domenica 29 novembre 2020

Recensione: IL DUBBIO Un uomo curioso di Romano Montanari - Ed. AltroMondo Editore -

 




IL DUBBIO 

Un uomo curioso

Romano Montanari

Ed. AltroMondo Editore

Anno di uscita Settembre 2020

Collana Imprese d'impresa

Genere Narrativa d'impresa

Copertina Brossura

Pag. 150

€ 14,00

Link per l'acquisto https://www.cinquantuno.it/shop/altromondo-editore/il-dubbio/


CONOSCIAMO L'AUTORE


Nato a Lugo di Romagna nel 1933, Romano Montanari consegue la Laurea in Scienze statistiche e Attuariali. Sposato, tre figli e quattro nipoti. Ha lavorato come ricercatore di marketing nel centro studi di una multinazionale statunitense; come consulente di organizzazione commerciale e marketing presso uno studio professionale; autonomamente si è occupato di business development sui mercati esteri. Nel 1994 ha fondato una società per la produzione di dispositivi medici seguendo le tecniche e metodiche dell'automazione totale.


TRAMA

Un breve racconto che ha tratto ispirazione dalla vera storia di un uomo che, dopo aver passato una vita lavorando come mediatore e commerciante di bestiame, un giorno si trova ad osservare una scena talmente curiosa e illuminante da decidere di dimostrare a se stesso e al mondo che anche lui poteva diventare un ''industriale''.

Il messaggio è rivolto soprattutto ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro: quando hai un sogno lo puoi realizzare solo con determinata convinzione.


IMPRESSIONI


Questo breve romanzo mi è arrivato a sorpresa grazie al pensiero sempre carino che ha per me Alice di AltroMondo Editore. Un titolo enigmatico e bizzarro, Il dubbio Un uomo curioso, che porta la firma di Romano Montanari. 

Incisiva la copertina, che lascia intuire quello che è il cuore della versione romanzata di una storia ispirata alla vita di una persona reale che, dopo aver notato un episodio curioso, decide di lasciare il suo lavoro per diventare un imprenditore.

Letta la trama sono rimasta un po' di tempo col ''dubbio'' personale: sarebbe stato un concentrato di dati statistici e di marketing? Sarei stata in grado di leggerlo e soprattutto di capirlo? Poi ho iniziato la lettura nel pomeriggio, in attesa di una visita medica e la sorpresa è stata talmente grande e bella che una volta rientrata a casa ho sentito l'impulso irrefrenabile di arrivare alla fine, incollata alle pagine  saltando la cena.  

L'autore ha modificato i nomi, i luoghi e la tipologia di lavoro assicurando la privacy all'uomo (o donna?) al quale si è ispirato. Leggendo però, un dubbio mi è sorto: che sia l'identità dell'autore stesso ad aver dato vita al personaggio Giulio Restelli? Un dubbio che rimarrà fino alla fine per poi venire archiviato in uno dei cassettini della memoria senza avere risposta, o forse no. Lo scoprirete solo leggendo, seguendo il racconto narrato in prima persona proprio dal protagonista.

<< Un giorno vide qualcosa che sconvolse la sua vita e gli fece esplodere il desiderio incontenibile di dimostrare a sé stesso e al mondo intero che anche lui poteva diventare un industriale. >>

Giulio Restelli, professione commerciante e mediatore di bestiame, come tradizione da varie generazioni paterne,  durante il fine pomeriggio di una bella giornata di primavera inoltrata, sta percorrendo le tortuose stradine della Brianza con la sua motoretta.

Seguendo i tornanti tediosi si ritrova ad osservare con curiosità degli operai che stanno raccogliendo con cura selettiva dei sassolini dal greto del fiume Olona, per poi caricarli su dei camion di media portata.

La curiosità di conoscere il perché di quell'insolita e scrupolosa raccolta era talmente forte che Giulio decise di seguire i camion una volta caricati.

L'inseguimento di Restelli lo portò alla sede di un'azienda che produceva macchine per il trattamento superficiale di metalli. Davanti al cancello dell'azienda gli si aprì un mondo, una piccola idea che in meno di un minuto era diventata una certezza: avrebbe cambiato lavoro presentando domanda di assunzione a quell'azienda e sarebbe diventato un industriale.

