mercoledì 10 aprile 2019

Recensione de LA LETTERA DI GERTRUD di Bjorn Larsson





LA LETTERA DI GERTRUD


Bjorn Larsson
Ed. IPERBOREA 
Febbraio 2019
Traduzione a cura di K. De Marco
Pag. 465 Brossura
€ 19,50


CONOSCIAMO L'AUTORE

Bjorn Larsson -foto dal web -

Bjorn Larsson è un autore svedese, nato nel 1953 a Jonkoping. Insegna letteratura francese all'Università di Lund oltre ad essere uno degli autori svedesi più apprezzati in Italia, è anche un filologo, uno scrittore e un appassionato di vela.
Tra i numerosi premi conferiti, il Premio Grinzane Biamonti, Premio Elsa Morante, Premio internazionale cultura del mare, Premio Boccaccio Europa e il prestigioso Prix Médicis in Francia. 
I suoi titoli di maggior successo, tutti pubblicati da Iperborea, annoverano La vera storia del pirata  Long John Silver, Il Cerchio Celtico, Il porto dei sogni incrociati, La saggezza del mare e I poeti morti non scrivono gialli.


TRAMA
(OPINIONE DELL'EDITORE)

Martin Brenner, genetista di successo nel pieno di una brillante carriera, marito e padre felice, sta spargendo al vento le ceneri della madre, interrogandosi sul perché del difficile rapporto avuto con lei. Perché non riesce a provare il vero dolore per la sua morte, perché ha sempre sentito che qualcosa si frapponeva tra loro? Il motivo lo scoprirà in una toccante lettera che la madre gli ha lasciato: ciò che li divideva era un segreto. La donna non si chiamava Maria, ma Gertrud, ed era un'ebrea, riuscita a sopravvivere ai campi di concentramento. 
La verità era stata tenuta segreta oltre che per proteggerlo, anche per dargli modo di essere libero di scegliere, una volta divenuto adulto e consapevole, la propria identità e la propria vita.
Davanti ad una rivelazione devastante e di tale spessore , qual è la scelta giusta? Cosa significa essere ebreo? Inizia per Martin un turbine di domande alle quali cerca di dare una risposta dettata dal razionalismo dello scienziato che impersona. Comincia a documentarsi, gettandosi a capofitto in letture, ricerche e discussioni a tema, confrontandosi con l'amico Simon e il Rabbino Golder per cercare di decidere se tenere per se il suo segreto o accettare e dichiarare la sua ebraicità, con tutte le conseguenze che ne comporterebbe. Se scegliesse di rendere partecipi del suo essere ebreo colleghi e famiglia, sconvolgerebbe non solo la sua esistenza, ma anche quella dei suoi cari e, soprattutto il quieto rapporto di indifferenza che ha da sempre  con Dio .
E' quindi davvero libero di scegliere o, in realtà, si ritrova costretto ad accettare uno ''status'' che per un genetista ateo non ha nessun significato?
Grazie alla capacità di saper cogliere al momento giusto i temi più importanti del presente e di trasformarli in storie da leggere d'un fiato, Larsson, affronta uno dei più grandi equivoci dei tempi moderni - l'identità e l'apparenza  come spaccatura - per rivendicare il diritto di ogni Uomo  di essere guardato e giudicato per l'unica vera identità che possiede: quella di singole persone.


