sabato 26 gennaio 2019

Recensione di UNA SCONOSCIUTA A TANGERI


UNA SCONOSCIUTA A TANGERI
Christine Mangan
Ed. Piemme pag.307
Euro 19.50 copertina rigida
Ebook disponibile
Prima edizione ottobre 2018

CONOSCIAMO L'AUTRICE

Christine Mangan è un’autrice al suo primo romanzo. Laureata in letteratura inglese con una tesi sulla narrativa gotica del diciottesimo secolo, al suo esordio con Una sconosciuta a Tangeri, vede aprirsi le porte del grande schermo con Scarlett Johansson come protagonista. Il suo romanzo, conteso da undici editori americani e venduto in più di venti Paesi, è stato definito da Vogue <<Atmosferico e intenso come il talento di Mr. Ripley>>

TRAMMA

‘’Mi ero sbagliata : riguardo al passato, riguardo alla scatola, chiusa. Ormai ne ero certa ‘’

Marocco, per la precisione Tangeri, 1956. La città è nel pieno del suo quotidiano fervore, un’esplosione di luci, colori e profumi speziati che si mescolano a personaggi di ogni sorta, dai seducenti perdigiorno in cerca di turisti da raggirare, ad indomiti avventurieri sbarcati in Nord Africa in cerca di una nuova dimensione.
Alice è una donna americana, emigrata in Marocco col marito John, lasciandosi alle spalle un passato turbolento. Vive la sua vita in silenzio, nascosta tra le mura di casa , protetta dal turbinio di vite del mondo e da un passato ingombrante e poco chiaro, dietro alla finestra della sua nuova casa.
Il sottile equilibrio dell'apparente serenità di Alice comincia a vacillare quando, tanto inaspettatamente quanto prepotentemente, irrompe nella sua vita africana il passato. Un passato che ha un volto e un nome: Lucy. Amata/odiata amica dei tempi del college. L’amica affascinante e ammaliatrice, gelosa e possessiva, che conosce perfettamente ogni sfumatura e ogni debolezza del suo carattere. 
La sorpresa del ritorno Lucy, dopo tanti anni di silenzio, fa, per un attimo, dimenticare ad Alice tutto il passato, la sofferenza e il momento tragico che ha messo fine alla loro morbosa amicizia.
Alice è una persona fragile, a differenza di Lucy, non riesce ad integrarsi nella sua nuova vita in Marocco. E’ insicura, il suo matrimonio, all’apparenza felice, sta crollando sotto il peso di incomprensioni, umiliazioni, rassegnazioni e menzogne. 
Lucy la conosce fin troppo bene, sa tutto quello che sta passando e ne approfitta per manipolare l'amica, approfittando del ritrovamento del cadavere di John. E’ proprio durante la tragica scoperta della morte del marito che il passato di Alice  irrompe nelle loro vite violentemente. Quel passato che Alice aveva disperatamente cercato di dimenticare e che diventa un’arma tra le mani dell’ammaliatrice Lucy, la quale, approfittando del momento di disperazione, cercherà di unire per sempre a lei, come ai tempi del college, l’amica.

Per Christine Mangan si tratta del primo romanzo. Scelta non facile il thriller, e altrettanto impegnativa l’ambientazione tra le strette viuzze della medina di Tangeri. Un dedalo di colori, profumi e suoni che possono stordire chi si avventura per la prima volta in una città marocchina, non percependone, di primo acchito, il fascino avvolgente e sinuoso che solo le città del Marocco hanno. Due donne protagoniste, Alice, dal carattere mite, riservato e remissivo, dolce, come i paesaggi del Marocco; Lucy, affascinante ammaliatrice, sempre allegra e vitale, spirito camaleontico che si ben si adatta tra luci ed ombre della caotica medina di Tangeri.
Ad accomunarle è un passato tragico e torbido, che le ha viste unite da un legame che va oltre l’amicizia, per poi diventare quasi due estranee, divise da un lungo periodo di silenzio e da un Oceano tra due continenti così diversi tra loro, proprio come Lucy ed Alice.
La storia, narrata in prima persona dalle voci alternate di Lucy e Alice, conduce il lettore tra i colori e le grida del souq, il mercato della medina di Tangeri, nei piccoli locali dove si beve te alla menta e si fuma il narghilè, potendo quasi percepire il profumo fresco e frizzante della menta marocchina e i voluttuosi effluvi delle spirali di fumo fruttato del narghilè. 
Vicolo dopo vicolo, si arriva al cuore pulsante della città, un luogo dove mille sentimenti ed emozioni si scontrano, dove il sole non penetra, lasciando padrone il buio che nasconde ogni cosa, così come fosse il cuore dell’amicizia morbosa, gelosa, malsana, protettiva e avvolgente tra le due donne …
Riuscirà Alice a divincolarsi dai tentacoli di Lucy? Riuscirà Lucy a trovare pace e un amore pulito, puro che la faccia sentire finalmente felice? Lo scoprirete tra le pagine di Una sconosciuta a Tangeri.

Tipica finestra marocchina

IMPRESSIONI

Oltre ad essere una lettrice, sono anche una viaggiatrice. Il Marocco lo porto nel cuore sin da bambina. Crescendo ho potuto coronare il sogno di visitarlo. Ben dieci volte, e ogni volta scoprendo qualcosa di nuovo e di bello, che mi appagava cuore e vista. Ho iniziato ad appassionarmi alla sua storia, alle sue tradizioni, leggendo tutto quello che poteva farmi viaggiare con la mente attraverso le Capitali Imperiali, attraverso il Sahara o le montagne dell’Atlante, per poi tuffarmi nell’azzurro gelido dell’Atlantico. Durante una delle mie visite rilassanti in libreria mi è saltata subito all’occhio la sovra copertina sinuosa e sensuale, che quasi vuol lasciar trapelare i suoi segreti celati tra le mille mashrabiyya (le gelosie) di Una sconosciuta a Tangeri.  Grazie al mio fidanzato, lettore infaticabile pure lui, ne ho avuto una copia in regalo.
Non ho iniziato a leggerlo subito, sentivo che dovevo dedicarmi totalmente a quelle pagine, senza distrazioni e con attenzione. Il suo tempo è arrivato i primi di dicembre, al rientro di una gita a Milano, accovacciata al caldo, nel sedile di un pullman. L’atmosfera nebbiosa e grigia di una Milano pre natalizia, caotica e rumorosa mi ha aiutata a calarmi tra quelle pagine, quasi come fossi stata tra i vicoli stretti e chiassosi di una medina …
Lo stile narrativo del romanzo è abbastanza scorrevole, con lampi poetici che compensano qualche lacuna descrittiva, dove, forse, l’autrice avrebbe dovuto approfondire un po’ di più evitando di cadere nella prevedibilità del racconto. Nonostante tutto, la storia va avanti da sola, arrivando al finale, forse un po’ scontato ma che potrebbe aprire nuove ed interessanti porte.
Abbinare questo thriller ad una pietanza è piuttosto facile per chi, come me, conosce bene il Marocco, le sue tradizioni e la sua cucina. Tra le mille golose pietanze, più o meno speziate, abbino Una sconosciuta a Tangeri alla zuppa Harira, una zuppa di lenticchie, ceci e carne che si gusta alla fine delle giornate di digiuno del Ramadan assieme ad un biscotto dolcissimo, la chebakia, a base di miele, sesamo, aceto e spezie. La zuppa calda ricorda l’avvolgente calore della città, le spezie la briosità di Lucy, mentre il miele la dolcezza e la fragilità di Lucy.

Buona lettura
Tania C.

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