mercoledì 17 aprile 2019

Recensione di BROTHER di David Chariandy


BROTHER

David Chariandy
Ed. Chiarelettere
Aprile 2019
Pag. 164
Copertina flessibile
Traduzione di Federica Aceto
€ 16,00
Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTORE

foto dal web

David John Chariandy è nato in Canada a Scarborough ON nel 1969. E' un professore universitario di letteratura inglese ed uno scrittore molto creativo. Nuova promessa tra gli scrittori emergenti, nel 2007, il suo primo romanzo Soucouyant, riceve l'attenzione di prestigiosi premi e critiche letterarie. Ad oggi è una delle voci più importanti nelle conferenze sulla letteratura nera contemporanea canadese. Essendo studioso di letteratura nera e nero canadese, ha contribuito in maniera determinante la crescente, sebbene ancora trascurato, campo dei Black Studi in Canada. (Fonte The Canadian Encyclopedia)



TRAMA

Per Michael e Francis, due fratelli di colore che vivono nella periferia di Toronto, quella che stanno vivendo, è un'estate rovente. La musica hip pop coi suoi ritmi sinuosi, si mescola agli echi rimbombanti delle pallottole e delle sirene della polizia. 
La madre, di origini caraibiche, cerca di sbarcare il lunario dividendosi tra diversi duri lavori, anche per poter dare ai ragazzi un futuro migliore, che sia lontano dai pregiudizi e violenza che stanno dilagando in Canada e nel mondo.
A vegliare sul piccolo Michael c'è il fratello maggiore Francis, che gli insegna presto come trovare il proprio posto nel mondo per riuscire a sopravvivere e farsi valere verso chi disprezza le persone come loro.
Michael imparerà lezioni di vita nella valle del Rouge, polmone verde che attraversa il loro quartiere e quartier generale di un gruppo di ragazzi legati dalla passione della musica e che si ritroveranno dal barbiere Desirea's.
Tutti i sogni e speranze di Francis, sono destinati a sgretolarsi come un castello di sabbia alla prima onda, in una notte, quando un colpo di pistola lo atterra per sempre. Un duro colpo, insensato, da accettare e dal quale ne Michael ne la madre riescono a riprendersi.
Passano gli anni, dieci, e sarà solo il ritorno di una ragazza del quartiere che li scuoterà dal torpore aiutando madre e figlio ad affrontare e superare il passato.

IMPRESSIONI

A sorpresa, la cara Giulia  di Chiarelettere, qualche giorno fa, mi inviò gentilmente una copia di Brother, prossimo all'uscita. Un libricino basso, poche pagine ed una interessante grafica colorata della copertina. Un autore a me sconosciuto, ma una trama coinvolgente, attuale, ma dal sapore vintage. Ho iniziato a leggere spinta dalla curiosità di saperne di più su un mondo per me quasi sconosciuto. Ho letto poco e niente di autori sud americani o comunque che trattassero l'argomento razzismo in America, sono sempre stata più attirata dall'Africa. La curiosità era tanta, ma siccome Chiarelettere è per me sinonimo di garanzia, sapevo che sarei rimasta soddisfatta e soprattutto avrei avuto l'onore di leggerlo in anteprima!

Brother è la storia di due fratelli canadesi, di origine indo-caraibiche (esiste il termine? Potrei scrivere all'Accademia della Crusca e coniarlo), Francis il maggiore e Michael, fratello minore e voce narrante della storia.

"Il mondo intorno a noi si chiamava Scarborough. Un tempo quel quartiere era detto <<Scarberia>>, una landa desolata alla periferia di una città caotica in espansione."

I due fratellini sono stati abbandonati dal padre, un indiano, che poco dopo la loro nascita decise di andarsene per seguire i suoi sogni. Vivono con la madre a Scarborough, in Canada, nel quartiere della valle del Rouge, un'arteria verde che attraversa la loro città. La madre è costretta a destreggiarsi tra più lavori per cercare di dare un futuro ai suoi ragazzi, ed è costretta a lasciarli spesso e per lungo tempo soli, con tutte le raccomandazioni del caso: non aprire la porta agli sconosciuti, non uscire fuori e a letto dopo Hazzard ...
A fare in modo che tutto fili liscio, il figlio maggiore Francis, il quale si prenderà cura anche di educare il fratellino a quella che è la vita di quartiere per gente come loro, i negri.

"Francis, crescendo, cominciò a mostrarsi sempre più insoddisfatto del mondo e del posto che gli sarebbe toccato da adulto"

Il tempo passa, a diciotto anni Francis, sempre più insoddisfatto dell'odio razziale che sta dilagando in città, e sempre più smanioso di trovare il suo posto in prima fila nel mondo, lascerà la scuola, unendosi ad una compagnia di ragazzi più grandi che provenivano non solo dal Park, ma da tutti i quartieri periferici della città. 
Sono ragazzi come lui,  accomunati non solo dal colore della pelle ma anche  dalla passione per la musica. Portano i capelli rasati  ed usano uno slang che possono capire solo loro. 
Francis cercherà pure un riavvicinamento col padre, soprattutto per Michael, ma questi li caccerà senza nemmeno aprir loro la porta. 
Per quanto potrà, Francis, continuerà anche a prendersi cura della  madre e del fratello, ma la sua insofferenza sarà tale da spingerlo a dare sfogo a numerosi episodi di violenza, non solo verbale, soprattutto verso la madre, la quale sente che il figlio sta per prendere la strada sbagliata.

