martedì 19 marzo 2019

Recensione di OLTRE L'AZZURRO di Andrea Bazzotti



OLTRE L'AZZURRO

Andrea Bazzotti
Ed. Altromondo
Collana Mondo di sopra 2018
Pag. 210 brossura
Copertina flessibile


CONOSCIAMO L'AUTORE

Foto dal web CANOA CLUB RIMINI


Andrea Bazzotti, classe 1975, nato a Riccione. Conseguita la maturità scientifica, si laurea con lode in ingegneria nucleare, proseguendo i suoi studi con un Dottorato di ricerca che lo farà viaggiare tra nord Europa e Messico per alcuni mesi. Finito il dottorato, il suo amore per il mare lo porta ad arruolarsi come Ufficiale in Marina Militare, dove avrà la possibilità di approfondire le sue conoscenze sulla nautica. Finita la carriera militare per alcuni anni si dedica, come libero professionista, al settore edile ed immobiliare. Ad oggi lo possiamo trovare tra i banchi delle scuole medie e superiori della provincia di Rimini come docente di materie scientifiche.

TRAMA

"Mentre navigo in uno scenario addormentato, in un silenzio rotto solo dal rumore dell'acqua e dal mio respiro, con la stella Polare che mi fa da timorniera, a poco a poco, perdo la sensazione di assistere solamente a un favoloso spettacolo. All'improvviso tutto torna a vivere, tutto riprende il proprio ritmo palpitante. Mi accorgo che anche le stelle hanno mutato la loro posizione e io non sono più un semplice spettatore ma faccio parte di tutto questo. Non sono più un uomo solo in mezzo al mare. No! Ora io sono acqua, sono vento, sono mare."
In questo romanzo realtà e autoanalisi si fondono dando vita ad una emozionante avventura sportiva che evade dai comuni canoni di un diario di viaggio, probabilmente il primo della storia, atto a raccontare i motivi che spingono un giovane ad attraversare il mare con una semplice canoa. Più che un'avventura è una continua introspezione alla ricerca di se stesso: un uomo con i propri dubbi, i propri sentimenti e soprattutto i tanti limiti da superare, come la sfida e la meraviglia più grande della natura.

IMPRESSIONI

Ho contattato la Casa Editrice Altromondo incuriosita dalle sue pubblicazioni. Interessanti e al di fuori dei soliti testi d'amore o thriller che siamo abituati a leggere. Ho proposto la mia candidatura come recensore e sono stata contattata dalla gentilissima Alice, che ringrazio tantissimo per la disponibilità, la quale mi ha proposto di scegliere un titolo tra le varie pubblicazioni in catalogo. Inutile dire che amando il mare, la copertina e il titolo hanno subito catturato la mia attenzione. 
La trama poi mi ha subito travolta come un'onda fresca e spumeggiante. Volevo conoscere l'impresa marina di Andrea Bazzotti, così scelsi Oltre l'azzurro. Alice mi inviò gentilmente il pdf e, inutile dirlo, mi ci tuffai dentro appena ricevuto. 
E' un racconto che si legge con curiosità e fila liscio proprio come una canoa su un mare piatto...

"Non mi basteranno né la forza, né la resistenza, né tanto meno la determinazione e la grinta per poter attraversare il mare.
Dovrò invece infondermi con il tutto, diventare parte di ciò che mi circonda, vibrare con il ritmo degli elementi. Non dovrò sentirmi un uomo solo in mezzo al mare, ma diventare mare, essere acqua, essere aria , essere vento. Dovrò vedere senza occhi e sentire senza orecchie."

Andrea Bazzotti è un giovane trentenne quando, nel 2006, decide di intraprendere la traversata Misano-Croazia in canoa, senza l'appoggio di una barca e soprattutto senza gli ausili tecnologici atti a questo tipo di impresa.
Non è uno sprovveduto, sa benissimo che andrà incontro ad un'impresa che richiederà molte energie fisiche ma soprattutto psicologiche. I km che separano Misano da Pola non sono tantissimi e con un adeguato allenamento fisico sa che sarebbe in grado di compierli in poco più di 24 ore. Inizia così, su una spiaggia di Misano, con l'aiuto dell'amico Bruno, il bagnino, il duro allenamento fisico e morale per la realizzazione del progetto. 

"Vedere sorgere il sole dall'acqua ogni giorno, seguire il suo ritmo e respirare sulla spiaggia l'aria fresca e pulita del mattino, mi dava un'energia e un equilibrio interiore che duravano per tutta la giornata!".

