lunedì 30 novembre 2020

Recensione NEI GIORNI DELLA VENDEMMIA di Franco Serpi

 







NEI GIORNI DELLA VENDEMMIA

Franco Serpi

Indipently Published

28 settembre 2020

Pagine 264

Copertina flessibile

€ 12,48

Disponibile in formato cartaceo su Amazon al seguente link

https://www.amazon.it/giorni-della-vendemmia-Franco-Serpi/dp/B08K9XD2SC/ref=asc_df_B08K9XD2SC/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=459265330952&hvpos=&hvnetw=g&hvrand=6041162337951950080&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=20602&hvtargid=pla-980601805341&psc=1


CONOSCIAMO L'AUTORE

Franco Serpi - foto dal web -

Franco Serpi ha vissuto per trentotto anni a Massa (Massa Carrara), nella sua amata Toscana. Dal 2019, seguendo il cuore e l'amore si trasferisce nella splendida campagna laziale, in mezzo alla natura preziosa dalla quale nasce l'ispirazione dei suoi libri.
Ama cinema e teatro ed è appassionato di libri e arte.
Portano la sua firma due romanzi di successo, ''La sopravvivenza inutile'' e ''La primavera delle consapevolezze''. 
Ha scritto in oltre un testo tecnico-pedagogico intitolato ''Maria Montessori - La vita e il Metodo".
''Nei giorni della vendemmia'' è il suo ultimo romanzo, uscito a settembre 2020.
Entrato di diritto nel panorama letterario italiano, è considerato dalla critica nazionale come una delle più interessanti penne del nuovo millennio, riscuotendo anche buoni risultati di vendita.

TRAMA

I rami della vita si intrecciano, così come la storia di una famiglia.
A volte si sceglie di omettere la verità per convincersi che la realtà non esiste, che esista una vita parallela dove tutto assume un altro significato, un altro stato.
Angela è giunta al termine della sua storia d'amore e per non annegare nel dolore vorrebbe evitare gli addii; Abramo si barrica dietro allo scudo di una libertà soffocata; Ambra, per paura del giudizio della gente nasconde la notizia più bella; Sara non ha mai amato la sua azienda vinicola e reprime i suoi desideri; Nadia nasconde il senso delle cose per paura di dover ribaltare la sua vita; Mauro insabbia le sue paure e l'anziana zia Irina, forte dell'esperienza dei suoi anni cercherà, come un fare, di illuminare il buio di tutti quei cuori in tempesta.
Un inno all'imperfezione che ci sprona ad amarci per quello che siamo.
Un romanzo che affronta il tema della famiglia, non come nido perfetto ma come processo dinamico, dove i protagonisti si ri-incontrano tra i profumi e la magia dei vigneti dell'entroterra senese.

IMPRESSIONI

Ho avuto la possibilità di conoscere Franco Serpi, per il momento solo virtualmente,  grazie ad una cara amica in comune. Rosanna mi chiamò per chiedermi se fossi stata disponibile a recensire il nuovo romanzo di un suo collega, scrittore per passione.
Inutile dire che la mia curiosità e la fame di nuove avventure mi spinse ad accettare, così mi mise in contatto con Serpi e, grazie alla sua gentilezza, ricevetti una copia cartacea del suo nuovissimo romanzo: Nei giorni della vendemmia.

<< C'è sempre un luogo che ci accoglie quando tutto sembra rifiutarci, un posto dove possiamo riconoscerci, dove i suoni lontani si possono ancora percepire familiari e nulla appare vuoto. >>

