martedì 29 gennaio 2019

I LUOGHI DELLA MEMORIA


UNA GIORNATA DELLA MEMORIA NEI LUOGHI DELLA MEMORIA


Lo scorso 27 gennaio, in occasione della giornata della Shoah, ho avuto l’onore di poter visitare la prima di una mostra fotografica dedicata all’Olocausto. La giornata sembrava creata apposta per ben adattarsi al contesto del luogo e ‘’dei tempi’’: buia, gelida, piovosa e con una cappa di nebbia che derubava le persone delle sembianze umane, rendendole poco meno di ombre percepibili alla vista.

La mostra ‘’ Ad Auschwitz c’era la neve ‘’, oltre a ricordarci la poesia in musica di Guccini, racconta, incastonata tra le mura del Museo della Memoria, nel suggestivo scenario montanaro di Sant’Anna di Stazzema, sede del tragico Eccidio del 12 agosto 1944, il Viaggio fotografico dell’anima che quattro amici fotografi rapallesi, ma soprattutto uomini: Manuel Zucchini, Enrico Ravera, Adriano Cascio e Roberto Castruccio , hanno compiuto esattamente un anno fa tra Auschwitz e Birkenau.

Questi quattro amici, creatori de L’Officina fotografica indipendente di Rapallo, nata con l’intento di essere un laboratorio creativo volto al sostentamento, diffusione e sviluppo della fotografia in ambito artistico e culturale, durante il rigido inverno 2018, accomunati dal desiderio di condividere per crescere e confrontarsi, partono armati di macchine fotografiche e abbigliamento termico, alla volta dei Campi di concentramento di Auschwitz/Birkenau con l’intento di portare a casa qualche scatto per poter ‘’Coltivare la memoria’’.

Di foto ne hanno scattate, non tra mille difficoltà, dovute al clima e alla logistica dei luoghi protetti da teche, ognuno secondo il proprio personale sentimento. L’intenzione era quella di fare tesoro dell’esperienza e, un domani, di poter utilizzare quegli attimi catturati, per divulgare ai giovani e alle future generazioni, la memoria di tutte quelle storie che si celano dietro ad ogni passo fatto dopo aver varcato il cancello del ‘’Campo’’.
Il loro abbigliamento termico non bastò a tenerli al caldo durante la visita, passo dopo passo, il freddo pungente  si insidiava nelle loro ossa. 
Non fu quindi difficile, per loro, seppur ben coperti e protetti da abbigliamento tecnico ad uso in condizioni climatiche polari, calarsi nei panni di chi, durante la deportazione, ridotto a larva umana  e  con addosso solo brandelli di stracci. Duecento persone stipate dentro a baracche di legno con una capienza di max 40/50 esseri umani. Quattro o cinque persone compattate su castelli di tavolacce dure e fredde di due metri, adibiti a letto comune. Nulla per riscaldarsi se non  i loro scheletrici corpi e lembi della famosa divisa a righe. 
I più fortunati lavorano nelle latrine. Fortunati, direte? In quei luoghi dove il credo nazista ‘’Arbeit Macht Frei’’, portava alla morte chiunque varcasse la soglia dei cancelli, potevano ritenersi veramente fortunate tutte quelle persone che erano forzate al lavoro dentro al capannone adibito a latrina. 

Il luogo, se pur puzzolente e squallido, forniva loro un po’ di calore e speranza. Queste persone erano denominate ‘’gli Intoccabili’’, perché lavorando i quel luogo erano impregnate di un odore nauseabondo. Ma proprio quell’odore che li emarginava tenendoli a distanza da tutto e tutti, era fonte di una piccola speranza di salvezza, quella di scappare alla ‘’fabbrica legalizzata della morte’’.
Privati della loro identità, degli affetti, dei ricordi e di ogni dignità, ridotti ad essere un numero tra milioni di numeri, giorno dopo giorno, dopo estenuanti fatiche ai lavori forzati e violenze di ogni sorta, la loro vita era scandita da un lento avanzare verso la morte. Uomini emarginati, tra milioni di vite emarginate. Uomini che si aggrappavano all'umiliazione e all'annientamento in vista di quella piccola crepa dalla quale filtrava la luce della vita e, forse un giorno, della libertà ... 