Preso dalla voglia di mettersi in gioco, Andrea, si butta corpo anima nella preparazione fisica, allenandosi sia su ''strada'' che in acqua notte e giorno, dividendosi tra lavoro, famiglia e allenamenti pesanti. Non ha, però, fatto i conti col suo fisico. Esasperato e portato allo stremo dalla voglia di partire e dall'allenamento troppo intenso e improvvisato, inizia un calvario doloroso per Andrea. Un dolore persistente che dal gluteo si estende sino al ginocchio,  fatto di cure e trattamenti che non vanno a buon fine e non trovano il motivo scatenante. Il ragazzo si vede così costretto a rimandare la sua partenza progettata per la fine estate 2006, in modo da avere tutto il tempo per recuperare fisicamente e prepararsi ancora, al meglio. 
Dopo allenamenti più o meno mirati ed intensi e un peregrinare di quasi un anno tra medici, fisioterapisti e psicologi, alla fine del 2007, scopre la causa fisica che gli impediva di dedicarsi intensamente ai suoi allenamenti : infiammazione del nervo piriforme. Col morale sollevato, finalmente può iniziare a progettare la partenza più volte rimandata e la costruzione di una canoa adatta alla traversata.


"<<Dove è che vai?>> mi chiede Bruno che è a tavola coi ragazzi del salvataggio, come d'abitudine.
So che la mia risposta susciterà scalpore, perciò ho un attimo di esitazione.
<<Vado di là!>> rispondo, guardando il mare."

Grazie all'aiuto del fratello ed al sostegno di pochi ma fidati amici, prende forma, giorno dopo giorno, la costruzione di un'imbarcazione semplice e funzionale, se pur spartana.
I suoi studi gli sono di grande aiuto per quel che riguarda la parte tecnica. Per quella fisica ci vuole un po' più di impegno, il dolore non è del tutto scomparso, ma è gestibile. Sul morale, invece, dovrà lavorare parecchio. Andrea è sempre stato un ragazzo introverso, solitario e indipendente, ma sa che la traversata in solitaria e senza l'aiuto dei comuni mezzi tecnologici atti a tracciare le rotte, sarà una sfida enorme, che gli porterà via tante energie e lo metterà in competizione con se stesso. Tra un allenamento notturno e la messa  punto della canoa e la presa di coscienza di se stesso e delle proprie potenzialità, il tempo passa velocemente e, i primi di giugno del 2008, Andrea, col supporto di amici e familiari, è finalmente pronto a salpare l'Adriatico in solitaria e senza aiuti esterni di nessun genere se non con  "le stelle come guida e il vento suo padrone", come direbbero i Nomadi in una loro canzone, superando, tra l'altro, il record di distanza in acque aperte.

"Alle 18.30, dopo alcune foto, le ovvie raccomandazioni, i saluti, le strette di mano a Stefano, a Miki e per ultimo a mio fratello, punto l'ago della bussola sui 45 gradi, mi stacco dalla scorta e proietto il mio sguardo e i miei pensieri verso il mare. Sono partito, si, finalmente sono partito!"

Inizia così, sul calar del sole, la traversata dell'Adriatico e dell'anima di Andrea. Complice la notte e la placidità delle acque costiere, c'è tutto il tempo per riflettere, per ripassare la propria vita dall'infanzia al momento della partenza. Andrea, un brillante ingegnere, amante del mare, dello sport e della natura, un ragazzo semplice, che quasi non credeva in se stesso a causa di un'educazione severa e quasi succube di scelte ''imposte'' da una famiglia patriarcale, finalmente era riuscito a realizzare un suo sogno. Il sogno dal quale tutti avevano cercato di strapparlo, di fare in modo che lo abbandonasse. 
Ma la forza di volontà e la voglia di provare a se stesso e a chi gli stava intorno, hanno funzionato da propulsore durante i momenti di sconforto nel nero profondo di una notte in mare aperto che sta volgendo in tempesta,  tra le piattaforme adriatiche, ancora distante dalla costa Croata.

"Improvvisamente mi rendo conto di possedere tutto quello di cui ho bisogno, una ricchezza immensa, incalcolabile: il mio corpo, un corpo umano sano e vivo, la macchina più perfetta che ci sia al mondo, che risponde alla mia volontà e, ancora più preziosi, i mei pensieri liberi e illimitati, custoditi dallo scrigno della mia testa. Ora più che mai, mi compiaccio di essere un uomo con i propri pensieri."

La voglia di mollare passa quando un piccolo pesciolino gli accarezza un braccio. Il segnale a continuare che stava aspettando, nonostante la fatica e il dolore fisico, ma soprattutto la girandola di emozioni che gli aveva provocato il prendere coscienza di se stesso, un uomo in grado di provare dei sentimenti profondi, di sbagliare e di rimediare ai propri errori.
Pagaiando sino allo stremo, con la schiena distrutta e piegata dalle ore passate in una posizione scomoda sotto il peso dello zaino coi viveri e con un braccio stirato dallo sforzo di remare contro corrente e col vento a sfavore, dopo circa 27 ore di mare aperto, ecco apparire la costa di un'isola Croata. 

