalla Bulgaria. 

Ciò che è appena accaduto a Sofia non è soltanto un delitto terrificante, ma è il primo di una catena che, se non spezzata in tempo, rischia di terrorizzare tutta Europa. 

Anche se in netto contrasto con le sue ansie e lo spettro di terribili malattie all'orizzonte, Ansaldi sa che il suo dovere è quello di  partire immediatamente e cercare in qualche modo di collaborare con Dimitrov, l’uomo più diverso da lui che il destino potesse mettergli lungo cammino. 

François Morlupi, non rinunciando alla sua famosa dose di frizzante ironia, costruisce la sua indagine più cruda e tortuosa, unendo e bilanciando sapientemente le atmosfere del noir italiano col pathos degli intrighi del poliziesco internazionale; una frenetica corsa contro il tempo e un viaggio nei territori più freddi dell’animo umano.


IMPRESSIONI


Buon pomeriggio amici della Valigia, ben ritrovati.

La recensione di oggi riguarda un noir che ho letto  già da un po', ma ogni cosa ha il suo tempo e può accadere che i pensieri e le idee abbiano bisogno di decantare un po' prima di scorrere con fluidità.

Ora che tutto sembra aver trovato il suo spazio tra le pieghe dei pensieri, vi voglio presentare con gran piacere il secondo capitolo della saga dei Cinque di Monteverde di François Morlupi: Il gioco degli opposti, già pubblicato in passato col titolo "Il colbacco di Sofia", ma rieditato e accuratamente ampliato dall'autore.

Ho atteso questo romanzo con ansia, in perfetta linea col protagonista Ansaldi. Il cuore a mille, sudore freddo, gola secca e  brividi in tutto il corpo, il conto alla rovescia fino al giorno X, quello dell'uscita in libreria. 

L'emozione suscitata dall'anteprima della suggestiva copertina, gioiellino artistico nato dalle mani dell'illustratore Davide Bonazzi; l'attesa palpitante mentre mi dirigevo, la mattina dell'uscita, in libreria per ritirare la mia copia, fresca di consegna ( ho dovuto attendere che il libraio aprisse il collo appena consegnato dal corriere ), sono stati  fattori all'altezza delle mie aspettative riguardo la lettura e tutto il contorno che fa di un libro "quel libro" che attendevo da tempo!

Come vi ho detto poco fa, questo sconvolgente noir è il secondo capitolo di una  saga iniziata con Formule mortali, la continuazione delle indagini di una storia, che si pensava ormai chiusa, talmente intrigante e ferina, che non si riesce a staccare gli occhi dalle pagine, quasi a voler verificare personalmente le indagini dei quattro Agenti e del Commissario del Commissariato di Monteverde, il famoso quartiere della Roma bene di un tempo che fu.

Con Formule Mortali  avevamo lasciato la Squadra dei Cinque di Monteverde fortemente traumatizzata dalla risoluzione di un caso che aveva portato l'ipocondriaco Ansaldi addirittura in Corsica per collaborare con la Polizia locale a un caso di barbari omicidi, che portavano la firma della setta Alpha e Omega.

Nonostante la difficoltà delle indagini, che apparentemente sembravano non portare a nulla, nonostante la difficile collaborazione coi colleghi francesi ma, soprattutto, nonostante l'ardua impresa di aver dovuto  compiere un lungo ed estenuante volo che richiese doppia dose di lorazepam, il Commissario, affiancato  dall'algida Loy e dagli agenti francesi, riuscirà a venire a capo dei loschi intrecci del caso, pagando un prezzo molto caro per tutta la Squadra dei Cinque.


<< I quattro occhi si focalizzarono sullo stesso punto, dove appariva una foto a colori. Riconobbero subito quell'orrore. Di Chiara non riuscì a trattenere la rabbia.

"Bastardi! Bastardi!" urlò. >>


Quando la vita sembra riprendere la quotidianità, col fragore di un fulmine che squarcia il cielo in due, ecco che il fievole barlume di serenità riconquistato dai Cinque, si sgretola come un castello di sabbia a causa del prepotente ritorno di Alpha e Omega.

Come in un macabro déjavù, anche questa volta la "chiamata alle armi" arriva da lontano. Molto più lontano della Corsica.

Per Ansaldi, rispettoso e obbediente agli ordini dall'alto, ma con disapprovazione, sia chiaro, è giunta l'ora di tirar fuori dall'armadio il vecchio colbacco.

Gli sarà molto utile, visito il rigido clima dicembrino bulgaro.

C'è  un volo prenotato per lui e per Eugénie Loy, alla volta di Sofia. Devono fare presto, là tra i palazzi e la campagna bulgara c'è un ostaggio da trovare e liberare prima che finisca in tragedia.


