mercoledì 14 ottobre 2020

Recensione IL PROFUMO SA CHI SEI di Cristina Caboni - Ed. Garzanti -

 







IL PROFUMO SA CHI SEI



Cristina Caboni

Ed. Garzanti 

Uscita 15 ottobre 2020

Cartonato 

Pag. 272

Narrativa Italiana Novità in libreria

Cartaceo € 18,60

Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTRICE


Crisrina Caboni - foto personale Premio Bancarella  2017 -

Cristina Caboni vive, insieme al marito e i tre figli, nella splendida cornice della natura selvaggia e incontaminata, in provincia di Cagliari. Tra le sue occupazioni, la più importante è l’azienda apistica di famiglia che cura con amore e passione grazie all’aiuto dei figli; non meno importante è la passione per le rose. Il suo giardino è un arcobaleno di profumi e colori di rose e orchidee di ogni sorta di specie, dalle più rare alle più selvagge. Non è quindi un caso che i suoi romanzi, altra grande passione, siano ispirati al magico mondo della natura che la circonda e che ama. Il Sentiero dei profumi, edito da Garzanti è il suo primo bestseller, venduto in tutto il mondo. La custode del miele e delle api è il suo secondo romanzo che la consacra nel mondo degli scrittori, seguito da Il giardino dei fiori segreti finalista al Premio Bancarella 2017, piazzatosi al quarto posto, La rilegatrice di storie perdute datato 2017, La stanza della tessitrice e La casa degli specchi, uscito sempre per Garzanti nel 2019. Il 15 ottobre 2020, esce Il profumo sa chi sei, il secondo, tanto atteso, capitolo de Il sentiero dei profumi. 
Cristina è una scrittrice infaticabile, capace di regalarci sogni e speranze in ogni pagina dei suoi romanzi. 
Per chi volesse conoscere meglio il mondo floreale e fiabesco di Cristina, lo può fare seguendo la sua pagina facebook:  



TRAMA



L’ATTESISSIMO SEGUITO DEL BESTSELLER IL SENTIERO DEI PROFUMI

Sento di aver smarrito la strada.
Ho bisogno della calendula per ritrovare coraggio.
E del giglio per credere in me stessa.
Perché solo i profumi hanno tutte le risposte.

Elena ha fatto dei profumi il suo mondo. Tramite loro riesce a leggere l’anima del mondo che la circonda e sino ad ora non l’hanno mai tradita. Per Elena i profumi sono tutto. Proprio per questo motivo i suoi profumi personalizzati, creati nella sua profumeria di Parigi sono richiestissimi. Lei sa come guardare in fondo alle persone e trovare l’essenza adatta a loro e lei è felice di seguire la sua vocazione. Ma un giorno, all’improvviso, perde il suo dono: non è più in grado di creare, finendo nel tunnel cupo di un incubo. La magia sembra essere svanita e la sua vita sta andando alla deriva. Proprio in quel momento, l’ultima persona dalla quale si sarebbe aspettata un aiuto, le tende una mano: Susanna, sua madre, la stessa donna che le ha creato un vuoto affettivo incolmabile, da sempre incapace di amarla. Susanna le chiede di fare un viaggio assieme, partendo da Firenze, da Palazzo Rossini, dimora delle antenate da cui Elena ha ereditato tutto il suo sapere. Vuole portarla con sé in Giappone perché nel paese dei fiori di ciliegio la semplicità e la purezza guidano l’arte profumiera. Dopo il Giappone sarà la potenza delle rose a trasportarle attraverso l’India fino a Ta’if, in Arabia Saudita, luogo in cui il fiore del Re è tradizione e sacralità. Un viaggio alla ricerca di ciò che Elena teme di avere smarrito, una strada profumata di incenso e fiori. Ma per Elena il viaggio ha un significato molto più profondo, perché l’avvicina alla risposta che cerca da anni. Perché il profumo è il sentiero da seguire , ma solo dopo aver capito chi siamo realmente possiamo arrivare alla meta e toccare la nostra essenza pura. Cristina Caboni fa un regalo ai suoi lettori, riportandoli alla protagonista e al fascino del suo esordio, Il sentiero dei profumi, che l’ha consacrata nel panorama letterario italiano. Un esordio che, se pur dopo molti anni, è sempre vivo nei cuori di chi l’ha amato. Elena Rossini è tornata da noi tra i vicoli di Parigi, gli scorci di Firenze e nuove mete del suo viaggio. Al suo fianco, nuovi e vecchi amici, ma soprattutto i profumi, che tanto hanno da dire e insegnare a noi.


