mercoledì 21 aprile 2021

Recensione CHIAVI DI RISERVA di Carmen Gasparotto - Ed. Kappa Vu -

 





CHIAVI DI RISERVA

Carmen Gasparotto

Ed. KAPPA VU

Prima pubblicazione 2020

Genere Narrativa/Autobiografico

Formato Brossura

Pag. 78

€ 12,00

Link per l'acquisto https://shop.kappavu.it/prodotto/chiavi-di-riserva/ 

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CONOSCIAMO L'AUTRICE

Nata a Taiedo (PN), Carmen Gasparotto vive in provincia di Trieste.

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo il romanzo Di forte istinto, edito da Montedit nel 2013.

Nel 2016 edito da Kappa Vu, pubblica Èco, s. femminile plurale, scritto insieme a Marilena Porzio.

Molti dei suoi racconti sono stati pubblicati in varie raccolte corali, tra le quali Siamo partite in tre, edito da Vita Activa nel 2016, Se cammini piano, edito da Vita Activa nel 2016 e #iostoacasa, edito nel 2020 da Edizioni Pendragon.


TRAMA

Racconto autobiografico tra due epoche, il pre e post di quegli anni '60 che hanno radicalmente cambiato il vissuto e il sentito delle generazioni nate intorno al boom economico. Un romanzo breve che racchiude nel cuore il momento del passaggio, il momento in cui la campagna non era più il luogo dove si faceva la storia ma i suoi usi e costumi  trovavano ancora la forza per condizionare quelle vite già proiettate verso un futuro diverso per aspettative e possibilità.

Narrazione commovente, che non stanca, dai pungenti ricordi di storie familiari segnati dall'autorità paterna, un uomo di poche parole ma che comandava, riportando  una giovane donna indietro, in un mondo che oggi ci sembra lontano nel tempo e nello spazio, quasi fossero usanze e linguaggi di altri popoli.

Tutto il vissuto è stato scelto dall'Autrice per conoscere meglio sé stessa e per dare voce a ciò che col tempo potrebbe andare perso, creando un legame indissolubile tra collettività e individualità. 

Nel rivivere il padre con occhi di bambina e ragazza, a tu per tu con l'immagine fagocitata nel ricordo, mette in luce preoccupazioni , motivazioni , valori e sentimenti che all'epoca non avrebbe potuto riconoscere.

Effetto terapeutico della scrittura legata alla memoria, che spesso è lacerante  ma dà un senso al senso.


IMPRESSIONI

Ringrazio di cuore Giuliano di Edizioni Kappa Vu per avermi omaggiato di questa bella copia di Chiavi di riserva.

Ci sono storie che, se pur nella loro brevità, riescono a bucare l'anima, ad andare dritte al fulcro del vissuto del lettore, portando in luce ricordi, spaccati di vita dimenticati o archiviati in quei cassettini che la memoria sceglie di non aprire più, se non per scopi evolutivi e al momento giusto.

Carmen Gasparotto, mettendosi a nudo tra le pagine di questo breve romanzo autobiografico, decide di aprire uno di quei cassetti nel quale sono racchiusi ricordi importanti e irrisolti degli anni della sua gioventù. 

<< Quando morirà piangerò più per il padre che non è stato che per quello che mi manca. >>

Ricordi che fanno male oggi, come all'epoca lo ha fatto vivere quella realtà, ma che col senno di poi aiutano a capire, a dare un senso al perché di molti comportamenti di un padre imponente, la colonna portante della famiglia.

Il 2 febbraio del 2014, Carmen si trova a tirare le somme di una vita vissuta con l'uomo che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua, quella del padre che aveva da poco superato la soglia dei novanta ed era appena deceduto nell'ospedale dove era ricoverato già da qualche mese.

Un bell'uomo suo padre, di umili origini, nella vita aveva fatto un po' di tutto. Nel '49 aveva tentato la fortuna in Argentina, per poi rientrare in Italia con le tasche vuote e tanta voglia di ricominciare. 

Poco importa se avrebbe dovuto lavorare la terra e accudire gli animali. Era una vita onesta e dignitosa nonostante l'acre effluvio del bestiame si diffondesse ovunque e mettesse a disagio Carmen.

Durante l'omelia funebre il sacerdote lo ricordò come un uomo  onesto, infaticabile lavoratore. 

Per Carmen era invece un padre ormai anziano, che, nonostante gli ultimi mesi in ospedale, non si era mai piegato al volere del tempo e degli acciacchi. 

