giovedì 11 febbraio 2021

Recensione ROSA E NOIR SUL GRANDE FIUME di William Bertoia - Ed. KAPPA VU -

 





ROSA E NOIR 

SUL GRANDE FIUME

William Bertoia

Ed. Kappa Vu

Prima edizione Aprile 2018

Collana Narrativa

Formato Brossura

Pagine 160

€ 15,00

Link per l'acquisto https://shop.kappavu.it/prodotto/rosa-e-noir-sul-grande-fiume/


CONOSCIAMO L'AUTORE


Nato nel 1943 a Casarsa ( Pordenone ), William Bertoia si diploma alla Scuola Mosaicisti dei Friuli di Spilimbergo.
Dopo un proficuo passato da ciclista dilettante che lo vide sul podio una trentina di volte e con la gratificante qualifica da Sommelier professionista che lo vede impegnato nell'enogastronomia, nel 1987, da autonomo, fonda la Friul Mosaic, un'affermata azienda leader nel settore pubblico e privato del mosaico artistico decorativo. 
Le opere dei centri benessere, musei, negozi grandi firme della moda , Chiese e Santuari italiani, hotel russi, brasiliani e kenioti portano la sua firma.
Finalmente in pensione, pur sempre impegnato nella sua azienda, dopo viaggi ed esperienze lavorative che lo vedono impegnato in oltre cinquanta Paesi del mondo, si dedica ad uno dei suoi hobby preferiti, la scrittura creativa e l'iconografia.
Tra le sue pubblicazioni spiccano alcuni testi teatrali e, nel 2015, i libri Meraviglie del mosaico, un viaggio nella storia dell'arte musiva e Il Tesoro di Cromazio, un noir ambientato nel sito archeologico di Aquileia.

TRAMA
Friuli, ubicato lungo le rive  del ''Grande Fiume'' Tagliamento, si trova il borgo storico in cui diverse vite si incrociano e diversi uomini si succedono percorrendo il letto formato da ghiaie millenarie.
Matteo, un pensionato ex migrante, in compagnia del suo fedele cagnolino Ringhio  sono i protagonisti, insieme a Teresa, il suo primo amore mai dimenticato e appena ritrovato.
Il loro rinnovato amore, appagante, dolce, trascinante e vivo si intersecò col dramma che si stava compiendo tra le barene del fiume, in mezzo ai pioppi, trascinato dal fluire della corrente.
Una zona ricca di storia e rigogliosa natura, meta delle lunghe passeggiate di Matteo e fonte di ispirazione per i suoi dipinti, si trasforma nella scena di una misteriosa tragedia.
Il rosa prende sfumature noir e i drammi del mondo irrompono di prepotenza nella tranquillità della vita del borgo e dei protagonisti.
La tenera storia d'amore dei due pensionati viene stravolta dal ritrovamento di particolari tumuli lungo la boscaglia del fiume. 
Le indagini per dare un volto e una spiegazione a quelle misteriose morti diventano la metafora tra l'essere umano e la società, tra l'indifferenza e la solidarietà, tra egoismo e umanità.
Un emozionante romanzo che appassiona il lettore coinvolgendolo a riflettere sulla sua trama.

IMPRESSIONI

Rosa e noir sul grande fiume mi è stato gentilmente offerto da  Giuliano  di Kappa Vu Edizioni in un bel pacco sorpresa. 
Ringrazio di cuore per la disponibilità e  per avermi fatto conoscere nuovi autori, dei quali sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Se dovessi descrivere questo romanzo con una parola: poesia!
Bertoia, come il protagonista Matteo, ha dipinto la cartolina poetica di  un borgo medievale friulano sulle rive del Tagliamento,  accompagnando la mente e lo sguardo del lettore dentro al dipinto sfumato di mille emozioni diverse e forti.

