IL SEGRETO DELLE DUE PIETRE
Ed. Altromondo Editore
Pag. 266
Collana Il Mondo di Sopra 2018
Formato brossura
€ 18,00
CONOSCIAMO L'AUTORE
Emanuele Avanti nasce nel 1967. Arruolatosi in Aeronautica Militare, dove presta servizio come Ufficiale, porta avanti il suo percorso in una delle più importati aziende del settore aeronautico come sistemista avionico, occupandosi dei sistemi d'arma dei velivoli militari. Dopo questa esperienza passa definitivamente al settore civile, dedicandosi alla comunicazione tecnica e di marketing per un importante gruppo industriale internazionale. Il suo lavoro lo ha portato a sviluppare e coordinare progetti di comunicazione sia in campo tradizionale che sulle nuove tecnologie digitali. Al suo attivo vede varie collaborazioni con importanti testate specialistiche del settore elettrico, pubblicando su territorio nazionale, numerosi articoli tecnici. La sua grande passione per la letteratura, con la pubblicazione del nuovo romanzo Il segreto delle due pietre, edito da Altromondo Editore, lo mette alla prova per sperimentare una nuova esperienza personale e professionale.
Tra le sue opere ricordiamo Il giuramento dei quattro, Il progetto Antares e Operazione Leone Nero.
TRAMA
Luca Sarsi è un archeologo che grazie al suo lavoro ha avuto modo di girare in lungo e in largo, cacciandosi spesso nel turbine di situazioni pericolose. Proprio il suo lavoro lo porta nel sito archeologico Longobardo di Castelseprio, sulle misteriose tracce della tomba risalente al dominio di Re Liutprando. La ricerca non è però così facile come potrebbe sembrare. Sulle sue tracce, infatti, ci sono persone prive di scrupoli, pronte ad uccidere pur di mettere le mani sul tesoro che dovrebbe celarsi all'interno della tomba. Ad aiutare l'archeologo in questa emozionante impresa c'è una bella e scaltra ragazza, una donna fuori dal comune che gli farà scoprire, dopo rocambolesche avventure e colpi di scena, qualcosa di più prezioso dello stesso tesoro che potrebbe celarsi nella tomba longobarda.
IMPRESSIONI
Quando ho contattato la Casa Editrice Altromondo, Alice, sempre gentilissima e disponibile, mi lasciò libera scelta sui titoli in catalogo che mi incuriosivano per un'eventuale recensione.
In tempi non sospetti, e capirete più avanti il perchè, mi saltò all'occhio la copertina de Il mistero delle due pietre, ritraente un rudere immerso nel verde. Letta la trama e scoperto che il romanzo conteneva tutto ciò che poteva rientrare nel mio genere preferito, chiesi se avessi potuto avere l'opportunità di recensirlo. Inutile dire che Alice, gentilmente, accolse la mia richiesta inviandomi il pdf.
In tempi non sospetti, e capirete più avanti il perchè, mi saltò all'occhio la copertina de Il mistero delle due pietre, ritraente un rudere immerso nel verde. Letta la trama e scoperto che il romanzo conteneva tutto ciò che poteva rientrare nel mio genere preferito, chiesi se avessi potuto avere l'opportunità di recensirlo. Inutile dire che Alice, gentilmente, accolse la mia richiesta inviandomi il pdf.
Iniziai subito la lettura, ignara del "tesoro" che avrei trovato io stessa prima di Luca Sarsi, tra quelle pagine. Chi mi conosce bene sa che ho una grande passione, oltre che per i romanzi d'avventura, anche per le Forze Armate, in particolare la Benemerita Arma dei Carabinieri e, ritrovarli, a mia insaputa, coinvolti in questa emozionante avventura, insieme alla Guardia di Finanza, è stato, per me, come trovare un tesoro prezioso.
"Ero troppo assorto nei miei pensieri a causa di quello strano libro. Lo avevo acquistato alcuni mesi prima da uno dei tanti ambulanti, che ogni mese proponevano la loro merce nel mercatino dell'antiquariato organizzato dal comune. Lo avevo riletto almeno tre volte e e ogni volta mi stupivo della precisione con cui erano riportate le indicazioni sul sito archeologico nel quale stavo lavorando."
