giovedì 18 febbraio 2021

Recensione LA LUCE CHE VENNE DA EST Un uomo che non si arrese - di Romano Montanari - Ed. AltroMondo Editore -

 




LA LUCE CHE VENNE DA EST

Un uomo che non si arrese

Romano Montanari

Ed. AltroMondo Editore

Anno di pubblicazione 2020

Collana I pionieri. Imprese d'impresa

Genere Narrativa d'impresa

Pag. 156

€ 14

Link per l'acquisto https://www.cinquantuno.it/shop/altromondo-editore/la-luce-che-venne-da-est/


CONOSCIAMO L'AUTORE

Nato a Lugo di Romagna nel 1933, Romano Montanari consegue la Laurea in Scienze statistiche e Attuariali. Sposato, tre figli e quattro nipoti. Ha lavorato come ricercatore di marketing nel centro studi di una multinazionale statunitense; come consulente di organizzazione commerciale e marketing presso uno studio professionale; autonomamente si è occupato di business development sui mercati esteri. Nel 1994 ha fondato una società per la produzione di dispositivi medici seguendo le tecniche e metodiche dell'automazione totale.


TRAMA

Questo è il racconto della vita di un ragazzo che ha lasciato la bassa ferrarese, dove da generazioni, la famiglia era dedita alla coltivazione di barbabietole da zucchero, per trasferirsi in Brianza costruendosi una nuova vita con coraggio e risolutezza.

Grazie alla tranquillità personale è riuscito ad affrontare ostacoli che lo hanno messo a dura prova, riuscendo a realizzare i suoi obiettivi professionali.

Questa storia è un messaggio rivolto soprattutto ai giovani che stanno entrando nel mondo del lavoro: se si ha un sogno bisogna inseguirlo con convinzione sino a che non si realizza.


IMPRESSIONI

Pochi giorni fa mi è arrivato un piego libri a sorpresa dalla cara Alice di AltroMondo Editore.

È stata veramente una sorpresa scoprire che conteneva un'altra bella storia di vita vissuta, raccontata dalla sapiente penna di Romano Montanari.

La luce che venne da est - Un uomo che non si arrese - è un lungo racconto della storia personale e familiare, dal sapore di saga, di Raimondo Ruggeri, un ragazzo figlio di un imprenditore, che ha saputo affrontare i trabocchetti che la vita gli mise davanti negli anni, realizzandosi professionalmente.

L'autore, dopo un incontro col vero protagonista di questa storia, da lui chiamato Raimondo Ruggeri, ha cambiato nomi, luoghi, persone e oggetto della professione, riuscendo comunque a far apprezzare e amare i personaggi che si avvicendano, coinvolgendo il lettore nelle loro avventure.

Ambientato in Italia, in un arco di tempo lavorativo che spazia, grosso modo dai primi del '900 fino alla fine degli anni '80, il racconto si apre con la presentazione della famiglia Ruggeri, composta dal padre, ribattezzato nel tempo nonno Aristide, dalla madre e tre figli: Tina, Raimondo e Vittorio. Da generazioni coltivatori di barbabietole da zucchero nella campagna ferrarese, era giunto per la famiglia, il tempo di trasferirsi alla ricerca di qualche lavoro più remunerativo e soddisfacente.

Nonno Aristide decise di trasferirsi in Brianza con la famiglia e la sorella, mettendo su dal nulla un'impresa che costruiva macchine per l'ingegneria edile, la R.A.M.E.

Raimondo era il figlio più interessato all'azienda e presto ne assunse la direzione espandendosi e diventando una potenza che annoverava clienti  anche fuori dall'Europa. Il suo fiuto per gli affari  era spiccato e i riscontri si ebbero presto.

Alla morte di nonno Aristide, Raimondo diventò a tutti gli effetti il leader dell'azienda, pur restandone ancora divisa la proprietà. Ma Tina e Vittorio avevano la loro vita e il loro lavoro, l'anziana zia aveva un unico figlio che scelse di vivere in Australia, così Raimondo si buttò a capofitto nell'impresa.

<< Seguirono giornate molto difficili: inchieste, interrogatori, minacce di incriminazione, ma soprattutto subentrò nel mio animo uno stato di sottile e indelebile angoscia per la fine di quell'uomo tanto legato alla nostra attività industriale quanto alla nostra famiglia. >>

Nel lavoro, come nella vita, la strada non è mai tutta in discesa e, in una mattina invernale fredda e ventosa, una disgrazia si abbatté sulla R.A.M.E. 