IMPRESSIONI 


Ho conosciuto Cristina Caboni grazie a Il sentiero dei profumi, il suo primo romanzo, consigliatomi dalla sensibilità un amico in un periodo particolare della mia vita, che ben aveva capito di cosa avessi bisogno in quel momento. È stato amore a prima pagina, sono stata subito rapita dalla scrittura magica di Cristina e dal mondo inebriante del Sentiero. Ma come tutte le cose belle, presto finiscono, lasciandomi orfana di Elena Rossini e del suo mondo sospeso tra nuvole e cuore.
Ho dovuto aspettare sei lunghi anni, sperando che Cristina ci regalasse un seguito. Me lo aveva promesso in una vecchia intervista che le feci e Cristina l'ha mantenuta.
Qualche settimana fa, non appena ho saputo che stava per uscire Il profumo sa chi sei, il seguito che tanto avevo bramato, quasi impazzii di gioia. La mia mente cominciò a vagare nei vicoletti parigini, nelle botteghe speziali di Grasse e Marsiglia e tra le ampolle del laboratorio di Palazzo Rossini  a Firenze.
Scrissi subito a Garzanti per chiedere di poterlo recensire e, con mia grande gioia, Linda, mi ha dato l'opportunità di incontrare Elena in anteprima, così da potervi raccontare le sue nuove avventure proprio oggi, 15 ottobre 2020, giorno di uscita de Il profumo sa chi sei. Ringrazio quindi Garzanti e Linda per la copia e per la fiducia che mi rinnovano in un momento così duro e difficile per l'editoria e per tutti noi. 
Come nel Sentiero dei profumi, anche Il Profumo sa chi sei è arricchito da una piacevole descrizione di fiori e piante che Elena incontra lungo la sua strada. Un modo simpatico per imparare nomi e caratteristiche di molti fiori, antichi e moderni e, soprattutto, un anteprima sull'anima del capitolo. Più volte la curiosità mi ha spinta a conoscere le piante citate dalla Caboni.
Il romanzo si apre con la storia di Elena bambina. 
La troviamo per mano a Susanna, davanti all'imponenza di Palazzo Rossini a Firenze. 
Susanna è partita da Marsiglia ed ha portato la sua bambina da Lucia, sua madre, per lasciargliela ed essere così libera di tornare in Francia e vivere il suo amore con Maurice, un uomo che non sopporta la piccola Elena. 
Nonostante il dolore della mancanza di una madre che l'aveva abbandonata perché incapace di amarla, Elena cresce felice con la nonna, indottrinata all'arte della profumeria e alla magia delle essenze.

Lei era una Rossini, il profumo era stato il suo migliore amico, il suo confidente, era stato i suoi occhi, la sua voce.
Adesso l'aveva abbandonata.

Dopo l'apertura con un tuffo nel passato, ritroviamo Elena nella sua profumeria, Absolue, di Parigi. Un luogo unico che insieme all'amica Monique hanno creato dal nulla, dove producono profumi personalizzati per i clienti.
Ma da un po' di tempo qualcosa sembra non funzionare più in Elena. Ha perso il suo tocco magico. Non è più in grado di creare profumi perfetti. Certo le fragranze sono sempre eccellenti, dal punto di vista olfattivo assolutamente impeccabili, ma completamente prive di empatia. Quella che Elena non riesce più a provare.

Avvertiva un senso di distacco, quando invece il profumo avrebbe dovuto riempirle l'anima, farla vibrare di meraviglia, di piacere.

Dopo l'ennesimo fallimento per la realizzazione di un'essenza particolare per un cliente Elena, spinta dall'amica Monique e anche dal suo innamoratissimo  compagno Cail, cede alla richiesta di Susanna che la vuole a Firenze.
Così Elena, la piccola figlia Beatrice e Cail partono per passare qualche giorno di tranquillità e chissà che non potesse ritrovare il suo dono speciale nel laboratorio di nonna Lucia... 
Susanna intanto non si da pace. 
L'inaspettato incontro con Victor, mostro sacro dell'industria profumiera in campo di essenze, l'ha devastata. 
Trovarselo di fronte, con la rivista Scent con la storia di Elena in prima  pagina tra le mani è stato  un trauma che ha risvegliato in lei dolorosi ricordi. Cosa voleva dopo più di trent'anni? E cosa voleva da lei e da Elena?
Lui aveva fatto la sua scelta e lei era andata avanti inseguendo nuove strade e nuovi sogni.