La novità venne accolta quasi con sollievo dalla famiglia, ormai il lavoro da mediatore stava diventando pesante per lui, lo avrebbero portato avanti i due figli e lui avrebbe potuto comunque fare da consulente.

Dopo aver presentato la domanda all'azienda, Restelli venne assunto come portinaio. Un lavoro semplice ma importante, avrebbe dovuto segnare su un registro i camion in entrata e uscita, il loro peso e monitorare i visitatori. La possibilità di far carriera non mancò e presto venne promosso in officina. Il lavoro era così interessante che Restelli cominciò ad annotarsi tutto quello che accadeva sotto i suoi occhi, dagli aneddoti ai contatti dei fornitori e terzisti, creando una sorta di registro che custodiva gelosamente. Il tempo passò e in due anni arrivò a rivestire incarichi dirigenziali, finché non decise che era giunto il momento di camminare con le proprie gambe e spiccare il volo. Si sarebbe dimesso e avrebbe creato una propria piccola azienda personale di assemblaggio macchinari per la finitura dei metalli.

<<Prima di tutto vorrei sapere da Lei se io sono un industriale o no >>

<< Non deve avere alcun dubbio: Lei è diventato un industriale e sono sicuro che piano piano dimenticherà, forse con qualche rimpianto, mucche e vitelli... >>

Il capanno degli attrezzi nel giardino di casa era perfetto, bastava solo mettersi in regola con la burocrazia e la sua creatura sarebbe stata pronta a muovere i primi passi. Il suo prezioso registro fu una miniera d'oro per spianargli il campo sul mercato e ben presto il capanno degli attrezzi non bastò più. Chiamando a raccolta moglie, figli e nuore, decise di ampliare l'azienda acquistando nuovi capannoni e inserendo i figli e le nuore nell'organico, aiutato dalla moglie. In poco tempo la sua piccola azienda si crebbe al punto di cominciare a guardare la possibilità di espandersi in zona franca in Europa ed oltre oceano.

Le cose sembravano andare sempre meglio, allietate anche dalla nascita di due gemelli, Alice e Antonio, figli di Giovanni. Con l'arrivo dei piccoli la moglie decise di dedicarsi ai preparativi insieme alla nuora e venne sostituita con nuovo personale. Sembrava di toccare il cielo con un dito finché un giorno alla famiglia Restelli quel cielo crollò addosso. 

Di ritorno da un viaggio di affari all'estero, Giulio trovò un'amara sorpresa, quella che ogni genitore non dovrebbe mai vivere: il figlio Carlo era ricoverato in rianimazione per un infarto. Nonostante le preghiere e la fiducia di una ripresa, Carlo morì per un'emorragia cerebrale. Le sue condizioni erano già aggravate dall'infarto e il ragazzo non aveva retto all'ictus.

Per la famiglia fu un duro colpo, i genitori non dovrebbero mai sopravvivere ai figli, ma perdersi d'animo non era nel dna di Giulio che, continuò a rimboccarsi le maniche per non sprecare tutto il lavoro e l'impegno che la famiglia aveva riversato nell'azienda.

Si potrebbe quasi pensare che "Restelli" sia un cinico stakanovista, interessato solo al denaro e all'espansione dell'azienda, in realtà l'uomo aveva riversato tutto il suo impegno e il suo amore in un progetto nato da una curiosità personale ma diventato ormai il sogno di famiglia. Con la sua voglia di fare e di conoscere ha saputo coinvolgere all'unanimità figli e nuore, che da subito hanno creduto in lui e nella sua potenzialità di industriale. 

Tornato il sereno le cose filarono lisce per un po' di tempo, tra viaggi d'affari e i nipotini che crescevano. Ma quando sembra andare tutto bene, ecco che arrivano le nuvole nere a minacciare tempesta.

Per Giulio le nuvole minacciose si trasformarono in minacce reali.

Pedinato da una batteria di criminali locali, venne fermato più volte e minacciato di ripercussioni se l'azienda non avesse pagato il ''pizzo'' per la protezione, naturalmente senza denunciare l'incontro ai Carabinieri.