Ambientato nella provincia di Pordenone, a Valvasone, il romanzo comincia dalla fine, qualche km più a sud, a  Malafesta, in provincia di Venezia dove, sulle rive del Tagliamento, l'ottuagenario Rico sta ristrutturando la sua proprietà. La piena del fiume in quei giorni è tumultuosa e trascina con sé tutto ciò che intralcia il suo decorso verso il mare.
Tra la spuma della corrente e i detriti, Rico vede emergere una mano, quasi lo stesse salutando. Dopo un primo momento di dubbi e perplessità, l'uomo non si cura più di tanto di quella mano: non avrebbe potuto fare nulla per aiutare quella povera anima ormai priva di vita. 
Di li a poco il mare avrebbe restituito il corpo e , nei giorni a seguire, avrebbe certamente saputo della scomparsa di qualcuno. 
Con un salto temporale di circa due anni, ben omogeneizzato nel filo conduttore della storia, il lettore si ritrova a Valvasone, seguendo Matteo lungo le barene del Grande Fiume insieme al cagnolino Ringhio che ha appena rinvenuto uno strano pezzetto di stoffa etnica.
Matteo ha lavorato per anni all'estero, tornato in Italia  sposa la sua Ester mettendo su una bella famiglia. 
Ha da poco passato la settantina, in pensione da qualche anno e rimasto fin troppo presto vedovo, le sue giornate sono scandite da lunghe passeggiate lungo il fiume e ore passate a dipingere sempre insieme a Ringhio, l'unica fedele compagnia di cui ama circondarsi, regalo di un nipote affinché non si sentisse troppo solo in quella grande casa.
Da quando la moglie è venuta a mancare e i figli hanno seguito la loro strada, Matteo si è ritirato a vita solitaria, tra le quattro mura della sua casa e della sua mansarda convertita in atelier artistico. 
Non è asociale, ha solo scelto con cura le persone da frequentare. 
A lui piace camminare sulle barene del fiume, osservare le rigogliosa varietà di flora e fauna che incorniciano l'antico corso del Tagliamento per poi immortalare quelle cartoline nelle  sue tele.
Prima di emigrare all'estero, Matteo visse un'intensa storia d'amore con la bella Teresa, una ragazza con grandi occhi verdi, di una decina di anni più giovane di lui, ma molto matura per i suoi sedici anni.
Il loro amore sanguigno e sincero era contrastato dalle famiglie a causa della differenza d'età, ma i ragazzi si amavano e la loro storia andò avanti finché Matteo non fu costretto ad accettare una buona proposta di lavoro che lo portò all'estero.
Con la promessa di lasciar decidere al destino il futuro della loro storia, si lasciarono, perdendosi nei percorsi di vita.
Nonostante i diversi percorsi intrapresi la loro  vita è piena e appagante, anche se sono rimasti entrambi vedovi presto.
Teresa non ha avuto figli, è sola, in età da pensione e, stanca di viaggiare per il mondo come agente di viaggio, decide di tornare a vivere con l'anziana madre nella loro villetta sul fiume a Valvasone. Ma anche la madre viene presto a mancare, lasciando la donna ancora più sola.
È una persona solare, morbida e verace, con tanta grinta e, anche se il cuore ultimamente, è un po' ballerino, fa della solitudine il suo punto di forza. 
Prendendo in mano la sua libertà, decide di andare incontro a quel destino che tanti anni fa le aveva fatto cambiare strada.
Lo stupore di Matteo è scioccante, quando si trova davanti Teresa, sempre bella e longilinea come ai tempi della loro storia, anzi ancora più bella grazie alla  maturità degli anni.
Sembra che il tempo non sia passato e, la passione di allora si risveglia come un fuoco sopito sotto le braci che aspettava solo una scintilla per infiammarsi nuovamente.

<< C'era ancora della vita da vivere, dei momenti felici da gustare, forse delle nuove pene da patire, ma il suo carattere ottimistico, la sua esuberanza e la voglia di buttarsi  nella inaspettata novità, le lasciavano intravvedere anni ancora pieni, ancora felici. >>

Da quel primo incontro in paese ne seguono altri, fatti di tenerezza e passione, come due adolescenti ma con l'esperienza e la saggezza dell'età.