Inizia così l'avventura di Luca Sarsi, narrata in prima persona dal giovane archeologo. L'uomo sta seguendo una misteriosa traccia per ritrovare l'antica tomba di Re Liutprando, nel sito archeologico Longobardo di Castelseprio.
Dopo aver ritrovato il frammento di una pietra che riporta incisioni riconducenti alla presenza della tomba del Re Longobardo continua, senza risultati la sua ricerca proprio nell'area archeologica, spinto anche dalla lettura di uno strano libro venuto in suo possesso da un libraio, durante una visita al mercatino locale dell'antiquariato. Letto e riletto, il misterioso libro, portava alla luce preziosi indizi per le sue ricerche tanto da indurlo a continuare le sue rilevazioni.
Convinto che il volume in suo possesso potesse veramente aiutarlo al ritrovamento, decide di cercare anche l'uomo che glielo ha venduto per vedere se ne sapesse qualcosa in più. Il venditore però sembra scomparso nel nulla. Nessuno lo ha più visto dal giorno del mercato e nessuno lo conosce. Durante un pomeriggio di ricerche, immerso nei suoi pensieri riguardo al libro, Luca viene colto da un forte temporale. Ormai inzuppato non gli resta altro che recuperare l'auto nel parcheggio sotto strada per tornare a casa quando, senza rendersene conto si trova ad attraversare tagliando la strada ad uno scooter.
L'impatto violentissimo lo fa ruzzolare sull'asfalto, fortunatamente senza conseguenze ma distrugge lo scooter scaraventando a terra anche la giovane donna alla guida. Dopo il primo disorientamento inizia un piccolo battibecco con la donna, la quale, nell'urto, sembra aver riportato una distorsione alla caviglia.
In attesa dell'ambulanza, Luca scopre che la donna si chiama Sara Giovi ed è un tenente della Guardia di Finanza, elicotterista per la precisione. All'arrivo dell'ambulanza l'archeologo decide di seguire la ragazza in ospedale per sincerarsi che non abbia riscontrato altri danni oltre alla caviglia slogata, invitandola poi a cena per sdebitarsi del danno arrecato.
Da quel momento in poi l'ignara Sara si troverà coinvolta negli emozionanti racconti dell'archeologo, il quale tutto preso dal libro e dagli indizi per riportare in luce la tomba, l'aveva fatta finire fuori strada. Sara, incuriosita soprattutto dal ritrovamento di una pietra con delle incisioni che riconducono al periodo di dominio longobardo, propone a Luca di aiutarlo a cercare nuovi indizi durante i suoi rilievi. Per l'archeologo è una proposta invitante, Sara è una bella ragazza, sveglia e scaltra, sarà un aiuto prezioso durante le ricerche.
Inizia così una collaborazione che li coinvolgerà in un'avventurosa corsa contro il tempo volta non solo al ritrovamento della tomba ma a salvarsi la pelle.
Dopo aver ritrovato il frammento di una pietra che riporta incisioni riconducenti alla presenza della tomba del Re Longobardo continua, senza risultati la sua ricerca proprio nell'area archeologica, spinto anche dalla lettura di uno strano libro venuto in suo possesso da un libraio, durante una visita al mercatino locale dell'antiquariato. Letto e riletto, il misterioso libro, portava alla luce preziosi indizi per le sue ricerche tanto da indurlo a continuare le sue rilevazioni.
Convinto che il volume in suo possesso potesse veramente aiutarlo al ritrovamento, decide di cercare anche l'uomo che glielo ha venduto per vedere se ne sapesse qualcosa in più. Il venditore però sembra scomparso nel nulla. Nessuno lo ha più visto dal giorno del mercato e nessuno lo conosce. Durante un pomeriggio di ricerche, immerso nei suoi pensieri riguardo al libro, Luca viene colto da un forte temporale. Ormai inzuppato non gli resta altro che recuperare l'auto nel parcheggio sotto strada per tornare a casa quando, senza rendersene conto si trova ad attraversare tagliando la strada ad uno scooter.
L'impatto violentissimo lo fa ruzzolare sull'asfalto, fortunatamente senza conseguenze ma distrugge lo scooter scaraventando a terra anche la giovane donna alla guida. Dopo il primo disorientamento inizia un piccolo battibecco con la donna, la quale, nell'urto, sembra aver riportato una distorsione alla caviglia.