<< Al centro della stanza la vergine di Norimberga era aperta e il cadavere contenuto al suo interno si reggeva grazie agli spuntoni affilati che lo avevano trafitto in ogni zona del corpo. Ne contò almeno una trentina. >>


Il modus operandi è quello di Alpha e Omega. 

Una vittima scelta in base a criteri apparentemente insignificanti, ma con una logica ben definita, barbaramente torturata e ben occultata, difficile da trovare e liberare, il tutto macabramente ripreso da una telecamera in diretta.

Solo che adesso è la polizia bulgara ad aver bisogno dell'aiuto di Ansaldi in persona! 

Il commissario Dimitrov, alquanto perplesso, è stato chiaro: Ansaldi dovrà recarsi a Sofia per aiutare la sua squadra a risolvere l'enigma di un suicida-omicida che ha richiesto espressamente l'intervento dell'ignaro e perplesso Biagio Maria.

Se devo essere sincera anche io mi sono sentita frastornata al pensiero che il mio povero Biagio dovesse recarsi a Sofia, in pieno inverno, in mezzo alla neve e a temperature polari e con un volo che avrebbe anche potuto trasformarsi in tragedia a causa delle bufere di neve. Decisamente troppo!

Certo, la fedele Loy al suo fianco, pronta a coprirgli le spalle e a dargli un briciolo di tranquillità è quasi una sicurezza per il commissario, ma l'ansia riesce sempre a prevalere, nonostante la doppia dose di vitamine, aspirina e lorazepam e i 5 strati di abbigliamento polare, rifiniti dal vecchio colbacco polveroso che, insieme all'odore di stantio, recava ancora lo stemma dell'ex Unione Sovietica.

Immaginarmi la scena e viverne i sentimenti, l'ansia, le paure, è stato veramente facile, vuoi perché Morlupi sa riportare perfettamente su carta gli stati d'animo e le improbabili situazioni in cui il povero Ansaldi riesce sempre a cacciarsi, vuoi perché, in un certo qual modo, ne ero reduce pure io.

Le risate di pancia, in piena notte, vedendo sfilare nella sala d'attesa dell'aeroporto una sorta di scaldabagno sudato, rosso e sbuffante più dell'Hogwarts Express, dotato di braccia, gambe, scarpe gialle e un topo morto, con le orecchie pelose penzolanti sulla sommità!

Con tanto di singhiozzo causato dallo sforzo per cercare di placare le risate, mi rivedevo, perfettamente personificata in Ansaldi, durante il mio ultimo viaggio nelle Repubbliche Baltiche, a febbraio. 

Non avevo il colbacco, ma mi aggiravo disperatamente per l'aeroporto col mio cappello di lana bianca, dotato di paraorecchie a trecce, in preda all'ansia di perdere il volo per non aver trovato in tempo il gate giusto, perché ai gate piace cambiare, sepolta sotto 3 strati di abbigliamento termico, la sciarpa con le renne e le scarpe fucsia!

È proprio questo quello che cerco in un libro: entrare dentro alla storia, fondermi coi personaggi e scoprire che sono reali, che vivono le nostre stesse emozioni, che provano sentimenti veri e tangibili per mezzo dei brividi che viviamo leggendo.

In questo François Morlupi è un maestro!

Ansaldi, saturo di un cocktail farmacologico micidiale, che avrebbe steso un elefante di Moira Orfei, riesce comunque ad affrontare il complicato e infinito volo Roma-Sofia, atterrando in mezzo al nulla, nel candore di una spessa coltre di neve.

Col gelo che attanaglia il volto, i due vengono accolti dal  reticente  commissario Dimitrov e dal suo braccio destro, il più affabile Balakov, che diventerà presto uno dei miei personaggi preferiti, grazie al suo carattere fermo ma sinceramente gentile e disponibile.


<< Tarchiato, con muscoli da body builder e la testa rasata, lanciò un'occhiataccia al poliziotto che aveva preso la decisione di disturbarlo. >>


Dimitrov è un personaggio volitivo, duro, spietato, narciso. Amante del culto del corpo, si gongola nello scolpire, ammirare e sfoggiare un fisico mastodontico, statuario, inossidabile. 

Come impedire alla mente di associarlo a un perfetto e sinuoso mix tra il nerboruto e squadrato Ivan Drago e l'affascinante Stanislav Ianevski?

Dimitrov ha combattuto senza mezze misure e senza regole durante il periodo di dominio sovietico, crescendo anche professionalmente sotto un regime militare spietato e ferreo.