L'autore ha  affrontato con delicatezza e discrezione il tema dell'amore over sessanta. Un amore e una passione che nulla hanno da invidiare alle storie adolescenziali. 
Con naturalezza e semplicità ha saputo dar vita ad un sentimento puro, mai sopito,  nonostante le diverse strade intraprese. Ha messo in luce la purezza di un sentimento nato e vissuto nella libertà di continuare ad essere sé stessi, nonostante le batoste della vita.

Nessuna ripicca, nessun litigio o tradimento. Matteo e Teresa hanno vissuto a pieno e con dignità i loro matrimoni, pur senza mai dimenticare quella piccola fiamma che  continuavano a custodire da anni nei loro cuori.
Adesso che il destino li aveva riuniti non si sarebbero più lasciati. 
La nuova vita  scorre tranquilla e spensierata, tra un viaggio ai Caraibi e una mostra dei quadri di Matteo, tutto diventa un sogno idilliaco.
A turbare le giornate da sogno il destino irrompe nella vita di Teresa: la donna viene colpita da un leggero infarto, ma l'amore di Matteo e la voglia di formare finalmente una famiglia la fanno riprendere in fretta.
Ora  nessuna ombra potrà oscurare il sole che vive dentro di loro. 

<< Fiume, che dopo le antiche  battaglie combattute sulle sue sponde e il sangue versato durante le ultime due guerre, tornava a colorarsi di morte. >>

Ma ancora una volta il destino ci mette il carico da undici.
Durante una passeggiata lungo una barena, Ringhio è inquieto, abbaia, mugola, annusa e poi la scoperta scioccante: un tumulo ancora fresco con una piccola croce di rami intrecciati ad un lembo di stoffa simile a quello che il cagnolino aveva scovato qualche tempo prima.
La curiosità di Matteo è tanta, ma il timore di scoprire qualcosa di atroce lo spinge a non scavare il tumolo. Avrebbe avvisato le forze dell'ordine in seguito. Prima doveva ritrovare il piccolo lembo di stoffa e confrontarlo con quello della croce. 
Il giorno seguente torna nel pioppeto con Ringhio, accertandosi che il tumolo fosse ancora intonso. Perlustrando la zona circostante rinviene un focolare con delle stoviglie e  un pezzo di cotenna in avanzato stato di decomposizione,  sotterrato sotto il terreno sabbioso. Ringhio, grazie al fiuto sopraffino, ritrova anche il lembo di stoffa dei giorni precedenti. 
Non ci sono più dubbi, è la stessa stoffa etnica della croce. 
Tra mille elucubrazioni e teorie i due, col piccolo lembo di stoffa ben custodito, tornano da Teresa raccontando l'accaduto. Non hanno trovato un cadavere, o meglio Matteo non ha voluto scavare, ma crede che il bivacco appartenga a dei profughi mussulmani, anche se la croce lascia presagire il contrario.
Teresa scopre che il tessuto è di cotone prodotto in Iraq e i dubbi cominciano a diventare certezze. 
Persi nelle loro indagini, senza preavviso, la coppia riceve la visita di Don Bortolo, versione più coraggiosa di Don Abbondio, venuto per chiarire la loro intenzione sulla convivenza.
In realtà, la visita di Don Bortolo,  è per Matteo, l'occasione di indagare un po' sul caso senza rivelare, per il momento,  del tumulo.
Alla domanda diretta se il sacerdote avesse ricevuto segnalazioni del passaggio di profughi lungo il fiume,
perplesso e turbato da quella strana richiesta, Don Bortolo tentenna nel rispondere, ma il caffè alla grappa di Teresa rende la lingua più sciolta. 
Il sacerdote racconta che dei suoi colleghi che abitano ''più a nord'' hanno ricevuto la confessione di un bracconiere al riguardo di strani focolari notturni da bivacco lungo gli argini del Tagliamento. 
A questo punto anche Matteo non può fare a meno di confessare il rinvenimento del tumulo, facendo promettere a Don Bortolo di carpire ai suoi colleghi qualche dettaglio in più ed eventualmente di convincere il bracconiere a confessare quello che sta nascondendo. 
Ha tempo fino all'indomani a mezzogiorno, poi avviserà la Polizia.