In attesa dell'ambulanza, Luca scopre che la donna si chiama Sara Giovi ed è un tenente della Guardia di Finanza, elicotterista per la precisione. All'arrivo dell'ambulanza l'archeologo decide di seguire la ragazza in ospedale per sincerarsi che non abbia riscontrato altri danni oltre alla caviglia slogata, invitandola poi a cena per sdebitarsi del danno arrecato.
Da quel momento in poi l'ignara Sara si troverà coinvolta negli emozionanti racconti dell'archeologo, il quale tutto preso dal libro e dagli indizi per riportare in luce la tomba, l'aveva fatta finire fuori strada. Sara, incuriosita soprattutto dal ritrovamento di una pietra con delle incisioni che riconducono al periodo di dominio longobardo, propone a Luca di aiutarlo a cercare nuovi indizi durante i suoi rilievi. Per l'archeologo è una proposta invitante, Sara è una bella ragazza, sveglia e scaltra, sarà un aiuto prezioso durante le ricerche.
Inizia così una collaborazione che li coinvolgerà in un'avventurosa corsa contro il tempo volta non solo al ritrovamento della tomba ma a salvarsi la pelle.
"<<Ciao, disturbo?>> era Sara. <<Certo che no, stavo andando a controllare una cosa a Castelseprio>>, risposi. <<Ti dispiace se vengo a tenerti compagnia? Mi sto annoiando terribilmente qui da sola>>"
Luca non aspettava altro che la piacevole compagnia di Sara, così dopo essere passato a prenderla, si dirigono verso il sito di Castelseprio dove i custodi lo informano di una coppia di svizzeri che molto interessati al sito e alla tomba di Liutprando. A Sara si accende un campanello dall'arme e, dopo aver rilevato il numero di targa di un'auto parcheggiata poco distante dalla loro, decide di fare delle ricerche sui proprietari, a scopo cautelativo. Con mille domande in testa iniziano a scandagliare il terreno alla ricerca di un qualsiasi indizio che potesse riportarli al libro o alla tomba.
Cercando accuratamente Sara riporta alla luce un frammento gemello della pietra trovata in passato da Luca. Anche questa riporta delle incisioni dell'epoca longobarda, molto simili all'altra. Quasi fosse il pezzo mancante.
Il ritrovamento non passa però inosservato alla coppia svizzera.
Col prezioso bottino si avviano verso casa con la promessa di proseguire le ricerche. Arrivato a casa Luca fotografa la pietra e salva nel cloud tutte le sue ricerche immortalate con la fotocamera, in attesa di approfondire gli studi.
Non ha però fatto i conti col destino che ha deciso di mettergli i bastoni tra le ruote. Appena messo piede in casa, Luca, riceve una telefonata minacciosa da parte di uno sconosciuto che gli intima di lasciar perdere le ricerche.
All'improvviso un forte trambusto lo riporta alla realtà. Le sirene spiegate dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri, avvisati dai vicini, lo mettono davanti alla raccapricciante scena della sua auto avvolta dalle fiamme.
Lo shock è forte ma, riavutosi, parlando coi Carabinieri e i Vigili del fuoco, ne evince che probabilmente è stata un'avaria dell'auto a causare l'incendio, scartando la pista vendicativa di probabili nemici.
Sconsolato, Luca, rientra in casa dove ad attenderlo trova uno sconosciuto, lo stesso della telefonata minatoria. L'uomo è interessato al libro che l'archeologo ha acquistato dal libraio scomparso.
La casa è a soqquadro, rivoltata per la ricerca del testo. L'uomo non scherza, vuole il libro ed è disposto ad uccidere Luca se non glielo consegna con le buone. L'archeologo, sotto minaccia di un'arma decide di prendere il volume, sbadatamente riposto in un pensile della cucina, ma non si arrende, non vuole cedere remissivamente e ne nasce una colluttazione dove, sfortunatamente, Luca ha la peggio. Viene ferito e il libro sottratto dopo che gli è rimasta in mano la copertina.
Cercando accuratamente Sara riporta alla luce un frammento gemello della pietra trovata in passato da Luca. Anche questa riporta delle incisioni dell'epoca longobarda, molto simili all'altra. Quasi fosse il pezzo mancante.