L'impatto con la criminalità fu scioccante ma, dopo la seconda minaccia, l'uomo non si arrese e, appoggiato dalla famiglia, si rivolse al Maresciallo spiegando l'accaduto.

Come nelle fiction televisive sulla mafia, ''la spiatina'' ai Carabinieri non passò inosservata all'occhio del ''Grande Fratello''. 

Seguirono altre minacce, rivolte anche ai nipotini e alla famiglia, la richiesta era sempre la stessa: centomila euro al mese, nessun intervento dei Carabinieri e sarebbe filato tutto liscio, altrimenti...

Ma Restelli non era disposto a piegarsi ai ricatti del boss di quartiere, avrebbe difeso la sua azienda nata dal nulla grazie al suo impegno costante. No, non si sarebbe venduto ai ricatti per farsela portare via.

Continuando a comunicare di nascosto coi Carabinieri, l'uomo continuò a lavorare e viaggiare finché un giorno, con uno stratagemma ben studiato, degli uomini fecero irruzione negli uffici e lo presero in ostaggio. Pagare il pizzo e avere salva la vita oppure...

Anche questa volta la tenacia di Restelli, ormai sulla settantina, lo aiutò ad avvisare la Benemerita e a salvare tutto quello per cui aveva sempre lottato, la famiglia e la sua azienda.

Superata anche la batosta del tentativo di rapimento, per l'uomo si aprono le porte dell'Europa dell'est, in Russia e degli Stati Uniti. La scelta è difficile, dalla Russia spingevano per un'espansione straordinaria, basso costo, manodopera quasi a costo zero e un gran volume d'affari. L'America lo stava corteggiando per acquistare l'azienda ed espanderla con un volume d'affari da capogiro. A lui, oltre il ricavato della vendita, sarebbe rimasto l'incarico di presidente onorario, senza responsabilità e potere decisionale, al figlio un ruolo dirigenziale di prestigio. L'offerta americana era buona.

Valutando i pro, l'età che aveva superato l'ottantina, il cospicuo ritorno finanziario, i nipoti che oramai grandi e laureati non avrebbero portato l'azienda e i contro, non avrebbe più avuto la sua azienda, Restelli decise di vendere... 

Erano altri tempi, Giulio Restelli ha avuto anche una gran fortuna a lasciare un lavoro avviato per essere assunto in età avanzata in un'azienda con la possibilità di far carriera per poi ricominciare da capo e da solo sino ad arrivare a costruire un impero. 

È impensabile al giorno d'oggi che un cinquantenne riesca, in due anni a farsi assumere, arrivare ai vertici della carriera e in pochi anni tirar su dal nulla un'impresa con filiali in tutto il mondo. Ma il messaggio che l'autore vuol mandare è proprio quello di credere alla propria curiosità e ai propri sogni e lottare per avverarli. Anche se poi non sono come ce li saremmo aspettati, almeno ci abbiamo provato e abbiamo costruito le nostre idee.

Mi ha colpito molto la sua curiosità che lo ha spinto dal cercare una risposta al perché degli operai raccogliessero sassi su dei camion sino a reinventarsi come magnate brianzolo.

Durante la descrizione del rapimento non ho potuto fare a meno di pensare ad un ragazzo della mia zona, un imprenditore a capo dell'azienda familiare di edilizia che il 16 dicembre 2012 fu rapito da un collega a scopo estorsione e fu liberato il 31 dicembre. Mi sono chiesta più volte, leggendo, quanto possa essere pericoloso il lavoro di un imprenditore. Oltre la paura di crack finanziario, anche quella di vedersi portare via i sogni dalla malavita.

Ho ammirato quest'uomo, chiunque sia, caparbio e coraggioso, che ha lottato a costo della sua stessa vita pur di salvare il suo dubbio: era veramente riuscito a diventare un industriale?

Lascio a voi scoprire la risposta tra le pagine di questo intenso racconto, con la certezza che vi coinvolgerà fino alla fine esilarante che ci descrive un uomo che col suo coraggio e credendo in se stesso e nei suoi sogni ha saputo costruire un impero partendo da un piccolo sassolino del fiume Olona.

Buona lettura,

Tania C.

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