È rude, scaltro, introverso e ama imporsi incutendo timore su chi ha la sfortuna di trovarsi sotto le sue grinfie. Non disdegna trasgredire per scopi gratificanti e personali. Non ha nulla da perdere e sa che avrà sempre l'ultima parola.

Ma...

Non ha ancora fatto i conti con l'arrivo dello scalcinato duo italiano!

Lo scontro con l'imperturbabilità della Loy è inevitabile. 

Quasi come in un gioco alla pari, una partita a chi ha saputo lottare meglio contro i propri demoni, anche stavolta, per un soffio, sarà Eugénie ad avere la meglio, grazie alle sue maniere spicce e dirette, celate dietro al mantello dell'impassibilità.

Non si può fare a meno di gongolare di ciò. 

Una donna che, solo con le parole, riesce a stendere un titano lasciando una scia di ammirazione dietro di sé, forte del suo temperamento capace di abbattere muri d'acciaio.

Tutto sotto l'occhio vigile di un febbricitante Ansaldi e del mansueto Balakov, che cerca in tutti i modi di smussare gli spigoli vivi del suo superiore Dimitrov, per la buona riuscita dell'indagine.


<< La presentò, nella maniera più indolore possibile.

"Sofia, ecco l'agente Alerami, la nostra nuova recluta" . 

Sofia effettuò una rapida radiografia visiva, da donna, su di lei. Si accorse di quanto fosse bella, nel fiore dell'età, radiosa. Il contrasto tra le due donne era terribile... >>.


Dopo un primo impatto non troppo ospitale, in un crescendo di tensione e terrore, cominciano le indagini per quella nuova squadra, coadiuvate anche dai ragazzi del commissariato di Monteverde, rimasti a casa, Leoncini al comando e alla supervisione dell'agente Eliana Alerami, ambizioso nuovo acquisto del commissariato.

Il tempo a disposizione è poco, bisogna liberare una vittima, in fin di vita, nel più breve tempo possibile, e l'infamità di Alpha e Omega non ha loro permesso di conoscere l'ubicazione del luogo di prigionia.

Le informazioni si rimpallano dalla Bulgaria all'Italia come in un'infervorata partita a ping pong. 

Ogni mezzo è concesso, pur di arrivare al risultato, perché anche questa volta la posta in gioco è alta. Alpha e Omega conosce fin troppo bene il punto debole di Ansaldi.

Vitamine, antipiretici e ansiolitici si alternano in moto perpetuo nello stomaco del commissario, sempre più malato, preoccupato e impotente di fronte, ancora una volta, alla spietata brutalità di un pazzo omicida. 


<< Mercoledì 3 dicembre, pochi secondi prima della fatidica ora, i quattro poliziotti aggiornarono sul pc la pagina col conto alla rovescia. >>


I bulgari, con l'aiuto di Eugénie e Biagio Maria, hanno cominciato a comprendere e a far luce sul complicato quadro investigativo, si adoperano con tutte le loro forze e i loro mezzi per contrastare la lucida follia di quell'omicida, scendendo a patti coi bizzarri colleghi italiani.

Bisogna ammettere che in quanto a bizzarria, Morlupi non si è risparmiato, riuscendo a dar vita a personaggi così adorabilmente bizzarri che non si può non considerarli parte della propria famiglia. 

Ognuno col proprio disagio d'ufficio, come in ogni famiglia che si rispetti!

Dimitrov, dopo un duro scontro verbale con  Loy, che lo porta a rivelare i suoi lati più oscuri, un po' per ego e un po' per giustizia, è pronto a dare la caccia ai sicari di Alpha e Omega.

L'adrenalina, man mano che le pagine scorrono, cresce ed entra in circolo lungo un sistema circolatorio a sé stante. 

Brividi di freddo, seguiti da folate di aria calda e umida, irradiano il corpo di chi legge, creando quel giusto mix di terrore, ansia e speranza che porta a sudare anche l'acqua del Bojanska.

I fiocchi di neve si posano gelidi sulla punta del naso del lettore, proprio come sul colbacco di Ansaldi, felice della scelta di averlo portato con sé, anche se di tre misure più grande. 

Non si sa mai cosa ti può capitare in Bulgaria, e quel cappello ha fatto molto più del suo dovere, riparandogli orecchie e il turbinio cupo di pensieri. 

Seguendo un dedalo di false piste, inversamente proporzionali al tempo a disposizione, la squadra italo-bulgara capirà fin troppo esplicitamente quanto la posta in gioco sia alta per Ansaldi, Dimitrov e per la squadra di Monteverde, impegnata a risolvere criptici enigmi grazie all'aiuto di una "vecchia" e preziosa, quanto squinternata conoscenza.

