sabato 23 gennaio 2021

Recensione IL TEMPO E L'ACQUA di Andri Snær MAGNASON - Ed. IPERBOREA -











IL TEMPO E L'ACQUA

 

Andri Snær

Ed. Iperborea

Anno di uscita 30 settembre 2020

Traduzione di Silvia Cosimin

Pag. 333

Copertina flessibile

€ 19,50

Versione digitale disponibile nei maggiori stori online

 

 

 

CONOSCIAMO L'AUTORE

  


Andri Snær Magnason - foto dal sito https://iperborea.com/autore/11059/

 

Poeta, narratore, drammaturgo, già da tempo mette tutto il suo impegno nella divulgazione scientifica, nell'attivismo ambientale e in politica come candidato alle presidenziali islandesi del 2006.

Alla scomparsa del primo ghiacciaio islandese, nel 2019, depose in sua memoria una lapide con incisa una << lettera al futuro >>:

'' L'Okjökull è stato il primo ghiacciaio islandese a perdere il titolo di ghiacciaio. Nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai potrebbero seguire la stessa sorte. Questo monumento è la testimonianza che sappiamo cosa sta avvenendo e cosa bisogna fare. Solo voi sapete se lo abbiamo fatto.'' Tra le sue pubblicazioni, per Nottetempo 2016, la raccolta di poesie Bonus, Lo scrigno del Tempo, libro per bambini edito da Giunti nel 2019 e vincitore del Premio Letterario Islandese 2013, Draumalandið, Premio Letterario Islandese 2016, il saggio-denuncia sullo sfruttamento delle risorse naturali islandesi, diventato anche lungometraggio diretto dallo stesso Magnason e dal regista islandese Porfinnur Guonason.

***Chiedo scusa per avere italianizzato il nome del regista. L'uso dei caratteri speciali islandesi collima con l'impostazione del blog e non mi permette più di giustificare i margini rendendo sgraziata la stesura del testo, pertanto se dovessi aver bisogno di inserire nomi di luoghi o di persona, sarò costretta ad italianizzarli.


TRAMA


Fin da tempi immemorabili l'Okjökull, il ghiacciaio islandese, ne occupava quasi venti chilometri quadrati del territorio. Oggi è ridotto ad un misero lembo di ghiaccio letargico e, nei prossimi 200 anni tutti i ghiacciai Islandesi potrebbero fare la stessa fine.

Come non è mai successo sino a quel momento, i nostri eredi vivranno in un ambiente molto diverso da quello che circondava le generazioni passate.

Il cambiamento climatico che sta provocando l'innalzamento delle temperature marine e lo stravolgimento chimico delle acque provocato dalle smodate attività umane saranno la causa della distruzione di ecosistemi millenari.

Si potenzieranno gli uragani e le inondazioni, le specie viventi saranno costrette a migrare a causa dell'erosione delle terre abitabili, compresa la nostra. 

Perché, consapevoli dell'immane disastro che sta compiendosi giorno per giorno, restiamo immobili o quasi? Forse perché i duecento anni sono ancora lontani e gli appelli degli scienziati al riguardo dell'acidificazione degli oceani e sul riscaldamento globale non hanno la capacità di sensibilizzarci, rimanendo in sottofondo come rumore bianco fino a che il passato collettivo non ci consegnerà l'anima di quel che è successo, aprendoci gli occhi su una fotografia desolata. 

Magnason, dedicando la sua vita alla scienza e alla tutela dell'ambiente, continua a svolgere il suo compito  di narratore del suo operato. 

Incrociando storie famigliari, conversazioni future coi figli e pronipoti, interviste al Dalai-Lama, poesia scaldica e romantica, scoperti di nessi inimmaginabili come quello di mucche appartenenti a mitologie ancestrali così distanti tra loro, Il tempo e l'acqua << racconta >> dati scientifici rivelandone il senso che ci aiuterà a fare un passo avanti.


IMPRESSIONI

Chi conosce Iperborea sa quanto preziosi siano i suoi testi. Ringrazio di cuore Martina per avermi spedito una bellissima copia cartacea di Il tempo e l'acqua di Magnason. 

Come tutte le loro copertine, anche questa è favolosa e, nella sua semplicità, molto intrigante. Colori rilassanti che rimandano agi splendidi ghiacciai nordici, un patrimonio da salvaguardare per la nostra sopravvivenza.

Il tempo e l'acqua non è un romanzo, e non è un saggio ma  si legge come un romanzo biografico con riferimenti storici e tecnici. Un lungo racconto dell'operato dell'autore, impegnato da anni nella lotta per la tutela dell'ambiente.

<< Gli elementi fondamentali della Terra non seguono più i tempi geologici, ma si stanno modificando ai ritmi dell'uomo, ormai si verificano in un secolo evoluzioni che avvenivano in centinaia di migliaia di anni. >>

Quando si prova a registrare i rumori prodotti dall'eruzione di un vulcano gli strumenti, oltre un certo livello, non riescono più a distinguere la diversa intensità e tipologia di rumore cominciando a registrare solo un ronzio, comunemente chiamato ''rumore bianco''.

