IO NON TI LASCIO SOLO
Gianluca Antoni
Ed. Adriano Salani Editore
Anno di pubblicazione 2021
In commercio dal 28 gennaio
Pag. 288
Formato Brossura
Progetto Le stanze
€ 15,90
CONOSCIAMO L'AUTORE
VIOLA ARDONE
«Avventuroso e imperdibile, vi sorprenderà. Una storia piena di colpi di scena, con una scrittura ritmata e scorrevole. I personaggi sono molto appassionanti e il finale sorprendente.»
SIMONA SPARACO
Per affrontare la paura non c’è cosa migliore che farlo insieme
ad un amico. Ne sono ben consapevoli Filo e Rullo, due ragazzini, uno l’opposto
dell’altro ma inseparabili. Decidono di scappare insieme, alla ricerca del cane
di Filo, perso durante un temporale in montagna.
Il viaggio per ritrovarlo li spinge sino alla cascina di Guelfo
Tabacci, un solitario montanaro , accusato dalla comunità di aver ucciso il
figlio qualche anno prima.
La bravata della loro fuga lascia così spazio a
inconfessabili segreti degli adulti.
Molti anni dopo, nella cantina di Tabacci, vengono ritrovati
due diari, scritti proprio dai due amici, nelle cui pagine ingiallite viene
rivelata la soluzione del mistero e un racconto, schietto e poetico, di un’estate
durante la quale il destino dei ragazzi cambiò per sempre le loro vite.
Nello scenario dominato dai toni contrastanti dell’eterna
innocenza e del buio del dolore, Gianluca Antoni miscela il pathos del giallo a
quella di un romanzo di formazione.
LA PAROLA DELL'AUTORE
«Nel mio intento, Io non ti lascio solo vuole
essere un inno alle fragilità e alle debolezze di ognuno di noi, e di quanto
queste, se ben elaborate e gestite, rappresentino i nostri più grandi punti di
forza. Ogni personaggio del romanzo rappresenta una parte di noi: quella
razionale (Filo), quella emotiva (Rullo), quella pazza (Scacco), quella bambina
(Ameliè), quella mostruosa (Guelfo), quella adulta (Il padre) e così via. Solo
affrontando con coraggio le sfide e la faticosa avventura di crescere possiamo
scoprire che la loro accettazione e integrazione è l’unica strada che ci
permette di trovare l’armonia interiore e il benessere… e allora sì che si può
piangere, da uomini veri.»
RECENSIONE
Pochi giorni fa mi hanno contattato Riccardo e Chiara di Casa Editrice Salani per presentarmi il nuovo progetto editoriale Le Stanze, in uscita con la prima pubblicazione il 28 gennaio 2021.
Questo progetto presenta una nuova linea di narrativa italiana e straniera atta a soddisfare ogni tipo di lettore per la vasta scelta di argomenti trattati.
La prima uscita, in commercio dal 28 gennaio, è il romanzo accattivante di Gianluca Antoni ''Io non ti lascio solo'' e coinvolgerà noi blogger a recensire le pubblicazioni che più attireranno la nostra curiosità.
Ho scelto di recensire proprio questa prima pubblicazione della serie perché mi ha incuriosito la trama ammaliatrice che spazia dal giallo psicologico alle sfumature noir e rosa delle avventure incastonate in una splendida natura montanara che tanto mi ha ricordato luoghi a me cari che abbracciano zona in cui vivo.
Il personaggio chiave del romanzo è Birillo, il cane compagno di vita di Filo. La svolta della storia avviene proprio grazie a lui. Se non si fosse perso nel bosco, le avventure di Filo e Rullo non sarebbero mai esistite, probabilmente nemmeno la loro amicizia e il mistero che riguarda il burbero orco Guelfo, sarebbe rimasto per sempre celato tra le macerie della sua cascina.
Io non ti lascio solo, principalmente narrato dalle voci infantili di Filo e Rullo affidate ai loro diari , inizia dalla fine, dove l'autore presenta i vari personaggi, introducendo l'inizio della fantastica avventura dei due amici e dei loro complici, avvenuta vent'anni prima.
