martedì 2 febbraio 2021

Recensione di IO SONO L'ABISSO di Donato Carrisi - Ed. LONGANESI -

 



IO SONO L'ABISSO

Donato Carrisi

Ed. Longanesi

Anno di pubblicazione 2020

Formato Cartonato

Pag. 384

Temi Maestri del thriller

Genere Thriller 

€ 22,00

Ebook disponibile in tutti i principali store online


CONOSCIAMO L'AUTORE

Donato Carrisi - foto dal sito  https://www.longanesi.it/autori/donato-carrisi/ -

Donato Carrisi nasce a Martina Franca nel 1973 e vive fra Roma e Milano. Dopo aver conseguito una laurea in giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento.

Oltre ad essere scrittore è anche regista e sceneggiatore di serie televisive e per il cinema, sua la firma di molti articoli per il  Corriere della Sera. Tra i suoi romanzi, bestseller internazionali pubblicati da Longanesi, spiccano Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male, Il cacciatore del buio, La ragazza nella nebbia – dal quale ha tratto il film omonimo con cui ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente –, Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto – da cui ha tratto il film omonimo – , Il gioco del suggeritore e La casa delle voci.

Ha vinto prestigiosi premi in Italia e all’estero come il  Prix Polar e il Prix Livre de Poche in Francia e il Premio Bancarella in Italia.

Tradotti in più di 30 lingue,  tutti i suoi romanzi  hanno venduto milioni di copie.

TRAMA

Le cinque meno dieci in punto. All’orizzonte il lago è una lunga linea di grafite, nera e argento. L’uomo che pulisce sta per iniziare una giornata scandita dalla raccolta della spazzatura. Gli piace il suo lavoro, sa che è necessario. E sa che proprio tra i rifiuti che le persone buttano via si celano i più oscuri segreti.

Lui sa bene come interpretarli e come usarli. Lo sa perché anche lui nasconde un segreto.

L’uomo che pulisce vive al ritmo di una routine ormai consolidata, con l’eccezione di sporadiche ma memorabili serate speciali.

Quello che ignora è che nel giro di poche ore la sua vita precisa sarà rivoltata dall’incontro con la ragazzina col ciuffo viola. Nonostante abbia scelto di essere invisibile, un’ombra appena percepibile ai margini del mondo, si troverà coinvolto nella realtà inconfessabile della ragazzina. Il gioco non c’è solo il rischio che qualcuno scopra chi è o cosa fa realmente.

Sin dalla più tenera età il vero rischio è sempre stato quello di contrariare l’uomo che si nasconde dietro la porta verde.

Ma c’è un’altra cosa che l’uomo che pulisce ignora: là fuori qualcuno lo sta cercando. La cacciatrice di mosche è determinata non vuole fallire nella sua missione: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne. Niente può impedirglielo: né la sua pessima forma fisica, né l’oscura fama che la accompagna.

Quando dal fondo del lago emerge una traccia, la cacciatrice sa che è un messaggio che solo lei può capire. C’è solo una cosa che può, anzi, deve fare: stanare l’ombra invisibile che si trova al centro dell’abisso.


IMPRESSIONI



Donato Carrisi. 

Credo che nemmeno Don Abbondio abbia problemi a ricordare chi sia ''costui''. Una delle penne più brillanti e prolifiche della narrativa thriller/noir italiana. Un giovane autore che nel giro di poco tempo è riuscito ad arrivare alla regia delle sue stesse pubblicazioni riscuotendo grande successo.

Devo confessare che non avevo mai letto nessuno dei suoi romanzi, quasi ''snobbandolo''.

All'uscita di Io sono l'abisso ho trovato la scheda di presentazione del romanzo e, leggendo la trama, mi sono incuriosita. Un bel thriller contorto dall'aria nebbiosa e lacustre! Dovevo dargli una possibilità, così grazie alla disponibilità di Elisa di Longanesi, che ringrazio, ho ricevuto subito una bella copia digitale. 

<< La sua presenza passava inosservata come quella di uno scarafaggio in una festa danzante. >>

Il romanzo in cui i protagonisti principali sono  il male e l'acqua come simbolo del male stesso, si apre con una cartolina di un paesaggio lacustre del Comasco, dove '' l'uomo che pulisce '' svolge con cura maniacale il suo lavoro di ''spazzino''. 

Ama il suo lavoro, lo fa con passione, con la stessa passione che impegna un cercatore d'oro col metal detector in una zona  archeologica. 

Per lui i rifiuti sono una fonte di ricchezza. Non esiste psicologo migliore al mondo dei  rifiuti di una persona: parlano, raccontano e svelano i segreti più intestini di ognuno di noi. 