Il ritrovamento non passa però inosservato alla coppia svizzera.
Col prezioso bottino si avviano verso casa con la promessa di proseguire le ricerche. Arrivato a casa Luca fotografa la pietra e salva nel cloud tutte le sue ricerche immortalate con la fotocamera, in attesa di approfondire gli studi.
Non ha però fatto i conti col destino che ha deciso di mettergli i bastoni tra le ruote. Appena messo piede in casa, Luca, riceve una telefonata minacciosa da parte di uno sconosciuto che gli intima di lasciar perdere le ricerche.
All'improvviso un forte trambusto lo riporta alla realtà. Le sirene spiegate dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri, avvisati dai vicini, lo mettono davanti alla raccapricciante scena della sua auto avvolta dalle fiamme.
Lo shock è forte ma, riavutosi, parlando coi Carabinieri e i Vigili del fuoco, ne evince che probabilmente è stata un'avaria dell'auto a causare l'incendio, scartando la pista vendicativa di probabili nemici.
Sconsolato, Luca, rientra in casa dove ad attenderlo trova uno sconosciuto, lo stesso della telefonata minatoria. L'uomo è interessato al libro che l'archeologo ha acquistato dal libraio scomparso.
La casa è a soqquadro, rivoltata per la ricerca del testo. L'uomo non scherza, vuole il libro ed è disposto ad uccidere Luca se non glielo consegna con le buone. L'archeologo, sotto minaccia di un'arma decide di prendere il volume, sbadatamente riposto in un pensile della cucina, ma non si arrende, non vuole cedere remissivamente e ne nasce una colluttazione dove, sfortunatamente, Luca ha la peggio. Viene ferito e il libro sottratto dopo che gli è rimasta in mano la copertina.
<<La testa mi faceva un gran male. Aprii gli occhi senza rendermi conto di dove mi trovassi. La luce filtrava dalla finestra colpendomi in pieno viso. Dove mi trovavo? Girai la testa a destra, per cercare di sottrarmi alla luce che mi impediva di mettere a fuoco ciò che c'era nella stanza.>>
Luca si sveglia in ospedale, dopo aver subito una commozione cerebrale.
I vicini, allertati dal trambusto della lotta e dai colpi di arma da fuoco avvisano l'ambulanza che lo ha trasportato in ospedale.
Disorientato dalla botta presa, inizia un interrogatorio con i Carabinieri, questa volta sempre più convinti che dietro all'incendio e all'aggressione ci sia molto di più di un caso sfortunato.
L'archeologo racconta tutta la storia, dai rilievi nel sito al ritrovamento delle pietre e dell'aggressione nata per il libro, sottratto dall'aggressore.
I Carabinieri promettono di aprire le indagini e di tenerlo informato su ogni sviluppo.
Nel frattempo, avvisata dal Maresciallo della Benemerita, Sara si reca in ospedale con delle novità. La ricerca sul numero di targa svizzero ha portato in luce l'implicazione di un magnate svizzero, interessato all'archeologia ma che agisce nell'ombra dei suoi investimenti in campo mondiale: Cedric Dujardin.
L'uomo, proprietario di un maniero sulle Alpi Svizzere, pare sia interessato alle ricerche e ai preziosi ritrovamenti di Luca.
Il giorno dopo l'archeologo viene dimesso e, arrivato a casa, scopre che durante la lotta col suo aggressore non solo gli è stato trafugato il libro, lasciandogli solo la copertina, ma anche la macchina fotografica, il pc e il cellulare con tutti i dati e le foto sulle ricerche fatte sino ad allora.
Tanto lavoro perso, per sempre ... ma un lampo gli attraversa la mente.
Prima di essere aggredito aveva salvato tutti i suoi dati sul cloud. Bastava solo comprare un pc e un cellulare e avrebbe potuto recuperare i suoi dati.
Avvisata Sara, la ragazza promette che appena finito di lavorare lo avrebbe accompagnato a sporgere denuncia e avrebbe pensato a fargli avere tutto il necessario per poter lavorare, auto compresa.