<< Ma su quella carriola, mentre li portava di sopra, ha notato quanto fitta fosse quella scrittura. Di quella casa, e di Guelfo, il paese racconta le peggio cose. Racconta che Guelfo ha ucciso il figlio, e che nelle notti prive di vento si può ancora sentire il pianto di un bambino imprigionato. >>
La storia si apre intorno al 2020, nella meravigliosa cornice verdeggiante di un'imprecisato paesino di montagna, dal quale, nelle giornate limpide, si scorge il mare. Dei muratori stanno lavorando al cantiere nei terreni dove, vent'anni prima, sorgeva la casa dell'orco: Guelfo Tabacci. I lavori riportarono alla luce due quaderni con la copertina usurata dall'umidità e dal tempo, ma ancora leggibili.
I quaderni, in realtà, sono due diari, uno nero che sul dorso riporta il nome Filo e uno rosso che riporta il nome Rullo.
Il ragazzo che ritrova i diari, dopo essersi accertato che fossero ancora leggibili, a conoscenza dei fatti riguardanti Guelfo Tabacci, ebbe premura di consegnarli al brigadiere dei Carabinieri del paese. L'uomo, incredulo li lesse d'un fiato, poi li consegnò al maresciallo De Benedittis, ormai in congedo, che in quegli anni seguì la vicenda di Tabacci e dei due ragazzini scomparsi in paese pochi anni dopo il presunto assassinio di Tommaso.
<< Il maresciallo prende il quaderno rosso. Legge le ultime righe e venti giri di una morsa gli schiacciano lo stomaco. Venti come gli anni passati da allora, che ripiombano attuali come se il tempo non fosse passato. >>
In un arco di tempo che, presumibilmente spazia dalla fine degli anni '90 sino ai giorni nostri, Antoni da vita ad un giallo nel giallo, talmente surreale ma così ben delineato e dettagliato da sembrare vero. Il coinvolgimento del lettore è totale e intenso che la lettura prosegue come fosse una puntata di ''Chi l'ha visto?'': una pagina tira l'altra per scoprire nuovi indizi e seguire con apprensione le vicende di Filo e Rullo.
Tutto ebbe inizio sul finire del '90. Guelfo Tabacci è un boscaiolo gigantesco, di poche parole e dai modi bruschi. Ama la moglie di un amore morboso, geloso alla follia, di una gelosia scaturita dal fatto che la moglie, dopo anni di matrimonio e un figlio, non sia mai riuscita ad innamorarsi di lui che l'aveva salvata da una famiglia che la opprimeva, per innamorarsi, invece, perdutamente del meccanico di un paese vicino.
La gelosia accecò Guelfo talmente tanto da farlo diventare violento. Sempre più spesso le sue enormi mani procuravano lividi nel corpo e nell'anima di Adele. Rimasta incinta, la povera donna cercò di recuperare quel matrimonio prigione, non riuscendoci. Quando il bambino non aveva che pochi mesi, la situazione era diventata pesante per lei che, per salvarsi, decise di andarsene dalla casa di quell'orco. L'uomo si vide costretto a lasciarla andare, ma ad una condizione: avrebbe dovuto rinunciare legalmente al loro figlio Tommaso in cambio della propria libertà.
A malincuore, ma con la consapevolezza che Guelfo non avrebbe torto un capello al piccolo e che, non appena si fosse sistemata avrebbe fatto di tutto per ottenere l'affidamento del suo bambino, Adele se ne andò per cominciare una nuova vita col meccanico, l'uomo che amava ricambiata.
La donna provò in ogni modo a chiedere a Guelfo di farle vedere il piccolo, in fin dei conti lei era pur sempre la madre. Ma l'uomo fu irremovibile, fino al giorno che la donna lo minacciò di portarglielo via con la forza, dal momento che l'affidamento le spettava per legge.
In quei giorni però, Guelfo si presentò dal maresciallo Giuseppe De Benedittis a sporgere denuncia della scomparsa di Tommaso.
Il bambino venne cercato ovunque, la casa fu messa sottosopra, i campi e i capanni della proprietà furono battuti a tappeto. Del bambino nessuna traccia e Tabacci sembrava non voler collaborare continuando a sostenere che il bambino era scomparso nel nulla, forse rapito da Adele. La donna estranea ai fatti e l'atteggiamento ambiguo e violento di Guelfo, convinsero De Benedittis che l'uomo doveva aver ucciso il bambino e occultato il cadavere, ma non avendo ritrovato il corpo si vide costretto a far decadere le accuse e a chiudere il caso. Passò il tempo e anche Adele smise di cercare il figlio, ritirandosi ad una vita fantasma: nessuno seppe più nulla di quella povera madre, ma in paese tutti continuarono ad additare un Guelfo sempre più dispotico, solitario e scostante, come l'assassino del figlioletto.