Svolge il suo lavoro nell'ombra, anche di se stesso. Non ha un nome, non ha un volto vero e proprio pur essendo riconoscibile nel suo anonimato. Non ha una vita virtuale, nemmeno un cellulare. Un uomo ombra cresciuto nella culla del male, impersonato dalla madre che non lo ha mai amato, che lo ha sempre sbeffeggiato chiamandolo mostro grasso, deridendolo e prendendosi gioco di lui, al punto da disfarsene cercando di farlo affogare in una piscina lutulenta, dopo avergli regalato bellissimi braccioli arancioni: bucati!

L'uomo che pulisce non dimentica il male e le umiliazioni subite, ne porta ancora i segni addosso, aggiungendo nuove ''medaglie'' ogni volta che commette un errore, anche microscopico.  Con l'idea fissa ben elaborata di vendetta, passa i suoi giorni tessendo le trame di un piano minuzioso e dettagliato, collezionando rifiuti, soprattutto organici appartenenti in particolar modo ad una donna sulla sessantina, bionda e sola. 

Tra quei rifiuti, che maneggia con scrupolosità chirurgica, trova un frammento di unghia laccato di rosso.

 << Ovunque andrai, ti basterà dipingere una porta di verde e io verrò da te. >>

Un bene prezioso, una reliquia da custodire con cura, di cui renderà subito partecipe  Micky, colui che porterà a termine quella pantagruelica fame di vendetta che non gli da tregua da anni.

Miky, l'unico che in tutta la vita, non lo avrebbe mai abbandonato, nemmeno dopo aver chiuso alle spalle la porta verde...

Mentre sta pulendo un parco sul lungo lago, l'attenzione dell'uomo che pulisce viene attratta dal grido di aiuto di un bambino che sta annegando.

Nonostante riaffiorino, nella sua mente psicotica, gli atroci ricordi di  bambino grassottello coi braccioli arancioni che rischiò di affogare in piscina, si tuffa. 

Quell'io bambino, ancora vivente nel suo delirio, deve essere salvato. L'impatto con l'acqua e col corpo riporta l'uomo che pulisce alla realtà, rivelando ai suoi occhi che il bambino che stava affogando, in realtà, è una tredicenne, la ragazza dal ciuffo viola, vittima anch'essa di abusi da parte di un mondo perverso.

<< Pochi secondi e il loro legame si sarebbe sciolto. Pochi secondi e sarebbero stati entrambi liberi. Per sempre. >>

Quel ciuffo viola spera di trovare nell'uomo che pulisce un'ancora di salvezza da una famiglia che non si prende cura di lei e da un  ragazzo coetaneo che la ricatta e abusa sessualmente. L'uomo che pulisce, invece, ha il solo fine di farla scomparire, dal momento che la ragazza lo ha visto, sfilandogli il mantello dell'invisibilità, dissolvendo il muro d'ombra che proteggeva la sua vulnerabilità.

<< In quegli occhi si riconoscevano  smarrimento, impotenza ma, soprattutto, paura. >>

Trait d'union delle loro anime in delirio, è '' la cacciatrice di mosche '', una coriacea '' Miss Marple''  votata alla causa, emersa da un passato tormentato, che cerca di aiutare chi, come lei, è stata vittima della violenza degli uomini. Una madre martoriata che cerca la pace aiutando altre donne come lei, ma intrappolata nella rete dell'odio , costretta a vivere alla continua ricerca di un perdono che non riesce a concedere a causa delle ferite troppo profonde riportate.

Il sottile fil rouge che sviscera le trame della storia, come ho scritto all'inizio è l'acqua, emblema dell'oscurità in cui si cela il male. 

L'acqua inghiotte, nasconde, uccide. 

L'acqua, con il suo abisso maligno, che forgia e insidia il male nell'uomo che pulisce, segnando per sempre la sua vita.

L'atmosfera dark e opprimente che aleggia per tutta la narrazione fluente e ricca di particolari, accompagna piacevolmente il lettore in un finale dal colpo di scena forse troppo amaro, ma necessario al completamento e al senso  della storia. 

Personalmente, essendo il primo romanzo di Carrisi che leggo, posso dire che l'ho trovato molto accattivante e manipolatore. Ti ipnotizza, giocando con la tua mente, portandoti a costruire soluzioni perfette che verranno ribaltate continuamente sino a dubitare del male stesso per poi arrivare alla verità, sotto il naso per tutta la lettura.

Il romanzo, sospeso tra  quel sottile limbo tra finzione e realtà, è nato sulla base di una storia di cronaca nera, in cui l'autore, citando le sue parole, ha costruito un corpo di mostro, assemblato da parti di assassini e criminali, costretto a chiedersi perpetuamente : '' sono buono o sono cattivo? ''.

Un romanzo che consiglio a chi è alla ricerca di un noir ''diverso'' dai soliti schemi, con quel pizzico di tenerezza a ricordarci che la follia, spesso è tale per mancanza d'amore e umanità. 

Buona lettura

Tania C.




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