IMPRESSIONI

Ho contattato la Casa Editrice Iperborea affascinata dalle loro pubblicazioni. Non solo pubblicano autori interessanti e moderni, ma possono vantare delle pubblicazioni di nicchia. Gentilmente, Maddalena dell'Ufficio Stampa, mi lasciò libera di scegliere un titolo da recensire e, attratta dalla storia e dalla meravigliosa copertina, scelsi LA LETTERA DI GERTRUD
Me ne inviò una copia omaggio, bellissima e seducente e per questo la ringrazio tantissimo.  Il profumo della carta  che si è sprigionato aprendo il piego libri mi ha inebriato. Il formato curioso, maneggevole e rettangolare, rende il romanzo accattivante e facile da portare con se in borsa o in tasca della giacca. La copertina sembra una tela dipinta ad olio, colori brillanti, goffrata, quasi setosa. 
Insomma, è stato amore a prima vista, complice la storia che tratta un argomento a me molto caro, l'ebraismo.
Ho scelto di iniziare questa lettura in treno, viaggiando da La Spezia verso Roma. Una scelta non a caso, ho sempre avuto paura dei treni e, anche se stavo viaggiando per raggiungere il mio fidanzato, una sorta di ansia mi ha tenuto compagnia sino a che non sono scesa a Roma Ostiense, approdando tra le braccia sicure di Gabri... Figuriamoci cosa avranno provato ai tempi dei rastrellamenti, tutti gli ebrei, costretti con la forza a salire su quei vagoni, stipati come sardine, che li avrebbero condotti a morte certa, salvo alcuni più fortunati. Io in fondo stavo viaggiando per libera scelta e verso la felicità, ma la "paura" dei mostri di metallo ancora non mi è passata.  Non arrivavo nemmeno lontanamente a pensare ciò che provarono gli ebrei e, tra le pagine del romanzo ho chiarito alcuni dubbi e perché.

Il romanzo è diviso in tre parti, la prima , quella che racconta la vita passata e presente di Martin, direttore di un laboratorio di genetica, dove si compiono studi ed esami sul DNA, venuto a conoscenza di un importante segreto che rivoluzionerà la sua vita.

In un luogo, volutamente imprecisato, una famiglia composta da un padre cinquantenne, una madre ed una figlia adolescente, sta partecipando alle esequie della nonna.

"Proprio nel momento in cui stava rovesciando l'urna, un refolo di vento sollevò le ceneri in alto sopra le loro teste e le portò verso il mare, a poca distanza."

Mentre Martin Brenner, un genetista di fama, sta eseguendo le ultime volontà della madre Maria, appena deceduta, spargendo le sue ceneri al vento, mille dubbi attraversano la sua mente. 
Tra i tanti, quello riguardante il difficile rapporto avuto con lei, come se una sorta di velo invisibile avesse sempre cercato di separarli, di nascondergli qualcosa. Ma cosa?
Accettare la morte di un genitore è devastante. Perché, allora, lui non riusciva a provare quel dolore straziante che attanaglia sino alla disperazione? Perché continua a sentire che c'è qualcosa che gli impedisce di comprendere appieno certi comportamenti della madre?

"Tu che hai iniziato a studiare filosofia per capire l'origine del male, devi comunque averlo gia letto nei libri di Primo Levi, Hannah Arendt e altri scrittori. Dovrebbe bastarti per farti capire perché ho agito come ho agito. O almeno per perdonarmi. Quella di mettere al mondo un figlio dopo essere sopravvissuta ai due campi di sterminio è stata la decisione più coraggiosa che abbia mai preso."