Da quel giorno passarono circa dieci anni, Tabacci, ancora più chiuso in sé protetto dal suo aggressivo cane da guardia Diablo, continuò a comportarsi in maniera ambigua e la storia del piccolo Tommaso diventò leggenda in paese: nelle notti senza vento, dalla proprietà di Guelfo, saliva il pianto di un bambino tenuto prigioniero.
Teofilo, chiamato da tutti Filo, è un ragazzino di circa dieci anni, vive col suo amato cane Birillo e col padre alcolizzato. Era ancora piccolo quando rimase orfano di madre, ma lui continua a ricordare il dolce sorriso di quella donna smunta, dagli occhi vuoti e tristi. La mamma era malata, era stata tanto in ospedale e, nonostante il sorriso e l'amore che provava per Filo, c'era qualcosa che la turbava e non a causa della malattia.
Dopo la morte della madre cominciò ad avere grosse difficoltà a socializzare ma trovò in Birillo e in Rullo due grandi amici, più importanti della sua stessa vita, che lo aiutarono ad andare avanti forte e coraggioso, ritrovando la vivacità che sembrava perduta.
<< Se ti importasse di me non avresti lasciato scappare Birillo. >>
Durante un temporale di montagna Birillo, che stava cercando i tartufi insieme al padre di Filo, si perse a causa del boato di un forte temporale, del quale ha sempre avuto paura.
Il padre cercò di calmare Filo invano, a poco valse il fatto che il temporale scoppiò all'improvviso prendendoli alla sprovvista.
Per il ragazzino la colpa della scomparsa di Birillo era da attribuire solamente al padre, che di nuovo in preda ai fumi dell'alcol, non aveva protetto il cane impaurito.
Tutto era successo perché secondo lui il padre non lo amava. Se veramente gli fosse importato di lui, non avrebbe bevuto e avrebbe protetto Birillo. Invece non lo aveva fatto e Filo non poteva accettare la nuova e straziante perdita del suo fidato amico Birillo. Nemmeno il sostegno di Rullo avrebbe potuto aiutarlo.
Rullo è il migliore amico di Filo, un ragazzino timido e pauroso, vittima delle parole cattive e degli scherzi prepotenti dei compagni di scuola. Filo lo aveva salvato e da quel giorno erano diventati grandi amici, anche se spesso Filo non lo ascoltava.
Rullo aveva paura del padre di Filo, lo aveva visto ubriaco una volta e si era nascosto sotto il letto per paura che gli mettesse le mani addosso. Ogni tanto Filo qualche sberla la prendeva e Rullo per quanto poteva, cercava di consolarlo e aiutarlo insieme al cagnolino.
I due amici, poco dopo la scomparsa di Birillo, avrebbero dovuto partire con gli Scout per il campo estivo sulle montagne. Filo invece aveva già organizzato tutto, non sarebbero partiti, sarebbero invece saliti sulla montagna dove si era perso Birillo. Lo zaino era pronto: tenda, cibo, vestiario, qualche spicciolo e due quaderni sui quali avrebbero tenuto un accurato diario sugli sviluppi della ricerca.
<< La paura non passa come un raffreddore. >>
La reticenza di Rullo faceva sempre innervosire Filo che gli intimò, visto che era così pauroso, di restare a casa. Lui sarebbe partito ugualmente, da solo, sapendo che comunque l'amico avrebbe finito per seguirlo. Faceva sempre così Rullo, litigavano, ma poi erano più uniti di prima. Uno l'opposto dell'altro, tanto impavido e impulsivo Filo quanto remissivo e flemmatico Rullo, così legato all'amico nonostante i continui screzi e le opposte vedute. Due facce della stessa medaglia, diverse e complementari, legate dalla complicità dell'amicizia e dal rispetto che provavano l'uno dell'altro.
Iniziò così il lungo cammino dei due amici, inerpicandosi sulla montagna, accampandosi in riva al fiume e arrivando al paese dove incontrarono il burbero Tabacci, sospettato di aver rapito Birillo.