Accattivante già dalla copertina che rappresenta un boschetto dai colori caldi, rimasi subito colpita anche dalla trama. Il libro perfetto per un'anima sognatrice, alla ricerca di luoghi magici e buoni sentimenti.
Il romanzo è ambientato nella campagna senese, nel mezzo dei rinomati vigneti di un'azienda vinicola a conduzione familiare da diverse generazioni. I personaggi principali sono i tre figli: Angela, Abramo e Ambra, Sara la madre e zia Irina, sorella del defunto padre.
Ogni volta che Angela perdeva la retta via, l'unico modo per ritrovare la strada giusta era mettersi in auto e tornare alle origini, nella casa dove era nata e cresciuta per poter parlare con la madre. I genitori avevano ereditato dal nonno paterno l'azienda vinicola fruttuosamente attiva già da tre secoli di generazioni. Per Angela la casa immersa tra quei vigneti era l'angolo di Paradiso nel quale rifugiarsi quando voleva scappare dalla realtà che puntualmente le presentava il conto, come un creditore alle calcagna del moroso. 
Il padre era appena morto, ma l'Azienda continuava a produrre, seguita dalla madre rimasta sola a tirare le redini di un impero divenuto troppo grande da gestire.
Per Angela e i suoi fratelli la vendemmia era un giorno di festa, un Natale anticipato che regalava ai bambini la gioia di una giornata all'aria aperta a mangiare uva e poi a pestarla coi pieni nei tini traboccanti di grappoli d'oro e viola.

foto personale scattata nella splendida location di un vigneto dell'Azienda Agricola Giacomelli di Castelnuovo Magra (Sp)


Mentre leggevo mi sembrava di sentire l'odore dolciastro degli acini pestati e il ronzare delle api sui tini, talmente  è intensa e sentita la descrizione. Non ho mai amato la vendemmia, per me è sempre stata una forzatura, alzarsi all'alba, le mani appiccicose, le vespe e le api che circumnavigavano il viso non erano cosa per me che ho sempre preferito scattare foto ai vendemmiatori anziché staccare grappoli, ma le scene così realistiche e poetiche mi hanno fatto venire voglia di tornare ragazzina e spiluccare i dolci chicchi tra i filari del vigneto del nonno. Una descrizione poetica che incanta e rapisce aprendo un vortice temporale che ci riporta all'infanzia spensierata tra i campi.

Vendemmia -  foto personale -

Finché erano bambini era bello ritrovarsi tutti riuniti per partecipare a quel rito che era diventato sacro. Ma adesso tutto era cambiato.

Inseguendo il sogno di un amore che esisteva solo nei suoi adorati romanzi, Angela si era sposata con Mauro. Un matrimonio nel quale aveva creduto, investendo se stessa sino ad annullarsi, che era però durato il tempo di una candela accesa.
Fare i conti con la realtà era così difficile e lei non voleva ammettere a se stessa il proprio fallimento, quindi meglio scappare  in silenzio, senza sentirsi in dovere di dare troppe spiegazioni a nessuno, soprattutto a Mauro.

<< Angela si perdeva nei colori della natura, ogni albero le raccontava di sé, in ogni foglia poteva leggere qualche traccia del suo mondo interiore. >>

L'anima fragile di Angela si palesa da subito, rivelando una donna vissuta all'ombra di una facciata fatta di eleganza e lusso che non le appartengono, ma una volta dentro alle pareti del suo lussuoso appartamento la facciata crolla come un castello di sabbia bagnato dalle onde. Con Mauro c'erano problemi, silenzi insormontabili dei quali nessuno dei due voleva prendere coscienza. Una mattina Angela, arrivata al culmine del malessere generato da quella vita ormai diventata prigione, decide di lasciare Mauro e tornare per un po' a casa. Il tempo della vendemmia era vicino e avrebbe potuto approfittarne per non pensare troppo e svagarsi. O per riflettere su quello che da tempo aveva cercato di nascondere a se stessa.

Il bello dei romanzi è che ti permettono di viaggiare in luoghi speciali pur restando accoccolati in poltrona. Pur vivendo in campagna, ad un km dal mare che adoro, ho provato una sana invidia per Angela, immersa nei colori e profumi delle dolci colline senesi. Mai come in questo periodo ho sentito il bisogno di vivere l'autunno tra i campi purpurei e gialli e grazie alle splendide descrizioni dell'autore, anch'io ho potuto vivere di nuovo il rosso, l'ocra e il giallo dei vigneti.

