venerdì 25 gennaio 2019

Recensione de LA COLLEZIONISTA DI MERAVIGLIE


LA COLLEZIONISTA DI MERAVIGLIE

Valentina Cebeni
Ed. Garzanti, pag. 463 € 18.60
Ebook disponibile

Valentina Cebeni, nasce e vive a Roma dal 1985, ma nelle sue vene scorre sangue sardo. La Sardegna, madre delle sue radici, col suo mare cristallino, è la terra della sua infanzia. Tra il viola delle bacche di mirto e la tranquillità delle calette in cui immergersi, passa le sue estati a casa dei nonni che ama e ricorda con tanto affetto. Giovane scrittrice, il suo motto è ‘’ My head is a jungle… piena di pensieri, parole, emozioni e sentimenti’’, ha al suo attivo gia tre romanzi: L’ultimo battito del cuore, La ricetta segreta per un sogno e La collezionista di meraviglie, sua ultima fatica edita da Garzanti, di cui vi andrò a raccontare.

TRAMA

‘’In questo laboratorio si curano gli oggetti dimenticati, rotti. Quelli che la gente butterebbe ma non lo fa perché vi è troppo legata. Si dona loro una seconda vita, un punto di partenza per costruire nuovi ricordi, perché tutto non vada perduto’’

Dafne, rimasta orfana di genitori ancora bambina, vive coi nonni in un paesino da fiaba ubicato tra i colli della dolce campagna tosco laziale. Quello di cui, così piccola, Dafne non si rende bene conto, è di avere un dono speciale. Ed è ancora una bambina quando, in un vecchio baule di casa, trova una spazzola d’argento. Resisterne alla brillantezza non può, tanto da sentire il bisogno di prenderla in mano. Esattamente nel momento in cui Dafne si ritrova l’antico cimelio tra le mani, le appare chiara la figura di una donna bruna che si sta pettinando con quella spazzola.
Questo è il dono di Dafne, tramandato di generazione in generazione alle donne della sua famiglia materna:  sfiorare gli oggetti antichi e scoprire la storia delle persone alle quali appartengono.
Passano gli anni, e la piccola Dafne cresce diventando una splendida donna, cresciuta, non senza sofferenze e mille difficoltà, cercando di ignorare il suo dono, soprattutto per lasciarsi alle spalle un passato che vuole dimenticare.
Per ritrovare se stessa e lasciarsi il passato alle spalle, Dafne decide di tornare a Torralta, a casa della nonna, rimasta vedova, in compagnia dei suoi animali da accudire e delle deliziose torte da sfornare.
Tornata nel paese dove è cresciuta, ritroverà, oltre ai ricordi, il negozio di antiquariato del nonno, ormai abbandonato a se stesso dopo la sua morte. Appena entrata nella bottega di nonno Levante, Dafne riscoprirà se stessa bambina e il dono che ha da sempre cercato di soffocare.
Tra mille pensieri che la riportano alla sua infanzia, sarà il profumo di polvere e vernice da restauro a farle tornare la voglia di riaprire la piccola bottega antiquaria e trasformarla in un ospedale per oggetti dimenticati, dando loro una nuova vita, una nuova possibilità, l’antico splendore che aveva quando era una bambina felice che passava le sue giornate tra gli scaffali polverosi col nonno.
In questo nuovo viaggio, la giovane Dafne, troverà aiuto in Milan, uno strano ragazzo che ha  trovato rifugio da un passato che lo perseguita tra la chincaglieria del negozio ormai vuoto da tempo.
Mentre si accinge, insieme a Milan, a riportare all’antico splendore la bottega del nonno, un giorno Dafne, trova tra la polvere di uno scaffale, un orologio da taschino fermo da tempo. Incastonato tra le sue mani, l’orologio rivela la sua storia a Dafne, una storia che racconta di un amore sofferto e infinito.
Il mistero dell’orologio si fa più fitto quando Dafne scopre che nonna Clelia conserva una copia identica di quell’orologio, fermo al solito orario di quello ritrovato in negozio. Ignorando a chi siano appartenuti e per quale motivo siano arrivati a lei, risvegliando il suo dono, Dafne, incomincia un percorso di indagini per scoprire la storia di quegli orologi che, in qualche modo, sono legati alla sua famiglia.
Passo dopo passo, viaggio dopo viaggio attraverso splendidi paesaggi italiani e attraverso i ricordi, riuscirà, grazie anche all’aiuto di Milan, a portare alla luce la storia degli orologi, ma soprattutto a ritrovare se stessa e ad accettare quel dono che, ogni giorno, le fa riscoprire le nuove opportunità che la vita dona, proprio come Dafne dona nuova vita agli oggetti dimenticati, rotti, lasciati a se stessi in un angolo.

                                                              *****

Per chi ama sognare e cullarsi tra le meraviglie che ci circondano, Valentina Cebeni è una garanzia. Ho letto tutti i suoi romanzi senza mai esserne delusa o annoiata. Pur essendo molto legata alla sua seconda pubblicazione, ho trovato ne La collezionista di meraviglie, quel pizzico di magia che spinge ad affrontare la vita, troppo spesso monotona e prevedibile, con curiosità e voglia di scoprire , di creare, rinnovandoci ogni giorno. Proprio come fa Dafne con gli oggetti apparentemente rotti o dimenticati in un angolo.
Valentina racconta meraviglie in maniera soave, soffice, tale da catturare, quasi ipnotizzare il lettore catapultandolo tra le pagine del suo romanzo. Ha la capacità innata di dare vita ai suoi personaggi ed ai luoghi, descrivendoli come se fossero vecchi amici che si concedono una pausa caffè nel bistrot di un piccolo, accogliente borgo medievale. Valentina ha il potere di far entrare il lettore nella storia e i personaggi nella realtà quotidiana di chi legge, esortando a ricercare luoghi e personaggi nella realtà dopo aver letto il capitolo dei ringraziamenti.
Non devono spaventare le 463 pagine, le parole scorrono lievi sotto gli occhi del lettore, anche dei più esigenti. La sovra copertina del romanzo cartaceo, accattivante e tentatrice è un buon biglietto da visita per questo romanzo.
Per chi si stesse chiedendo a quale pietanza potrei paragonare questo romanzo, mi sento di rispondere per che me rappresenta una tazza di cioccolato fondente caldo, molto speziato, capace di addolcire e rendere briose le giornate più lente e pesanti di ognuno di noi.
Buona lettura.
Tania C.

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