La scena che mi è passata davanti agli occhi è stata quella di un povero curato di campagna, sudato e allibito che, combattuto tra il segreto confessionale e un profonda voglia umanitaria di aiutare le indagini, rimuginava su se stesso facendo roteare gli occhi, tamponandosi il sudore freddo con un fazzoletto. 
Una scena che potrebbe avere un che di esilarante, come un bambino colto con le mani nella marmellata, se non fosse per la terribile tragedia in corso.
Senza entrare troppo nel complesso ambito  legale, l'autore ha ben esposto i pro e contro e le ragioni del comportamento del sacerdoti coinvolti nelle confessioni del bracconiere, riuscendo ad aiutare le indagini senza violare il segreto confessionale.

<< Hamed e Miriam hanno un sogno, far nascere il loro primogenito in una terra libera, in una terra dove regni la pace che, da anni ormai, non conoscono più. >>

Matteo avvisa il commissario Stefanutto  diventandone, insieme al fidato Ringhio, il braccio destro durante le indagini. La sua profonda conoscenza del territorio e del fiume e il fiuto portentoso del cagnolino apportano un grande aiuto alle indagini. 
Durante gli scavi nel tumulo con la croce, emerge il corpo dilaniato di una giovane donna incinta, probabilmente irachena. 
Il giorno dopo un altro tumulo viene riportato in luce nel giro di pochi metri. 
Questa volta senza croci, ma con una scatola piena di fotografie di un bambino proveniente da un paese in guerra, forse la Siria. 
Scavando nel tumulo rinvengono i resti di un bambino, crivellato da pallettoni da cinghiale.
L'ipotesi del traffico umano dei Balcani prende sempre più campo, sulla pista del bracconiere. 
Matteo e Ringhio sono felici di aiutare il commissario ma, nell'ombra, qualcuno li sta minacciando per fargli smettere le indagini. 
Ne subirà ben presto le conseguenze il povero Ringhio...

Rosa e Noir sul grande fiume non è solo un rosa dalle sfumature noir, è molto di più.
È la memoria atavica di un fiume che lungo le sue sponde ha visto scorrere la storia d'Italia;
è il sangue versato sul fronte;
è l'amore dei friulani verso la propria terra;
è la vita che fiorisce tra le sue barene i suoi boschetti del Tagliamento;
è il colore delle stagioni che si rincorrono nelle campagne;
è la speranza di anime in fuga dall'orrore, 
ma soprattutto è la denuncia del traffico umano dall'est avvenuta qualche anno fa sul confine friulano.
Un popolo in cammino da paesi devastati dalla guerra, usato come merce di scambio dai trafficanti di esseri umani. 
Gente fiera e orgogliosa, che chiedeva solo un passaggio verso la libertà e invece è andata incontro alla morte.
È un romanzo che ti entra dentro, che ti infonde tenerezza per il dolce sentimento di Matteo e Teresa, ma al contempo ti lascia tanta rabbia e dolore per i fatti accaduti, anche se c'è sempre una piccola luce di speranza che dissolve tutto quel nero.
Ho amato questo romanzo, mi sono commossa seguendo le vicende dei personaggi che avevano improvvisamente preso vita diventando quasi membri di famiglia, coi loro tratti e caratteri ben approfonditi. 
La lettura è scorrevole, mai banale e molto poetica nei ritratti paesaggistici.
Arrivare alla fine è un attimo, grazie al coinvolgimento psicologico in cui l'evolversi della storia cattura il lettore.
Consiglio caldamente questo romanzo ai lettori dall'animo romantico e sensibile, amanti della natura e del nostro meraviglioso Paese.
Sicura che ne rimarrete appagati anche voi, vi auguro una buona lettura.

Tania C.




















1 commento:

  1. Una recensione molto attenta che invoglia a leggere questo romanzo con uno sguardo ottimistico.

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