<< Sarebbe riuscita a trovare la strada da sola o nel percorso sarebbe stata importunata dalla violenza del lupo? >>

Chi invece non ha mai amato la vita in campagna e la vendemmia è Ambra, la sorella più piccola, viziata dal padre, residente a Parma dove era diventata una studentessa fuoricorso. Amante della vita mondana, delle  auto di lusso e sempre insoddisfatta da cambiare un uomo dopo l'altro. Fin quando non conosce Glauco,  un uomo sposato che avrebbe potuto essere suo padre ma del quale si innamora al punto di restare incinta. Consapevole ma non d'accordo col fatto che Glauco non avrebbe mai lasciato la moglie per lei e soprattutto non avrebbe voluto figli da lei dal momento che era nonno e la loro era solo una storia di sesso, Ambra, dopo aver accettato la gravidanza scelse di tenere il bambino e di non dire nulla a Glauco. Lo avrebbe, pur amandolo, tagliato fuori dalla sua vita e avrebbe cresciuto il bambino da sola. Promettendo di raccontare tutto alla famiglia che l'avrebbe sicuramente aiutata, decise di partire per Siena. L'occasione della vendemmia avrebbe attutito lo shock iniziale ed eventuali rimproveri.

Mi è piaciuto il personaggio di Ambra, una ragazza all'apparenza frivola, modaiola e mantenuta da papà che nulla le poteva negare, ma dall'anima fragile e in cerca di continua approvazione. Una persona disposta a sacrificare la sua vita e una storia che forse voleva più per capriccio che per amore, per una piccola vita che cresceva dentro di lei. Ho apprezzato molto anche la sensibilità con la quale l'autore ha affrontato il delicato tema di una gravidanza inaspettata ed extraconiugale. Ha saputo descrivere la realtà di molte donne con naturalezza e tanto amore pur usando un linguaggio veritiero e diretto.

<< Abramo era un bellissimo uomo, alto, magro al punto giusto, rotondo nella muscolatura come suo padre. I suoi lineamenti paterni, ricordavano i tratti di un dio persiano incastrato in un film di Hollywood di vecchia data. >>

Abramo è il fratello di mezzo, quello ''arrivato'', un buon lavoro, una moglie che lo amav e due figli che stravedevano per lui e per la famiglia paterna. Ma Abramo era anche una persona confusa, fragile, costretto a nascondersi dietro alla facciata della famigliola felice. E a lungo andare quella vita cominciava a pesargli. Gli mancava solo il coraggio di spiccare il volo verso la felicità per essere finalmente libero da quella gabbia dorata in cui si trovava suo malgrado imprigionato ormai da troppi anni. Raccontare tutto alla famiglia avrebbe creato uno scandalo? Ma la famiglia lo amava ed aspettava solo che Abramo si liberasse dei suoi fantasmi. Erano tutti pronti, già da molto tempo prima di lui.
Il personaggio di Abramo è stato modellato su una realtà ancora scabrosa per molte famiglie che non vogliono ammettere l'evidenza di un malessere celato dietro a finti sorrisi e convivenze forzate, vuoi per i tabù sociali ancora troppo discriminanti, vuoi per la paura di accettarsi per chi si è veramente. Come per Ambra, il delicato tema affrontato dall'autore è stato raccontato con la schiettezza che contraddistingue tutto il romanzo. 

