giovedì 18 aprile 2019

Recensione di SEMPLICEMENTE PERFETTO di Jostein Gaarder






SEMPLICEMENTE PERFETTO

Jostein Gaarder
Ed. Longanesi 2019
Pag. 134
Traduzione I. Basso
Collana La gaia scienza
Copertina rigida 
€ 14,90
Ebook disponibile


CONOSCIAMO L'AUTORE


Foto dal web - Autore  Picasa -


Jostein Gaarder è nato nel 1952 a Oslo. Conseguiti gli studi in filosofia, teologia e letteratura, per dieci anni, ha insegnato filosfia. 
Il 1986 lo vede esordire come scrittore, diventando presto uno degli autori di maggior fama del suo paese. 
Il mondo di Sofia, sempre edito da Longanesi nella collana la Gaia Scienza, ha raggiunto in poco tempo il successo internazionale. Pubblicato prima in Norvegia nel 1991, è stato tradotto in 41 lingue rimanendo ai primi posti della classifica dei best seller in Europa, negli Stati Uniti e in Italia, dove ha vinto il prestigioso Premio Bancarella nel 1995. 

TRAMA

Al suo primo giorno di Università ad Oslo, il diciannovenne Albert viene attratto da bella una ragazza: il suo nome è Eirin. 
Non si conoscono e non si sono mai visti prima, ma da quel momento in poi nono si lasceranno più. 
Dopo trentasette anni vissuti insieme, Eirin si trova in Australi ad un congresso di biologia marina mentre Albert riceve dal suo medico una notizia sconvolgente. Come si può continuare a guardare al futuro dopo aver saputo? Per avere una risposta, Albert si rifugia nella Casa delle fiabe, un cottage incastonato in un bosco di larici in riva al lago, dove solitamente si ritira con la famiglia per passare qualche giorno di relax. Nella pace e tranquillità di quel posto isolato, ha ventiquattro ore a disposizione per scrivere una lettera d'addio al mondo e alle persone che ama. Vuole raccontare tutto, anche i segreti custoditi gelosamente per anni, ma vuole anche interrogarsi su quale sia il senso ultimo dell'esistenza umana. Solo quando è sicuro di aver perso anche la più piccola speranza,  quando scopre di avere davanti solo il buio fitto delle notti passate remando sino al centro del lago per scrutarne l'abisso, Albert capisce che una risposta c'è, uno spiraglio che sta facendo luce su quelle tenebre...

IMPRESSIONI

Ho iniziato ad amare Jostein Gaarder dal 1995, quando vinse il Premio Bancarella con Il Mondo di Sofia. Rimasta affascinata da questo autore, mi si è aperto un nuovo mondo, quello degli autori nordici, che sapientemente plasmano la leggenda nella realtà, la mitologia nella quotidianità, coinvolgendomi a seguire Gaarder nelle prossime pubblicazioni. Posso dire che, ad oggi, è uno dei miei autori preferiti, grazie al suo stile delicato e soave, che rende ogni romanzo una fiaba fantastica.
Contattai la Longanesi, che ringrazio infinitamente, in vista dell'uscita di Semplicemente Perfetto e, esaudendo la mia richiesta, Benedetta mi inviò gentilmente una copia omaggio  dell'ebook in modo da poterlo  leggere e recensire.
In poco più di un'ora ho divorato l'ultima perla di Gaarder. Poche pagine, a prima vista una lunga lettera d'addio che si rivelerà un inno alla vita, quella che l'autore ci regala, narrandola come una leggenda capace di rapire anche i più giovani.

"Il motivo per cui in tutti questi anni vi abbiamo tenuto nascosto come sia cominciata la nostra storia è pressoché incomprensibile, ma in quasi tutte le famiglie ci sono dei segreti mai svelati."

Albert ed Eirin sono due studenti universitari di appena diciannove anni. Non si conoscono ne si sono mai incrociati nella vita sino a quel momento. E da quel momento decisero di non lasciarsi mai più. 
Nasce così una lunga storia d'amore tra due giovani studenti, lei bella e intelligente da diventare biologa e ricevere un prestigioso riconoscimento per la scoperta di un importante batterio al quale darà il suo nome. Lui uno studente mite e tranquillo che si innamora a prima vista di Eirin, decidendo di chiudere la storia con l'attuale fidanzata Marianne. Ma la chiusura della storia non precluderà l'amicizia, tanto che Marianne diventerà medico curante della famiglia di Albert.
Durante un week end romantico Eirin ed Albert scoprono, in mezzo ad un parco di larici e betulle un meraviglioso lago e, a pochi metri dalla riva, un grazioso chalet chiamato Casa dei cristalli ma che ribattezzano come Casa delle fiabe. Sopraggiunse la sera e i due ragazzi decisero di forzare la serratura per cercare un riparo per la notte.  La serratura cedette alla lieve pressione del piede di porco e lo chalet si rivelò nel suo splendore, ricordando loro  la fiaba di "riccioli d'oro" coi suoi tre lettini che, come la riccioli d'oro della fiaba, Eirin provò sino a trovare quello semplicemente perfetto per dormire: ne troppo duro, ne troppo morbido. 
Nello chalet consumano una frugale cena a base di riso, latte in polvere, cioccolato e succo di mirtilli, coronano il loro amore e si addormentano sul letto semplicemente perfetto. Al mattino però scappano furtivamente con la paura di essere scoperti.

"Gli anni possono essere lunghissimi mentre li si vive e si cerca in qualche modo di farsi strada a tentoni verso un futuro ignoto, ma quando ci si ripensa, tempo dopo, sembrano volati."