Nell'attesa di Sara, l'archeologo riceve la visita di una coppia di colleghi che non vedeva da parecchio tempo. La coppia lo mette al corrente che ,dopo il loro rientro da Gerusalemme, recatasi al sito di Castelseprio, lo trova però presidiato dai Carabinieri a causa di un furto: la pietra con le incisioni è stata trafugata! Mentre Luca mette al corrente degli avvenimenti i colleghi, l'arrivo di Sara lo blocca.
Fatte le presentazioni del caso, alla ragazza la visita della coppia non sembra casuale, resta sulle sue per tutto il tempo della conversazione, rivelando solo alla fine di essere un Ufficiale della Guardia di Finanza, senza volutamente specificare la mansione.
Dopo i saluti con la promessa di rivedersi presto, Luca e Sara si dirigono alla Stazione dei Carabinieri per sporgere denuncia del furto. Il Maresciallo li accoglie, interessato alla storia, promette a Luca di tenersi in contatto per ogni minimo dettaglio utile emerso dalle indagini. Mentre i due giovani si avviano verso casa, Sara si accorge che un'auto di grossa cilindrata li sta seguendo. Luca avvisa il Comando della Guardia di Finanza dell'inseguimento, ma è troppo tardi, una testa di donna bionda si sporge dal finestrino con una pistola puntata contro la loro auto. L'audi che li sta seguendo li butta fuori strada, costringendoli a scendere dalla propria auto e da li, con le armi puntate addosso cala il buio procurato da un'iniezione anestetizzante.
<<Ero in trappola. Realizzai di essere tenuto prigioniero, non so dove e da chi. Cominciai a bussare con forza alla porta e a chiamare Sara, nella speranza che qualcuno mi rispondesse.>>
Il brusco risveglio fa capire a Luca che si trovano prigionieri. Poco più tardi il loro carceriere si fa vivo, è Dujardin, il magnate con la passione dell'archeologia. Li ha fatti rinchiudere nella sua meravigliosa ed inespugnabile fortezza tra le Alpi svizzere. E' inutile pensare all'evasione: la fortezza è blindata, monitorata e sorvegliata, si trova a picco su una rocca circondata da dirupi alla quale si può accedere solo tramite una cabinovia sorvegliata da guardie che non hanno nulla da perdere e da monitorata da telecamere. Le regole sono chiare, se i due giovani vorranno salva la pelle, dovranno collaborare, lo dovranno aiutare a ritrovare la tomba di Re Liutprando e il giacimento di diamanti rosa contenuto al suo interno, in cambio potranno vivere nel lusso del castello lautamente ricompensati. Ma per questo bisogna studiare approfonditamente i reperti in possesso del magnate e tutta la documentazione di Luca. Sotto gli occhi increduli di Luca e Sara, si para una stanza museo, contenente meravigliosi reperti archeologici di inestimabile valore storico e monetario, venuti illegalmente in possesso di Dujardin.
L'archeologo mette al corrente della trafugazione della documentazione riguardante tutti i rilievi fatti, tralasciando di averne una copia salvata.
Il suo stupore è grande quando scopre che una delle due pietre, la prima rinvenuta, è in possesso del suo carceriere e, ancora di più, quando l'uomo gli mette davanti un pugnale di epoca longobarda, cesellato a mano e con incastonato un prezioso e rarissimo diamante rosa.
Ma non è tutto, Dujardin li mette al corrente che il libro rubato a Luca, un tempo era in suo possesso e gli era stato a sua volta rubato finendo tra le mani di un ignaro libraio.
<<L'autore era un vecchio frate che ha vissuto per parecchi anni in un monastero poco distante da Castelseprio. Non ho molte informazioni su di lui ma i miei esperti ritengono, che vivendo in quei luoghi, abbia trovato e conservato degli antichi documenti che narravano la vera storia di quello che era accaduto a quell'epoca. Probabilmente i documenti originali son andati perduti nel tempo e rimane solo questo libro che è la trascrizione della storia vera.>>
Il libraio lo rivende all'archeologo senza sapere del valore storico utile al ritrovamento della tomba. E quasi alla tomba è stato mandato quando il pover'uomo è finito tra le mani di chi voleva impossessarsi del volume.