<< Quella donna vuole farci morire tutti di paura!! Se la ritroviamo viva gliene dirò così tante che la farò morire io! >>

Il personaggio che ho preferito in assoluto è la novantenne zia Irina, sorella del padre, ancora autosufficiente e grintosa nonostante la salute molto precaria.
Zia Irina, un po' come Ambra, era la ribelle di famiglia, quella che si era distaccata per prima dalle tradizioni agresti, preferendo lottare per un futuro libero e indipendente, perorando la causa del Partito Comunista ancora adolescente, ben protetta dalle disponibilità finanziarie del padre, fiorente produttore di vini.  Il suo carattere forte e caparbio, sanguigno, tipico dei toscani, sarà quello che contribuirà a riunire la famiglia e a far prendere una posizione ai nipoti. La sera della grande cena di vendemmia, con la famiglia riunita, zia Irina scomparve, gettando scompiglio tra i nipoti e la cognata. L'unica a conoscere le reali condizioni di salute della donna era la sua ''collaboratrice'' filippina Sami, ingegnere donna dal carattere forte ma profondamente rispettosa, costretta a migrare in Italia dopo l'alluvione nelle Filippine. Sami si vide costretta a rivelare il ''segreto'' della zia e la famiglia corse tra i vigneti ormai bui a cercarla e rimproverarla della sua incoscienza. Non trovandola rientrarono in casa: Irina era comodamente seduta ad aspettarli, pronta ad alimentare un focoso battibecco con la cognata Sara.

<< Aveva sempre odiato quel lavoro che l'aveva obbligata a non esercitare più la professione per cui aveva studiato.
Un medico regalato al vino, si definiva. >

Sara è sempre stata una donna dal carattere duro e aspro, ma pronta a sciogliersi per figli e nipoti.
Costretta a rinunciare alla sua professione di medico per aiutare il marito a mandare avanti l'azienda si ritrovò, dopo la sua morte, sola a gestire quell'impero del quale non le era mai importato nulla. Era stanca, unico suo desiderio era quello di giocare a burraco tutta la notte, senza pensieri. D'altronde nemmeno ai figli era mai importato nulla dell'azienda. Avevano raggiunto una buona stabilità economica, non aveva più senso dedicare i suoi anni restanti ad un lavoro che in cambio le succhiava sempre più energia. 
Il rimpianto di una professione che aveva sempre amato, quella di medico, ma che per amore aveva prontamente sacrificato era da sempre causa di accese discussioni con la cognata Irina e difficilmente riusciva ad avere l'ultima parola. Ma Sara era stanca e la decisione di cedere l'azienda dopo aver saldato contratto di vendita con gli orientali golosi del loro dolce vino,   si fece sempre più forte.
La vendemmia presentava quindi l'occasione giusta per comunicare ai figli la decisione presa per il suo bene e per il bene di tutti, a scapito di quello che avrebbe pensato la scorbutica Irina.
Tutti riponevano nella vendemmia l'occasione per riscattarsi, per aprirsi e mettere in tavola tutte le carte, il destino avrebbe poi pensato al resto.
Ma la vendemmia non aveva fatto i conti con la zia che anche questa volta avrebbe avuto l'ultima parola per dimostrare le sue ragioni e mescolare un po' tutte le carte spronando Sara e i nipoti a liberarsi delle loro limitazioni e spiccare finalmente il volo verso la serenità ...
Nel romanzo si incontrano anche altri personaggi, come Mauro, ex marito di Angela, Laura, compagna di Mauro, Fernanda, amica di Angela che nasconde un segreto che la porterà a fare delle scelte di vita drastiche e Rafel, socio e amico di Abramo, costretto a vivere nell'ombra e nell'incertezza. 
Ognuno di loro ha un vissuto forte, che li ha resi fragili e insicuri, ma grazie alla magica atmosfera della convivialità della vendemmia, si evolveranno, trovando la sicurezza per andare incontro alla tranquillità ritrovata nell'inizio di una nuova vita. 