Parte di quei  dubbi diventeranno ancora più radicati in Martin quando decide di vendere la casa della madre. 
Tra gli oggetti personali di Maria, il figlio, trova un versamento a favore alla Memoria dell'Olocausto e una valigia con le ruote, contenente biancheria, qualche vestito e un passaporto: pronta alla partenza. 
Perché? 
Dopo il primo sbigottimento, il pensiero passa in secondo piano. 
La famiglia, soprattutto la figlia Sara, ha bisogno di lui e deve compiere il suo dovere di marito e padre.
Qualche tempo dopo però, torna alla ribalta il pensiero della madre e di quel rapporto difficile, mai compreso sino in fondo. 
Il chiarimento avverrà grazie ad una lettera di Maria, lasciata all'avvocato Levin, amico fidato,  che contatterà Martin per far finalmente luce sul mistero della donna.
Mentre l'avvocato legge la lettera, Martin apprenderà, con non poco stupore, che la madre in realtà, si chiamava Gertrud ed era di origine ebrea. 
Deportata in due campi di sterminio riuscì ad uscirne, cercando di proteggersi da quel passato di morte e dolore. Iniziò una relazione con un uomo, anch'esso ebreo, restando incinta di Martin ma, accortasi della gravidanza, per paura di un nuovo Olocausto, i due innamorati decisero di lasciarsi e ricominciare una nuova vita,  soprattutto per Gertrud e il nascituro. 
Fu così che la donna iniziò la sua nuova vita,  chiudendo per sempre col passato e diventando Maria. 
Sposatasi con un uomo che sembrava amarla e amare il suo bambino, verrà a scoprire più avanti che l'uomo è un nazista. 
Non avendo mai rivelato la sua vera identità di ebrea, Maria, impaurita, chiede aiuto al suocero, a sua volta ignaro del "credo" intrapreso dal figlio, che l'aiuterà ad andarsene nuovamente, dandole un buon aiuto economico. 
Di nuovo, a causa delle sue origini ebraiche, Gertrud/Maria, si vede costretta alla fuga ed a ricominciare da capo. 
Nel frattempo, dopo la nascita di Martin, decide di tenerlo all'oscuro delle proprie origini,  iniziando dal nome sino ad evitargli la circoncisione ed un qualsiasi tipo di indottrinamento religioso. Ci avrebbe pensato lui stesso una volta adulto, con consapevolezza, dopo la scomparsa di Gertrud. 
Le uniche persone ad essere informate della vera identità della donna saranno l'avvocato Levin ed il Rabbino Golder, il quale cercherà più volte un contatto con Martin per fargli comprendere il gesto d'amore smisurato di una madre impaurita.
Per Martin, sotto shock per quanto appreso dalla lettera della madre, iniziano a chiarirsi molti dei dubbi insorti durante la vita e al riguardo del rapporto con la madre e, in particolar modo, comprende il perché della ricevuta della donazione e della valigia pronta: la madre aveva paura di rivivere un nuovo Olocausto e voleva essere preparata a ricominciare in un'altra terra nel caso di nuove persecuzioni. 

"Sei quindi libero di scegliere chi e cosa essere. Il prezzo che ho dovuto pagare per questo è stato altissimo: non siamo mai stati davvero vicini. Ma ho anche guadagnato qualcosa, la certezza che tu fossi libero."

Se da una parte molti dubbi sul comportamento freddo della madre si sono chiariti, dall'altra ne sorgono altri, ancora più profondi e devastanti. 
Chi è veramente Martin, ora che ha scoperto di avere discendenze ebraiche? 
E' pronto a rivelare alla sua famiglia questo segreto così pesante? E' pronto a scegliere tra essere ateo o professare un credo?
Il peso delle sue origini incombe come una spada di Damocle sulla sua testa. 
Inizia un'accurata ricerca su quel mondo a lui sconosciuto ma che lo tocca da vicino, mettendolo spesso di fronte ad un bivio: è giusto mettere al corrente la famiglia ed eventualmente gli amici, con la possibilità di essere influenzato nelle scelte future,  che è ebreo o, da genetista ateo, è meglio scegliere da solo chi vuole essere seguendo la scia di ciò che è sempre stato e in cui ha sempre creduto?

"<<Molti ebrei sosterrebbero che lei è ebreo, visto che lo era sua madre.>>  <<Lo so. Ma sono affari loro. Io rivendico il mio diritto di decidere da me chi voglio essere.>>"

Grazie anche al suo lavoro ed agli studi condotti sulla libertà di decidere chi si vuole essere seguendo la propria genetica, Martin, riuscirà a non farsi influenzare, nemmeno durante i profondi colloqui religiosi col Rabbino Golder.