"Vorrei esultare ma mi sembrerebbe un gesto prematuro e poco scaramantico e così getto soltanto uno sguardo al cielo pieno di gratitudine e doveroso rispetto."

Andrea tocca finalmente terra stremato. Non gioisce, non si sente in grado di esultare. Si sente quasi svuotato e demotivato dopo aver raggiunto il suo tanto agognato traguardo. Sa che ancora non è finita, ad attenderlo ci sarà la, spera, placida navigazione tra gli isolotti dell'arcipelago, sino a Zara dove si imbarcherà per tornare ad Ancona e riprendere la navigazione costiera sino a casa, dove ad attenderlo ci saranno tutti i suoi affetti. Cercando di rimettersi in sesto e recuperare la fatica, con il braccio ancora fuori uso, le mani piagate da dolorose vesciche, il rientro sembra molto più difficoltoso della partenza. 
Andrea, orgogliosamente non vuole mollare, anche se ha realizzato il suo sogno e battuto un record, vuole portare a termine il suo viaggio... 
A causa di una tempesta, soprattutto emotiva, capisce finalmente di essere arrivato alla conclusione di quel lungo viaggio dentro se stesso, di avere compreso lo scopo della sua vita e, finalmente, può considerarsi libero di essere ciò è realmente. 
Un uomo, con pregi e difetti, capace di amare e di assestare i dissapori familiari, di poter finalmente sentirsi libero di abbracciare i genitori dicendogli quel difficile ''ti voglio bene'', fino ad allora relegato nel profondo del suo animo, di portare a termine, nel senso più intimo della parola, tutti i progetti che ha iniziato. 
Ma soprattutto è un uomo libero di lasciarsi trasportare dalle onde di quel mare che tanto ama ...

Arrivata in fondo al diario, dopo il punto della fine, mi sono sentita quasi come Andrea. Ho sofferto con lui durante l'elaborazione del suo rapporto verso gli affetti familiari, ho provato il dolore fisico durante le pagaiate profonde controcorrente e controvento in piena tempesta, ho ammirato la Stella Polare che lo guidava nella notte buia come un gps ed ho esultato meravigliata all'avvistamento della costa Croata. 
Sicuramente Oltre l'azzurro non è solo un semplice ''diario di bordo'' di un pazzo benestante che decide, forse per noia o per dimostrare quanto è bravo, di compiere una sorta di ''goliardata sportiva'', sfidando la natura e la legge. 
E' molto di più, e solo un anima sensibile, rispettosa del mare e della natura, attento alla salvaguardia dell'ambiente come quella di Andrea, ha saputo trascrivere su carta, o meglio affidare al "piccolo", un i-pod sul quale registrerà ogni momento saliente del suo viaggio, rumori della natura compresi. 
Come ho già detto all'inizio, il diario si legge velocemente, lo stile è semplice e descrittivo, mai noioso, nemmeno nelle parti più tecniche che descrivono l'assemblaggio della canoa. Bazzotti ha reso tutto molto comprensibile, anche al lettore più estraneo alla nautica. 
Dovessi dare un voto alla trama e  al testo, tra l'altro arricchito di fotografie dei momenti più intensi del viaggio,  sarebbe un 9, ma soprattutto,  lo consiglio a voi lettori,  in particolare a chi sente il bisogno di mettersi a confronto con la propria vita, perchè prendendo coscienza di noi stessi e dei nostri limiti abbiamo gia vinto.

Buona lettura.
Tania C.






2 commenti:

  1. Ciao Tania!
    Ho appena letto la tua recensione e sono rimasto molto colpito. Hai compreso nel profondo il senso del mio viaggio e la mia idea di trasmetterlo agli altri, ma quello che più mi ha colpito è il fatto che tu, che non mi conosci di persona, sia arrivata, con le tue parole, a toccarmi il cuore ed emozionarmi.
    Un abbraccio, Andrea.

    RispondiElimina
  2. Ciao Andrea!
    Innanzitutto grazie per le tue belle parole, mi hanno fatto veramente molto piacere. E' vero, non ci conosciamo, ma durante la lettura della tua avventura ero li con te, a farti "da spalla" con un'immaginaria canoa, sino all'approdo in Croazia. Ero con te sotto a quel piccolo faro (una delle mie grandi passioni) durante la tempesta, e da li non sarei più voluta andarmene nonostante sentissi il freddo infilarsi sotto la mia felpa. Sarà perchè amo profondamente il mare, sarà perchè ho provato, in passato, quello che hai provato tu stesso, mi sono in sintonia con le tue emozioni. Spero di aver invogliato chi ci sta seguendo alla lettura del tuo viaggio perchè merita veramente di essere conosciuto e, soprattutto di arrivare a tutti gli animi sensibili. Continua a viaggiare e a scrivere Andrea, io ci sarò.
    Tania C.

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