venerdì 19 luglio 2019

Recensione di MASSIMO RIVA VIVE di Claudia Riva e Massimo Poggini Ed. BALDINI+CASTOLDI





MASSIMO RIVA VIVE

Claudia Riva e Massimo Poggini
Ed. Baldini+Castoldi 
Data uscita 02 maggio 2019
Collana Le Boe
Pag. 270
Brossura illustrato
€ 17,50
Ebook disponibile

CONOSCIAMO GLI AUTORI

Claudia Riva - foto dal web -


Claudia Riva, 1974, è la sorella minore dei  fratelli fratelli Riva: Giuliano e Massimo. Lavora come produttore esecutivo per la televisione, ma è anche una scrittrice. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo un libro per bambini, La mongolfiera di nuvola (con Annalisa Serino) e due romanzi Il condominio e Lenti al contatto.


MASSIMO POGGINI

Massimo Poggini - foto dal web -

Affermato e noto giornalista del mondo musicale, Massimo Poggini, classe 1955, dalla seconda metà degli anni Settanta, ha intervistato i maggiori esponenti del panorama musicale italiano e numerose star internazionali. Tra le sue pubblicazioni annovera i best seller 
Vasco Rossi, una vita spericolata;
Liga. La biografia; 
I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei  Pooh);
Questa sera rock'n'roll (con Maurizio Solieri);
Notti piene di stelle (con Fausto Leali);
Testa di basso (con Saturnino);
Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi.
Ha fondato ed è direttore del sito https://www.spettakolo.it/

TRAMA

"Vasco aveva già sentito parlare di Massimo, non perché fosse figlio di Giovanni e della Laura, amici di sua madre, amici di suo padre, amici di sua zia, di sua cugina e di chi sa altro, ma perché in paese si vociferava che fosse un bambino strano, solitario, che non andava all'asilo, che quando era a casa amava fare soprattutto una cosa, voleva fare sempre quella: ascoltare la musica."

A vent'anni dalla sua morte, Massimo Riva continua a far par battere i cuori di chi non ha mai smesso di amarlo: da quel maledetto 31 maggio 199, Vasco Rossi non ha mai fatto un concerto senza ricordare l'amico. Durante lo Show dei record, a Modena Park il 1 luglio 2017, la sua chitarra mitica, la Gibson SG, acquistata da Massimo a rate dall'amico Maurizio  Solieri e usata in tutti i concerti, è stata suonata proprio su quel palco, come tributo fisico allo scricciolo energico e trascinatore che si era spento a soli 36 anni. Ma vissuti <<al massimo>>.
Sguardo spiritato, look sdrucito, capelli lunghi, magrissimo ma con un sorriso beffardo, sigaretta e birra sempre in mano: lui è Massimo Riva, il ragazzo che ogni tanto ne combinava una un po' più grossa del solito e Vasco lo "licenziava" per poi perdonarlo poco dopo, con fare paterno. 
Prima con la Steve Rogers Band, poi da solo, cominciò l'avventura come solista, collaborando con mostri sacri della musica italiana del calibro di Enrico Ruggeri, Elio e le Storie Tese, Sabrina Salerno, che hanno rilasciato testimonianze tra le pagine di questa biografia. 
Questa biografia è una storia senza veli, perché se fosse stato Massimo a scriverla, l'avrebbe voluta esattamente così, schietta e genuina, plasmata dalla musica rock che tanto amava.

IMPRESSIONI


Massimo Riva vive - Sarzana, 18 luglio 2019 - foto personale



Ci sono persone che empatizzano subito, senza che ci sia una spiegazione. Con Massimo è capitato così: fai una battuta e capisci che il tuo umorismo viaggia in sintonia con chi hai di fronte. Poi ti perdi di vista e ti ritrovi, la vita è fatta così.
(Enrico Ruggeri)

Con una struggente prefazione di Enrico Ruggeri si apre la biografia di Massimo Riva. Un nome che non può non suscitare emozioni forti negli animi di chi continua ad amarlo dopo venti anni dalla sua morte. Un nome, quello di "Massimino" che è leggenda nel mondo del rock italiano, un "cinno" di campagna che, insieme ad un gruppetto di compaesani molto più grandi di lui, si è costruito da solo, riversando tutte le sue energie in quella che era la sua passione più grande: la musica, il rock. 
Questa biografia, scritta a due mani da Claudia Riva, sorella di Massimo e dal giornalista Massimo Poggini, mi è arrivata a sorpresa, offerta da Baldini+Castoldi che ringrazio per la possibilità che mi ha dato. 
Una sorpresa la è stata veramente! Di solito leggo biografie che trattano la violenza sulle donne,  a parte quella di Enrico Ruggeri, che amo e stimo dai tempi dei mitici "Lozza bianchi", non mi ero mai avvicinata al mondo della musica. 
Ho sempre seguito Vasco, quasi dagli albori, passando le mie estati e miei inverni nei monti e tra i calanchi dell'Appennino Bolognese-Modenese, sfinendo i miei, ogni martedì, per portarmi da Lizzano in Belvedere, al mercato settimanale, in Via del Mercato a Zocca che non si sa mai, avrei potuto incontrare la combriccola... 
E' stata quindi una piacevole sorpresa scoprire la storia di Massimino, ritrovandomi nell'intimità dei luoghi nei quali sono cresciuta, dove sparavo la radio a palla stonando le parole a pieni polmoni insieme alla mia amica,  quando passavano "Alzati la gonna" o "Vado al massimo". 
Ho divorato la biografia con la curiosità che hanno i bambini, quella dei "perché", domandati all'infinito a chiunque gli presti attenzione. 
Le risposte ai miei perché le ho trovate tra i ricordi di Claudia e Poggini, nelle testimonianze di Vasco, di Ruggeri e di Curreri, negli aneddoti della Steve Rogers Band e tra le belle foto che Claudia ha inserito nel testo. Foto vere, direttamente dall'album di famiglia. Foto mai apparse sulla carta patinata, che suscitano un'emozione dolce, quasi una confidenza da proteggere e far tesoro.