Una folata di vento colpì una enorme gru TR52, manovrata dall'abile Capo Squadra Montatori Mario, che andò a sua volta a colpire una struttura in ferrotubi mal ancorata facendola esplodere davanti gli occhi atterriti di Raimondo e del suo braccio destro. Una pioggia di tubi d'acciaio, veloci come proiettili, si elevò in aria.

Uno dei tubi colpì anche la cabina di manovra della gru danneggiandola irreparabilmente e il povero Mario rimase ucciso da un infarto fulminante causato dalla paura.

Lo shock per la perdita del fidato collaboratore e amico, aggiunta ai danni a strutture e macchinario devastò Raimondo, ma l'uomo non si perse d'animo e impegnò tutto sé stesso negli affari che, dopo quella terribile disgrazia, cominciarono a vacillare.

Nel frattempo l'anziana zia venne a mancare, lasciando unico erede il figlio Alberto, medico affermato in Australia. 

Era giunto il momento, per la famiglia Ruggeri, di dividere i beni posseduti in parti uguali.

Vittorio, Tina e il cugino australiano si trovarono d'accordo nel lasciare l'azienda a Raimondo, dividendosi il resto dei beni.

<< Si passava il tempo a preoccuparsi dei problemi che a cercare di risolverli. >>

Già da un po' di tempo ,  ancor prima dell'incidente , gli affari non andavano più così bene per la R.A.M.E,.

La preoccupazione di Raimondo cresceva ogni giorno di più, così come si inasprirono ulteriormente gli screzi già esistenti e latenti, che si erano venuti a creare con la moglie, la quale continuava a rimuginare sul fatto che Raimondo fosse stato imbrogliato nella divisione delle parti. 

I fratelli e il cugino avevano guadagnato da quella divisione, mentre la loro famiglia si trovava a lottare per mantenere a galla un'azienda ormai sull'orlo del fallimento.

Le banche creditrici gli stavano  col fiato sul collo da un po' tempo, senza lasciare respiro.

<< Dentro questa foresta vivono famiglie e tribù che praticano ancora il cannibalismo, anche se difficilmente aggrediscono solo per procurarsi del cibo. >>

Proprio in quei giorni si prospettò una possibilità di ripresa per l'azienda e Raimondo volò sulle coste del Centrafrica per definire l'affare milionario che avrebbe potuto risollevare, almeno in parte, le tristi sorti che si stavano prospettando all'orizzonte.

Il viaggio di Raimondo fu una boccata di aria fresca per l'uomo, la possibilità di un buon affare e la piccola vacanza immerso nella foresta equatoriale sulle tracce delle ultime tribù di cannibali divenne un piacevole diversivo nonostante la fobia di  serpenti e altri animaletti dal morso fatale che si celavano tra le fronde degli alberi in attesa di un suo passo falso.

Fu un piacere anche scoprire la nuovissima e curata città universitaria creata, strappando terreno alla savana, da Cif, l'impresario che lo aveva voluto in Africa per firmare il contratto. 

Per un momento quelle giornate passate ad elaborare i dettagli del contratto con gli africani, gli fecero dimenticare i problemi di casa, allietate anche dalla compagnia di una giovane donna britannica apparsa per caso una sera alla sua tavola.

<< La missione era compiuta, e si doveva rientrare alla base. >>

Nonostante gli ottimi risvolti che presero le trattative con gli africani, per Ruggeri, al rientro in Italia le cose precipitarono. 

Le banche allungarono gli artigli sull'impresa, mettendo Raimondo con le spalle al muro: avrebbe dovuto cedere la gestione fino a che i debiti non fossero saldati. L'affare africano, se pur andato a buon fine, non sarebbe stato sufficiente. C'era bisogno di una grossa, enorme entrata, ma al momento tutto sembrava remare contro la R.A.M.E.

Intanto il figlio maggiore di Raimondo, da tempo sempre più emblematico e chiuso in sé stesso, finì in ospedale dopo essere stato aggredito da una banda di criminali.

Dalle indagini delle forze dell'ordine  sembrava che il giovane Claudio si fosse messo in ''affari'' con un gruppo di spacciatori senza scrupoli. 

L'accusa di spaccio di stupefacenti ricadde addosso al ragazzo, tramutandosi presto in accusa di associazione a delinquere. 

Per la famiglia Ruggeri fu il tracollo, Raimondo si trovò combattuto: seguire lo sfacelo dell'azienda o cercare di recuperare quel figlio diventato così estraneo alla famiglia?