Leggendo mi sono innervosita pure io: è così fastidioso e devastante quando il passato che credevamo chiuso per sempre, si ripresenta alla porta con domande alle quali dare risposta. La sensibilità di Cristina ancora una volta ha fatto centro, portandomi a provare sensazioni e sentimenti talmente forti, quasi fossi io al posto di Susanna.

Messo alla porta Victor e il passato, per la donna si apre il futuro insieme alla figlia. 
Dopo tanta insistenza, finalmente Elena aveva accettato di tornare a quella che sino a pochi anni fa era stata la sua casa. 
Per Susanna, dopo una lunga e sofferta riflessione, è arrivato il momento di chiarirsi, di aprirsi finalmente con la figlia e ricucire lo strappo che gli anni e i suoi errori avevano provocato. 
Ci sarebbe riuscita? Avrebbe potuto perdonarla Elena, per tutta la sofferenza passata?

Devi sentire il profumo nella testa, è come un racconto, e queste - indicò i contenitori - sono le parole.

L'arrivo di Elena a Firenze, sembrò portare una ventata di allegria, come fosse un nuovo inizio. Elena stessa sperava di ritrovare il profumo che l'aveva abbandonata. Di sicuro, a trovarlo, è la piccola Beatrice che, nascostasi nella cantina di Palazzo Rossini, da vita ad un nuovo profumo. Per la piccola è stato facile, avendo sempre osservato la madre all'opera. Piccoli gesti ponderati e meditati coi quali dare vita ad un'essenza un'unica e improbabile, ma avvolgente:

Era l'esplosione di una mattina di sole, un canto di bambini, corse sui prati, un'allegria che riempie il cuore; poi la scena cambiava in un abbraccio caldo: forza e serenità che nascono dalla certezza.

Sebbene felice per l'abilità appena nata di Beatrice, Elena è costretta a fare i conti con l'amara realtà: il suo luogo felice, fatto di essenze e profumi l'aveva appena cacciata di "casa". Non era più in grado di creare, di leggere l'anima della gente e i profumi l'avevano abbandonata cacciandola dal suo piccolo regno dorato. Costretta a prenderne definitivamente atto quando un'amica della nonna le chiede di crearle un nuovo profumo, di quelli che solo lei è in grado di creare, che la faccia sentire bene e ammirata, Elena si trascina giorno dopo giorno avvolta da un mantello di ansia e sconforto che le tolgono il sonno e la voglia di esserci. E lei, orgogliosa e timorosa, non è pronta per raccontare a tutti che non è più in grado di creare, nemmeno a Cail, gettando un'ombra scura sul loro rapporto.
La delusione per il suo fallimento sembra avere vita propria ed uscire dalle pagine per far riflettere sul nostro operato.

Quante volte ci è capitato di "perdere il tocco magico", di non riuscire più a fare ciò che sino a poco fa sembrava così facile? Quante volte ci siamo sentite come Elena nella vita. Non so voi, ma a me capita spesso, soprattutto con le mie passioni più grandi, i libri e la pittura. Spesso sento un blocco che mi impedisce di leggere o dipingere. Non sono la voglia o la capacità a mancare , semplicemente manca un ingrediente, l'elaborazione di me stessa riguardo ad un determinato momento della vita. Fare pace col proprio vissuto è quello che ci rimette in marcia, meglio di prima.