Luca e Sara non si lasciano sopraffare dal magnate, approfittando del fatto che Sara, grazie al suo lavoro, ha capito subito quali sono i punti deboli del castello, trovano una via di fuga grazie ad un elicottero del magnate. Iniziano ad elaborare un piano di fuga in parallelo allo studio del pugnale e della pietra. Riusciti a rubare il pugnale e a fare un calco delle incisioni riportate sulla pietra, Luca e Sara sono pronti alla fuga. Evase le telecamere, annientati i carcerieri e una guardia dell'elicottero, i due giovani sono pronti alla fuga.
Inizia un rocambolesco inseguimento dell'elicottero da parte di due caccia svizzeri.
La radio di bordo è saltata durante un conflitto a fuoco coi carcerieri e ai due ragazzi non resta che farsi scortare dai caccia, avvisati tramite alfabeto morse creato con una torcia, nell'aeroporto svizzero più vicino. Finalmente al sicuro e sventato l'incidente diplomatico, l'archeologo e la donna possono tornare in Italia, grazie all'aiuto del padre di Sara, il Generale dei Carabinieri Giovi e del Comando della Guardia di Finanza dove lavora la donna. Devono però lasciare il pugnale alle autorità, come prova della storia raccontata e come reperto sottratto ai beni culturali, in compenso il calco della pietra resta in loro possesso.
Inizia così un nuovo calvario per la coppia. Passati alcuni giorni sotto protezione in una caserma della Finanza, vengono messi in sicurezza in un luogo segreto, in una villa confiscata alla malavita, protetta da Carabinieri e Finanzieri.
Lo stretto contatto dei due giovani, intanto, ha creato tra loro una forte intimità, tanto da farla sfociare in sentimenti profondi e ricambiati. E'ancora più facile e più bello, in questo modo, continuare i rilievi per ritrovare la tomba: ormai è questione di orgoglio.
Al sicuro nella villa, Luca e Sara sono aiutati da due Carabinieri del Comando tutela beni culturali, i quali apportano un prezioso aiuto durante i rilievi al sito.
Il progetto di riportare in luce la tomba prende campo. Recuperata la documentazione dal cloud, la squadra è pronta per tornare al sito di Castelseprio, non prima di aver preso tutte le tutele del caso. Carabinieri in borghese sorveglieranno i ragazzi e il sito durante i rilievi e la Finanza sarà loro di supporto.
Arrivati al sito archeologico, Luca ritrova Massimo e Luana, la coppia di colleghi che gli aveva fatto visita poco tempo prima di essere rapito.
Gli propongono un aiuto per mettere finalmente fine al chiodo fisso di Luca.
Nonostante la reticenza di Sara e di uno dei due Carabinieri della tutela beni culturali, nelle mentite vesti di archeologo, la piccola squadra inizia i rilievi nella Chiesa sconsacrata di Santa Maria Foris porta , con l'ausilio di un geo-radar, atto alla ricerca di cavità sotterranee.
Nel frattempo Sara, allontanatasi per andare a comprare dei panini, non fa ritorno al sito. Preoccupato, Luca, chiede aiuto ai Carabinieri e ai colleghi di Sara i quali, rassicuratolo che faranno il possibile per ritrovarla, gli consigliano di proseguire i rilievi come se niente fosse, per non insospettire la coppia che li sta aiutando.
Sara è stata rapita di nuovo da Dujardin, questa è la scoperta dopo una telefonata dello stesso, che gli da un'ultimatum: Luca Sarsi ha 72 ore per ritrovare la tomba e liberare così Sara.
<<Ancora non sa dove si trova la tomba, ma sono sicuro che ce la metterà tutta per ritrovare quello che sta cercando entro le prossime 72 ore. Vede, questo è tutto il tempo che le lascio per risolvere il mistero, altrimenti la sua amica avrà uno spiacevole incidente.>>
Seguendo alla lettera i consigli delle forze dell'ordine e dei due Carabinieri che lo aiutano nei rilievi, Luca continua a perlustrare la zona insieme agli amici. Fabio, uno dei due Carabinieri, come del resto Sara, è sempre più reticente verso Massimo e Luana: secondo lui stanno nascondendo qualcosa di poco chiaro, ma le indagini continuano e il geo-radar si rivela prezioso.
