LOKA
Il racconto tratto dalla storia vera di Walter Locatelli
Romano Montanari
Ed. AltroMondo Editore
Collana La collana dei pionieri
Anno di uscita 2021
Formato Brossura
Pagine 156
€ 14 formato cartaceo
Link per l'acquisto https://www.cinquantuno.it/shop/altromondo-editore/loka/
CONOSCIAMO L'AUTORE
Nato a Lugo di Romagna nel 1933, Romano Montanari consegue la Laurea in Scienze statistiche e Attuariali. Sposato, tre figli e quattro nipoti. Ha lavorato come ricercatore di marketing nel centro studi di una multinazionale statunitense; come consulente di organizzazione commerciale e marketing presso uno studio professionale; autonomamente si è occupato di business development sui mercati esteri. Nel 1994 ha fondato una società per la produzione di dispositivi medici seguendo le tecniche e metodiche dell'automazione totale.
TRAMA
Walter Locatelli è il figlio di una coppia che rappresenta la tradizionale famiglia contadina milanese.
La sua cultura diviene il portabandiera della piccola comunità. Verso i trent'anni, dopo aver terminato il percorso di studi, si ritrova frequentemente ad annoiarsi al bar del paese insieme agli amici.
Durante un caldo pomeriggio estivo, un attrezzista locale gli chiede un piccolo favore. Con un pizzico di orgoglio Walter pensa di poter aiutare l'uomo, non immaginando che quel semplice favore gli sconvolgerà completamente la vita.
Il messaggio è rivolto particolarmente ai giovani che si preparano ad intraprendere la strada del mondo del lavoro: anche un incontro all'apparenza banale può rappresentare l'occasione della vita.
IMPRESSIONI
Con questo racconto di vita vissuta, Romano Montanari continua la Collana dei pionieri. Spero vivamente che in futuro possa raccontarci nuove storie perché la sua scrittura, la sua capacità di mettere su carta spaccati di vita intensa e avventurosa è veramente stimolante e appagante.
Ho letto voracemente gli altri racconti e, prima di recensire Loka, che mi è stato gentilmente offerto dalla cara Alice di AltroMondo Editore, ho voluto assaporarne lentamente ogni pagina, entrare in punta di piedi nella vita di Walter Locatelli, cercando di provare le stesse emozioni e la stessa curiosità che lo hanno portato ad essere un imprenditore di successo. Di questa storia ho apprezzato la freschezza con la quale è stata raccontata, la delicatezza nell'affrontare un tema serio come il rapimento, gli attimi che sembravano ore e le ore che sembravano giorni. La paura, lo sgomento e l'attimo impercettibile di rassegnazione che precedono la speranza di una prossima liberazione.
Emozioni forti e contrastanti, brivido e adrenalina che scorrono nell'inchiostro col quale è forgiato il racconto.
Emozioni arricchite e accresciute dal fatto di aver vissuto, qualche anno fa, l'ansia di un sequestro di un giovane imprenditore mio concittadino.
Ancora una volta Montanari ha saputo catturare l'attenzione del lettore con semplicità e pathos, tipici del suo mettere su carta le esperienze dei protagonisti, dando vita alla loro angoscia, alla paura di non farcela, alla speranza e alla voglia di non lasciarsi andare nonostante la via della rassegnazione potesse sembrare allettante.
La storia è semplice.
Walter Locatelli, un ragazzo della campagna milanese, classe '27, da sempre appassionato di tecnologia e ingegneria, con una grande passione per il calcio che lo vedrà palleggiare dalle giovanili alla prima squadra del Milan.
La strada del pallone venne presto lasciata per un brutto incidente in campo e per la guerra che stava imperversando.
Proseguì invece gli studi di ingegneria, laureandosi con ottimi voti, anche se qualche anno fuori corso.
<< Ingegnere, quando ha finito la sua partita avrei bisogno di parlare un attimo con Lei ... >>
Dopo la laurea, non avendo alcun bisogno di lavorare, amava passare il suo tempo con gli amici nei bar del paese, finché un giorno, nel '55, mentre stava tranquillo con gli amici, un meccanico lo contattò mostrandogli una biella del motore di una vettura.
Il pezzo doveva essere modificato per adattarlo ad un motore e l'uomo chiese a Walter se fosse stato in grado di eseguire le modifiche da lui richieste in tempi piuttosto stretti. La ricompensa sarebbe stata adeguata e gli avrebbe sicuramente portato nuove opportunità di lavoro.
Da quel giorno, non lo avrebbe mai immaginato, si sarebbe aperta la porta di numerose commissioni, sebbene limitate dal tempo serrato di consegna.
Sarebbe stato in grado di svolgere quel delicato compito in così poco tempo?
Mettendoci tutto l'impegno possibile, Walter riuscì a portare a termine il suo compito e non solo, gli venne offerta la possibilità di produrre i pezzi in larga scala, per il fabbisogno locale e regionale.
Mentre la carriera ingegneristica procedeva alla grande, il cuore di Walter venne rapito da Francesca, una bellissima ragazza conosciuta durante una vacanza con gli amici a San Martino di Castrozza.