Da sinistra Enrico Ravera, Manuel Zucchini, Roberto Castruccio, Adriano Cascio

Ogni singola foto, per la maggior parte in bianco e nero con qualche guizzo di colore, esprime il sentimento forte di dolore ma non di rassegnazione non solo di chi l’ha scattata, ma di ogni singola persona finita in quei luoghi di morte, dove morivi due volte: all'inizio con la dignità umana annientata, ridotta a meno di uno zero, con la morte fisica all'ultimo, trasportati dal vento. Da ogni scatto, quello del cuore, traspare  rabbia e impotenza verso la brutalità della ‘’belva umana’’, per dirla alla Guccini, sempre assetata di sangue, per la quale la vita umana non aveva valore alcuno. I nostri quattro amici, col loro viaggio fotografico, che oserei definire introspettivo, sono riusciti, invece, a dare il giusto valore alla vita di ogni essere umano, qualsiasi sia il luogo di nascita, credo politico e religioso.
Manuel, Adriano, Roberto ed Enrico sono riusciti nel loro intento, nato con umiltà e passione, di lasciare un segno tangibile negli animi di chi, come me, ha avuto la possibilità di visitare la loro mostra. 
Un segno che resterà indelebile grazie anche alla location di uno dei luoghi dei più tragici eccidi della nostra storia …


     
   Museo Storico della Resistenza di Sant'Anna di Stazzema
foto personale

Per chi desiderasse approfondire l’argomento, posto il link della pagina facebook  dell’Officina fotografica indipendente di Rapallo.


La mostra fotografica si protrarrà sino al 3 febbraio,approfittatene ...
https://www.facebook.com/775450859484395/photos/775486412814173/




                               

                                   Museo Storico della Resistenza di Sant'Anna di Stazzema  
foto personale

Non pubblico foto della mostra per rispetto a chi le ha scattate, per chi fosse impossibilitato alla visita lascio un link nel quale potrete ammirare qualche scatto. 

Tania C.

https://www.facebook.com/OfficinaFotograficaIndipendenteRapallo/videos/pcb.378950319348632/802354010127413/?type=3&__tn__=HH-R&eid=ARBrzynYGj28ZDZKsHqfnqaB5oO0YrF0Gp9IIZWxl97ifKmK00_v08f5hC3tllQKhVvGBiy-Xvxyc59t&__xts__%5B0%5D=68.ARBkAIgaIKT7mZ8DX4zuMs4KPD1qqpiIj3z9Hwyoxw3PIXyRLEu9YNw2OAv4nFwf-O28GwVG9rGDScBuFOYWQZLotlQb6H-36w95zU6k3aEpEBEr3-oiDy1h9DlqBjU9NOqjQeM9epQHu7bNyhXMw18MasM1GBPbylXhkcIOK3_sohy2lOAvoNXB983t6fwak4mmTzAAQH7VJNtJHVrHpBcDuxu8bV7KjbMy1dPqgyD7qIP-CMXz9n7KjhDNIL2xIWLEQ8Qu9T_jgP4q2Gg398lUi5k0hoB7gfxTLK5tcw_tlScYEiLqZXwMOGmjTUYxM_uoCThlEMNDWR0oz6c_a5ls0A2BUakCiT_tPtY-HZxbTax4PStTTWq7F8Kak9tHar1Q7S27SpDeGJMNZO5GusR4ZxcJVf0LIdRx6P4TOMVazDQFvk8A9nFffl-8RRuevgGjnj_EtceYQPZLL412O-Knl4hY8EEP

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