Attaccato alla vita, a novant'anni era ancora lucido e fiero di poter guidare per altri due anni la sua automobile, acquistata con sacrifici e sudore.

Andando a ritroso coi ricordi, il ritratto cambia, da uomo addolcito e indebolito dall'età, assume di nuovo l'aspetto di quel padre patriarca, non padrone nel senso assoluto della parola, ma imponente. 

L'uomo che, tra il benestare comune, non presenziò al suo matrimonio solo perché il futuro genero era già stato sposato in passato.

L'uomo che forse le aveva sempre preferito la sorella, l'uomo duro, capace di sopraffare verbalmente moglie e figlie, privo di cortesia dei toni e di gentilezza nei modi, plasmato da un mondo patriarcale grezzo e rurale.

Erano gli anni '60, i favolosi anni '60, dell'emancipazione femminile, del boom economico, di una società aperta alle novità del futuro e delle relazioni familiari. 

Erano anche gli anni durante i quali Carmen decise di continuare gli studi, nonostante il padre non fosse molto interessato a farle proseguire gli studi. Gli anni in cui studiare e lavorare, per Carmen rappresentarono la l'indipendenza, la libertà di potersi comprare un motorino. Gli anni che bruciavano l'orgoglio di un padre che vedeva l'indipendenza della figlia come un status sociale negativo, un dar adito a voci che lui non poteva permettersi di mantenere la figlia.

<< Poi, come spesso accade quando non si cerca, le cose riemergono. >>

Per Carmen i ricordi si rincorrono come coriandoli sospinti dal vento, accomunati dalla sensazione di non essere mai stata veramente all'altezza di portare avanti un dialogo civile col padre. 

Ogni approccio tentato era sempre costruito su toni poco consoni , troppo accesi che, inesorabilmente, finivano per far sfociare tutti i suoi buoni propositi di un dialogo civile in una discussione, lasciandola con una sensazione di vuoto e acidità di stomaco. 

Probabilmente l'autoritarismo e la durezza di quell'uomo erano l'unico modo a lui conosciuto per esorcizzare le frustrazioni e le paure di ciò che non riusciva a comprendere o gestire.

Le parole di quel padre schietto, liberate in dialetto, un linguaggio sciolto e antico che lo rendeva unico e vero, non forzato come quando cercava di parlare in italiano col nipote. Una ventata di novità, di modernità che, tuttavia, lo rendeva innaturale nella forma e nell'aspetto, ma forse più paziente e addolcito, mentre prestava le cure di nonno al piccolo G. ancora in fasce.

Facendo i conti con la memoria che vive ma deforma e contamina i ricordi, trasformandoli, forse a nostro piacimento, Carmen apre una busta sulla quale il padre aveva scritto con la sua grafia insicura:

'' Chiavi di riserva della Panda''.

Le chiavi che la madre e la sorella  avevano cercato inutilmente per tanto tempo, alle quali non pensavano più, riaffiorate dal nulla per fare luce sui molti perché di quello che era stato e in parte  dimenticato. Per fare pace col passato.

Senza nascondersi, con una forza quasi contraria al suo stesso volere, Carmen Gasparotto racconta e si racconta tra ricordi di una vita vissuta passando a chiedersi perché. Proprio in quella busta sono racchiuse tutte le risposte che ha sempre cercato, alle quali spesso ha dato risposte mascherate, plasmate su ricordi deformati o fuorviati. Quasi a voler chiudere i conti con quel padre così autoritario e rustico, ma capace di sciogliersi davanti ad una nuova vita.

Un breve libretto dalla copertina straordinaria, ma di non facile elaborazione nonostante la fluidità  di linguaggio dell'autrice. 

Dietro all'apparente semplicità e brevità, il romanzo accompagna il lettore ad una profonda riflessione sul rapporto genitori e figli, scavando fino all'anima della memoria per elaborare il proprio vissuto, le incomprensioni e le gioie e l'essenza della vita stessa.

Consiglio questo libretto  non solo a chi volesse conoscere una nuova autrice ma anche a chi sente il bisogno di trovare risposte ad un passato rimasto irrisolto da anni o archiviato in attesa di una ''chiave di riserva'' di lettura.

Sicura che non rimarrete delusi, vi auguro una piacevole lettura che vi porterà via veramente pochissimo tempo, creandovi molti spunti di riflessione ed una nuova e più realistica visone del passato.

Tania C.




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