Sotto il pavimento della Chiesetta sembra esserci una cavità profonda 25 mt. L'apertura però si trova al di fuori della Chiesa, quindi bisogna scandagliare il terreno circostante. Col pensiero fisso di Sara, finalmente liberata dalle grinfie di Dujardin e cercando di restare impassibile durante i rilievi, Luca scortato dai Carabinieri /archeologi Fabio ed Enrico e dagli amici Massimo e Luana, seguendo la traccia del geo-radar arriva al limitare del boschetto circostante la Chiesa.
C'è un problema: il bosco finisce al limitare di una ripida scarpata sotto la quale sembra esserci proprio la via d'accesso alla cavità della tomba che tanto hanno cercato.
Casualmente, Massimo, ha con se due imbragature da scalata, molto utili al caso loro. A calarsi lungo il pendio sono Luca e Luana, più leggeri e in forma degli altri.
Inizia la pericolosa discesa che l'intuito di Luca guida sino ad uno spunzone di roccia dalla forma a croce con un'incisione sopra. Proprio quello che stavano cercando! L'incisione, quasi erosa dal tempo e dal terreno che la ricopre, altro non è che una scritta risalente al tempo del regno di Liutprando.
Mentre, con enorme sollievo dell'archeologo ormai innamorato, Sara viene liberata e condotta al sito di Castelseprio scortata dallo schieramento di Carabinieri e colleghi, Luca e Luana, riusciti a spostare la lastra a croce che ricopriva l'entrata della galleria, percorrono uno stretto corridoio che sfocia in un'ampia grotta: sarà la tomba?
Dopo lo stupore iniziale e fatti i rilievi fotografici del caso decidono di risalire per mettere in sicurezza il luogo.
Giunti sul pianale dal quale si sono calati e dove hanno lasciato i colleghi, trovano una situazione assurda e ribaltata.
<<Maledetto bastardo, sei solo uno sporco traditore. Sei stato tu ad informare Dujardin sulla nostra posizione e sui nostri spostamenti. Hai anche orchestrato il secondo rapimento di Sara per farci uscire allo scoperto. Che tu sia dannato per l'eternità.>>
Il voltafaccia dell'Arma, che Luca credeva dalla propria parte e quello di Luana e Massimo, ma soprattutto il ritorno di Dujardin, il quale insieme ai carcerieri sopravvissuti li tiene sotto tiro. Non hanno però fatto i conti con Sara, pronta a tutto per amore di Luca e la Benemerita schierata dal Generale Giovi, pronto a tutto per amore della figlia ...
Riusciranno Sara e Luca a liberarsi ancora una volta dalle grinfie del perfido Dujardin? Ma soprattutto, avranno veramente riportato in luce la tomba di Re Liutprando e il giacimento dei preziosi diamanti rosa?
Lo scoprirete si, ma dopo la pubblicità!
Ah, no scusate, quella è un'altra storia. Lo scoprirete, ma dopo aver letto il romanzo...
Chiesa di Santa Maria Foris Porta, Parco archeologico di Castelseprio - foto dal web -
Molti punti del romanzo sono stati creati ad arte dall'autore per dare più corposità alla storia, ma il Parco archeologico longobardo di Castelseprio esiste veramente, in provincia di Varese, divenuto patrimonio dell'Unesco.
Parco archeologico di Castelseprio -foto dal web-
Avanti ha saputo fondere in maniera dolce e limpida il passato col presente, riuscendo ad incorporare le basi per una delicata storia d'amore tra i protagonisti. Se devo trovare un pecca in questa storia incalzante e accattivante, è nel finale a mio gusto un po' affrettato. Avrei gradito uno sviluppo maggiore proprio riguardo alla storia tra la bella Tenente della Guardia di Finanza e lo spericolato archeologo.
Ma chissà che l'autore non possa prendere spunto per inventare nuove avventure per questa scaltra, spericolata e simpatica coppia di "archeologi".
Io, e spero anche voi, sono qua, attendo fiduciosa e, con altrettanta fiducia, vi consiglio questa lettura piacevole che vi porterà alla scoperta di meravigliosi scenari storici ancora presenti nella nostra Penisola.
Per chi volesse saperne di più riguardo al sito archeologico, lascio il link della omonima pagina:
http://www.vareseturismo.it/blog/parco-archeologico-di-castelseprio-chiesa-di-santa-maria-foris-porta-santa-maria-assunta
Buona lettura.
Tania C.
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