La passione travolse i giovani, e presto si mutò in amore, che crebbe di pari passo con la carriera di Walter.
Grazie anche all'aiuto di Francesca, con la quale era convolato a nozze, la piccola impresa Locatelli, specializzata nella produzione e assemblaggio di pezzi meccanici per macchinari industriali, chiamati LOKA matricola A-1, iniziò il suo decollo diventando l'eccellenza nel settore.
Quasi senza rendersene conto, il tempo cominciò a volare e la piccola impresa diventò sempre più grande e produttiva, espandendosi a vista d'occhio.
<< RALLENTARE, INCIDENTE A 300 METRI. >>
Insieme all'impresa si espanse anche la famiglia e per Walter si aprirono orizzonti lavorativi oltreoceano che lo fecero atterrare in Brasile, a Curitiba, dove Daniel, un collaboratore, lo attendeva per mostrargli il lavoro e fargli passare qualche momento di svago in quella terra immensa e festosa.
Mentre si stavano recando ad un appuntamento di lavoro, comodamente seduto sulla berlina guidata da Daniel, improvvisamente, si trovarono di fronte ad un brutto incidente che gli sbarrò la strada.
In mezzo alla larga carreggiata, un furgoncino bianco sembrò avere un principio di incendio, mentre poco distante videro un uomo a terra apparentemente privo di vita, dei feriti e una grossa moto rovinosamente ribaltata sul ciglio della strada.
L'intervento dei sanitari confermò l'ipotesi di Walter: l'uomo a terra, coperto da un telino, non avrebbe più avuto bisogno di assistenza.
Destò invece stupore il fatto che una moto, se pur di grossa cilindrata, avesse provocato quell'enorme disastro, visto il tratto di strada ampio e comodo.
Uno dei poliziotti intimò a Daniel di accostare a bordo strada e attendere.
I due uomini scesero per offrire il loro aiuto quando, improvvisamente il morto resuscitò, i feriti li circondarono e i ''poliziotti'' gli puntarono le armi contro.
''Gentilmente'', Walter e Daniel furono invitati a salire sull'ambulanza, guidata dal ''morto'' resuscitato, mentre uno dei barellieri si mise alla guida della moto '' incidentata ''.
Ci volle poco a capire che quello fu un sequestro in piena regola e, come se non bastasse, i sequestratori requisirono loro tutti gli effetti personali, orologio compreso, di modo che non potessero rendersi conto dell'ora.
Dopo quella che sembrò una mezz'ora di strada tortuosa, cambiarono mezzo di trasporto, tornando indietro, percorrendo il percorso a ritroso.
Nel frattempo i sequestratori si cambiarono d'abito, ''trucco e parrucco'', assumendo toni più gentili nei loro riguardi, ma continuando a ribadire di non tentare passi falsi, se non avessero voluto assaggiare un pugno più duro.
Sballottati da un mezzo all'altro e da un luogo all'altro, a A Walter e Daniel fu impedito di conversare tra di loro, costringendoli a creare un linguaggio personale fatto di gesti e occhiate.
Da qualche giorno sentivano in lontananza il ronzio di un elicottero che, continuando a sorvolare quella zona, diede loro la speranza che qualcuno li stesse cercando.
Dopo alcuni giorni la speranza diventò quasi certezza, quando un elicottero fermò il volo proprio sopra al capanno dove furono nascosti. Ma poco più tardi, dopo aver sostato qualche minuto sopra le loro teste alimentando la fiamma della speranza, si allontanò frettolosamente lasciandoli con l'amaro in bocca, come una secchiata di acqua gelida in pieno inverno.
I due prigionieri vennero quindi fatti salire a bordo di un furgone che, dopo aver percorso poca strada, fu affiancato da una berlina.
Su quella berlina venne fatto salire Walter.
Daniel rimase sul furgone con l'autista, e da quel giorno sparì nel nulla...
A questo punto la curiosità vi porterà a domandarvi se e, nel caso, come si risolse il sequestro di Walter Locatelli, che fine abbiano fatto fare a Daniel, ma non vi racconto altro.
Lascio a voi il piacere di sentir scorrere l'adrenalina lungo la schiena, il brivido che accompagnerà queste torride notti estive o una giornata sotto l'ombrellone, certa che verrete, permettetemi il gioco di parole, ''rapiti'' da questa emozionante storia.
Se vi piacciono le avventure e le storie biografiche, quelle che vi fanno viaggiare comodamente per paradisi esotici, seduti in poltrona, questo è il libro che vi soddisferà.
Ringrazio Alice per avermi dato l'opportunità di continuare la Collana dei pionieri e vi invito, se ancora non lo aveste fatto, ad approfondire anche con le altre due storie già recensite e che potete trovare a questi link:
https://valigiadeltempo.blogspot.com/2021/02/recensione-la-luce-che-venne-da-est-un.html
https://valigiadeltempo.blogspot.com/2020/11/recensione-il-dubbio-un-uomo-curioso-di.html
Buona lettura e buona estate.
Tania C.
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