L'equazione fu semplice: Massimo lavora per Vasco, quindi Vasco e Massimo sono il demonio. Di conseguenza, io e Giuliano eravamo i fratelli del demonio.

Giuliano, Massimo e Claudia sono i tre fratelli Riva, di Zocca, piccola e accogliente città ai piedi del Frignano, centro di snodo tra Modena, Bologna e Pistoia, incastonata tra i tornanti che si inerpicano dalla campagna alle pendici dell'Appennino Modenese. Una cittadina che vive principalmente di agricoltura e allevamento, dove sin da piccoli, i bambini sono abituati a lavorare, a cavarsela da se, in modo da diventare adulti indipendenti. 
Giuliano è il fratello maggiore, quello forse più saggio, di poche parole, ma sempre al momento giusto. 
Massimo, il fratello di mezzo, è il bambino prodigio, quello che impara a leggere a nemmeno quattro anni, definito "strano" dai compaesani, magrolino, capelli lunghi e magliette strappate. Quello che, pur essendo poco più che un bambino, frequenta un altro "strano" ragazzo dai sottili capelli biondi e splendidi occhi azzurri, amico di famiglia  e molto più grande di lui, che inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica: Vasco Rossi.
Claudia, terzogenita, è la piccolina di casa, innamorata e ricambiata, dei fratelli, soprattutto di Massimo, il fratellone tutto nervi e energia, che frequenta i ragazzi giusti del paese e che segue come un'ombra sin da quando impara a camminare.
L'amore che li unisce è immenso, ci sono sempre l'uno per l'altra, si proteggono, litigano, ma alla fine tutto si scioglie in un abbraccio tenero e amorevole che solo i fratelli sanno darsi. 
Come in tutte le piccole cittadine di montagna, tutti conoscono tutti e tutti sanno tutto di tutti, dividendosi tra ammiratori di Vasco, il quale aveva appena fondato una piccola radio libera, la prima in Italia, "Punto Radio", dove, per "sfinimento" lavorava anche Massimo (in qualità di tuttofare e dj), e in "haters", quelli che vedevano il male nella musica rock suonata dai ragazzi. Tra gli haters, il parroco del paese, che additava Vasco e Massimo come il "demonio", di riflesso anche Claudia e Giuliano solo perché erano i fratelli. Se a Claudia questo poteva all'inizio dar fastidio, tanto da farla sentire quasi "sporca",  l'amore della famiglia e la grinta della madre, cattolica praticante che rimbrottò il sacerdote, la spinse a ragionare con la propria testa,  andando avanti per la sua strada, incurante dei giudizi altrui. Per Massimino e Vasco invece, spiriti ribelli e da sempre incuranti dei giudizi di un prete di campagna, tutto questo rumore servì solo da carburante per fare sempre di più e meglio, coinvolgendo non solo la città, ma sconfinando addirittura fuori regione. 
Massimo diventava ogni giorno più bravo col mix e con la chitarra, convincendo Vasco a dargli nuove possibilità ed iniziando ad ispirare anche alcune delle sue più belle canzoni, già forte del giro di accordi di Albachiara.

Racconta Vasco: Ricordo che una volta era da più di mezz'ora che temporeggiavo aspettando che Guido mi facesse segno di poter salire sul palco, ma quel segno non arrivava. La gente si stava innervosendo. Allora mandai fuori Massimo e gli dissi: ''Vai e fai un assolo di batteria''. Lui non aveva mai fatto un assolo di batteria, però uscì e ne fece uno della madonna. Vedi, Massimo per me era quello.