Durante la lettura mi sono ritrovata nei panni di un nuovo membro della famiglia, intenta ad ascoltare ed elaborare i problemi e il vissuto di ogni familiare, sentendomi ancora e  di nuovo  bambina, quando durante il pranzo della vendemmia, con amici e parenti, si discuteva sulla rendita che avrebbe dato l'uva e sui rinnovamenti da fare al vigneto il prossimo anno. Ognuno diceva la sua, ognuno proponeva, spiegava e ascoltava, ma l'ultima parola era sempre quella nonno e io sempre più convinta che mangiare uva e scattare foto era la scelta migliore, quella meno faticosa e per niente appiccicosa. 
Quanta nostalgia di quella vita, in cui tutto sembrava fuori dal tempo, più genuino e quanto è stato bello ritrovare l'atmosfera allegra e la leggera di quel periodo. 
Con dispiacere ho terminato la lettura. Mi sono congedata dalla famiglia con lentezza, quella che pervade ogni lettore quando non vuole arrivare ai ringraziamenti finali, ma nel cuore ho la speranza di ritrovare tutti i personaggi, un giorno, magari in una bella fiction o in un sequel.
I motivi per i quali vi consiglio la lettura di questa accogliente storia sono diversi e ve li elenco con piacere:

1. Franco Serpi è uno scrittore con un animo spiccatamente sensibile che merita la possibilità della vostra attenzione. Il suo stile scorrevole, diretto e mai volgare, vi coinvolgerà   fino alla fine senza mai annoiarvi, facendovi vivere emozioni uniche e spesso sopite dal passare del tempo.

2. La storia, come ci racconta Serpi è un romanzo delle seconde possibilità, un modo per rinascere dalle ceneri dei propri errori come una fenice. Proprio grazie alla riunione della famiglia per la vendemmia, vengono alla luce segreti e bugie, le cose non dette e drammi profondi che probabilmente si sarebbero confessati solo ad uno sconosciuto, scatenando una serie di azioni e conseguenze che portano ad accettare cambiamenti anche drastici , spazzando via la patina stereotipata di ''famiglia del Mulino Bianco''. La perfezione non esiste, dietro alla facciata dorata di famiglia perfetta si sbaglia, si creano conflitti, ci si allontana per poi ritrovarsi, elaborando i propri errori e ricominciando da capo, seguendo la pancia e il cuore anche se la strada sarà tutta in salita. 

3. Lo scenario descritto con cura e amore ci farà viaggiare nella meravigliosa campagna Toscana tanto cara all'autore, dall'atmosfera a cavallo tra le tradizioni contadine del secolo scorso e i giorni d'oggi.

4. È un romanzo che si legge d'un fiato, che tiene incollati fino alla fine e ci da la speranza di ricominciare per trovare il nostro riscatto.

5. È un romanzo adatto a tutti, trattando vari argomenti delicati e di attualità.

Ultimo motivo per convincerci è che potrebbe essere uno splendido regalo di Natale per i vostri amici sognatori e romantici.

Spero di avervi incuriosito al punto di farvi intraprendere subito questo viaggio nella natura e nell'anima perché, alla fine, vi sentirete pronti a cercare il vostro riscatto dell'anima. 
Augurandovi buona lettura vi do appuntamento alla prossima uscita, qui sul blog, di un'interessante intervista a Franco Serpi.
A presto,

Ringrazio di cuore Franco per avermi regalato questa meravigliosa emozione, e gli faccio tanti auguri per il traguardo delle 2000 copie vendute.
Ringrazio anche la disponibilità di Roberto Petacchi per avermi ''prestato'' la suggestiva location per fotografare ''Nei giorni della vendemmia'' tra gli splendidi vigneti della sua Azienda Agricola Giacomelli.
Ringrazio infine Rosanna Acquaro, per gli amici Pam, per avermi fatto conoscere Franco Serpi e per averlo intervistato. Da oggi Rosanna, impegni lavorativi e familiari permettendo, collaborerà con La Valigia.

Tania C.

foto personale scattata nella splendida location di un vigneto dell'Azienda Agricola Giacomelli di Castelnuovo Magra (Sp)

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