Elena, nonostante la sua momentanea fragilità, sa che non deve mollare, sa che riuscirà a ritrovare il suo dono speciale, soprattutto ora che sa cosa vuole dalla vita. È sicura, nel lavandeto delle sue antenate, e già fantastica sulla nuova vita e sulla nuova casa sui colli che circondano Firenze. 
Cail potrà coltivare antiche rose e lei creerà nuove essenze insieme a Bea e a tanti fratellini.
Ma i sogni di Elena sembrano non piacere alla realtà.
Mentre Beatrice sta giocando col coetaneo vicino di casa Luca, Elena si ritrova faccia a faccia con padre di Luca, Matteo Ferrari, padre naturale di Beatrice. L'uomo che un tempo amava e che senza tanti complimenti l'aveva tradita e ripudiata additandola come bugiarda,  costringendola a rifugiarsi a Parigi appena saputo che aspettava un figlio da lui.
Per Elena, come per Matteo, è uno shock ritrovarsi. Mentre Elena gli riversa addosso tutto l'astio e il dolore provato durante quei sei anni, Matteo chiede di far parte della vita della piccola Bea. 
Nulla sembra calmare l'animo in rivolta di Elena. Scoprire che Luca, l'amico del cuore di Bea è anche il suo fratellastro la spinge nel cuore del dolore, del rancore verso Matteo, accompagnata dalla paura di perdere Beatrice per sempre. Ci era passata da piccola, sapeva cosa significava crescere senza l'amore di una madre, di quella madre che l'aveva abbandonata tra le braccia della nonna.
A nulla serve l'amore comprensivo di Cail, che fino a quel momento non aveva mai visto Matteo pur conoscendo la storia tra loro. A nulla valgono le rassicurazioni che lui sarà sempre il padre di Beatrice, anche se Matteo dovesse cominciare a far parte della vita della bambina. 
Elena è cambiata, è di nuovo chiusa in se stessa, come al suo arrivo a Parigi, sola, bagnata e incinta di un uomo che non l'aveva mai amata e si era sbarazzato di lei come fosse un oggetto rotto e di ostacolo alla sua nuova vita. 
Ad aggiungere peso alla situazione anche l'abbandono del profumo. 
Tutto sembrava andare per il verso sbagliato, anche la pazienza di Cail era giunta al termine e il bivio che le si prospettava davanti non era ancora pronta a sceglierlo: confidare il suo malessere per la  scomparsa capacità di creare profumi, fare pace col passato permettendo a Matteo di far parte della vita di Bea e proseguire verso la felicità con Cail o vivere sola  in un limbo doloroso e buio che non lascia trasparire vie d'uscita?

Chi di noi non si è mai trovato davanti ad un bivio nella vita? Scegliere la verità dolorosa che ci porterà verso la luce della felicità o restare a crogiolarsi nel buio fatto di silenzi e chiusure? Nei momenti di difficoltà tutto sembra remarci contro, avvolgendoci nel buio del nostro dolore ma, citando la saggezza del buon vecchio Albus Silente: 

<<La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce.>> (Harry Potter e il Prigioniero di Hazkaban n.d.r.)

Ad accendere una nuova luce nel buio di Elena è Susanna.

 Un viaggio è come un percorso, un cammino. Tu stai facendo il tuo.

Costretta dagli ultimi fatti accaduti alla figlia ad elaborare il suo passato, Susanna regala ad Elena un viaggio e il diario di Selvaggia, un'antenata abile profumiera e disegnatrice che racconta proprio di quel viaggio lungo la via del profumo. La donna spera, viaggiando insieme alla figlia, di farle ritrovare se stessa e soprattutto di farsi perdonare il passato di madre assente e poco amorevole.
Ma la speranza di Susanna è anche quella di perdonare se stessa per tutto quello che non aveva avuto il coraggio di fare.
Il viaggio sarà lungo e intenso, passando per la sacra ritualità del Giappone arriveranno nella misticità dell'India per approdare, infine in Arabia Saudita a Ta'if, capitale di splendidi e rari roseti di rose damascene, nella tenuta di Victor Al-Fayed...
Ancora Victor. 
Chi è veramente il carismatico "il Signore delle rose", da tutti ambito in campo profumiero? 
Perché Elena è dovuta arrivare, proseguendo il viaggio da sola, in Arabia Saudita per incontrarlo? 

<<Kintsugi>>
Quando era in Giappone, Kirin le aveva spiegato che tutto poteva essere riparato. Una colla dorata rimetteva insieme anche i pezzi più piccoli, saldandoli insieme. L'oggetto riparato non sarebbe stato più lo stesso, ma la rinascita rappresentava un cambiamento che sbocciava dalla volontà. Nessuna vergogna per le cicatrici, perché divenivano motivo di ammirazione e bellezza.