Questo rumore bianco è paragonabile alla percezione che la maggior parte dell'umanità ha riguardo ai ''cambiamenti climatici'': non se ne comprendono le dimensioni, distratti dal ronzio di sottofondo.

Vivendo in un mondo altamente globalizzato e ipertecnologico l'unico pensiero di chi tesse trame e orditi dell'economia mondiale è quello di sfruttare il più possibile il territorio ambientale per ricavarne un alto profitto, a scapito dell'incolumità terrestre che inesorabilmente, giorno dopo giorno si deteriora velocemente sotto i nostri occhi ciechi al disastro. 

L'ipotesi di Magneson è che in alcuni casi ormai sia già troppo tardi per invertire l'avanzata del disgregamento ambientale. Quel futuro, così lontano dal nostro orizzonte, si è ormai avvicinato inesorabilmente senza possibilità di poterne arrestare l'avanzata deleteria, ma qualcosa ancora  si può e si deve fare.

Per spiegare questo ''rumore bianco'', Magneson ci conduce nella sua terra, l'Islanda, per raccontarci la tragica fine del millenario ed immenso ghiacciaio Okjökull, dichiarato morto nell'estate del 2019, tra l'indifferenza dei potenti della terra, riunitisi per discutere lo sfruttamento turistico di un territorio.

I ghiacciai sono un ponte carico di informazioni che, nel presente, collegano il passato al futuro. Col loro scioglimento e la conseguente ''morte'' si perde tutto il bagaglio storico universale, scatenando una reazione a catena di danni devastanti e irreparabili per l'uomo e il pianeta causata dai gas prodotti durante liquefazione e l'evaporazione.

I miseri resti dell'imenso e antichissimo ghiacciaio islandese Okjökull

Secondo l'autore il compito di divulgare le notizie della catastrofe annunciata, inascoltata e purtroppo così ben avviata dall'essere quasi sul punto del non ritorno, non sarebbe suo compito, ma proprio a causa della cattiva informazione fatta da chi non ha saputo farsi ascoltare, si è sentito in dovere, in quanto scrittore e comunicatore, di porre all'attenzione dell'umanità il grave problema che sta attanagliando il pianeta. 

Chi meglio di lui, che la situazione la tocca con mano, osservandola coi propri occhi nella quotidianità della sua amata Islanda, terra di ghiacci, che ha appena svolto i funerali di uno dei suoi più grandi e antichi ghiacciai?

<< Secondo gli scienziati, l'impatto dell'uomo sul pianeta è ormai di proporzioni tanto grandi da segnare l'inizio di una nuova epoca geologica: '' l'epoca dell'uomo ''.

L'estinzione dei dinosauri, le grandi glaciazioni seguite dal disgelo sono tutte ere che si sono evolute naturalmente e in maniera graduale. Con l'avvento dell'uomo e dell'industrializzazione repentina poi, il degrado sta progredendo a velocità troppo sostenute per riuscire ad arginarne l'avanzamento.

Oggi purtroppo si vive il presente senza volgere lo sguardo al futuro. Per molti il futuro non esiste, dal momento che un giorno non ci saremo più, non riuscendo a ragionare sul fatto che di questo passo, un domani, potrebbe non esserci più nemmeno la terra oltre che la nostra progenie e, per i fortunati che sopravvivranno, il nostro pianeta sarà molto diverso e inospitale da come è oggi.

<< Vedremo soltanto una sfera di fuoco, più grande del sole, più vasta del mondo; nemmeno un grido risuonerà, solo il silenzio come un sudario si stenderà fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno, ma noi non ci saremo... >>

(Francesco Guccini - 1967 - Noi non ci saremo - )

Leggendo, non ho potuto fare a meno di paragonare la denuncia di Magnason a quella contenuta in  una bellissima canzone del '67 di Guccini: Noi non ci saremo, dove il cantautore emiliano denuncia  lo scempio che l'uomo apporterà alla terra con guerre e bombe atomiche invasive. Le guerre distruggeranno il pianeta, sopravvivranno solo le foreste e gli abeti, ma non esisterà più l'uomo e non esisteranno più gli animali.  

Guccini aveva visto lungo, sbagliando, comunque di poco, sul fatto che il mondo verrà distrutto da un'altra bomba nucleare.

La sfera di fuoco che ''vedremo'' prima di estinguerci, in realtà, come possiamo leggere in Il tempo e l'acqua, sarà causata dal riscaldamento terrestre e dai gas che si libereranno dallo scioglimento del permafrost. I gas liberati, unendosi all'anidride carbonica e a quelli prodotti dall'inquinamento dell'industrializzazione, potenzieranno l'effetto serra sino a far diventare la terra un'immensa sfera di fuoco.