"Ci fu una breve colluttazione, con mamma che cercava di strappargli la felpa di mano, e quando Francis si servì di tutta la sua forza e il suo peso per riprendersela, lei perse l'equilibrio e cadde in avanti sbattendo violentemente la testa contro il letto a castello. Ci fu un attimo di calma e di silenzio assoluti: mamma fissava il figlio maggiore con una mano sulla fronte, sbattendo le palpebre con gli occhi sgranati."

Francis, accettando la sua vera natura,  si unirà a Jelly, capo di una piccola gang di quartiere, con la residenza nei fondi di una ambigua barberia, Desire's.
Michael, dal canto suo, cercherà di riportare il fratello maggiore sulla retta via, convinto che facendo leva sull'amore della loro madre , sarebbe riuscito nel suo intento. 
Ma Michael è un adolescente, alle prese con la scoperta della propria fisicità e dell'amore, oltre alla curiosità di sperimentare il fascino del proibito, del mondo adulto.
A lottare a fianco al ragazzo c'è Aisha, una ragazza vicina di casa, che diventerà anche il suo primo amore.
Insieme ad Aisha, Michael scoprirà il nuovo mondo del fratello, un mondo fatto di giornate che si trascinano tra espedienti per mettere insieme il pranzo con la cena, al ritmo della loro musica preferita che spazia tra blues, hip pop e sound moderni. Scoprirà l'amore e scoprirà la violenza. Quella fisica e verbale che i "bianchi" vomitano addosso a quelli come loro, come lui e il fratello e la madre: sporchi negri.

"Me ne accorgevo solo in quel momento? Eravamo dei perdenti, dei traffichini di quartiere. Eravamo i figli della servitù, non avevamo un futuro."

Michael scoprirà anche il dolore della perdita. Una notte, dopo un'audizione musicale di Francis e compagni, nel locale scoppia un diverbio non troppo ortodosso tra Francis e i gestori. Qualcuno chiama la polizia e, all'uscita del locale, mentre Francis opporrà resistenza ai poliziotti che cercano di capire la dinamica dell'accaduto, una pallottola partita dalla pistola di un poliziotto, lo metterà al tappeto per sempre. Il dolore per la perdita di un fratello e in particolar modo il dolore di una madre che sopravvive ad un figlio è difficile, quasi impossibile da elaborare. Sarà forte il dolore quando, il giorno del funerale, vedrà il padre, in disparte, camuffato tra i partecipanti, che non degnerà ne lui ne la madre di una parola di conforto.
Dopo la morte di Francis Aicha scompare, Francis si ritrova solo a rimboccarsi le maniche per sopravvivere. La madre cade in depressione, quasi sull'orlo della follia, passerà i suoi giorni con l'ossessione del figlio morto, finendo nel tunnel dell'alcol che dissolve la sofferenza nel torpore.


"Sono tanti i modi in cui si può fuggire. Aisha era scappata per andare all'università. E gli amici di mio fratello, tutti, erano fuggiti, ognuno a modo suo. Ma naturalmente non si fugge mai davvero. Corri sempre il rischio che qualcuno ti trovi, anche solo per un attimo."

Dopo dieci anni di vita al limite della sofferenza e della sopravvivenza, Michael sembra aver trovato un equilibrio con un nuovo lavoro che difende coi denti, e gli permette di mantenere lui e la madre, in preda ai fumi dell'alcol e delle allucinazioni. 
Nelle loro vite rientrerà improvvisamente Aisha, insieme al ragazzo che Francis amava, Jelly.  
Dopo il primo scompiglio che i due ragazzi portano nella quotidianità di Michael, arrivano anche i chiarimenti e , grazie all'amore di Aisha e all'aiuto di Jelly, il futuro per Michael e la madre sembra più luminoso: il passato è finalmente alle spalle e una luce di speranza è stata accesa...

Come ho detto prima, ho avuto il piacere e l'onore di leggere questo piccolo ma immenso libro prima dell'uscita in libreria. 
In poche pagine, che Chariandy ha terminato con non poca fatica e in parecchio tempo, è racchiuso un concentrato di un legame d' amore puro, quello della famiglia. 
L'amore di una famiglia, nel tempo allargata, che nonostante gli scherzi crudeli della vita riesce a trovare un motivo per andare avanti e superare il tormento del passato che ha cercato di schiacciarla per anni.
Un racconto di circa venti anni di storia, narrato in maniera semplice, a volte cruda ma mai volgare, quasi poetica che lascia spazio all'immedesimazione nei personaggi e nei luoghi dal sapore retrò.
Consiglio a tutti questo romanzo, che si legge in poche ore, ma in particolar modo, a chi ha voglia di conoscere uno spaccato di vita tra gli anni settanta e novanta di uno dei più evoluti ed anticonformisti Paesi del Nord America : il Canada.

Buona lettura, Tania C. 








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