"<<Non sto dicendo che si può paragonare la scelta di essere ebreo e non esserlo a quella di tifare per una squadra piuttosto che per un'altra. Però sostengo che tutti, perfino tu, devono scegliere di appartenere a qualche gruppo , anche se solo la tua famiglia, la tua compagna o i tuoi amici.>> 
<<Allora devo essere l'eccezione che conferma la regola. Non voglio appartenere a nessuno e non voglio che nessuno mi appartenga.>>"

Più o meno con queste parole si chiude la seconda parte del romanzo, quella di informazione e di ricerca delle proprie origini ebraiche. 
Martin non farà mai ricerche sul suo passato biologico, ma si documenterà su cosa ha significato e cosa significa essere ebreo per discendenza,  ovvero figlio di madre ebrea, quasi come imposizione ed, altresì, essere ebreo per libera scelta.  
Le sue ricerche lo spingeranno a perorare la causa degli ebrei e dell'antisemitismo che sta di nuovo dilagando  nel mondo. 
Pur tenendo sempre nascosta la verità  sulle sue vere origini alla moglie Cristina e alla figlia Sara, si impegnerà in prima linea manifestando a favore degli ebrei, finendo pure in prima pagina su un'importante testata, suscitando lo stupore dei colleghi. 
Lui, ateo, ebreo per discendenza, che non si sente e non vuol essere ebreo, perché comporterebbe un prezzo troppo alto da pagare, in modo particolare per la sua moglie e Sara, che è ancora così piccola e sta cominciando ora a capire l'orrore dell'Olocausto.
Ma chi sono veramente gli ebrei, c'è un qualche fil rouge che lega l'ereditarietà all'ambiente? 
Come si può classificare una popolazione dal momento che la genetica stessa non evidenza caratteri che possano appunto distinguerlo geneticamente o religiosamente? 
I dubbi troveranno chiarezza nella terza parte, dove con sapiente maestria nel mescolare le carte, Larsson stesso, da appassionato velista, diventerà narratore di un manoscritto autobiografico sulle confidenze della vita Martin, durante un tragitto in barca a vela. 

"Nessuna Legge, ne ebraica ne altra, doveva essere al di sopra dell'amore. Qualsiasi idea di purezza della razza doveva sparire. Una persona doveva poter essere prima di tutto un essere umano."

Nonostante le continue ricerche, il suo impegno di solidarietà verso il popolo ebreo e nonostante il dolore dell'inganno provato durante la scoperta della vera identità della madre, nonostante le ferite psicologiche continuassero a bruciargli addosso, Martin continua a mettersi in gioco lasciando accesa una piccola luce di speranza per un domani migliore.

Dopo quattrocentosessantacinque pagine, il compito più importante lo lascio a voi lettori, quello di metabolizzare il messaggio che ha voluto lasciare Larsson, quello sulla libertà di essere un uomo pensante e capace di fare delle scelte, a prescindere dalla razza, dal credo politico e religioso.
Un tema ancora oggi molto scottante quello  della persecuzione degli ebrei e dell'antisemitismo, affrontato ne La lettera di Gertrud. 
Un avviso a  chi avrà voglia di leggere questo romanzo, mai come oggi, attuale e vero, non aspettatevi un racconto in stile Anna Frank o Ho quindici anni e non voglio morire o il toccante Chindler's list. 
La lettera di Gertrud è molto di più e quanto di più diverso possiate aspettarvi. 
Una storia atavica che si rinnova sino ai nostri tempi, ai tempi dell'I Phone e di internet.
Una storia per non dimenticare. 
Per non dimenticare che il sangue, sotto l'aspetto genetico, non è poi così diverso dall'acqua e, definire gli esseri umani in base alla genetica e alla discendenza, è comunque una forma di razzismo.
Uno spunto dal quale partire per capire cosa sta succedendo nel mondo, in qualsiasi parte ci troviamo.
Un romanzo che dovrebbe essere letto anche nelle scuole, a completamento del periodo storico del nazismo.
Consiglio la lettura soprattutto a chi, come me, sta vivendo una profonda crisi di fede. 

Buona lettura, Tania C.









Molti ebrei sosterrebbero che lei è ebreo, visto che lo era sua madre”.
“Lo so. Ma sono affari loro. Io rivendico il mio diritto di decidere da me chi voglio essere”.



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