<< La riuscita non è certa: ogni cosa finisce e questo vale per il genere umano come per tutto il resto. Se ce la faremo però, il mondo forse non sarà perfetto, ma di sicuro sarà più bello di quanto le parole possano mai descriverlo. >>

Perché, nonostante le cronache di un disastro annunciato c'è ancora così tanta indifferenza riguardo al problema?

Cosa troveranno i nostri pronipoti e cosa dovranno fare per cercare sopravvivere in un ambiente ostile?

Cosa possiamo fare oggi per assicurare loro un domani?

La pandemia ci ha dimostrato che durante il periodo di ''fermo'' mondiale, da marzo a maggio, qualcosa è cambiato. Noi abbiamo capito che possiamo vivere senza il superfluo e la terra, per un breve periodo ha tirato un sospiro di sollievo.

Sapremo fare tesoro di quest'esperienza e tramandarla alle generazioni future?

<< Questa è una gara in cui tutti vincono o tutti perdono. >>

Prima o poi il ciclo vitale terrestre è destinato a finire, ma per ora esistiamo e quello che possiamo fare oggi, sarà un grande aiuto per il domani.

Il congedo di Magnason, prima delle note finali è un dono. L'autore ci regala una parola con la speranza che sapremo metterla in pratica: ''rallentare'', solo così potremo cercare di evitare la catastrofe.

333 pagine sono lunghe un anno. Un anno duro e difficile come il 2020 che ci ha visti piegati da un virus subdolo e assassino. Ma dietro al dolore, alla rabbia e alla disperazione, questo anno ci ha dato una lezione importante: ritornare alla semplicità di un tempo per apprezzare la nostra vita e quella che ci circonda. Per un trimestre il mondo si è fermato, l'aria, improvvisamente è divenuta più salubre, alcune città hanno potuto scoprire la bellezza del cielo in primavera e seguire il volo delle rondini tornate a nidificare dopo anni di assenza.

Il messaggio che mi è arrivato da queste 333 pagine è proprio questo: tornare alla semplicità per poter rivedere il cielo. 

Il tempo e l'acqua, nonostante la lettura scorra via limpida e sciolta, non è un libro facile da metabolizzare, ma è il libro che tutti dovremmo leggere per renderci conto del male che nell'arco di una manciata di anni, siamo riusciti ad infliggere alla nostra casa, quella che dovrebbe proteggerci e ripararci, quella che dovrebbe assicurarci una vita sana e naturale.

Spero che parte di questo messaggio arrivi anche a voi lettori e vi invogli a leggere questa lunga '' lettera aperta al mondo '' di Magnason. 

Scritto con uno stile  semplice, anche se ricco di dati e statistiche, si legge in fretta proprio per l'interessante documentazione riportata, ma in particolar modo grazie agli aneddoti e ai ricordi dell'autore, messi in risalto da splendide fotografie del suo vissuto, dall'infanzia ai viaggi, dai ritratti di famiglia, all'incontro suggestivo col Dalai-Lama.

<< Dovrei annunciare al mondo che un miliardo di vite umane sono a rischio? E a che titolo parli, mi chiederebbero? >>

<< Mi è apparsa in sogno Auðhumla, la mucca universale. Parlo a suo nome. >>

Se Magnason non dovesse essere stato abbastanza convincente, provate ad ascoltare il parere di Auðhumla, la mucca universale, simbolo di vita grazie alla sua abbondanza  e generosità infinita,  incarnazione di nostra Madre Terra, origine del bene materiale e spirituale.

Anticamente la Terra, trovandosi in difficoltà, si presentò sotto le spoglie di una mucca al cospetto degli dei per chiedere aiuto. La terra chiese a Brahma di mettere fine alla devastazione che i demoni stavano provocando, ma Brahma non potendo fare nulla si recò da Shiva per chiedere il suo sacro intervento. Shiva si trasformò in essere umano uccidendo i demoni e salvò la Terra. 

Da quel momento la terre venne rappresentata sotto da una mucca...

Gli spunti di riflessione sono tanti e tutti diversi pur se accomunati dalla stessa causa.

Un regalo prezioso da fare e da farsi, soprattutto in questo periodo, per capire e ricordarci che il nostro domani dipende dal nostro oggi. 

Il futuro è l'unica ricchezza che abbiamo, non aspettiamolo crogiolandoci nell'indifferenza, andiamogli incontro con fiducia e rispetto. 

Augurandovi buona lettura, vi lascio con la speranza che la situazione sanitaria e terrestre possa migliorare presto grazie alle nostre azioni.

Tania C.



Nessun commento:

Posta un commento

Recensione UN ANIMALE SELVAGGIO di Joel Dicker - Ed La Nave di Teseo -

  UN ANIMALE SELVAGGIO Autore: Joel Dicker Editore: La Nave di Teseo Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra Pubblicazione: 25 marzo 2024 Forma...