Anche questa volta Raimondo cercò di dare il meglio di se per salvare la R.A.M.E. e scagionare il figlio, facendolo assistere dai migliori avvocati che da anni seguivano l'azienda.

<< È un libanese di Beirut, ha telefonato una mezz'ora fa, ha detto che era a Milano per alcuni impegni di lacoro e ha chiesto il favore di richiamarlo appena possibile per fissare un incontro con Lei, ingegnere ... >>

Nel frattempo, fra telefonate minacciose riguardo a delle prove nascoste da Claudio e le banche che non vedevano l'ora di mettere le grinfie sull'azienda, Raimondo ricevette la proposta da un imprenditore dell'Est. 

Il libanese, conoscendo la fama e la qualità della R.A.M.E., era interessato all'acquisto delle ottime macchine di Ruggeri per un progetto militare da costruire a Beirut.

Un grosso affare miliardario, proprio quello che gli serviva per tornare a galla, si prospettava per Ruggeri, le credenziali sembravano ottime ma, sarebbe stato il solito nulla di fatto? Già in un passato più fiorente gli erano capitate certe occasioni, risolte poi in una bolla di sapone...

Riuscirà, Ruggeri, a risollevare le sorti della R.A.M.E. ormai in mano alle banche e a riscattare l'innocenza del figlio dalle pesanti accuse che lo vedono incarcerato?

Di certo, Raimondo Ruggeri, non è un uomo che si da per vinto e lotterà per riportare la serenità nella sua vita.

Come?

Lo scoprirete solo leggendo, seguendo la strada illuminata da ''La luce che venne da est - Un uomo che non si arrese -''...

Anche in questo racconto romanzato l'autore ha saputo mettere in risalto i sentimenti e i caratteri di ogni personaggio. 

Leggendo, ognuno di loro diventa un ''amico '' e le sue sorti prendono un posto speciale nel cuore del lettore che non riuscirà a mollare il libro finché non avrà scoperto l'evolversi della spinosa vicenda bancaria e legale dei Ruggeri.

Lo stile di Montanari è semplice, scorrevole, alla mano. Cattura e convince al punto che sembra di vivere le situazioni da lui descritte. 

Durante il viaggio in Africa di Raimondo, ho percorso con lui  le umide e le polverose strade della Swetania (stato fittizio per privacy), ne ho assaporato i sapori esotici di pietanze e cocktail davanti a tramonti paradisiaci sull'Oceano. Ho sofferto il caldo afoso, addentrandomi con Raimondo e Cif nella foresta alla ricerca di fave di cacao, finendo per ritrovarci il corpo cosparso di fastidiose formichine nere e sono rimasta colpita dalla città universitaria, una bomboniera in mezzo al nulla.

La forza trainante di questo racconto sta proprio nella capacità che ha l'autore di coinvolgere e tenere sulle spine il lettore, senza cadere nel banale o nello scontato che potrebbe evincere da una ricostruzione di fatti realmente accaduti.

La luce che venne da est si legge in pochissimo tempo essendo breve, ma è solo arrivati al commiato dell'autore che la soddisfazione del lettore raggiunge l'apice, anche se con un leggero retrogusto dolceamaro di alcune questioni lasciate irrisolte, ma da considerarsi punto di forza del racconto proprio perché la storia è reale.

Consiglio questo libro a chi ama le storie di vita vissuta, le saghe familiari e le storie di piccoli impresari che si sono costruiti dal nulla affrontando a testa alta, e senza sotterfugi poco etici, le avversità della vita.

La morale che sprizza, fresca e liberatoria, da ogni pagina è quella di non mollare mai, di cercare di trarre il buono da ogni ostacolo che la vita ci mette davanti, solo così potremo trovare una luce per guardare serenamente al nostro futuro che sembra così incerto.

Sperando che la storia vi abbia incuriosito, vi lascio nella scheda tecnica del libro il link dove poterlo acquistare.

Dare una possibilità a Montanari è un piccolo gesto che vi lascerà piacevolmente sorpresi.

Un apprezzamento finale lo voglio lasciare alla copertina, molto significativa e che lascia spunti di riflessione molto profondi: quanto può pesare il bisogno di ricchezza sulla serenità familiare? Una storia dentro la storia che sicuramente vi porterà a scoprire che, se guardiamo al futuro con positività e impegno, spesso la ruota comincerà a girare per il verso giusto.

Buona lettura,

Tania C.











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