Erano quelli gli anni di Sanremo e "Vita spericolata", anni che, nonostante il flop delle performance al Festival, introdussero Vasco nel panorama musicale del rock italiano. Erano gli anni in cui Vasco, inseguendo il sogno di essere la voce solista di un gruppo, aveva fondato una band: la Steve Rogers Band, nella quale Massimo suonava e cantava. Erano gli anni in cui, come accade anche ai più grandi gruppi musicali, qualcuno tenta di camminare con le proprie gambe, staccandosi dal gruppo. Gli anni visti quasi come  un tradimento, quando la Steve Rogers Band tentò il volo in solitaria lasciando Vasco, per poi tornare, come una meteora durata il tempo di uno scintillio, a testa bassa, sotto l'ala protettrice di mamma chioccia Vasco.
Dal canto suo, il buon Vasco, li accolse di nuovo. Tutti. Accolse anche Massimo, che aveva cercato di intraprendere la carriera da solista, se pur breve,  collaborando con Curreri, Ruggeri, Elio e le Storie Tese e Sabrina Salerno,  confermando la sua crescita musicale e di talent scout. Massimo aveva visto l'anima rock di Sabrina Salerno all'epoca ragazza Yeah-yeah, e sperava di farne la nuova icona rock italiana. Ma i tempi non erano ancora maturi per Sabrina e Massimo dovette, suo malgrado, rinunciare al suo sogno. 
La prova era stata dura per Massimo, ma tornato con Vasco diede il meglio di se, aiutandolo a comporre nuovi brani, divenuti mostri sacri, nel firmamento musicale del Blasco: Vivere e Stupendo.
Vasco ha sempre creduto in Massimo, aveva visto le potenzialità di quello scricciolo allampanato e caparbio e, nonostante i dieci anni di differenza che li divideva, non ha mai smesso di volerlo accanto a se, lasciandogli tutto lo spazio di cui aveva bisogno per scaricare la sua energia e tramutarla in accordi e parole vincenti. Nonostante la giovane età, grazie al suo carisma Massimo era l'unico che poteva permettersi di criticare, promuovere o "bocciare" le scelte di Vasco, trasformandole nella carta vincente.
Tornando con Vasco la strada fu tutta in discesa, come un Re Mida musicale, ogni tappa dei concerti diventava "oro", ogni nota, ogni accordo, consacrava Vasco e Massimo tra i mostri sacri del firmamento rock. 
Con il successo arrivò per Massimo anche la conoscenza delle droghe pesanti. Già in passato aveva fatto uso di qualche sostanza, ma la volontà di andare avanti era più forte, riuscendo sempre a fugare la dipendenza. Aiutandosi anche grazie alla cura della propria salute. Si è ipotizzato che la morte di Massimo fosse avvenuta proprio perché avesse il sangue troppo pulito. 
Il 31 maggio 1999, data che nessuno dimenticherà, Massimo fu ritrovato disteso a terra, ormai cadavere, nella sua casa a Bologna, proprio da Claudia, all'epoca venticinquenne ancora acerba e spaventata. La causa era forte: morto per overdose. 
Probabilmente per overdose di una droga chiamata rock...
Si dice che "Morto il Mito comincia la Leggenda"
queste parole ben descrivono  il Mito che Massimo è riuscito a creare giorno dopo giorno quando, con la sua chitarra presa in prestito per il primo concerto a Bologna, è salito sul palco dando vita ad un rock suonato con il tempo dell'anima e gli accordi del cuore.
Il suo nome verrà ricordato da Vasco in ogni concerto, ma quello di Modena Park, datato 2017, vedrà la consacrazione della Leggenda Massimo: la sua storica chitarra GIBSON SG verrà suonata durante il concerto.  Un piccolo gesto, una grande sorpresa  ed un bellissimo regalo per i fans;
il modo più naturale ed emozionante per onorare la memoria di Massimo Riva, il ragazzo che ha consacrato l'anima al rock... 
Di Massimo ci sarebbero tante, troppe cose da raccontare. Lascio a voi, in modo particolare a chi non lo conoscesse, il piacere di scoprirlo leggendo la biografia che Claudia, con l'aiuto di Massimo Poggini, ha scritto come una delle più belle dichiarazioni d'amore che si possano fare alla persona amata...


Claudia Riva e Massimo Poggini - video personale -

Grazie a Baldini+Castoldi ho avuto l'onore di conoscere Claudia, una donna non solo bella, ma anche dolce, disponibile e di un'umiltà disarmante. 
Durante la presentazione della biografia, tenutasi ieri sera 18 luglio, ho avuto l'onore di conoscerla e parlare con lei guardandola negli occhi. 
Ne è nata una piccola intervista che posterò in questi giorni, intanto vi invito alla lettura di Massimo Riva Vive, per conoscere la storia di questo "ragazzo di campagna" con l'anima rock e la dolce Claudia che di Massimo ha gli occhi, il sorriso e la bontà d'animo.

Vi lascio qui sotto il link, pubblicato da https://www.youtube.com/channel/UCL3Wu97qEy8UVXnhrXTl78Q , di una emozionante interpretazione di Vivere , un live eseguito una sola volta in tutta la carriera musicale. Una chicca da non perdere.

https://youtu.be/2CfDAwj6BAk

W Massimo Riva!

Buona lettura, 
Tania C.

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