Passano dieci anni durante i quali il loro amore si rafforza con la nascita di un figlio. Ma arrivano anche i primi problemi, la coppia entra in crisi, Albert, all'insaputa di Eirin, il marito riallaccia una breve relazione con Marianne, che troncherà dopo poco per amore della famiglia. Eirin scopre che lo Chalet dove è iniziato il loro amore è in vendita e decide di acquistarlo come rifugio dalla routine quotidiana. E tra alti e bassi, la famiglia comincia a passare tutto il tempo libero nella Casa delle fiabe, sulle rive del lago azzurro, affidando i propri pensieri, le paure e i desideri ad un quadernone, il libro della Casa delle fiabe. 

"La vita di un uomo si riassume semplicemente così: C'era una volta ... E venne una notte. Adesso è arrivata la notte."

Di anni, dal giorno dell'acquisto della Casa delle fiabe, ne passano altri ventisette. La famiglia si allarga con l'arrivo della nuora e di una nipotina: Sarah. La Casa delle fiabe e il libro continueranno ad essere i testimoni della vita felice della famiglia. Ma qualcosa va storto. Una nube nera e minacciosa avvolge Albert, proprio ora che Eirin è partita per l'Australia per un importante convegno dove esporrà la relazione sulla scoperta di un batterio al quale ha dato il suo nome.
Dopo alcune visite specialistiche, Albert riceve da Marianne, suo medico, una notizia che sconvolgerà la sua vita per sempre. Il futuro di una vecchiaia in tranquillità con l'amata Eirin, il figlio e la nipotina sembra essere compromesso per sempre. Non c'è via di scampo, le tenebre stanno scendendo sulla sua vita. La sofferenza sta per travolgere lui stesso e la sua famiglia.

"Prima di tutto devo scrivere. A me stesso. Per trovare la risposta alla domanda <<chi sono?>> devo scandagliare l'universo. Ho urgenza di avere una risposta sul mio stato ontologico. Prima di prendere qualsiasi decisione, devo fare una stima, un calcolo. Perchè non sono ancora completamente spalle al muro, ho ancora delle alternative."

Albert decide così di ritirarsi per tutto il tempo che gli serve a capire il senso della vita, nella Casa delle fiabe, tenendo all'oscuro la famiglia e rompendo i ponti con Marianne.
Immerso nel lento scandire del tempo in riva al lago, Albert comincia a scrivere sul libro della Casa delle fiabe, una lunga lettera d'addio, forse più a se stesso, raccontando e raccontandosi, mettendo a nudo segreti che sino ad allora erano rimasti chiusi a chiave nel profondo dei suoi ricordi. 

"L'idea di non avere più la capacità di prendere in mano il mio destino mi pare un vero incubo. E' insopportabile, ed è gia troppo tardi. Questo è il terrore. Questo è ciò che temo dell'impotenza."

Ripercorrendo la sua vita attraverso le confidenze sul quaderno, Albert si interroga sul senso dell'esistenza, su cosa veramente significhi essere un uomo e sull'esistenza della felicità. Si domanda spesso quanto sia giusto tenere all'oscuro la famiglia sul suo stato di salute, facendoli, un domani, sprofondare in uno stato di tristezza e vuoto invece di cercare insieme un modo per continuare ad essere felici.

"Il fatto è che in realtà non siamo mai: c'è soltanto il divenire, perché non c'è nulla al mondo che duri."

Grazie ai suoi studi filosofici, ma soprattutto all'amore a 360 gradi, Albert, riuscirà ad uscire dal tunnel del vuoto cosmico nel quale la presa di coscienza della sua malattia lo aveva risucchiato. Il futuro ora non lo spaventa più, una piccola luce lo sta riportando alla realtà, tra le braccia di Eirin, pronta ad aiutarlo ad essere ancora un uomo felice a dispetto del tempo tiranno.

"Penso al tempo che mi resta, ne troppo lungo ne troppo corto: il tempo perfetto per un addio."

Questo piccolo gioiello di Gaarder l'ho letteralmente divorato, vuoi perché l'autore è capace di tradurre in poesia anche la scissione dell'atomo, vuoi perché comunque la trama scorre semplice e lieve da non rendersi conto che le pagine sono volate via sino al punto finale.
Metabolizzare il messaggio è stato, invece, più difficile. Come Albert, ho iniziato a pormi anch'io domande esistenziali e, immedesimandomi nel personaggio, mi sono spessa chiesta: "cosa farei io se domani mi dicessero che mi restano solo pochi anni di vita?". 
Il bello della gioventù è la spensieratezza, il progettare il futuro senza però pensare al domani. Con gli anni il concetto di vita si modifica, assume un significato meno etereo e più consistente, quasi una presa di coscienza della vita stessa e le domande arrivano da sole. Più difficile è trovare delle risposte. Può aiutarci la fede, se crediamo, la scienza, se non professiamo un credo, ma tutte le risposte sono racchiuse in noi. Dobbiamo solo accettare chi siamo stati, chi siamo e cosa diventeremo. Solo allora saremo veramente liberi di vivere appieno e felicemente ogni giorno della nostra vita.
Una lettera aperta, questa di Jostein Gaarder, a chi sta attraversando un momento di difficoltà, che consiglio a tutte le persone che spesso, nel percorso degli anni si perdono e non sanno come ritrovarsi. 
Accettarci per quello che siamo, coi nostri limiti e paure, afferrando la mano di chi, per amore, la tende verso di noi: l'amore può ...


Buona lettura, Tania C.



  

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