È una lotta, apparentemente, impari contro il tempo e contro un qualcosa di subdolamente enorme, ma l'unione e la caparbietà di tutti sarà il combustibile che spingerà Ansaldi oltre ogni limite che il suo fragile corpo e l'instabile psiche gli permetteranno.

Non può e non deve permettere lo spargimento di ulteriore sangue innocente. 

La ferita, anche se è passato un po' di tempo, si è dolorosamente riaperta e brucia più che in passato. 

Deve essere all'altezza di lottare fino in fondo e chiudere una volta per tutte quel cerchio malefico. 

Sa che può farcela, soprattutto ora che ha l'aiuto della polizia bulgara e poco importa se la sua scorta di elisir "salvavita" sta per finire. 


<< Ansaldi aveva ricevuto i complimenti e una medaglia, che aveva rifiutato, finendo una seconda volta sui giornali. Non si era presentato alla cerimonia di consegna, destando un certo scalpore. >>


Avrebbe lottato con ogni mezzo fino alla fine e, comunque fossero andate le cose per la propria incolumità, sarebbe rientrato in Patria con onore. E non avrebbe accettato nemmeno i riconoscimenti dovuti. 

Su questo era fermo e intransigente!

D'altro lato, Alpha e Omega non è disposto a scendere a patti nemmeno col Diavolo, nulla può intromettersi tra lui e il suo sogno di gloria.

I macabri avvisi lanciati in diretta all'incredula squadra dei Cinque e ai bulgari è chiara e diretta: non ammette sconti a nessuno, vincerà la partita e sarà la sua consacrazione all'Onnipotenza.

Sale l'adrenalina, sale la tensione mista a paura, la delusione, ma le pagine continuano a scorrere una dopo l'altra, fluide e ben impostate, ricche di particolari ben descritti quasi a placare l'arsura della bocca dovuta ai continui sviluppi delle scene al cardiopalma.

Pare quasi di sentire i respiri mozzati dalla tensione e lo scricchiolio dei passi sulla neve ghiacciata, il rinculo delle pistole che  fischia lacerando le orecchie, mentre un rivolo di sudore freddo scende lungo la schiena scatenando una sorta di paralisi del sonno. Non riesci non solo a gridare, ma nemmeno a parlare, tale è la tensione. 

Ogni parola rimane bloccata sul palato, impotente.

La mente viaggia, va oltre le pagine, oltre la trama, per planare su un finale crudo e in perfetta linea con la storia narrata.


<< ... si può uscire da un buco nero. >>


Chi conosce Morlupi e i Cinque di Monteverde sa che nei romanzi nulla è lasciato al caso, ma viene raccontato dopo una scrupolosa documentazione, spesso vissuta in prima persona, per ogni argomento, dal carattere di ogni personaggio, ai luoghi di ambientazione. 

Questo è uno dei fattori che, a mio parere di lettrice, aiuta a decretare il successo del romanzo,

Ritrovarsi in un luogo che conosciamo bene, descritto come ci trovassimo realmente li, percependone suoni, colori, profumi e sapori, è indice di estrema cura dei particolari da parte dell'autore, della sua voglia di renderci partecipi delle emozioni vissute in quel luogo e con le persone che hanno incrociato il suo cammino.

Con questo romanzo, magistralmente rieditato, Morlupi ha fatto un altro centro, il più importante, consacrandosi di diritto tra i migliori giallisti mondiali moderni e al primo posto della classifica italiana.

Ora non dobbiamo far altro che attendere pazientemente il nuovo ed entusiasmante capitolo dello strampalato commissariato di Monteverde. 

Nel caso di ansia da dipendenza dei Cinque, Ansaldi saprà consigliarvi esaurientemente un efficace rimedio.

Inutile dire che noi lettori continuiamo anche a sperare in una trasposizione cinematografica o televisiva. Ho già ben chiari gli attori protagonisti. 

Chissà...

Non mi resta che consigliarvi, se ancora non lo aveste fatto, di correre in libreria o "spolliciare" su un qualsiasi store digitale, per acquistare la vostra copia e imbarcarvi in questa nuova avventura. 

Che sia Roma o Sofia, l'emozione, insieme alla dipendenza dai Cinque di Monteverde, è assicurata!

L'unica raccomandazione che mi sento di farvi è che, se state per leggere per la prima volta la saga dei Cinque di Monteverde, sarebbe meglio cominciare da Formule Mortali per evitare di avere troppi spoiler significativi nel caso doveste ancora leggerlo.

Sicura che i Cinque di Monteverde e la straordinaria simpatia di François Morlupi sapranno tenervi un'ottima compagnia, non mi resta che augurarvi buona lettura.

Ça va sans dire!

Tania C.




 








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