Ad organizzare l'operazione per salvare Birillo dalle grinfie di Diablo e Tabacci, si aggiungeranno ai due ragazzini anche la bella Amelie, nipotina dell'ex medico condotto del paese che porta con sé il peso di un inconfessabile segreto e il generoso Scacco, il ''matto del villaggio'', un giovane uomo con problemi psichiatrici ma con un cuore immenso.
Dopo un primo tentativo di salvataggio di Birillo che vedrà Filo e Rullo a tu per tu con lo smagliante ghigno aguzzo di Diablo e una strage di galline, il nuovo piano di Filo sembrava perfetto.
Aiutati dal nobile animo del poetico Scacco, che sembra avere una particolare affinità con Diablo e dalla piccola Amelie che farà da palo, attaccheranno il forte di Guelfo di notte, perlustreranno tutta la proprietà e quando avranno ritrovato Birillo si daranno alla fuga rientrando a casa.
E l'avranno pure fatta franca con gli scout e i genitori, ne è sicuro Filo, dall'alto della sua esperienza di scout esperto e dalle idee chiare.
Peccato che, come in tutte le operazioni ben pianificate, ci sia sempre un punto che fa acqua. Filo e Rullo si cacceranno in un grosso guaio con Tabacci e coi Carabinieri, riportando alla luce sconvolgenti ed inspiegabili verità che sconvolgeranno la loro vita già abbastanza travagliata.
Ogni azione, ogni pensiero, ogni dubbio ed ogni particolare verranno annotati nei loro diari, ben nascosti nella cantina di Guelfo fino al giorno del ritrovamento...
La storia di Filo e Rullo è la storia di un amore unico, raro e irripetibile, che va oltre la semplice amicizia. Un legame che li unirà per sempre, fondendo i loro cuori in un unico grande cuore pulsante, impossibilitato a battere senza la linfa vitale scaturita dal legame dei due ragazzi.
L'autore, attraverso una scrittura fluida e semplice, accompagna il lettore lungo il percorso evolutivo delle avventure di Filo e Rullo coinvolgendolo in salti temporali ben omogeneizzati col presente.
Trattando con una delicatezza genuina e sincera argomenti come la depressione, l'alcolismo e il difficile rapporto tra un padre vedovo alle prese con un figlio borderline e ribelle, sembra quasi che ogni personaggio incontrato prenda vita fuori dalla penna dell'autore, diventando un membro di famiglia o il nostro amico più caro.
Si soffre, seguendo i ragazzi nel bosco, si suda freddo durante le peripezie a casa di Guelfo, si tiene il fiato sospeso durante le azioni di salvataggio guidate da Scacco e Amelie. Si sta in apprensione e scappano pure fiumi di lacrime, per la sorte di Birillo ma non mancano i momenti esilaranti quando i piani ben congegnati di Filo finiscono in situazioni tragicomiche con conseguenze piene di pathos e suspense.
Il colpo di scena finale libera il lettore da ogni congettura e tensione, mettendo in luce quanto la mente di un bambino possa vedere oltre la realtà, svelando verità invisibili agli occhi, ma da sempre nascoste nell'inconscio primordiale.
Filo conduttore di tutta la storia, come ha ben evidenziato l'autore, è che il peso dell'influenza adulta ( decisionale, morale e normativa ) possa gravare/condizionare irreparabilmente sulla personalità presente e futura dei figli, scatenando nelle loro menti meccanismi di difesa e compensazione dopo importanti perdite/lutti.
Sospesi tra il cielo e la terra odierni ma circondati dall'atmosfera di un regno d'altri tempi, l'avventura surreale di Filo e Rullo vi terrà incollati alla poltrona fino alla fine, dal sapore dolce amaro, come la verità.
Consiglio questo romanzo non solo ai più giovani, ma anche agli adulti, in particolar modo ai genitori, per comprendere meglio quanto, dietro ad una apparente fragilità, siano forti e coraggiosi i bambini grazie alla loro tenera ingenuità che gli permette di vedere il mondo con gli occhi puri e schietti dell'innocenza.
Quella purezza che verrà meno quando si entrerà nella consapevolezza del mondo adulto.
Ringrazio Riccardo e Chiara per avermi inviato la copia di Io non ti lascio solo ed avermi dato la possibilità di vivere questa nuova avventura introspettiva.
Auguro a tutti voi una buona lettura dopo l'acquisto del romanzo, ricordandovi che è presente in tutte le librerie e nei principali store online.
Ne vale veramente la pena, parola di scout...
Tania C.