Attraverso questo viaggio introspettivo, alla ricerca del profumo perfetto, Susanna spera di fare pace col proprio passato e di far guarire Elena dalle sue paure. Paure che lei stessa aveva provato in passato e per le quali ancora non riesce a perdonarsi. Recuperare il rapporto con la figlia, ormai, non è più possibile, ma per Elena c'è ancora la speranza di ritrovare il suo dono col quale potrà ancora creare il profumo perfetto...

Siamo noi a decidere. Il nostro cuore, ciò che siamo dentro poi decide per noi. Credo che "destino" sia un modo diverso di chiamare la volontà."

Citando le parole di Cristina 

"Il profumo sa chi sei  è una storia d'amore tra genitori e figlio, tra uomini e donne, una storia d'amore per se stessi, la vita e la natura. È anche una storia di perdono e di rinascita. Alla fine, ogni cosa dipende sempre da noi e da ciò che decidiamo sia meglio e più  importante"

posso dire di essere arrivata ai commoventi ringraziamenti finali con le lacrime agli occhi e il "groppo" in gola per un nuovo distacco. 
Credo che con questo romanzo Cristina Caboni abbia raggiunto la vera essenza del profumo, il cuore, il senso de Il sentiero dei profumi. 
Aspettare sei anni ne è veramente valsa la pena. 
In sei anni si cresce, si matura, così come, giorno dopo giorno, maturano le essenze trasformandosi in profumo, anche i personaggi sono cresciuti e maturati, dando vita alla fragranza perfetta, quella della serenità interiore.
Ho amato Elena dal primo giorno che l'ho conosciuta. Ho sofferto, pianto e riso con lei. Mi sono accoccolata con lei nella melodia di Nuvole bianche di Einaudi, con lei ho inalato le fragranze delle erboristerie di Grasse alla ricerca di rare essenze, ho percorso  Ponte Vecchio con lei e con lei ho viaggiato attraverso l'Asia e l'Arabia Saudita, dove un po' mi sono sentita a casa, tra le dune infuocate del deserto.
Un racconto che è diventato parte di me, ancorandosi sempre di più negli anni. Non so se Elena avrà ancora altre emozioni da regalarci, io ci spero e continuerò a sperarci.
Concentrare la bellezza di Il profumo sa chi sei in poche righe è impossibile, bisogna leggerlo e assaporarne ogni parola, che è poesia, una panacea per l'anima.
Vi chiedo solo, se non conosceste la storia di Elena Rossini, di approfondire leggendo anche Il sentiero dei profumi, per comprendere al meglio lo sviluppo della vita dei personaggi.
Sono certa che non ve ne pentirete.
Il magico mondo delle essenze e delle favolose fragranze di Elena vi coinvolgerà nella storia, facendovi diventare personaggio e lettore allo stesso tempo.
Vi sembrerà di sentire nell'aria la scia delicata e intensa della rosa damascena trigintipetala, rara, preziosa e perfetta coi suoi trenta petali frastagliati. Ne potrete percepire l'intensità e la vividezza del colore che sfuma i petali arruffati dal rosa al bianco. 
Personalmente ho avuto la possibilità di ammirare i roseti damasceni durante uno dei miei innumerevoli viaggi in Marocco, a Kelaat M'Gouna, di ritorno da Ouarzazate. 
Era la fine di un caldissimo aprile e stavano sbocciando, uno spettacolo sensoriale che, per chi lo ha vissuto, lo potrà rivivere attraverso l'esperienza di Elena a Ta'if, in Arabia Saudita, regno dei roseti più pregiati.   
Vi emozionerete davanti alla magnificenza dei ciliegi in fiore in Giappone, e l'aroma intrigante delle spezie  quasi vi toglierà il respiro durante un'escursione tra i templi indiani. Quando arriverete alla meta vi sentirete finalmente completi, come quando inserite l'ultima tessera di un puzzle all'apparenza semplice, ma scrigno di mille impercettibili sfumature. 

Ringrazio infinitamente Cristina Caboni per la magia che, ancora una volta, mi ha fatto ritrovare in questo nuovo romanzo.

Sperando di avervi trasmesso un po' di curiosità sul mondo dei profumi e sulla storia di Elena, vi invito a correre in libreria o sugli appositi store digitali e tuffarvi in questo viaggio sensoriale.

Buona lettura,

Tania C.





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